Lorenzo Barbirolli - Comune di Ferrara

Quaderni dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara
n. 4 (2016)
LORENZO BARBIROLLI (1798-1867)
UN MUSICISTA TRA DUE PATRIE
a cura di
Nicola Badolato, Corinna Mezzetti
e Antonietta Molinari
FERRARA
2016
Redazione: Nicola Badolato
Elaborazione delle immagini: Stefania Ricci Frabattista
Il volume è stato stampato con il contributo di
Autorizzazione alla pubblicazione delle immagini rilasciate dall’Accademia dei Concordi di
Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (in data 9
febbraio 2016).
In copertina: Bozzetto del sipario del Teatro Comunale di Ferrara, realizzato da Francesco Migliari
nel 1850 (Archivio Storico Comunale di Ferrara, Commissione pubblici spettacoli, b. 68).
Rielaborazione grafica di Stefania Ricci Frabattista.
SOMMARIO
Prefazione
Enrico Spinelli
p. V
Presentazione
Antonietta Molinari
p. VII
Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie
Antonietta Molinari e Nicola Badolato
p. 1
Musiche di Barbirolli nell’Archivio del Capitolo di Ferrara
Nicola Badolato
p. 39
Barbirolli compositore: appunti per un catalogo
Nicola Badolato
p. 51
ILLUSTRAZIONI
p. 63
APPENDICI
1. Fondi archivistici e documenti tra Archivio Storico Comunale
e Biblioteca Ariostea per la storia dei teatri di Ferrara nell’Ottocento
Corinna Mezzetti
p. 95
2. Lorenzo Barbirolli nelle carte dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara
Corinna Mezzetti
p. 102
3. Lorenzo Barbirolli, “Tu es Petrus”
(trascrizione di Nicola Badolato)
p. 147
Sigle bibliografiche
p. 175
Elenco delle illustrazioni
p. 177
Indice dei nomi di persona e di luogo
p. 181
Indice delle opere
p. 188
Prefazione
Un viaggio archivistico – progettato e condotto da Badolato,
Mezzetti e Molinari – si tinge dei colori della Musica, con una storia
inedita, certamente meritevole dell’indagine, della scrittura, della
conoscenza.
È l’incontro con un personaggio, Lorenzo Barbirolli (1798-1867),
nativo del vicino Polesine, attivo artisticamente a Ferrara per 25
anni, del quale era svanito ormai il ricordo. I documenti – quelli
dell’Archivio Storico Comunale e dell’Archivio del Capitolo di
Ferrara - hanno consentito di recuperare la memoria di una vicenda
umana e familiare, restituendo un profilo artistico, un corpus di
opere di un musicista che ebbe un ruolo certamente di rilievo nella
Ferrara della metà dell’Ottocento, dal 1840 al 1865, essendo
impegnato ora come Maestro comunale di musica nonché Concertatore del Teatro cittadino, ora come Direttore della Cappella del
Duomo. Barbirolli, un artista serio e stimato, attivo tra Rovigo e
Ferrara, nei confini delle quali segnò sostanzialmente il suo percorso
professionale, dividendosi in un ideale contrappunto tra profano e
sacro, ora dedicandosi al Teatro ora al Duomo, da un lato impegnandosi nel repertorio operistico alla moda in quel tempo e,
dall’altro, componendo severa musica sacra. Al servizio prima di un
datore di lavoro e poi di un altro: qui il Pubblico (cioè il Comune di
Ferrara) e lì la Chiesa, in una divaricazione istituzionale che – con le
vicende del Risorgimento, dell’Unità nazionale e con i delicatissimi
rapporti tra Stato e Chiesa - dovette pure creare al bifronte Maestro
qualche problema d’orientamento politico, a volte un’incertezza,
qualche dubbio. Insomma, Barbirolli fece evidentemente una scelta
di conciliazione: in Teatro guardava a Verdi e ai grandi operisti
dell’epoca, per la Cappella musicava sonetti celebrativi per Pio IX.
Dissonanze?
Vita difficile quella del musicista che, avendo il carico della famiglia, non trascurò di percorrere tutte le strade che gli consentissero
di vivere onestamente, con borghese decoro, onorando Trono e
Altare, praticando in equilibrio due repertori e generi tra loro
diversi; la bacchetta si alzava a concertare cori verdiani, mentre poi
la penna componeva inni sacri, come il Tu es Petrus, graduale a tre
V
voci per l’onomastico dell’Apostolo: immaginabili tensioni ideali
dovettero essere risolte ricorrendo agli artifici dell’Armonia. Così
l’attività di Maestro concertatore fu rilevante nell’àmbito teatrale,
come l’attività di compositore fu preminente nell’area ecclesiastica:
la duplice faccia artistica trova speculare riscontro nella documentazione che offre materia per questa ricerca: le fonti, infatti, sono
localizzate adesso nell’Archivio Storico comunale e adesso in quello
del Capitolo, tuttavia integrandosi vicendevolmente e restituendo
così un compiuto e unitario profilo, umano e artistico di Barbirolli.
Questo mi pare il pregio del lavoro svolto dai tre autori, ben
integrati tra loro sul piano del metodo e nel giuoco delle diverse
competenze individuali. Musicologia, Archivistica e Storiografia si
incontrano in una simbolica triade e insieme offrono un concreto e
originale risultato; compare, infatti, un primo strumento descrittivo
della produzione del Barbirolli e ne viene proposta l’edizione del Tu
es Petrus; c’è poi il lavoro sulle fonti archivistiche, con la storia
istituzionale del Teatro comunale e con elaborazione di puntuali
regesti di documenti; c’è la visione di sintesi, quella della Storia,
considerata nel duplice registro dialogante tra la piccola e la grande
Patria, cioè tra Ferrara-Rovigo e l’Italia, pre e post unitarie. È l’ideale
partitura entro la quale la vicenda umana e l’esperienza artistica di
Barbirolli si svolsero: esse sono oggi utilmente riproposte
all’attenzione degli studiosi, dopo circa centocinquant’anni dalla
morte del Musicista, nell’utile apporto alla valorizzazione delle fonti
documentarie e alla Storia di Ferrara.
Enrico Spinelli
VI
Presentazione
Le strade della ricerca sono così contorte e complesse che molto
spesso portano nelle direzioni più impensabili rispetto al punto di
partenza. La professoressa Rita Castaldi ed io ci trovavamo un giorno a casa della signora Germana Brondi per parlare di un suo
antenato, Giovan Battista Brondi, un vetraio altarese che aveva
condotto a Ferrara, in via del Carbone, un’importante produzione di
vetro per poi diventare uno dei più intraprendenti commercianti
dell’800 ferrarese e su cui avevamo intenzione di scrivere qualcosa.
La nostra conversazione virò ad un certo punto sugli interessi
culturali della famiglia Brondi, orientati sia al mondo artistico sia
soprattutto a quello musicale, quando la signora Germana ci fece
leggere l’elogio funebre di un suo lontano parente, Lorenzo Barbirolli, che aveva ricoperto l’incarico di maestro concertatore del
Teatro Comunale di Ferrara nella prima metà dell’800.
Ovviamente il cognome Barbirolli richiamò subito alla mente il
famoso direttore d’orchestra, sir John, trasferitosi in Inghilterra ai
primi del ’900, dove ottenne successi strepitosi. Nacque così la
curiosità di approfondire la conoscenza di Lorenzo Barbirolli, la cui
nipote aveva sposato Luigi Brondi, nonno della signora Germana,
per sapere se esistessero legami tra i due Barbirolli e per conoscere la
vita di un maestro concertatore vissuto a Ferrara e operante nel Teatro Comunale per un venticinquennio, quando il melodramma era
diventato lo spettacolo preferito di nobili e borghesi e si andava
affermando l’astro di Giuseppe Verdi. Si pensò inizialmente di realizzare una mostra presso la Biblioteca Ariostea, ma il progetto non
ebbe purtroppo seguito. Di recente ho ritenuto però opportuno riprendere l’argomento, che mi sembrava di interesse storico-musicale
per la nostra città.
Le carte dell’Archivio Storico Comunale hanno fornito i dati per
ricostruire in modo dettagliato il percorso professionale e, in parte,
privato di Lorenzo Barbirolli, uno scrupoloso e prolifico musicista,
ma soprattutto un uomo modesto, disponibile e paziente, che amò
profondamente Ferrara, nonostante i rapporti talora contrastati con
un’Amministrazione parca di riconoscimenti economici, professionali e artistici. Una parallela ricerca condotta nel Fondo musicale
VII
dell’Archivio del Capitolo di Ferrara ha fatto emergere una cospicua
mole di musiche manoscritte autografe, testimonianza viva (ancorché muta in assenza di un loro completo recupero critico e di una
loro esecuzione) di una fervente attività compositiva del musicista
per la Chiesa ferrarese.
Sentiti ringraziamenti a Germana Brondi, a don Enrico Peverada,
responsabile dell’Archivio diocesano, al dott. Enrico Spinelli, direttore della Biblioteca Ariostea di Ferrara, che ha reso possibile questa
pubblicazione, alla dott.ssa Paola Margarito, collaboratrice della Sezione informazioni stampati antichi e moderni della Biblioteca
Nazionale Marciana di Venezia, alla dott.ssa Michela Marangoni,
referente dell’Archivio dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, al
dott. Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo,
al dott. Franco Casini, Bibliotecario della Fondazione “Giorgio Cini”
di Venezia. Si ringrazia inoltre Stefania Ricci Frabattista per il contributo nella rielaborazione grafica delle immagini qui pubblicate.
Antonietta Molinari
VIII
ANTONIETTA MOLINARI - NICOLA BADOLATO
Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie
I Barbirolli di Rovigo: una famiglia di musicisti
Già nell’Ottocento la famiglia Barbirolli, originaria di
Borsea in provincia di Rovigo,1 vantava tra i suoi componenti
storici, maestri e musicisti. Luigi Barbirolli (1803-1866),
ricordato per una Cronaca rodigina che narrava episodi e
personaggi del Polesine sotto l’incalzare degli avvenimenti che
precedettero l’Unità d’Italia,2 dedicò tutta la sua vita all’attività educativa come maestro elementare e di musica.3 Sul suo
elogio funebre scritto dall’amico editore e tipografo Antonio
Minelli si legge: «Profondo nella musica, ne stampò le regole
che per lui si assomigliano ai sensi morali, addottrinò da sé in
questa bell’arte i propri figlioli Giambattista e Antonio ch’or
son riveriti come portenti» (cfr. Fig. 2). L’amore per la musica
lo portò a organizzare spesso piccoli concerti nella sua
abitazione; ne abbiamo testimonianza anche in un ricordo del
1 Nell’archivio privato della signora Germana Brondi è stato possibile
reperire lo stemma della famiglia Barbirolli (cfr. Fig. 1), riprodotto anche nel
Blasone bolognese, Arme gentilizie di famiglie bolognesi, nobili, cittadinesche e
aggregate, tomo I, Bologna, presso Floriano Canetoli, 1791, p. 11 (cfr.
<http://badigit.comune.bologna.it/canetoli/canetoli.aspx?Cod=a1297> consultato il
1° febbraio 2016).
2 Cfr. L. BARBIROLLI, Cronaca rodigina (1 giugno 1848 - 1 gennaio 1853), a
cura di L. Lugaresi, Rovigo, Minelliana, 1983 (si tratta dell’edizione commentata del ms. n. 235 «Concordiana» dell’Accademia dei Concordi di
Rovigo).
3 Tra le pubblicazioni di carattere didattico prodotte da Luigi Barbirolli,
tutte stampate presso l’editore Minelli a Rovigo, ricordiamo la Gramatica
pedagogica italiana (1836), il Sillabario (1837), il Metodo facile per insegnare a
leggere ai fanciulli senza premettere la conoscenza delle lettere e la compitazione
(1843), e i Principi di metodica musicale coll’applicazione del metronomo (Rovigo,
Minelli, 1857).
1
19 maggio 1852 quando «suonò il signor Belloni di Cavarzere,
dell’età di anni 17, esperto violinista»; per l’occasione «oltre la
casa piena di gente, nella riviera si raccolse gran folla, che di
tratto in tratto faceva romorosi applausi».4 Fu proprio Antonio
(1840-1907) che il 5 febbraio 1887, alla prima dell’Otello di
Verdi, suonò con il figlio Lorenzo (1864-1928): a quella serata
memorabile partecipò anche il nostro illustre concittadino
Giovanni Boldini, che ricevette dal maestro di Busseto, di cui
aveva realizzato l’anno prima un famoso ritratto, lo spartito
dell’opera con una calorosa dedica.5 Sir John Barbirolli,6 il noto
direttore d’orchestra, era figlio di Lorenzo e nipote di Antonio,
entrambi violinisti dell’orchestra della Scala di Milano.
Giambattista, l’altro figlio di Luigi, fu a sua volta teorico
musicale e compositore: scrisse tra l’altro un trattatello Sull’arte musicale (Firenze, Civelli, 1876) ed è ricordato anche per aver
messo in musica la preghiera Padre nostro che sei nei cieli dal
4 Cfr. BARBIROLLI, Cronaca rodigina cit., p. 148. Sulla figura di Antonio
Belloni cfr. C. Baldi, Antonio Belloni violinista (1835-1904), reperibile in
<www.cavarzerestoriaecronaca.it/2000/02/antonio-belloni.html> (consultato il 13
gennaio 2016).
5 Il cimelio con la dedica «All’egregio artista e carissimo amico Boldini.
Giuseppe Verdi. Milano 9 febbraio 1887» si conserva oggi nelle Gallerie
d’Arte moderna e contemporanea (Museo Giovanni Boldini) di Ferrara.
6 John (Giovanni Battista) Barbirolli (Londra, 2 dicembre 1899 – Londra,
29 luglio 1970), noto internazionalmente in campo concertistico, fu
apprezzato anche come direttore d’opera, specie italiana. Nel 1937 ebbe
l’onore di succedere ad Arturo Toscanini nella direzione della Filarmonica di
New York; in seguito diresse prestigiose orchestre quali la Hallé Orchestra
di Manchester, quella del Festival di Edimburgo e quella del Covent Garden.
Per un profilo bio-bibliografico cfr. almeno C. REID, John Barbirolli: A
Biography, London, Hamilton, 1971; M. KENNEDY, Barbirolli: Conductor
Laureate, London:, MacGibbon & Kee, 1971, oltre alla voce che gli dedicano
Ronald Crichton e José A. Bowen nel New Grove Dictionary of Music and
Musicians.
2
canto IX del Purgatorio dantesco (Milano, F. Lucca, s.d.), oltre a
vari pezzi di carattere per pianoforte.7
Come i figli di Luigi fecero una carriera esemplare nel
mondo musicale, così anche Lorenzo Barbirolli, fratello di
Luigi, dedicò la sua vita alla musica sia come compositore sia
come maestro concertatore. Egli mantenne sempre ottimi
rapporti con il fratello, prese a cuore la carriera di Giambattista, da lui affettuosamente chiamato “Battistino”, che
propose anche come maestro di coro del Teatro comunale di
Ferrara (cfr. Fig. 3).8
Lorenzo Barbirolli a Rovigo: gli studi e gli incarichi
Lorenzo Barbirolli, figlio di altro Lorenzo e di Maria
Visentini (1768-1840) di Paolo, nacque a Rovigo il 20 giugno
1798.9 Sposò in prime nozze Luigia Baruchello, morta
prematuramente dopo avergli dato almeno due figli: Carolina,
nata nel 1824, che intraprese la carriera di cantante, e Pietro,
nato l’anno successivo, che si dedicò alla professione di
commerciante.10 Dopo la morte della prima moglie, nel 1830
7 Ricordiamo il notturno Ombra e luce (Milano, Ricordi, 1882), Preghiera
(Milano, Ricordi, 1882), Una lagrima sulla tomba del Conte di Cavour (Milano, F.
Lucca, s.d.) e una “romanza con accompagnamento di pianoforte” intitolata
Un dolore nel carnovale di Venezia (Milano, F. Lucca, [1863]).
8 Nella Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo (ms.
Concordiano 365/21) è conservata una lettera autografa del 7 settembre 1856
in cui Lorenzo Barbirolli, dopo aver comunicato al fratello Luigi la
possibilità di far assumere il nipote Battistino come maestro di coro, chiede
informazioni sul modo di cucinare le bondiole ricevute dal sig. Ugo
Laurenti, per non sfigurare con i suoi invitati a pranzo.
9 ASRo, Popolazione, Ruoli 1836, registro 2, p. 205.
10 Pietro Barbirolli sposò Rita Bottomedi e morì durante l’epidemia di
colera l’11 luglio 1855 (ASCFe, Anagrafe, Registri dei morti, reg. 1853-1862,
1855, p. 29, n. 1031). La moglie Rita era di professione modista e aveva il
3
egli sposò in secondo voto Bianca Guseo, nata a Pordenone il
26 aprile 1806.11 Nel 1836 la famiglia Barbirolli abitava in
Corso ai Giardini al civico 89, e in quella zona esiste ancora
oggi la Villa Tracanella-Barbirolli, fatta costruire nel ’700 dai
conti Gobbati e passata poi ai Tracanella, che si legarono ai
Barbirolli presumibilmente nella seconda metà dell’800.
La sua scheda personale conservata nell’Archivio Storico
Comunale di Ferrara12 fornisce alcune informazioni sui primi
studi musicali e sugli incarichi professionali: studiò sotto i
distinti maestri don Andrea Rizzieri e Luigi Ricci, si diplomò
all’Istituto Filarmonico degli Anfioni a Verona, all’Accademia
di Santa Cecilia a Padova, all’Accademia Rossiniana di Pesaro
prima del ’39, per poi diventare maestro di cappella della
diocesi di Rovigo e concertatore del Teatro Sociale di Rovigo
dal 1829 (cfr. Fig. 7).
Rovigo, pur essendo una piccola città di provincia, era
testimone di una vivace attività culturale e di uno spiccato
amore per la musica. Tra i musicisti più apprezzati e coetanei
del Barbirolli si ricordano il violinista Domenico Tosarini
(1794-1884),13 la figura piuX rappresentativa per il suo talento
proprio negozio nella fabbrica del Teatro Comunale in corso Giovecca 14
(ASFe, Camera di commercio. Tasse e ruoli commerciali, 1815-1899, primo
versamento). Pietro e Rita ebbero i figli Arturo e Luigia, nata quest’ultima
nel novembre 1855 dopo la morte del padre; Luigia sposò nel 1878 Luigi
Brondi (ASCFe, Anagrafe, Registro della popolazione 1861-1900 ca., vol. 13, p.
3319; cfr. Figg. 4, 5, 6).
11 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 1, p. 182; Registro della
popolazione 1861-1900 ca., vol. 13, p. 3321.
12 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
13 Domenico Tosarini nel 1813 cominciò a distinguersi come compositore,
soprattutto di musica sacra, come violinista e poi come direttore d’orchestra.
Di Tosarini violinista, a detta dei contemporanei, fa testimonianza
nientemeno che il grande Niccolò Paganini, a Rovigo nel 1818. Tra le sue
composizioni sacre ricordiamo una Messa da Requiem in Sol minore a tre voci
4
(apprezzato da Niccolò Paganini) e quella piuX attiva per la
produzione di messe, salmi, inni, sinfonie, cantate e Antonio
Galasso (1791-1873), direttore del coro del Teatro Sociale. Figura eminente fu anche Antonio Buzzolla (1815-1871), compositore di musica sacra, che ottenne onori e successi presso le
più importanti corti europee.14
Proprio a Rovigo il giovane Lorenzo si fece apprezzare fin
da giovane per le sue doti di maestro e di compositore: appena
diciannovenne preparò il coro di sedici elementi che cantò
nell’Adelaide di Borgogna, melodramma in due atti di Pietro
Generali su libretto di Luigi Romanelli che inaugurò il Teatro
Sociale il 27 aprile 1819,15 e poi nell’Adelasia e Aleramo, dramma
in due atti di Giovanni Simone Mayr su libretto di Luigi
Romanelli.16 Con Tosarini e Galasso il nostro collaborò nell’allestimento di alcune opere tra cui I Capuleti e i Montecchi di
Vincenzo Bellini (1831), nella Stagione di Fiera del 1833 fu
maestro concertatore dell’Anna Bolena di Gaetano Donizetti,
(ms. Canal 10870 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia), un
Tantum Ergo in La maggiore per voce di basso e orchestra (ms. marciano
Canal 10875) e una Messa rinvenuta nell’Archivio capitolare del Duomo di
Este, segnalata a Francesco De Poli da Maria Rizzato ed eseguita per
iniziativa della Minelliana nel 1986. Cfr. F. DE POLI, Domenico Tosarini:
musicista rodigino (1794-1884), Rovigo, Minelliana, 1985. Compose inoltre
anche per il Capitolo del Duomo di Ferrara (cfr. P. FABBRI – M. C. BERTIERI. Il
salterio e la cetra: musiche liturgiche e devozionali nella Diocesi di FerraraComacchio, Ravenna, Diabasis, 2004, p. 65).
