Regione Siciliana

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REPUBBLICA ITALIANA
Regione Siciliana
ASSESSORATO DELLA SALUTE
R ISPOSTA
A MOZIONE DI CENSURA
PRESENTATA DALL ’O N .
LUGLIO E
L IMOLI ED
SETTEMBRE 2011
ALTRI
I NDICE
DEGLI ARGOMENTI
PREMESSA.............................................................................................................................3
ADEMPIMENTO DEL PIANO DI RIENTRO E RIQUALIFICAZIONE.........................................6
IL CONTENIMENTO DEL DEFICIT SANITARIO .....................................................................7
LA NOMINA DEI 17 DIRETTORI GENERALI DELLE AZIENDE SANITARIE........................... 7
I DIRETTORI SANITARI E AMMINISTRATIVI DELLE AZIENDE SANITARIE .........................7
SEUS - 118............................................................................................................................. 8
BANDO DI GARA PER FORNITURA DI SERVIZI DI CONSULENZA DIREZIONALE ED
OPERATIVA (ART. 79) .......................................................................................................... 9
PRESUNTI CASI DI MALASANITÀ.......................................................................................10
POSTI LETTO.......................................................................................................................11
PS – PRONTO SOCCORSI.....................................................................................................13
PIANO SANITARIO, ATTI AZIENDALI, PIANTA ORGANICA................................................13
COLLEGI SINDACALI...........................................................................................................13
IL GOVERNO DEI TEMPI DI ATTESA...................................................................................14
CUP – CENTRO UNICO PRENOTAZIONI..............................................................................15
REPERIBILITÀ DI SPECIALISTI PER URGENZE..................................................................17
PRESTAZIONI URGENTI (62 PPI ENTRO DICEMBRE 2012)............................................... 17
PTA - PRESIDI TERRITORIALI DI ASSISTENZA.................................................................17
PUNTI DI PRIMO INTERVENTO (PPI)..................................................................................18
AMBULATORI DI GESTIONE INTEGRATA (AGI)................................................................. 19
ADI – ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA..................................................................19
PERSONALE.........................................................................................................................20
LE PROCEDURE CONCORSUALI......................................................................................... 21
ASP DI PALERMO - BILANCIO.............................................................................................24
DIMISSIONI DEL DOTT. DARIO ALLEGRA...........................................................................25
LE PRIME VOLTE NELL’ASSISTENZA SANITARIA............................................................. 26
Assessorato della Salute – Regione Siciliana
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PREMESSA
Per la seconda volta – dopo la presentazione del febbraio scorso – il PDL chiede all’aula la
discussione della mozione di censura nei confronti dell’assessore per la Salute.
E’ evidente, scorrendo il testo piuttosto confuso, addirittura già superato da provvedimenti formali
assunti dall’assessorato, che si tratta di un atto di accusa con fini meramente politici per tentare di
delegittimare l’azione riformatrice del governo regionale impegnato a riparare i gravissimi guasti
del passato nel settore della sanità.
Si tenta, in realtà, di colpire frontalmente la credibilità della classe dirigente siciliana che ha fatto
fino in fondo il proprio dovere nel settore più delicato ed economicamente rilevante
dell’amministrazione, adottando scelte di grande responsabilità per risanare il pauroso deficit
economico e organizzativo della sanità, terreno sul quale nel passato hanno proliferato interessi
clientelari, affaristici e mafiosi.
Tuttavia, se i firmatari della mozione avessero voluto legittimamente criticare e contestare l’attività
politico-amministrativa dell’assessorato della Salute avrebbero dovuto utilizzare lo strumento della
mozione di sfiducia al Governo - e dunque al presidente Lombardo - e non quello della mozione di
censura con la quale dovrebbero stigmatizzarsi comportamenti e condotte rilevanti sul piano etico e
morale, come dimostra l’unico precedente della storia dell’assemblea regionale siciliana.
Non sfugge certo ai cittadini che questa mozione di censura è firmata dai deputati del PDL, cioè del
partito del presidente del Consiglio Berlusconi che con i suoi comportamenti ha devastato
l’immagine e la credibilità del nostro Paese a livello internazionale facendo precipitare l’Italia in
una drammatica situazione politica, economica e sociale proprio per la manifesta incapacità di fare
le giuste e necessarie scelte di governo.
Né può sfuggire ai siciliani che molti dei deputati oggi firmatari della mozione di censura erano
anche parlamentari nelle precedenti legislature, gli anni della sanità siciliana dei report giornalistici
nazionali, del DVD “La Mafia è Bianca”, delle inchieste giudiziarie, dei fastosi anni di Villa Santa
Teresa, dei rimborsi gonfiati, delle truffe, degli scandali negli acquisti, delle assunzioni clientelari,
dei primariati elettorali, dei munifici extrabudget per tutto il comparto della sanità privata, dei rinvii
a giudizio, dei processi e delle sentenze.
Eppure allora nessuno si è mai sognato di presentare una mozione di censura nei confronti di
chicchessia!
Anzi. Il primo firmatario della mozione di censura nei miei confronti è proprio quello stesso
parlamentare che dopo la prima sentenza di condanna del presidente della regione dell’epoca, con
fervore, trasporto e sentimentale partecipazione, strappando l’applauso convinto ad una parte
dell’Aula, ha pronunciato parole eccessive.
E’ bene che i siciliani tengano memoria di certe cose e, come ho fatto io, li invito a rivedere il
filmato di quella seduta d’Aula del 24 gennaio 2008 cliccando su YOU TUBE con le parole chiave
“Limoli - Cuffaro”.
E’ da questo pulpito che arriva la mozione di censura?
Ho provato come cittadino e come siciliano un senso di incredulità.
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E non posso non manifestare il dubbio – che vivo da tre anni – che certe accuse, al di là del merito e
della loro legittimità, siano in realtà la conseguenza di una strisciante insofferenza nei confronti del
mio passato di magistrato impegnato in prima linea per vent’anni nella lotta alla mafia e di un
metodo nuovo, basato sul rispetto delle regole, sulla correttezza amministrativa, sul rigore, sulla
coerenza, sulla trasparenza, sulla programmazione e sul mantenimento degli impegni assunti.
E’ forse questo che fa paura a certa politica, che vuole mantenere i propri privilegi e che si oppone
al cambiamento?
Da “uomo d’onore”, cioè da soggetto istituzionale che svolge le pubbliche funzioni con disciplina
e onore come recita l’articolo 54 della Costituzione italiana, ho fatto tutto ciò che era possibile per
onorare gli impegni assunti con il Governo nazionale con la sottoscrizione del Piano di Rientro
siglato – obtorto collo - dal precedente governo regionale. Un Piano di Rientro che era stato
ampiamente disatteso, tanto che i Ministeri della Salute e dell’Economia avevano sottolineato con
atti formali l’incapacità di adempiere agli obblighi assunti.
C’era evidentemente negli amministratori dell’epoca la riserva mentale di poter eludere quegli
impegni con la ben conosciuta tecnica - propria di una classe politica che ha depredato la Sicilia e
svenduto il nostro Statuto - di recarsi a Roma con il cappello in mano per elemosinare dilazioni e
finanziamenti e barattare consensi con posti di potere.
Eppure nessuno si è mai sognato di proporre una mozione di censura verso i responsabili del tempo.
Viene da sorridere, poi, a leggere nella mozione di censura che la strada del risanamento in sanità è
stata tracciata sotto la gestione Lagalla.
Capisco le ragioni promozionali e forse non è un caso che adesso Lagalla – persona stimabile – sia
un possibile candidato politico del PDL a sindaco di Palermo, ma è appena sufficiente rileggere
cosa ha scritto il Ministero il 24 marzo 2008, appena tre mesi prima del mio insediamento: “La
Regione presenta un gravissimo ritardo nell’avvio del Piano sia in termini temporali, sia con
riferimento al merito delle misure adottate”.
Adesso che il Piano di Rientro è stato rispettato, che i Ministeri plaudono alla nostra azione
rigorosa, che la Sicilia ha recuperato tantissimo in termini di credibilità e serietà, adesso che perfino
l’Europa apprezza la nostra progettualità, adesso che il debito è stato quasi del tutto azzerato e che
si è messo in moto il processo di riqualificazione della sanità, ecco, adesso arriva questa mozione di
censura.
Mozione che evidentemente non tiene nemmeno in considerazione il fatto che tutte le azioni, gli atti
e le decisioni assunte dall’assessorato della Salute sono monitorate e controllate trimestralmente dai
rigorosi tavoli tecnici dei Ministeri della Salute e dell’Economia.
Proprio questi organismi istituzionali, che stanno accompagnando costruttivamente il nostro sistema
a consolidare il percorso virtuoso già intrapreso, hanno già espresso pareri ampiamente positivi anche sulle tematiche oggetto della mozione di censura - tanto da liberare risorse per oltre un
miliardo di euro che erano state bloccate proprio in ragione delle troppe inadempienze del passato.
Viene da sorridere anche nel leggere che avrei sfruttato “sistematicamente i mezzi d'informazione
per propagandare risultati inesistenti, diffondendo consapevolmente notizie false al solo fine di
sfruttare l'opinione pubblica per un proprio tornaconto politico”.
Basterebbe rileggere le rassegne stampa degli ultimi anni per rendersi conto che tutto ciò non è
vero.
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Ci sono stati organi di stampa che hanno esercitato con rigore ma con altrettanta serenità il giusto e
doveroso diritto di critica ma altri che con faziosità, presunzione e arroganza culturale, hanno
cercato di delegittimarmi anche sul piano personale, dando dei fatti di cronaca e di tutto ciò che è
stato fatto in tre anni, una rappresentazione molto parziale e mai scevra da pregiudizi politici.
Da uomo delle istituzioni voglio comunque cogliere quest’occasione, per quanto impropria e
sbagliata, per entrare nel merito delle questioni che sono state poste. E l’ho fatto con questa
memoria, nella maniera che più mi è propria: cioè facendo parlare i fatti, i numeri, le carte. Cosa
che del resto avevo già fatto appena qualche mese fa, presentando a metà del mio mandato di
assessore, il cosiddetto “Libro bianco della Sanità”, un lungo e dettagliato resoconto su tutta
l’attività dell’assessorato che è stato già distribuito nelle sedi istituzionali, a tutti i parlamentari e
scaricabile dal sito istituzionale dell’assessorato.
Abbiamo invertito la tendenza e intrapreso una strada irreversibile, abbiamo dimostrato e
comunicato ai cittadini che è possibile un modello di sanità equo, accessibile a tutti, dignitoso, che
metta al centro di tutto l’interesse del paziente, che punta all’efficienza e alla modernizzazione. Che
privilegia la competenza e non l’appartenenza. Che recide gli sprechi e il malaffare. Che studia il
fabbisogno e programma gli obiettivi. Che torna a parlare di piante organiche e di nuove assunzioni
con concorsi pubblici.
