CRISTIANO BROCCIAS Grammatica e Football English* 0. Introduzione La recente pubblicazione (1998) del Dizionario dello sport inglese-italiano italiano-inglese di G. Ragazzini ha evidenziato la necessità di una seria analisi, tra i vari lessici specialistici, del linguaggio dello sport, portandoci così alle soglie di un territorio finora inesplorato e, forse, spesso giudicato di secondaria importanza. Scrive Ragazzini (1998: 3): Per complessità, prolificità e ricchezza il linguaggio dello sport somiglia a una lussureggiante foresta amazzonica: si pensi al gran numero di figure retoriche – metafore, similitudini, ecc. – che non solo la lingua comune ma anche vari linguaggi speciali (soprattutto il politichese) hanno mutuato dalla pratica dello sport e dalle sue tecniche e strategie. In questo lavoro mi propongo di analizzare l’inesplorata “lussureggiante foresta amazzonica” della lingua sportiva nel caso particolare del gioco del calcio. La sua ricchezza è ben evidenziata da Leith (1998: 1): The poor old ball has to put up with a lot these days. It can be banana’d, bent, chipped, curled, hit, shot, smashed, tapped, thumped, thwacked, volleyed or weighted. You can have it driven, piled, crashed, looped, back-heeled, corkscrewed, tucked, notched, sidefooted, trapped, wellied, hoofed, scrambled, held up, cleared, rammed or crossed. I’ve seen balls forced over the line, struck, cut back, tapped in, hooked, blasted and touched behind. I’ve read about them being laid off, lofted, passed, blazed over, dragged wide, buried, threaded, drilled, slid home, netted, charged down, stabbed, passed, nudged, knocked, deflected and fired. You can sweep it to safety, crack it, control it, dip it, hammer it, slip it, slice it or scrape it home. I’ve seen the ball Hoddled, Nat Lofthoused into the net and Wimbledoned up front1. * Questo lavoro è stato realizzato grazie a un finanziamento avuto dall’Università di Pavia (Progetto Giovani Ricercatori 1999). Vorrei ringraziare in modo particolare Nicholas Smith dell’Università di Lancaster, Maurizio Gotti, Pierluigi Cuzzolin e Maria Pavesi, ma anche Gabriele Azzaro, Ermanno Barisone, Giuliano Bernini e Geoffrey Leech per i loro consigli. Ovviamente ogni errore e imprecisione è imputabile soltanto a me stesso. 1 “La povera vecchia palla deve sopportare di tutto ormai. Può essere tirata a rientrare [banana è il tiro, appunto a forma di banana, che aggira per esempio una barriera], addomesticata, tirata a pallonetto, arricciata, colpita, fiondata, sbattuta, toccata debolmente, scagliata [thump e thwack sono sinonimi e indicano un tiro violento], colpita al volo o smorzata. La si può spedire, infilzare [pile significa letteralmente “impalare”], scaraventare, tirare con una parabola alta, colpire di tacco, avvitare, insaccare [tuck ha a che fare con l’idea di rimboccare, rincalzare], far entrare in rete [notch significa segnare un gol e deriva dalla consuetudine di segnare i punti con tacche su un legnetto], colpire d’esterno, arrestare, fiondare [welly e hoof sono sinonimi e denotano un tiro violento come se effettuato, nel primo caso, con uno stivale 1 Il mio obiettivo è duplice. Da un lato, cercherò di evidenziare quali strutture o processi grammaticali siano utilizzati frequentemente nel Football English (la lingua inglese impiegata nella descrizione delle partite di calcio). Dall’altro, utilizzerò gli esempi offerti dal Football English come spunti per un’analisi più approfondita della grammatica inglese in generale. Seguendo la prima via proporrò l’indagine dei verbi (e nomi) che indicano con quali parti del corpo viene colpita la palla (es. head, chest, tip) o che specificano la traiettoria (es. cross), forza (es. flick) o velocità (es. rocket) associata alla palla, l’analisi circa la gamma di oggetti combinabili con tali verbi (es. head a corner/cross/goal/chance/team ahead), lo studio dell’espressione dell’agente nelle nominalizzazioni (es. a corner by Beckham, a corner from Beckham, a Beckham corner, Beckham’s corner) e l’esame di strutture capaci di esprimere la sequenzialità temporale (es. Slovenia clear only to see the ball knocked back straight into the area). Affrontare questi temi in profondità significherà, tuttavia, mettere in luce principi generali del sistema linguistico inglese (spesso incompatibili con l’italiano) quali la sinteticità modale e l’analiticità risultativa (vedi §1), il modo di impiego dei verbi di emissione e dell’oggetto nullo (vedi §1 e §3), il meccanismo metonimico (vedi §4), la spazializzazione delle azioni energetiche (vedi §5), l’espressione della pseudo-finalità (vedi §5). L’analisi proposta, pertanto, mira soprattutto all’indagine grammaticale, differenziandola così da lavori come quelli di Sabatier (1997) e Leith (1998). Il primo contributo ha un taglio lessicografico; fornisce, infatti, un elenco delle possibili combinazioni tra diverse parole (organizzate in base a campi semantici). E’ tuttavia forse più utile indagare i principi generali che sottostanno alla creazione linguistica e rinviare, per una casistica lessicografica, a dizionari quali Ragazzini (1998). Dall’altro lato, ho ristretto notevolmente il raggio d’azione rispetto a Leith (1998), che si occupa, in modo inevitabilmente sommario, del linguaggio del calcio fuori e dentro lo stadio. Un’indagine approfondita è possibile solo a patto di isolare alcuni dei numerosissimi fenomeni linguistici e extra-linguistici coinvolti. In questo mio lavoro mi occuperò, pertanto, del Football English inteso (inglese wellington) o, nel secondo, con un piede di animale (hoof è lo “zoccolo”)], smistare, trattenere, allontanare [clear indica più precisamente l’azione di disimpegno da una situazione difficile], ficcare dentro o crossare. Ho visto palle che sono state mandate in rete con la forza, colpite, rilanciate indietro con una grande sciabolata, appoggiate in rete, agganciate, fatte schizzare e toccate indietro. Ho letto di palle passate con precisione, alzate a parabola, passate, sparate [blaze over può significare sia sparata in rete (over the line) sia sparata oltre la traversa (over the bar)], smorzate a lato, seppellite, infilate [thread e drill sono sinonimi ma differiscono per il campo semantico in base al quale il moto della palla è costruito metaforicamente. Nel primo caso il controllo sulla palla è come quello esercitato su un filo da cucire, nel secondo la palla è scagliata in rete come se si usasse un trapano], fatte scivolare in rete, insaccate, stoppate, infilate [stab sta per “trafiggere”], passate, colpite leggermente [nudge denota un tocco leggero come se effettuato con il gomito], battute, deviate e sparate. Una palla si può spazzarla in una zona sicura, tirarla con una cannonata [crack significa colpire in modo da produrre un suono di tipo esplosivo], controllarla, farla spiovere, colpirla con forza [come se si usasse cioè un martello], farla filtrare, sbucciarla o colpirla di striscio mandandola in rete [home indica per l’appunto il gol]. Ho visto palle colpite alla Hoddle, mandate in rete alla Nat Lofthouse e capaci di portare il Wimbledon in vantaggio”. 2 semplicemente come varietà della lingua inglese utilizzata nei resoconti scritti giornalistici delle partite di calcio e utilizzerò tale varietà per indagare i meccanismi di funzionamento della grammatica inglese in generale. Gli esempi relativi al Football English sono stati tratti da articoli apparsi nelle pagine sportive delle edizioni cartacee ed elettroniche di The Guardian, The Observer, The Times e The Sunday Times 2. 1. La costruzione cambiamento La lingua inglese è spesso definita una lingua analitica, perché, nel corso della sua storia, si è trasformata, “da lingua […] regolata al suo interno da elaborati schemi flessivi, in lingua […] quasi totalmente affrancata dalla flessione grammaticale” (Barisone 1994: 23). Se confrontiamo, per esempio, le due frasi seguenti: (1) a. Sono certo che tornerà. b. I’m sure he’ll come back. notiamo che la forma verbale italiana tornerà è parcellizzata in ben quattro elementi in inglese. L’indicazione della persona e del numero è data dal pronome he (che specifica anche il genere); la categoria del tempo è ottenuta attraverso l’impiego del verbo modale will, contratto come ‘ll; infine, il significato del verbo tornare è espresso dalla combinazione del verbo come (‘venire’) e dell’avverbio back (‘indietro’). Sembrerebbe quindi che, in inglese, l’analiticità (la parcellizzazione o scomposizione di ciò che in italiano, per esempio, è espresso da un’unica forma come tornerà) sia pervasiva sia in campo morfologico sia in campo semantico3. In realtà, mentre dal punto di vista morfologico questa osservazione è indubbiamente corretta, da un punto di vista semantico la 2 Ho utilizzato le segenti edizioni tutte dell’anno 2000 (la prima cifra indica il giorno, la seconda il mese): The Guardian del 16.3, 22.3, 10.4, 11.4, 31.5, 3.6, 6.6, 10.6, 12.6, 13.6, 14.6, 15.6, 16.6 (tutte versioni elettroniche); The Observer del 23.1 e 26.3 (edizioni cartacee), 11.6 e 18.6 (edizioni elettroniche); The Times del 10.4 (edizione elettronica); The Sunday Times del 16.1 (edizione cartacea). 