14 Cfr. A. CASELLATI, Antonio Buzzolla, «Musica d’oggi», XII, 1930, pp. 311317; P. MIOLI, Considerazioni su alcune arie da camera di Antonio Buzzolla,
«Subsidia Musica Veneta», I, 1980, pp. 143-159; Antonio Buzzolla: una vita
musicale nella Venezia romantica, a cura di F. Passadore e L. Sirch, Rovigo,
Minelliana, 1994.
15 Cfr. S. GARBATO, Il Teatro Sociale di Rovigo, Venezia, Marsilio, 2003, pp.
28-29, 114, 145.
16 L’opera fu rappresentata per la prima volta nel Teatro alla Scala di
Milano il 26 dicembre 1806. Cfr. GARBATO, Il Teatro Sociale di Rovigo cit., p.
115.
5
della Norma di Vincenzo Bellini e più avanti della Nina pazza
per amore di Giovanni Paisiello (1837). In questo periodo fece
bella prova delle sue capacità compositive, mettendo in
musica I Troiani in Laurento, “dramma serio” del nobile rodigino Gerolamo Biscaccia Carrara,17 rappresentato al Teatro
Sociale nella primavera del 1836 e ripreso l’anno successivo
nel Teatro Apollo di Venezia.18 Alcune recensioni sulla stampa
milanese e veneziana del tempo attestano un’accoglienza entusiastica da parte dei critici per il lavoro del giovane Lorenzo.19
Anche a Ferrara fu precocemente apprezzato, infatti, in un’accademia20 organizzata dalla Società del Casino di Ferrara21 per
17 Gerolamo Biscaccia Carrara, di nobile famiglia rodigina, fu canonico e
appassionato di belle arti che visse nel XVIII secolo.
18 Cfr. il libretto a stampa relativo a questa rappresentazione (Venezia,
Rizzi, 1837).
19 Si legga, per esempio, la recensione di Francesco Lampato su «La
Moda. Giornale dedicato al bel sesso» (I, 24 ottobre 1836, p. 343): «Non
ricordate di aver letto sui fogli di Milano quando il celebre e franco signor
maestro Ricci (al quale il giovine nostro maestro Lorenzo Barbirolli di
Rovigo fece sentire questa sua opera) diceva che il di lui lavoro ha del bello e
se sarà sostenuto da bravi artisti dovrà piacere: “Me lo ricordo” - Or bene:
l’opera andò in scena nel 15 corrente, e madamigella Amari, la brava
Carrara, e il De Gattis, e il Zucconi furono tutti riscaldati da amore di
professione, di stima per il maestro, di rispetto al pubblico, e l’opera che in
fatto è marziale e divinamente istromentata rifulge di pezzi maschi; (così
vedi ho sentito dire da quelli che sono maestri di color che sanno) - I plausi
furono replicati sino a interrompere l’azione. ... Amor di patria! spirito di
passione!»
20 Nel lessico musicale sette-ottocentesco, il termine “accademia” indica
in genere un concerto, organizzato in luoghi pubblici o privati, col concorso
di musicisti di varia provenienza chiamati ad eseguire brani di natura
strumentale e vocale.
21 Nella primavera 1803 il marchese Carlo Bentivoglio e il notaio
Ruggiero Ragazzi, affiancati dal conte Girolamo Cicognara e dal
commerciante-banchiere Luigi Massari, decisero di studiare un Piano per un
Casino di Società che portasse avanti i due sodalizi nati sul finire del
Settecento nei locali del Teatro Comunale: il Casino de’ Cittadini (1793-1802)
6
la stagione di Carnevale del 1825, fu inclusa una sua Suonata a
piena orchestra con flauto obbligato eseguita da Nemesio
Manfredini.22
Maestro concertatore del Teatro Comunale di Ferrara
(1839-1865)
Nonostante i successi ottenuti nella sua città, Barbirolli si
trasferì da Rovigo a Ferrara, avendo vinto il concorso di
maestro comunale di musica e concertatore23 del Teatro
Comunale (cfr. Fig. 8), bandito dalla municipalità di Ferrara
con Consigliare Decreto del 14 giugno 1839,24 a seguito della
morte del maestro concertatore Filippo Ferrari, che dal 1832
e il Circolo costituzionale (1798). La Società del Casino si riunì per la prima
volta il 5 luglio 1803 nella platea del teatro per la presentazione di un
regolamento provvisorio e l’elezione delle cariche. Tra i votati vi furono
anche sei signore: Adelaide Foscarini Bentivoglio, Marietta Rossi Scutellari,
Anna Massari, Wilhelmina Stein Strozzi, Caterina Malvezzi Mazza,
Giuseppa Massari Recalchi. La sera del 28 dicembre 1803 ebbe luogo la
grande festa dell’inaugurazione ufficiale della Società del Casino – nome
conservato fino al 1888, poi cambiato in Circolo Unione – nei locali del
Teatro Comunale ora noti come Ridotto.
22 ASCFe, Commissioni Pubblici Spettacoli, b. 4; cfr. P. FABBRI – M.C.
BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale, II, Lucca, LIM, 2004, p. 58. Nemesio
Manfredini fu direttore della banda dal 1835 al 1843. Come compositore, è
ricordato per alcuni Pout-pourri per pianoforte e flauto su celebri motivi
operistici: dalla Lucrezia Borgia di Donizetti e dalla Saffo di Pacini (entrambi
pubblicati a Milano presso Ricordi nel 1844).
23 Il maestro concertatore (répétiteur in francese) è il musicista incaricato
di “concertare”, cioè di procedere al primo lavoro di lettura e di apprendimento, da parte dell’orchestra o delle compagnie di canto, di determinati
brani musicali successivamente rifiniti dal direttore d’orchestra. Le due
attività spesso coincidevano, ma, se affidate a persone diverse, spesso
generavano grossi conflitti d’autorità.
24 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
7
aveva ricoperto tale incarico. Si può ritenere che le ragioni del
suo trasferimento a Ferrara fossero motivate da diversi fattori:
a Rovigo c’erano poche opportunità di fare carriera, dal
momento che gli incarichi più importanti erano già ricoperti
dal Tosarini e dal Galasso, dalla possibilità di migliorare le
condizioni economiche, e non ultimo forse dalle sue simpatie
politiche orientate più verso il governo pontificio, sotto cui si
trovava Ferrara, che non per quello austriaco del Veneto. Resta
comunque provato che Barbirolli si impegnò moltissimo per
ottenere la nomina a Ferrara, sostenuto anche dalla stima di
impresari e di colleghi musicisti ferraresi.
L’impresario Nicola Orsini, appaltatore degli spettacoli al
Teatro Sociale di Rovigo dove aveva conosciuto e apprezzato
le doti del valente Barbirolli,25 ne aveva suggerito l’ingaggio
(cfr. Appendice 2, doc. n. 1). Già a partire dall’inizio del 1839 si
ha testimonianza nei documenti d’archivio dei primi contatti
del nostro con l’ambiente musicale ferrarese: una lettera,
firmata dai maestri d’orchestra del Teatro,26 caldeggia vivamente la candidatura del Barbirolli, come maestro concertatore, la cui abilità avevano apprezzato nell’allestimento della
Straniera di Vincenzo Bellini e della Lucia di Lammermoor di
Gaetano Donizetti nella stagione di Carnevale del 1839,27
25 Lettera del 13 febbraio 1839 (ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX
secolo, Teatri e spettacoli, b. 43). Cfr. Appendice 2, docc. n. 2-4.
26 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
27 La stagione di carnevale era il ciclo di spettacoli più prestigioso e atteso
dal pubblico ferrarese: iniziava, come da tradizione secolare nei teatri
d’opera della penisola italiana, a santo Stefano e terminava col veglione di
martedì grasso dell’anno successivo, creando importanti occasioni di
mondanità. Tra ottobre e novembre aveva luogo l’appalto tra la municipalità
e gli impresari partecipanti e ai primi di dicembre l’impresa, che aveva
ottenuta la concessione, si rivolgeva ai proprietari dei palchi con una
circolare in cui proponeva un numero garantito di recite (al solito una
trentina per tre titoli) e una somma con cui sottoscrivere l’abbonamento. Sui
8
durante la quale egli si era prodotto in via di esperimento e
come prova di competenza prima di assumere l’incarico
ufficiale. Soprattutto in virtù di una sua nuova composizione
Lorenzo ottenne subito un grande successo rimbalzato anche
sulla stampa specialistica; si veda per esempio la recensione
apparsa sul periodico «Teatri, Arti e Letteratura» il 7 febbraio
1839:
La Lucia di Lammermoor, del cui luminoso successo abbiamo già dato
ragguaglio, continua costantemente ad essere ben accetta non solo, ma ogni
sera piace maggiormente anche pel valore di quegli egregi artisti e
massimamente della valentissima signora Erminia Frezzolini,28 che eseguisce
la parte di Lucia in modo da non lasciar cosa a desiderare. Una nuova
Sinfonia del maestro Lorenzo Barbierolli (sic), che quella nobile direzione ha
saggiamente creduto di far eseguire nell’opera suddetta onde rendere lo
spettacolo un poco più prolungato, assolutamente merita onorata menzione
pel castigato modo della composizione, per le soavi melodie dell’Adagio,
per la somma vivacità dell’Allegro, nel quale il compositore fece spiccare con
grande effetto il passo di carattere appoggiato ai strumenti d’ottone, e
meccanismi produttivi dell’opera italiana nell’Ottocento cfr. almeno J.
ROSSELLI, L’impresario d’opera, Torino, EDT, 1985.
28 Il celebre soprano Erminia Frezzolini (Orvieto, 27 marzo 1818 – Parigi,
5 novembre 1884) studiò canto sotto la guida del padre Giuseppe e di
Domenico Ronconi. Debuttò a Firenze nel 1837 nella Beatrice di Tenda di
Bellini. Specialista nel repertorio verdiano, fu la prima intereprete dei
Lombardi alla prima Crociata (1843) e della Giovanna d’Arco (1845). Dopo aver
riscosso numerosi successi in Italia e in seguito a una fortunata stagione
londinese, spese gli anni tra il 1847 e il 1857 a San Pietroburgo, Madrid e
Parigi. Concluse la sua carriera, oppressa da problemi finanziari, cantando
negli USA, a Cuba e infine in alcuni teatri di provincia in Italia. Il suo breve
matrimonio col tenore Antonio Poggi si concluse con una separazione legale
nel 1841; dopo la morte del primo marito, nel 1875 sposò un medico francese
e condusse gli ultimi anni della sua vita a Parigi. Cfr. A. DE ANGELIS, Erminia
e Giuseppe Frezzolini, «Rivista Musicale Italiana», XXXII, 1925, pp. 438-454; J.
ROSSELLI, L’apprendistato del cantante italiano: rapporti contrattuali fra allievi e
insegnanti dal Cinquecento al Novecento, «Rivista Musicale Italiana», XXIII,
1988, pp. 157-181; ID., Singers of Italian Opera: The History of a Profession,
Cambridge, Cambridge University Press, 1992, ad indicem.
9
massimamente per la novità, oggi giorno resa tanto rara nei pezzi istrumentali. L’orchestra, diretta dal valoroso signor Petrini Zamboni,29 si presta
pure in modo soddisfacentissimo. Il pubblico, quantunque non solito a
prestare in tali casi grande attenzione, non cessò mai di applaudire ogni sera
la bella composizione del nominato Barbierolli (B.M).30
Barbirolli si fece poi apprezzare pochi mesi dopo, la sera del 10
maggio 1839, anche presso l’Accademia Filarmonica31 dove
diresse una sinfonia da lui espressamente composta e un’aria
Il cesenate Nicola Petrini Zamboni (1785-1849) era apprezzato tanto
come violinista quanto come compositore. Avviato al violino dal padre,
proseguì gli studi sotto la guida del maestro Ludovico Pizzi. Primo violino al
Teatro della Pergola di Firenze dal 1817 al 1837, nel 1843 lavorò al Teatro
Favart di Parigi come direttore d’orchestra. È autore soprattutto di musica
strumentale (sinfonie, concerti per violino e orchestra) oltre che di un
melodramma rimasto incompiuto (La Pia de’ Tolomei) e di musica vocale. Cfr.
F. DELL’AMORE, Nicola Petrini Zamboni (1785-1849): memoria di un violinista
cesenate, Cesena, Comune di Cesena, 1995.
30 Cfr. «Teatri, Arti e Letteratura», XVII/780, 7 febbraio 1839, pp. 184-185.
31 I primi documenti relativi all’Accademia Filarmonica risalgono al 1806,
quando il prefetto del Dipartimento del Basso Po scrisse al Podestà di
Ferrara acconsentendo alla creazione di un corpo accademico di filarmonici
(ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione Pubblica. Scuole
musicali, b. 5). L’Accademia, fondata da Gioachino Rossini e dal prof.
Gaetano Zocca allo scopo di promuovere e coltivare la bell’arte musicale col
placet e la protezione del Cardinal legato Tommaso Arezzo, fu inaugurata
solennemente il 17 maggio 1818 con un concerto diretto dallo stesso Rossini
nel palazzo oggi sede del Rettorato dell’Università. Promotore ne era stato,
tra gli altri, il conte Francesco Avventi. Primo direttore fu Gaetano Zocca,
che da pochissimo tempo ricopriva anche la carica di primo violino direttore
del Teatro Comunale. L’Accademia non ebbe però vita facile: più volte
soppressa, risorse sempre fino alla definitiva fusione nel 1866 con
l’Accademia Filodrammatica: la nuova Accademia Filarmonico-Drammatica
si estinse poi nel 1882. Tra i vari obblighi, i soci dell’Accademia contribuivano alla formazione di un’orchestra mista di dilettanti e professionisti,
chiamata a svolgere trattenimenti annuali. Col concorso del Comune di
Ferrara, l’Accademia Filarmonico-Drammatica promosse, nel 1870, l’apertura del Liceo musicale di Ferrara (il nucleo dell’odierno conservatorio
cittadino).
10
29
cantata da Raffaele Ferlotti (1819-1891).32 Fu ancora un
successo così grande che, nella già citata lettera del 1839 al
Gonfaloniere, gli orchestrali esprimevano «la viva brama» che
il Barbirolli assumesse l’incarico di maestro concertatore (cfr.
Appendice 2, n. 6),33 fermamente convinti della bravura del
rodigino, la cui sinfonia composta per l’Accademia, fu poi
inserita dal maestro Zamboni, primo violino nella
rappresentazione dell’opera semiseria di Gaetano Donizetti Il
furioso all’isola di San Domingo.34 Lo stesso Barbirolli ritenne
opportuno allegare ai documenti presentati all’amministrazione comunale una lettera in cui riportava i lusinghieri
plausi tributati alla sua sinfonia, come ulteriore titolo al
conseguimento dell’incarico. Insomma la stima dei musicisti
32 La locandina di questa “Prima Accademia di Musica vocale ed
istrumentale”, con l’elenco dettagliato dei brani in essa eseguiti, si conserva
nel Fondo Rolandi della Biblioteca della Fondazione “Giorgio Cini” di
Venezia (cfr. Appendice 2, doc. 5). Il baritono bolognese Raffaele Ferlotti
(1819-1891) era figlio del coreografo Nicola e della ballerina Paola Scutellari.
Si esibì per la prima volta come solista di concerto a Ravenna nel 1835; nello
stesso anno figura al Teatro Comunale di Faenza (Bartolomeo nel Furioso
all’isola di San Domingo di Donizetti) e poi nel 1836 al Teatro Comunale di
Bologna (Tartufo in Clotilde di Carlo Coccia). Nel 1838 debuttò nel Teatro
Regio di Parma (Israele in Marino Faliero di Donizetti). Nel 1840 giunse alla
Fenice di Venezia (Assur nella Semiramide di Rossini, Conte di Vergy in
Gemma di Vergy e Giorgio Talbot in Maria Stuarda di Donizetti). Il 5 settembre
1840 debuttò alla Scala come Cavaliere di Belfiore nella première di Un giorno
di regno di Verdi. Nel 1845 Ferlotti apparve in opere di Verdi e Donizetti al
Teatro Real di Madrid. Nel 1855 interpretò Miller nella Luisa Miller di Verdi
al Teatro Argentina di Roma. Nel 1858-1859 fu impegnato al Liceu di
Barcellona. Si esibì all’Opéra di Parigi, alla Royal Opera House di Londra e
alla Staatsoper di Vienna. Dopo il ritiro dalle scene nel 1860, insegnò canto a
Bologna in una scuola fondata insieme alla sorella intorno al 1850. Cfr. R.
GRISLEY, Ferlotti, Raffaele, in Dizionario Biografico degli Italiani, 46, 1996, pp.
323-326.
33 Cfr. nota 21.
34 ASCFe, Carteggio Amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1.
11
ferraresi nei confronti del collega rodigino fu, se non
determinante per la sua nomina, un elemento di cui la
commissione tenne conto. E così tra i cinque concorrenti in
gara, Lorenzo riuscì vincitore (cfr. Fig. 9).35
Il contratto di assunzione, sottofirmato dal Gonfaloniere, il
conte Cosimo Masi il 13 settembre del 1839, secondo quanto
definito dal Capitolato per il maestro di musica, prevedeva
l’utilizzo di Barbirolli in molte mansioni: maestro concertatore,
maestro di canto e direttore del coro, ma a stipendio piuttosto
modesto e che sarebbe poi rimasto invariato per tutto
l’onorevole servizio prestato presso la Municipalità di Ferrara.36 Il compenso sarebbe stato di 120 scudi annuali, suddiviso
in 10 scudi mensili, con la clausola piuttosto sorprendente
dell’equiparazione del suo ruolo a quello di impiegato
comunale. Tra gli altri, così recitavano alcuni dei dieci punti in
cui si articolava il contratto:
Avrà ogni anno due mesi di vacanza da assegnarsi dalla magistratura e che
potranno essere nei due mesi di settembre e ottobre. Ove però in detto
tempo non sianvi opere e non siavi bisogno della presenza del Maestro per
pubbliche funzioni nei quali casi saranno i due mesi cangiati in altri.
Il maestro è obbligato al servizio del Teatro pel quale sarà pagato secondo la
pratica in corso, prestandosi a tutto ciò che si riferisca alle prove sia in
camera sia in teatro e ad ogni scopo che occorra anche secondo la
consuetudine della Direzione Teatrale per porre le opere in scena con ogni
dovuta esattezza.
35 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
36 Per l’approvazione della nomina da parte del Legato Ugolini, cfr.
Appendice 2, doc. n. 7. In merito agli stipendi degli orchestrali del Teatro
Comunale si rimanda a FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., I,
pp. 83-97. A documentazione del malcontento per la retribuzione, è molto
significativa una lettera di Barbirolli del 5 agosto 1855 inviata alla Direzione
del Teatro Comunale di Ferrara (cfr. Appendice 2, doc. n. 19).
12
È pure obbligato il maestro di fare nei spartiti le variazioni ed i trasporti
indispensabili a comodo dei cantanti e delle parti d’orchestra, il tutto pel
migliore effetto delle opere. Quando però si tratti di scrivere pezzi nuovi
avrà diritto ad un equo compenso da chi gliene farà ordinazione.