Questo non significa, ovviamente, che siano stati risolti tutti i problemi o che non siano fatti errori o
che personalmente non possegga mille limiti dei quali umilmente chiedo scusa: ci vuole tempo
perché una riforma di natura epocale possa davvero dispiegare tutti i suoi effetti, sappiamo che c’è
tanto lavoro da fare e che ci sono anche errori e comportamenti da correggere.
Ma di fronte a fatti e risultati tanto straordinari, davanti a riconoscimenti così lusinghieri rivolti alla
Sicilia da tutte le istituzioni competenti, la domanda inevitabile è questa: chi ha interesse e perchè
a far fare un passo indietro alla Sicilia e ai Siciliani ?
La risposta è consequenziale e i cittadini – che percepiscono al pari della buona politica il senso del
nostro sforzo – sapranno riconoscere e giudicare.
E’ finito il tempo di una sanità feudale, dove ognuno curava gli interessi particolari del proprio
territorio, ignorando che il sistema faceva acqua da tutte le parti.
E’ finito il tempo in cui la salute dei siciliani veniva considerata merce di scambio politico.
Diceva Giovanni Falcone, con una semplicità disarmante: “basta non fare un passo indietro per
stare un passo avanti”.
Né io, né questo Governo, abbiamo intenzione di fare un passo indietro.
Palermo, 21 settembre 2011
Massimo Russo
Assessore per la Salute
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A D E MP I M E N TO
DEL
PIANO
DI
RIENTRO
E
R IQ U A L I F I C A ZI O N E
Il Piano di rientro e riqualificazione siglato il 31 luglio 2007, dal precedente governo regionale
prevedeva precisi obblighi per gli anni 2007, 2008 e 2009.
È appena il caso di ricordare che tutti gli adempimenti connessi al predetto piano sono stati oggetto
di una puntuale e rigorosa verifica trimestrale da parte di competenti Tavoli dei ministeri della
Salute e dell’Economia, nell'ambito di un sistema di controllo e accompagnamento così articolato:
MONITORAGGIO FORMALE
MONITORAGGIO DI
ATTUAZIONE
Approvazione dei provvedimenti, riunioni di verifica degli obiettivi,
risultato di gestione (avanzo/disavanzo), etc.
Riorganizzazione della rete dei laboratori, punti unici di accesso
(PUA), flussi informativi, etc.
Analisi assistenza ospedaliera (posti letto, tasso di ospedalizzazione),
MONITORAGGIO DI SISTEMA personale (numero di unità, costi), assistenza territoriale (RSA, ADI,
Hospice), etc.
Proprio sulla base dell’attività di controllo espletata, emerge inequivocabilmente quanto segue.
Al momento dell'insediamento del governo Lombardo, gli impegni sottoscritti dal precedente
governo regionale nel 2007, erano stati in larga parte disattesi.
Il 15 giugno del 2008, appena una settimana dopo l'insediamento dell'assessore Russo, il Tavolo
ministeriale per la verifica degli adempimenti del piano di rientro, rimarcava la mancata attuazione
delle misure previste dal piano, rispetto alle scadenze programmate.
A quella data infatti su 96 macro obiettivi previsti dal piano di rientro, appena 12 (12,7%)
risultavano approvati (peraltro si trattava di interventi ritenuti dal Ministero non strutturali); 27
provvedimenti a firma dell'assessore dell'epoca, addirittura risultavano respinti dal tavolo di
verifica, in quanto non congrui, non adeguati o privi delle necessarie ricadute economiche. Altri 14
adempimenti erano ritenuti non esaustivi.
Il verbale ministeriale del 27 marzo 2008 certifica gli inadempimenti e la gestione fallimentare del
Piano di Rientro da parte del precedente governo.
Si riporta, per completezza, l'estratto del verbale del tavolo di verifica ministeriale:
"la Regione presenta un gravissimo ritardo nell’avvio del Piano stesso, sia in termini temporali, sia
con riferimento al merito delle misure adottate” sospendendo "il giudizio sull'attività regionale,
considerata piuttosto carente rispetto agli impegni presi con la sottoscrizione del piano di rientro"
tanto da richiedere "alla Regione di confermare la volontà di rispettare le condizioni previste
all’interno dell’Accordo e del Piano di Rientro”.
A fronte di questo giudizio negativo si riporta, senza alcun commento, l'estratto del verbale del 4
aprile 2010, relativo alla attività svolta da questo governo con riferimento agli adempimenti del
Piano di Rientro:
“la verifica annuale 2010 è sostanzialmente positiva, e si rinvia agli specifici paragrafi per i
chiarimenti richiesti”.
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IL
C O N T E N I M E N TO D E L D E F I C I T S A N I TA R I O
Il ritardo nell’attuazione del Piano di Rientro, la mancata adozione di interventi strutturali, attestati
formalmente già a marzo 2008, hanno costretto questo governo a farsi carico di un duplice sforzo
per un reale recupero del gap di due anni.
Ed invero, già alla fine del 2008, dopo i primi sei mesi della nuova gestione assessoriale, la
percentuale dei provvedimenti adottati e validati dal Tavolo ministeriale è cresciuta dal 13% al 48%
sino ad arrivate ad una percentuale dell'80% nel marzo 2010, così dimostrando l'efficacia del nuovo
modello organizzativo e gestionale.
Sul Piano economico, la valenza dei provvedimenti adottati ha comportato una progressiva
riduzione del deficit strutturale, come emerge dai seguenti dati di bilancio:
2007: -617.672.000 euro;
2008: -331.888.000 euro (- 46% rispetto al 2007 per effetto dei provvedimenti strutturali adottati
da questa amministrazione);
2009: -259.178.000 euro (- 22% rispetto al 2008);
2010: -97.543.000 euro (- 62% rispetto al 2009).
La lettura dei dati, peraltro certificati dai competenti Ministeri e dalla Corte dei Conti non
lascia spazio ad alcuna diversa interpretazione.
LA
NOMINA DEI
17 D I R E T TO R I
GENERALI DELLE
A Z I E N D E S A N I TA R I E
Sembra superfluo, ma è necessario ribadirlo, che per la nomina dei 17 direttori generali sono state
rigorosamente osservate le regole previste dalla Legge:
·
·
·
·
·
Proposta dell’Assessore della Salute;
Delibera di Giunta Regionale di accoglimento della proposta;
Acquisizione del Parere della competente Commissione Legislativa dell’ARS;
Delibera di Giunta Regionale di nomina dei Direttori Generali;
Decreto del Presidente della Regione.
Stupisce, e non poco, che qualcuno che ha partecipato attivamente alle procedure di nomina,
esprimendo consenso e dando parere favorevole, sia adesso tra i firmatari della mozione di censura
nella quale si sostiene che le nomine dei direttori generali siano state adottate “in assoluto dispregio
della tanto decantata azione di trasparenza e legalità”.
Del resto che il gruppo del PDL che oggi firma la censura conoscesse bene, molto bene, le regole, è
testimoniato dal dato assai rilevante che i suoi rappresentanti in giunta abbiano consapevolmente
partecipato a quel corretto processo politico amministrativo che ha portato alla nomina dei direttori
generali, 11 dei quali scelti da un ristretto elenco di 68 su oltre 600, formulato dall’AGENAS, in
base ad una analisi curriculare, su richiesta in data 10 luglio 2009 del Dipartimento Regionale per la
Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute.
I
D I R E T TO R I
S A N I TA R I
E
A M M I N I S T R AT I V I
DELLE
A ZI E N D E S A N I TA R I E
Quanto alla nomina dei direttori sanitari e amministrativi, appare superfluo rilevare che essa attiene
alla competenza dei Direttori Generali.
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Merita invece di essere sottolineato che per la prima volta in Sicilia sono stati istituiti gli albi
regionali dei direttori sanitari e amministrativi da cui i direttori generali hanno provveduto ad
individuare gli stessi.
SEUS - 118
Il giudizio circa la “crescita esponenziale dei costi del 118” è fondato su una errata conoscenza della
realtà economica del servizio e delle vicende che hanno caratterizzato, dopo la scadenza della
originaria convenzione al 31/12/2009, non più prorogabile, il passaggio del delicato servizio di
Emergenza Urgenza dalla SISE alla SUES, la nuova società consortile per azioni a totale capitale
pubblico.
Fino al 2009 il costo fatturato dalla CRI alla Regione Siciliana è stato sempre ben superiore a quello
previsto dalla convenzione anche per effetto del lavoro straordinario riconosciuto ai dipendenti
come emerge dall’allegata tabella:
VALORE DELLA
CONVENZIONE CRI
N° AMBULANZE
COSTI FATTURATI DA CRI
2006
76.345.993,02
221
102.300.650,39
2007
94.592.471,41
270 di cui attivate 256
122.457.882,44
2008
100.167.714,26
256
122.344.070,06
2009
100.967.714,28
256
111.820.706,67
458.923.309,56
Alla scadenza della convenzione, al fine di assicurare la migliore transizione dalla SISE alla
costituita SEUS, è stata sottoscritta una convenzione transitoria con la medesima SISE per il 1°
semestre 2010 il cui costo è stato determinato in € 72.751.231,74.
A partire dal mese di luglio 2010 il servizio è stato svolto dalla SEUS SCpA in forza della
“Convenzione quadro” sottoscritta con il Dipartimento Pianificazione Strategica di questo
Assessorato, per un costo complessivo pari ad € 56.665.000,00 per il periodo dal 01 luglio al 31
dicembre 2010;
Si fa presente che la nuova “Convenzione Quadro”, aderendo alla volontà espressa dai parlamentari
dell’ARS, prevede:

Che tutto il personale venga stato inquadrato con CCNL AIOP a tempo pieno (da 120
ore mensili a 156 ore );

Che venga riconosciuto il rimborso, alla SEUS SCpA, per la riqualificazione del
personale autista/soccorritore impegnato nella partecipazione dei corsi di riqualificazione
nel profilo di Operatore Socio Sanitario, pari ad 2.532.636,00 per l’anno 2010 ed
7.882.235,00 per l’anno 2011;

Che a seguito dell’applicazione del nuovo CCNL AIOP, con decorrenza dal 15/09/2010,
venga riconosciuto, altresì, il rimborso dell’UNA-TANTUM, nonché l’adeguamento delle
retribuzioni, per un ammontare annuo di circa 4.900.000,00.
A regime i costi del servizio secondo la convenzione quadro sono così articolati:
- 2011: 99.000.000,00 euro
- 2012: 112.000.000,00 euro
- 2013: 58.000.000,00 euro (per i primi sei mesi)
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Tenuto conto della stabilizzazione del personale a 156 ore, delle opportunità offerte al personale,
dei costi di transizione e di start up della nuova società, delle nuove linee di attività della SEUS
destinate a produrre reddito, della normalizzazione dei rapporti lavorativi con il personale atti anche
a scongiurare contenziosi e migliorare il clima aziendale, del miglioramento dell’efficienza e della
qualità del servizio, dell’aumento del costo della vita, emerge, dalla media complessiva 2010 2013, che il costo del quadriennio è addirittura leggermente inferiore a quello fatturato da CRI per il
quadriennio 2006 - 2009.