3 Per analiticità in campo morfologico intendo che le categorie di tempo, aspetto, modo, accordo, cioè quegli aspetti che non hanno a che fare col significato intrinseco di un lessema, sono o possono essere realizzate indipendentemente dal lessema in questione. Per analiticità in campo semantico mi riferisco alla scomposizione in almeno due lessemi di un significato che potrebbe essere espresso con un unico lessema (es. il lessema tornare ha il suo corrispettivo nell’uso di due lessemi in inglese (come back)). 3 situazione è più complessa. Si prendano in considerazioni le frasi in (2) (le frasi italiane sono la traduzione di quelle inglesi; l’asterisco denota una forma non accettata dai parlanti nativi4): (2) a. Bill hammered the metal flat. a’. Bill ha appiattito il metallo a furia di colpi di martello. a’’. *Bill ha martellato il metallo piatto. (con il significato di (2a’)) b. Bill limped into the room. b’. Bill è entrato nella stanza zoppicando. b’’. *Bill ha\è zoppicato nella stanza. (con il significato di (2b’)) c. The fly buzzed out of the window. c’. La mosca è uscita dalla finestra ronzando. c’’. *La mosca ha\è ronzata fuori della finestra. (con il significato di (2c’)) (2a) è un esempio di costruzione risultativa5. Levin (1993: 101) definisce un sintagma risultativo come " an XP6 which describes the state achieved by the referent of the noun phrase it is predicated of as a result of the action named by the verb". La costruzione che contiene tale sintagma sarà detta costruzione risultativa. In (2a) il sintagma aggettivale flat, predicato del complemento oggetto the metal, denota il risultato dell’azione espressa dal verbo hammer; pertanto, flat è un sintagma risultativo e la costruzione in cui esso compare è una costruzione risultativa. (2b) illustra invece l’uso direzionale dei verbi di modo di moto: il verbo limp, che specifica il modo di moto, può essere accompagnato da un sintagma preposizionale che esprime la direzione dell’entità in moto. (2c) mostra che anche i verbi di modo di suono possono essere utilizzati direzionalmente, in quanto possono combinarsi con un sintagma preposizionale. E’ significativo che in italiano strutture del tipo (2a), (2b), (2c) siano generalmente impossibili (vedi Napoli (1992) per qualche eccezione). Ciò porta a pensare che le costruzioni esemplificate in 4 Ho fornito la traduzione degli esempi inglesi in due casi. Da un lato, in generale, quando essa è necessaria per illustrare più efficacemente il contrasto tra forme inglesi e forme italiane. Dall’altro, in particolare, per rendere conto del significato delle frasi che si riferiscono al Football English (con l’eccezione di alcuni esempi facilmente interpretabili (vedi per esempio §5.4)) con cui il lettore potrebbe non avere familiarità. 5 Il termine “risultativo” è usato anche per riferirsi “to those verb forms that express a state implying a previous event” (si veda per esempio Nedjalkov (1988)). Una frase come John is sitting è una costruzione risultativa perché implica l’evento John has sat down. In questo lavoro, tuttavia, come emerge dalla definizione di Levin (1993), il termine “risultativo” è riservato a quelle costruzioni in cui lo stato predicato di un referente all’interno della frase è espresso indipendentemente dalla forma verbale. Inoltre distinguo tra ‘risultativo in senso ampio’ o sintagma/costruzione cambiamento (il sintagma/costruzione in questione designa uno stato o una locazione raggiunta da un’entità indipendentemente dalla nozione di causalità) e ‘risultativo in senso stretto’ (il sintagma/costruzione rilevante designa uno stato (e non una posizione) che risulta dall’azione espressa dal verbo (in altre parole, la nozione di causalità è rilevante)), come è chiarito nel testo. 6 XP sta per un generico sintagma. Esso può corrispondere a un sintagma aggettivale, come in (2a), o preposizionale, come in John rocked the baby to sleep. 4 (2a), (2b) e (2c) siano legate le une alle altre come realizzazioni di una struttura più generale. In effetti, tutte e tre le costruzioni prese in considerazione sono “risultative” (nel senso ampio del termine) perché i sintagmi flat, into the room, out of the window designano uno stato o una locazione raggiunta da un’entità in un qualche istante lungo la dimensione temporale: il metallo sarà piatto, Bill sarà nella stanza, la mosca sarà fuori della finestra. Se vogliamo utilizzare il termine “risultativo” solo per riferirci a quelle costruzioni che soddisfano la definizione di Levin (1993) dove viene (a) specificata implicitamente la distinzione tra stato (es. flat) e luogo (es. out of the window) e (b) richiesto un legame causale tra azione espressa dal verbo e stato - e allo stesso tempo cogliere le somiglianze tra (2a), (2b), (2c) - tutte hanno a che fare con una posizione o stato finale raggiunto da un’entità anche se in (2b) e (2c) non esiste un legame causale tra l’azione espressa dal verbo e la posizione finale raggiunta dall’entità in questione7 – possiamo considerare (2a), (2b), e (2c) come realizzazioni di una costruzione più generale, la costruzione cambiamento (change construction), cioè quella costruzione in cui compare un sintagma cambiamento. Il sintagma cambiamento è definito in (3) (vedi Broccias (2000)): (3) A nonverbal phrase XP is said to be a change phrase (CP) if it refers to a state or position achieved by an entity a involved in an event E, provided that a can be postulated at the semantic pole8 of the relevant construction. La definizione in (3) è molto generale, non distinguendo tra (a) stati e posizioni e (b) legami causali e non-causali tra azioni e stati/posizioni. In (2a), E è l’evento del martellare, a è il metallo e CP è il sintagma aggettivale flat. In (2b), E è l’evento dello zoppicare, a è Bill e CP è il sintagma preposizionale out of the room. In (2c), E è l’evento del ronzare, a è la mosca e CP è il sintagma preposizionale out of the window. (2a) descrive uno stato e presuppone un legame causale tra E e tale stato. (2b)-(2c) hanno a che fare con posizioni e non presuppongono un legame causale tra E e tali posizioni. La definizione in (3) specifica che a può anche essere non realizzato sintatticamente ma presente solo a livello concettuale (postulated at the semantic pole). Consideriamo i seguenti esempi: (4) a. The man was sobbing into his hands. (Ian McEwan, The Child in Time) b. … the two men laughed into their drinks. (Ian McEwan, The Child in Time) 7 Bill in (2b) è fuori della stanza non perché ha zoppicato ma perché l’azione dello zoppicare può essere associata a un moto traslatorio. In modo simile, la mosca in (2c) finisce fuori della finestra non perché ha ronzato, ma perché il ronzio di un insetto è solitamente associato al suo movimento. 8 Per ‘polo semantico’ di una costruzione si intende una struttura semantica associata a una struttura fonologica così da ottenere un’unità linguistica (vedi Langacker 1987). 5 c. … the Chawla family clacked about, shouting up into the leaves. (Kiran Desai, Hullabaloo in the Guava Orchard) Frasi del tipo (4) sono nuovamente impossibili in italiano. Ovviamente esse non possono essere considerate costruzioni risultative nel senso di Levin (1993): i sintagmi preposizionali in (4) non sono predicati di nessuna entità espressa sintatticamente (cioè del soggetto). Va notato però che i verbi in grassetto in (4) possono tutti essere categorizzati come verbi di emissione, cioè come verbi che denotano l’emissione o allontanamento dal referente soggetto di entità (sospiri, lacrime, risate) concettualizzate come provenienti dal nostro corpo. Appunto perché i verbi in (4) sono verbi di emissione, essi permettono l’uso di un sintagma preposizionale telico (introdotto qui da into) che specifica la traiettoria della sostanza “emessa”. In altre parole, il sintagma preposizionale è predicato di un oggetto nullo (cioè non espresso sintatticamente in modo autonomo) che è recuperabile in base al verbo. Talvolta, tuttavia, la sostanza emessa può essere realizzata come oggetto del verbo (si tratta della cosiddetta cognate object construction, vedi, per esempio, Massam (1990)), come in He laughed a silly laugh. Va notato, però, che una costruzione di questo tipo è usata quando si specifica un “attributo” della sostanza emessa (es. silly nell’esempio citato). Una frase come He laughed a laugh non è solitamente accettabile perché non aggiunge niente rispetto alla frase He laughed. Un altro caso in cui la sostanza emessa può essere realizzata come oggetto è dato, riprendendo gli esempi in (4), da strutture come shout something up into the leaves. La sostanza emessa è in questo caso sia il complemento oggetto (per esempio un messaggio) sia le grida (come indicato dal verbo). Il messaggio e le grida sono in relazione tra loro perché il messaggio emesso è realizzato secondo il modo espresso dal verbo (gridando)9. Gli esempi in (4) contengono pertanto sintagmi cambiamento (CP), sebbene essi siano predicati di entità postulate al livello concettuale, ma non realizzate foneticamente indipendentemente dal verbo10. Un potenziale problema per l’analisi proposta è dato da esempi come (5): (5) You’re like a man firing a machine gun into a supermarket. (Iris Murdoch, The Sea, the Sea) 9 Ciò significa che i verbi di emissione possono essere categorizzati anche come verbi di modo nel senso di (2b), (2c). Inoltre la relazione tra shout e something può essere probabilmente considerata una relazione metonimica (vedi §2 e §4). 