INFLATION BOND: NUOVA ASSET CLASS Introduzione La necessità di ridurre il costo del debito pubblico e la forte crescita dell’inflazione hanno convinto alcuni stati ad emettere uno strumento immunizzato dalla perdita del potere di acquisto. L’introduzione sul m ercato di un nuovo titolo spesso è difficoltosa, poiché il successo dipende da alcune variabili quali: la massa critica di adesioni, un corretto standard di collocamento,il consenso della comunità finanziaria. L’emissione dei titoli indicizzati pone alcuni interrogativi legati alla difficoltà di attribuire un prezzo di equilibrio allo strumento e all’attendibilità dei dati previsionali. A supporto delle motivazioni all’emissione si possono individuare due categorie 1.La prima ha fatto ricorso a tale strumento per fronteggiare il pericolo di un collasso del mercato dei capitali di lungo termine. In questa prima fascia si possono includere : Argentina ( la cui prima emissione risale al 1973),Brasile (1964) Cile (1956),Colombia (1967) Israele(1955).A questo gruppo negli 1 Price 1997 1 ultimi anni si sono aggiunti altri paesi con un’ elevata inflazione e governi con un basso rating (Messico nel 1989, Polonia nel 1992 e Giamaica nel 2001).La seconda categoria ,composta dai paesi industrializzati2 o con un tasso di inflazione basso o comunque stabile,ha emesso i titoli per ridurre il costo del debito pubblico3 e per completare l’offerta di strumenti finanziari da parte dell’emittente statale. E’ opportuno precisare che l’inflation bond rappresenta una quota ancora limitata del debito pubblico4 Le caratteristiche generali e il mercato Le strutture del titolo più diffuse sono:a)lo zero coupon bond con il valore di rimborso maggiorato dall’indice di inflazione prescelto , b) il titolo con cedola (modello canadese) ,che è il più comune (Canada,Svezia,USA,UK,Francia e Italia), con il coupon fisso ,ma calcolato sul capitale rivalutato. L’ indice,in prevalenza adottato dagli emittenti è C.P.I. (consumer price index).In genere l’adeguamento all’inflazione non è immediato,ma avviene con un certo ritardo . La scelta dell’indice è questione delicata e non 2 Finlandia (1945) Svezia(1952),Islanda (1964) Regno Unito ( 1981) Italia (1983) Australia(1985) Canada (1991) Nuova Zelanda ( 1977) 3 Foresi –Penati-Pennacchi(1997) , mostrano che, sul mercato inglese, l’emissione di titoli legati all’inflazione riduce sensibilmente il costo della raccolta (300 b.p.) Barr e Campbell (1997) evidenziano che i rendimenti delle obbligazioni nominali inglesi e è stato superiore a 500 basis point rispetto agli indicizzati nel periodo 1983-1994 . 4 Cotè –Jacob-Nelmes-Whittingham(1996) 2 sempre trova il pieno consenso degli investitori.I fondi pensione preferiscono un indice legato ai salari, poiché le loro passività sono modulate sulla base dei compensi dei loro sottoscrittori. L’investitore retail opta per il CPI, poiché riflettendo il costo della vita è di immediata percezione. Alcuni emittenti hanno utilizzato un indice dei prezzi al consumo basato sull’energia e sui beni alimentari, caratterizzati da una volatilità più alta. La durata e l’importo del titolo sono legate sia alle scelte strategiche dell’emittente, che all’obiettivo di costruire una curva dei rendimenti reali che consenta di verificare il rispetto degli obiettivi di politica monetaria, attraverso il mantenimento dello spread tra tassi reali e nominali. L’ interesse per un titolo legato all’inflazione, si è sviluppato a partire dal 1997 sull’onda del successo