BANDO
D I G A R A P E R F O R N I T U R A D I S E R V I Z I D I C O N S U L E N ZA D I R E ZI O N A L E E D
OPERATIVA
(A R T . 79)
Nessuno scandalo, né strane condizioni di partecipazione, né sospetti per una vicenda
assolutamente lineare di cui si vuole dare pubblicamente conto.
La Regione Siciliana si è avvalsa, prima in Italia, dello strumento previsto dall’art. 79 comma 1sexies lettera c), del D.L. 112/2008, convertito con Legge 133/2008 anzidetto per la realizzazione di
un programma finalizzato a garantire la disponibilità di dati economici, gestionali e produttivi delle
strutture sanitarie operanti a livello locale, “per consentirne la produzione sistematica e
l'interpretazione gestionale continuativa, ai fini dello svolgimento delle attività di programmazione
e di controllo regionale e aziendale, in attuazione dei piani di rientro. I predetti interventi devono
garantire la coerenza e l'integrazione con le metodologie definite nell'ambito del Sistema nazionale
di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SIVEAS), di cui all'articolo 1, comma 288, della
legge 23 dicembre 2005, n. 266, e con i modelli dei dati del Nuovo Sistema Informativo Sanitario
nazionale (NSIS)”.
L’obiettivo strategico è quello di andare oltre la semplice funzione di “richiesta e raccolta” dei dati
dalle strutture locali, attivando per tale motivo un piano d’azione regionale per intervenire sui
modelli organizzativi e gestionali a livello locale che porti al disegno e alla realizzazione di nuovi
processi organici per l’ottenimento di flussi informativi stabili, strutturati, continuativi e tempestivi.
In data 11 dicembre 2009, è stato sottoscritto l’Articolato contrattuale relativo all’Accordo di
Programma tra i rappresentanti del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche Sociali, del
Ministero dell’Economia e della Regione Siciliana per la realizzazione del progetto che è distinto in
tre fasi, che devono essere attuate necessariamente in modo sinergico ed integrato.
La Regione ha concluso le procedure di gara riguardante la prima fase dell’Accordo con
l’aggiudicazione definitiva della Gara in data 30/12/2010 al RTI KPMG Advisory SpA e
PricewaterhouseCoopers Advisory SpA..
Successivamente è stato stipulato in data 10 febbraio 2011 il contratto per l’affidamento
dell’incarico con durata 3 anni, che è iniziato il 14 febbraio 2011.
La gara è stata aggiudicata per un importo di euro 13.517.681,00, con un ribasso del 36%
sull’importo a base d’asta di euro 21.121.377,00.
Con particolare riferimento all’importo a base d’asta, è stata determinata una previsione temporale
triennale di circa 20.000 giornate uomo/professionista, di cui un costo medio giornaliero di circa €
1.056,00, basato sulle tariffe nazionali giornaliere medie applicate per servizi analoghi (advisory
service) comprensive di tutti gli oneri per spese di trasferta e soggiorno delle risorse umane messe
in campo. Infatti da un confronto con una Gara poco più recente aggiudicata il 28/10/2009 dal
Ministero della Salute con oggetto analogo a quello indetto dalla Regione siciliana emerge che il
costo medio giornaliero, tutto compreso, per le risorse umane offerte (stessi profili professionali) è
di circa € 1.065,00.
Assessorato della Salute – Regione Siciliana
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In aggiunta, per completezza di dati, si elencano di seguito esempi di gare bandite per
fornitura di analoghi servizi:
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Ente Consip: pubb. bando 2007 – base d’asta € 4.922,380,00 – giorni 2934 – tariffa media € 1.677,70;
Ente Consip: pubb. bando 2005 – base d’asta € 4.196.000,00 – giorni 3900 – tariffa media € 1.075,90;
Ente Consip: pubb. bando 2004 – base d’asta € 5.850.000,00 – giorni 4800 – tariffa media € 1.300,00;
Ente Consip: pubb. bando 2004 – base d’asta € 6.600.000,00 – giorni 4220 – tariffa media € 1.563,98.
Per quanto riguarda la valorizzazione dei vari profili (che non equivale alla loro retribuzione) si
precisa che le tariffe professionali per l’attività di Advisor, come è noto, sono sempre superiori alle
tariffe professionali applicate dalle società di revisione (ASSIREVI), che già nel 1996 presentavano
i seguenti importi giornalieri (8 ore) di riferimento:
Partner (Responsabile del progetto): £. 3.080.000, convertito in € 1.591,00 circa;
Manager (Project manager): £. 2.080.000, convertito in € 1.074,00 circa;
Senior (Consulente Senior): £. 1.360.000, convertito in € 702,00 circa;
Assistant (Consulente Junior): £. 864.000, convertito in € 446,00 circa.
In sede di offerta economica, il costo unitario offerto dal RTI aggiudicatario per i profili
professionali messi in campo, comprensivo di ogni onere e spesa di trasferta, alloggio, di costi
formativi, di aggiornamento etc per offrire personale in grado di portare avanti efficacemente una
tale progettualità è il seguente:
Partner (Responsabile del progetto):
€ 1.050,00 (-34%)
Manager (Project manager:
€ 1.015,00 (-6%)
Senior (Consulente Senior):
€ 792,00 (+12%)
Assistant (Consulente Junior:
€ 501,80 (+12%)
In ultimo sviluppando un calcolo matematico (numero complessivo ore triennio/tre anni/255
giornate lavorative all’anno), si può prevedere che, mediamente, presteranno la propria attività 2628 persone all’anno, distribuite tra i diversi profili professionali, con un costo medio giornaliero,
comprensivo di ogni onere pari ad € 676,00.
PRESUNTI
CASI DI
MALASANITÀ
Molte volte e in più sedi istituzionali sono stati contestati i dati diffusi impropriamente dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e citati adesso nella mozione di censura.
Si è strumentalmente fatto confusione tra le denunce dei cittadini e gli effettivi casi di malasanità,
pubblicando una assurda classifica che oltretutto non tiene conto né della popolazione né del
numero di ricoveri: sarebbe sufficiente chiedere al Ministero della Salute se i dati citati siano
corrispondenti al vero. In realtà, seguendo le corrette procedure di accertamento e citando i dati
della Commissione ministeriale gli eventi “sentinella” sono stati 31 e non 52 e i morti 8 e non 38.
La Sicilia, oltretutto, fa parte di un apposito progetto del Ministero che analizza i dati secondo una
precisa metodologia scientifica e valuta le situazioni sulla base di dati omogenei.
Vale la pena, a tale proposito, citare la lettera che il presidente della Conferenza delle Regioni,
Vasco Errani, ha inviato ad inizio di quest’anno al presidente della Commissione parlamentare
stigmatizzando l’operato della medesima Commissione che non fornisce alcune spiegazione o
precisazione sul valore, sulle fonti e sulla metodologia di acquisizione dei dati nonché sul grado di
attendibilità e di verifica degli stessi dati.
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“E’ noto – scrive ancora Errani a Orlando – che nella maggior parte dei casi le denunce private o le
notizie pubbliche di presunti casi di malasanità non corrispondono all’effettiva esistenza degli
stessi”.
La riprova più lampante di ciò è fornita proprio dagli stessi firmatari della mozione che citano come
presunto caso di malasanità “che ha gettato sgomento nell’opinione pubblica” la vicenda della
morte del giovane Filippo Li Gambi in seguito ad incidente stradale. Secondo quanto era emerso già
dalla relazione ispettiva nessuna responsabilità della morte del giovane Filippo Li Gambi poteva
essere attribuita ai medici dell’ospedale di Mazzarino né su supposte carenze strutturali dello stesso
e che il trasferimento del paziente all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta era ampiamente
giustificato. E nessuna responsabilità dell’intera catena assistenziale (118, ospedale di Mazzarino,
ospedale di Caltanissetta) è stata accertata dalla Procura della Repubblica di Gela che infatti ha
rinviato a giudizio solo il conducente dell’auto che ha investito il giovane.
Analogo discorso può farsi per tanti altri casi citati dai firmatari della mozione che non hanno
trovato conferma nei provvedimenti giudiziari.
P O S T I L E T TO
Generici, inconcludenti e demagocici appaiono i riferimenti alla asserita carenza dei posti letto. La
rimodulazione dei posti letto imposta dal Piano di Rientro sottoscritto dal precedente governo e
concretamente attuata da questa amministrazione è stata effettuata sulla base di precisi indicatori. In
particolare i Decreti con i quali viene ridefinita la rete ospedaliera sono stati improntati a criteri,
principi e standard validati dall’AGENAS tenendo conto dell’analisi epidemiologica e della
valutazione in ordine al fabbisogno, all’appropriatezza, dell’indice di occupazione, dotando di un
adeguato numero di posti letto le strutture ospedaliere e avendo cura di non parcellizzare la
distribuzione sul territorio e senza trascurare criteri di logistica e viabilità.
La mera estrazione decontestualizzata del dato numerico del numero dei posti letto, appare piuttosto
pretestuosa, di per se non fornisce alcun elemento valido di valutazione.
L’offerta ospedaliera della Regione, in passato, è stata caratterizzata da alcune criticità: eccesso di
ricoveri ospedalieri, carente offerta di riabilitazione e lungodegenza post acuzie, sia pubblica sia
privata, nonché da mancata integrazione ospedale territorio. Proprio sulla base di questi elementi, si
è proceduto alla razionalizzazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere, con l’obiettivo di spostare
il baricentro dall’ospedale al territorio, elevando la qualità dei servizi offerti e l’efficienza nella loro
erogazione e adeguando, tendenzialmente, il tasso di ospedalizzazione che era significativamente
più alto della media nazionale.
Al fine di di garantire sicurezza e appropriatezza nelle prestazioni ed efficacia ed economicità del
sistema, nella prima fase del processo è stato definito il fabbisogno di posti letto per acuti,
riabilitazione post acuzie e lungodegenza, prevedendo la rimodulazione di circa 2.000 posti letto per
acuti in posti di riabilitazione e lungodegenza.
Il Piano di rimodulazione dei posti letto, ha comportato la riduzione complessiva di 322, passando
da 19.880 posti letto esistenti nel 2008 (ante rimodulazione) ai 19.558 attesi al completamento del
processo fissato per il 31 dicembre 2011. La rimodulazione della rete ha comportato anche la
variazione del numero dei posti letto di alcune discipline, in rapporto all’effettivo fabbisogno
rilevato. Sono infatti in corso, sia l’attivazione di posti letto di lungodegenza e riabilitazione sia
l’inserimento progressivo di funzioni di tipo territoriale, che si configurano prevalentemente in
RSA, PTA, PTE e Poliambulatori, per la completa integrazione fra ospedale e territorio.