10 In questo senso si potrebbe anche dire che i sintagmi cambiamento in (4) sono predicati dell’evento verbale, come sostiene O’Dowd (1998). L’indagine di questa formulazione esula tuttavia dagli scopi del presente lavoro. 6 Il sintagma preposizionale introdotto da into in (5) si riferisce all’evento dello sparare (vedi anche nota 10), non all’oggetto (a machine gun). Dobbiamo concludere che l’oggetto nullo, ovvero la sostanza emessa, non coincide necessariamente con l’oggetto grammaticale, sebbene tra oggetto nullo inteso come sostanza emessa e referente dell’oggetto grammaticale esista un qualche rapporto (il fuoco in (5) è emesso dall’arma). E’ opportuno notare, infine, che il sintagma preposizionale associato a un verbo indicante un’emissione sonora è interpretabile come predicato del soggetto o dell’oggetto del verbo in base alle nostre conoscenze del mondo. Per esempio, buzz in (2c), come i verbi in (4), è chiaramente un verbo di emissione. Tuttavia, il sintagma preposizionale è predicato del soggetto e non della sostanza emessa, come in (4). Ciò dipende dal fatto che i verbi in (4) si riferiscono ad azioni compiute da un’entità non in movimento. Al contrario, il ronzio di un insetto è solitamente associato a uno spostamento (vedi anche nota 6). Possiamo concludere, allora, che l’inglese, nel caso delle costruzioni cambiamento, è una lingua semanticamente sintetica, perché permette l’”incorporazione”11 nel verbo del modo con cui viene fatta un’azione (a furia di colpi di martello, zoppicando, ronzando) o della sostanza emessa (lacrime, sospiri, ecc.); in italiano, invece, l’incorporazione del modo o della sostanza in ambito risultativo (in senso ampio) è generalmente impossibile. L’osservazione circa la sinteticità della lingua inglese è corroborata dagli studi di Talmy (vedi in particolare Talmy (1975) e (1985)). Tuttavia, va rimarcato come essa non sia limitata all’uso direzionale dei verbi di modo di moto (incluse le strutture in (4)), ma rappresenti il trait d’union di diverse costruzioni, tra cui, per l’appunto, la costruzione risultativa nel senso di Levin (1993) e l’uso direzionale dei verbi di modo di suono (incluse le strutture in (4)). A conferma ulteriore dell’importanza cruciale della sinteticità della lingua inglese e come illustrazione della natura sistemica del linguaggio (vale a dire, diverse costruzioni sono collegate tra loro, così che l’impossibilità di una implica l’impossibilità di un’altra), possiamo citare diversi esempi che, come quelli in (2a), (2b), (2c) e (4)-(5), sono di nuovo generalmente impossibili in italiano12. Si tratta delle LIKE change constructions, dove “the subject or object referent is compared to an entity belonging to a different domain whose properties determine or describe the constructional event” (vedi Broccias (2000)). Alcuni esempi, posti tra parentesi quadre, sono dati in (6) e (7): 11 Utilizzo questo termine come etichetta descrittiva, senza implicare che le frasi in esame siano il risultato di un vero e proprio processo compositivo nel componente sintattico (per questa ipotesi vedi, per esempio, Baker (1988)). 12 Eccezioni sono, per esempio, i verbi sgattaiolare e squagliarsela. 7 (6) a. We all supposed [you had beetled off to London]. (Oxford Dictionary of Phrasal Verbs (OPV)) b. He is not the kind of man who is likely to [be cowed into submission]. (OPV) c. [He ferreted out my address from somewhere], and wrote to ask how I was doing. (OPV) (7) ‘Why must you always come [barging into the conversation]?’ (OPV) Le frasi in (6) mostrano come un evento di cambiamento di posizione, suggerito dalle particelle in corsivo (eventualmente espanse con ulteriori elementi, come in (6a)), sia specificato attraverso l’equazione stabilita tra il referente soggetto (come in (6a)) o oggetto (come nella versione attiva di (6b)) di un verbo (in grassetto) e l’essere vivente evocato dal verbo in questione. Tale legame si basa sulle proprietà che tipicamente associamo a un determinato essere vivente. In (6a), per esempio, il movimento rapido compiuto dal referente soggetto è descritto come quello di uno scarafaggio; il referente soggetto è paragonato13 a uno scarafaggio perché la nostra conoscenza del mondo attribuisce a questo animale la capacità di spostarsi velocemente. (7), infine, mostra che il verbo può anche riferirsi a un’entità non animata, come barge. Ritornando ora agli esempi in (1)-(2) e considerando il contrasto tra hammer flat e appiattire o quello tra ritornare e come back, potremmo concludere che l’inglese tenda all’analiticità, preferendo esprimere il risultato di un’azione attraverso un sintagma aggiuntivo (flat, back). Questo fenomeno è probabilmente da collegarsi all’abbondanza dell’uso di verbi frasali nella lingua inglese, dove la combinazione di un verbo con una particella può giungere fino alla ridondanza (cf. melt down, sinonimo di melt). La diffusione della combinazione frasale rivela la tendenza a descrivere spazialmente un evento non necessariamente concettualizzato come tale. Melt, per esempio, può essere interpretato spazialmente come un moto verso il basso (della sostanza che viene fusa), donde la particella down. In altri esempi la particella rende esplicita la spazialità intrinseca a un evento, come in straighten up, sinonimo di straighten. Riassumendo, l’inglese è una lingua analitica da un punto di vista morfologico; invece, da un punto di vista semantico, nelle costruzioni che denotano un cambiamento di stato/luogo, è analitica in riferimento al risultato di un evento (ovvero il cambiamento di stato o posizione predicato del referente soggetto o oggetto di un verbo, sia esso implicito o esplicito) e sintetica per quanto riguarda il modo con cui tale evento viene compiuto. Parlerò nel primo caso di analiticità risultativa e nel secondo di sinteticità modale, utilizzando quest’ultimo termine, per convenienza espositiva, 13 Per questo ho scelto l’etichetta LIKE per riferirmi a tali costruzioni. 8 anche in riferimento agli esempi in (4) (vedi anche nota 9). Come messo in evidenza implicitamente nelle traduzioni italiane in (2), l’italiano tende piuttosto alla sinteticità risultativa e alla analiticità modale. E’ importante notare che i concetti di analiticità risultativa e sinteticità modale non vanno separati l’uno dall’altro, ma devono essere considerati come le due facce delle costruzioni cambiamento (inglesi). Per esempio, l’italiano non permette la sinteticità modale nelle costruzioni risultative (in senso largo); questo però non vuol dire che la sinteticità modale sia impossibile tout court (abbiamo infatti martellare). 2. Verbi e parti del corpo: i verbi di TESTA La sinteticità modale e l’analiticità risultativa della lingua inglese sono ben visibili nel caso dei verbi che descrivono con quale parte del corpo viene toccata la palla nel gioco del calcio. In italiano dobbiamo ricorrere all’uso di un verbo che specifica l’azione compiuta, indipendentemente dalla parte del corpo utilizzata (es. bloccare, fermare, l’anglicismo stoppare, il metaforico domare; tirare, colpire; segnare, ecc.), e accompagnarlo con un sintagma del tipo di + N14 (di testa, di petto, d’esterno) o con + SN (con il petto, con la punta delle dita, ecc.). In inglese, invece, il verbo designa con quale parte del corpo il giocatore agisce sulla palla e a esso va aggiunto un sintagma preposizionale che specifica la direzione della palla, come ho riassunto in (8). (8) a. Bill ferma la palla di petto. b. Bill chests the ball down. Esaminiamo ora più in dettaglio alcuni verbi che indicano parti del corpo utilizzati in inglese. Ho indicato con TESTA, PETTO, MANO e PIEDE (tutte in maiuscolo) le parti del corpo evocate come base (nel senso della Grammatica Cognitiva, vedi Langacker (1987)) dai verbi in esame; essi ovviamente possono specificare quale zona venga utilizzata in particolare (cf. rightfoot vs. sidefoot) o il suo modo di impiego (cf. punch, dove la mano è per l’appunto nella configurazione di un pugno). Non ho fornito una traduzione letterale degli esempi qui di seguito, avendo preferito optare per una traduzione che si avvicini il più possibile alle forme della lingua italiana utilizzata nella descrizione delle azioni del gioco del calcio. Negli esempi seguenti ho utilizzato il simbolo Ø per indicare che l’oggetto (ball) è sottinteso, cosa che può avvenire anche in italiano come dimostrano le traduzioni. 14 N sta per nome, SN per sintagma nominale. 