volti e forme volti e forme - Comune di Rosignano Marittimo

LA COMUNICAZIONE
VOLTI E FORME
i 150 anni dell’unità d’Italia e la comunicazione
a cura di Giovanni Manetti
in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche sulla Comunicazione
2 - 6 AGOSTO 2011
Castiglioncello Parco del Castello Pasquini
La Limonaia – ore 18.00
MARTEDÌ 2 AGOSTO
“Enigmi d’Italia”
Stefano Bartezzaghi
La Repubblica e Università IULM di Milano
VENERDÌ 5 AGOSTO
Castello Pasquini Auditorium
“150, la gallina canta. L’unità d’italia tra
patriottismo, marketing e pubblicità”
Paolo Iabichino - Agenzia Ogilvy
MERCOLEDÌ 3 AGOSTO
“‘Intendersi gli uomini dell’intera nazione (1868). SABATO 6 AGOSTO
Premio della Comunicazione - VI edizione
Lingua e dialetti: una lunga convivenza”
in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche
Annalisa Nesi - Università di Siena
sulla Comunicazione
la vincitrice del premio Caterina Marrone
presenta il suo libro:
“I segni dell’inganno. Semiotica della
Per informazioni:
Comune di Rosignano Marittimo
crittografia” (Stampa alternativa & Graffiti)
Unità Organizzativa Attività Culturali
tel. 0586 724395 / 496
www.comune.rosignano.livorno.it
www.gaiascienza.it
Ce ne siamo accorti, dai molti e giusti festeggiamenti: siamo arrivati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Era stato un processo lungo quello dell’unificazione del territorio
nazionale, non sempre lineare e non privo di tappe di arresto e di
ambiguità (si veda, per tutte, il caso dell’eroe nazionale dell’unificazione, Garibaldi, ferito in Aspromonte da una pallottola proveniente dalle truppe del regolare esercito italiano mentre era
impegnato in un’impresa per completare il processo di unificazione). Ma ce l’abbiamo fatta. E’ lecito però chiederci che cosa,
dal punto di vista della lunga durata, permise che si arrivasse a
questo traguardo. E la risposta non può che essere che a rendere possibile già il solo pensare che il territorio dalle Alpi alla
Sicilia potesse essere unificato politicamente è un fenomeno che
possiamo ricondurre alla comunicazione. E’ infatti la lingua italiana, pur nella diversissima varietà dei suoi dialetti, a costituire
l’elemento comune tra i molti staterelli in cui era suddivisa la
penisola. Certo, è vero che tra la lingua di un bergamasco, di
un abruzzese, di un napoletano e di un siciliano dell’Ottocento
si potevano trovare ben pochi elementi di identità. Ma è anche
vero che tutti i dialetti italiani si richiamavano ad una radice comune (il latino) e che, in quanto erano espressione del linguaggio
parlato, avevano tutti come controparte -con cui dovevano pure
confrontarsi in certi contesti e a certi livelli- la lingua scritta, burocratica, o comunque colta, e quella letteraria forgiata dai tre
grandi trecentisti, evolutasi in una ideale forma (non del tutto
priva di variazioni), ma che poteva appunto ben fungere da collante di unità nazionale. Di questi ed altri temi parlerà Annalisa
Nesi, una tra le più importanti studiose del rapporto tra lingua e
dialetti in Italia.
Ma che cosa succede nei 150 anni succesivi all’Unità? Moltissime cose; per attenerci solo a quelle che riguardano la comunicazione, il fenomeno più rilevante è la nascita e diffusione dei
moderni sistemi di comunicazione di massa. La vera unificazione
linguistica si deve in sostanza proprio alla radio e alla televisione.
Nasce con loro anche la definizione stessa di “italiano standard”,
che non è più il fiorentino o il toscano colto o la lingua dei migliori
scrittori (come molte soluzioni della questione della lingua hanno
tentato di stabilire), ma la lingua del telegiornale e del gionale
radio. Una lingua in parte astratta e certo frutto di costruzione,
improntata ai modelli dei corsi professionali di dizione organizzati dagli enti diffusori stessi, ma proposta davvero a tutti, per la
natura diffusiva dei mezzi di comunicazione di massa. E sempre
attraverso i mezzi di comunicazione di massa arriva, tra i tanti,
- Livorno
un altro fenomeno che ha l’effetto di creare -non più o non tanto- una lingua comune, quanto una comune enciclopedia. Con
i suoi tratti divertenti, con i suoi giochi di parole, con le spesso
strampalate situazioni incastonate in un breve e normalmente
imprevedibile tessuto narrativo, la pubblicità, soprattutto quella
televisiva, crea una sorta di competenza paraculturale comune,
per cui non c’è chi non conosca (a seconda naturalmente dell’età
dei pubblici) Carmensita o Kalimero, gli slogan “Ava come lava”
o “Chi vespa mangia le mele” (per i meno giovani), le storie romantiche e seduttive degli spot Levi’s o quelle intimistiche, ma
di grande fascino, della Barilla (per quelli di età intermedia), le
vicende della famiglia Totti o quelle di Bonolis nel paradiso fittizio della Lavazza (per il periodo attuale). Della pubblicità oggi,
della sua evoluzione nei centocinquanta anni dell’Unità, dei suoi
sviluppi futuri parlerà il pubblicitario Paolo Iabichino, uno dei più
importanti pubblicitari italiani, convinto che oggi la pubblicità non
abbia più bisogno di un target, ma di un interlocutore con il quale marche e prodotti devono mettersi in relazione, superando la
logica del bisogno per sposare l’etica del servizio. Ma torniamo
all’Ottocento. L’Ottocento è stato il secolo del Risorgimento e
dell’Unità d’Italia; ma, su scala di rilevanza storica assai inferiore,
è stato anche il secolo in cui è stata inventata l’enigmistica. Le
prime sciarade, i primi rebus, i primi logogrifi dati a stampa e
offerti al divertimento del lettore borghese furono il modo per
festeggiare la lingua comune.