Sarà pure obbligato di prestare la sua direzione ed istruzione in occasione
che il Comune fosse per far eseguire delle cantate in Teatro, e nelle sale
municipali, non più di due volte per anno; così è obbligato per due funzioni
all’anno d’istruire cantanti e battere due messe tanto da vivo, che da morto o
sue o di altri maestri e tutto ciò senza alcuna pretesa, eccettuate le spese di
copia.
In merito agli incarichi il contratto precisava inoltre che
essendo poi principale oggetto della nomina del maestro di musica di
allevare dei cantanti sia dell’uno che dell’altro sesso, così resta pure
obbligato di istruire non meno di quattro giovani dell’età di circa 14 o 15
anni scelti nella classe bisognosa e approvati dal Gonfaloniere riguardo
ancora agli altri indispensabili requisiti, insegnando loro privatamente nella
abitazione a se stesso assegnata tre giorni per settimana e con lezioni
durature non meno di due ore per ciascuna. Interessandosi bensì anche di
allevare possibilmente numero di donne sufficiente per formare un coro,
giacché la loro istruzione non richiede quella soverchia fatica, che occorre a
formare delle primarie, così il maestro, sempre di concerto con l’autorità o
sua commissione, dovrà istruire nelle loro rispettive case una volta soltanto
per settimana.37
Dopo vari tentativi, quando finalmente nel 1846 venne
approvato il progetto per l’istituzione di una scuola musicale
da affidare a tre maestri (primo violino, capobanda e maestro
di canto e pianoforte),38 Lorenzo Barbirolli fu chiamato come
ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
38 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 4, fasc. 4-5. La scuola fu istituita con delibera comunale il 23
settembre 1846 (ASCFe, Delibere del Consiglio Comunale, 1846; cfr. Appendice 2,
doc. n. 15).
13
37
maestro di canto e pianoforte, con un contratto che prevedeva
le seguenti clausole:
Il maestro di musica avrà il solito assegno mensile di scudi 10, l’alloggio
consueto gratis colle seguenti condizioni addizionali alla terminata scrittura.
1. Istruirà nel canto non più di sei individui parte maschi pel Teatro, pella
Chiesa, parte femmine pel coro delle donne in Teatro.
2. Dovrà essere al possesso del piano forte coi metodi odierni, buon
accompagnatore, e più poi abilissimo nel porre in iscena le opere in musica.
3. Tre volte per ogni settimana, in locale apposito istruirà separatamente i
maschi dalle femmine ed in ore diverse.
4. Per le vacanze il mese di settembre.39
Una problematica sistemazione
Il nuovo maestro concertatore, senza lasciarsi intimorire
dalla mole di lavoro che l’attendeva per contratto, si trasferì a
Ferrara con la moglie Bianca Guseo e i due figli adolescenti
Carolina e Pietro.40 Nel corso degli anni la composizione del
nucleo famigliare variò fino a comprendere, nel 1865,41 addirittura otto nipoti, trovando alloggio in un appartamento,
assegnatogli per contratto, di ragione comunale all’interno del
ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 4, fasc. 5, Idea di un piano per li due maestri di violino e di musica e
canto.
40 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 1, p. 182.
41 L’informazione si ricava dalla sua scheda personale in ASCFe,
Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole musicali, b.
1, fasc. 6. In occasione del censimento del 1853, il nucleo famigliare abitante
in Piazza della Pace, 1 (all’interno della fabbrica del Teatro Comunale) era
composto dai coniugi Barbirolli, dal figlio Pietro con la moglie Rita
Bottomedi e il figlio Arturo, e da Bottomedi Adelaide, sorella di Rita (ASCFe,
Anagrafe, Censimento del 1853, vol. 2, p. 1).
14
39
Teatro in Piazza della Pace, composto da sala d’ingresso,
quattro camere e una per deposito legna.
Il problema della sistemazione fu alquanto complesso come
si ricava dalla corrispondenza con l’amministrazione.42 In una
lettera spedita da Rovigo il 20 luglio 1839 così scriveva
Lorenzo al Gonfaloniere:
Ho veduto nuovamente la casa a me destinata e sempre più mi confermo
essere quella disadatta alla mia famiglia; laonde conoscendo a tutta prova la
bontà di lei, mi fo ardito a supplicar laonde fosse compiacente di cercar
miglior temperamento in proposito, cioè se fosse possibile che dessa venisse
da me affittata onde procurarmene un’altra più opportuna ai miei bisogni.43
Ma l’Amministrazione fu irremovibile. Così, in un’altra lettera
inviata al Gonfaloniere il 31 agosto 1839, il maestro lamentava
le deplorevoli condizioni dell’appartamento collocato nella
fabbrica del Teatro, certamente non idoneo all’abitabilità, dal
momento che mancava di alcune lastre alle finestre e del
camino ad uso di cucina oltre ad avere i pavimenti sconnessi.44
La casa venne riparata con una spesa di 16 scudi e 41 baiocchi,
ma la querelle continuò. Il 24 aprile 1840 fu inviata al
Gonfaloniere una lettera firmata dal conte Andrea Carlo di
Bagno e dall’avvocato Dionisio Zannini, per conto della
Società del Casino, per modificare ancora l’abitazione:
Manca la società del Casino di un locale che serva per magazzino.
Aumentatisi a dismisura gli effetti inservienti alla Società stessa, vengono
quà e là accatastati onde in qualche maniera riporli, lo che però importa
ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6; Teatri e spettacoli, b. 43 (cfr. Appendice 2, docc.
n. 8 e 9).
43 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6.
44 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.
15
42
continuo deperimento degli effetti stessi, e quindi danno non lieve alla
Società.
Ad ovviare un così fatto inconveniente si fanno i sottoscritti presidenti a
pregare V.S. Ill.ma ed Eccell.ma onde si compiaccia accordare l’uso della
metà della sala superiore che mette all’appartamento del sig. Maestro
Barbiroli, il quale si è già offerto pronto a cedere il detto locale nella lusinga
di avere in sostituzione una delle stanze dapprima occupate dalla S.ra
Bergonzoni, ovvero dalla S.ra Troni, siccome fu già alla S.V Ill.ma ed Ecc.ma
dai sottoscritti in voce significato.45
Il maestro Barbirolli era un uomo paziente: sette anni dopo si
trovò nella condizione di reiterare le sue lamentele al Gonfaloniere con una rispettosissima lettera in cui, ricordando di
aver provveduto a sue spese e fino a quel momento alla
sistemazione della casa, denunciava un aggravamento delle
condizioni dell’alloggio per la presenza di alcune infiltrazioni
che avrebbero potuto creare seri problemi all’intero edificio
teatrale. L’Amministrazione, allarmata per le conseguenze del
danno, rispose prontamente e l’appartamento venne riparato
con una spesa di 300 scudi.46
Barbirolli concertatore e il pubblico ferrarese
L’intensa attività professionale di Lorenzo Barbirolli come
maestro concertatore si svolse in quel ventennio del
Risorgimento (1840-1865) che Ferrara visse con eroica partecipazione cittadina fino alla proclamazione dell’Unità d’Italia.
Il Teatro Comunale accompagnò quei rivoluzionari mutamenti
politici con scelte operistiche nuove: la musica di Giuseppe
45 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 8,
fasc. 1840.
46 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.
16
Verdi su libretto del ferrarese Temistocle Solera47 avevano
prodotto opere di intenso e allusivo significato patriottico, che
l’impresa del Teatro predilesse con allestimenti rimasti
memorabili per accuratezza di rappresentazione.48 Barbirolli
ebbe l’onere e l’onore di essere maestro concertatore per il
Nabucco (cfr. Fig. 10), la prima opera verdiana rappresentata a
Ferrara per la Fiera di maggio del 1844 (poi ripresentata nel
corso della stessa manifestazione del 1847).49 A questa si
aggiunsero nel 1845 I lombardi alla prima crociata (cfr. Fig. 11) e
l’Ernani: in tutte queste occasioni cantarono i famosi coniugi
Frezzolini Poggi. Ancora nella Fiera d’Assegna del 1846
Barbirolli diresse un Ernani con la Frezzolini Poggi e Carlo
Guasco, e il 15 maggio 1848 l’Attila.50 Le quattro opere
accompagnarono le aspirazioni al riscatto dal giogo straniero,
assecondando le aspettative neoguelfe, a seguito dell’elezione
del papa Pio IX, e i cambiamenti politici che portarono alla
costituzione di un governo repubblicano in città. Il 21 aprile
1851, in occasione della riapertura del teatro magnificamente
restaurato, Barbirolli diresse l’opera Luisa Miller.51 Di molte
altre opere il Barbirolli fu maestro concertatore e con la sua
abnegazione contribuì di nuovo alla rappresentazione dell’Ernani nel 1860 in occasione dell’annessione durante la quale, da
parte del pubblico, si inneggiò al re Vittorio Emanuele II e
all’Unità d’Italia in un teatro illuminato a giorno e parato a
Sull’attività drammaturgica di Temistocle Solera (1815-1878) e sui suoi
rapporti con Giuseppe Verdi cfr. P. FAUSTINI, Vita e melodramma: Temistocle
Solera (1815-1878), «Annali online Lettere», IV, 2009, pp. 141-169.
48 Per una esaustiva trattazione dell’argomento si rimanda alla
pubblicazione Verdi e Ferrara nei documenti della biblioteca e dell’archivio, a cura
di A. Farinelli Toselli, Ferrara, Comune, 2001.
49 FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., II, pp. 133-134 e 152153.
50 Ibid., II, pp. 147-148 e 158-159.
51 Ibid., II, pp. 163-164.
17
47
festa.52 Come si può notare, tutte le opere verdiane furono
messe in scena a Ferrara non molto tempo dopo la loro prima
rappresentazione.
Per ogni opera concertata il maestro Barbirolli inviava un
resoconto alla Commissione del teatro in merito alla preparazione degli artisti. Si tratta di brevi note in cui, nella
maggior parte dei casi, il giudizio del maestro è espresso con
poche parole di positiva approvazione. Vale la pena però
riportarne una in cui si accenna anche al clima che accompagnava la rappresentazione, dove le reazioni del pubblico
erano difficilmente prevedibili. Il 12 maggio 1863 così infatti si
esprimeva il Barbirolli:
Attesta il sottoscritto che per tutto ciò che ha rapporto agli artisti e primari e
secondari che agiscono nella nuova opera “Il ballo in maschera” del maestro
Verdi, lo spettacolo può mettersi in iscena, potendo ripromettersi della
buona sua esecuzione. Per quelle incidenze che non si possono ne prevenire
e spesso non impedire riguardanti l’incertezza del pubblico giudizio od
altro, intende lo scrivente d’esserne pienamente esonerato dalla ben che
minima responsabilità.53
Ma non solo alla direzione del Teatro il maestro concertatore
doveva dare conto del suo operato, bensì anche agli impresari
52 Con queste parole Aldo Gennari (che nel 1877 diventò direttore della
Biblioteca Ariostea) descrive la serata dell’Ernani al Teatro Comunale:
«Appena incominciata l’opera ... incominciano ivi pure gli evviva, e lo
sventolare delle bandiere nazionali, poi in seguito viene l’annodarsi per tutte
le file dei palchi dei fazzoletti, e delle ciarpe, e nella platea l’intrecciarsi e il
dilatarsi da tutti i lati di un cordone che dalla platea stessa arriva fino alle
logge e per questi si distende, e quasi avvince e unisce tutti come in un solo.
... E nei vari atti dell’opera, la scena si presentò pure a foggia di una vera
allegoria; perché anche ivi vedevi il ritratto del Re in alzato sopra a un
tronco di colonna, e vi vedevi vessilli, e corone, e armi, e emblemi militari»
(«Gazzetta Ferrarese», 17 marzo 1860, n. 31, p. 128). Cfr. anche FABBRI BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., II, pp. 204-205.
53 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 33.
18
e appaltatori degli spettacoli (cfr. Appendice 2, docc. n. 21, 22 e
25). Ne è testimonianza una lettera inviata al centese Virgilio
Govoni, con cui Barbirolli ebbe rapporti piuttosto difficili,
datata 11 gennaio 1861, dove egli scrive di non garantire la
necessaria preparazione di un cantante per esibirsi alla data
impostagli dall’impresario:
Avendo avuto avviso da voi sin dal giorno corrente di dar principio alle
prove di cembalo dello spartito “L’Ebreo” ossia “Lida di Granata” con i
rispettivi artisti che devono farne parte onde poterlo concertare per indi
passare in orchestra alfine di andare in scena col giorno 24 gennaio come mi
vorreste obbligare in unione alla compagnia; debbo però prevenirvi che il
baritono sig. Sarnesi non è a portata per adesso certamente di cogli altri
cantanti di potersi concertare quindi non potendo garantirvi mi ritengo
sciolto da qualunque responsabilità su questo rapporto.54
L’ambiente musicale ferrarese
Le opere verdiane non erano le sole novità di quegli anni: la
tradizione musicale ferrarese si perpetuava attraverso l’attività
compositiva e librettistica di importanti esponenti della nobiltà
e della borghesia, impegnati nell’amministrazione pubblica. In
particolare si distinsero i conti Francesco Avventi (cfr. Fig. 12),
Gherardo Prosperi e Camillo Boari che composero libretti
d’opera, musicati da altrettanto talentuosi musicisti come
Antonio Mazzolani e Timoteo Pasini.
Fra tutti merita particolare attenzione la figura del conte
Francesco, proprietario terriero con grandi aperture verso la
sperimentazione agraria meccanica (amico fedele di Luigi
Francesco Botter), uomo politico e militare di carriera
(colonnello della Guardia Civica, impegnato nella lotta contro
il brigantaggio nella provincia ferrarese), autore di numerose
54
ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43.
19
pubblicazioni in dialetto e di opere buffe e serie. Avventi
scrisse il libretto del Ciro in Babilonia musicato da Gioachino
Rossini, la cui prima rappresentazione ebbe luogo il 14 marzo
1812 nel Teatro Comunale di Ferrara. Nel 1845, presso il
tipografo ferrarese Negri alla Pace, il nobiluomo pubblicò il
Mentore teatrale: repertorio di leggi, massime, norme e discipline per
gli artisti melo-drammatici e per chiunque abbia ingerenza o
interesse in affari teatrali (cfr. Fig. 13), col quale cercò di colmare
un vuoto legislativo in materia, rifacendosi al Regolamento sui
teatri di Francia del 1815.55 Consapevole dell’importanza del
teatro nell’educazione del pubblico, oltre alla necessità di
regolare i rapporti amministrativi ed economici tra il personale
di spettacolo, egli affermava che una cosa era «un lettore che
scorre un libro nel silenzio del proprio studio» mentre affatto
diversa era «una massa numerosa di spettatori disposta a
cedere ad una comunicazione elettrica e pronta ad infiammarsi
al tocco della più minuta scintilla».56 Il testo evidenziava il
problema della gestione del teatro civico in un’epoca in cui lo
spazio dello stesso era adiacente ai locali della Società del
Casino,57 futuro Circolo Unione, che qui organizzava ogni sera
attività di gioco e, con frequenza, balli e serate di gala. A loro
55 F. AVVENTI, Mentore teatrale: repertorio di leggi, massime, norme e discipline
per gli artisti melo-drammatici e per chiunque abbia ingerenza o interesse in affari
teatrali, Ferrara, Tipi Negri alla Pace, 1845 (un esemplare è custodito nella
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara). Su questo trattato si vedano i
seguenti studi: B.M. ANTOLINI, Il “Mentore teatrale” di Francesco Avventi e
l’organizzazione teatrale in Italia nel primo Ottocento, in Gioachino Rossini , 17921992. Il testo e la scena, a cura di P. Fabbri, Pesaro, Fondazione Rossini, 1994,
pp. 385-402; P. FABBRI, Il Conte Aventi, Rossini e Ferrara, «Bollettino del Centro
Rossiniano di Studi», XXXIV, 1994, pp. 91-157. Nei primi anni dell’Ottocento
Avventi fu presidente della Società del Casino, con sede all’interno del
Teatro Comunale. Si adoperò per abbellimenti dei locali riservati alla
Società, di cui è testimonianza il bozzetto qui riprodotto a Fig. 24.
56 AVVENTI, Mentore teatrale cit., p. 14.
57 Cfr. nota 15.
20
volta i soci del Casino, attenti spettatori (e anche attivisti) delle
vicende risorgimentali, avevano un accesso diretto e privato
agli spazi teatrali e il suono di un campanello annunciava loro
l’inizio degli spettacoli. Questa situazione può spiegare i contrasti di competenza e la necessità, quindi, di fornire regole per
una gestione più autonoma dell’attività teatrale.
Anche il conte Gherardo Prosperi, uomo politico e letterato,
uno dei deputati della Repubblica Romana del 1849 e, con
Francesco Avventi, membro della Giunta Provvisoria che resse
la città dal 22 giugno al 23 luglio 1859, presidente della Società
di Belle Arti “Benvenuto Tisi da Garofalo” ebbe l’hobby della
poesia. Nei momenti liberi dai gravosi impegni politici si
dedicò alla stesura di libretti d’opera, come Nicolò de’ Lapi
(Lucca 1852, poi riproposto nel 1853 a Ferrara col titolo Il
tradimento) e l’Enrico di Charlis,58 musicati dal maestro Antonio
Mazzolani (Ruina di Ro, 1819 – Ferrara, 1900). In quegli anni si
segnalava per la sua precocità di musicista anche Timoteo
Pasini (Ferrara, 1829 - Buenos Aires, 1888), che appena ventenne compose le musiche per l’opera Imelda de’ Lambertazzi, su
libretto del conte Camillo Boari.59 L’intensa attività del
58 Questo dramma fu dedicato dallo stesso compositore «Alla celebre
Artista di Canto Marie Waldmann» divenuta cittadina ferrarese nel settembre 1876 in seguito al matrimonio con Galeazzo Massari Zavaglia. Una copia
del libretto, rilegata in pelle, con dedica in copertina «A Marie Waldmann»
si conserva nel Fondo Massari dell’Archivio di Stato di Ferrara (b. VII, n.
1456). Ragguagli in Carteggio Verdi-Waldmann (1873-1900), a cura di M.
Beghelli e N. Badolato, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2014, p.
32.
59 Nel Fondo Timoteo Pasini dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara si
conserva copia manoscritta della partitura; il libretto a stampa è invece
conservato nella Biblioteca Ariostea di Ferrara: Imelda de Lambertazzi,
tragedia lirica in due atti da rappresentarsi nel nob. teatro Bonacossi di
Ferrara la primavera del 1850, musica del maestro Timoteo Pasini, poesia di
C.B. Ferraresi, [Ferrara], Tip. della Pace, [1850]. Si veda inoltre A. GENNARI,
21
maestro concertatore Barbirolli fu rivolta all’allestimento
anche di queste nuove opere: nella primavera del 1850 nel
nobile teatro Bonaccossi fu maestro al cembalo nell’Imelda de’
Lambertazzi e il 22 gennaio 1853 al Teatro Comunale nel
Tradimento,60 opere che però, a differenza di quelle verdiane,
ottennero scarso successo e furono presto dimenticate.61
I rapporti con gli orchestrali: socio aggregato dell’Accademia
di Santa Cecilia di Roma
La stima dei musicisti ferraresi nei confronti di Lorenzo fu
tanto grande che il maestro cesenate Nicola Petrini Zamboni,
primo violino al Teatro Comunale dal 1837 al 1848, ne
caldeggiò la nomina di socio alla prestigiosa Accademia di
Santa Cecilia di Roma.62 In una lettera datata 27 aprile 1842
inviata al segretario dell’Accademia, il professor Luigi Rossi63
così scriveva:
Lettera diretta al signor Timoteo Pasini quando inaugurava sulle scene ferraresi la
sua prima opera in musica “Imelda de’ Lambertazzi”, Ferrara, Bresciani, 1850.
