Nessuna voce trovata per il sommario.1 11 Editoriale La nostra copertina vede protagonisti quattro giovani astri della popcultura che sta sempre più prendendo piede al giorno d’oggi. Si chiamano Ics, Generazione Subliminata, V-Mab e Damp Trouble: diversi per genere musicale ma dotati di indubitable talento. Due parole: GENERATION FUTURE. Questo mensile n°0 è un prototipo di rivista musicale tutta made in Italy, realizzata da un gruppo di cooperatori a cui piace guardare al futuro. Ci piace immaginare oggi quelli che saranno i possibili fenomeni del domani. Ics, stella bolognese, uscita dall’ultima edizione di X Factor, con un potenziale riconosciutoli non soltanto dalla giuria e dal pubblico, ma anche da tutto il rap italiano. Quindi Generazione Subliminata e V-Mab, giovani rapper meno conosciuti ma che stanno popolando la scena cittadina. Ma non ci sono solo loro. I nostri riflettori vanno a illuminare anche una promettente hard rock band bolognese che cerca di farsi largo fra le altre concorrenti cittadine, ma che mantiene sempre un profilo umile e fonda la propria musica più sul divertimento che sull’ambizione. Ecco allora quattro ritratti di alcune rising stars della scena musicale bolognese, che abbiamo voluto intervistare per offrire ai nostri futuri lettori un approfondimento più specifico sulle leve della nuova generazione musicale. Forse ,infatti, è vero che nella musica, come nella vita, serve esperienza per vincere. Quello che conta oggi, pero, è il futuro, che domani è già presente. Per immaginarvi come sarà, potete semplicemente sfogliare le prossime pagine. Paolo Sasdelli Indice Editoriale pag 3 Conoscendo V-mab pag 7 Storia di una “generazione”: intervista a Billo pag 9 Quattro chiacchiere con i Dump Trouble pag 11 Dalla provincia a X Factor: la storia di Ics pag 13 V-mab: “Non mi imponevo nel gruppo. Ho deciso di tuffarmi nel rap.” Erika: Come è nata l’idea di fare musica? V-mab: Tutto è iniziato quando avevo circa dieci anni: ascoltavo sempre la musica, ma non pensavo che il rap mi sarebbe piaciuto così tanto. Mi piaceva soprattutto la capacità dei rapper di fare milioni di rime in modo così spontaneo, così ho deciso di provare anche io! Inizialmente componevo piccolo frasi, poi con il tempo ho iniziato a comporre strofe vere e proprie. E: Quali sono gli argomenti delle tue canzoni? V: Mi piace molto trattare temi di attualità, ma non ciò che leggo sui giornali o vedo ai telegiornali. Mi piace ciò che mi accade quotidianamente, perchè non voglio essere scontato; ad esempio ho composto una Canzone basata sulla giornata di uno studente del galvani. E: La tua prima canzone quando l'hai scritta? V: Direi intorno attorno ai 14 anni. Erano appena iniziate le superiori ed io non avevo amici, non riuscivo a impormi nel gruppo, cosi, preso dallo sconforto, ho pensato che il rap potesse essere la giusta via per uscire da un brutto momento della mia adolescenza. E: Dai più importanza al testo o alla base musicale? V: Dipende principalmente da ciò che voglio trasmettere. Se ritengo che abbia più importanza il testo allora creo una base meno orecchiabile cosi che l'ascoltatore si concentri di più' sulle parole e sul loro significato. E: Hai mai fatto concerti? V: Si! Molti in realtà. Alcuni di poca importanza solamente con alcuni amici, altri invece molto più appaganti come quello fatto il 7 dicembre 2012 in cui mi è stato chiesto di aprire il concerto per due rapper molto famosi: Gamon e Bassi. Un'emozione unica. E: Comporre canzoni comporta anche una spesa economica? V: Si! Una volta deciso il testo e la base musicale bisogna registrare. Fortunatamente al giorno d'oggi ci sono molte case discografiche e quindi il prezzo è sceso. Solitamente, registrare per un'ora costa intorno ai 15~20 euro. E: I tuoi genitori cosa ne pensano? V: Loro sono felici di questa mia passione; tuttavia preferiscono, naturalmente, che io continui gli studi. In tutti i modi non hanno mai cercato di ostacolarmi. E: Pensi che possa essere in futuro ciò che ti darà da vivere? V: Lo spero. Il rap è la mia