dell’emissione del Tesoro americano con il Treasury Inflation Protection Securities (T.I.P.S.). I titoli americani, dopo la prima emissione di durata decennale, sono state collocati su tre diverse scadenze (5- 10-30 anni)per migliorare il livello di segmentazione del portafoglio. La loro struttura si basa sul modello con cedola in funzione dell’indice dei prezzi al consumo (Consumer Price Index). In Europa, il Tesoro inglese a partire dal 1980 ha emesso con regolarità gli index linked Gilts che attualmente rappresentano il 25%del debito complessivo, anche se il volume complessivo è inferiore a quello statunitense. 3 Nell’area Euro la Francia , a partire dal 1989, ha una posizione dominante (gli OATi sono il 7% del totale delle emissioni governative) e l’ingente implementazione di questo segmento del mercato ha interessato altri paesi tra cui l’Italia con l’emissione del BTP€i sulla scadenza quinquennale e decennale. Il Tesoro italiano all’inizio degli anni 80, dopo un triennio di elevata inflazione (18,5%), collocò il C.T.R (Certificato del tesoro reale.), dotato di un meccanismo di adeguamento reale sul capitale. La cedola, pari al 2,5% nominale, era adeguata alle variazioni del deflattore implicito del PIL al costo dei fattori.. La complessità della regola di indicizzazione circoscrisse la sottoscrizione del titolo agli investitori istituzionali che lo conservarono nei portafogli senza sviluppare le negoziazioni sul secondario. Rendimento Nella determinazione del rendimento di un titolo reale si suole effettuare una comparazione con il titolo nominale di riferimento ( ad esempio sul mercato italiano si confrontano i rendimenti tra il BTP 15/9/2008 e il BTP€i 15/9/2008). La differenza fra tassi nominali e reali è giustificata dalle aspettative dell’inflazione,dalla diversa liquidità e dalla differente reattività all’inflazione. Sottraendo il rendimento nominale a quello reale , è possibile ottenere il break-even inflation (BEI), che rappresenta il compenso 4 offerto ai sottoscrittori di titoli nominali a fronte dell’inflazione futura .Le notizie macroeconomiche possono fornire informazioni da confrontare con le aspettative sui prezzi riflesse nelle quotazioni delle obbligazioni reali5.Se il tasso (BEI) è pari a quello dell’ inflazione attesa ,il rendimento dell’ indicizzato è uguale a quello del titolo di riferimento. ( 1 yn ) BEI 1 ( 1 yr ) yn = rendimento nominale yr = rendimento reale Esempio :BTP€i 1,65% 2008 Rendimento nominale del BTP 15/9/2008 cedola 3,50% = 3,50% Rendimento reale del BTP 15/9/2008 cedola 1,65% = 1,45% BEI ( 15 settembre 2008) = 2,02% Il valore del BEI è funzione della quotazione dei titoli nominali e reali, quindi potrebbe essere diverso dal saggio di inflazione implicito nei tassi swap. Nel successivo esempio si desume che un’obbligazione legata all’inflazione può essere replicata da una striscia di flussi di pagamenti ottenuti da uno swap B. Sack “ Deriving Inflaction expectations from nominal and inflation indexed treasury yields”working paper L’analisi si riferisce al mercato Americano nel period 1987-1999 5 5 Esempio: swap flussi fissi contro variabili indicizzati all’inflazione Struttura di riferimento : zero coupon legato all’inflazione (4 anni) Data di negoziazione : 3 maggio 2004 Data spot : 5 maggio 2004 Scadenza : 4 anni Liquidazione : 5 maggio 2009 Pagamento flusso indicizzato inflazione: nozionale *( indice HICP nov2009)/( indice HICP nov 2004) Pagamento fisso : Nozionale * ((1+Zero coupon4)-1) Il rendimento