9 TESTA - head (colpire di testa) (9) a. a ball aimed at Flo is headed out by Couto b. una palla indirizzata a Flo è messa fuori di testa da Couto (10) a. Angloma headed Ø into Bosnich's hands from close range b. Angloma ha colpito Ø di testa da distanza ravvicinata ma la palla è finita tra le braccia di Bosnich (11) a. b. Flo from the right delivers an innocuous floating cross headed clear by Pancaro Flo dalla destra esegue un innocuo lancio lungo che viene spazzato via di testa da Pancaro (12) a. David James […] could have known little about Harry Kewell's shot on the turn after Lucas Radebe had headed down Jason Wilcox's corner. b. David James avrebbe potuto fare ben poco sul tiro in girata di Harry Kewell dopo che Lucas Radebe aveva controllato di testa la palla d’angolo di Jason Wilcox (13) a. after 67 minutes Shearer beat Leboeuf near the right-hand corner flag and from his excellent centre Lee headed his first goal of the season b. al 67° Shearer ha avuto la meglio su Leboeuf vicino alla bandierina destra di calcio d’angolo e Lee ha colpito di testa sul suo magnifico passaggio al centro, segnando il suo primo gol in questa stagione (14) a. b. he headed a good chance wide ha sprecato una buona occasione mettendo a lato di testa - nod (fam. colpire di testa, incornare) (15) a. Harley’s centre found Poyet easing his way between the centre-backs to nod Chelsea back in front 10 b. il traversone al centro di Harley trovò Poyet che si era liberato dalla marcatura dei terzini centrali così da incornare in rete portando il Chelsea di nuovo in vantaggio Un tratto distintivo del Football English (ma non necessariamente limitato a questa varietà sportiva), oltre all’espressione, attraverso il verbo, della parte del corpo utilizzata per colpire la palla, è la possibilità di combinare il verbo in questione con una gamma di oggetti spesso impossibili in italiano15; tali oggetti sono stati marcati in corsivo negli esempi da (9) a (15). Abbiamo qui un’eccellente illustrazione del principio costruttivo della metonimia. In (15), per esempio, l’oggetto del verbo non è ball, ma Chelsea. In altre parole, ball è evocato metonimicamente attraverso il riferimento alla squadra che beneficia del moto della palla. 3. L’oggetto nullo e i verbi di emissione nel Football English Prima di analizzare il processo metonimico più in dettaglio, mi soffermerò sul problema dell’oggetto nullo (vedi §1). In (9a) l’oggetto di head è, come ci aspettiamo, ball: ciò che viene colpito con la testa è la palla, per l’appunto. In (10) l’oggetto è sottinteso (ciò è indicato dal simbolo Ø). La possibilità di non esprimere l’oggetto dipende dal fatto che il suo referente (la palla) è facilmente recuperabile in base al contesto di emissione della frase. Si noti, però, che tale opzione non è sempre disponibile nella lingua inglese. Anzi, l’omissione dell’oggetto di un verbo solitamente determina l’agrammaticalità della frase. Si confrontino (16a) e (16b) (un contrasto analogo vale anche in italiano): (16) a. b. Bill put *(the book) on the table. Claudio Lopez puts the ball/Ø over the bar. (16a) è impossibile se l’oggetto the book non è espresso, mentre (16b) è perfettamente accettabile con oggetto nullo. E’ interessante notare che (16a) non migliora neppure quando è chiaro dal contesto che Bill sta spostando libri. Ciò che determina la possibilità di un oggetto nullo in frasi come (16) è la combinazione di due elementi: l’oggetto deve essere facilmente recuperabile in base al contesto e il verbo utilizzato deve essere costruito come un verbo di emissione. Come sottolineato in §1, questo termine si riferisce a un verbo che denota l’allontanamento da un’entità (il referente soggetto) di un’altra entità (il referente oggetto) come se la seconda avesse origine dalla 11 prima in virtù di una relazione di parte-tutto (un caso particolare di relazione metonimica se adottiamo la definizione di Lakoff (1987)). Per quanto riguarda (10), la mia proposta è quella di considerare il verbo head come un verbo di emissione, in analogia con quelli in (6)-(7), con la sola ovvia differenza che head designa non la sostanza emessa, ma la locazione da cui l’oggetto sottinteso (la palla) è emesso. Come prova della plausibilità di quest’ipotesi, avvalorata già dal contrasto illustrato in (16), mostrerò più sotto (vedi §5.4), come un altro tratto caratteristico del Football English sia l’uso pervasivo della preposizione from. Tale uso è un indizio della spazializzazione delle azioni e, di riflesso, della concettualizzazione della palla come sostanza emessa da un giocatore. 4. Metonimia Torniamo ora alla discussione degli esempi in (9)-(15) e all’uso della metonimia. Il complemento oggetto di head in (11)-(14) e quello di nod in (15) non corrispondono chiaramente a entità che si possono colpire di testa (cioè a oggetti fisicamente manipolabili) né, di riflesso, a entità di cui si può predicare un cambiamento di posizione. Se non fosse per l’esempio in (13), in cui il verbo head non è accompagnato da alcun sintagma preposizionale, potremmo considerare i complementi oggetti di questo verbo in (11)-(14) e di nod in (15) come non-sottocategorizzati dal verbo: il verbo in isolamento, indipendentemente, cioè, dalla costruzione cambiamento in cui viene utilizzato, non permette gli oggetti in esame. Head di per sé seleziona oggetti contraddistinti dal tratto [+fisicamente manipolabile], come ball. Gli oggetti in (11)-(12) e (14)-(15) sono possibili perché licenziati dalla costruzione direzionale in cui tale verbo è impiegato (su questo argomento si veda, tra gli altri, Goldberg (1995)). E’ utile optare per questa analisi perché la comparsa di oggetti non-sottocategorizzati è una caratteristica generale delle costruzioni risultative (They laughed me off the podium vs. They laughed *(at) me) e la distinzione tra verbo in isolamento e costruzione in cui tale verbo appare è concettualmente utile e motivata (vedi Goldberg (1995)). Inoltre, tutti gli oggetti in (11)-(12) e (14)-(15) sono collegati metonimicamente a ball, di cui, in ultima analisi, è predicato il sintagma preposizionale o aggettivale. Cross, in (11), evoca la palla attraverso la sua traiettoria; corner in (12) lo fa indicando la causa del suo moto; chance, in (14), specifica che il referente soggetto ha avuto una buona occasione per mettere la palla in rete, Chelsea in (15) indica la squadra che beneficia del gol. Quanto all’esempio (13), esso pure nasce da una relazione metonimica: goal evoca la palla nella 15 In italiano possiamo dire, per esempio: colpire di testa un traversone/una punizione/una rimessa laterale, ma non 12 rete, ma non è accompagnato da un sintagma preposizionale appunto perché goal indica già il risultato dell’azione (ovvero non ha senso dire *He headed his first goal into the goal). Tuttavia questa ridondanza concettuale tra l’oggetto e il sintagma preposizionale non è completamente esclusa dai parlanti. Troviamo infatti esempi come [He] rocketed in a third goal, dove la particella in non fa altro che ribadire che l'azione è andata a buon fine. Noteremo però che la ridondanza è mitigata dalla mancanza di un complemento preposizionale: in è usato intransitivamente. Riassumendo (vedi Figura 1), la lingua inglese permette l’uso di oggetti i cui referenti sono legati metonimicamente a ball a patto che venga specificata la direzione della palla; questo avviene attraverso un sintagma aggettivale o preposizionale e, in un caso, attraverso l’oggetto stesso (in (13))16. Tali oggetti potrebbero essere analizzati come oggetti della costruzione cambiamento piuttosto che del verbo o, nel caso di (13), come oggetti nati da una ridefinizione dello schema di sottocategorizzazione associato al verbo. Figura 1. Rapporti metonimici e costruzioni cambiamento La Figura 1 mostra come l’oggetto manipolabile ball possa essere sostituito metonimicamente da una vasta gamma di altri termini, quali corner, cross, goal, chance, team. Nel caso in cui la scelta cade su goal, la struttura sintattica utilizzata è V + O (es. head his first goal, come in (13)), sebbene in talora (per questo è posto tra parentesi) possa essere utilizzato (cf. rocket in a goal). Negli altri casi la struttura sintattica è quella del cambiamento (V + O + CP): un sintagma preposizionale (es. over the bar in head the corner over the bar) o aggettivale (es. wide in head the ball wide), cioè un CP, specifica la posizione finale della palla rispetto alla porta o al campo da gioco (es. head the ball upfield). Concludendo, va notato che, in generale, l’inglese permette un uso maggiore della metonimia rispetto all’italiano. Si consideri (17): (17) a. b. Beckham was narrowly wide with another long shot. * Beckham fu di poco a lato con un altro tiro lungo. In italiano, a differenza dell’inglese, la posizione finale della palla, a lato (inglese wide), non può essere predicata metonimicamente del giocatore che tira la palla. *colpire di testa una buona occasione/un gol/il Milan in vantaggio. 