vita e se riuscissi a ricavarne un profitto, ne sarei molto felice. E: Sogno nel cassetto? V: Vivere di rap, diventare famoso e fare un tour internazionale. Di Erika Falasca Generazione Subliminata: “L'idea di far musica è nata dalla passione per essa, tutto qua.” Federica: Com è nato il vostro gruppo? perché questo nome?” Billo: Il nostro gruppo nasce da una forte passione per il genere musicale che pratichiamo, l'hip-hop. eravamo un gruppetto di amici che si divertiva a fare rime ai giardini margherita, quando un giorno abbiamo deciso di fare le cose seriamente, formando appunto la "Generazione Subliminata". Generazione Subliminata, eco di una generazione che si ritrova senza una precisa coscienza di sé, continuamente bombardata dai discutibili valori propinati da questo culto dell’esteriorità, che recentemente sembra essersi impossessato della nostra società. F: Potete farci una breve presentazione di ognuno di voi e di come vi siete divisi i ruoli all'interno del gruppo? B: Il gruppo è formato da 4 componenti e tutti hanno gli stessi diritti e lo stesso valore all'interno di esso. partiamo da me, io sono Jacques, e sono un mc ( maestro di cerimonia). mi sono fatto riconoscere nell'ambiente soprattutto in quanto freestyler ovvero, improvvisatore di rime. poi c'è Rectone, anche lui mc, ma anche beatmaker ovvero colui che crea le basi su cui noi scriviamo le nostri canzoni. poi c'è Quaint (mc) ed anche Spasib (mc). F: Com è nata l'idea di far musica? B: L'idea di far musica è nata dalla passione per essa, tutto qua!!! F: Fate dei concerti? B: Fortunatamente facciamo molti concerti! abbiamo avuto la possibilità di suonare in tutti i locali più importanti a Bologna! F: Qual è stato il vostro più bello? B: Il più bello direi che è stato un concerto fatto all'arteria in apertura ad un artista romano che si chiama Jhonny Roy. F: Da cosa prendete spunto per le vostre canzoni? B: Dalle cose che ci succedono quotidianamente, dai nostri problemi, dalle tensioni, dalle cose positive e negative che ci circondano insomma! F: Voi come vi vedete tra dieci anni? B: Tra 10 anni ci vediamo come ora senza un soldo ma con una solida passione per questo genere musicale. F: Avete progetti per il futuro? B: Adesso stiamo girando il video di una traccia estratta dal nostro ultimo cd uscito qualche mese fa intitolato "errore ortogonale" e intanto stiamo progettando un disco nuovo! F: Cosa pensate dell'hip hop italiano e americano? B: Dell'hip hop italiano preferisco non parlare, perchè la situazione è davvero paradossale e non ho voglia di farmi il sangue amaro per questo! per quanto rigyuarda l'hip hop americano posso dirti che è fondamentale per la crescita di un mc e che a tutti noi è servito molto e ci ha dato grandi emozioni soprattutto quando abbiamo avuto la possibilità di vedere degli americani rappare dal vivo! Di Federica Aliberti Dump Trouble: “L’esibizione sul palco, qualunque esso sia, è sempre una cosa spettacolare.” Maria Chiara: com'è nato il vostro gruppo e dove vi siete conosciuti? che strumenti suonate? Damp Trouble: I Damp Trouble sono nati quando io, Luca Fiorito (Fiore), mi sono ritrovato ad agosto 2011 con un amico di vecchia data, Elia Lazzari (Elius). Casualmente ci siamo incontrati ad un campo dove abbiamo passato una settimana a suonare; da lì l'idea di mettere su un gruppo. Abbiamo iniziato subito a provare noi due nella saletta sotto Chiesa Nuova (che usiamo tutt'ora), e poco dopo si sono uniti al gruppo Simone Troccoli (Trocci), batterista dell'ex gruppo di Elia, e Davide Franceschelli (Frank), bassista (anche lui dell'ex gruppo). Per quanto riguarda la voce abbiamo avuto una vita movimentata, perchè in tutto l'abbiamo cambiata due volte: inizialmente cantavo io, ma successivamente mi sono accorto che sarebbe stato meglio dedicarmi solo alla chitarra come Elia, quindi per circa un anno la voce è stata l'Arianna Berardi (Ari). Abbiamo suonato tanto in questo periodo, però purtroppo recentemente lei ha deciso di cambiare genere lasciando quindi il gruppo; all'inizio è stato il