PROVINCIA DI PISTOIA VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Atto N. 236 Seduta del 21 OTTOBRE 2010 OGGETTO: MOZIONE D'INIZIATIVA DELLA CONSIGLIERA VICINELLI IN MERITO ALLA PUBBLICITÀ E AI MESSAGGI VEICOLATI DAI MEDIA A SFONDO SESSISTA. L'anno duemiladieci, e questo giorno Ventuno del mese di Ottobre alle ore 15,30 nell'aula consiliare della Provincia di Pistoia, si è riunito il Consiglio Provinciale convocato nei modi di legge, in seduta pubblica di prima convocazione Risultano presenti N. 21 Consiglieri ed assenti N. 4 come segue: tPresenti Assenti FRATONI FEDERICA BIAGINI MARCO BIAGINI SILIANA BONFANTI VALERIO CALISTRI SILVANO -CORMIO SILVIA MARIA MENICACCI MARIANNA NARDI CLAUDIO ROMITI GABRIELE SARTESCHI GIOVANNI VANNUCCHI ALESSANDRO VICINELLI CLAUDIA BETTINI MORENO X 1 MONARI RITA MALUCCHI SIMONE BARTOLiNI SONIA BONACCHI GUGLIELMO GALLIGANI MAURIZIO LAPENNA KARIM LA PIETRA GIACOMO PATRIZIO ONORI MARCO PACI MARCELLO BALDI GIAN LUCA BALDASSARRI MARCO NESTI ALESSANDRA x 1 Presiede il Sig. Silvano Calistri in qualità di Presidente del Consiglio Partecipa il Segretario Generale Dott. Franco Pellicci incaricato della redazione del presente verbale Scrutatovi Sigg: CORMIO SILVIA MARIA - NARDI CLAUDIO - LA PIETRA GIACOMO PATRIZIO DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 21 OTTOBRE 2010 N. 236 OGGETTO: MOZIONE D'INIZIATIVA DELLA CONSIGLIERA VICINELLI IN MERITO ALLA PUBBLICITÀ E AI MESSAGGI VEICOLATI DAI MEDIA A SFONDO SESSISTA. Su invito del Presidente del Consiglio, il Consigliere Vicinelli illustra la proposta di mozione, nel testo allegato alla presente "A"; "Mi è stato chiesto di illustrare in questa sede la mia mozione che dovrà poi essere discussa e votata in occasione del prossimo Consiglio Provinciale. La mozione è già passata sia dalla Commissione Pari Opportunità che dalla seconda Commissione, ne è stato discusso e ampiamente dibattuto, quindi procedo ad esporla. Si tratta in realtà di una mozione sulla rappresentazione dell'ideale corporeo secondo una visione stereotipata e omologante, dunque una visione sessista, che ha preso le mosse dalle ovvie, logiche, polemiche che sono seguite a un uso, a mio parere, ma credo largamente condiviso da molti a giudicare dalle polemiche, un uso improprio di una pubblicità di questo tipo da parte, non di un soggetto privato, ma di un ente pubblico. E' I'APT di una Provincia Toscana che ha preferito pubblicizzare le bellezze locali non utilizzando un'immagine afferente alle attrattive locali, ma un'immagine contenente parti del corpo femminile. Questa non è una novità nel nostro paese in cui si assiste, quotidianamente, ad un uso e ad un abuso di questo tipo di messaggi e su ogni tipo di mass media nell'ambito delle nuove tecnologie, contrariamente, vorrei evidenziare, a quanto avviene in altri paesi dell'Europa, ma soprattutto del nord Europa, dove, chi avrà avuto, come me, l'opportunità di vivere, non avrà certamente riscontrato una fenomenologia così ampia e abusante di questo tipo di messaggi. Ma la cosa che mi preme evidenziare in questa mozione, non è tanto il fatto che si usano questi messaggi, che credo, è sulle conseguenze dell'uso di questi messaggi. Delle conseguenze ho voluto sottolineare, questa volta, non solo sulle donne e su quello che è un loro vissuto d'immagine del corpo femminile come unico valore della donna e delle conseguenze che questo comporta in quanto fattore regressivo sul fronte anche delle conquiste stesse delle donne, ma è una mozione che rivolge la propria attenzione anche ai bambini come soggetti attivi e passivi di questo fenomeno, ma anche ai giovani, soprattutto, alle giovani generazioni. Entro un po' più nel merito della mozione. Delle donne ho già detto, cosa dire di più quando si parla del rischio di regredire sul terreno delle conquiste femminili, di un regresso, della decadenza e dei valori della nostra società. Ma mi piacerebbe parlare anche delle conseguenze di questo tipo di messaggi sui mass media, soprattutto