L’attuazione, a regime, consentirà il raggiungimento in termini percentuali della dotazione di 3,87
posti letto per mille abitanti, di cui 3,22 per acuti (3,57 nel 2009) e 0,65 per riabilitazione e
lungodegenza (0,22 nel 2009), consentendo alla Regione Siciliana di rispettare i parametri introdotti
Assessorato della Salute – Regione Siciliana
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sul punto dal Patto per la Salute. L’ospedale è pertanto ri-configurato definendo nuovi assetti per la
multidisciplinarità, l’integrazione, l’approccio centrato sulla persona e non sulla malattia.
Meritevole di particolare attenzione è la valutazione fatta sulla base di parametri che che indicano:
1. Per la prima volta si effettua attività di verifica e monitoraggio, con periodicità semestrale,
sistematico delle attività dei presidi ospedalieri con riferimento a criteri ed indicatori di
efficacia, di efficienza e di appropriatezza ed economicità delle prestazioni erogate, al fine
di riqualificare i servizi sanitari e adottare, ove necessario, le eventuali modifiche alla rete
ospedaliera.
2.
Per la prima volta cresce il tasso di complessità ospedaliera (in ospedale si curano meno
patologie ma più complesse) ed il tasso di appropriatezza misurato sulla base di DRG che fissano
standard di degenza media e di tempo di intervento.
3.
Per la prima volta diminuisce stabilmente il tasso di ospedalizzazione allineandosi
tendenzialmente al tasso previsto a livello nazionale (nel 2010 è sceso al 186 per mille rispetto al
209,8 del 2009).
2008-2010 RICOVERI - SINTESI GENERALE PER RESIDENZA
ANNO
Ricoveri
Ordinari
Ricoveri
in DH
Ricoveri
Riabilit
Ricoveri
Lungo
Tot Ricoveri
in Regione
Tot Ricoveri
fuori Regione
Tasso
ospedalizza
zione
degenza
2008
615.112
443.765
15.136
2.066
1.076.079
58.933
225,7
2009
584.232
400.029
13.787
1.769
999.817
57.001
209,8
2010
547.543
314.538
878.717
*57.001
185,5
14.785
1.851
Fonte dati: Area Interdipartimentale 4 - Sistemi informativi, statistica, monitoraggi
esclusi i ricoveri in posti letto tecnici: 31 nido, 51 astanteria e 99 hospice
* dato fuori regione 2010 non disponibile (si riporta il dato 2009)
Tasso di in appropriatezza:
Le prestazioni di ricovero non appropriate sono passate dal 6% del 2009 al 4,6% del 2010
(deve raggiungere la media del 3,5)
Anno
N ricoveri 43 drg
Tot. Ricoveri
ordinari
Inappropriatezza %
2008
47.388
63.6815
7
2009
35.571
60.4305
6
2010
25.987
56.5979
4,6
Day service (mai istituiti prima in Regione) sono in attività da maggio del 2009.
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Aumenta il ricorso al Day Service (DSAO) – indice di maggiore efficienza del servizio reso - e diminuisce
quello al ricovero ospedaliero (SDO).
DRG
SDAO
2009
SDAO
2010
DIFFERENZA
SDO
2009
SDO
2010
DIFFERE
NZA
006
1.028
4.841
+3813
5015
833
-4182
039
8.713
38.490
+29777
24789
5385
-19404
266
1.448
5.092
+3644
14474
9545
-4929
270
1.426
4.438
+3012
5579
3170
-2409
323
0
1.685
+1685
5912
3615
-2297
410
3.183
14.802
+11619
27085
14380
-12705
503
1.203
4.819
+3616
7356
3172
-4184
Totale
complessivo
17.001
74.167
+57.166
90.210
40.100
-50.110
Fonte dati: Area Interdipartimentale 4 - Sistemi informativi, statistica, monitoraggi
PS – P R O N TO S O C C O R S I
Sappiamo bene che taluni Pronto Soccorsi presentano ancora criticità in ordine ai tempi di accesso e
all’accoglienza. L’assessorato è impegnato fattivamente a promuovere modelli organizzativi capaci
di rispondere al meglio alle esigenze degli utenti. A tal fine ha dato mandato a Joint Commission
International, una delle più autorevoli organizzazioni internazionali per il miglioramento della
qualità e sicurezza dei pazienti, di svolgere un’analisi sui 20 più grandi PS delle provincie della
Regione. L’obiettivo del progetto era quello di identificare, per ogni PS, i punti di forza e le aree di
criticità, così da definire le azioni opportune per un percorso di miglioramento della qualità e della
sicurezza del paziente.
Joint Commission ha già provveduto a produrre per ciascun PS un report analitico, individuando le
criticità maggiori e indicando alcune azioni in alcune realtà già intraprese (vedasi ARNAS Civico di
Palermo) per supportare il miglioramento, che la Regione sta tramutando in obiettivi specifici per i
DG, dotati di indicatori definiti misurabili nel tempo, nonché di un supporto metodologico.
P I A N O S A N I TA R I O , AT T I
A ZI E N D A L I ,
P I A N TA
ORGANICA
La strumentalità delle argomentazioni e la ostinata insistenza a dovere ad ogni costo rimarcare
presunte deficienze nell’azione dell’assessorato ha portato i sottoscrittori della mozione a reiterare
argomentazioni documentalmente superate con formali provvedimenti adottati già da tempo.
Dopo che le linee guida del Piano Sanitario proposte dal precedente governo erano state rigettate
dal Ministero, questo assessorato ha colmato un vuoto di oltre 10 anni approvando un Piano
Sanitario che ha ricevuto approvazione della competente commissione legislativa dell’ARS e ha
ricevuto pubblicamente apprezzamento per le modalità di costruzione, per i suoi contenuti e per le
linee innovative. Gli atti Aziendali di tutte le 17 Aziende Sanitarie sono stati formalmente
approvati, così come le Piante Organiche ad eccezione del Policlinico di Palermo per il quale è in
corso l’attivazione della diffida.
COLLEGI SINDACALI
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Anche per la nomina dei collegi sindacali è stata rigorosamente rispettata la legge che prevede
l’individuazione discrezionale di soggetti in possesso dei prescritti requisiti.
La normativa di riferimento dispone che il collegio sindacale dura in carica tre anni ed è composto
da cinque membri, di cui:
2 designati dalla Regione, e segnatamente dall’Assessore regionale per la salute e
dall’Assessore regionale per l’economia previo parere della Commissione legislativa “Affari
istituzionali” dell’Assemblea regionale siciliana;
·
1 designato dal Ministro del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica;
·
1 dal Ministro della salute;
·
1 dalla Conferenza dei sindaci; per le Aziende ospedaliere quest'ultimo componente è
designato dall'organismo di rappresentanza dei comuni (Anci), mentre per le Aziende
ospedaliero-universitarie la designazione è fatta dai Rettori ai sensi dell’art. 4, comma 3, della
D.Lgs. n. 517/1999.
Nel caso dei Policlinici i componenti regionali sono designati dall’Assessore per la Salute e dal
Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
·
Dalla normativa richiamata è facile evincere la complessità del procedimento di designazione e
nomina dei componenti dei collegi sindacali, considerata la molteplicità delle istituzioni statali,
regionali, locali ed universitarie coinvolte nonché dei sub procedimenti da attivare prima di
giungere all’adozione del provvedimento definitivo di nomina da parte dei Direttori Regionali.
Questa Amministrazione ha provveduto ad attivare il relativo iter procedimentale già nel luglio del
2009, ben prima della operatività delle nuove Aziende sanitarie prevista per il 1° settembre 2009,
chiedendo a tutti i soggetti istituzionali coinvolti di procedere senza indugio a far pervenire le
designazioni di competenza.
La richiesta di designazioni veniva sollecitata svariate volte ad alcune istituzioni.
In particolare l’Assessore regionale per il bilancio pro-tempore nel 2009 aveva effettuato delle
designazioni, seppur parzialmente, poi ritirate dal nuovo Assessore per l’economia, nel frattempo
insediatosi, che concludeva l’iter di propria competenza nel giugno 2010.
Si evidenzia che l’Assessore regionale per la salute ha concluso le designazioni di propria
competenza nel dicembre 2009 e, senza indugio, ha sempre provveduto a comunicare le varie
designazioni ai Direttori generali delle Aziende sanitarie man mano che le stesse pervenivano.
IL
G O V E R N O D E I T E MP I D I A T T E S A
Giova innanzitutto rilevare che questa Amministrazione ha ereditato una situazione di “non
governo” dei tempi d’attesa: non efficaci e disomogenei i tentativi di contenimento delle liste
d’attesa posti in essere dal precedente Governo, palesemente avulsi da un’ottica di sistema e
caratterizzati quasi esclusivamente da un incremento dell’offerta.
Anche il sistema delle prenotazioni CUP, come nel proseguo del presente documento più
dettagliatamente descritto, appariva frammentario rendendo le Aziende incapaci di interfacciarsi tra
loro e di entrare in una sinergica e sistemica interazione.
L’attuale Governo Regionale si è mosso sia sull’appropriatezza della domanda, sia sul
rafforzamento dell’offerta, nell’intento di garantire anche una più facile accessibilità alle
prestazioni, in una prospettiva di autosufficienza dei servizi su base provinciale.
Il tema del governo dei tempi d’attesa, infatti, quale garanzia della tempestività delle cure e del
contenimento delle liste di prenotazione, rappresenta un impegno prioritario per questa
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Amministrazione. Inserito nella legge 5/2009 di riordino del Sistema Sanitario Regionale, l’art. 22
espressamente lo pone, infatti, come obiettivo da assegnare in sede contrattuale ai direttori generali.
E’ utile sottolineare che in ambito nazionale, l’obiettivo delle politiche regionali sul quale si
registrano più interventi normativi negli ultimi due anni, è stato quello di costruire un sistema
regionale che possa garantire il rispetto dei tempi d’attesa secondo codificati criteri di priorità,
correlati all’appropriatezza clinica. Proprio in tal senso, il Governo Regionale ha adottato
provvedimenti per il miglioramento della tempestività delle cure collegando tale tema al
miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva e all’ottimizzazione della programmazione
dell’offerta soprattutto delle prestazioni ambulatoriali.
Con il D.A. del 17 Novembre 2009 e con il D.A. 12 Agosto 2010 si è prodotta, in qualche caso
anticipando le indicazioni nazionali, l’introduzione dei codici di priorità sulle prenotazioni delle
prestazioni, per consentire al sistema dell’offerta di adattarsi opportunamente alle priorità cliniche,
differenziando le prestazioni urgenti, da quelle differibili e da quelle programmabili.
E’ chiaro che in questa nuova prospettiva anche il sistema di monitoraggio è oggetto di un processo
di revisione, per valutare la domanda e riprogrammare l’offerta.