panico, ma abbiamo trovato in fretta un'altra talentuosa cantante, Matilde Lotti (Mati). Lo stesso vale per il bassista: infatti il buon Frank, dopo qualche tempo ha deciso di abbandonare il gruppo. Anche in questo caso ci siamo trovati un attimo spiazzati, ma senza esitare Francesco Menarini (Mena) è entrato subito riportando una composizione stabile! Al momento quindi la composizione dei Damp Trouble è la seguente: Matilde Lotti: Voce principale e Violoncello; Francesco Menarini: Basso e Cori; Simone Troccoli: Batteria; Elia Lazzari: Chitarra; Luca Fiorito: Chitarra, Cori e Violoncello. M: Come vi sentite quando vi esibite sul palco? DT: L'esibizione sul palco, qualunque esso sia, è sempre una cosa spettacolare! E' il momento in cui veniamo davvero ripagati di tutti gli sforzi fatti in saletta: durante il concerto siamo immersi in ciò che facciamo, esistiamo solo noi e la musica. Possiamo far trasparire tutto ciò che vogliamo da lì, ed è questa la vera forza della sinergia musicale; sicuramente quando siamo sul palco siamo davvero carichi! Suonare in pubblico in generale dà davvero una carica enorme, e sicuramente il genere che facciamo contribuisce a rinforzare questa cosa! E ovviamente, l'importante rimane sempre il divertirsi: non capiamo davvero quei gruppi che si esibiscono con una gran paura di sbagliare e che pensano solo a suonare bene; crediamo che la perfezione non stia nella tecnica, certo anche quella serve, ma la passione è quella che conta! Inoltre personalmente mi diverto sempre un sacco con il pubblico, poichè anch'esso è fondamentale! Non ci sarebbe un buon concerto se non ci fosse un gran bel pubblico attivo con molta voglia di divertirsi!! M: Quando pensate a voi, la musica e il futuro, cosa vi viene in mente? DT: Sinceramente non ci pensiamo troppo, se no ci viene da demoralizzarci! No dai, a parte gli scherzi, è un mondo troppo difficile per poter fare qualunque tipo di pensiero futuro, servono davvero tante qualità e situazioni favorevoli per poter fare strada seriamente. Al momento pensiamo a goderci il presente suonando il più possibile in giro, e intanto siamo sicuri che questa componente della nostra esistenza non verrà a mancare mai o, se par qualche sfortunato motivo non manterrà la stessa forma, siamo almeno sicuri che nella nostra vita faremo musica! M: Avete concerti in programma? DT: avete concerti in programma? Ebbene si, dopo un periodo di pausa dato dalla ricerca della nuova voce finalmente torneremo sul palco il prossimo 4 Maggio alle 21.30 alla sagra di Chiesa Nuova in via Murri. Ovviamente entrata gratuita, e possibilità per chi vuole di crescentine e bar; non mancate mi raccomando! Comunque per chi fosse interessato, potete seguirci su facebook, twitter e su www.damptrouble.com. Di Maria Chiara Sghinolfi Ics: “Credo che non ci fosse una sola persona che credesse in me.” Entrare in una trasmissione come X Factor 6 da perfetto sconosciuto (o quasi) ed uscirne con la gente che ti ferma e ti chiede l’autografo è un’esperienza unica. La stessa che ha vissuto Alessandro Grimaldini in arte Ics, così come tutti hanno imparato a conoscerlo. Abbiamo incontrato questo ragazzone bolognese a Gru Village, lo spazio musicale allestito dal centro commerciale Le Gru a margine dello spettacolo ‘Xfactor a Winter Le Gru’, nel corso del quale si è esibito al fianco di altri concorrenti della trasmissione. Prima di salire sul palco ci ha concesso questa intervista. Alessandro, fin dai primi provini per X Factor 6 è emersa una tua grande determinazione e la voglia di emergere, quasi fosse uno spirito di rivalsa nei confronti di chi non credeva in te. Ma davvero c’è tutto questo scetticismo nei tuoi confronti? Credo che non ci fosse una sola persona che credesse in me. All’inizio solo Morgan ha dimostrato di voler scommettere nelle mie capacità. Credo che dopo il primo provino nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di me. Per essere onesto nemmeno io. Mi sono presentato con un atteggiamento che avrebbe potuto dare fastidio, quello di una persona che