60 Il tradimento, dramma lirico di Gherardo Prosperi posto in musica dal
maestro Antonio Mazzolani, Lucca, pei figli di Giacomo Rocchi, [185?] (copia
del libretto nella Biblioteca Comunale Ariostea).
61 Nel 1850 il Teatro Comunale fu chiuso per restauri, affidati al pittore
Francesco Migliari (cfr. Fig. 24, 25).
62 Archivio storico dell’Accademia di Santa Cecilia, Archivio preunitario,
Carteggio, b. 79 (consultabile nel sito web istituzionale all’indirizzo
<http://bibliomediateca.santacecilia.it/bibliomediateca/cms.view?munu_str=0_1_0_
2&numDoc=51&physDoc=57316&pflag=personalizationFindStorico>, consultato
nel marzo 2012).
63 Quando nel 1830 il teorico e compositore Luigi Rossi (1805-1863)
assunse la carica di segretario della Congregazione di Santa Cecilia, iniziò
per l’istituzione musicale un periodo di profonda trasformazione che la
portò a diventare una vera e propria Accademia di respiro internazionale. Il
nuovo segretario permise l’accesso a poeti, danzatori, musicologi, costruttori
di strumenti musicali, editori e perfino regnanti, come ad esempio la regina
22
Riterrei per cosa veramente grata se mediante il di Lei valevole impegno, e
quello del Sig. Cav. Matteucci (che prego ossequiare per me) potessi far
avere a questo bravissimo nostro Sig. Maestro di musica Lorenzo Barbiroli il
diploma di cotesta illustre Accademia. Egli ne sarebbe degnissimo per ogni
rapporto, e potrebbe contare cotesto catalogo già celebre un artista distinto
di più. 64
Il Barbirolli inviò all’Accademia un Kyrie a tre voci e piena
orchestra e una Fantasia a grande orchestra (cfr. qui alle pp. 53
e 57). Il 17 maggio 1847 gli venne inviato il diploma di
aggregato come maestro compositore onorario e pochi mesi
dopo, per riconoscenza, inviò all’Accademia un sonetto da lui
musicato per soprano e orchestra con accompagnamento di
pianoforte, su versi del ferrarese Luigi Caroli, nel primo
anniversario dell’incoronazione di Pio IX, accompagnando
l’invio con questa lettera:
la lettura di un sonetto per Pio Nono mi mosse il desiderio di mettervi sotto
alcune note con accompagnamento di piano forte. Questo qualunque lavoro
Vittoria e il marito Alberto. Furono iscritti in quel periodo tutti i maggiori
esponenti del mondo musicale europeo, in qualità di soci onorari: Cherubini,
Morlacchi, Mercadante, Donizetti, Mayr, Rossini, Pacini, Paer, Paganini,
Spohr, Auber, Adam, Baillot, Liszt, Cramer, Thalberg, Czerny, Moscheles,
Mendelssohn, Berlioz, Thomas, Halévy, Gounod, Meyerbeer, le danzatrici
Maria Taglioni, Fanny Cerrito, l’attrice Adelaide Ristori, i librettisti Jacopo
Ferretti e Carlo Pepoli. Fra i regnanti, oltre la Regina Vittoria d’Inghilterra,
Gugliemo IV di Prussia e la moglie, Elisabetta Luigia, i sovrani di Napoli,
Ferdinando II e la moglie, Maria Teresa Isabella d’Austria. Cfr. P. ALFIERI,
Brevi notizie storiche sulla Congregazione ed Accademia de’ maestri e professori di
musica di Roma sotto l’invocazione di santa Cecilia, Roma, Perego-Salvioni, 1845;
R. GIAZOTTO, Quattro secoli di storia dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Accademia nazionale di Santa Cecilia, 1970; ID., Da Congregazione ad
Accademia: momenti, aspetti, progetti e personaggi, «Studi musicali», XIV, 1985,
pp. 5-23.
64 Archivio storico dell’Accademia di Santa Cecilia, Archivio preunitario,
Carteggio, b. 79 (cfr. nota 58 per la consultazione online).
23
alla bontà dei soci benemeriti dell’Insigne Accademia di Santa Cecilia io
l’offro, non per ammirarne il merito perché affatto spoglio ma per
riguardarlo soltanto come un attestato di vera stima e considerazione.65
Il povero Lorenzo non ebbe subito risposta perché, a causa di
un disguido postale, la lettera contenente lo spartito fu letta
soltanto l’anno successivo, con grande imbarazzo e rammarico
del segretario dell’Accademia.66
Quando si presentarono problemi con l’amministrazione
riguardanti il mantenimento dell’incarico di maestro concertatore, probabilmente, per invidie e rivalità, gli artisti dell’orchestra comunale di Ferrara scrissero al Gonfaloniere il 20
novembre 1848 che, con sorpresa, avevano saputo di un
possibile trasferimento di Lorenzo a Roma:
Se di sorpresa fu ai sottoscritti tale novella, molto più sensibile ed
affliggente si rese all’animo del Barbirolli giacchè dichiarò che nemmeno
un’idea ebbe a formare in proposito, che troppo ingrato si riterebbe e presso
codesta illustrissima Magistratura e presso Ferrara tutta, qualora a tale passo
giungesse e si inurbanamente.
Conoscendo per propria scienza i sottoscritti l’idoneità positiva del
Maestro Barbirolli per sostenere onorevolmente la sua qualifica, il niun
pensiero ch’egli possa avere per licenziarsi da Ferrara, e l’esattezza con cui
adempie a suoi doveri sotto ogni rapporto; sono altrettanti motivi che
incoraggiano i sottoscritti per pregare cotest’Illustrissima magistratura a dar
bando a qualunque inchiesta che potess’esserle presentata in argomento
onde sostituire altro soggetto, che dicesse essere il signor M. Timoteo Pasini,
Ibid.
Oltre al maestro di violino Nicola Petrini Zamboni e al Barbirolli, erano
soci dell’Accademia anche il marchese Celio Calcagnini, Presidente
dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (1841) su proposta di Petrini
Zamboni. Nel 1843 Timoteo Pasini divenne aggregato come professore di
piano forte in seconda classe e nel 1849 anche il maestro Antonio Mazzolani
si diplomò maestro di cappella a seguito dell’invio di un gran coro a tre sole
voci, scritto appositamente da Mariano Rovere e dedicato all’amico
Gherardo Prosperi autore del libretto Il Tradimento.
24
65
66
al disimpegno delle attribuzioni del Maestro Barbirolli, giusta le ragioni
sovraesposte.67
La lettera riportata non stupisce perché è verosimile che gli
estimatori del giovane Pasini, nato a Ferrara il 7 agosto del
1828, precoce talento di musicista e di compositore, avessero
tramato per il suo subentro come maestro concertatore.
Purtroppo il nostro Lorenzo dovette anche in seguito sostenere
il confronto con il giovane ferrarese, ma con grande signorilità
ne riconobbe il talento e la bravura, come si vedrà in seguito.
Un maestro di canto esigente e severo: il caso “Macbeth”
Tra gli incarichi di Barbirolli, come s’è visto, vi era anche
quello di insegnante di canto e di istruttore di coro. Tale
mansione fu rivolta sia a giovani intenzionati a intraprendere
la carriera professionale, sia a giovani rampolli della nobiltà
ferrarese che studiavano il canto per completare la loro
formazione culturale.
Alcune lettere attestano la severità del Barbirolli come
maestro di canto, in modo particolare nei riguardi di un certo
Tamarozzi. In una lettera del 14 luglio 1855 inviata dal
Barbirolli alla Municipalità a seguito dell’istanza dell’allievo di
frequentare ancora la scuola di canto, egli si oppose fermamente dicendo che
nello scorso carnevale nell’opera il Macbet in una seconda parte di poche
parole che per forza egli volle fare, si dovette levarlo dalla scena onde
evitare uno scandalo ... Il Tamarozzi possiede soltanto discreto volume di
voce cattiva, atta soltanto per cantare in mezzo al coro dei bassi per esser
67 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43
(cfr. Appendice 2, doc. n. 17).
25
condotto da essi, non avendo memoria di ricordare alcun motivo e ciò per
sincera relazione del mio allievo sig. Tagliati ora distinto maestro dei cori.68
La perseveranza di Tamarozzi fu in parte premiata, dal
momento che egli fu incluso tra i coristi, non già tra le voci
soliste, nell’esecuzione della Cantata lirica del 1858 (cfr. Fig.
14).69
In un’altra il maestro denuncia alla Municipalità il
comportamento scorretto dell’allievo Giorgio Barbieri,70 reo di
prendere lezioni private da altro istruttore; e in un’altra ancora
rifiuta l’incarico di preparare i coristi per la loro abituale
indisciplina. Ma alcuni studenti gli diedero anche grandi
soddisfazioni. Sul giornale «Teatri, Arti e Letteratura» del 1°
marzo 1847, a proposito di un concerto della Società
Filarmonica di Ferrara tenuto in data 28 febbraio, il critico così
lodava il giovane basso baritono Cesare Morelli,71 il quale
«mostrò che nell’intrapresa carriera ha fatto i più rapidi
68 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6 (cfr. Appendice 2 doc. n. 18).
69 Cfr. L. BARBIROLLI, Cantata lirica, Ferrara, Tipografia Arcivescovile
Bresciani, 1858 (un esemplare nella Biblioteca Ariostea di Ferrara; cfr. anche
ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 5).
70 Ibid. (cfr. Appendice 2, doc. n. 12). Malgrado tutto, il Barbieri dovette
comunque possedere buone doti canore, almeno a giudicare da una
recensione a due concerti vocali e strumentali tenuti al Teatro Comunale di
Ferrara nei giorni 28 e 29 marzo apparsa il 10 aprile 1845 su «Teatri, Arti e
Letteratura» (XXIII/43, pp. 52-53): «Il signor Giorgio Barbieri nostro
concittadino nella cavatina dell’Otello appagò ogni più esigente desiderio. E
come altrimenti, s’ei possiede una voce veramente mirabile e condotta con
tanta maestria? - Si volle pertanto la replica, che vieppiù trasportò gli
ascoltanti, i quali seppero tributargli entusiastiche lodi».
71 Cesare Morelli cantò poi nella Fiorina o la Fanciulla di Glaris di Carlo
Pedrotti su libretto di Luigi Serenelli Honorati al Teatro Comunale di
Bologna il 29 gennaio 1852 e fu in seguito scritturato nel 1854
dall’appaltatore Ronzani per diversi teatri e diverse stagioni.
26
progressi, e farà sempre più onore al suo Maestro Signor
Lorenzo Barbirolli, nonché all’Italia e alla sua stessa natale
terra». Già dal 1842 i critici avevano lodato le doti canore del
Morelli, unitamente ai valenti insegnamenti dell’esperto
maestro Barbirolli.
Un curioso particolare si può aggiungere al ruolo di
maestro di Barbirolli: egli usava per l’insegnamento il proprio
pianoforte, «in buonissimo stato di Vienna con coperta di
pelle».72 Nel 1845 la Direzione dei teatri e pubblici spettacoli
propose alla Municipalità di acquistarlo per 74 scudi.
Altri incarichi: direttore della Cappella del Duomo
Alla morte di Antonio Lodi nel 1843,73 Barbirolli fu
nominato maestro della Cappella del Duomo di Ferrara, per
cui svolse un’intensa attività compositiva (cfr. Fig. 15 e 16). Il
legame tra istituzioni filarmoniche e musica sacra era radicato
anche a Ferrara, dove alcuni dei musicisti impegnati
nell’orchestra dell’Accademia e della Società Filarmonica
servivano la cappella del Duomo, il teatro e le società private
(cfr. qui a p. 40). Ciò conferma quanto stava avvenendo, su
scala più ampia, su tutto il territorio italiano nella prima metà
dell’Ottocento, laddove la musica sacra, e quella liturgica in
particolare, andava perdendo la sua secolare identità sotto
l’influsso del genere teatrale e di quello sinfonico. In tale pro72 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, fasc.
1845-1846. Cfr. Appendice 2, doc. n. 13.
73 ASCFe, Anagrafe, Censimento del 1835, vol. 3, p. 445. Cfr. FABBRI BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., p. 64. Dopo la morte di Brizio Petrucci furono
maestri di cappella Domenico Bovi (morto il 22 marzo 1830), Antonio Lodi
con Pietro Nagliati all’organo e Lorenzo Barbirolli. Oltre a composizioni
realizzate da questi ultimi, nell’Archivio Diocesano sono conservate anche
musiche del rodigino Domenico Tosarini.
27
cesso di progressiva trasformazione, le società filarmoniche
rimasero generalmente ancorate al gusto corrente, non di rado
manifestando l’intenzione di fornire collaborazione nel ridare
dignità al canto sacro, sia pure con risultati alterni e
contraddittori.74 L’organico della cappella era costituito da
maestro e organista, 8 cantori per 4 voci (canto, alto, tenore,
basso, delle quali una di concerto e una di ripieno), 3 violini
primi e altrettanti secondi, 3 bassi di cui un violoncello, un
paio di viole; in particolari circostanze si aggiungevano coppie
di clarinetti, oboi e corni).75
Nel Fondo musicale dell’Archivio del Capitolo della Cattedrale sono conservate varie partiture di Lorenzo Barbirolli (per
un regesto completo si rimanda alle pp. 51-62 di questo
volume), quasi tutte complete delle singole parti vocali e
strumentali. Tra queste, spiccano un Credo dedicato a Giovanni
Ignazio Cadolini, vescovo di Ferrara dal 30 gennaio 1843 all’11
aprile 1850 (cfr. Fig. 17),76 e una raccolta di Litanie per la Beata
74 Il dibattito sullo stato della musica sacra in Italia fu aperto dal Rapporto
intorno la riforma della musica di chiesa inviato da Gaspare Spontini
all’Accademia di Santa Cecilia in Roma (ms. 730 presso la Biblioteca
dell’Accademia) che creò tra i musicisti due fronti che contrapponevano da
un lato gli esponenti degli ambienti accademici (Baini, Alfieri, Boucheron,
Cattaneo, Candotti) che propugnavano il ritorno all’antico, e dall’altro i
sostenitori della corrente romantica (Buzzolla, Polledro, Mayr, Morlacchi,
Mercadante e lo stesso Spontini), più inclini a trapiantare in Italia linguaggi
propri di altri contesti culturali, segnatamente transalpini. L’esigenza di
attualizzare il passato fu il presupposto sul quale si sviluppò il movimento
di riforma della musica sacra nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Cfr. A.
LOVATO, I filarmonici e la musica sacra, in Accademie e Società filarmoniche.
Organizzazione, cultura e attività dei filarmonici nell’Italia dell’800, a cura di A.
Carlini, «Quaderni dell’Archivio delle Società Filarmoniche italiane», 1, 1998,
pp. 97-106.
75 Cfr. FABBRI - BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., p. 64.
76 Il frontespizio dell’opera, finemente decorato con inchiostro a colori
reca la seguente dedica: A Sua Eminenza R.ma | Il Signor Cardinale | Gio:
28
Vergine risalenti al 1849, anno in cui Maria Santissima delle
Grazie, la cui immagine era già stata traslata dall’atrio
all’interno del Duomo, fu proclamata, proprio per volontà
dell’arcivescovo Cadolini, «Patrona principalissima» di Ferrara con apposita festività, la cui celebrazione è «stabilmente
fissata la seconda Domenica di luglio».77
In occasione della visita di Pio IX a Ferrara, la mattina del
12 luglio 1857, Barbirolli diresse in Cattedrale un coro di
cinquantadue voci, accompagnate dall’organo e da un’orchestra d’archi, durante la messa solenne. Il papa, in falda, piviale
e mitria, assistette alla funzione celebrata dal vescovo di Rieti
alla presenza di tre eminentissimi cardinali, dal Metropolitano
di Ravenna Falconieri, dall’Arcivescovo di Ferrara e dal
vescovo di Imola Baluffi. Al rito solenne, oltre agli alti prelati,
assistettero le autorità civili e i più importanti personaggi
cittadini.78
Barbirolli compositore
Nonostante i numerosi e onerosi incarichi, Barbirolli non
rinunciò a comporre musica, dimostrando interessi che spaziavano dalla musica operistica a quella sinfonica e a quella
sacra. Già si è detto del successo ottenuto con l’opera I Troiani
in Laurento e delle prime composizioni realizzate a Ferrara nel
1839. Si tratta di composizioni scritte con l’intento di esprimere
Ign. Cadolini | Arcivescovo di Ferrara | Lorenzo Barbirolli | in argomento
di stima e profonda veneraz.ne | D. O. D.
77 Cfr. P. MERIGHI, Cenni storici intorno l’antica immagine di Maria SS.ma
delle Grazie, Ferrara, Tip. Patronato di G. Barbieri 1898, p. 34.
78 Si veda il volume di G. CIRELLI LEVIZZANI, Le feste di Ferrara a Sua
Santità Pio Nono. MDCCCLVII, Ferrara, Tip. Bresciani 1857, p. 31. L’evento
ebbe vasta eco sulla stampa locale, con un’edizione straordinaria della
«Gazzetta Ferrarese» in data 10 luglio 1857 (cfr. Fig. 18).
29
la riconoscenza per le autorità che lo proteggevano, per accattivarsi il favore del pubblico e forse anche per ottenere qualche
arrotondamento del modesto stipendio.
Erano trascorsi pochi mesi dal suo arrivo in terra estense,
quando scrisse una lettera al Gonfaloniere per comunicargli
che durante la rappresentazione dell’opera in cartellone (forse
l’Otello di G. Rossini) avrebbe fatto eseguire tra i due atti un
Capriccio di musica concertato con la Banda Militare Austriaca,
affermando con grande modestia:
È una povera mia composizione nella quale ho impiegato i momenti avuti
liberi dagli obblighi assunti con questa città. E come mi è grato il soggiorno
in essa, dove mi accompagna il compatimento delle Autorità e dei Cittadini,
posso dire che il capriccio suddetto mi è stato dettato dal sentimento che
provo di vera riconoscenza in riguardo dei miei protettori.79
In una lettera del 26 settembre 1839 indirizzata da Barbirolli al
conte Masi, e quindi dopo pochissimi giorni dalla firma del
contratto, il compositore scriveva:
Allorché l’umile sottoscritto assunse l’incarico di maestro di musica della
Comune, onorato della nomina, gli fu ingiunto oltre ad altri obblighi quello
di prodursi in due anniversari con due musiche ecclesiastiche. Egli ha
impronta una Messa che servir deve per la Commemorazione dei morti con
piena orchestra e buon numero di cantanti, ed avutone discorso col l’anziano
signor conte Saracco prima della commissione del Comunale Cimitero,
questo signore gli fece conoscere esser meschino l’assegno per la musica e
qui trattasi di molte persone. Siccome poi fra gli artisti e dilettanti di questa
città non vi ha un tenore che sia adattato per eseguire la parte interpretante,
il sottoscritto diresse alla Magistratura Comunale per farne la domanda
acciò lo abilitasse a trovare un soggetto capace ed ottenere nel tempo stesso
un aumento alla somma assegnata. Egli ne avanza rispettosa istanza a V.
Eccellenza per quelle provvidenze che si crederanno necessarie ad accordare
al petente la grazia che domanda, trattandosi che essendo questa la prima
produzione che dà al Pubblico da questa dipender può il suo onore che
79 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 43,
lettera del 6 febbraio 1840. Cfr. Appendice 2, doc. n. 11.
30
molto le sta a cuore, massime quando è unito alla protezione di V. Eccellenza
e con profonda stima, si sottoscrive.80
Ancora, nel programma di un Gran Concerto organizzato
nella sera del 12 febbraio 1847 a favore degli alluvionati di
Roma, a seguito dello straripamento del Tevere del 10
dicembre 1846, fu inserito in cartellone un nuovo pezzo
«istrumentale del sig. maestro Lorenzo Barbirolli».81
Sempre nel 1847, come già anticipato, nel primo anniversario dell’incoronazione di Sua Santità Pio IX, Barbirolli
mise in musica il sonetto di Luigi Caroli82 «Su la sedia di
Piero» per soprano e tenore, con accompagnamento al pianoforte, dedicato «agli esimi dilettanti signori Annetta Scutellari
e conte Ruggero Mazza».83 Trascriviamo di seguito il testo del
sonetto:
Su la sedia di Piero or volse un anno
un angelo s’assise e Dio vel pose;
ei sorrise ai figli suoi, ei fine impose
in un dì col perdono a lungo affanno.