nominale considera il premio al rischio scomponibile in :a) l’inflazione attesa b) il vero premio (per l’ errata previsione). La prima componente è frutto di stime effettuate da un panel di economisti sulla base delle previsioni economiche. L’entità del “vero premio” esprime il grado di attendibilità delle politiche economiche legate all’inflazione. Se l’analisi storica dell’inflazione effettiva e di quella attesa genera un valore positivo,il premio aumenta e l’incremento è tanto maggiore quanto più lunga è la vita residua del titolo . Esempio: calcolo del vero premio Rendimento titolo decennale reale= 3% Rendimento titolo nominale = 5,5% . 6 Dall’analisi degli obiettivi di politica monetaria si stima una inflazione del 2,2%(inflazione attesa). Il dato ipotizzato è in linea con l’inflazione effettiva, pertanto il compenso richiesto per l’errata previsione sarà pari a 0,3(vero premio). E’ stato verificato6 che i tassi reali hanno una volatilità sensibilmente inferiore a quella dei saggi nominali, tra il 35% e il 45%. In conseguenza di ciò un portafoglio composto da titoli standard presenterà delle significative variazioni di valore legate alle oscillazioni del tasso di inflazione. Rischio L’indicizzato ha una cedola inferiore a quello del titolo nominale, dunque la sua duration più alta. Esempio : Quotazioni 20 maggio 2004 : BTP 15.9.2008 duration= 3,66 BTP€i 15.9.2008 duration= 4,18 volatilità= 3,56 volatilità= 0,25 Nel calcolo della volatilità, Il Sole 24 Ore non applica per il titolo indicizzato la formula della modified duration, ma considera il BTP€i come una somma di zero coupon semestrali. Di conseguenza la volatilità racchiude il rischio equivalente a uno zero 6 Deutsche Bank Global Markets Research 7 coupon di durata pari a sei mesi. Ottenuto il tasso reale dalla quotazione del titolo si può individuare il valore della volatilità. Quotazione =101,54 Tasso7 reale =1,41%. MD = 4,16 / (1,0141) = 4,11 Nota la volatilità si può stimare la variazione di prezzo che il titolo subisce Esempio BTP 15.9.2008 BTP€i 15.9.2008 Duration 3,56 4.16 Modified duration 3,66 4.11 Variazione tassi +0.50 +0.50 Variazione prezzo -1,83 -2.055 La duration finora stimata non considera il minor rischio del BTP€i per l’immunizzazione dal degrado monetario. La nuova durata finanziaria è calcolata tenendo conto dell’inflazione fino alla scadenza del titolo. 7 Il Sole 24 Ore indica il tasso di rendimento effettivo in termini nominali, mentre il prezzo di equilibrio (fair price) viene calcolato utilizzando il tasso reale 8 Tabella Calcolo Duration in caso di aumento del tasso di inflazione Scadenza 25/05/04 15/09/04 15/03/05 15/09/05 15/03/06 15/09/06 15/03/07 15/09/07 15/03/08 15/09/08 Inflazione 2.70% 3.10% 3.15% 3.30% 3.50% 3.80% 3.90% 4.20% 4.50% capitale 100 102,7 105,8 108,95 112,25 115,75 119,55 123,45 127,65 132,15 Cedola riv. 0,8473 0,8728 0,8988 0,9261 0,9549 0,9862 1,0184 1,053 133,24 Duration 4,19 MD 4,13 Tabella Calcolo Duration in caso di diminuzione del tasso di inflazione Scadenza 25/05/04 15/09/04 15/03/05 15/09/05 15/03/06 15/09/06 15/03/07 15/09/07 15/03/08 15/09/08 Inflazione 1.60% 1.60% 1.50% 1.30% 1.25% 1.20% 0.90% 0.70% 0.40% capitale 100 101.6 103.2 104.7 106 107,25 108.45 109.35 110.05 110.45 Cedola riv. 0.8382 0.8514 0.8638 0.8745 0.8848 0.8947 0.9021 0.9079 112.27 Duration 4,18 MD 4,12 9 Roll8 si è occupato dell’analisi del rischio per i titoli reali confrontando le deviazioni standard del titolo reale e di quello nominale sulle scadenze