È già in fase di diffusione nel bacino della Sicilia Orientale una fruttuosa esperienza già avviata
positivamente nell’ASP di Ragusa e presente in molte aree nazionali, che si basa
sull’implementazione del sistema dei RAO (raggruppamenti d’attesa omogenei). Tale metodologia
rappresenta uno strumento di recupero e di valorizzazione dell’atto medico prescrittivo con
responsabilizzazione dei medici, attivando un continuo e positivo confronto e feedback fra i medici
prescrittori ed erogatori che concordano cosa è urgente e cosa è invece differibile o programmabile.
In maniera sincronica e sinergica con tali impostazioni ed iniziative, si è attuato il progetto della
strutturazione ed implementazione di un Centro Unico di Prenotazione centralizzato regionale che
sia anche accessibile on line e che metta in rete i sistemi informatici delle diverse strutture sanitarie
presenti nella Regione. Già nei primi mesi del 2011, a partire da una Azienda pilota (l’ASP di
Trapani) sono iniziate le operazioni di configurazione o integrazione/adattamento dei CUP in tutte
le aziende.
L’Azione 5.7, inserita all’interno dell’Intervento n.5 Potenziamento del Territorio, Programma
Operativo dell’Assessorato Regionale della Salute per il 2010-2012, prevede l’attivazione del CUP
regionale in tutte le aziende della Sicilia entro il 30 Giugno 2012.
Tutto questo e tanto altro, è stato delineato, rispettandogli impegni e le scadenze ministeriali, nel
nuovo Piano Regionale per il Governo dei Tempi d’Attesa (D.A. 1220 del 30 giugno 2011) che
scommette su un fondamentale ruolo di programmazione e riorganizzazione dell’offerta su base
provinciale, delle ASP, considerando tutti gli erogatori pubblici e privati accreditati, canalizzando
nel sistema anche l’offerta erogata in regime libero professionale .
Per guidare e monitorare il processo declinato nel Piano Regionale si è istituita una rete di referenti
aziendali per il monitoraggio de tempi d’attesa e l’attuazione del Piano Regionale del Governo dei
Tempi d’Attesa, ed è stata istituita, proprio oggi, una Cabina di Regia Regionale per il Governo dei
Tempi d’Attesa.
CUP – C E N T R O U N I C O P R E N O TA Z I O N I
Il quadro complessivo di attuazione del CUP a livello regionale è il seguente (in blu le aziende nelle
quali è già stato installato il nuovo sistema CUP regionale, in verde le aziende che entro giugno
2012 adotteranno il nuovo sistema CUP regionale, in giallo le aziende che integreranno il proprio
CUP con il “Sovra-CUP” regionale entro giugno 2012). E’ necessario specificare che l’attività è
rallentata dall’attuale impasse di Sicilia e servizi.
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Nella tabella seguente viene specificato il quadro di cui sopra:
Agrigento
integrazione
2012
Caltanissetta
integrazione
2012
Catania
adozione
2012
Enna
adozione
2012
Messina
adozione
2012
Palermo
adozione
completato
Ragusa
integrazione
2012
Siracusa
integrazione
2012
Trapani
adozione
completato
Cannizzaro
adozione
2012
Papardo – Piemonte
integrazione
2012
Cervello - Villa Sofia
integrazione
completato
ASP
Aziende Ospedaliere
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ARNAS
AOU Policlinici
REPERIBILITÀ
Civico Palermo
adozione
completato
Garibaldi – Currò
adozione
2012
P. Giaccone
integrazione
completato
V.E. – Ferrarotto
adozione
2012
G. Martino
integrazione
2012
D I SP E C I A L I S T I P E R U R G E N Z E
Prescrizioni urgenti:
E’ stato concordato con la rete della Specialistica privata l’integrazione delle agende di
prenotazione con il CUP aziendale, con una “riserva” del 50% delle prenotazione per le prestazioni
urgenti e brevi:
(Nuovo D.A. 2011 Specialistica: Art.11
Le strutture private, nell’ambito del budget loro assegnato, saranno tenute a garantire,
l’attuazione di quanto indicato nel decreto assessoriale n.2085/2010, riservando, previo
accordo con le Aziende Sanitarie Provinciali di riferimento, una quota delle proprie
prestazioni giornaliere, mediamente quantificabili fino al 50%, in favore dei pazienti inviati
dall’ASP con richieste “urgenti” e “brevi” che non possano trovare tempestiva risposta nei
servizi pubblici).
PRESTAZIONI
URGENTI
(62 PPI
ENTRO DICEMBRE
2012)
Dalle Linee Guida di riorganizzazione territoriale (D.A. 723/2010) e dagli Accordi Integrativi
Regionali della Medicina Generale e della Continuità Assistenziale emerge l’indicazione della
costituzione di PPI-Punti di Primo Intervento Territoriali nei PTA e/o nei Poliambulatori
Specialistici (ne sono previsti 62 entro dicembre 2012, quindi uno per ogni distretto sanitario,
incluse le aree sub distrettuali di Palermo, Catania e Messina).
I PPI sono mirati ad attrarre i codici bianchi e parte dei codici verdi verso il Territorio ed in essi è
presente un Medico di Continuità assistenziale per le h 12 diurne, che può avvalersi della
diagnostica presente nei PTA e nei Poliambulatori e delle consulenze degli Specialisti ambulatoriali
che operano in tali sedi.
Per i meno attenti e in particolare per i firmatari della mozione in esame si riportano di seguito i dati
relativi alle innovative strutture previste dalla riforma sanitaria a servizio del territorio. Tali strutture
sono già in parte realizzate a differenza di quanto faziosamente asserito:
PTA - P R E S I D I T E R R I TO R I A L I
DI
ASSISTENZA
La tabella riepiloga i PTA che sorti o che stanno sorgendo in Sicilia e che hanno un diverso grado di
sviluppo, dato che sono differenti le potenzialità di partenza nei vari contesti locali.
AA.SS.PP.
PTA attivati nel 2010
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PTA da attivare nel
2011
PTA da attivare nel 2012
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Agrigento
Ribera (ex PO) - Bivona
Favara
Caltanissetta
Mazzarino (ex PO) Mussomeli
S. Cataldo (ex PO)
Catania
Giarre (ex PO)
Librino – Militello (ex
PO) – Acireale
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Leonforte (ex PO) – P.
Armerina (ex PO)
Mistretta (ex PO) Barcellona P.G. (ex PO)
Palazzo Adriano (ex
PO) - E. Albanese (ex
PO) - Biondo
Comiso (ex PO) – Scicli
(ex PO)
Siracusa
Siracusa – Lentini (ex
PO)
Trapani
Trapani - Pantelleria
(ex PO) - Salemi (ex
PO)
Totale
19
Agrigento - Palma di
Montechiaro - Canicattì Casteltermini - Sciacca
Caltanissetta - Gela Niscemi (ex PO)
Catania - Adrano Gravina - Paternò (ex
PO) – Vizzini - Palagonia
Enna
Nicosia
Messina - S. Agata di
Militello (ex PO)
Milazzo - Lipari (ex PO)
Casa del Sole (ex PO)
Guadagna - Bagheria Corleone (ex PO) Petralia (ex PO)
Ragusa
Palazzolo Acreide Noto (ex PO) Augusta (ex PO) (già
attivato)
Pachino
Alcamo (ex PO)
13
23
E’ utile precisare che la prima azione che le direzioni aziendali stanno svolgendo è quella
dell’aggregazione dei servizi e del loro collegamento organizzativo e funzionale (che dipende anche
dal grado di sviluppo attuale e futuro del CUP e del sistema informativo locale).
Sul PTA di Giarre è in atto un’inchiesta della magistratura che prende le mosse anche dall’ispezione
voluta dall’assessorato. Attiene a responsabilità locali sulle quali si attende l’esito delle indagini a
cui si è data ampia e motivata collaborazione.
Appare il caso di rilevare che la documentazione all’attenzione della magistratura sul progetto del
PTA di Giarre riguarda anche e soprattutto gli atti posti in essere durante l’assessorato precedente
(assessorato Lagalla) compresi quelli istruiti impropriamente dall’allora DG Ciriminna che inoltra
al Ministero schede non corrispondenti a quelle inoltrate dall’Assessore pro-tempore.
Nulla dunque può essere in modo subdolo e ignorante attribuito a questo assessorato.
PUNTI
DI
P R I MO I N T E R V E N T O (PPI)
Lo scopo dei Punti di Primo Intervento (PPI) è quello di offrire un punto di riferimento nel
territorio, più appropriato e alternativo all’Ospedale per la gestione delle urgenze di basso-medio
livello (codici bianchi e parte dei codici verdi), in continuità con il servizio offerto nelle ore
notturne della Continuità Assistenziale e integrato con l’attività dei Medici di Medicina Generale, la
specialistica ambulatoriali ed i servizi infermieristici.
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Ri-orientare l’offerta distrettuale verso la gestione delle piccole “urgenze” territoriali ha anche
l’obiettivo di ridurre gli accessi impropri al PS e quindi anche i tempi di attesa per gli accessi
appropriati.
Il monitoraggio dell’attività dei primi 30 PPI attivati ha dimostrato come, nonostante la conoscenza
delle nuove strutture territoriali non sia certamente ancora sufficientemente diffusa, i cittadini
comincino a rivolgersi a tali servizi: nell’ultimo report relativo al mese di Agosto sono stati
registrati circa 6.000 accessi nei 30 PPI attivati ed è notevole sottolineare che, grazie anche al fatto
che i PPI sono integrati con le funzioni specialistiche e la diagnostica di primo livello (ne hanno
usufruito rispettivamente il 14 ed il 10% dei pazienti visitati), solo l’1% di tali accessi, dopo la
valutazione medica, è stato inviato al P.O. per ulteriori accertamenti o ricovero, dimostrando quindi
che tali presidi sono in grado di intercettare il 99% delle richieste che avrebbero “intasato”
impropriamente i Pronto Soccorso o che avrebbero trovato risposta meno immediata nei tradizionali
servizi territoriali.
E’ evidente infine che una maggiore conoscenza dei servizi e l’avvio dell’attività degli altri PPI sul
territorio (in totale saranno 62 entro i prossimi mesi) garantiranno una maggiore risposta alle
esigenze del territorio e un accesso più appropriato alle aree di emergenza.
AMBULATORI
DI
G E S T I O N E I N T E G R A T A (AGI)
Gli Ambulatori di Gestione Integrata (AGI) costituiscono una innovativa formula di assistenza inserita nel più ampio piano regionale sulla gestione delle patologie croniche che vede il
coinvolgimento di tutti i livelli di cure - in cui presso le strutture distrettuali (PTA o poliambulatori)
il Medico di Medicina Generale e lo Specialista ambulatoriale visitano congiuntamente pazienti
selezionati, affetti da patologie croniche, al fine di offrire a tali soggetti la migliore qualità di
assistenza ed il maggior controllo della patologia da cui sono affetti, riducendo pertanto la necessità
di ricoveri.