Ei leggi innova, egli dall’alto scanno
osserva indagator le arcane cose,
ei ne sparge il cammin di palme e rose
e del popolo suo ristora il danno.
Quand’egli a benedirne alzò la mano
ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. Cfr. Appendice 2, doc. n. 10.
81 Cfr. Il Teatro Comunale di Ferrara. Cento anni di storia [1798-1898].
Memorie raccolte da Giovanni Pasetti, Tullio Finotti, Luigi Villani, BCAFe, vol.
2 (1831-1852), n. 254.
82 Luigi Caroli (1808-1851) avvocato, patriota e abile verseggiatore. In
occasione dell’elezione di papa Pio IX gli dedicò l’inno «All’angolo di Pace, a
Pio magnanimo perché nell’oblio e nel perdono a tutti i suoi figli apriva le
braccia benefico», a seguito dell’amnistia concessa ai prigionieri politici.
83 Il manoscritto di questa composizione si trova nella Biblioteca
Nazionale Marciana di Venezia (cfr. qui a p. 54).
31
80
speranza e pace s’avviar sorelle
dalle rive del Tebro all’Eridano.
Con mille canti a quelle sante ancelle
plaudirono le genti, e il monte e il piano
di nuova luce ravvivar le stelle.
Così nel 1858, alla riapertura dell’Accademia Filarmonica, di
cui era membro, Lorenzo compose le musiche di una Cantata
lirica su parole del dott. Giuseppe Betti,84 dedicata
all’Arcivescovo Luigi Vannicelli Casoni (Amelia, 16 aprile 1801
- Roma, 21 aprile 1877) e al Cardinal Legato, che fu eseguita
nella Sala comunale in Santa Margherita (cfr. Fig. 19). La
cantata, articolata in due parti, era ambientata «dapprima in
un luogo della più vicina ed amena delle nostre sponde del Po,
a notte fonda, dove uomini si avanzano lentamente portando
con loro strumenti musicali» indi «all’interno di una sala di un
palazzo di città dove molti suonatori e cantanti filarmonici
attendono la notizia del successo delle loro suppliche fatte per
la ripristinazione dell’Accademia».
Due trasferte trionfali: all’Accademia dei Concordi di Rovigo
e alla Basilica del Santo di Padova
La stima dei rodigini per Lorenzo non si era affievolita col
trascorrere del tempo e neppure dopo il suo trasferimento a
Ferrara. Quando il 25-26 settembre 1842, per festeggiare
l’ingresso nella Diocesi di Rovigo di monsignor Bernardo
Antonio Squarcina, l’Accademia dei Concordi propose l’esecuzione dello Stabat Mater di Rossini,85 proprio Lorenzo
Barbirolli fu invitato a curarne la direzione musicale.
Cfr. nota 61.
Lo Stabat Mater di Rossini, dal 1842 era divenuto una delle partiture di
musica sacra più richiesta nei teatri italiani ed europei. La prima esecuzione
32
84
85
La splendida esecuzione curata da Barbirolli riscosse plausi
diffusi sulla stampa periodica musicale. Si prenda ad esempio
la recensione apparsa martedì 4 ottobre 1842 su «Il Pirata»:
E perché sarà un diritto esclusivo delle grandi città la esecuzione dello Stabat
Mater del celebre Pesarese? È poi egli vero che con tenui mezzi produr non si
possa un magico effetto? Che un adunanza non possa restar inebbriata e
commossa dalle celesti note? Noi invitiamo gli animi a lasciar siffatto
pregiudizio e possiamo alzare francamente la nostra voce per lo esperimento
fattosi in questa sala dei Concordi nelle sere 25 e 26 settembre. Dopo ciascun
pezzo scoppiarono vivissimi applausi e di alcuni si volle la replica. Ma
l’entusiasmo crebbe soprammodo quando la gentile signora Luisa Kiriaki
Minelli86 inaspettatamente nella sera del 26 quasi al fine del trattenimento
fece apparire nella sala la seguente epigrafi:
Per l’esecuzione
dello Stabat Mater
nella Sala Accademia dei Concordi
dedicato a monsignor illustrissimo e reverendissimo
Bernardo Antonio Squarcina
italiana avvenne il 4 marzo 1842 nella Chiesa di Sant’Antonio a Milano,
seguita dall’esecuzione in forma privata a Firenze, il 14 marzo, in casa
MacDonald. A Bologna, nella grande sala dell’Archiginnasio, l’opera venne
eseguita in forma pubblica tra il 18 e il 20 marzo 1842. Già nel 1843, a un
anno dalla première dell’opera (Parigi, Théâtre de la comédie italienne, Salle
Ventadour) fu pubblicata un’ampia rassegna stampa celebrativa: Lo Stabat
Mater di Rossini giudicato dalla stampa periodica francese ed italiana, ossia
Raccolta dei migliori articoli artistici pubblicati dal giornalismo delle due nazioni
sovra tale argomento, Milano, Giovanni Ricordi, 1843. Un ampio resoconto
sulla composizione dello Stabat Mater e sulle sue prime rappresentazioni si
legge in M. SPADA, Francesco Rangone e la “Narrazione” sullo “Stabat Mater” a
Bologna con altri documenti, «Bollettino del Centro Rossiniano di Studi», XIX,
1989, pp. 5-46.
86 Luisa Kyriaky Minelli (1807-1867), poetessa veneziana originaria di
Corfù, dal 1826 era moglie di Antonio Minelli, il noto editore rodigino.
Presso lo stabilimento tipografico del marito nel 1845 pubblicò Ricordi alla
donna intitolati ad Elisa Damin il giorno delle sue nozze con Francesco Malipiero
offerta di un parente dello sposo e la raccolta Nozze Tullio dott. Minelli Luisa
Serravallo (1881).
33
Vescovo di Adria
siano rese grazia
all’inclito Municipio di questa Regia città
ed ai signori Accademici Concordi
e sia lode
all’esimio Maestro nostro concittadino
Lorenzo Barbirolli
alla esordiente sua giovinetta figlia Carolina
squisita di voce di sentire di grazia
alla nob. Marchesa Corelli espertissima
a tutti gli altri Ferraresi allievi di Lui
e fra essi distinti il tenore Lombardi
Cesare Morelli basso
a tutta la schiera di si egregi dilettanti
di Ferrara e Rovigo
che la classica musica Rossiniana
facevano ammirata
nelle due sere XXV-XXVI settembre
MDCCCXLII
Nel 1855, come si ricava da una lettera dell’8 novembre,
Barbirolli chiese l’autorizzazione a recarsi alla Società di Santa
Cecilia di Padova (cfr. Fig. 20):
Onorato del distinto incarico dall’Illustre Istituto Filarmonico di S. Cecilia in
Padova87 di eseguire nella chiesa del Santo una mia musica nel giorno 22 del
87 L’Istituto Filarmonico Drammatico di Padova nacque dalla fusione
della Società filodrammatica padovana, sorta a inizio Ottocento e la Società
di Santa Cecilia, fondata nel 1845 con lo scopo di sostenere i giovani
musicisti meno abbienti (cfr. lo Statuto della società filarmonica di Santa Cecilia
in Padova, Padova, Tipografia Bianchi, 1853). La storia della Società
Filodrammatica si perde tra chiusure e riaperture fino al 1855 quando venne
fusa con la scuola di musica e finanziata da cittadini benestanti. I 500 soci
iscritti provvedevano alle paghe modeste degli otto professori che
impartivano lezioni nelle due diverse materie, e sovvenzionavano la banda
cittadina composta da 45 alunni dell’Istituto. Nella stagione di carnevale gli
allievi si esibivano nelle sale della scuola e nel vicino Teatro di Santa Lucia.
Dal 1856 l’Istituto ospitò spesso le riunioni, i balli e i concerti organizzati
dalla Società del Casino Pedrocchi.
34
corrente mese, per solennizzare (sic) la festa della Santa Martire, per scelta
fatta sulla mia insufficienza, mi permetterei pregare la bontà delle SS. LL.
Ill.me onde ottenere il permesso di assentarmi per alcuni giorni da Ferrara al
riferito oggetto; cogliendo in tal occasione l’opportunità di portare meco colà
due ferraresi, uno dei quali mio allievo cioè il sig. Pietro Bignardi, sperando
sarà per corrispondere alla aspettativa che io ho di lui, essendo l’altro il
bravo professor Cagnoni che attualmente trovarsi al teatro di Treviso, il
quale a mia richiesta graziosamente mi favorisce.88
Il permesso gli fu evidentemente accordato, giacché il 22 novembre successivo una sua Messa fu eseguita presso la Basilica
del Santo di Padova. Di questa partitura sopravvive almeno il
Kyrie (cfr. qui le pp. 55 per ulteriori dettagli).
Un impresario implacabile, la malattia e la morte
Nonostante gli evidenti meriti e l’assoluta abnegazione,
Barbirolli terminò tristemente la sua carriera a seguito delle
aspre critiche ricevute dall’impresario Virgilio Govoni nella
preparazione dell’opera Lorenzino de’ Medici di Giovanni
Pacini su libretto di Francesco M. Piave. L’impresario, in una
lettera del febbraio 1863, sollecitava la direzione teatrale a
prendere atto dell’inadeguadezza del Barbirolli «il quale non
so se per età, o per malattia deve oggi riconoscersi assolutamente meritevole di riposo» e ancora nel 1865 chiedeva
l’assunzione di un maestro concertatore a proprie spese.89
Barbirolli si difese con tutte le sue forze (cfr. Fig. 21), vantando
tra l’altro di aver messo in scena i due più grandiosi e difficili
lavori verdiani I vespri siciliani e Un ballo in maschera, e, dopo
l’invio di una lettera di vibrante discolpa accompagnata da
88 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Istruzione pubblica.
Scuole musicali, b. 1, fasc. 6. Cfr. Appendice 2, doc. n. 20.
89 ASCFe, Carteggio amministrativo, XIX secolo, Teatri e spettacoli, b. 35,
fasc. 1963. Cfr. FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara: il Comunale cit., I, p. 93.
35
certificato medico e da una dichiarazione dei maestri di
musica Raffaele Sarti (primo violino e direttore) e Carlo
Mornasi (primo flauto), con molta umiltà propose di farsi da
parte,90 pretendendo però la piena pensione e il godimento
della casa e il privilegio di indicare come suo successore
Timoteo Pasini, col quale già aveva felicemente condiviso la
concertazione delle opere rappresentate nella stagione di
Carnevale del 1858.91
Nonostante questa disputa, Barbirolli continuò la sua
attività fino alla stagione di Carnevale del 1867. Morì il 19
novembre di quello stesso anno, mentre era ancora in servizio,
come attesta una lettera inviata dal sindaco Anton Francesco
Trotti alla Direzione Teatrale.92 La stampa locale ne diede un
laconico annuncio (cfr. Fig. 22), mentre gli affezionati amici
orchestrali scrissero quel meritato e commosso elogio funebre
qui riprodotto a Fig. 23.
ALLA MEMORIA
DI
LORENZO BARBIROLLI
RODIGINO
SOCIO DELLE RINOMATE ACCADEMIE MUSICALI
PADOVANA VERONESE ROMANA
MAESTRO E PROFESSORE DEL FERRARESE MUNICIPIO
SOAVE TOCCATORE DI ORGANO E DI PIANOFORTE
ESIMIO CONTRAPPUNTISTA
CHE SEPPE
ALL’ANTICA SEVERITÀ E DIGNITÀ DELLE NOTE
UNIRE LO SLANCIO DEL PROGRESSO
LA CHIAREZZA E LA MAESTÀ DEL TEMPIO
DI CUI
Ibid. Cfr. Appendice 2, docc. n. 23, 24 e 27.
FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara: il Comunale cit., I, pp. 93-94.
92 ASCFe, Commisione Pubblici spettacoli, b. 75. Cfr. Appendice 2, doc. n. 28.
36
90
91
LA MESSA POSTA IN MUSICA ED ESEGUITA IN PADOVA
NELLA BASILICA DEL SANTO
FU GIUDICATA PER UNIVERSALE CONSENSO
LAVORO EGREGIO
IN QUESTO DÌ 1 LUGLIO
MDCCCLXVIII
IN CUI PRECI FUNEREE
GLI VENGONO RECITATE FRA I CONCENTI
PREGANDOGLI PACE IN DIO
I COLTIVATORI DELL’ARTE MUSICALE
PERENNE TESTIMONIO DI AFFETTO
CONSACRANO
37
38
NICOLA BADOLATO
Musiche di Barbirolli
nell’Archivio del Capitolo di Ferrara
La musica sacra a Ferrara nell’Ottocento
L’attività compositiva di Lorenzo Barbirolli per la Cappella
del Duomo di Ferrara s’innnesta in un panorama che sin dal
principio dell’800 appare assai denso di iniziative musicali in
àmbito sacro e liturgico. Le annotazioni che si leggono in un
diario giornaliero relativo agli anni 1817-1835, conservato nella
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, offrono a tal proposito un quadro assai eloquente sulla produzione e fruizione
del repertorio sacro:1 gli appuntamenti annuali fissi registrati
dall’anonimo cronista superano mediamente la trentina, con
punte più basse negli anni 1817 e 1822 e picchi che vanno oltre
la cinquantina nel periodo 1829-1831; senza contare che non
rientrano nel novero degli avvenimenti citati le non poche
occasioni di carattere straordinario, in particolare i festeggiamenti che comportavano cerimonie in chiesa, e neppure le
festività ordinarie e generali dell’anno liturgico, né tantomeno
l’abituale servizio della cappella del Duomo.
Oltre alla Cattedrale, che rappresentava ovviamente il luogo di maggiore produzione e fruizione musicale,2 anche le
1 Il manoscritto (Cl I, n. 682) è suddiviso in tre volumi, ciascuno
corrispondente a un arco cronologico ben definito: vol. I (1817-1822), vol. II
(1823-1827), vol. III (1828-1830), vol. IV (1831-1835).
2 È interessante ricordare, a testimonianza di un’attività persino frenetica,
un documento databile attorno alla seconda metà dell’Ottocento, custodito
nell’Archivio del Capitolo di Ferrara (cfr. FABBRI – BERTIERI, Il salterio e la cetra
cit., p. 61), che attesta le rimostranze dell’organista della Cattedrale per gli
oltre seicento servizi annuali per i quali era richiesto alla tastiera; un
impegno quasi giornaliero (non si dimentichi che l’uso comportava l’accom39
principali chiese cittadine non erano certo da meno, e a queste
si debbono aggiungere le numerose congregazioni, confraternite e unioni artigianali o commerciali che sovvenzionavano
l’intervento di cantori o bandisti per le occasioni particolari,
segnatamente nelle messe di suffragio.3 Alle principali festività ufficiali del calendario liturgico si associavano dunque le
celebrazioni occasionali (funerali, ringraziamenti, visite
pastorali, ecc.) e locali (la festa del santo patrono), ciascuna con
un diverso grado di solennità. Il repertorio che veniva
proposto era di solito costituito da brani di musicisti di fama
che venivano alternati a compositori noti perlopiù a livello
locale.4
Per tutte le manifestazioni musicali previste in àmbito
cerimoniale, oltre al personale in forza stabile (la cappella del
Duomo, la famiglia ecclesiastica, eventuali scuole interne) ci si
poteva avvalere di esecutori appositamente ingaggiati: quasi
sempre musicisti locali, in qualche caso professionisti forestieri
di passaggio in città per altri impegni professionali. L’esecuzione di musiche di compositori noti e affermati costituiva
ovviamente un titolo d’onore per i promotori, e non mancano
testimonianze di competizioni implicite tra le varie chiese
cittadine, in occasione di festività concomitanti.
pagnamento dell’organo anche per il canto gregoriano), sovente replicato
anche per due volte al giorno.
3 Cfr. A. BARUFFALDI, La Chiesa di Ferrara nell’età del Liberalismo e del
Totalitarismo, in La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, vol.
II, a cura di L. Chiappini, W. Angelini e A. Baruffaldi, Ferrara, Corbo, 1997,
pp. 268-443; A. SAMARITANI, Profilo di storia della spiritualità, pietà e devozione
nella chiesa di Ferrara-Comacchio, Reggio Emilia, Diabasis, 2004.
4 Tra questi ultimi spicca la figura di Brizio Petrucci, prolifico autore di
musica sacra. La gran parte delle sue composizioni sono conservate
nell’Archivio Capitolare del Duomo di Ferrara, di cui egli fu maestro di
cappella dal 1784 al 1828. Petrucci godette di una stima tale in città da
meritare di comparire tra i ferraresi illustri nei ritratti marmorei del palazzo
di San Crispino.
40
Un’idea precisa sullo stato della cappella del Duomo nella
prima metà del secolo si ricava dalle relazioni conservate
nell’Archivio del Capitolo ferrarese (risalenti almeno agli anni
1823, 1846, 1853). L’organico previsto in pianta stabile prevedeva maestro e organista, 8 cantori suddivisi per 4 voci
(canto, alto, tenore e basso; delle quali una di concerto e una di
ripieno), 3 violini primi e altrettanti secondi, 3 bassi (di cui un
violoncello), un paio di viole; in particolari circostanze venivano aggiunte coppie di clarinetti, di oboi, di corni. Il repertorio d’uso è testimoniato da quanto sopravvive nel medesimo
archivio: oltre ai brani dei maestri di cappella transitati per il
Duomo, vi compaiono anche musiche di Alessio Prati, Valerio
Tesei, Gioachino Rossini,5 Francesco Basili, Saverio Mercadante, Pietro Pavona, Nicola Petrini Zamboni, Domenico
Tosarini, Ruggero De Stefani. Sono infine documentati, tra le
carte superstiti, frequenti recuperi (in forma di copia) del
repertorio precedente, che interessarono soprattutto le
musiche di Niccolò Jommelli e Giovanni Battista Pergolesi.
Gli anni immediatamente successivi al rovesciamento del
governo pontificio furono segnati da ripercussioni inizialmente negative su molte cerimonie liturgiche che fino ad
allora avevano ricoperto un manifesto interesse cittadino e
civile.6 Il progressivo ritorno alle consuetudini precedenti produsse in seguito anche episodi rilevanti: si ricordi almeno la
realizzazione di una Messa del compositore bolognese Fran5 Si tratta di una copia d’una porzione della giovanile Messa di Ravenna,
verosimilmente giunta a Ferrara per il tramite del canonico comacchiese
Cesare Patrignani, già possessore dell’esemplare completo poi acquistato dal
Capitolo di Ravenna prima del 1859.
6 Tra il 1859 e il 1862, ad esempio, le autorità municipali disertarono la
tradizionale processione per la festa del Corpus Domini e negarono i
consueti addobbi e la partecipazione della banda dei pompieri. Cfr. A.
SAUTTO, Il Duomo di Ferrara dal 1135 al 1935, Ferrara, SA Industrie Grafiche,
1934, p. 227.
41
cesco Maria Albini per la festa di San Giorgio del 1871,7 o
l’esecuzione di una Messa di Wolfgang Amadé Mozart per la
Pasqua del 1872. Il 30 aprile 1879 si ebbe in Duomo l’inaugurazione della cappella di Maria SS.ma delle Grazie con
l’esecuzione delle litanie lauretane, e il 2 e 3 giugno solenni
pontificali con musiche apposite di Antonio Finotti e del comacchiese Giambattista Bergamini, oltre alla partecipazione
dei virtuosi del Duomo di Loreto.8
Negli anni ‘70 dell’Ottocento la vita della cappella del Duomo fu infine angustiata da crescenti difficoltà finanziarie, che
portarono a un netto ridimensionamento nel 1872. Frattanto il
diffondersi e l’affermarsi degli ideali ceciliani imponeva nuove
sonorità sia organistiche sia vocali. A Ferrara questi orientamenti si legarono inizialmente alla figura e all’operato di
don Ettore Ravegnani:9 in linea con gli intenti riformatori più
aggiornati, nelle chiese tornarono a riecheggiare le melodie
gregoriane più tradizionali e le costruzioni polifoniche di
stampo cinquecentesco, segnatamente palestrinane, accanto
alle Messe di nuova composizione (tra le più diffuse, quelle di
Lorenzo Perosi). Lo stesso Ravegnani, che fu maestro di
cappella in Duomo e direttore della “Schola cantorum” del
seminario ferrarese, fu attento promotore di eventi musicali,
spesso impegnato anche sul fronte pedagogico.