trentennale e decennale e ha rilevato una significativa differenza nei valori della deviazione standard9. Shabinsky- Trainer (1999) dimostrano che in luogo della Macaulay duration è più corretto utilizzare la duration effettiva ( è pari al prodotto della duration standard per il beta). Gli autori10sommano le aspettative inflazionistiche e il premio al rischio in un’unica variabile denominata “inflazione attesa”. R. Roll 2003 “Empirical Tips” Working paper University of California, Los Angeles 9 In particolare si evidenzia che : 8 10 anni30 anniσ titolo reale4%7% σ titolo nominale7,5%11% Inoltre le scadenze vicine dei TIPS ( ad esempio 2028 e 2029) hanno una correlazione pari a 0,999, mentre le correlazioni dei titoli indicizzati all’inflazione con quelli nominali presentano un valore più elevato (0,6) sulla scadenza decennale rispetto a quella trentennale(0,5). Infine sovrapponendo la curva dei rendimenti nominali con quella dei tassi reali si mette in rilievo l’effetto del livello dell’inflazione attesa sulle diverse scadenze. Il confronto fra i titoli di stato nominali e quelli legati all’inflazione è moltiplicativa. (1+l)= (1+i)(1+E[p] (1+e)) ove l= tasso di interesse nominale i= tasso di interesse reale E[p]= inflazione attesa e= residuo (che nel caso del titolo indicizzato comprende il valore dell’inflazione,un premio al rischio e un potenziale per cambiamenti legali e fiscali). 10 10 In termini formali la variazione di prezzo per un titolo standard è data dalla relazione: 1) p BTP = (- duration BTP )( rendimenti reali+ aspettative di inflazione) Per i titoli indicizzati si ha 2) p BTP€i = (- duration BTP€i) ( rendimenti reali) Dal confronto delle due equazioni si evince che il prezzo nel BTP€i non dipende dalle variazioni nelle aspettative dell’inflazione. Infatti si nota che la variazione del prezzo dei BTP€i nel mondo nominale è una frazione del rischio prezzo in quello reale. Questa frazione, denominata beta dei rendimenti reali, può essere calcolata dalla stima della correlazione futura dei tassi reali e nominali e dalla loro volatilità attesa .Pertanto si avrà: rendimenti reali = (rendimenti reali /rendimenti nominali) rendimenti reali,nominali La maggiorparte delle stime11 del valore di beta variano tra 0,1 e 0,5 e la relazione presenta caratteristiche di instabilità12. Il gestore nella selezione dei titoli obbligazionari da inserire nel portafoglio,accanto alla stima dei tassi,dovrà verificare quale parte della variazione è legata all’inflazione attesa. La scelta del titolo indicizzato è premiante nell’ipotesi che l’effettivo tasso di inflazione aumenti più di quello atteso. Nel caso opposto la scelta L’applicazione di tale relazione pone dei problemi poiché è difficile determinare la correlazione. 12 In effetti al fine di determinare la correttezza dei profitti ottenibili con il BTPi non è necessario prevedere accuratamente il valore del rendimenti reali. 11 11 sarà indirizzata verso il titolo nominale che beneficia dell’ extrarendimento legato al premio al rischio. Sulla piattaforma informativa di Bloomberg il rendimento del titolo indicizzato è indicato sia in termini nominali che reali; la duration effettiva è stimata nelle ipotesi di beta pari a 0 (assenza di correlazione tra tassi reali e nominali) , 0.5 e 1( forte correlazione tra tassi reali e nominali). Nel box denominato “ economic factors” è quantificato il tasso di inflazione calcolato sull’indice CPI .Il valore ottenuto tiene conto della differenza fra Index ratio (CPI giorno