DIOCESI DI VICENZA UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI MARIA, AURORA DELLA REDENZIONE VEGLIA DI PREGHIERA E DI MEDITAZIONE PER CATECHISTE/I NEL TEMPO DI AVVENTO AVVENTO 2013 1 NOTE ORGANIZZATIVE MATERIALE DA PREPARARE: un’icona della Madonna, il Lezionario, due candele, un cestino in vimini, tanti bigliettini quante sono le/i catechiste/i, con sopra scritto un impegno da vivere durante il tempo di Avvento, il libro dei canti liturgici. Prima dell’inizio della Veglia, a ciascuno dei presenti viene consegnato un lumino che alla fine della preghiera deporrà acceso davanti all’immagine della Madonna. LEGENDA C. Celebrante G. Guida L. Lettore T. Tutti La Veglia d’Avvento può essere organizzata a livello parrocchiale, vicariale o zonale, invitando a partecipare le/i catechiste/i e gli operatori pastorali. È opportuno che ogni anno si cambi parrocchia, se la Veglia viene fatta nel Vicariato e in una zona della Diocesi. È cosa buona che la Veglia sia presieduta dal delegato vicariale per la catechesi o dal parroco della chiesa in cui si svolge. Si possono modificare, aggiungere o accorciare, adattare creativamente alcune parti della Veglia, purché rimanga la sostanza e il discorso scorra in maniera logica. Si consiglia, inoltre, di rispettare la pausa di riflessione, di silenzio e di contemplazione, di proporre qualche altro canto o di riservare dei momenti per brani musicali o di organo. In copertina: Battista da Vicenza (1423 ca.), Madonna del Magnificat, Penitenzieria, Basilica di Monte Berico ‐ Vicenza 2 La Veglia si articola in due parti: nella prima sezione rifletteremo su MARIA PEREGRINANTE NELLA FEDE, DONNA DEL GRANDE SÍ A DIO, mentre nella seconda contempleremo L’INCARNAZIONE DEL VERBO NEL SENO DELLA VERGINE MADRE. C. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. C. II mistero del Figlio di Dio che sta per rinnovarsi nell’Anno della Fede da poco concluso e all’insegna della “Lumen fidei”, sia pegno di pace per l’intera umanità, grazia per la Chiesa universale, speranza per gli sfiduciati, luce per chi cerca la Verità e gioia per tutti voi. T. E con il tuo spirito. PRIMA PARTE: MARIA, DONNA DEL SÌ C. Preghiamo Signore, all’annuncio dell’angelo la Vergine accolse nella fede la tua Parola e, per l’azione misteriosa dello Spirito Santo, concepì e con ineffabile amore portò in grembo il primogenito dell’umanità nuova. Per sua intercessione concedi al tuo popolo, che la onora come vera Madre di Dio, di godere sempre della sua vicinanza tenera e materna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, e vive e regna nei secoli dei secoli. T. Amen. CANTO: Giovane donna (Mentre si esegue il canto una catechista porta accanto all’altare un’immagine della Madonna con un omaggio floreale; un’altra catechista porta all’ambone il Lezionario perché venga intronizzato. Contemporaneamente due catechiste, con una candela accesa, accompagnano chi regge il testo sacro). Giovane donna, attesa dell’umanità, un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui, vicino a te, voce e silenzio, annuncio di novità! Rit. Ave, Maria, ave, Maria. Dio t’ha prescelta qual madre piena di bellezza, ed il suo amore t’avvolgerà con la sua ombra. Grembo per Dio venuto sulla terra, Tu sarai Madre di un uomo nuovo. Rit. Ecco l’ancella che vive della sua Parola, libero il cuore perché l’amore trovi casa. Ora l’attesa è densa di preghiera e l’Uomo nuovo è qui in mezzo a noi. Rit. 3 G. Ascoltiamo attentamente un brano tratto dal Vangelo di Luca che racconta il singolare episodio dell’Annunciazione. Nella sua scarna semplicità, esso ci lascia intravvedere la fede faticosa di Maria nel credere ad un fatto umanamente impossibile e insieme il suo abbandono fiducioso al volere di Dio. C. Dal Vangelo di Luca (Lc 1,26‐38) Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore. T. Lode a te, o Cristo. G. Nella fede, spesso difficile di Maria, si compie