Caso 2 - Università degli studi di Bergamo

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Facoltà di Ingegneria
Istituzioni di Economia
Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale
Caso 2
La crisi economica del Giappone negli anni 90
Prof. Gianmaria Martini
Università degli Studi di Bergamo
Facoltà di Ingegneria
La crescita del Giappone
• Nel secondo dopoguerra, il Giappone è stato uno dei paesi
caratterizzati dai tassi di sviluppo più elevati.
• Per lunghi periodi, il Pil giapponese è cresciuto a tassi del 46%.
• Anche considerando la crescita della popolazione, si è trattato
di una performance ragguardevole.
• Lo stato di salute dell’economia giapponese veniva confermato
da percentuali di disoccupazione molto bassi (nell’ordine del 23%).
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Facoltà di Ingegneria
• Il Giappone, quindi, è entrato “trionfalmente” negli anni ottanta
del secolo scorso.
• Per tutto quel decennio (e fino al 1991) si è protratta la
situazione favorevole.
• Uno sguardo ai dati trimestrali del Pil ci permette subito di
comprendere che, alla fine del 1991, qualche meccanismo si è
inceppato.
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Facoltà di Ingegneria
700000
600000
500000
400000
300000
200000
Q3 2004
Q1 2003
Q3 2001
Q1 2000
Q3 1998
Q1 1997
Q3 1995
Q1 1994
Q3 1992
Q1 1991
Q3 1989
Q1 1988
Q3 1986
Q1 1985
Q3 1983
Q1 1982
100000
0
Q3 1980
Miliardi di Yen (1995)
Evoluzione del PIL Giapponese 1980-2005
Dati trimestrali
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• Il problema appare più evidente considerando i tassi di crescita
del PIL
• I tassi di crescita sono stati calcolati – a partire dal terzo trimestre
del 1981 – nel modo seguente:
gPIL=(PILQ3,1981 – PILQ3,1980)/ PILQ3,1980
(dove Q sta per “quarter”, trimestre)
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Crescita del PIL reale 1981-2005
Q1 2005
Q2 2003
Q3 2001
Q4 1999
Q1 1998
Q2 1996
Q3 1994
Q4 1992
Q1 1991
Q2 1989
Q3 1987
Q4 1985
Q1 1984
Q2 1982
Q3 1980
0,06
0,04
0,02
0
-0,02
-0,04
Dati trimestrali
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• E’ evidente che il sistema economico giapponese ha prima
rallentato bruscamente (1991-1992),
• poi ha vissuto alcuni anni di grave recessione (dalla seconda
metà del ‘92 all’inizio del ‘95 il tasso di crescita è vicino a zero),
• quindi (tra 1995,Q3 e 1997,Q3) ha sperimentato una fase di
moderato recupero,
• ed infine è nuovamente precipitato nella recessione, (fino a fine
1999), ripresa poi, nel 2001-02, dalla crisi internazionale.
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Perché una crisi così grave?
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• Secondo molti economisti, la crisi è da imputarsi a squilibri nel
sistema finanziario giapponese.
• Le grandi imprese giapponesi finanziano in larga misura i loro
investimenti tramite prestiti bancari (e quindi non emettendo
azioni).
• Inoltre, per le banche è diffusa l’erogazione ai cittadini di mutui
per l’acquisto di case o di altri beni di consumo durevole.
• Tali mutui sono spesso garantiti da azioni o proprietà immobiliari
(case e terreni).
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• Nel 1991 i valori borsistici si ridussero notevolmente (nei due
anni dopo il picco, 1989 Q3, le azioni persero mediamente il
47.5% del loro valore).
• Quasi contemporaneamente, i valori immobiliari si ridussero in
misura simile.
• Gli istituti bancari si trovarono in difficoltà: in caso di insolvenza
dei debitori non erano più in grado di rivalersi né sulle garanzie
azionarie né su quelle immobiliari.
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• Le banche quindi ridussero il credito alle imprese, che
contrassero gli investimenti.
• Inoltre, le famiglie, impoverite dalla riduzione della loro ricchezza
azionaria ed immobiliare, ridussero i consumi.