Oltre alle visite congiunte tra MMG e specialisti, l’AGI garantisce un accesso a servizi diagnostici
dedicati e agli ambulatori infermieristici; il paziente viene inoltre gestito secondo una modalità
“proattiva” mirata cioè a seguire attivamente i pazienti ricordando loro le visite e gli esami
programmati, informandosi sulla corretta assunzione della terapia, monitorando l’andamento di
indicatori selezionati di buon controllo della patologia.
Il monitoraggio dell’attività degli AGI in regione evidenzia come, nonostante la complessità
organizzativa insita in un simile modello (che ha previsto accordi con le organizzazioni sindacali, la
formulazione di bandi e graduatorie, la riorganizzazione degli spazi nei distretti, l’attivazione degli
ambulatori infermieristici, la rivisitazione delle agende, etc) siano già circa 3000 i pazienti seguiti
con questa formula in 13 AGI attivati, sebbene “a macchia di leopardo” sul territorio regionale. E’
prevista entro fine anno l’attivazione di 42 AGI.
ADI – A S S I S T E N ZA D O M I C I L I A R E I N T E G R A T A
Le cure domiciliari per gli anziani nel periodo 2000-2008 sono state prevalentemente attivate dalle
Aziende Sanitarie secondo un’organizzazione non del tutto omogenea nella fase di avvio. Ciò anche
in considerazione del fatto che non erano ancora disponibili atti di indirizzo, di organizzazione e
programmazione specifici, la cui carenza è stata affrontata con appositi provvedimenti. In
particolare, con il D.A. n. 01543 del 2 luglio 2008, sono state definite le tipologie di ADI da attivare
nell’assistenza territoriale domiciliare e negli interventi ospedalieri a domicilio.
I casi trattati nel 2010 sono stati 14.055 rispetto ai 9.986 del 2009 con un incremento del 40%
rispetto al 2009
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ANNO
2008
2009
2010
N. casi trattati
11.638
14.697
19.278
N.casi trattati - anziani
8.698
9.986
14.055
Fonte: Ministero della Salute NSIS modello FLS 21
Al fine di potenziare tale livello di assistenza coerentemente con quanto previsto dall’obiettivo 6
ADI del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 sono state avviate iniziative presso le Aziende
Sanitarie tendenti ad incrementare le cure domiciliari per i soggetti fragili, attraverso l’introduzione
di quote vincolate alle ASP nell’ambito delle linee progettuali del PSN e l’introduzione di uno
specifico obiettivo nei contratti dei Direttori Generali delle Aziende territoriali. Infine va
rappresentato che con il recente Decreto Presidenziale del 26/1/11 sono state definite le linee guida
regionali e il governo del sistema integrato delle cure domiciliari coerentemente a quanto previsto al
riguardo dal sopra citato Quadro Stategico Nazionale e nell’ambito delle linee progettuali del PSN
2011 sono state appostate complessivamente risorse pari a €.10.500.000 per l’ulteriore
implementazione dell’assistenza in ambito domiciliare.
PERSONALE
I rilievi mossi dai firmatari della mozione, in ordine al personale delle Aziende Sanitarie mostrano
una mancata conoscenza delle problematiche connesse a detto settore, con particolare riferimento
alla relativa normativa che ha subito nell’ultimo periodo diverse modifiche e integrazioni.
al 31/12/2009 il personale in servizio presso le Aziende sanitarie ammontava a 52.707 unità di cui:
- 49.566 unità a tempo indeterminato;
- 3.141 unità, a tempo determinato.
L’istituto dei contratti a tempo determinato ha alimentato un sistema di “favori” legati al bisogno di
lavoro, mentre la legislazione andava evolvendosi limitando la possibilità di rinnovo di detta
tipologia contrattuale.
Importo al netto dei rinnovi contrattuali:
2009 - 2.652.214.440,00 al di sotto del tetto di spesa, previsto dalla legge finanziaria 191/2009 di
2.717.119.000,00.
Sulla base di questi dati sono state definite le linee guida per le aziende sanitarie per la
determinazione delle piante organiche sulla base di indici, rilevati dal Patto per la Salute, riferiti per
le Aziende Ospedaliere ai posti letto, e per le Aziende territoriali alla popolazione residente.
Attualmente le rideterminazioni delle piante organiche di tutte le Aziende Ospedaliere prevede un
numero complessivo di unità pari a 52.490 unità.
Importo, al netto dei rinnovi contrattuali:
 2010 - 2.651.222.000,00
 2011 - 2.635.242.000,00
(al di sotto del limite posto dalla legge finanziaria)
La conoscenza definitiva del reale fabbisogno di organico, ha consentito, finalmente, di potere
indire concorsi pubblici per il reclutamento di personale, nel pieno rispetto di quanto previsto per il
contenimento della spesa, secondo le prescrizioni del Piano di Rientro.
Per come risulta, le programmate assunzioni di circa 2500 posti non comporteranno alcun
incremento di spesa in quanto il personale che verrà assunto a seguito delle procedure di
reclutamento avviate farà via via cessare altrettanti posti di personale a tempo determinato.
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La compatibilità, infine, con il programma operativo regionale 2010/2012 risulta pienamente
rispettata dalla prevista riduzione delle unità di personale sopra riferita (52.707- 52.490 = 217) e
dalla differenza tra il tetto di spesa dell’anno 2010 e quello dell’anno 2011.
Il concetto di esubero esposto nella mozione risulta ampiamente limitato ad alcune categorie di
personale. Peraltro in termini quantitativi gli esuberi non sono numerosi ed ampiamente riassorbibili
con il turn over di personale, tenuto anche conto che nell’anno 2010 circa 1.000 unità di personale
sono andate in quiescenza.
In ogni caso giova ricordare che le Aziende in sede di indizione di concorso hanno riservato una
percentuale dei posti alla mobilità, cosicché potessero essere riassorbiti i limitati esuberi.
LE
P RO C E D U R E C O N C O R S U A L I
Le procedure concorsuali che hanno presupposto l’adozione delle Piante Organiche da parte delle
Aziende, di cui si è detto nelle precedenti pagine, rappresentano un punto qualificante per la
gestione del personale ed hanno garantito in modo trasparente la mobilità, anche da altre regioni, la
possibilità di definire rapporti di lavoro in forma stabile, e nuove opportunità per i più giovani che
possono accedere secondo procedure legate alla meritocrazia.
Va premesso che l’art. 42 della L.R. 11 del 2010, in difformità a quanto previsto dalla normativa
nazionale del settore sanitario, ha stabilito che le procedure concorsuali per il personale, avvengano
per concorsi per soli titoli ad eccezione di quelli dell’area medica.
Ciò ha comportato che l’indizione di un concorso per soli titoli venisse impugnata in quanto
effettuata in violazione della normativa nazionale (concorso per farmacisti del Policlinico di
Messina), e che contro l’indizione di un concorso per titoli ed esami venisse invece proposto ricorso
straordinario al Presidente della Regione per violazione della Legge Regionale (concorso per
dirigente amministrativo A.O. Cannizzaro di Catania).
L’Assessorato si è fatto parte attiva presentando un emendamento per la modifica normativa idonea
a ricondurre il sistema ad unità con quello nazionale. Pertanto non si comprende il rilievo
sull’emendamento governativo cui si fa riferimento nella mozione in ordine alla abrogazione
dell’art.42 della L.R 11/2010, peraltro assolutamente privo di pregio atteso che tale emendamento è
stato approvato all’unanimità dalla 6° commissione con la presenza di alcuni firmatari della
mozione.
In ordine alle note problematiche scaturenti dall’avvio delle procedure concorsuali e di mobilità da
parte delle Aziende Sanitarie, sono state fornite istruzioni alle direzioni generali delle stesse, in
ordine all’attivazione delle procedure di reclutamento di personale a tempo indeterminato, per la
copertura dei posti vacanti e disponibili in dotazione organica, rispettivamente della dirigenza
medica e del comparto, anche nelle more del procedimento di definizione delle rispettive dotazioni
organiche alla cui approvazione restava e resta, comunque, subordinata l’immissione in servizio dei
vincitori.
L’avvio delle procedure concorsuali ha risposto alla necessità, più volte manifestata dalle direzioni
aziendali, di far fronte a croniche carenze di organico, che si ripercuotono sull’organizzazione dei
servizi, e alla necessità di assicurare adeguati livelli di soddisfacimento della domanda assistenziale.
Pertanto, le Aziende del S.S.R sono state autorizzate ad avviare le procedure di reclutamento per
talune discipline della dirigenza medica ritenute di particolare rilevanza strategica e del comparto,
anche nelle more dell’approvazione delle nuove dotazioni organiche.
Tali procedure di reclutamento, sono state, pertanto, inserite all’interno del quadro normativo di
riferimento.
Infatti, l’art. 30 comma 1 del decreto legislativo 165/2000 stabilisce che le Amministrazioni
possono ricoprire posti vacanti mediante mobilità.
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Il successivo comma 2 bis prevede che le Amministrazioni, prima di procedere all’espletamento di
procedure concorsuali finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le
procedure di mobilità di cui al comma 1, provvedendo in via prioritaria all’immissione in ruolo dei
dipendenti provenienti da altra Amministrazione, in posizione di comando o di fuori ruolo
appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle
Amministrazioni in cui prestano servizio.
Il combinato disposto delle suddette norme fa, pertanto, ritenere che l’attivazione delle procedure di
mobilità precede l’espletamento dei concorsi per quei posti disponibili in organico, per i quali le
Amministrazioni, in sede di definizione del fabbisogno ai sensi dell’art. 6 dello stesso decreto
legislativo, abbiano optato, attraverso una scelta discrezionale da effettuarsi sulla base di particolari
e rilevanti esigenze organizzative, per il ricorso al reclutamento tramite mobilità, dandosi in questo
caso priorità a quanti provenienti da altre Amministrazioni operano già all’interno dello stesso Ente
in posizione di comando o di fuori ruolo.
Dunque, il comportamento dell’Assessorato e, conseguentemente, delle Aziende sanitarie è
perfettamente coerente al dettato normativo, avendo quest’ultime, in sede di programmazione del
fabbisogno di personale, determinato, in correlazione alle proprie esigenze organizzative ed alla
natura strategica dei posti disponibili, nel rispetto del vigente sistema delle relazioni sindacali, la
percentuale dei posti da coprire con ricorso alla mobilità e di quelli per i quali esperire la procedura
concorsuale.
A supporto di tale interpretazione si è richiama una recente decisione del C.G.A. n. 1347 del 4
novembre 2010 che - nel ritenere il concorso la via maestra per accedere ai pubblici impieghi (art.
98 Cost.) sicché qualsiasi deroga, ancorché prevista espressamente dalla legge, non sembra potere
prescindere da una valutazione discrezionale in relazione alla fattispecie concreta - ha giudicato non
arbitraria né irragionevole la determinazione di un’Azienda ospedaliera della Regione di coprire i
“posti liberi” mediante concorso aperto a candidati esterni, senza preventivamente esperire le
procedure di mobilità, tenuto conto sia della valenza strategica dei posti messi a concorso, sia della
circostanza che l’art. 30 del D.Lgs n. 165/2001 e ss.mm.ii. prevede la priorità della procedura di
mobilità, ai sensi del comma 2 bis dello stesso art. 30, solo a favore di dipendenti provenienti da
altra Amministrazione in posizione di comando o di fuori ruolo.