Ibid., p. 228.
Ibid., pp. 230-231.
9 Cfr. P. CAVALLARI, Ettore Ravegnani (1870-1959), pioniere del canto
gregoriano in Italia, in “In labore virtus”. Studi offerti a mons. dott. Dante Balboni
nel 50° di sacerdozio 1941-1991, a cura di M. Cecchelli, G.L. Masetti Zannini,
Roma, Accademia Nazionale dell’Ussero, 1993, pp. 337-350.
42
7
8
Le composizioni di Lorenzo Barbirolli
Il fondo musicale dell’Archivio del Capitolo di Ferrara
conserva una cospicua mole di musiche manoscritte autografe
di Lorenzo Barbirolli.10 Si tratta di brani destinati tanto alla
liturgia ordinaria quanto a particolari celebrazioni della Chiesa
locale. Tra questi ultimi, si segnala la presenza di un Introito,
graduale, offertorio e postcommunio per la festa dell’Immacolata
concezione in Fa maggiore per due tenori, basso e organo (cfr.
qui a p. 61); un inno composto per l’occasione della festa di
San Pietro (Tu es Petrus a tre voci e piccola orchestra in Re
maggiore; il brano è qui trascritto alle pp. 147-174); una
raccolta di Litanie della Beata Vergine delle Grazie in Sol
maggiore per tre voci e orchestra composte per «la seconda
domenica di luglio ... 1867» (cfr. qui a p. 60); un Inno
all’Arcangelo San Raffaello in Fa maggiore per tre voci e
orchestra (cfr. qui a p. 61). Tra i brani pensati invece per
destinazioni d’uso evidentemente più generiche e ordinarie
ritroviamo un Chyrie (sic) e Gloria in Re maggiore (cfr. p. 61),
un Kyrie, Gloria e Credo in Re maggiore per tre voci e orchestra
Oltre allo studio fondamentale, qui più volte ricordato, di Paolo Fabbri
e Maria Chiara Bertieri (Il salterio e la cetra cit.), manca a tutt’oggi un catalogo
ragionato delle composizioni sacre custodite nell’Archivio del Capitolo di
Ferrara, che coprono un arco cronologico di cinque secoli, dal Quattro
all’Ottocento. Questa circostanza ha comportato alcune difficoltà nella
consultazione delle carte. Siamo grati a don Enrico Peverada, responsabile
dell’Archivio Diocesano, per aver agevolato le ricerche in loco e per aver
consentito la riproduzione fotografica dei materiali barbirolliani. Restano
sinora inediti alcuni tentativi di riordino dell’ampio corpus di partiture
superstiti dovuti alle ricerche condotte alla fine degli anni ’90 del secolo
scorso dalla studiosa locale Rita Grasso, e in seguito dal chitarrista e
compositore Paolo Rosini con la collaborazione di Michele Borsatti, già
docente di materie letterarie negli istituti superiori di Ferrara. Sono grato a
Rosini per avermi permesso di consultare i suoi appunti, ricchi di notizie
analitiche sulla gran parte delle composizioni da lui visionate.
43
10
(cfr. p. 61), un Dixit a tre voci con piena orchestra in Do
maggiore (cfr. p. 61), un Magnificat a quattro voci in Sol
maggiore (cfr. p. 58), e due composizioni strumentali intitolate Andante pastorale con piena orchestra (in Sol maggiore e in
Si minore; cfr. p. 61), con tutta probabilità legate alle liturgie
del tempo di Natale. Segnaliamo infine che nella parte dell’organo del Dixit a tre voci in Do maggiore (cfr. p. 61)
ritroviamo un’indicazione a matita che rimanda all’impiego di
questa composizione «tanto per Natale come S. Giorgio e B.V.
Maria».
Le composizioni impiegano tutte grosso modo lo stesso
organico. Nella maggioranza dei casi l’autore scrive a “piena
orchestra” (archi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe,
tromboni, bombardoni, timpani), in molti casi sostenuta
dall’organo, che generalmente ne riassume la tessitura complessiva;11 l’organico vocale è sempre calibrato su tre voci
maschili (due tenori e un basso), in ossequio alla tradizione
liturgica; in un solo caso è previsto l’impiego della voce di
soprano, nel Tui sunt coeli in Re maggiore (cfr. qui a p. 62). Di
quasi tutti i brani si conservano sia le partiture sia le singole
parti strumentali e vocali; queste ultime sono sovente vergate,
con tutta evidenza, da mani diverse rispetto a quella
11 Lo strumento per il quale Barbirolli pensa le proprie composizioni è
quello tutt’ora visibile nel coro e nelle due cantorie ai lati dell’altare
maggiore della Cattedrale, risultato del lavoro degli organari Domenico
Fedeli nel Sette e Antonio Callido nell’Ottocento, restaurato dai Fratelli
Ruffatti di Padova nel 1967 e poi nel 1989 dalla locale ditta Ferraresi. Sulla
cantoria a destra dell’altare della Madonna delle Grazie, nella prima
cappella della navata destra della cattedrale, è collocato un altro organo
d’incerta attribuzione, di fattura ottocentesca. Cfr. C. FERRARESI – G.
PASSILONGO, Organo della Cattedrale di Ferrara, in Organi storici a Ferrara.
Musiche scritte da musici di Ferrara e/o passati di qui, Ferrara, Comune di
Ferrara, 1997 (libretto di accompagnamento a CD); G. PASSILONGO, Breve
storia degli organi della Cattedrale, «Bollettino della “Ferrariae Decus”», 13, 31
maggio 1998, p. 41.
44
dell’autore. Tutte le carte recano chiare tracce di una loro
effettiva esecuzione, con numerose indicazioni di tagli e
annotazioni pratiche aggiunte in lapis a margine della
partitura: si vedano su tutte le le Brevi litanie a grande orchestra
in Re maggiore (cfr. qui a p. 61) o il Tota pulchra in Mi bemolle
maggiore (cfr. qui a p. 62). Un caso differente sembrerebbe
invece il Credo per il cardinale Cadolini Arcivescovo di Ferrara
(cfr. pp. 29 e 60), la cui partitura, rilegata in un elegante
quaderno arricchito da una dedica policroma nel frontespizio
(cfr. Fig. 17), ha piuttosto l’aspetto di una copia calligrafica,
quasi fosse stata pensata come un vero e proprio omaggio da
offrire materialmente al destinatario. È comunque ragionevole,
proprio in ragione della sua destinazione, ritenere che anche di
questo lavoro sia stata realizzata un’effettiva esecuzione.
Sono assai rari i casi in cui è possibile stabilire con certezza
la data di composizione di queste partiture barbirolliane; si
segnalano in tal senso i casi del Credo in Re minore, che reca
l’indicazione autografa «Rovigo 1845», e delle Litanie della Beata Vergine delle Grazie già citate poco sopra, associate al 1867,
ultimo anno di vita del compositore. Di certo l’esecuzione
delle partiture di Barbirolli, evidentemente entrate nel repertorio della cappella del Duomo, dovette essere riproposta anche ben oltre la morte del musicista: sulle parti di alcuni brani
sono riportati a matita i nomi dei cantanti incaricati, la maggior parte dei quali risulta attiva negli allestimenti operistici
del Teatro Comunale di Ferrara fino ai primi anni del Novecento: ricorrono i nomi dei bassi Michele Geremé (solista e
corista attivo a Ferrara dal 1859 al 1897), Temistocle Licini
(cantante, suggeritore, maestro del coro e maestro rammentatore dal 1872 al 1912), Alfonso Vancini (corista dal 1886 al
1898) e Ugo Fabbri (corista dal 1892 al 1898), e dei tenori
Agostino Dondi (corista dal 1869 al 1904), Pietro Vitali (corista
e voce solista dal 1865 al 1892), Cesare Baldazzi (corista dal
45
1885 al 1891) e Francesco Bertucci (corista dal 1861 al 1897).12
Annotazioni anche più puntuali appaiono, ancora, tra i righi
musicali del Magnificat in Sol maggiore (cfr. p. 58): la prima
pagina della parte del secondo violino riporta i nomi di
Odoardo Cristofori (con l’indicazione delle annate 1867 e 18961902) e di Vittorio Termanini (per il 1902); un’altra parte,
vocale, ci fornisce il nome del tenore Giovanni Bida accanto
alla data «30 marzo 1902», in cui cadde la domenica di Pasqua;
la stessa data è riportata ancora nelle pagine preparate per il
leggio del violista Luigi Pavanati,13 con una curiosa annotazione supplementare sulla preparazione del brano («ricordo il
maestro Barbirolli che prova questo Magnificat in casa di
Buci»).14
12 Sull’attività ferrarese di tutti questi cantanti cfr. FABBRI – BERTIERI, I
Teatri di Ferrara. Il Comunale cit., ad indicem.
13 Come già verificato per i cantanti, anche gli orchestrali risultano attivi
nel Teatro Comunale di Ferrara durante la seconda metà dell’Ottocento. Cfr.
ancora FABBRI – BERTIERI, I Teatri di Ferrara. Il Comunale cit., ad indicem.
14 La lettura di questo cognome è tuttavia incerta, e potrebbe interpretarsi
anche come «Birci»: Casa Buci o Bucci si trovava a poca distanza dal Teatro
Comunale di Ferrara, all’inizio della Via degli Angeli, poi Corso Vittorio
Emanuele 4, ora Corso Ercole I d’Este, proprio di fronte all’ingresso nord del
Castello Estense. Sappiamo che la famiglia Bucci, originaria di Cologna, era
particolarmente devota: nel 1706 aveva fatto affrescare sul muro della
propria casa, di fronte al Castello, residenza del Cardinal Legato, una
Crocifissione del pittore Francesco Ferrari (cfr. G. A. SCALABRINI, Memorie
istoriche delle chiese di Ferrara e de’ suoi borghi, Ferrara, Carlo Coatti, 1773, p.
47). Inoltre dall’inventario dei beni di famiglia, redatto alla morte di Gaetano
Bucci nel 1718 (ASFe, Archivio notarile antico, Borsetti Ignazio seniore, matr.
1300, pacco 4), tra i mobili è elencato anche un clavicembalo, circostanza che
potrebbe testimoniare gli interessi musicali della famiglia. Al tempo di
Barbirolli la casa era abitata da un altro Gaetano Bucci, che aveva
frequentato il Seminario di Ferrara e che si dilettava di studi storici e di
poesia (BCAFe, Fondo Agnelli, b. 775).
46
Gli studi musicologici hanno sovente sottolineato come la
produzione di musica sacra e liturgica nell’Italia ottocentesca
fosse direttamente connessa alla scrittura bandistica e a quella
operistica,15 le cui influenze si fecero sentire con maggiore
evidenza per esempio nelle opere di Francesco Morlacchi16
indi in quelle di Basilio Basili,17 in primis nel trattamento
omofonico delle parti corali e nella conduzione di quelle
solistiche.18 Ne sembra risentire soprattutto la scrittura orgaSulla questione dei rapporti tra musica sacra e opera cfr. G.A. BIAGGI,
Della musica religiosa e delle questioni inerenti, Milano, Lucca, 1852. Fabrizio
Della Seta (Italia e Francia nell’Ottocento, Torino, EDT, 1993, pp. 22-23)
evidenzia come l’influenza dell’opera non vada letta soltanto quale sintomo
di “decadenza” della musica sacra, ma anche come un modo per tentare di
salvaguardarne la funzione utilizzando un linguaggio nello stesso tempo
artisticamente dignitoso e attuale.
16 Sulla produzione sacra di Francesco Morlacchi (1784-1841) cfr. la voce
che gli dedica Biancamaria Brumana nel New Grove Dictionary of Music and
Musicians e la miscellanea Francesco Morlacchi e la musica del suo tempo (17841841) a cura di B. Brumana e G. Ciliberti, Firenze, Olschki, 1986.
17 Per un quadro sulla produzione di Basilio Basili (1804-1895) si veda la
voce di Roland J. Vázquez nel New Grove Dictionary of Music and Musicians.
18 È interessante a tal proposito ricordare la testimonianza diretta del
celebre compositore francese Hector Berlioz (1803-1869), nel suo soggiorno
romano del 1830 «Assistevo, il giorno della festa del Re, a una messa solenne
per grande coro e grande orchestra, per la quale il nostro ambasciatore, de
Saint-Aulaire, aveva richiesto i migliori artisti di Roma. Un assai vasto
anfiteatro, innalzato davanti l’organo, era occupato da una sessantina
d’artisti. Cominciarono ad accordare con un gran rumore, come se fossero
stati nel ridotto d’un teatro; il diapason dell’organo, di gran lunga troppo
basso, rendeva impossibile la sua fusione con l’orchestra, a causa degli
strumenti a fiato. Restava un solo partito da prendere, fare a meno
dell’organo. L’organista non l’intendeva in questo stesso modo; voleva
eseguire la sua parte, dovessero pure le orecchie degli ascoltatori essere
torturate fino a sanguinare; voleva guadagnare i suoi soldi, il brav’uomo, e
ben se li guadagnò, lo giuro, perché in vita mia non ho mai riso così di buon
cuore» (cit. in F. RAINOLDI, Sentieri della musica sacra. Dall’Ottocento al Concilio
Vaticano II, Roma, Edizioni CLV, 1996, p. 452.) Si vedano infine le parole di
Felix Mendelssohn (1809-1847): «Nelle altre chiese sono assolutamente pazzi,
47
15
nistica, affiancata da una ricca fioritura dei registri particolari
che via via erano aggiunti alla classica piramide del ripieno
italiano (principale, ottava, XV, XIX, XVI ecc.): gli organari
sembrano far gara nel creare sempre nuovi effetti, quali
cornetti, corni dolci, claroni, trombe, violoncelli fino a campanelli e
campane, per non dimenticare timballi, banda e piatti e così via.19
In questo quadro, il linguaggio musicale delle composizioni
di Barbirolli non sembra discostarsi di molto dalla koinè
stilistica dell’epoca sua. E tuttavia l’operato del maestro del
Duomo ferrarese assume i tratti di un alto artigianato
compositivo, nutrito di un sapiente trattamento tanto del
contrappunto vocale quanto della scrittura orchestrale. La
semplicità melodica e formale di molti dei lavori sacri
barbirolliani custoditi nel Capitolo di Ferrara (un esempio
nell’inno Tu es Petrus qui trascritto alle pp. 147-174, d’impianto formale sostanzialmente tripartito ABA con coda finale)
sembra volersi almeno in parte distaccare dagli smaccati calchi
teatrali di tante altre composizioni coeve, quasi a voler
piuttosto riacquistare al canto ecclesiastico maggiore decoro e
contegno.
Il tentativo di bilanciare la riproposizione di moduli antichi
(per esempio attraverso ricorso allo stile osservato e alla fuga)
con la diffusa tendenza ad adottare modelli espressivi mutuati
dallo stile teatrale e bandistico sembra essere comunque la
e veramente io stesso ho sentito durante l’elevazione l’ouverture del Barbiere
di Siviglia e un’altra volta un’aria della Cenerentola suonata sull’organo, per
non parlare poi delle arie d’opera che eseguono le suore, il nonsenso è
eccessivo, perché musica del genere non riesce neanche ad essere divertente»
(Ibid., p. 454).
19 Il fenomeno interessò da vicino anche il patrimonio ferrarese, giacché
nell’organo del Duomo di Ferrara venne dotato, nel corso dell’Ottocento, dei
registri di cornetta, bombardone, cariglione (cfr. M.C. BERTIERI, Per una
ricognizione del patrimonio storico-organario nella Diocesi di Ferrara-Comacchio, in
FABBRI - BERTIERI, Il salterio e la cetra cit., pp. 373-418: 376-377).
48
cifra stilistica di Barbirolli, che pure non esita ad aggiornare
l’organico della sua orchestra con strumenti vicini alle più
recenti mode italiane: si noti su tutti l’impiego del bombardone, strumento a fiato di origine tedesca in uso in Italia dal
1836,20 tanto all’opera quanto nelle composizioni bandistiche,21
ad esempio nel Credo in Re minore (cfr. p. 60, n. 47), nelle
Litanie della Beata Vergine (cfr. p. 60, n. 48), nei due Magnificat in
Re maggiore (p. 60, n. 36) e in Sol maggiore (p. 62, n. 57).22
All’organo è sempre affidata, oltre al sostegno armonico,
l’esecuzione della parte melodica; ma l’accompagnamento
strumentale è equilibrato, lo stile rigoroso e consono alla
liturgia.
Al di là delle peculiarità compositive riscontrabili nei lavori
di Lorenzo Barbirolli, è importante sottolineare come questo
20 Si consideri a tal proposito il noto manuale di orchestrazione di G.
PILOTTI, Breve insegnamento teorico sulla natura, estensione, proporzione armonica
e modo di scrivere per tutti gli strumenti d’orchestra, Bologna, Cipriani, [1836];
oltre alla rarissima Scala cromatica del bombardone, Milano, Ricordi, 1836
(copie di questo testo sono conservate nella Biblioteca del Conservatorio di
Milano e in I-Vnm). Per un quadro approfondito sulle innovazioni
nell’impiego di strumenti a fiato nella scrittura orchestrale ottocentesca cfr.
in R. MEUCCI, Il cimbasso e gli strumenti affini nell’Ottocento italiano, «Studi
verdiani», 5, 1988-1989, pp. 109-162.
21 Cfr. A. CARLINI, Le bande musicali nell’Italia dell’Ottocento: il modello
militare, i rapporti con il teatro e la cultura dell’orchestra negli organici strumentali,
«Rivista Italiana di Musicologia», XXX, 1995, pp. 85-133.
22 Non mancarono, tra i contemporanei, recensori avversi all’impiego di
simili strumenti nella musica sacra: si veda su tutti il giudizio apparso sul
«Giornale milanese» del 15 aprile 1876, a proposito della cospicua presenza
degli ottoni (bombardone compreso) e dei timpani nel Credo della Messa I di
Saverio Mercadante: «È uno di quei pezzi, che per rispetto dell’autore,
dovrebbe lasciarsi in un completo obblio o per lo meno concederlo
unicamente alle cantorie di campagna per le quali il Mercadante scriveva
quelle sue Messe affrettate senza stile, senza insieme religioso» (cit. in M.
LEVRI, La cappella musicale di Rovereto, Trento, Biblioteca Frati Francescani,
1972, p. 263).
49
corpus ferrarese fornisca una vigorosa testimonianza di
un’attività liturgico-musicale estremamente vivace e diffusa in
un territorio e in un’epoca specifici in cui la pratica religiosa è
certamente parte importante della vita collettiva. L’indagine
qui abbozzata, lungi dall’avanzare pretese di completezza o
esaustività, vuole perlomeno creare le premesse per un più
ampio recupero di un patrimonio musicale sin qui trascurato e
in attesa di essere opportunamente indagato e valorizzato.
50
NICOLA BADOLATO
Barbirolli compositore: appunti per un catalogo
La ricostruzione di un catalogo che racchiuda esaurientemente tutte le composizioni realizzate da Lorenzo Barbirolli
nel corso della sua articolata carriera appare assai problematica: il nome del nostro compositore non figura infatti nei
repertori musicologici più aggiornati,1 né risulta nei principali
dizionari e strumenti di consultazione diffusi tra Otto e
Novecento.2 Per rendere almeno un’idea complessiva della
produzione del nostro autore, si è comunque ritenuto opportuno fornire qui un elenco delle partiture, siano esse autografe
o copie,3 di cui si possa riscontrare notizia attraverso la
1 Effettuando una ricerca per cognome, il RISM – Répertoire International
des Sources Musicales dà notizia di due stampe attribuite a un altro membro
della famiglia Barbirolli, il violinista, pianista e compositore Alfredo (morto
nel 1931) conservate nella Koninklijke Muziekmaatschappij Casino di
Tongeren (Belgio). Una cinquantina di altre sue composizioni sono reperibili
nelle biblioteche italiane. Secondo Jacques Biagini (Jean Cocteau, de Villefranche sur Mer: anthologie de textes, lettres, témoignages, Nice, Serre, 2007, p.