• Ciò appare in modo abbastanza nitido osservando il rapporto
consumi/PIL.
• I lucidi successivi illustrano questi aspetti.
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Investimenti privati
Q3 2004
Q3 2002
Q3 2000
Q3 1998
Q3 1996
Q3 1994
Q3 1992
Q3 1990
Q3 1988
Q3 1986
Q3 1984
Q3 1982
Q3 1980
160000
140000
120000
100000
80000
60000
40000
20000
0
Dati trime strali
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Rapporto Investimenti/PIL
Q1 2005
Q2 2003
Q3 2001
Q4 1999
Q1 1998
Q2 1996
Q3 1994
Q4 1992
Q1 1991
Q2 1989
Q3 1987
Q4 1985
Q1 1984
Q2 1982
Q3 1980
0,32
0,3
0,28
0,26
0,24
Dati trimestrali
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Facoltà di Ingegneria
Rapporto Consumi/PIL
Q3 2004
Q1 2003
Q3 2001
Q1 2000
Q3 1998
Q1 1997
Q3 1995
Q1 1994
Q3 1992
Q1 1991
Q3 1989
Q1 1988
Q3 1986
Q1 1985
Q3 1983
Q1 1982
Q3 1980
0,57
0,56
0,55
0,54
0,53
0,52
0,51
Dati trimestrali
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• Il rallentamento degli investimenti, a partire dall’inizio del 1991 è
•
•
•
•
evidente.
I consumi rallentano invece da 1989, Q3.
Ciò va posto in relazione alla riduzione nei valori azionari e degli
immobili.
Siamo di fronte ad un “effetto ricchezza” sul consumo:
variazioni (riduzioni) nella ricchezza inducono variazioni
(riduzioni), anche se di entità relativamente modesta, sui
consumi aggregati.
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• E’ quindi possibile concludere che la crisi è stata causata dalla
riduzione nei valori borsistici ed immobiliari,
• e che la sua durata è connessa al fatto che la riduzione negli
investimenti non è stata temporanea ma permanente.
• Infatti tale riduzioni va connessa alla debolezza del sistema
bancario.
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• Questa NON è una spiegazione del tutto esauriente.
• Non conosciamo le cause del tracollo di borsa.
• A questo riguardo, si noti che la borsa era cresciuta in maniera
abnorme nel periodo 1985-1989 (circa il 170%).
• Era quindi sensato che subisse una crisi.
• Questa osservazione spinge ad indagare le motivazioni della
crescita borsistica.
• Tuttavia lasceremo cadere questo aspetto.
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Le reazioni di politica economica
• La curva IS si sposta verso sinistra (riduzione di consumi e
investimenti).
• La Banca del Giappone reagisce nel modo ovvio: espande la
massa monetaria.
• Induce quindi un’ampia riduzione dei tassi di interesse, facendo
sì che il sistema si posizioni nel punto C (anziché in B).
• Tale riduzione nei tassi è chiaramente visibile nei dati.
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Curva LM
iA
A
Curva LM’
B
C
Curva IS’
Curva IS
YA
Y
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Tasso di sconto
0,06
0,05
0,04
0,03
0,02
0,01
0
1985
1990
1995
2000
Trimestri
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• Il tasso di sconto scende dal 5% del secondo trimestre 1991
allo 0.7% del secondo trimestre 1995.
• Tra il terzo trimestre ’95 ed il secondo trimestre ’97 l’economia
giapponese presenta chiari segni di ripresa.
• Il tasso di crescita del Pil supera in due occasioni il 3.5%.
• Anche se con un (comprensibile) ritardo temporale, la politica di
bassi tassi di interesse ha stimolato la domanda, in particolare
gli investimenti.
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• Nella seconda metà del 1997, la situazione peggiora
nuovamente.
• Il giappone risentì infatti della crisi internazionale connessa alle
gravi difficoltà incontrate dalle “tigri asiatiche” (Corea,
Indonesia….).
• Come si vedrà nelle lezioni successive, nella domanda
aggregata va compresa anche la domanda estera.
• Nella situazione di crisi del 1997-98 è appunto la domanda
estera a contrarsi.