L’interpretazione fornita con le suindicate direttive assessoriali trova oggi conferma nella recente
previsione normativa di cui al decreto legge 6 luglio 2011 - come convertito dalla legge 15 luglio
2011, n. 111 - che nel disciplinare al Capo III il “Contenimento e razionalizzazione delle spese in
materia di impiego pubblico, sanità, assistenza, previdenza, organizzazione scolastica. Concorso
degli enti territoriali alla stabilizzazione finanziaria” - all’art. 16, rubricato “ Contenimento delle
spese in materia di impiego pubblico”, così dispone:
“1. Al fine di assicurare il consolidamento delle misure di razionalizzazione e contenimento della
spesa in materia di pubblico impiego adottate nell'ambito della manovra di finanza pubblica per gli
anni 2011-2013, nonché ulteriori risparmi in termini di indebitamento netto, non inferiori a 30
milioni di euro per l'anno 2013 e ad euro 740 milioni di euro per l'anno 2014, ad euro 340 milioni di
euro per l'anno 2015 ed a 370 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2016 con uno o più
regolamenti da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e dell'economia e delle
finanze, può essere disposta:
a) … … … ;
b) … … … ;
c) … … … ;
d) la semplificazione, il rafforzamento e l'obbligatorietà delle procedure di mobilità del
personale tra le pubbliche amministrazioni;”.
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La previsione che su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l’innovazione e
dell’economia e delle finanze possano essere emanati dei regolamenti che dispongano, tra l’altro,
l'obbligatorietà delle procedure di mobilità del personale tra le pubbliche amministrazioni,
confermerebbe che, ad oggi, le medesime procedure di mobilità – tranne l’ipotesi di cui al comma 2
bis dell’art. 30 del D.Lgs. 165/2001 – non hanno carattere obbligatorio, come del resto si evince
chiaramente dal tenore letterale del comma 1 del medesimo art. 30 con l’inciso “Le
Amministrazioni possono…”.
Chiarito quanto sopra, si rassegna in sintesi la situazione relativa alla pendenza dei ricorsi proposti
avverso le procedure concorsuali e di mobilità bandite dalle Aziende capofila dei Bacini “Sicilia
Orientale” e “Sicilia Occidentale”.
Per i ricorsi proposti contro i bandi proposti dal bacino orientale il TAR Catania ha dichiarato
l’inammissibilità per difetto di giurisdizione dei ricorsi relativi ai concorsi per profili professionali
del comparto (Cfr. sentenze Tar Catania n.991/2011; 992/2011 e 993/2011).
I ricorrenti hanno proposto appello – previa domanda di sospensione cautelare delle sentenze
medesime - al C.G.A.. Quest’ultimo con ordinanze (Cfr. ord. 834 e 935 del 2011) ha respinto la
domanda di sospensione cautelare delle sentenze del T.A.R. Catania senza entrare nel merito del
difetto di giurisdizione. Consequenzialmente le sentenze del T.A.R. Catania che hanno dichiarato il
difetto di giurisdizione sono esecutive fino alla decisione definitiva del giudice di secondo grado e,
pertanto, le procedure concorsuali e di mobilità suindicate, indette dall’Azienda capofila del Bacino
Sicilia orientale, sono state completate poiché ad oggi mai sospese dal giudice amministrativo.
Anche presso il T.A.R. Palermo sono stati promossi ricorsi contro l’Azienda sanitaria provinciale di
Palermo, in qualità di Azienda capofila del Bacino Sicilia Occidentale, avverso i bandi di concorso
e in parte qua di mobilità per diversi profili professionali. E tuttavia diversamente dal Giudice
Amministrativo di Catania “con ordinanza n. 327/2011 del 20 aprile 2011 il T.A.R. Palermo ha
accolto la domanda cautelare proposta con i ricorsi sopra citati disponendo la sospensione dei bandi
di concorso, fissando l’udienza per la trattazione del merito nel mese di marzo 2012”.
Tale ordinanza è stata impugnata davanti al C.G.A. che tuttavia non ha cassato la sospensione
cautelare disposta. Consequenzialmente nella Sicilia occidentale sono sospesi, in attesa della
definitiva decisione nel merito, i bandi impugnati.
1.
2.
3.
4.
In ordine al rilievo specifico riguardante il concorso per dirigente amministrativo dell’Ospedale
Cannizzaro occorre precisare che detta Azienda in data antecedente alla L.R. 11/2010 aveva
richiesto in presenza di 7 posti vuoti in organico su 9, l’autorizzazione al concorso per n. 3 posti
lasciando i rimanenti 4 disponibili per eventuali mobilità.
Ottenuta l’autorizzazione, ha proceduto al relativo bando che giace tuttora sospeso per un ricorso
straordinario al Presidente della Regione.
Riguardo alle questioni poste nella mozione si precisa quanto segue:
La nota rivolta ai Policlinici di Catania e Messina e all’ASP di Siracusa, non poteva essere
rivolta anche al Cannizzaro in quanto il concorso in questione era già sospeso.
Atteso che il concorso non è stato espletato e che vi è la necessità del relativo personale,
sono state avviate le procedure per la formulazione di graduatorie per l’incarico a tempo
determinato (fino al completamento delle procedure concorsuali), con la previsione dello
svolgimento per titoli e colloquio.
Le procedure allo stato da applicare nonostante il parere contrario dei firmatari della
mozione, sono quelle previste dal precitato articolo 42 della L.R.11/2010.
Nel caso specifico, l’Azienda Cannizzaro si è già adeguata al dettato normativo, svolgendo la
procedura per l’incarico dirigenziale dell’area amministrativa solo per titoli.
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ASP
DI
PA L E R M O -
BILANCIO
Il rispetto delle misure di bilancio, così come stabilito in sede di contrattazione è ora
imprescindibile per tutte le Aziende della Regione come per l’ASP di Palermo.
L’Azienda di Palermo risente di una gestione passata particolarmente complessa e con situazioni di
bilanci non approvati dal 2002 al 2008.
Ciò ha richiesto una azione di revisione operativa, anche con la collaborazione dell’advisor, che ha
portato ad una maggiore attenzione per la risoluzione di problematiche da sempre rinviate ed alla
approvazione dei bilanci dal 2002 al 2008 e con riserva anche il 2009.
Va rilevato che nel 2009 con episodi fino al 2010 sono state scoperte 65 determine per il pagamento
di beni e servizi fuori bilancio con un aggravio di alcuni milioni di euro.
La maggior parte risulta firmata il 31 agosto 2009, data dell’ultimo giorno in carica del precedente
direttore generale.
Nel dettaglio
Con riferimento al Bilancio consuntivo 2009 dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, il
Collegio Sindacale ha espresso un primo parere negativo il 13.07.2010 affermando di avere
concentrato la propria attenzione sul saldo della gestione straordinaria, pari a 37,7 €/mln.
Con specifico riferimento a tali poste della gestione straordinaria, con nota prot./servizio5/n.
0021888 del 04.08.2010, l’Assessorato incaricava l’Advisor contabile a svolgere un’attenta
disamina delle “insussistenze attive” esposte nel Bilancio al 31.12.2009, anche a seguito di specifici
chiarimenti richiesti in merito dal Ministero dell’Economia e Finanze, in sede di Tavolo di verifica.
Successivamente, con nota n. 47055 del 17.11.2010, l’Assessorato richiedeva all’ASP in oggetto la
riformulazione del bilancio 2009 con le rettifiche in decremento delle poste straordinarie attive
iscritte al 31.12.2009, individuate sulla base delle risultanze della relazione prodotta dall’Advisor
contabile, e precisamente per un valore pari a 28,2 €/mln rimandando, in via prudenziale, la loro
iscrizione in bilancio al momento in cui si sarebbe ottenuta maggiore certezza dell’esigibilità del
credito.
Pertanto, in data 01.12.2010, con Delibera n.913, il Direttore Generale dell’ ASP provvedeva a riadottare il Bilancio relativo all’esercizio 2009, nel quale erano state effettuate le rettifiche indicate
dall’Assessorato, riportando un utile pari ad 0,6 €/mln.
Con riguardo a tale bilancio riformulato, il Collegio Sindacale, con verbale n.3 del 01.02.2011,
esprimeva nuovamente parere negativo, ritenendo poco prudente l’appostazione in bilancio di
insussistenze attive derivanti dalla riduzione del fondo rischi per 2,7 €/mln , e sollevando gli
ulteriori rilievi, non afferenti a poste di bilancio riformulate ma già presenti nella prima
formulazione di bilancio, riguardanti le immobilizzazioni materiali e immateriali, le Rimanenze
sanitarie ed economali, i Crediti verso gestioni sperimentali, i Crediti e debiti v/o Istituti
Previdenziali, i debiti v/Fornitori e gli Acconti a fornitori (pignoramenti non regolarizzati).
Preso atto delle sopra esposte circostanze, l’Assessorato ha ritenuto di effettuare i dovuti
approfondimenti in merito alle poste di bilancio oggetto di rilievi maggiormente significativi, a
seguito dei quali, con specifico riferimento alle osservazioni del Collegio in merito all’iscrizione di
insussistenze attive che determina un maggiore utile di 2,7 €/mln ca., è emerso che le stesse
risultano ampiamente superate alla luce delle valutazioni effettuate dall’Advisor contabile
nell’ambito del supporto alle strutture regionali per la verifica delle insussistenze attive iscritte nel
bilancio d’esercizio 2009, e soprattutto delle successive valutazioni del Dipartimento Affari
Generali e Contenzioso, contenute nelle Note n° 94 del 7/02/2011, n° 96 dell’8/02/2011, e n°
262/NAR del 7/02/2011, le quali confermano il corretto operato dell’azienda.
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In ogni caso occorre evidenziare che il risultato dell’anno 2009 è solo per 4 mesi riconducibile alla
gestione del D.G. Cirignotta, essendosi questi insediato a partire dal 1° settembre 2009.
Per tale motivo il risultato dell’esercizio 2009 non è stato assunto per la valutazione di nessun
Direttore Generale.
DIMISSIONI
DEL
DOTT. DARIO ALLEGRA
Fuorvianti, pretestuose ed ovviamente false sono le affermazioni con le quali si tenta di collegare la
specifica vicenda che ha portato alle dimissioni del dott. Allegra direttore dell’ARNAS Civico ad
un asserito fallimento gestionale di questo assessorato.
Spiace rilevare l’inescusabile ignoranza in ordine al fatto che l’Assessore è un organo politico
amministrativo che non ha compiti gestionali ma definisce la programmazione, dà indirizzi
operativi ed esercita le funzioni di controllo.