sulle giovani generazioni, perché sono generazioni che è evidente che sono fortemente influenzate, come sottolineava anche un parlamentare, Venzon, sono influenzati da questo tipo di messaggi anche nelle loro scelte di istruzione, di orientamento, di carriera e quant'altro. I bambini: io analizzo in questa mozione, evidenzio come i bambini forse non è nomale che siano soggetti passivi di questo fenomeno e possano fruire liberamente, abbiano visibilità e accesso a questo tipo di messaggi. Questo, ovviamente, condiziona anche, e ci sono delle ricerche, nel merito, scientifiche, correlate a questo, condiziona nella loro visione di sé, una visione anche dell'atro sesso con ripercussioni sulla loro socializzazione, sul modo in cui vedono i propri familiari, i propri cari, l'altro sesso, se stessi e in generale il mondo esterno. Ma i bambini sono anche soggetti attivi, soggetti attivi che come veniva anche evidenziato da ricerche scientifiche che ho citato in questa mozione in termini anche estremi, francamente, vengono utilizzati nei messaggi di questo tipo come soggetti inconsapevoli e spiacevolmente ammiccanti. Anche in deroga all'art. 32 della Convenzione ONU per i diritti dell'infanzia che recita che per sfruttamento di lavoro minorile si intende qualsiasi forma di lavoro compiuto dai bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni che interferisca negativamente con la loro educazione e possa DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 21 OTTOBRE 2010 N. 236 danneggiarne la salute fisica o psicologica e lo sviluppo mentale, spirituale, morale o sociale. Dunque un fenomeno che vede coinvolta anche questa categoria. Ma arrivo a toccare la tematica del coinvolgimento anche degli adolescenti da questo fenomeno dilagante di un uso, in qualche modo, spregiudicato, di un tipo di messaggio stereotipato, omologante che si fonda sull'immagine del corpo, dell'individuo, non solo femminile, io questo ci tengo a precisarlo, dell'individuo vissuto come unico valore dell'individuo e si tratta degli adolescenti. Gli adolescenti nel caso di questa categoria è la rappresentazione dell'ideale corporeo secondo questa visione stereotipata e omologante, può influire, secondo alcune ricerche scientifiche, sull'autostima soprattutto delle donne, soprattutto dei soggetti deboli e in particolar modo degli adolescenti, di quanto sono sottoposti al rischio di disordine alimentare, di anoressia e di bulimia. Qui alludo a un tipo di messaggio che veicola un'imrnagine di eccessiva magrezza e che si dà, in un certo qual modo, per sottintesa, perché le immagini che si vedono sui giornali, insomma quando si parla di immagini omologanti si tratta di omologazione che va in questa direzione. Pertanto nel dispositivo si è ritenuto opportuno condannare questo tipo di messaggi chiedendo quindi delle serie di passaggi, chiedendo all'ufficio di Presidenza delle Parti Opportunità e alla Giunta Provinciale, di aderire, come hanno già fatto, d'altronde, altre Amministrazioni, al Protocollo sulla pubblicità sessista, ma questo solo come un primo passo, non tanto simbolico ma direi concreto, su un percorso complessivo che è volto a promuovere una cultura di genere che è ovviamente scevra da questo tipo di messaggi veicolati dai mass media. Si è ritenuto inoltre opportuno adoperarsi affinché nei mezzi di comunicazione si affermino dei messaggi che si allontanino da questo tipo di stereotipi omologanti, Chiedendo alla Giunta Provinciale di sollecitare il Parlamento, ovviamente affinché la pubblicità sui media sia disciplinata da norme sia etiche che giuridiche vincolanti e dai codici di condotta che proibiscano una pubblicità o dei messaggi discriminatori e degradanti basati su stereotipi di genere. E questo devo dire, questo tipo di richiesta viene avvalorata anche dall'evidenziare che nel nostro paese non esiste, contrariamente a quanto avviene in Francia, una commissione specifica che verifica l'opportunità di veicolare sui mass media questo tipo di