16 L’impossibilità di un esempio come *He headed the bar per He headed the ball onto the bar è probabilmente dovuta al fatto che (a) bar, a differenza di goal, potrebbe indicare più di una posizione (over the bar, onto the bar) e (b) bar designa un oggetto concreto manipolabile, mentre goal sta per un concetto astratto non manipolabile. 13 5. I verbi di PETTO e MANO 5.1. I dati Le osservazioni fatte in precedenza circa la sinteticità modale, l’uso di sintagmi risultativi e la varietà di oggetti disponibili valgono ovviamente anche per gli altri verbi indicanti parti del corpo, come il lettore può verificare da sé in (18)-(26). PETTO: - chest (colpire con il petto) (18) a. b. Shearer chesting off a cross from Warren Barton Shearer allontanando di petto un cross di Warren Barton MANO: - punch (respingere di pugno) (19) a. Thomas Gravesen is free on the right. He whips it towards the head of Allan Nielsen, but van der Saar beats the Tottenham man to punch the ball away. b. Thomas Gravesen è libero sulla destra. Calcia di forza per la testa di Allan Nielsen, ma van der Saar ha la meglio sul giocatore del Tottenham e allontana di pugno. (20) a. Kernozenko can only punch Ø out and when the ball falls at Adams' feet, he fires Ø into the far corner of the net b. Kernozenko non può far altro che respingere di pugno, la palla finisce sui piedi di Adams che tira forte nell’angolo opposto della rete (21) a. b. Norway win a corner. Kralj punches away for another corner la Norvegia ottiene un calcio d’angolo. Kralj respinge di pugno in angolo 14 (22) a. Norway free kick from near the right corner flag. Swung into the near post, Molina punches out as far as Bakke, who tries an ambitious overhead that just balloons into the evening sky b. calcio di punizione per la Norvegia vicino alla bandierina destra di calcio d’angolo. Tiro sul palo più vicino, Molina respinge di pugno, la palla finisce a Bakke che prova un tiro alto troppo ambizioso che vola in cielo (23) a. … after the Ukraine goalkeeper had punched another corner from Beckham on to Shearer's chest, the ball falling nicely for the Arsenal captain to drive it into the net b. … dopo che il portiere ucraino aveva respinto di pugno un altro calcio d’angolo di Beckam, facendo finire la palla sul petto di Shearer che sul bel rimbalzo infilava in rete - tip (alzare la palla con la punta delle dita del portiere) (24) a. b. (25) a. b. Srnicek tipping over Stephen Carr’s shot Srnicek alzando con la punta delle dita il tiro di Stephen Carr oltre la traversa Ed de Goey who tipped a shot from Dyer over the bar soon after half-time Ed de Goey che alzò con la punta delle dita oltre la traversa un tiro di Dyer poco dopo l’inizio del secondo tempo - palm (respingere col palmo della mano) (26) a. b. De Goey does well to palm wide of his left-hand post De Goey respinge bene col palmo della mano allontanando la palla dal palo sinistro 5.2. Cause e conseguenze Analizzerò ora più da vicino gli esempi in (19)-(26) perché essi ci permettono di insistere sui concetti introdotti in precedenza e di introdurre altre caratteristiche della lingua inglese in generale e del Football English in particolare. Ho segnato in grassetto nelle frasi considerate gli elementi discussi di seguito. 15 In (19) notiamo l’uso del verbo whip in una costruzione cambiamento: ancora una volta la modalità dell’azione, un tiro forte e diretto (espresso metaforicamente come una ‘frustata’), è espressa dal verbo. Sempre in (19), il verbo punch compare all’interno di un sintagma infinitivale introdotto dal complementatore to17. Tale sintagma esprime il risultato dell’azione compiuta dal portiere, van der Saar, ma, sebbene imiti nella forma una struttura finale (es. I went to Turin to visit the Egyptian Museum), non ne condivide la sostanza concettuale. Ciò è ben visibile nella traduzione italiana, dove è usato il gerundio e non la costruzione per + infinito. Inoltre, se proviamo a parafrasare (19a) e una ‘vera’ finale (come (28a)) otteniamo rapporti di causalità opposti: (27) a. b. Van der Saar beats the Tottenham man to punch the ball away. (=(19a)) * Il fatto che van der Saar voglia mettere la palla fuori causa il fatto che van der Saar batta il giocatore del Tottenham18. c. Il fatto che van der Saar abbia la meglio sul giocatore del Tottenham permette il fatto che van der Saar metta la palla fuori. (28) a. Sally went to Turin to visit the Egyptian Museum. b. Il fatto che Sally voglia visitare il Museo Egizio causa il fatto che Sally vada a Torino. c. Il fatto che Sally vada a Torino permette il fatto che Sally visiti il Museo Egizio. Mentre in (27a) il sintagma infinitivale esprime la (possibile) conseguenza della principale, in (28a) il sintagma infinitivale è sia la (possibile) conseguenza della principale, che la sua causa. Altri esempi del tipo di (19a), che potremmo chiamare pseudofinali seguendo Prandi (1996), sono dati in (29)-(30): (29) a. b. Emile Heskey thumped in his first for nearly three months to equalize. Emile Heskey insaccò il suo primo gol in quasi tre mesi permettendo alla sua squadra di pareggiare (30) a. b. Boksic dispossessed a dawdling Desailly in the Chelsea area only to fire wide Boksic rubò la palla a un indugiante Desailly nell’area del Chelsea ma il suo tirò finì a lato 17 Utilizzo il termine “complementatore” come etichetta descrittiva per riferirmi al to seguito da infinito. Un rapporto di causalità esiste piuttosto tra il fatto che van der Saar voglia mettere la palla fuori e il fatto che van der Saar agisca sul giocatore del Tottenham. 18 16 Di particolare interesse è (30a), dove notiamo che il complementatore to è preceduto da only. Tale combinazione è utilizzata in inglese (ma non necessariamente in italiano) quando l’evento codificato dalla costruzione infinitivale è interpretato come negazione di una conseguenza auspicata o attesa in base all’evento codificato dalla principale. Dobbiamo cioè distinguere tra la sintassi delle pseudofinali avversative (esempi del tipo (30a) e (31a)) e le pseudofinali non-avversative (come (31b)): (31) a. He went to bed early only to/??to lie awake all night. a’. Andò a letto presto (solo) per restare sveglio tutta la notte. b. The river cuts across the plain to flow into the sea. b’. Il fiume taglia la pianura per sfociare in mare. Mentre in italiano solo è opzionale (vedi (31a’)), in inglese l’omissione di only è piuttosto infelice (come indicato da ?? in (31a)). Ho incluso alcuni esempi di pseudofinali non relative al Football English in (32) e (33): (32) pseudofinali avversative a. She began to turn into the hotel car park, only to find her way blocked by the Mercedes … (Byatt, Possession) b. I have not told her of it, lest her hopes be raised only to be dashed. (Byatt, Possession) c. Lockhart, who had so often assured them that all danger had passed, only to be proven wrong straight away … (Rowling, Harry Potter and the Prisoner of Azkaban) (33) pseudofinali non-avversative a. … comparable with an otherwise impeccably sober-suited Establishment figure […] momentarily hitching up his trousers to betray an alarming glimpse of lime-green socks …(Lanchester, The Debt to Pleasure) b. … Bartholomew and the nineteen other boys in the dormitory would regularly wake to find a generous layer of ice on the inside of the windows … (Lanchester, The Debt to Pleasure) c. When we two parted […] To sever for years. (Byron, citato nello Shorter Oxford English Dictionary) 17 Ritornando agli esempi in (18)-(26), notiamo che (20) contiene due oggetti nulli (o sottintesi), indicati come consueto con Ø, uno relativo a punch e l’altro a fire. Questo verbo, come whip in (19), specifica metaforicamente che l’azione è stata ‘prepotente e rapida’. (21) esplicita il risultato dell’azione ‘respingere di pugno’ attraverso un sintagma (introdotto da for) che, come quello introdotto da to in (19), esprime solo la conseguenza e non la causa dell’azione. 5.3. La combinazione di sintagmi preposizionali (19) mostra che il sintagma risultativo può ovviamente riferirsi alla palla non solo nella posizione ‘in rete’, ma anche nella posizione ‘fuori della porta’ (away); tale sintagma può corrispondere talvolta anche ad un aggettivo come clear (vedi (11)). (22) include un sintagma preposizionale retto da as far as che, ancora una volta, è predicato dell’oggetto sottinteso “palla”. E’ interessante notare che mentre l’inglese permette la combinazione di sintagmi preposizionali che designano una traiettoria (out compare insieme a as far as Bakke in (23)), l’italiano, in generale, non dispone di questa opzione come mostrato dalla traduzione di (22). Per corroborare ulteriormente l’affermazione, si considerino gli esempi in (34)-(35) (quelli inglesi sono tratti da Langacker (1987: 170)): (34) a. b. A black dog walked across the field, through the woods, and over the hill. * Un cane nero camminò attraverso il campo, attraverso la foresta e oltre la collina. (col significato di (34c)) c. (35) a. b. Un cane nero attraversò il campo, poi superò la foresta e infine valicò la collina. There was a fire last night across the river, through the canyon, and over the mountain. * La scorsa notte ci fu un incendio oltre il fiume, passato il canyon e al di là della collina. (col significato di (35b)) c. La scorsa notte al di là della montagna che sta oltre il canyon che si trova passato il fiume ci fu un incendio. Le traduzioni italiane di (34a) e (35a) non possono riprodurre la stessa combinazione di sintagmi preposizionali l’uno giustapposto all’altro, come in inglese, per designare la posizione finale (lungo una traiettoria reale, come in (34a), o immaginaria, come in (35a)) over the hill o over the mountain del referente soggetto (black dog e fire). In italiano bisogna ricorrere a più sintagmi verbali, come in (34c), o incassare diversi sintagmi introdotti dal complementatore che (scelta stilisticamente non 18 felicissima), come in (35c) (dove si noterà anche l’inversione, nella traduzione, degli elementi della sequenza river/canyon/mountain). 