valutazione/CPI giorno emissione) e il Flat Index Ratio ( CPI alla data di stacco cedola / CPI giorno emissione). In termini formali possiamo stimare il prezzo di equilibrio del titolo13,noto il rendimento reale n 1 j n P c /( 1 i ) ( m c ) /( 1 i ) r j 1 ove c= cedola reale m= valore di rimborso a scadenza in termini reali i = tasso reale n= anni Pr = prezzo reale Come si può osservare le variazioni dell’inflazione non influiscono sul prezzo Mc Fall Lamm Jr. (1998) “ Asset allocation implications of inflations of inflation protection securities” The journal of portfolio management pag 99100 13 12 Pr / r 0 Il prezzo è sensibile alle modifiche del rendimento reale n 1 j 1 n 1 / i jc /( 1 i ) n ( m c ) /( 1 i ) 0 r j 1 Per i titoli nominali il prezzo di equilibrio è dato dai flussi di cassa attualizzati al tasso di rendimento nominale: n 1 j j n n P C /( 1 i ) ( 1 r ) ( M C ) /( 1 i ) ( 1 r ) n j 1 ove : C= cedola nominale r= tasso inflazione attesa M = valore nominale Pn = prezzo nominale Posto che la derivata parziale di P rispetto a i è negativa si ha che il prezzo diminuisce con l’aumento del rendimento reale. n 1 j 1 j n 1 n / i jC /( 1 i ) ( 1 r ) n ( M C ) /( 1 i ) ( 1 r ) 0 n j 1 Si può notare che: r / i > n / i dal momento che 13 n 1 j 1 n 1 jc /( 1 i ) n ( m c ) /( 1 i ) + > j 1 n 1 jC /( 1 i ) ( 1 r ) n ( M C ) /( 1 i ) ( 1 r ) j 1 j n 1 n j 1 Poiché c<C, m<M, (1+i)+(1+r) > (1+i) , è chiaro cha la variazione dei tassi reali ha un effetto maggiore sul prezzo dei titoli indicizzati che sul prezzo di quelli nominali. La derivata che segue mostra che il titolo nominale è sensibile al degrado monetario e in caso di incremento dell’inflazione il prezzo diminuisce n / r = n 1 j j 1 n n 1 jC /( 1 i ) ( 1 r ) n ( M C ) /( 1 i ) ( 1 r ) 0 j 1 Gli swap sull’inflazione La crescita dell’inflation bond ha favorito parallelamente la nascita del mercato degli swap sull’inflazione .Questa tipologia di derivati riduce le barriere di ingresso all’investimento, allargando l’universo degli investitori.Infatti gli swap ,per la loro duttilità,danno la possibilità di dare una risposta adeguata alla copertura dei portafogli, all’aumento della liquidità,alla creazione di strutture ibride e al trasferimento del rischio. Il mercato si è sviluppato in Gran Bretagna all’inizio degli anni 90,favorito dalla dimensione delle emissioni obbligazionarie legate all’inflazione. 14 Nell’ultimo biennio il mercato si è consolidato su operazioni di lunga scadenza (20-40 anni ) e si è allargato ad operatori quali: emittenti corporate,società immobiliari,assicurazioni e fondi pensione. In Italia l’emissione di prodotti legati all’inflazione ha contribuito a sviluppare questo segmento del mercato dei derivati e ha spinto gli emittenti ad utilizzare il mercato degli inflation swap per coprirsi dal rischio finanziario. Sul mercato si possono individuare alcune strutture tipiche: Pay-as-you-go Tips style Break-even Quanto breakeven Nella prima ,che rappresenta il caso più comune ( vanilla inflation swap), viene corrisposto annualmente un tasso fisso maggiorato dell’incremento dell’indice di inflazione prescelto contro un tasso variabile ( ad esempio il Libor più o meno lo spread) Il receiver (parte che riceve a tasso fisso) è coperto dal rischio inflazione, mentre il payer (colui che riceve il tasso variabile)è protetto in deflazione .In sostanza lo swap consente di isolare il tasso variabile reale ed è equivalente a ricevere il fisso nominale pagando il variabile reale. Di norma