messaggi e all'occorrenza, laddove essi stessi siano eccessivi di censura. Infine si chiede di attuare questa, di mettere in campo alla Giunta iniziative concrete, con ricadute sul territorio, inserendo nei piani dell'offerta formativa delle suole di competenza dell'amministrazione, delle campagne di sensibilizzazione contro una visione a sfondo sessista o le immagini degradanti della donna, dell'uomo e del bambino veicolati dai mass media, dalla pubblicità e dal marketing. Si chiede anche di inserire nei Piani dell'offerta formativa delle campagne di informazione che tocchino queste tematiche così importanti quali quelle rappresentate dalle conseguenze estreme che queste omologazioni ai modelli soprattutto femminili proposti dai mass media possono indurre, E allude con questi ai temi quali l'anoressia e la bulimia che come evidenziava il Ministro alle Pari Opportunità Carfagna sono in crescita preoccupante nel nostro paese. Una crescita preoccupante che, per altro, li vede come un fattore ad elevata mortalità nei paesi occidentali e come primo fattore di mortalità appartenenti alle malattie di ordine psicologico. Chiedo quindi alla Giunta Provinciale di raccordarsi con le associazioni locali e nazionali che opera con progetti attivi di promozione e di prevenzione alla salute nelle scuole, per attivare anche nelle scuole del territorio azioni di supporto che siano rivolto non solo agli studenti stessi ma anche ai genitori e alle famiglie affinché possano partire convegni a tema, campagne educative, momenti di discussione, di incontro e di confronto e anche fino alla divulgazione di materiale informativo sulle tematiche di cui sopra, sono evidentemente quelle legate ai temi della salute, quindi anoressia e bulimia e, che verranno e dovranno essere affrontate nelle scuole di competenza della Provincia." 11 Presidente così interviene: "Grazie Consigliera Vicinelli per la sua illustrazione. L'argomento verrà portato nel prossimo consiglio all'approvazione." L,a pubblicità sessista che trova sempre più ampia diffusione nel marlteting e attraverso tutti i mezzi di comunicazione - è qualsiasi pubblicità che rappresenta un individuo (di genere femminile o maschile, adulto o bambino) in modo stereotipato e in base alla propria identità sessuale: suddetta rappresentazione avviene sulla base della visione che ha dell'individuo stesso l'immaginario comune e del ruolo prestabilito e caricaturale in base al genere assegnatogli dagli stereotipi sessisti. Secondo quanto espresso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali "la pubblicità, servendosi dei media quali suoi veicoli, si rivela nel mondo contemporaneo forza pervasiva e potente che influisce sulla mentalità e il comportamento" e "influisce profondamente su come la gente vede la vita, il mondo e se stessa, specie per quanto riguarda i suoi valori e i suoi criteri di giudizio e di comportamento". Attualmente la pubblicità sessista è regolata dall'art.10 del codice di Autodisciplina pubblicitaria stabilendo che «La pubblicità non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. La pubblicità deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni)). La pubblicità che presenta stereotipi di genere, come dichiarato anche dalla europarlamentare Svensson, "limita le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi e rinchiude gli individui in ruoli prestabiliti, artificiali e spesso umilianti" ; suddetti stereotipi inoltre, "hanno un enorme effetto potenziale sugli sforzi di rendere la società più uguale fra uomo e donna". OSSERVATO CHE Così come dichiarato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali "Troppo di frequente la pubblicità tende a configurare in modo odioso certi gruppi, ponendoli in condizioni di svantaggio rispetto agli altri. Ciò vale spesso per la maniera in cui la pubblicità tratta le donne; il loro sfruttamento nella pubblicità è un abuso frequente e deplorevole". I rapporti tra modelli femminili e società, ed in particolare l'immagine del