77), che lo cita per la composizione di un poema su Il ne quitte jamais son
appareil à vitres di Jean Cocteau, Alfredo Barbirolli sarebbe stato zio del più
noto direttore sir John Barbirolli.
2 Il nome di Lorenzo Barbirolli è citato, senza ulteriori specificazioni,
nello studio di Giovanni Tebaldini (L’archivio musicale della Cappella
Antoniana in Padova, Padova, Tipografia e Libreria antoniana, 1895, p. 145)
tra i compositori di cui la Biblioteca della Cappella Antoniana possiede
«musica da camera».
3 Le composizioni custodite in I-Pca sono classificate, nei cataloghi
OPAC, con la dicitura “copia”. Non è stato possibile verificare di persona la
grafia dei manoscritti (la biblioteca è infatti inaccessibile da alcuni anni, per
lavori di restauro). I manoscritti custoditi in I-Rsc sono copie di
composizioni realizzate sicuramente negli anni ferraresi. Le composizioni
conservate in I-Vnm sono di incerta autografia, eccezion fatta per i nn. 22 e
27 del presente catalogo. Le partiture custodite in I-Fed sono autografe; sono
invece frutto di copia le parti staccate che le accompagnano.
51
consultazione delle risorse catalografiche attualmente disponibili, senza escludere dal novero i lavori drammatici di cui
abbiamo testimonianze attraverso le stampe dei libretti (cfr.
qui i nn. 1 e 12).
Le composizioni sono state suddivise per genere; laddove
possibile, vengono fornite indicazioni sull’organico vocale e
strumentale impiegato; per ogni composizione viene inoltre
indicata l’attuale collocazione bibliografica (cfr. le sigle qui a p.
175).
Per ragioni legate alla sostanziale unitarietà del corpus da
esse rappresentato, le musiche sacre prodotte da Barbirolli per
la cappella musicale del Duomo di Ferrara sono disposte in
una sezione separata, che segue la ben più ampia lista delle
composizioni sacre e liturgiche.
Nell’impossibilità di fornire un ordine cronologico preciso
per le 61 composizioni qui individuate, giacché sono rare le
carte in cui compaiano indicazioni specifiche, la data viene
esplicitata (con eventuali annotazioni in calce) solo laddove sia
possibile individuarla con ragionevole certezza. Negli altri
casi, i brani sono elencati per titolo in ordine alfabetico.
52
MUSICA TEATRALE
1.
I Troiani in Laurento
[1836]4
“dramma serio” per musica di Gerolamo Biscaccia Carrara
Venezia, A. Minelli, 1836
[I–Mb, RACC.DRAM.6163 014; I-Rc, H 42/86]
COMPOSIZIONI ORCHESTRALI
2.
“Antonia” a piena orchestra in Re maggiore
[1822]5
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
3.
Fantasia a grande orchestra in Sol maggiore
(partitura: flauto, ottavino, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I, II, III e IV,
tromba I e II, trombone I e II, bombardone, timpani, violino I e II, viola, violoncello,
contrabbasso)
[I-Rsc, A-Ms-3597]
4.
Sinfonia n. 1 in Do maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
5.
Sinfonia n. 2 in Re maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
Segnaliamo qui soltanto il libretto relativo alla prima rappresentazione
dell’opera, non già quello stampato per la successiva ripresa veneziana del
1837 (cfr. nota 17, p. 6).
5 L’anno di composizione si ricava da un appunto manoscritto sul frontespizio della composizione.
53
4
6.
Sinfonia n. 4 in Re maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
7.
Sinfonia n. 5 in Mi bemolle maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
8.
Sinfonia [n. 6] in Do maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
9.
Sinfonia n. 7 in Re maggiore
(partitura: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
10. Sinfonia n. 8 in Mi bemolle maggiore
(partitura : flauto I, oboe I e II, clarinetto I e clarinetto, fagotto, corno I e II, tromba,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Pca, E.II.2036]
COMPOSIZIONI CAMERISTICHE D’OCCASIONE
11. Sonetto ... per soprano o tenore con accompagnamento di
pianoforte in Do maggiore
[1847]
“Su la sedia di Piero” - romanza
Milano, Lucca, 1847
(pianoforte, soprano o tenore)
[I-Rsc, A-Ms-3600; I-Vnm, Misc. Mus. 11706]
12. Cantata lirica da eseguirsi per la riapertura dell’Accademia
Filarmonica di Ferrara
[1858]
Ferrara, Bresciani, 1858 (testo di Giuseppe Betti)
[I-Fec, MF 368.25 e MF 308.20]
54
COMPOSIZIONI SACRE E LITURGICHE
13. Tantum ergo a tre voci in Sol maggiore per due tenori, basso e
orchestra
[1835]6
(partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II)
[I-Vnm CANAL 11082]
14. Kyrie in Fa minore “Rilasciato dall’autore il 22 novembre
1855” per due tenori, basso e orchestra
[1855]
(partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II,
trombone I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Pca, E.II.2035]
15. Laudamus te di moderata estensione di voce in Sol maggiore
per tenore e orchestra
[1855]7
(partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, violino II, violino I
e II, viola, violoncello, contrabbasso)
[I-Vnm CANAL 11083]
16. Litanie della Beata Vergine con grande orchestra in Sol
maggiore per due tenori, basso e orchestra
[post 1867 = n. ]8
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II,
trombone, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore
I e II, basso)
[I-Vnm, CANAL 11082]
L’anno di composizione si ricava dalla dicitura «Tantum Ergo | a tre
Voci di | Lorenzo Barbirolli | Anno 1835» apposta sul frontespizio.
7 Sulla copertina della partitura, su cartoncino bianco, mano di scrittura
calligrafica riporta la seguente dicitura: «Alla | Nobile Società Musicale | S.
Cecilia in Padova | Lorenzo Barbirolli | Maestro Comunale di musica in
Ferrara | In segno di profonda riconoscenza». Ciò fa propendere per una
datazione vicina al 22 novembre 1855, data della trasferta padovana del
maestro (cfr. qui nota 88, p. 35).
8 Si tratta di una copia della partitura conservata in I-Fed, dunque
realizzata certamente post luglio 1867 (cfr. n. 61).
55
6
17. Credo in Fa maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II,
violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11084]
18. Cum Sancto Spiritu in La maggiore per due tenori, basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11084]
19. Dixit Dominus in Do maggiore per due tenori, basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11081]
20. Dixit Dominus – Salmo 109 in Si bemolle maggiore per due
tenori, basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11081]
21. Domine ad adjuvandum in Do maggiore per due tenori, basso
e orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11081]
22. Domine Deus graduale in Mi bemolle maggiore per tenore,
basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11082]
23. Gloria in Sol maggiore per basso e orchestra d’archi
(parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; basso)
[I-Vnm CANAL 11083]
56
24. Gloria in La maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra
(partitura e parti: flauto I, clarinetto I, clarinetto II, fagotto I, corno I, corno II, tromba I
e II, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11084]
25. Gratias agimus in Sol minore con violino obbligato per due
tenori e archi
(partitura e parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II)
[I-Vnm CANAL 11083]
26. Gratias agimus, Domine Deus a voce sola in Mi maggiore per
basso e orchestra
(partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II,
trombone I e II, bombardone, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso;
tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 10925]
27. Kyrie in Fa maggiore per due tenori, basso, coro e orchestra
(partitura e parti: flauto I, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba, violino I,
violino II, viola I, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11083]
28. Kyrie in Fa minore per voce e organo
(partitura e parti: organo; tenore o soprano)
[I-OS Mss.Mus.B 3029]
29. Kyrie a tre voci e piena orchestra in Fa maggiore per due
tenori, basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, trombone I, II e III, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani; tenore I
e II, basso)
[I-Rsc, A-Ms-3597]
30. Laetatus sum - Salmo 121 in Mi bemolle maggiore per basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, trombone, timpani, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e
II, basso)
[I-Vnm CANAL 11172]
57
31. Lauda Jerusalem – Salmo 147 in Sol maggiore per due tenori,
basso, coro e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II,
violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11172]
32. Laudamus in Sol maggiore per tenore solo e orchestra
(partitura e parti: flauto I, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, violino
I, violino II, viola I, violoncello; tenore)
[I-Vnm CANAL 11083]
33. Li tre Domine Deus con oboe obbligato a basso solo in Fa
maggiore per basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II,
violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; basso)
[I-Vnm, CANAL 11084]
34. Magnificat a quattro voci in Sol maggiore per due tenori, due
bassi e organo
(partitura e parti: organo; tenore I e II, basso I e II)
[I-Vnm, CANAL 11082]
35. Magnificat a tre voci in Si bemolle maggiore per due tenori,
basso e orchestra
(partitura e parti: flauto I e II, oboe, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, trombone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm, CANAL 11082]
36. Magnificat a tre voci in Re maggiore per due tenori, basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto I e II, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II,
tromba I e II, trombone, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso,
timpani; tenore I e II, basso)
[I-Vnm, CANAL 11082]
37. Messa a tre voci in Mi bemolle maggiore per due tenori, basso
e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Pca, E.II.2037]
58
38. Messe, ordinarium per coro e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, trombone I e II, bombardone I e II, violino I e II, viola I e II, violoncello,
contrabbasso, timpani; tenore I, II e III, baritono, basso)
[I-Pca, E.II.2039]
39. Miserere – Salmo 50 in Re minore per due tenori, basso e
orchestra d’archi
(partitura e parti: violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Pca, E.II.2038]
40. Nisi Dominus – Salmo in Fa maggiore per due tenori, basso,
coro e orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II, trombone,
violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11172]
41. Qui tollis e Qui sedes in Re maggiore per tenore e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I
e II, violino I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore)
[I-Vnm CANAL 11084]
42. Qui tollis e Qui sedes in Do maggiore per due tenori, basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino
I e II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm, CANAL 11084]
43. Quoniam Tu solus in Mi bemolle maggiore per tenore, basso e
orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto, fagotto I e II, corno I e II, tromba I e II, violino I e
II, viola I e II, violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11084]
44. Quoniam Tu solus in Sol maggiore per per basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, violino I e II, viola I e II,
violoncello, contrabbasso; tenore I e II, basso)
[I-Vnm CANAL 11084]
59
45. Tota Pulchra es a tre voci con strumenti in Si bemolle
maggiore due tenori, basso e orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto I e II, fagotto, corno I e II, tromba I e II,
trombone I e II, bombardone, violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso, timpani;
tenore I e II, basso)
[I-Pca, E.II.2034]
COMPOSIZIONI SACRE E LITURGICHE PER IL DUOMO DI FERRARA
46. Credo - A Sua Eminenza Ill.ma Il Signor Cardinale
Gio. Cadolini Arcivescovo di Ferrara per due tenori, basso e
orchestra
[post 1843]9
(partitura: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni in Fa, tromba in
Do, trombone, violino I e II, viole, contrabbasso; tenori I e II, basso)
47. Credo – Rovigo, novembre 184510 in Re minore per due tenori
basso e orchestra
[1845]
(partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni, tromba in
Do, 2 tromboni, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, timpani;
tenori I e II, basso)
48. Litanie della Beata Vergine delle Grazie in Sol maggiore per tre
voci e orchestra
[1867]11
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, fagotto, clarinetto in Do, fagotto, corno in Sol,
tromba in Re, trombone, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso,
organo; tenori I e II, basso)
49. Andante pastorale a piena orchestra in Sol maggiore
(partitura e parti: flauto, ottavino, oboe, clarinetto in La I e II, fagotto, corni in Re,
tromba in Re, 2 tromboni, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II,
basso)
9 La datazione di questo Credo va senz’altro collocata tra il 1843 e il 1850,
ovvero gli anni in cui il cardinal Cadolini fu Arcivescovo a Ferrara. Non vi
sono indizi particolari che lascino propendere per la prima o l’ultima parte
di questo segmento cronologico.
10 Tale precisazione si ricava da un appunto manoscritto, presumibilmente autografo, apposto sul frontespizio della composizione.
11 L’anno di composizione è indicato sul frontespizio del manoscritto.
60
50. Andante pastorale con piena orchestra in Si minore
(partitura: flauto, clarinetto in La I e II, corni in Re, violino I e II, viole, violoncello,
contrabbasso, organo; tenori I e II, basso)
51. Brevi litanie a grande orchestra in Re maggiore (per due
tenori, basso e orchestra)12
(partitura: flauto, oboe, clarinetto in La I e II, fagotto, corni in Re, tromba in Re, 2
tromboni, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso)
52. Chyrie e Gloria in Re maggiore per due tenori, basso, coro e
orchestra
(partitura e parti: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni, tromba in
Re, 3 tromboni, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso, timpani;
tenori I e II, basso)
53. Dixit a tre voci con piena orchestra in Do maggiore (due
tenori, basso e orchestra)
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto I e II, corni in
Do, tromba in Mi bemolle, trombone, bombardone, timpani, violino I e II, viole,
violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso)
54. Inno all’Arcangelo San Raffaello in Fa maggiore a tre voci e
orchestra (per due tenori, un basso e orchestra, parti)
(partitura e parti: flauto, oboe I e II, clarinetto in Si bemolle, fagotto, corno in Fa I e II,
tromba in Re, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso)
55. Introito, Graduale, Offertorio e Postcommunio per la festa
dell’Immacolata concezione in Fa maggiore per due tenori, basso e
organo
(partitura e parti: organo; tenori I e II, basso)
56. Kyrie, Gloria e Credo in Re maggiore per tre voci e orchestra
(partitura: flauto, oboe I e II, clarinetto in La, fagotto, corno in Re I e II, tromba in Re,
trombone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II, basso)
12 Di questa composizione si conserva una trascrizione per organo
realizzata nel 1872 da Giuseppe Ungarelli.
61
57. Magnificat a quattro voci in Sol maggiore per due tenori, due
bassi e organo
(partitura e parti: flauto, clarinetto in Do I e II, fagotto I e II, corni in Do, tromba in Mi
bemolle, trombone, bombardone, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso,
organo; tenori I e II, basso I e II)
58. Tota pulchra in Mi bemolle maggiore a tre voci con coro e
piena orchestra
(partitura: flauto, oboe, clarinetto in Si bemolle I e II, fagotto, corni in Mi bemolle,
tromba in Mi bemolle, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso; tenori I e II,
basso)
59. Terza in Fa maggiore per due tenori, un basso, coro alternato e
orchestra (partitura e parti)
(partitura e parti: oboe, corno in Fa, violino I e II, viole, violoncello, contrabbasso,
organo; tenori I e II, basso)
60. Tu es Petrus a tre voci e piccola orchestra in Re maggiore (per
due tenori, basso e orchestra)
(partitura e parti: flauto, oboe corni in Re, tromba in Re, trombone, violino I e II, viole,
violoncello, contrabbasso, organo; tenori I e II, basso)
61. Tui sunt coeli in Re maggiore per soprano solo e orchestra
(partitura e parti: oboe, clarinetti in La, corni in Re, violino I e II, viole, violoncello,
contrabbasso, organo; soprano)
62
ILLUSTRAZIONI
63
64
Fig. 1
Stemma della famiglia Barbirolli
65
Fig. 2
Elogio funebre di Luigi Barbirolli
66
Fig. 3
Lettera di Lorenzo Barbirolli (3 settembre 1856)
67
Fig. 4
Ritratto fotografico di Luigia Barbirolli
68
Fig. 5
Ritratto fotografico di Luigi Brondi
69
Fig. 6
Sonetto epitalamico per Lugia Barbirolli e Luigi Brondi
70
Fig. 7
Scheda personale di Lorenzo Barbirolli (1 gennaio 1865)
71
Fig. 8
Bando di concorso per un Maestro di musica (8 marzo 1839)
72
Fig. 9
Nomina di Lorenzo Barbirolli a Maestro di musica (14 giugno 1839)
73
Fig. 10
Locandina per Nabucodonosor, Ferrara, Fiera di maggio 1844
74
Fig. 11
Locandina per I Lombardi alla Prima Crociata
Ferrara, Fiera di maggio 1845
75
Fig. 12
Ritratto fotografico di Francesco Avventi
76
Fig. 13
Frontespizio del Mentore teatrale di Francesco Avventi
77
Fig. 14
Elenco dei coristi della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia
(1858)
78
Fig. 15
Cartellino sulla busta contenente le partiture
di Lorenzo Barbirolli in I-Fed
79
Fig. 16
Copertina del Kyrie, Gloria, Credo in Re maggiore
di Lorenzo Barbirolli
80
Fig. 17
L. BARBIROLLI, Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma
Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”
81
Fig. 17 bis
L. BARBIROLLI, prima pagina del Credo
dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”
82
Fig. 18
«Gazzetta Ferrarese», frontespizio dell’edizione straordinaria
del 10 luglio 1857
83
Fig. 19
Copertina e frontespizio della Cantata lirica ... per la riapertura
dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858)
84
Fig. 20
Lettera di Lorenzo Barbirolli (8 novembre 1855)
85
Fig. 21
Lettera di Lorenzo Barbirolli (7 maggio 1865)
86
Fig. 22
Necrologio per Lorenzo Barbirolli
sulla «Gazzetta Ferrarese» del 21 novembre 1867
87
Fig. 23
Elogio funebre di Lorenzo Barbirolli
88
Fig. 24
Bozzetto di un lampadario per il Teatro Comunale di Ferrara (1813)
89
Fig. 25
Bozzetti di un lampadario e del sipario del Teatro Comunale
di Ferrara realizzati da Francesco Migliari nel 1850
90
91
Fig. 26
Particolare della carta intestata di Lorenzo Barbirolli (9 gennaio 1861)
92
APPENDICI
93
94
1
CORINNA MEZZETTI
Fondi archivistici e documenti
tra Archivio Storico Comunale e Biblioteca Ariostea
per la storia dei teatri di Ferrara nell’Ottocento
La documentazione relativa alla storia dei teatri e degli
spettacoli organizzati a Ferrara nel corso dell’Ottocento è oggi
distribuita in tre nuclei, conservati in Archivio Storico Comunale e Biblioteca Ariostea. Presso l’archivio le carte sono
suddivise tra il Carteggio amministrativo, alla categoria Teatri e
spettacoli, e il fondo Commissione Pubblici spettacoli. Direzione
teatrale; in biblioteca sono confluiti i quattro volumi di Memorie
raccolti da Pasetti, Finotti e Villani alla fine dell’800, oltre a
documenti di varia natura e provenienza, distribuiti nelle
raccolte manoscritte, in modo particolare nel Fondo Antolini.
La costruzione del Teatro Comunale e la sua inaugurazione
nel 1798 segnano l’inizio di un nuovo corso per la scena
ferrarese, arricchendola di un luogo di spettacoli moderno e
pubblico che si va ad affiancare alle due sedi private esistenti
fino ad allora in città, i teatri Bonacossi e Scroffa. Nel 1806
Antonio Avogli Trotti, ispettore comunale sugli spettacoli
teatrali, stende un breve rapporto sui teatri cittadini, in
risposta ad una richiesta del Ministro dell’Interno, trasmessa
all’amministrazione municipale dal prefetto del Dipartimento
del Basso Po.1 Il Teatro Comunale – scrive l'ispettore – è
amministrato dalla Municipalità, affittato ad un impresario e
«condotto sotto la direzione di un Ispettore comunale e civile»;
allo stesso modo, i teatri Bonacossi e Scroffa, gestiti dalle
1
ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89.