odia il prossimo per essere stato trattato male in passato. Quindi mi sono presentato ai provini con un armatura preventiva. Mi sono detto: se faccio lo “stronzo” io per prima, forse gli altri dovranno rispettarmi. Poi il tuo atteggiamento è cambiato… In effetti nel momento in cui Morgan ha saputo guardare all’interno della mia armatura, mi sono reso conto che non avevo più nulla da temere e sono diventato l’Ics di sempre, quello che ha piacere di stare con la gente. Il fatto di esserti presentato con il nome d’arte Morgan Ics aveva come obiettivo quello di intenerire il giudice omonimo? Ma no. In effetti era da qualche tempo che usavo questo nome e al di là di tutto l’ho scelto semplicemente perché mi piaceva. Il fatto che Morgan fosse giudice non c’entra assolutamente nulla. E l’idea di “cancellarlo” per lasciare solo Ics a chi è venuta? È venuta dopo un confronto con il giudice e per evitare un caso di omonimia. In trasmissione sarebbe stato difficile capire di chi si stesse parlando. Cosa è cambiato in questi ultimi due mesi nella tua vita? Tanto, se non tutto. Ero un ragazzo comune che non veniva considerato, mentre oggi sono conosciuto e fermato per strada. E’ una grande soddisfazione ricevere complimenti, richieste di foto e di autografi. Molta gente mi ha preso come esempio di tenacia, perché ha visto in me uno di loro, che è riuscito a raggiungere un piccolo obiettivo, grazie all’impegno e alla costanza. Penso di essere un esempio pratico del detto: crederci ripaga sempre. Nell’intervista di presentazione a X Factor hai detto che vorresti aver vissuto gli anni ’70 da cosa deriva questa aspirazione? Ics: Perché credo che dal punto di vista musicale sia l’epoca migliore del secolo scorso. Gli artisti avevano voglia di cambiare e sperimentare. In quegli anni suonavano i Led Zeppelin, i King Crimson e tante altre band che amo alla follia. A differenza di altri periodi, in cui prevaleva l’istinto della protesta, negli anni ‘70 prevalevano la positività e l’allegria. Dalla provincia a “Ics” Factor La stessa disco music proposta presupponeva la capacità di saper suonare. La dance era innanzitutto musica. Tanto per fare un esempio penso ai Bee Gees, che erano davvero bravi, proponendo funk, soul, rock. Anche sul finire del decennio, quando questo movimento andava scemando è apparsa la prima ondata di disk jockey che proponevano lo scratch, la base di partenza per il mio grande amore: l’hip hop. Hai dichiarato anche che vorresti la pelle nera. Vorrei la pelle nera perché la razza nera ha sempre avuto un grande istinto musicale a differenza di altri. In ricchezza o in povertà hanno la musica che li accompagna. Se vai in Africa trovi il tribalismo, in Brasile riescono a suonare con un cucchiaio ed un barattolo. Il Samba lo suonano con le pentole. E’ un mondo diverso. Ics tu sei un grande appassionato di musica e hai dichiarato di aver suonato e ballato ogni genere. Perché alla fine hai deciso che il raphip hop è il tuo vero amore? Questo amore è venuto fuori ai tempi delle scuole superiori. Frequentando l’istituto d’arte ho potuto vivere diverse influenze musicali. Quando ho visto che i miei compagni più grandi che stavano scoprendo il rap mi sono appassionato. Allora avevo 15-16 anni e da quel momento ho continuato a seguire questo movimento. La tua musica ha tante contaminazioni però. Con il tempo ho imparato a non fissarmi su un genere in particolare, infatti il mio hip-hop è stato contaminato da tanto altro, ma credo che questo avvenga anche per tanti altri artisti. L’ultima domanda riguarda il tuo domani. Oggi hai raggiunto un po’ di notorietà ma quali sono le tue prospettive future? Il 2013 sarà l’anno in cui lavorerò per produrre un disco nuovo. Non sarà un semplice EP ma un cd a tutti gli effetti. Al mio fianco mi ritroverò Gaetano Cappa, che è stato il mio vocal coach di X Factor e “don” Marco Castoldi in arte Morgan. Lavorare ancora insieme con lui è bello, soprattutto perché è stato lui a richiedermelo. Sapere che il maestro cerca l’allievo mi riempie davvero di autostima.