5.4. L’espressione dell’agente Ritornando agli esempi in (19)-(26), notiamo come in (23a) l’agente di un’azione resa con un sostantivo (Beckham, responsabile del calcio d’angolo) sia introdotto attraverso la preposizione from. Quest’uso, sebbene possibile marginalmente anche in italiano (cf. un angolo da parte di Beckham), è frequente nel Football English (vedi anche (24a)) e andrà confrontato con le altre opzioni disponibili: (36) l’espressione dell’agente di un’azione grammaticalmente resa con un sostantivo a. NP + from: another corner from Beckham b. NP + by-phrase: a corner by Seth Johnson c. NP’s NP: Stephen Carr’s shot (cf. (24a)) d. NP NP: a Quinn effort Esempi ulteriori del tipo (36a) sono offerti in (37)-(40): (37) a. b. (38) a. b. (39) a. b. (40) a. b. alert defending from Gary Pallister una difesa attenta da parte di Gary Pallister Chelsea restart and will brace themselves for an onslaught from the Italian side il Chelsea riparte e si prepara per un assalto da parte della squadra italiana poor handling and kicking from Mark Bosnich azioni inefficaci con le mani e i piedi di Mark Bosnich two goals from Dwight Yorke due gol di Dwight Yorke 19 In (37a), (38a) e (39a) l’agente di eventi che non coinvolgono direttamente e/o necessariamente il moto della palla è espresso attraverso un sintagma preposizionale introdotto da from. In (40a) l’entità responsabile per il risultato di un’azione che riguarda la palla (un gol) è codificato in modo analogo. Ciò che sottende la possibilità d’uso di from in questi esempi è la concettualizzazione delle azioni come eventi (E) che scaturiscono da entità (A per agente), secondo la rappresentazione schematica data nella Figura 2. Figura 2. Eventi come entità emesse Un fattore che contribuisce all’utilizzo di from è la natura stessa del gioco del calcio che coinvolge primariamente la dimensione spaziale. Ci possiamo quindi aspettare l’uso della preposizione from per introdurre il punto d’origine del moto della palla. In altre parole, a ball from X (dove X sta per un giocatore arbitrario) indica contemporaneamente l’agente dell’evento collegato (un tiro) e il punto (spaziale) di origine del moto della palla. A ciò si deve aggiungere, poi, il meccanismo della metonimia, per cui un “tiro” o un “gol” stanno, attraverso l’indicazione della traiettoria o del risultato, per il cambiamento di posizione della palla. La spazializzazione delle azioni è pertanto potenzialmente duplice, fondandosi su un meccanismo metonimico (es. “cross” per “palla”) e di re-interpretazione spaziale dell’agente (l’agente come origine dell’azione e punto nello spazio). L’osservazione fondamentale riguarda il fatto che la spazializzazione delle azioni sia estesa anche a eventi del tipo di quelli marcati in corsivo in (37a), (38a) e (39a). Defending, onslaught e handling and kicking sono costruiti come eventi che hanno origine e si allontanano da un agente. Del resto, costruzioni come give somebody a kick mostrano, attraverso l’uso del verbo dativo give, che il parlante può riferirsi ad azioni come entità che vengono trasferite (“date”). L’ambiguità implicita nella preposizione from, che indica per l’appunto sia un agente che un punto di origine spaziale, fa sì che una struttura come: (41) a good save from X sia interpretabile solo in base ad altri elementi della frase (es. verbi come bring in (43)) o a informazioni contestuali (es. sappiamo che X (non) è un portiere). Infatti, (44) può significare sia “un buon salvataggio fatto da X” sia “un buon salvataggio fatto su tiro di X” Nel primo caso, from introduce un agente che non corrisponde a un punto nello spazio fisico (il punto da cui ha origine il 20 moto della palla), bensì a un punto nello spazio metaforico in cui le azioni sono costruite come entità trasferibili. Nel secondo caso, invece, from introduce l’agente come punto nello spazio fisico, cioè come origine del moto della palla. Esempi del primo tipo sono riprodotti in (42)-(43), un esempio del secondo tipo è (44). (42) a good save from Thomas Sorensen [Sorensen è un portiere] (43) Juninho brought a diving save from Westerveld (44) Sorensen made two fine saves from Henry Come è stato messo in evidenza in (36), un agente può essere espresso non solo utilizzando la preposizione from (o by), ma anche attraverso un bare nominal che preceda il sostantivo indicante l’azione. Per esempio: (46) a 30-yard Peter Beagrie shot (47) Vieira wasted another Henry cross (48) a couple of Patrick Berger long shots Si noterà che la struttura NP1 NP2, dove NP1 si riferisce all’autore di NP2, è preceduta da un articolo o espressione indefinita (a, another, a couple of). Inoltre, tale struttura non implica affatto che l’azione in questione sia compiuta in un modo particolare, tipico di un giocatore. In (47), per esempio, Henry cross sta semplicemente per un cross eseguito da Henry, senza alcuna sfumatura secondo cui il cross sarebbe stato fatto “alla Henry” (ipotizzando che Henry sia famoso per un modo particolare di effettuare tiri crossati). Ciò distingue espressioni del tipo (46)-(48) da sintagmi come Down syndrome (variante di Down’s syndrome) dove il nome proprio qualifica il nome testa. L’uso della struttura NP1 NP2 è probabilmente dovuto allo stile sintetico del linguaggio giornalistico; nondimeno, esso differisce da espressioni come the latest Madonna film perché, nel caso di (46)-(48), NP2 è una nominalizzazione e NP1 un agente. 5.5. Ancora sui verbi di MANO 21 Ritornando ai verbi di MANO in §5.1, va osservato che tip, dalla designazione di un colpo realizzato con la punta delle dita, può passare a indicare, più generale, un “colpo leggero” (comunque parte del significato precedente) effettuato sia con il piede che con la testa, come illustrano gli esempi seguenti da Ragazzini (1998): (49) a. b. (50) a. b. with a timely header he tipped the shot over the bar con un tempestivo colpo di testa alzò la palla sopra la traversa tip the ball to a teammate toccare per (o passare a) un compagno di squadra In (26a) abbiamo il verbo-MANO palm, che si riferisce per l’appunto a una respinta effettuata con il palmo della mano. In (26a) andrà notata anche la costruzione do well to + infinito, solitamente utilizzata per riferirsi al successo del portiere nell’evitare il gol (un’eccezione è (56)). Alcuni altri esempi sono riportati in (51)-(53): (51) a. three minutes later De Goey again did well to hold out a Veron shot that bounced just in front of him b. tre minuti dopo De Goey controllava di nuovo bene su un tiro di Veron che gli era rimbalzato proprio davanti (52) a. the Turkish goalkeeper Rustu Recber … did well to raise himself off the ground to touch aside Kennet Andersson's swirling drive from some distance. b. il portiere turco Rustu Recber … si alzò bene da terra e mise a lato la gran botta ad effetto da lontano di Kennet Andersson (53) a. Gerrard does well to get inside the Ukraine area, spurns the chance for a one-two with Shearer and goes for the shot, but it is easy for Kernozenko b. Gerrard penetra bene nell’area degli ucraini, crea un uno-due con Shearer e batte a rete, ma è una palla facile (da parare) per Kernozenko Come si vede dalle traduzioni offerte, il significato dell’espressione considerata è quello di ‘fare bene’ l’azione menzionata dal verbo introdotto dal complementatore to, poiché è ovvio, per 22 esempio, che un portiere faccia bene a respingere una palla pericolosa (il significato letterale degli esempi in (51)-(52)). Per concludere questa sezione, consideriamo il verbo-MANO pouch in (54a): - pouch (parare) (54) a. David Seaman went to the interval having made a single save, comfortably pouching a Quinn effort b. David Seaman andò negli spogliatoi con un solo salvataggio al suo attivo, quando aveva parato agevolmente un tentativo di Quinn Il verbo pouch proviene dal cricket, dove si riferisce alla presa della palla nella mano, dimostrando così che il linguaggio di altri sport può influenzare il Football English (vedi Leith (1998: 15)19). Infine, va sottolineato che il verbo pouch in (54a), oltre a essere un prestito da un altro sport, è basato su una metafora, perché prendere la palla è paragonato a mettere qualcosa in borsa (pouch, per l’appunto). 