viene negoziato per durate trentennali e su un paniere di indici sottostanti Fixed rate + Max CPI (n) / CPI (n-1) -1 ; 0) Payer Receiver 15 Libor + /- Spread Con la seconda struttura( Tips Style),proposta a fondi pensione e a compagnie assicurative, il payer corrisponde alla controparte una cedola fissa calcolata sul nozionale rivalutato e alla scadenza paga una somma in presenza della variazioni dell’indice prescelto. Questo meccanismo replica i flussi del Tips senza che il receiver debba acquistare il titolo.Il payer incasserà il tasso variabile maggiorato di uno spread. Payer Fixed rate + variazione inflazione a scadenza Receiver Libor+spread Il break even è un semplice zero coupon swap.Alla scadenza vengono scambiati due cash flow,il primo è il rendimento dell’indice dell’inflazione selezionato ( dal payer al receiver) il secondo è un tasso fisso. A scadenza CPI (T) / CPI (0) -1 Payer Receveir A scadenza(1+t.f.)^T-1 L’ultima struttura (quanto breakeven swap),preferita dagli hedge fund e dai gestori per il portafoglio di proprietà permette di 16 assumere una posizione sulle differenze fra i tassi dell’inflazione nei diversi mercati A scadenza IinflUSDv/Euro Payer Receiver A scadenza Iinfl€(T)€(0) Ad esempio, considerando un investitore dell’area euro , vengono scambiati a scadenza il differenziale dei rendimento del CPI USA e quello di un indice inflattivo europeo ( EUR CPI), ambedue espressi in euro. Il caso italiano: BTP indicizzati all’inflazione europea (BTP€ i) Il Tesoro ha emesso due titoli indicizzati all’inflazione sulla scadenza qiuinquennale e decennale.Il BTP€i è caratterizzato dal fatto che il capitale viene rivalutato sulla base delle variazioni dell’inflazione nell’area Euro, misurata dall’indice dei prezzi al consumo (IACP o in inglese HICP -eurozone) con esclusione del Tabacco.In caso di deflazione il titolo garantisce la restituzione del valore nominale sottoscritto, per cui il valore di rimborso non è inferiore a 100.Le cedole garantiscono un rendimento reale costante (1,65% per il BTP€i 15/9/2008 e 2,15% per il BTP€i 15/9/2014)e un rendimento nominale variabile ,perché l’importo della cedola aumenta con la rivalutazione del capitale tra la data di godimento e quella di stacco. 17 Le emissioni sono state effettuate con la costituzione di un apposito sindacato di collocamento,anche se non è escluso a priori il ricorso alla procedura d’asta ( cosi come avviene per le altre emissioni del Tesoro).Viene quotato sul MTS e sul MOT ed è inoltre consentita la separazione delle componenti cedolari dal mantello del titolo (coupon stripping14) Il capitale nominale viene rivalutato semestralmente in base al coefficiente di indicizzazione,calcolato sull’inflazione rilevata dall’indice IAPC (indice armonizzato dei prezzi al consumo area euro)elaborato e pubblicato mensilmente da Eurostat.Tale coefficiente consente di conoscere a una generica data (giorno d e mese m) il valore del capitale rivalutato CI d,m = Inflazione di riferimento d,m / Inflazione di base d= giorno m= mese Inflazione base= il valore dell’inflazione di riferimento alla data di godimento del titolo Esempio : calcolo coefficiente di indicizzazione L’importo minimo della richiesta di separazione da sottoporre alla Montetitoli s.p.a. è di 1000 €.L’ammontare massimo che può essere oggetto di tali operazioni non deve superare il 75% del capitale nominale circolante dei buoni stessi. 