corpo femminile vissuto come unico valore della donna riflette una regressione sociale e culturale ed una progressiva decadenza dei valori e delle conquiste delle donne, con conseguente omologazione dei modelli femminili da parte dei massmedia. Come dichiarato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la pubblicità sessista costituisce non solo "IJno stile di comunicazione che offende le donne nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico" e che "può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi": fra le più importanti conseguenze dei messaggi sessisti trasmessi da pubblicità e televisione, vi sono il costituire un ostacolo al percorso delle donne nella società volto a realizzare le pari opportunità creando un humils culturale fertile dove possono attecchire comportainenti improntati alla violenza nei confronti delle donne stesse. Come ricorda ancora la eurodeputata svedese il ruolo che la pubblicità affida alla donna e all'uomo "si riflette spesso in altri contesti e ciò vale soprattutto per le giovani generazioni, che vedono fortemente influenzate le proprie scelte di istruzione e carriera". Assimilando i messaggi veicolati dai media proponenti l'ideale corporeo come unico valore dell'individuo EVIDENZIATO ANCHE Come rilevato con estrema preoccupazione dal P. E., la stampa, la televisione e internet contribuiscono a rafforzare la visione stereotipata dell'individuo, rendendo messaggi sessisti e ad esplicito contenuto sessuale "visibili ed accessibili ai minori". Che la pubblicità, avendo un forte carattere persuasivo, influisce sulla possibilità di creare nei bambini una visione stereotipata di sé e dell'altro sesso "con potenziali ripercussioni sulla socializzazione di genere e, di conseguenza, sul modo in cui i bambini vedono se stessi, i propri familiari e il mondo esterno". gli stereotipi sessisti producono effetti anche sui bambini traducendosi in un messaggio che ostacola la libertà di autodeterminazione e causa della presenza di comportamenti discriminatori e sessisti tra bambini stessi CONSIDERATO ALTRESI Che il fenomeno della mercificazione del corpo coinvolge in maniera diretta anche gli stessi bambini in deroga all'Articolo 32 della Convenzione ONU per i diritti dell'infanzia recita che per sfmttamento del lavoro minorile si intende ((qualsiasi forma di lavoro compiuto da bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni che interferisca negativamente con la loro educazione e possa danneggiarne la salute fisica o psicologica e lo sviluppo mentale, spirituale, morale o sociale)). - Che secondo le ultime ricerche svolte sulle pubblicità rivolte ai bambini e ai genitori (Emma Rush e Andrea La Nauze, "Corporate Paedophi1ia"e "Letting Children Be Children, Australian Institute) è emerso che persino le stesse immagini infantili sono erotizzate, per lo più a danno di femmine. Che sempre secondo suddetto studio si sta diffondendo la tendenza a persuadere i bambini prima che questi siano in grado di comprendere il significato dei messaggi pubblicitari: che suddetta tendenza può essere assimilata ad un vero e proprio sfmttamento del corpo infantile da parte dell'adulto al fine di trame vantaggi economici. RILEVATO ANCHE - Che lo stesso Parlamento Europeo ha osservato che la rappresentazione dell'ideale corporeo secondo una visione stereotipata e omologante nella pubblicità, nel marketing e in generale presente in tutti i mezzi di comunicazione, può influire negativamente sull'autostima delle donne e degli uomini", e in particolare delle adolescenti e di quante sono esposte al rischio di disordini alimentari, come 1'Anoressia e la Bulimia. Che, secondo i dati presentati dalla Sisdca, (Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare) relativi alle nuove statistiche su anoressia e bulimia nervosa ((1disturbi del comportamento alimentare sono patologie gravi, invalidanti e con elevato indice di mortalità (del 10% a dieci anni dall'esordio e del 20% a venti anni): come sottolineato