6. I verbi-PIEDE e l’uso direzionale intransitivo dei verbi causativi Dopo aver considerato i verbi che si riferiscono alla TESTA, PETTO e MANO rimangono quelli relativi al PIEDE, vedi (55)-(58). Per quanto riguarda invece la GAMBA troviamo solo to knee, che però si riferisce all’azione del colpire con una ginocchiata un avversario e non la palla; per questo è ignorato nella mia analisi. Forme come *to shin (colpire con lo stinco), *to thigh (colpire con la coscia), *to leg (colpire con la gamba) non occorrono. - right-/leftfoot (usato al passivo come right-/leftfooted col significato di ‘colpito di destro/sinistro’) 19 Sempre dal cricket abbiamo: outfield players e cricket scores. Il primo termine indica i giocatori in campo oltre al portiere (outfield nel cricket si riferisce al settore del campo più lontano dal battitore), mentre il secondo termine equivale all’italiano ‘punteggio tennistico’ e dipende dal fatto che nel cricket si raggiungono punteggi elevati. Dal tiro derivano target (‘bersaglio’), legato al tiro con l’arco, e to miss a sitter (‘mangiarsi un gol’). Sitter si riferisce alle papere a cui si spara col fucile. Il canottaggio dà strike rate (‘media gol’) e indica il numero di colpi del vogatore. Grandstand finish (‘finale travolgente’) è legato all’ippica: grandstand è la tribuna coperta dell’ippodromo. Il pugilato contribuisce con to lack punch up front (‘non essere aggressivi in avanti’), punch è il pugno, e heavyweight (‘peso massimo’, usato con riferimento a una squadra molto forte). To parry (‘parare’) deriva dalla scherma. Dal drive del golf si ha chip in with a drive (‘infilare dentro con una fucilata’). Dagli scacchi deriva spalmate (‘stallo’), per riferirsi a partite giocate senza vivacità. L’espressione level peg (‘pareggiare’), infine, si riferisce alla pratica di segnare i punti con picchetti in alcune varietà del cricket. 23 (55) a. the free kick is curled by Kennet Andersson, right footed and curling into De Wilde's near post b. la punizione battuta di destro da Kennet Andersson con un tiro arcuato finisce sul palo più vicino - sidefoot (colpire d’esterno) (56) a. Jonk’s pass on to Alexandersson gave the Swede the room to sidefoot low across Ian Walker and into the net. b. il passaggio di Jonk ad Alexandersson dava spazio allo svedese per colpire d’esterno con un tiro basso che andava oltre Ian Walker e terminava in rete - backheel (colpire di tacco) (57) a. he back-heels for Neville to reach the by-line and cross for Shearer, but his header goes wide with 'keeper Baia beaten b. colpisce di tacco per Neville che si porta sulla linea laterale e crossa per Shearer, ma il suo tiro di testa finisce fuori pur avendo spiazzato il portiere Baia - hoof (strappar via la palla) (58) a. b. Babayaro hoofs it away from Inzaghi Babayaro strappa via la palla a Inzaghi. Ancora una volta andrà messa in luce la maggiore sinteticità della lingua inglese rispetto all’italiano come testimoniato dalle traduzioni. Va infine notato che hoof in (58a) è basato su una metafora, perché l’azione compiuta col piede da Babayaro è considerata, per la sua intensità, come quella fatta da chi avesse uno zoccolo (hoof in inglese). Per concludere questa sezione rimangono da considerare due casi, esemplificati in (59) e (60): (59) a. b. again Henry is in, this time thanks to Zidane's gentle nudge through Henry colpisce di nuovo a rete, questa volta grazie a un leggero tocco filtrante di Zidane 24 (60) a. the Italian midfielder shapes to hit with his left, then cuts back onto the right and gently scoops the ball into Marchegiani's hands from 20 yards b. il centrocampista italiano si coordina per tirare col sinistro, ma poi si porta indietro sulla destra e da diciotto metri alza debolmente con una cucchiaiata il pallone che finisce tra le braccia di Marchegiani Il verbo e il sostantivo nudge (vedi (59)) si riferiscono solitamente a un colpetto effettuato con il gomito, quindi potrebbero essere considerati afferenti alla categoria BRACCIO. (59a) illustra, però, come il termine nudge possa essere spogliato dell’indicazione relativa alla parte del corpo per essere utilizzato soltanto nella descrizione della forza con cui viene effettuato un tiro: un tiro debole non fatto con il gomito ma come se si usasse il gomito. Questo procedimento è affine, ovviamente, al meccanismo che legittima l’uso delle LIKE change constructions (ovvero il meccanismo metaforico), prese brevemente in esame in §1. La differenza tra l’esempio con nudge e una vera e propria LIKE change construction consiste nel fatto che, nel primo caso, l’elemento di paragone nella descrizione dell’intensità del tiro appartiene al corpo del giocatore, mentre nel secondo caso esso appartiene a un’entità diversa. Un esempio del secondo tipo è scoop(s) the ball in (60a), dove il tiro del giocatore è ricorda il movimento che si potrebbe fare con un cucchiaio. (60) contiene un’altra struttura che merita attenzione, precisamente l’uso direzionale intransitivo del verbo di cambiamento di stato cut. La lingua inglese non solo permette di combinare un verbo di modo di moto con un sintagma direzionale, ma consente anche di impiegare alcuni verbi causativi come verbi di moto. Ciò è possibile perché i verbi in questione sono associati nel loro uso a scenari di movimento, come è evidente in (61): (61) a. b. The surgeon cut into the body. The burglar broke into the house. Si noti come i verbi cut e break siano detransitivizzati, cioè come non venga espresso in forma di complemento oggetto l’entità colpita (body in (61a) o una finestra, per esempio, in (61b)). L’entità colpita può essere codificata come complemento preposizionale, vedi (61a), o inferita attraverso di esso, vedi (61b). In (61a), tagliare il corpo equivale a muoversi lungo di esso; il verbo cut designa contemporaneamente un’interazione in termini di forze (cambiamento di stato del corpo) e un movimento (lungo il corpo). Allo stesso modo, break in (61b) può essere concettualizzato sia come indicante una forza (il ladro rompe per esempio una finestra) sia come un verbo di movimento (il ladro entra nella casa). La seconda possibilità nasce dal legame causale (o strumentale) esistente tra 25 l’azione del rompere e l’azione dell’entrare. In (61b), però, a differenza di (61a), l’entità colpita (per es. una finestra) è in una relazione di parte-tutto (o relazione metonimica) con il complemento preposizionale (la casa). 7. Traiettoria, forza e velocità In §2 e §5 ho considerato l’espressione verbale o nominale dell’interazione tra giocatore e palla nel caso in cui tale espressione codifichi la parte del corpo utilizzata dal giocatore per colpire la palla. Può darsi anche il caso che il verbo (o il nome) implichi primariamente la forza con cui l’azione è compiuta (si veda la discussione relativa a tip, esempi (49)-(50)), la traiettoria o la velocità associata alla palla. Nella discussione seguente prenderò in esame per lo più verbi (perché più frequenti), sebbene considerazioni analoghe valgano per i sostantivi collegati. Pertanto, quando parlerò di diverse classi di verbi, mi riferirò in realtà anche a diverse classi di sostantivi. E’ utile distinguere due casi principali: verbi che designano la traiettoria della palla e verbi che designano la forza o velocità associata con la palla. Ovviamente la distinzione non è sempre netta ma è piuttosto, per ricordare uno dei capisaldi della Grammatica Cognitiva, “a matter of degree”. In altre parole, i due casi menzionati rappresentano i poli di un continuum che, vedremo, ha come punto intermedio i verbi che codificano l’inizio del moto della palla. Più in particolare, il moto della palla può essere descritto attraverso verbi o nomi che focalizzano (a) la traiettoria della palla come moto “balistico” (a parabola o, in generale, ad effetto), (b) la traiettoria della palla rispetto ai giocatori, (c) il moto della palla nella sua fase finale rispetto a un punto di possibile contatto (con le varianti, pertanto, moto finale con contatto e moto finale senza contatto), (d) l’inizio del moto della palla attraverso (d’) la codificazione del modo in cui la palla viene colpita o attraverso (d’’) l’indicazione della forza (e velocità) esercitata su di essa. Pertanto, (d’) sta tra (a-c), i termini relativi alla traiettoria, e (d’’), che indica il modo di moto. Per motivi di spazio e poiché, a questo punto della discussione, le particolarità sintattiche del Football English oggetto del mio studio sono state già messe in rilievo, mi limiterò di seguito a fornire un solo esempio per ciascun gruppo di verbi indicanti traiettorie, forza o velocità. 