14 18 15 settembre 2003 indice di base = 112,60667 30 settembre 2003 indice di riferimento = 112,50667 C.I. = 112,50667/112,60667 = 0,99911 L’inflazione di riferimento è ottenuta a partire dagli indici Eurostat 15 relativi a tre e due mesi precedenti il mese per cui si effettua il calcolo in base alla seguente formula IRd,m = IE m-3 + ((d-1/gg) *(IE m-2 - IE m-3)) Ove : IRd,m= inflazione di riferimento del giorno d del mese m IE m-3 = indice Eurostat che precede di tre mesi quello per il quale viene effettuato il calcolo IE m-2= indice Eurostat che precede di due mesi quello per il quale viene effettuato il calcolo d = giorno del mese per cui si sta effettuando il calcolo gg= è il numero dei giorni effettivi del mese m Esempio: IE m-3= 112,7 15 IE m-2 = 112,5 d= 14 gg = 30 Qualora l’indice Eurostat non dovesse essere pubblicato in tempo utile si utilizzerà l’indice sostitutivo IS= IEm-1 x(IEm-1/ IEm-13) 1/12 19 112,7+ ( 112,5 –112,7) * 14/30= 112,60667 ( troncamento alla sesta cifra decimale e arrotondato alla quinta) Il rateo di interessi viene calcolato secondo le convenzioni utilizzate per il BTP nell’ipotesi di negoziazione tra le date di pagamento delle cedole ,l’acquirente dovrà corrispondere al venditore il prezzo tel quel.Per la determinazione del rateo dopo averlo calcolato secondo la procedura standard ,bisognerà moltiplicare il valore ottenuto per il capitale nominale sottoscritto e rivalutato alla data di negoziazione sulla base del coefficiente di indicizzazione. Esempio BTP€i 15.9.2008 cedola 1,65 Data valutazione 25.5.2004 Calcolo rateo = (71 gg *0,825) / 184 = 0,31834 Capitale rivalutato16 = 100* 1,01206=101,206*rateo = 0,32218 rateo rivalutato Conclusioni Il successo del titolo indicizzato all’inflazione dal punto di vista dell’emittente e dell’investitore dipende da alcune ragioni. 16 Il coefficiente di indicizzazione viene pubblicato sul sito www.tesoro.it (debito pubblico) 20 In primo luogo bisogna verificare se lo strumento indicizzato verrà inserito con regolarità nella composizione dei portafogli degli investitori e con quale frequenza sarà scambiato sul mercato secondario. Le esperienze maturate sul mercato anglosassone rilevano un basso livello di trading, che si evidenzia nel fatto che nella maggiorparte dei casi il titolo reale rimane nei portafogli dei sottoscrittori. Dal lato dell’emittente,in un’ottica di asset liabilities management,sia dal punto di vista governativo che societario il ricorso a titoli indicizzati facilita la comparazione in termini reali delle poste in bilancio ( ad esempio per uno stato le entrate fiscali con l’emissione di titoli). Ulteriori vantaggi derivano dalla riduzione del costo di emissione,basato su aspettative di mantenimento sia del livello dell’inflazione che del premio al rischio. L’investitore con il titolo indicizzato diversifica e tutela il potere d’acquisto,dunque la presenza dei titoli nella composizione delle asset class dei portafogli contribuirà a migliorare il trade- off rischio- rendimento di ogni risparmiatore. 21 Bibliografia Arnott R.D. 2003 “ The mystery of Tips “ Financial Analysts Journal sept pag 4-7 Barclays Capital 2002” Barclays global inflation-linked bond indexed guide Barr D.G.-Campbell J.C. 1997 “Inflation ,real interest rates and the bond market: a study of U.K. nominal and index-linked government bond prices “ journal of monetary economics ,vol n. 39 p.361-183 Chu Q.C.,Pittmann D.,Yu L.Q.,2004 “Information Content of maturing TIIS “The Journal of Fixed income march pag 90-99 Cotè A., Jacob J,Nelmes J. 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