Essendo oltretutto il Risorgimento un evento caratterizzato anche
da cospirazioni e società segrete i procedimenti criptici dell’enigmistica parevano alludere anche ai gerghi e ai linguaggi furbeschi con cui si trasmettevano i segreti. Farne un gioco poteva
essere allora un modo per riposarsi dalle fatiche e dai rischi della
Storia. Sono questi gli aspetti che verranno illustrati da Stefano
Bartezzaghi, uno dei massimi esperti di enigmistica in Italia.
Il ciclo si concluderà con la conferenza di Caterina Marrone, vincitrice del “Premio della Comunicazione Castiglioncello 2011” con
il libro I segni dell’inganno. Semiotica della crittografia. L’autrice
illustrerà i temi principali del suo lavoro, mettendo in risalto l’affascinante storia delle scritture segrete dalle antiche narrazioni di
Erodoto e Plutarco fino al Cilindro di Thomas Jefferson e ad Alan
Turing e alla macchina Enigma. Tra i temi del libro anche i codici cifrati rinascimentali, Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci,
Athanasius Kircher, le scritture universali dell’età dell’Illuminismo, gli anagrammi di Ferdinand de Saussure. Infine le relazioni
tra scritture segrete, la Cabala e le scienze dell’occulto.
LA COMUNICAZIONE
VOLTI
E FORME
i 150 anni dell’unità d’Italia
e la comunicazione
a cura di Giovanni Manetti
in collaborazione con il Centro Studi
e Ricerche sulla Comunicazione
2 - 6 AGOSTO 2011
Castiglioncello
Parco del Castello Pasquini
La Limonaia – ore 18.00
Stefano Bartezzaghi, viene da una famiglia di enigmisti: il padre, Piero, era un famoso autore di parole crociate (le più difficili della sequenza
presentata dalla “Settimana enigmistica). Si è laureato al DAMS all’Università di Bologna con Umberto Eco. Ha incominciato a tenere rubriche
di giochi verbali nel 1987 con i lettori dapprima de la Stampa e poi,
dal 2000, a collaborare con il quotidiano La Repubblica, per il quale
pubblica le rubriche “Lessico e Nuvole” (www.repubblica.it/rubriche/
lessicoenuvole/), “Lapsus”, “Borsa Titoli”. Collabora anche come critico televisivo del settimanale l’Espresso. Insegna Semiotica dell’enigma
allo Iulm di Milano; ha trattato nei suoi ultimi libri del gioco nelle sue
innumerevoli relazioni con temi quali la creatività, il linguaggio, la fantasticheria, l’arte. Tra le sue pubblicazioni: Come risolvere facilmente i
giochi enigmistici in versi (De Vecchi,1984); Come risolvere i cruciverba
(De Vecchi, 1985); Accavallavacca (Bompiani, 1992); Anno Sabbatico
(Bompiani, 1995); Sfiga all’OK Corral (Einaudi, 1998); Lezioni di enigmistica (Einaudi, 2001); Incontri con la Sfinge (Einaudi, 2004); Non ne
ho la più squallida idea (Mondadori, 2006); La posta in gioco (Einaudi,
2007); L’orizzonte verticale (Einaudi, 2007); L’elmo di Don Chisciotte
(Laterza, 2009); Il libro dei giochi per le vacanze (Mondadori, 2009);
Scrittori giocatori (Einaudi, 2010); Non se ne può più. Il libro dei tormentoni (Mondadori, 2010); Sedia a sdraio (Salani, 2011).