7.1. Moto balistico 26 Il moto della palla può essere descritto enfatizzando (1) la sua traiettoria parabolica o (2) l’effetto che il giocatore imprime alla palla. Esempi del primo tipo, vedi (62), riguardano il verbo cross (‘crossare’), i verbi curl, loop, loft, che indicano un tiro a parabola alta, e, infine, lob e chip che designano un pallonetto. Esempi del secondo tipo, vedi (63), sono bend (che designa sì un moto parabolico, ma anche, più in generale, un moto ad effetto), swerve (‘piegarsi’), skew (‘tirare obliquamente’). (62) a. Sucker […], on the volley, lobbed the advancing goalkeeper from the left-hand edge of the area b. Sucker, sul tiro di prima, superò con un pallonetto dal lato sinistro dell’area il portiere che si era portato in avanti (63) a. b. from Dennis Wise’s astute cross he skewed narrowly wide sull’astuto cross di Dennis Wise tira obliquamente di poco a lato 7.2. La traiettoria rispetto ai giocatori Il moto della palla è ovviamente definito implicitamente rispetto al campo di gioco e ai giocatori. Il moto rispetto al campo di gioco non è altro che la descrizione della traiettoria della palla considerata nel sottoparagrafo precedente. Va da sé che la traiettoria “balistica” della palla (il pallonetto, la parabola, il tiro a rientrare (in inglese inswinger)) può essere specificata ulteriormente menzionando uno o più giocatori (a chip over the goalkeeper, the midfielder curled the ball around the wall). In alcuni casi, però, il moto della palla è definito primariamente in riferimento ai giocatori; è il caso dei verbi di penetrazione squeeze e slide. Un esempio è dato in (64). (64) a. b. he squeezed in a cross which Inzaghi bundled over from close range infilò dentro [l’area] un cross che Inzaghi insaccò da distanza ravvicinata 7.3. Il moto finale della palla Altri termini possono riferirsi al moto finale della palla rispetto a un riferimento. Quando consideriamo la parte finale della traiettoria della palla è utile distinguere tra contatto e mancanza di 27 contatto con il punto di riferimento. Nel secondo caso abbiamo verbi come skim, graze, singe e brush (tutti indicanti l’evento dello sfiorare): (65) a. b. the ball brushed over the bar il pallone sfiorò (o lambì) la traversa. (da Ragazzini (1998)) Nel caso di contatto con il riferimento possiamo distinguere tra verbi che enfatizzano il rimbalzo che segue al contatto, come bounce (vedi (66)) e ricochet, e verbi che indicano semplicemente un contatto, come clip. (66) a. b. allowing the ball to bounce off his arms and past him lasciando rimbalzare la palla via dalle sue braccia e facendola finire oltre di lui Al tipo clip appartiene anche il sostantivo centre incontrato negli esempi (13) e (15). Esso designa infatti il punto finale della traiettoria, la posizione al centro (per esempio dell’area) che il pallone raggiunge. I verbi che indicano il moto finale con contatto della palla possono specificare anche l’intensità con cui viene colpito il riferimento, evocando, di riflesso, un possibile effetto sonoro, come nel caso di thump, smash e crash: (67) a. b. the ball smashed into the six-yard box la palla si schiantò nell‘area piccola 7.4. L’inizio del moto della palla Il parlante può utilizzare anche termini che si riferiscono all’inizio del moto della palla, focalizzando o il modo con cui la palla è colpita o la forza (e/o velocità) impressa alla palla. Esempi del primo tipo, relativi al controllo della palla, sono volley (‘calciare al volo’) e charge down (‘mettere giù (la palla)’). Alcuni verbi relativi a velocità e/o forza sono squirt (‘schizzare’), tap (‘colpire con leggerezza’), flick: (68) a. b. who neatly flicked into the net over the advancing Shay Given che mise in rete con un tocco leggero e preciso superando l’avanzante Shay Given 28 La forza con cui la palla è colpita può anche essere espressa metaforicamente. Un tiro può essere analizzato come la liberazione di una forza – è il caso di unleash (‘liberare, scaricare’) e thunder (‘sfoderare un colpo secco’) - o come il risultato dell’uso di uno strumento – è il caso di lash e whip (letteralmente ‘frustare’), drill (letteralmente ‘trapanare’), rifle e fire (letteralmente ‘sparare’), cannon (letteralmente ‘colpire con un cannone’), rocket (‘colpire imprimendo alla palla la velocità di un razzo’). Un esempio è offerto in (69): (69) a. b. Juninho lashing in a third right on time as United hung on Juninho scaraventando dentro il terzo gol proprio sullo scadere mentre il Manchester teneva duro 9. Conclusioni In questo lavoro ho descritto alcuni aspetti del Football English quali la sinteticità modale e l’analiticità risultativa, la possibilità di oggetti nulli, l’impiego di verbi di emissione, la metonimia, la pseudo-finalità e alcuni usi particolari delle preposizioni (from in §5.4). Di particolare importanza, per la grammatica dell’inglese in generale, è la proposta che il licenziamento degli oggetti non-sottocategorizzati nelle costruzioni cambiamento dipenda da due fattori: la presenza di un verbo di emissione e l’esistenza di una relazione metonimica. Ovviamente rimangono molti altri campi di indagine, quali la morfologia (si ricordino le forme Hoddled, Nat Lofthoused into the net e Wimbledoned up front citate nell’introduzione), l’uso della metafora (cui si è accennato soprattutto in §7.4), le strutture dell’oralità (vedi Beard (1998: 69-82) per alcune osservazioni) e tutte quelle aree non riguardanti direttamente la descrizione delle azioni del gioco del calcio, quali il linguaggio dei media, dei tifosi, dei giocatori sul e fuori dal campo. Riferimenti bibliografici Baker, Mark, 1988, Incorporation: A Theory of Grammatical Function Changing, University of Chicago Press, Chicago. Barisone, Ermanno, 1994, “Storia della lingua inglese”. In: Marenco, Franco (a cura di), Guida allo studio della lingua e della letteratura inglese, il Mulino, Bologna: 23-41. 29 Beard, Adrian, 1998, The Language of Sport, Routledge, London. Broccias, Cristiano, 2000, “How Many Resultatives Constructions are there in English?”. Contributo presentato a Linguistics and the English Language, Università di Tolosa, 79.07.2000. Goldberg, Adele, 1995, Constructions: A Construction Grammar Approach to Argument Structure. The University of Chicago Press, Chicago. Jackendoff, Ray, 1990, Semantic Structures, The MIT Press, Cambridge, MA. Lakoff, George, 1987, Women, Fire, and Dangerous Things. The University of Chicago Press, Chicago. Langacker, Ronald, 1987. Foundations of Cognitive Grammar. Vol. 1: Theoretical Prerequisites, Stanford University Press, Stanford. Levin, Beth, 1993. English Verb Classes and Alternations. The University of Chicago Press, Chicago. Leith, Alex, 1998, Over the Moon, Brian. The Language of Football. Boxtree, London. Massam, Diane, 1990, “Cognate Objects as Thematic Objects”. Canadian Journal of Linguistics 35: 161-190. Napoli, Donna J., 1992, “Secondary Resultative Predicates in Italian”. Journal of Linguistics 28: 53-80. Nedjalkov, Vladimir (a cura di), 1988. 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Cambridge University Press, Cambridge: 57-149. 30 V O CP struttura sintattica V O (IN) CORNER CROSS GOAL CHANCE TEAM valore del moto della palla fine del moto della palla causa del moto della palla moto della palla squadra che beneficia del moto della palla rapporti metonimici BALL Figura 1. Rapporti metonimici e costruzioni cambiamento A E Figura 2. Eventi come entità emesse 31 CRISTIANO BROCCIAS Grammatica e Football English Lo scopo di questo articolo è duplice: da una parte esaminare alcune strutture e processi grammaticali tipici del Football English (inteso qui come la varietà della lingua inglese impiegata nella descrizione delle partite di calcio) e, dall'altra, porre tali strutture e fenomeni in relazione alla grammatica della lingua inglese in generale. L'analisi del Football English riguarda, in particolare, i verbi (e i nomi) che indicano con quali parti del corpo viene colpita la palla o che denotano la traiettoria, forza o velocità associata alla palla, gli oggetti combinabili con tali verbi, l'espressione dell'agente nelle nominalizzazioni e la sequenzialità temporale. Da un punto di vista generale, sono messi in luce l'importanza della nozione di "costruzione cambiamento", il concetto di oggetto nullo, il meccanismo metonimico, la spazializzazione delle azioni energetiche, la codificazione come focalizzazione e la pseudofinalità. The aim of this article is twofold: on the one hand, to investigate some structures and grammatical processes typically associated with Football English (defined here as the variety of the English language used in the description of football matches) and, on the other, to relate such structures and processes to the grammar of the English language in general. The analysis of Football English deals, in particular, with verbs (and nouns) that either specify what part of the body is used to hit the ball or denote the path, force or speed associated with the ball, the variety of objects that can be combined with such verbs, the realization of the agent with nominalized actions, and temporal sequencing. As far as general English is concerned, I focus on the notion of "change construction", the concept of null object, metonymy, the spatialization of energetic actions, codification as focalization, and pseudo-purpose clauses. 32