anche dal Ministro delle Pari Opportunità esse rappresentano la prima causa di morte per malattia tra le giovani italiane di età compresa tra i 12 e i 25 anni, che vede ogni anno 6-7 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, costituendo un vero allarme socio-sanitario che colpisce oggi circa 150/200mila donne. RITIENE OPPORTUNO - condannare i messaggi che ledono la dignità umana e che contengono stereotipi di genere veicolati dai mass media, da Internet e dalle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione (Ict) e dalla pubblicità trasmessa dai vari tipi di media. - Adoperarsi affinché, nei mezzi di comunicazione si affermino messaggi pubblicitari e nonche si allontanano maggiormente dagli stereotipi sessisti "per dare un'immagine positiva e valorizzante delle donne, degli uomini e dei rapporti fra i due sessi". - Coadiuvare gli sforzi volti a combattere gli stereotipi di genere nei media e nella pubblicità affiancandoli a strategie e misure educative per sensibilizzare i bambini fin dall'infanzia e i giovani per sviluppare il senso critico capace di contrastare l'assimilazione passiva di una visione stereotipata e omologante di sé e dell'altro sesso. IMPEGNA PERTANTO L'Ufficio di Presidenza delle Pari Opportunità, assieme alla Giunta Provinciale, ad aderire, come molte altre Amministrazioni, al Protocollo sulla pubblicità sessista come primo passo di un percorso complessivo volto a promuovere una cultura di genere scevra da stereotipi sessisti e da immagini degradanti soprattutto della donna ma dell'individuo in generale; a far pervenire suddetto Protocollo alle Amministrazioni della nostra Regione sollecitando le stesse all'adesione La Giunta provinciale ad attivarsi affinché vengano inseriti nei Piani dell'offerta Formativa delle scuole di competenza dell'Amministrazione campagne rivolte soprattutto ai giovani affrontando nelle scuole del nostro territorio campagne di sensibilizzazione contro la visione a sfondo sessista o le immagini degradanti della donna e dell'uomo e del bambino veicolate dai mass media, nella pubblicità e nel marketing; campagne che tocchino anche le cosiddette "nuove frontiere" dell'omologazione ai modelli femminili proposti dai mass media e delle conseguenze estreme che esse possono produrre, soprattutto sulle giovani donne: anoressia e bulimia. La Giunta provinciale a raccordarsi con le associazioni locali e nazionali che operano con progetti attivi di prevenzione e promozione alla salute nelle scuole, (come ad esempio I'ABA Associazione nazionale per la ricerca sui disturbi alimentari, anoressia e bulimia) per attivare anche nelle scuole del nostro territorio azioni di supporto rivolte non solo agli alunni ma anche agli insegnanti e ai genitori; ad attivarsi al fine di organizzare convegni a tema e campagne educative a cui affiancare la divulgazione di materiale informativo sulle tematiche di cui sopra da distribuire nelle scuole di competenza della Provincia La Giunta provinciale a sollecitare il Parlamento affinché la pubblicità sui media sia disciplinata da norme etiche e10 giuridiche vincolanti e/o dai codici di condotta esistenti che proibiscono la pubblicità che trasmette messaggi discriminatori o degradanti basati sugli stereotipi di genere o che incita alla violenza. Consigliera Claudia Vicinelli DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 21 OTTOBRE 2010 N. 236 I1 presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto come segue. IL SEGRETARIO GENERALE Dott. Franco PelZicci CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE La presente deliberazione viene pubblicata al1 'Albo Pretorio on line dal ... ........... ... ... ... ........... e vi resterà per quindici giorni consecutivi ai sensi dell'art. 124 - I O comma - i? U. 267/2000, e ai sensi dell'art. 134 - 3" comma - T. U. N. 267/2000 diventerà esecutiva a seguito della decorrenza del termine di dieci giorni dalla data di pubblicazione. L'Incaricato della Segreteria Pistoia, Registrazione n.