ciò in cui, da lungo tempo, aveva sperato il popolo d’Israele, a partire da Abramo fino all’ultimo dei profeti. Ascoltiamo un passo dell’Enciclica “Lumen fidei”. Lumen fidei n° 58: “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45) 1° L. “Nella parabola del seminatore, San Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del “terreno buono”: sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza (Lc 8,15). Nel contesto del Vangelo di Luca, la menzione del cuore integro e buono, in riferimento alla Parola ascoltata e custodita, costituisce un ritratto implicito della fede della Vergine Maria. Lo stesso evangelista ci parla della memoria di Maria, di come conservava nel cuore tutto ciò che ascoltava e vedeva, in modo che la Parola portasse frutto nella sua vita. La Madre del Signore è icona perfetta della fede, come dirà Santa Elisabetta: Beata colei che ha creduto! (Lc 1, 45). In Maria, figlia di Sion, si compie la lunga storia di fede dell’Antico Testamento, con il racconto di tante donne fedeli, a cominciare da Sara, donne che, accanto ai Patriarchi, erano il luogo in cui la promessa di Dio si compiva e la vita nuova sbocciava. Nella pienezza dei tempi, la Parola di Dio si è rivolta a Maria ed ella l’ha accolta con tutto il suo essere, nel suo cuore, perché in lei prendesse carne e nascesse come luce per gli uomini. San Giustino martire, nel suo Dialogo con Trifone, ha una bella espressione in cui dice che Maria, nell’accettare il messaggio dell’Angelo, ha concepito fede e gioia. Nella Madre di Gesù, infatti, la fede si è mostrata piena di frutto e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia che è il segno più chiaro della grandezza della fede. Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato”. 4 G. Fede e gioia, quindi, sono il frutto del Natale, fede che genera gioia, gioia che ha il prezzo della fatica della fede. Noi, tante volte, sperimentiamo la fatica del credere; conosciamo anche, almeno per alcuni istanti fortunati, la gioia che scaturisce dalla fede? Possiamo chiederci quale valenza profonda ha questo Natale per noi; lo attendiamo e lo viviamo come una tradizione, oppure costituisce il fondamento di quella vita nuova che Maria e tante altre sante donne, come afferma papa Francesco, hanno fatto sbocciare? Chi ci sta accanto, percepisce questo “mistero” di gioia, che dà senso alla nostra esistenza e ne viene contagiato? (Breve pausa di riflessione sulla Parola ascoltata) G. Recitiamo lentamente, meditandone il significato, alcune Litanie lauretane: 2° L. Santa Madre di Dio, T. Prega per noi. Madre della grazia divina, T. Prega per noi. Madre del Salvatore, T. Prega per noi. Madre della Chiesa, T. Prega per noi. Regina degli apostoli, T. Prega per noi. Causa della nostra gioia, T. Prega per noi. Sede della sapienza T. Prega per noi. Regina della famiglia, T. Prega per noi. Specchio di santità, T. Prega per noi. Consolatrice degli afflitti, T. Prega per noi. Rifugio dei peccatori, T. Prega per noi. Arca dell’alleanza, T. Prega per noi. Regina della pace, T. Prega per noi. G. Ascoltiamo, ora, come la Scrittura parla della Sapienza, nella quale i Padri della Chiesa hanno visto l’immagine di Maria, la futura Madre del Verbo. 3° L. Dal Libro del Siracide (24‐9‐15) Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità. Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata. Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d’incenso nella tenda. Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. G. Maria, identificata con la Sapienza, è il sogno di Dio Padre prima della creazione, quando l’armonia, la bellezza e l’amore regnavano ovunque sovrani. Maria è al servizio dell’amore di Dio, dei suoi progetti di misericordia. Egli l’ha rivestita di grazia e di bellezza, di eleganza e di tenerezza, proprio a somiglianza del suo Creatore. Maria è l’icona dell’umanità redenta e già in possesso di quella felicità piena cui ogni essere umano, uomo e donna anela: il possesso di Dio. 5 A Lei, ora, eleviamo tutti insieme, con cuore ardente, alcune strofe del più antico Inno composto, da un autore anonimo, in onore della Madre di Dio, l’Inno Akathistos: 1. Il più eccelso degli Angeli fu mandato dal Cielo per dir "Ave" alla Madre di Dio. Al suo incorporeo saluto vedendoti in Lei fatto uomo, Signore, in estasi stette acclamando la Madre così: Ave, per Te la gioia risplende; Ave, per Te il dolore s'estingue. Ave, salvezza di Adamo caduto; Ave, riscatto del pianto di Eva. Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto; Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli. Ave, in Te fu elevato il trono del Re; Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene. Ave, o stella che il Sole precorri; Ave, o grembo del Dio che s'incarna. Ave, per Te si rinnova il creato; Ave, per Te il Creatore è bambino. Ave, Vergine Sposa! 2. Ben sapeva Maria d'esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva: «Il tuo singolare messaggio all'anima mia incomprensibile appare: da grembo di vergine un parto predici, esclamando: Alleluia!» 3. Desiderava la Vergine di capire il mistero e al nunzio divino chiedeva: «Potrà il verginale mio seno mai dare alla luce un bambino? Dimmelo!» E Quegli riverente acclamandola disse così: Ave, Tu guida al superno consiglio; Ave, Tu prova d'arcano mistero. Ave, Tu il primo prodigio di Cristo; Ave, compendio di sue verità. Ave, o scala celeste che scese l'Eterno; Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo. Ave, dai cori degli Angeli cantato portento; Ave, dall'orde dei demoni esecrato flagello. Ave, la Luce ineffabile hai dato; Ave, Tu il «modo» a nessuno hai svelato. Ave, la scienza dei dotti trascendi; Ave, al cuor dei credenti risplendi. Ave, Vergine Sposa! 6 4°L. Dai "Discorsi" di San Sofronio, vescovo (Disc.2 per l’Annunciazione di Maria 21‐22.26 PG.87,3, 3242‐3250). Ave, piena di grazia, il Signore è con te. E che cosa potrebbe esserci di più sublime di questa gioia, o Vergine Madre? O che cosa potrebbe esserci di più eccellente di questa grazia che tu hai avuto in sorte da Dio? O che cosa si può escogitare di più gioioso e di più splendido di essa? Ogni cosa è ben lontana dalla grazia che si vede in te, ogni cosa è al di sotto della tua grazia; tutto sta al secondo posto, anche ciò che è più puro, e tutto ha uno splendore assolutamente inferiore. Il Signore è con te! E chi oserebbe gareggiare con te? Dio viene da te, e chi non ti cederebbe il passo e non ti darebbe, anzi, di buon grado il primato e la superiorità? Perciò, guardando alle tue eminenti prerogative più eccellenti di quelle di tutte le creature, grido anch’io con grandissime lodi: Ave, piena di grazia, il Signore è con te! Da te, infatti, il gaudio fu esteso non soltanto agli uomini, ma è donato anche alle virtù celesti. Veramente “benedetta tu fra le donne”, perché hai mutato in benedizione la maledizione di Eva. [….] Infatti in te, o Vergine, Dio ha posto come in un cielo purissimo e limpido la sua tenda ed esce da te come sposo dalla stanza nuziale (cfr. Sal. 18, 6) e, imitando nella sua vita la corsa del gigante, percorrerà la via che sarà la salvezza per tutti i viventi. G. Con animo gioioso e con cuore confidente, eleviamo insieme la seguente preghiera che la Chiesa ha rivolto a Maria fin dai primi secoli dell’era cristiana: T. Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, Vergine gloriosa, bella fra tutte le donne, salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore. SECONDA PARTE: L’INCARNAZIONE DEL VERBO NEL SENO DI MARIA C. Preghiamo O Dio che hai mandato dal cielo il tuo Figlio, Parola e pane di vita, nel grembo della Santa Vergine, fa’ che, sull’esempio di Maria, accogliamo il tuo Verbo fatto uomo, nell’interiore ascolto delle Scritture e nella partecipazione sempre più viva ai misteri della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. T. Amen. CANTO: Symbolum Tu sei la mia vita, altro io non ho. Tu sei la mia strada, la mia verità. Nella tua Parola io camminerò, finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai. Non avrò paura, sai, se tu sei con me: io ti prego, resta con me. 7 Credo in te, Signore, nato da Maria, figlio eterno e santo, uomo come noi. Morto per amore, vivo in mezzo a noi: una cosa sola con il Padre e con i tuoi, fino a quando, io lo so, tu ritornerai per aprirci il regno di Dio. Tu sei la mia forza, altro io non ho, tu sei la mia pace, la mia libertà. Niente nella vita ci separerà. So che la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni male tu mi libererai e nel tuo perdono vivrò. Padre della vita, noi crediamo in te: Figlio redentore, noi speriamo in te. Spirito d’amore, vieni in mezzo a noi. Tu da mille strade ci raduni in unità, e per mille strade poi, dove tu vorrai, noi saremo il seme di Dio. G. Ci poniamo, ora, in ascolto di un brano della Lettera agli Ebrei (Ebr. 12, 20‐25). 5° L. Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele. Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. G. In queste poche righe della lettera agli Ebrei, è raffigurato tutto il Paradiso: la Gerusalemme celeste. Ma possiamo anche intravvedervi l’icona di Maria: in lei, infatti, dopo l’Annunciazione, il Verbo diventa carne, in tutto simile a noi, eccetto il peccato, pur rimanendo tuttavia il Figlio di Dio a cui tutta la realtà visibile e invisibile rende onore e gloria. C. Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1‐14) In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone 8 per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Parola del Signore. T. Lode a te, o Cristo. Pausa per la riflessione e la risonanza. G. Dante ha cantato, con accenti ineffabili, la divina maternità di Maria, inducendo alla meditazione del mistero dell’Incarnazione, schiere e schiere di giovani liceali. Ascoltiamo dalla voce di una solista queste sublimi terzine del XXXIII canto del Paradiso. 5° L. Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore per lo cui caldo ne l’eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se’ a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali. 9 La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontade. CANTO: Mentre il silenzio Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a metà del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e più alto silenzio. La creazione ti grida in silenzio, la profezia da sempre ti annuncia, ma il mistero ha ora una voce, al tuo vagito il silenzio è più fondo. E pure noi facciamo silenzio, più che parole il silenzio lo canti, il cuore ascolti quest’unico verbo che ora parla con voce di uomo. A te, Gesù, meraviglia del mondo, Dio che vivi nel cuore dell’uomo, Dio nascosto in carne mortale, a te l’amore che canta in silenzio. (traduzione di David Maria Turoldo) Una catechista si porta all’altare e colloca ai suoi piedi un cestino di vimini vuoto. RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE cui segue un momento di silenzio e di meditazione. C. In questa sera di Avvento, nel clima di intensa preghiera che si è creato, ho pensato di affidare alla vostra riflessione un passo del vescovo mons. Tonino Bello tratto dalla sua opera “Maria, donna dei nostri giorni”. Lo leggerò lentamente e ciascuna di voi lo accolga con cuore colmo di stupore. Santa Maria, donna gestante, creatura dolcissima che nel tuo corpo di vergine hai offerto all’Eterno la pista d’atterraggio nel tempo, scrigno di tenerezza entro cui è venuto a rinchiudersi Colui che i cieli non riescono a contenere, noi non potremo mai sapere con quali parole gli rispondevi, mentre te lo sentivi balzare sotto il cuore, quasi volesse intrecciare anzitempo colloqui d’amore con te. Forse in quei momenti ti sarai posta la domanda se fossi tu a donargli i palpiti, o fosse lui a prestarti