Le pietre ei cittadini

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CORSO DI AGGIORNAMENTO
“LE PIETRE E I CITTADINI”
2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docente Marina La Barbera
Tel.339/4101836
Email [email protected]
Scuola/Istituto: Istituto tecnico per il Turismo Marco Polo.
Via Ugo La Malfa 113 Città Palermo CAP.90146 Prov PA Tel.091/6886878
Fax 091/6886792 e-mail [email protected]
Denominazione e localizzazione del monumento
Chiesa di Santa Maria della Catena, Piazzetta della Dogana, Palermo
Le motivazioni della scelta
La chiesa, oltre a rappresentare uno dei più importanti edifici del gotico catalano siciliano, è di particolare
rilevanza in quanto intesse molteplici rapporti con diversi ambiti urbani che, nel corso della storia, non
sempre sono stati definiti nei loro confini ma spesso sovrapposti.
Breve descrizione
L’attuale chiesa, iniziata tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, fu edificata al posto di una precedente
cappella votiva. Nel monumento si intrecciano elementi appartenenti a tre diverse culture artistiche che, tra
la fine del ‘400 e la prima metà del ‘500, hanno caratterizzato l’architettura palermitana: la tradizione
culturale normanno-sveva, quella tardo gotica di derivazione spagnola e quella rinascimentale proveniente
dalla penisola italiana. La configurazione volumetrica esterna è preceduta da un’elegante loggia a tre archi
policentrici- il cui uso è di derivazione gotico-catalana - serrati da pilastri angolari, sulla sommità di una scala
resasi necessaria quando il piano stradale fu ribassato nel 1581. Sulla loggia si aprono i tre portali d’ingresso
attribuiti a Vincenzo Gagini.. La pianta a tre navate con cappelle laterali si allarga in un doppio transetto
concluso da tre absidi poligonali, inquadrate da archi acuti e un doppio ordine di colonne. La copertura è con
volte a crociera. L’edificio presenta un paramento murario a conci squadrati, ritmato da pilastrini appena
aggettanti, che unifica il corpo delle navate con quello quadrato del santuario. Il coronamento delle absidi
poligonali è arricchito da formelle traforate. L’interno presenta una tripartizione in navate con doppio
transetto e absidi. Le navate sono divise da slanciate colonne e archi policentrici e una copertura a volta,
costolonata a crociera sulla navata centrale, stellare nel tiburio, ad ombrello nelle absidi. Entrando sulla
destra troviamo una prima cappella dedicata a S. Brigida con affreschi attribuiti ad Olivio Sozzi; vi è poi una
cappella dedicata alla Madonna della Catena, nella quale un restauro del 1993 ha riportato alla luce, sotto
un dipinto cinquecentesco, una Madonna del XIV secolo; vi è poi una terza cappella dove si trova una
Madonna in trono con angeli proveniente dalla Chiesa di S. Nicolò alla kalsa e una quarta cappella a destra
con una tela della Natività. Sul lato destro del coro vi è la cappella di San Giuseppe e su quello sinistro
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quella del Crocifisso. Sulla navata sinistra vi erano delle cappelle che hanno subito ingenti danni in seguito
alla guerra. Nella chiesa si trovano targhe marmoree, fregi, statue e monumenti funebri.
Contesto territoriale
La chiesa di S. Maria della Catena si trova nel centro storico di Palermo presso il margine nord-orientale
della città storica, dove il mare lambisce il fronte urbano e si insinua nell’antico porto della Cala. La chiesa è,
quindi, in posizione chiave rispetto alla quinta edilizia della Cala, costituendo uno dei due elementi di
chiusura dell’emiciclo in contrapposizione al Castellammare. La sua posizione la lega alla vivacità del porto
ma anche a piazza Marina, a cui il portico si rivolge a causa dell’orientamento dell’edificio. Rientra
nell’edilizia prospiciente il Cassaro e partecipa, anche se in minor misura, della passeggiata del foro
Umberto I.
Notizie storiche
Il primo documento che attesta l’esistenza della chiesa è datato 1330. Il titolo della Chiesa è duplice: S.
Maria della Catena fa riferimento ad una catena che chiudeva il porto e che esisteva ancora nel XIV secolo
perché vi è testimonianza che nel 1325 fosse rotta da Ludovico duca di Calabria figlio di Roberto re di
Napoli. Come scrive Gaspare Palermo era attaccata dalla parte destra ad una chiesetta. La denominazione
di Madonna delle Grazie è legata, probabilmente, al miracolo diffusamente ricordato dalle fonti secondo il
quale tre condannati a morte, rifugiatisi nella chiesetta a causa di un temporale, implorando l’aiuto della
Madonna, furono liberati dalle catene e, in seguito, graziati da re Martino.