Paolo Iabichino è direttore creativo in Ogilvy. In pubblicità dal 1990, è
passato dall’advertising tradizionale alla comunicazione relazionale, incontrando qui la giusta dimensione di uno scrivere più attento al destinatario. Con il suo team gestisce campagne e strategie di comunicazione
per importanti marche italiane e internazionali. Docente di un master post
laurea di advertising presso la Scuola Politecnica di Design di Milano, è tra
gli autori di un saggio a più voci pubblicato da Sperling & Kupfer e intitolato La Magia della Scrittura ed è ancora presente con un intervento sulla
scrittura in rete all’interno della ristampa di Business Writing, curato da
Alessandro Lucchini ed edito da Sperling & Kupfer. Sempre con Lucchini
e Sperling ha partecipato al saggio Il Linguaggio della Salute, scrivendo
un capitolo dedicato alla comunicazione pubblicitaria nel settore della sanità. Insieme agli studenti della Scuola Politecnica di Design ha ideato
Invad, una provocatoria riflessione fantapubblicitaria che mette in mostra
le improbabili invasioni dell’advertising alla ricerca sfrenata di nuovi spazi
(www.invad.it). Collaboratore di Nòva24 de Il Sole 24 Ore, Paolo Iabichino
è anche autore di Invertising, un saggio edito da Guerini & Associati che
analizza le trasformazioni in atto nel mondo dell’advertising. È tra i docenti
della Palestra della Scrittura ed è spesso chiamato all’interno di master,
eventi, seminari e workshop che affrontano le evoluzioni nell’ambito della
pubblicità, dei media e della comunicazione in genere.
(www.invertising.it/paolo-iabichino/)
Annalisa Nesi è professore ordinario di Linguistica italiana presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena. Ha insegnato anche Dialettologia
italiana e Grammatica italiana. E’ Presidente del Corso di laurea magistrale in Filologia moderna a Siena. E’ membro: del Comitato Italiano
per l’Atlas Linguistique Roman (ALIR), Université Stendhal Grenoble; del
Consiglio Scientifico del Centro di Linguistica Storica e Teorica. Italiano, Lingue Europee, Lingue Orientali (CLIEO) - Università di Firenze; del
Comitato Scientifico del Centro Interuniversitario di Geoparemiologia
(CIG) - Università di Firenze; per l’area corsa del Comitato scientifico
del “Bollettino dell’Atlante Linguistico degli Antichi Volgari Italiani” (BALAVI). Responsabile per la Corsica dello Schedario “Rivista di Dialettologia Italiana” (RID), Membro del Comitato Esecutivo della “Società di
Linguistica Italiana” (SLI). Rappresentante del Dipartimento di Filologia
e critica della letteratura nel Consiglio del Centro Interdipartimentale di
Studi Fabrizio De André. Tra i suoi interessi: Italiano e dialetto in Toscana. In quest’ambito si segnala l’interesse per i dialetti dell’Arcipelago e
per le dinamiche dell’italiano di Toscana e, quanto alla lingua letteraria
di scrittori toscani, l’attenzione alla produzione di Lorenzo Viani; tendenze dell’italiano contemporaneo di comunicazione, parlato e scritto, con
attenzione al lessico tecnico e alla neologia. Tra le sue pubblicazioni:
Discorsi di lingua e letteratura italiana per Teresa Poggi Salani (con N.
Maraschio, a cura di), Pisa, Pacini, 2008.
Giovanni Manetti è ordinario di Semiotica presso il corso di Laurea in
Scienze della comunicazione l’Università di Siena. Insegna anche Teorie
del segno al Corso di Laurea Magistrale in Linguistica e comunicazione
persuasiva, Tecnologie e Scienze cognitive. Ha coordinato per vari anni la
sezione di Semiotica e comunicazione simbolica del Dottorato “L’interpretazione”. Presidente dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici dal 1999
al 2003. Presidente del Master in Comunicazione d’impresa, Università
di Siena. Direttore del Centro Studi e Ricerche sulla comunicazione di
Castiglioncello. Condirettore (con S. Gensini) della rivista Blityri. Condirettore (con A. Fabris) della collana editoriale “Comunicazione e oltre” per
i tipi della casa editrice ETS di Pisa. Tiene la rubrica fissa di pubblicità
sulla rivista Nuovo Consumo. E’ autore dei volumi Comunicazione (con
A. Fabris), Brescia, La Scuola; L’enunciazione. Dalla svolta comunicativa
ai nuovi media (Milano, Mondadori Università, 2008); Specchio delle mie
brame. 12 anni di spot pubblicitari (Pisa, ETS, 2006); Le teorie del segno
nell’antichità classica (Milano, Bompiani, 1987); Sport e giochi nell’antichità classica (Milano, Mondadori, 1988); L’analisi del discorso (Roma,
L’Espresso Strumenti, 1979, con P. Violi); La grammatica dell’arguzia (Milano, Bompiani, 1977 con P. Violi); Animali, angeli, macchine. Come comunicano e come pensano (a cura, con A. Prato, Pisa, ETS, 2007); L’identità
turistica on line in Toscana e il caso “Costa degli Etruschi” (a cura, Pisa,
ETS 2006). (www.giovannimanetti.it)