In particolare la vicenda che ha riguardato il dott. Allegra – come è stato più volte evidenziato – non
riguarda solo l’attesa di tre giorni al pronto soccorso su una sedia: al manager erano state contestate
reiterate omissioni che hanno pregiudicato la riorganizzazione e la riqualificazione del pronto
soccorso dell’ospedale. In una formale diffida, precedente all’episodio citato, si faceva riferimento
alla mancata adozione di adempimenti “urgenti e improcrastinabili volti a ripristinare le condizioni
di sicurezza per i pazienti” che erano stati sollecitati dall’assessorato in seguito ad alcuni accessi
ispettivi.
La prima ispezione, a seguito di specifiche segnalazioni di utenti, era stata effettuata il 25 agosto del
2010 ed aveva fatto emergere alcune carenze nella gestione del pronto soccorso, puntualmente
indicate in una nota di contestazione inviata il 19 ottobre.
La successiva ispezione, effettuata l’11 gennaio, ha confermato la persistenza delle criticità già
rilevate nel corso della precedente visita ispettiva.
Nella diffida veniva fatto rilevare come non era stato adempiuto il piano di riorganizzazione e
riqualificazione del pronto soccorso presentato dal Civico più di un anno prima (e valutato
positivamente dall’assessorato) e si sottolineavano le inefficienze complessive che condizionavano
il funzionamento del pronto soccorso, con particolare riferimento ai tempi medi di degenza molto
elevati e alla mancata attivazione dei posti letto di lungo degenza.
Tra gli adempimenti richiesti c’era la riqualificazione – anche igienica – dei locali; un corretto uso
del triage, considerato che si erano registrati bassissimi dati di attività nell’ambulatorio dei codici
bianchi; la ridefinizione dei percorsi interni; la predisposizione di un locale idoneo per lo stoccaggio
di farmaci e dei presidi del reparto; la riorganizzazione di processi di approvvigionamento, gestione
e controllo dei dispositivi medici e dei farmaci impiegati al pronto soccorso con l’introduzione di un
sistema informatizzato integrato con la farmacia ospedaliera; l’implementazione della dotazione di
attrezzature elettromedicali presenti negli ambulatori; la predisposizione di un piano di incremento,
fino a un massimo di 16, dei posti letto “tecnici” di osservazione breve intensiva (Obi); l’istituzione
della figura di “operation manager” con il compito di facilitare l’eventuale reperimento di posti
nelle unità operative. Veniva anche chiesta la predisposizione di un’analisi dei bisogni formativi del
personale sanitario del pronto soccorso e un piano di vigilanza per il controllo delle vie d’accesso.
Tutte situazioni su cui il manager del Civico non è intervenuto con adeguata prontezza,
determinando condizioni di disagio e nocumento per l’immagine della sanità cittadina.
A conferma che il suo operato non poteva essere in alcun modo collegato a presunte inefficienze
delle politiche assessoriali c’è anche il dato che la sostituzione del vertice aziendale ha prodotto
tempestivi risultati in termini di miglioramento della qualità dell’offerta sanitaria.
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LE
P R I M E V O L T E N E L L ’ A S S I S T E N ZA S A N I T A R I A
La mozione di censura tende a denigrare l’operato di questa amministrazione, non tenendo conto di
molti aspetti positivi ovviamente supportati e documentati da dati inequivocabili di cui in questa
sede si vuole dare una sintesi, rinviando per una più completa analisi anche al Libro Bianco della
Salute recentemente presentato e scaricabile dal sito istituzionale dell’Assessorato della Salute.
Siamo consapevoli che un processo di riforma tra i più complessi in assoluto presenta ancora delle
criticità, che saranno superabili tanto più facilmente se sull’azione di irreversibile cambiamento
potrà formarsi in modo responsabile quel necessario impegno di tutti gli attori istituzionali per
potere corrispondere al meglio all’interesse generale, al bene comune e alle esigenze dei nostri
utenti.
Il sistema sanitario non può essere il campo di strumentalizzazioni politiche, perché costituisce
l’articolazione della pubblica amministrazione, che ha il nobile compito di attuare in concreto il
bene fondamentale della tutela della salute previsto all’art. 32 della Costituzione.
1.
Per la prima volta vengono definite modalità univoche per la contrattualizzazione del sistema
privato accreditato;
2.
Per la prima volta viene definito (e concluso) un processo per l’accertamento delle partite
creditorie e debitorie delle Aziende tra le stesse e verso la Regione e viceversa;
Per la prima volta vengono introdotte misure per agevolare il controllo effettivo delle
prescrizioni specialistiche (criteri di priorità clinica e obbligo del quesito diagnostico);
Per la prima volta si definiscono tetti di spesa sulla base dell’analisi della domanda e vengono
introdotti criteri oggettivi di premialità;
Per la prima volta viene effettuata una ricognizione di tutte le inadempienze amministrative a
partire dal 2001, provvedendo all’assolvimento degli obblighi pregressi cui è conseguito lo
svincolo delle risorse ad essi correlate;
Per la prima volta sono introdotte le gare centralizzate di bacino;
Per la prima volta viene fatta una gara centralizzata per i farmaci (con un risparmio di oltre 115
milioni di euro sul triennio di spesa);
Per la prima volta viene fatta una gara per l’affidamento del servizio di brokeraggio
assicurativo e consulenza, destinato alle 17 Aziende Sanitarie Regionali per arrivare ad una
omogeneizzazione e razionalizzazione delle coperture assicurative, a partire dall’analisi dei
contratti assicurativi esistenti e delle effettive esigenze per singola Azienda, fortemente
collegato al nuovo programma regionale sul rischio clinico;
Per la prima volta si fa una gara regionale per l’acquisto di Alte Tecnologie (e si realizza un
risparmio del 24% sulla base d’asta) con una spesa di oltre 200 milioni di Fondi europei in
Sanità;
Per la prima volta si finanzia la pianificazione di radioterapie su tutto il territorio, ogni 250.000
abitanti, entro un’ora di percorrenza;
Per la prima volta si pianifica l’adeguamento a norma delle medicine nucleari e dei centri
trasfusionali di tutta la Sicilia;
Per la prima volta viene esitato la rete del cuore collegata al 118; si definisce un piano di
riqualificazione della medicina di laboratorio, la costruzione della rete materno infantile, della
rete della riabilitazione, rete della talassemia;
Per la prima volta si prendono provvedimenti per combattere il ricorso al parto cesareo (medie
sopra il 50% nelle strutture pubbliche e sopra l’ 80% nelle strutture private);
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
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14. Per la prima volta vengono fissate le tariffe per la radioterapia avanzata consentendo di
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
recuperare 50 milioni di euro l’anno prima indebitamente riconosciuti a Villa Santa Teresa,
oggi bene confiscato alla mafia in cui è prevista l’avvio di attività dell’Istituto Ortopedico
Rizzoli. Si passa da una fatturazione di 56 milioni di euro l’anno per 1.300 trattamenti a 6
milioni di euro l’anno per lo stesso tipo di trattamenti in numero di 1.100;
La Regione Siciliana è la prima regione ad avere siglato il nuovo contratto con i medici di
medicina generale per una maggiore copertura del territorio. E’ stato siglato, dopo 7 anni,
anche il rinnovo del contratto con i pediatri;
Per la prima volta si individuano e disciplinano, i centri prescrittori;
Per la prima volta si programma l’apertura di 18 centri diurni per l’Alzheimer in Sicilia;
Per la prima volta nella provincia di Palermo si attivano 100 nuovi posti di RSA convenzionati
e 166 posti di RSA pubblici (entro il 2011);
Per la prima volta si attivano posti di RSA per Alzheimer (entro 2011 a Piana Albanesi,
Palermo);
Per la prima volta si individuano e disciplinano, tra gli altri, i centri di riferimento anche per le
malattie rare. Si avvia anche il registro delle malattie rare che permette di fare emergere in
pochi mesi già 82 patologie censite in Sicilia;
Il centro di riferimento per la Spina Bifida ha raddoppiato l’attività in soli sei mesi dalla sua
istituzione;
Per la prima volta nel calendario vaccinale entra anche il vaccino contro la meningite C;
Per la prima volta apre, dopo oltre 20 anni di attesa, Villa delle Ginestre - Centro di
Riabilitazione di Alta Specializzazione per Medullolesi (attivazione degenze che si aggiungono
all’attività ambulatoriale);
Per la prima volta apre un Centro residenziale regionale per pluriminorati sensoriali (con la
Lega del Filo d’oro a Termini Imerese);
Per la prima volta in Sicilia si inaugura e si attiva l’Unità Spinale Unipolare, unica del Centro
sud, nella città di Catania per la cura e e la riabilitazioni dei traumi al midollo;
Per la prima volta viene istituzionalizzato il centro di riferimento per i Down a Palermo (e
l’Assessorato avvia un progetto sperimentale di inserimento professionale);
Per la prima volta nasce a Messina Nemo Sud, centro di riferimento per le patologie
neuromuscolari (SLA, Distrofia) con la partecipazione di Telethon;
Per la prima volta si avvia lo screening del tumore al colon-retto;
Per la prima volta si avvia il registro della dialisi;
Per la prima volta si avvia la sorveglianza dell’infezione da HIV;
Per la prima volta ci si dota di un piano per il governo delle attività trasfusionali;
Per la prima volta si alimenta correttamente il flusso nazionale dei dati di attività di
emovigilanza;
Per la prima volta si istituisce la Banca delle Emazie Rare;
Per la prima volta alcune province della Sicilia (AG, CL, SR e TP) sono state dichiarate
ufficialmente indenni da Leucosi Bovina enzootica;
Per la prima volta la prevalenza della brucellosi ovi-caprina in Sicilia è scesa sotto il livello del
10% (9,2 % al 31 dicembre 2010);
Per la prima volta la Sicilia è stata dichiarata indenne da MVS (malattia vescicolare da
enterovirus del suino);
Per la prima volta sono state attivate azioni di verifica sulle aziende zootecniche ufficialmente
indenni da malattie degli animali soggette ad eradicazione (tubercolosi, brucellosi, leucosi);
Assessorato della Salute – Regione Siciliana
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38. Per la prima volta la sanità siciliana è stata scelta per contribuire al progetto "Euregio III" con
due esempi di "buone pratiche" (best practices) nell'uso dei fondi strutturali europei per
investimenti nel campo della sanità. I progetti riguardano il miglioramento dei servizi
diagnostici e la mappatura dei bisogni basata su evidenza dei flussi epidemiologici;
39. Per la prima volta in Sicilia si valuta l’operato dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e
si giunge al commissariamento delle Aziende che non hanno raggiunto gli obiettivi economici
negoziati;
40. Per la prima volta in Sicilia, a seguito dell’applicazione di percorsi terapeutici corretti e un
attento controllo della qualità, diminuisce il tasso di mortalità.
Assessorato della Salute – Regione Siciliana
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