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• A livello di politica economica giapponese, la nuova contrazione
non poté venire affrontata tramite la politica monetaria.
• I tassi di interesse erano infatti già prossimi allo 0%.
• I tassi non possono annullarsi: ciò comporterebbe gravi danni
per il sistema finanziario.
• I depositi bancari si ridurrebbero sensibilmente (perché detenerli
con tassi nulli?) e con essi uno si inaridirebbe uno dei canali di
credito.
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• Comprensibilmente quindi il governo giapponese (nel settembre
1998) decise un forte aumento della spesa pubblica.
• L’entità della manovra deliberata a suo tempo raggiunse il 3%
del PIL.
• Notate che – nei dati – l’incremento di spesa è percettibile ma
graduale nel tempo.
• Il “ritardo di intervento” costituisce un problema tipico nella
gestione della spesa pubblica.
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Spesa pubblica/PIL 1985-2002
0,2
0,18
0,16
0,14
0,12
0,1
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
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• I risultati della manovra sono stati modesti.
• La crescita del Pil è tornata positiva (ma moderatamente) nella
seconda parte del ’99 e nel 2000.
• Tuttavia il 2001 è stato nuovamente un anno di stagnazione.
• Ciò segnala un fallimento – almeno parziale – dello schema ISLM.
A cosa possiamo imputarlo?
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• Secondo molti analisti, il problema starebbe nei consumi.
• Secondo tale impostazione, l’aumento della spesa – causando
deficit pubblico e quindi l’accumularsi di debito – ha minato la
fiducia dei consumatori.
• Inoltre i consumatori sarebbero stati incentivati al risparmio dalla
coscienza di dover pagare in futuro maggiori imposte a causa
del debito.
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• I dati (lucido 13) non sembrano sostenere tale ipotesi.
• Il rapporto C/Y non sembra in diminuzione, anzi!
• Il problema sembra invece essere costituito ancora una volta
dagli investimenti, che si riducono ulteriormente (lucido 12).
• Non casualmente, nel settembre 2002 il governo Koizumi ha
deciso un parziale mutamento di rotta.
• Sono stati decisi sussidi alle banche, al fine di consentire loro di
riaprire le linee di credito e di ristabilire la fiducia.
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Implicazioni di economia internazionale
• Fino al 1991, le partite correnti giapponesi tendono a
deteriorarsi.
• Ciò è dovuto alla rivalutazione dello Yen nei confronti del
dollaro e alla buona dinamica del Pil giapponese.
• La rivalutazione dello Yen riduce le esportazioni ed aumenta le
importazioni,
• mentre l’aumento del Pil giapponese aumenta le importazioni.
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Domanda estera netta/PIL
0,05
0,04
0,03
0,02
Q1 2005
Q2 2003
Q3 2001
Q4 1999
Q1 1998
Q2 1996
Q3 1994
Q4 1992
Q1 1991
Q2 1989
Q3 1987
Q4 1985
Q1 1984
Q2 1982
Q3 1980
0,01
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• La crisi 1992-95, riducendo le importazioni aumenta il saldo
delle partite correnti.
• Nel 1996-97 agiscono negativamente su NX la ripresa del Pil e
la riduzione nelle esportazioni connessa alla crisi asiatica.
• Il nuovo riacutizzarsi della crisi 1998-99 (parzialmente
contrastato dall’espansione fiscale) induce un nuovo
miglioramento nelle partite correnti.
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• Dovremmo completare l’analisi studiando l’andamento dei tassi
di cambio.
• Purtroppo ciò non è agevole, in quanto i movimenti nel cambio
Yen/dollaro sono largamente determinati dal dollaro.
• Ciò è vero, ad esempio, per la marcata rivalutazione nello Yen
tra il 1985 e il 1988: si tratta in realtà di un deprezzamento del
dollaro.
• Anche il deprezzamento 1996-1999 è da imputarsi
sostanzialmente ad un apprezzamento della moneta americana.
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Cambio Yen/USD 1985-2002
240
200
160
120
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
80
1985
Yen per dollaro
280
Trimestri
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