L’attuale chiesa, iniziata tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo sul sito della precedente chiesetta,
è stata progettata da Matteo Carnilivari che ne seguì la costruzione per un breve periodo; alla sua morte la
direzione dei lavori passò ai maestri Scaglione e Belguardo, attivi nelle chiese di S. Francesco e S. Maria in
Portosalvo. La nuova chiesa era retta dalla Congregazione di S. Maria della Catena che era stata costituita
subito dopo il miracolo per iniziativa del patriziato locale al fine di amministrare le rendite della chiesa .Nel
1602 la chiesa venne concessa ai Teatini e , in aderenza ai lati orientale e meridionale, fu annessa la casa
per il noviziato realizzata con il contributo del Senato oggi sede dell’Archivio di Stato. Con il loro intervento
l’interno della chiesa fu profondamente modificato arricchendosi di decorazioni barocche. Nel 1745 la chiesa
venne ricoperta da stucchi, le volte furono affrescate da Olivio Sozzi e si distrusse la volta a crociera
centrale. Nel 1817 la chiesa ricevette il titolo parrocchiale dalla chiesa di San Nicolò alla Kalsa danneggiata
per gravi danni strutturali e che venne demolita in seguito al terremoto del 1823. Tra il 1844 e il 1886
vennero portati a termine, sotto la direzione del Patricolo, i lavori di liberazione dell’edificio dalle decorazioni
barocche. Passato l’ufficio parrocchiale di San Nicolò nella vicina chiesa della Pietà, S. Maria della Catena
riprese il titolo originario e fu aperta al culto sotto la guida di un rettore.
Sistema viario e piazze nella storia ed oggi
La suddivisione seicentesca della città in quattro Mandamenti vedrebbe inserita la chiesa di S. Maria della
Catena nel Mandamento di Castellammare, tuttavia, poiché la chiesa si trova all’estremo limite orientale di
questo “quarto urbano” sembra quasi isolata. In realtà l’edificio è legato sia alla vitalità del porto sia alla
vicina piazza Marina e al foro Umberto I. Alla fine del XV secolo furono realizzati importanti interventi
urbanistici: il concepimento della via Porta di Termini (ora via Garibaldi) caratterizzata da un tracciato ed
un’ampiezza regolari confermato dalla costruzione di Palazzo Ajutamicristo ad opera di Matteo Carnalivari,
l’allineamento di via Alloro con la costruzione di Palazzo Abatellis, anch’esso opera del Carnalivari e della
chiesa della Gancia, la sistemazione di via della Vetriera perpendicolare alla via Alloro. La Cala si
caratterizzava sempre più come un importante centro di smistamento delle merci verso l’entroterra. Nel 1581
le opere per il prolungamento del Cassaro furono portate a compimento. La diretta conseguenza di questa
operazione fu la negazione del continuum spaziale del Piano della Marina; la chiesa della Catena rimase
separata dal Piano della Marina e in posizione molto più alta a causa dell’abbassamento del livello stradale.
Tra la fine del XIX secolo ulteriori interventi urbanistici modificarono il rapporto tra il mare e il contesto di
piazza della Dogana stravolgendo definitivamente il senso del raccolto “interno urbano” che era la piazza.
L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati, ...)
I quartieri gravitanti intorno alla chiesa della Catena racchiudono una popolazione molto diversificata in
continuo cambiamento. La chiesa si presenta come punto di confluenza del quartiere della Kalsa e di quello
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della Vucciria. Rispetto ai decenni passati si è assistito, negli ultimi anni, a fenomeni di convivenza sociale
tra giovani studenti impegnati in attività di volontariato a favore di bambini e ragazzi e famiglie di immigrati e
di nomadi. Si sta, inoltre, configurando una significativa presenza di persone appartenenti a ceti sociali e
culturali medio-alti risiedenti in appartamenti ristrutturati, spesso ricavati all’interno di palazzi nobiliari. Il
territorio è, inoltre, vivacissimo grazie alla presenza di uffici pubblici, scuole, la sede del rettorato
dell’Università, del vicino loggiato di San Bartolomeo, spesso destinato all’allestimento di mostre. A tutto
questo ha contribuito la rivitalizzazione di Piazza Marina dove troviamo il Teatro Libero e numerosi ristoranti
e locali, e la riqualificazione e pedonalizzazione della Cala anch’essa ricca di locali.