i suoi. Vigilie trepide di sogni, le tue, mentre al telaio, risonante di spole, gli preparavi con mani veloci i pannolini di lana, gli tessevi, lentamente, nel silenzio del grembo, una tunica di carne. Chissà quante volte avrai avuto il presentimento che quella tunica, un giorno, gliel’avrebbero lacerata. Ti 10 sfiorava allora un fremito di mestizia, ma poi riprendevi a sorridere pensando che tra non molto le donne di Nazareth, venendoti a trovare, dopo il parto, avrebbero detto: “Rassomiglia tutto a sua madre”. Santa Maria, donna gestante, fontana attraverso cui, dalle falde dei colli eterni, è giunta fino a noi l’acqua della vita, aiutaci ad accogliere come dono ogni creatura che si affaccia a questo mondo. Non c’è ragione che giustifichi il rifiuto. Non c’è violenza che legittimi violenza. Non c’è programma che non possa saltare di fronte al miracolo di una vita che germoglia. (Momento di silenzio contemplativo al termine del quale ogni catechista porta ai piedi dell’altare e depone nel cestino un biglietto su cui ha scritto un impegno di vita) Preghiere dei fedeli C. Con fede e sentimenti di umiltà ci rivolgiamo, ora, al Signore, pregandolo di rinnovarci interiormente e di renderci testimoni credibili, con l’annuncio e con la vita, del suo Vangelo e diciamo: Rit. O Signore, ascolta, abbi pietà. (Le preghiere vengono proposte da quatto catechiste/i) 1. Signore, ci hai inserite/i con il battesimo nella tua Chiesa: aiutaci a diventare ogni giorno testimoni del tuo amore senza confini mediante il nostro servizio di catechisti. Preghiamo. 2. Gesù, nostro redentore, insegnaci a spogliarci di tante cose superflue per essere più vicine/i, mediante l’aiuto concreto, a tante povertà che ci interpellano come uomini e come cristiani, secondo l’esempio di Papa Francesco. Preghiamo. 3. Gesù, Maestro di sapienza e di santità, insegnaci a diventare uomini e donne di preghiera, perché il nostro annuncio scaturisca dalla tua Parola e dal volere del tuo Santo Spirito. Preghiamo. 4. Padre misericordioso, che anche quest’anno ci concedi di sostare davanti al mistero ineffabile dell’incarnazione di tuo Figlio, aiutaci a diventare bambini nel cuore e nella mente, per essere degni di conoscere i segreti riservati agli umili e ai semplici secondo il Vangelo. Preghiamo. C. Accogli, o Dio, queste nostre invocazioni e le richieste che portiamo nel cuore. Benedici le nostre comunità con la grazia della venuta di Cristo nostro Signore. T. Amen. BENEDIZIONE C. Concludiamo questa Veglia di preghiera chiedendo a Gesù Bambino, che sta per tornare in mezzo a noi, per essere solidale con le nostre necessità, di insegnarci ad ascoltare la sua Parola capace di ridare speranza alle nostre attese, forza nelle difficoltà e luce per i giorni di nebbia. La sua benedizione, che ci apprestiamo a ricevere, trasformi il nostro cuore in una culla di amore dove Egli possa trovare accoglienza e possibilità di comunicarci misericordia e tenerezza. 11 C. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. T. Amen. C. La gioia del Natale ormai vicino rafforzi quotidianamente la nostra fede, illumini di speranza la nostra vita e la trasformi in un dono d’Amore. Andate in pace. T. Rendiamo grazie a Dio CANTO FINALE: Astro del ciel Astro del ciel, Pargol divin, mite agnello Redentor! Tu che i vati da lungi sognar, tu che angeliche voci annunziar: Rit. Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor (bis). Astro del ciel, Pargol divin, mite agnello Redentor! Tu di stirpe regale decor, tu virgineo, mistico fior. Rit. Astro del ciel, Pargol divin, mite agnello Redentor! Tu disceso a scontare l’error, tu sei nato a parlare d’amor! Rit. Terminato il canto, ogni catechista porta il lumino acceso all’altare deponendolo davanti all’immagine della Madonna e prende dal cestino, posto ai piedi dell’altare, un biglietto, a caso, con l’impegno che ogni catechista ha precedentemente scritto. 12