I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico).
Nel XVI secolo l’area intorno al porto e al Piano della Marina venne decorata con ampie logge destinate
prevalentemente alle contrattazioni pubbliche. Anche la chiesa di S. Maria della Catena presenta una loggia
che non aveva una funzione specificamente sacra ma fungeva da luogo aperto per trattare le vicende del
quartiere. Vi era, quindi, un rapporto continuo tra la città e la chiesa. In seguito agli interventi di
prolungamento del Cassaro e alla concessione della chiesa ai padri Teatini nel 1602 la chiesa perse il
contatto con la comunità. Il valore ambientale urbano della chiesa si modifica, quindi, nel corso dei secoli,
l’apertura della piazza della Dogana con l’abbattimento delle Mura della Lupa, l’apertura della strada tra il
complesso teatino e l’isolato dell’Ospedale di S. Bartolomeo e l’inizio della liberazione delle absidi della
chiesa della Catena portarono alla monumentalizzazione e all’isolamento dell’edificio e al conseguente
annullamento delle sedimentazioni storiche dell’ambiente circostante. Tuttavia questo ha portato l’edificio ad
un rapporto maggiore con il mare intensificatosi con i recenti lavori di riqualificazione e pedonalizzazione
della Cala.
Modificazioni dell’edificio nella storia
Nel 1745 la chiesa della Catena viene ricoperta da stucchi, le volte vengono affrescate da Olivio Sozzi e
viene distrutta la volta a crociera centrale. Nel 1844 sotto la direzione di Giuseppe Patricolo vengono
scrostati gli stucchi settecenteschi in due cappelle. Nel 1845 viene costruita l’attuale gradinata poligonale in
sostituzione della vecchia a due rampe e viene demolito il portico laterale. Nel 1885, sempre sotto la
direzione del Patricolo viene scrostata la zona del presbiterio e delle absidi; nel 1886 vengono conclusi tutti i
lavori di liberazione. Nel 1946 viene sostituita una colonna del portico, nel 1955 viene ricostruita la volta a
crociera centrale, nel 1957 viene demolita la scala dell’Archivio di Stato addossata alle absidi. Nel 1960
vengono collocate vetrate artistiche composte da rulli di Murano.
I rischi di alterazione
I rischi di alterazione maggiore riguardano il patrimonio artistico contenuto all’interno della chiesa a causa
della forte umidità data dalla vicinanza al mare.
Fonti e documentazione di riferimento
G. Palermo, Guida istruttiva per potersi conoscere con facilità tanto dal Siciliano, che dal Forestiere, tutte le
magnificenze e gli oggetti degni di osservazione della città di Palermo, Palermo 1806.
G. Bellafiore, Palermo. Guida della città e dintorni, Palermo 1980.
G. Bellafiore, Architettura in Sicilia (1415-1535), Palermo 1984.
A.Chirco, Palermo la città ritrovata, Palermo 1996
C. De Seta-M.A.Spadaro- S. Troisi, Palermo città d’arte. Guida illustrata ai monumenti di Palermo e
Monreale, Palermo 1999.
V. Viola-D.Leonte-M.Genova-C.Scordato-M.Messina-G.Travagliato-C.Torcivia-R.Alcoy-L.Buttà, Santa Maria
della Catena. La chiesa dalla fabbrica alla suppellettile, Abadir,San Martino delle Scale 2003.
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A. Chirco, Guida di Palermo per itinerari storici, Palermo 2015
www.palermodintorni.blogspot.it
www.blogsicilia.it 25 luglio 2012
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Tra il 2012 e il 2014 sono stati effettuati dei restauri riguardanti le cappelle della Madonna della Catena e di
S. Brigida. I lavori sono stati effettuati grazie ad un finanziamento dell’associazione “Amici dei Musei
Siciliani” presieduta da Bernardo Tortorici di Raffadali incaricata della gestione della Chiesa. Il restauro è
stato diretto ed eseguito da Mauro Sebastianelli, consulente per la conservazione e il restauro della Diocesi
di Palermo, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza dei BB.CC.AA di Palermo. I fondi necessari per
sostenere le spese sono stati ricavati dagli incassi ottenuti con l’apertura della chiesa al pubblico in un
progetto più ampio di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico siciliano.
SI ALLEGANO:
N° 8 IMMAGINI, N° …. GRAFICI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione 1-4 Mb)
Luogo e data Palermo, 20/02/2016.........................................................
Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento
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