95
famiglie proprietarie che li cedono in affitto ad un impresario,
«sono soggetti alla direzione dell’Ispettore civile».
Gli ispettori teatrali compaiono nella carte fin dal 1796.2 Le
Istruzioni emanate nel 1804 prevedono la nomina di due
ispettori del Teatro Comunale:3 un ispettore civile, eletto dalla
Municipalità con l’approvazione della Prefettura, che deve
«vegliare perché l’impresario adempia con esattezza ai patti
che ha colla Municipalità tanto per la qualità degli spettacoli
che per la loro decenza e perché il pubblico possa restare
soddisfatto ... in una parola resta incaricato della direzione
degli spettacoli» e deve informare il pubblico con avvisi a
stampa di ogni cambiamento nella programmazione; un
ispettore di polizia nominato dal Prefetto, che è chiamato
invece a sovrintendere all’ordine pubblico.
In seguito al decreto governativo dell’8 settembre 1802 che
regolava la Polizia dei teatri nel Comune di Milano4 e alla
conseguente diffusione delle Direzioni sopra gli Spettacoli
nelle città della Repubblica5, anche a Ferrara cominciano ad
operare Direttori agli spettacoli che, senza soluzione di
2 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 45;
Registri del protocollo generale, 1798-1799. Cfr. anche Il Teatro Comunale di
Ferrara. Cento anni di storia [1798-1898]. Memorie raccolte da Giovanni Pasetti,
Tullio Finotti, Luigi Villani, BCAFe, vol. 1 (1786-1830), n. 66 e 72. Sulla carica
di ispettore teatrale «equivalente a quella più tarda di “direttore” o
“componente” la direzione” [...] appannaggio di coloro – maggiorenni o
rappresentanti cittadini – che la municipalità delegava a tutelare
quotidianamente il pubblico interesse in materia di conduzione del teatro»,
cfr. FABBRI - BERTIERI, I teatri di Ferrara. Il Comunale cit., I, p. 57.
3 ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89.
4 Decreto sulla Polizia dei Teatri di Milano, 8 settembre 1802, «Bollettino
delle leggi della Repubblica Italiana», I (1802), tomo I, n. 76, pp. 309-311.
5 Per la situazione della vicina città di Bologna, si veda M. CALORE, Storie
di teatri, teatranti e spettatori, pubbl. nella pagina Teatri e spettacoli a Bologna tra
Sette e Ottocento del sito della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio
(<http://badigit.comune.bologna.it/spettacoli/index.html>, consultato il 28
gennaio 2016).
96
continuità con l’operato degli ispettori, hanno il compito di
definire i termini dei contratti con gli impresari, curare la
manutenzione degli edifici e sorvegliare l’ordine pubblico in
occasione delle rappresentazioni.6 Nel 1813, si assesta la
denominazione di questo organo in Direzione dei teatri e
spettacoli pubblici, che rimarrà costante fino alla fine del
secolo, alternandosi fin dal 1814 con la forma Deputazione
teatrale o, più tardi, Deputazione comunale sui pubblici
spettacoli.7
Nel Mentore teatrale pubblicato nel 1845, Francesco Avventi
tratta appunto delle Direzioni teatrali, quali organi istituiti
dalle autorità governative o comunali per sorvegliare i
contratti stipulati con le imprese e per tutelare il servizio
pubblico.8 I deputati «vestono per lo più il doppio carattere e
di rappresentanti l’autorità politica, e municipale, e di sopraintendenti alla teatrale amministrazione, ove contratti
sovvenzionali esistano tra i governi o municipi e le imprese».
Al 1867 risale il primo Regolamento della Direzione o
Deputazione teatrale che si sia conservato.9 Nominata dalla
Giunta comunale, la Deputazione è composta da cinque
membri, tra cui un presidente e un vicepresidente, oltre a un
consulente legale, tre medici, un segretario onorario, un
segretario, un vicesegretario ed un portiere; i deputati
6 Bando governativo emanato dal card. Tommaso Arezzo in data 18
dicembre 1819 contenente il Regolamento e discipline per il Teatro Comunale di
Ferrara (ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 86, fasc. 2). Cfr. anche
ASCFe, Carteggio amministrativo, sec. XIX, Teatri e spettacoli, b. 89. «Le
Direzioni [...] sono quelle Autorità [...] che riguardano e sorvegliano
l’andamento, il buon ordine, l’esattezza e le discipline dello spettacolo, e di
quanto gli è relativo» (G. VALLE, Cenni teorici-pratici sulle aziende che
s'intraprendono pe’ teatri, Milano, Tip. dei Classici Italiani, 1823, p. 23).
7 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, bb. 72-77 e registri di protocollo
1824-1873.
8 AVVENTI, Mentore teatrale cit., pp. 46-47.
9 ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 86, fasc. 2.
97
rimangono in carica due anni e possono venire riconfermati
nell’incarico.
2. La Deputazione presiede ai Teatri di proprietà comunale e negli altri
luoghi dal Municipio commessi a pubblici spettacoli, presiede pure agli altri
spettacoli, feste o divertimenti pubblici, ai quali il Municipio stesso
particolarmente contribuisca, riservandosene la direzione o sorveglianza. [...]
6. La Deputazione combina i contratti pei pubblici spettacoli e li sottopone
all'approvazione della Giunta. [...]
10. La Deputazione ha per propria diretta attribuzione la sorveglianza dei
teatri e luoghi civici quando sono esercitati, la personale assistenza e
direzione affinché li spettacoli riescano decorosi, bene ordinati e di generale
soddisfazione; il pieno adempimento dei patti stipulati cogli appaltatori
concessionari, le discipline del palcosecnico, dei camerini, dell’orchestra e
degli inservienti tutti a seconda dei regolamenti approvati. [...]
12. Tutti indistintamente le persone che danno opera diretta od indiretta
all’esecuzione degli spettacoli ed al servizio dei teatri e dei pubblici luoghi
civici, dovranno dipendere dalla ispezione per tutto quanto concerne
l’adempimento degli impegni assunti di faccia al Municipio. [...]
14. La sorveglianza e direzione accennata all'art. 10 è affidata interamente al
Deputato di turno. [...]
19. Quanto ai mancamenti degli impiegati e salariati direttamente
dipendenti dal Municipio, sarà compiacente di riferirli al Presidente o Vice
Presidente quale prenderà quelle misure che a norma della minore o
maggiore gravezza deputerà dovere adottare. [...]
21. I Regolamenti dei cartelloni per ogni spettacolo, circolari ed altre stampe
ecc. dovranno essere approvati e firmati dalla Deputazione.
Il Regolamento del 1882 snellisce leggermente la struttura
della Deputazione dei pubblici spettacoli, ora composta da tre
membri nominati dal Consiglio comunale, un consulente
legale, tre medici e un impiegato comunale.10 I medici sono
addetti all’ispezione durante le prove e le rappresentazioni;
sono inoltre chiamati ad effettuare visite a domicilio per
verificare le condizioni degli artisti indisposti. I deputati a
turno devono sorvegliare l'attività teatrale e avvertire i
10
Ivi.
98
delegati di quanto accade sul palcoscenico che possa in
qualche modo compromettere l’ordine pubblico.
Art. 4: La sorveglianza e vigilanza sono esercitate per turno dai signori
componenti la Deputazione. Il Deputato di turno potrà sospendere operai,
inservienti, comparse, coristi, suonatori ed altri che non avessero la
necessaria attitudine o che mancassero alle norme disciplinari facendone
immediato rapporto al Presidente, il quale dovrà riferirne alla Giunta
comunale per le definitive risoluzioni. Il Deputato di turno applica le multe
od ammende stabilite dal Regolamento interno o dai contratti stipulati.
Quando però queste superino le L. 20 dovrà farne proposta al Presidente per
la definitiva sanzione.
Il fondo Commissione Pubblici spettacoli11 raccoglie la
documentazione prodotta dalla Direzione sui teatri e pubblici
spettacoli nell’arco della sua attività
quale organismo
municipale con funzioni di soprintendenza e controllo sugli
spettacoli pubblici e comprende carte datate tra 1804 e 1951. Il
fondo Commissione Pubblici spettacoli è articolato in alcune
serie, all’interno delle quali le carte sono ordinate
cronologicamente: si conservano i registri di protocollo della
Direzione (1824-1873), la corrispondenza con le autorità
governative e municipali (1814-1898) e tutti i documenti
relativi a concorsi, nomine e contratti con musicisti, cantanti e
inservienti vari. Alcune buste raccolgono carte relative alla
costruzione del Teatro Comunale e alla proprietà dei palchi e
permettono di ricostruire i lavori e gli interventi di
ristrutturazione realizzati nel corso del tempo. Il nucleo più
consistente della documentazione riunisce, per ogni teatro
11 Questa è la denominazione con cui il fondo è stato definito in
occasione del più recente intervento di riordino, risalente agli anni ’80 del
secolo scorso, e con cui viene tradizionalmente indicato negli strumenti di
corredo disponibili in archivio (cfr. M.C. BERGAMINI, Note intorno al riordino
del fondo archivistico “Municipio di Ferrara. Commissione pubblici spettacoli.
Direzione teatrale”, in «Bollettino di notizie e ricerche da archivi e
biblioteche», n. 1, gen. 1980, pp. 45-50).
99
cittadino (Comunale, Bonacossi e Tosi-Borghi), tutta la
documentazione prodotta nell’organizzazione delle diverse
stagioni teatrali: la corrispondenza della Direzione con
impresari e agenti, i programmi e i manifesti delle
rappresentazioni, i borderò e le note di spesa, gli elenchi dei
palchettisti e degli abbonati. Molte buste raccolgono documenti sugli spettacoli all’aperto, tenuti nelle arene allestite a
Ferrara nel corso dell’Ottocento (Santa Margherita, La Postaccia, Palazzo Pepoli e Pestrini), i concerti organizzati dalla
Società del Quartetto, le corse dei cavalli e ogni spettacolo
offerto ai cittadini da compagnie acrobatiche, lottatori e
prestigiatori.
L’archivio della Direzione sui teatri e pubblici spettacoli è
pertanto un archivio aggregato in seno all’archivio comunale,
la cui documentazione si affianca e si intreccia alle carte
afferenti all’archivio del Comune propriamente detto. Il Carteggio amministrativo rappresenta per la documentazione
ottocentesca e novecentesca degli archivi comunali una delle
serie più consistenti e significative: nel titolario in uso nel
Comune di Ferrara fin dalla fine del ’700 era prevista, per le
carte di nostro interesse, la categoria Teatri e spettacoli. L’articolazione interna di questa serie riflette una struttura in tutto
e per tutto sovrapponibile all’ordinamento già visto per il
fondo Commissione pubblici spettacoli, a conferma della
specularità e interconnessione strettissima tra le carte confluite
nei due nuclei dell'archivio comunale.
La sezione quantitativamente più importante è relativa al
Teatro Comunale: ricca la documentazione sulla proprietà,
dalle carte risalenti alla costruzione dell’edificio, ai lavori
sostenuti dall’amministrazione per la sua manutenzione, ai
contratti d’affitto dei locali collocati nel complesso. Ben documentata la proprietà privata dei palchi, con la costituzione di
una Società dei palchettisti e i suoi rapporti con il Comune non
sempre distesi. Le pratiche relative alla programmazione degli
100
spettacoli sono ordinate cronologicamente, seguendo la serie
degli impresari che si sono avvicendati nell’organizzazione
delle stagioni teatrali. Molti i manifesti, che si vanno ad
affiancare agli esemplari conservati nel fondo Commissione
pubblici spettacoli. Per finire, molte buste raccolgono documentazione di natura amministrativa e contabile: il personale
del teatro con musicisti e cantanti, impiegati e tecnici, i
regolamenti interni, la corrispondenza con gli organi preposti
al controllo dell’ordine pubblico, le carte prodotte nella
gestione corrente (illuminazione e riscaldamento dei locali).
Seguono i manifesti degli spettacoli messi in scena al Teatro
Tosi-Borghi e altra documentazione sui Teatri Bonacossi e
Scroffa. E, naturalmente, questa serie comprende molte
pratiche relative agli spettacoli di vario genere organizzati a
Ferrara: dalle esibizioni acrobatiche alle corse dei cavalli, dai
balli alle tombole.
I fondi dell’Archivio Comunale devono essere integrati, per
lo studio dei teatri e della vita teatrale ferrarese nell’Ottocento,
con la documentazione confluita nelle raccolte della Biblioteca
Ariostea: se carte sparse, di diversa provenienza, sono oggi
conservate tra i manoscritti della Classe I, della Collezione
Antonelli e del Fondo Antolini (quest’ultimo particolarmente
ricco di unità sul Teatro Comunale), esiste in Ariostea una
miscellanea che rappresenta una vera e propria ‘sezione’
dell’archivio del Teatro Comunale. Giovanni Pasetti, Tullio
Finotti e Luigi Villani realizzarono alla fine dell’800 una
preziosa raccolta di documenti, articolata in quattro tomi di
grande formato: le pagine di queste Memorie, che ricostruiscono Cento anni di storia (1798-1898) del teatro cittadino,
offrono una carrellata di stampe, ritratti di musicisti e cantanti,
sonetti di dedica, programmi e manifesti, ma anche borderò,
circolari, comunicazioni ai palchettisti e contratti con impresari
e compagnie.
101
2
CORINNA MEZZETTI
Lorenzo Barbirolli nelle carte
dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara
Il dossier riunisce l’edizione di alcuni documenti conservati
in Archivio, nei fondi Carteggio amministrativo del XIX secolo e
Commissione Pubblici spettacoli, che permettono di seguire le
vicende biografiche e professionali del maestro Lorenzo
Barbirolli.
L’edizione di ogni documento è introdotta dalla data, da un breve
regesto e dalla segnatura archivistica. Nella trascrizione dei testi, si è
intervenuti sciogliendo le abbreviazioni, normalizzando maiuscole,
minuscole e punteggiatura secondo l’uso moderno; l’assetto ortografico dei testi ottocenteschi è invece rispettato fedelmente e non è
stato toccato da alcun intervento normalizzatore. Nella stringa della
datazione, le parentesi quadrate segnalano una data ricostruibile da
elementi esterni al testo. Le annotazioni con esponente alfabetico
danno conto di minimi interventi di correzione effettuati nei testi.
102
1.
13 febbraio 1839
L’impresario Nicola Orsini chiede al gonfaloniere Cosimo Masi
l’emissione del mandato di pagamento per il maestro Lorenzo
Barbirolli; suggerisce al contempo l’opportunità di nominare un
maestro di musica stabilmente in servizio al teatro di Ferrara.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di
musica e canto.
A sua Eccellenza
Il Sig. Conte Cosimo Masi
Meritissimo Gonfaloniere di Ferrara
Eccellenza
Essendo terminate le recite ed avendo già saldato il sig.
maestro Barbirolli sino da qualche giorno, prego l’E.V. a
volersi degnare di ordinare il rilascio del mandato per la
seconda metà in scudi 12 conforme allo stabilito.
In pari tempo pongo sott’occhio all’E.V. che circa li primi
dell’entrante mese saranno qui li cantanti che agir dovranno
nella prossima primavera, per cui si rende indispensabile un
maestro di musica, giacché dovendolo far venire
appositamente si aumenterà la spesa anche più di un terzo di
quello si darebbe ad un altro che eletto fosse per rimanere in
Ferrara.
Intanto ho l’onore con tutto il rispetto di ripetermi
Di V.E.
Umilissimo devotissimo obbligatissimo servitore
Nicola Orsini
Ferrara, 13 febbraio 1839
103
2.
4 aprile 1839
Lorenzo Barbirolli presenta domanda di ammissione al concorso per
un posto di maestro di musica della città di Ferrara.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
A Sua Eccellenza
Il Sig. Conte Cosimo Masi
Gonfaloniere di Ferrara
Eccellenza
Visto l’avviso col quale viene aperto il concorso al posto di
maestro di musica, resosi vacante in codesta città ed esaminati
gli obblighi e le condizioni tutte ad esso inerenti, dichiaro colla
presente di aspirare al posto suddetto.
A tal effetto innalzo i prescritti documenti ed altri atti
comprovanti il pubblico voto sopra alcuni miei musicali lavori.
La cortese accoglienza ed i tratti di gentilezza impostimia nel
breve tempo di mia dimora costì mi danno lusinga che
verranno appagate le mie brame; ed ove io sia il prescelto
procurerò con ogni sforzo di non rendermi indegno della
fiducia in me riposta. In tal caso spero ancora che l’E.V. vorrà
quanto all’abilitazione prendere quelle misure che sieno
conciliabili colla mia non picciola famiglia e su ciò caldamente
me Le raccomando, mentre con profondo rispetto
Di V.E.
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Rovigo, lì 4 aprile 1839
a. Nel testo impostitimi
104
3.
[1839]
Elenco dei documenti presentati da Lorenzo Barbirolli, candidato al
concorso per un posto di maestro di musica della città di Ferrara.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 946 del 1839. [Accorpata al prot. n.]
7605).
Documenti risguardanti il concorrente Barbirolli Lorenzo
all’impiego di maestro di musica di questa città
1. Fede battesimale.
2. Certificato dell’Imperiale R. Tribunale Provinciale di
Rovigo.
3. Simile dell’Imperiale R. Pretura Urbana.
4. Fede parrocchiale sulla di lui condotta morale e
religiosa.
5. Certificato del medico sulla di lui ottima fisica
costituzione.
6. Simile della Congregazione Municipale di Rovigo sulla
di lui capacità in materia di musica, coprendo da dieci
anni il posto di maestro di musica di quella città con
generale soddisfazione.
7. Certificato della Presidenza del Nuovo Teatro della
Società di Rovigo sulla produzione da lui fatta sulle
scene di quel Teatro nella Fiera del 1836 dell’opera
seria I Troiani in Laurento dal pubblico tanto applaudita.
8. Diploma dell’Istituto Filarmonico degli Anfioni di
Verona.
9. Diversi fogli della Gazzetta privilegiata di Venezia, del
Pirata e del Figaro e due libretti a stampa dell’opera I
Troiani in Laurento, uno stampato a Rovigo e l’altro a
Venezia dove si rappresentò l’opera suddetta nel 1836
e nel 1837 con plauso, ed altro foglietto intitolato Arti,
Teatri, Letteratura nel quale scorgesi un elogio su una di
105
lui sinfonia composta nel 1839 pel Teatro di Ferrara,
con diverse altre poesie.
10. Istanza diretta al Magistrato per essere ammesso al
concorso.
4.
[1839]
Presentazione del candidato Lorenzo Barbirolli per il posto di
maestro di musica della città di Ferrara.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
A sostituzione del decesso sig. Ferrari, sei aspiranti abbiamo
all’impiego di maestro di musica in questa nostra città, nelle
persone dei signori Zagnoni Petronio di Bologna, Tabellini
Vincenzo di Bologna, Barbirolli Lorenzo di Rovigo, Mazzetti
Raffaele di Bologna e Rittelfels Giovanni di Siena e
Buoncompagni Giuseppe di Pisa, quali tutti troviamo regolari
nelle loro istanze e ciascuno di essi inoltrea presenta particolari
requisiti a comprova di loro abilità, che dettagliati qui vi
esporremmo, onde vogliate attribuirvi quel valore, che nella
vostra saggezza troverete il più adatto.
[...]
Per terzo concorrente abbiamo il sig. Lorenzo Barbirolli di anni
quaranta. Regolari e lodevolissime sono le esibizioni dei
requisiti voluti dall’avviso di concorso, tanto riguardo al
morale che al fisico. A codesta rispettabile Magistratura offre
egli inoltre: 1. Un certificato della Congregazione municipale
di Rovigo, che ce lo presenta maestro di musica di quella città
e da oltre dieci anni esercente l’impiego di maestro di capella
in quell’insigne Colleggiata a sostituzione del di Lui maestro
sig. don Andrea Rizzieri. Lo dichiara valentissimo teorico e fa
106
elogio alla sua diligenza e capacità tanto riguardandolo
compositore che suonatore.
Il secondo certificato gli viene rilasciato dalla presidenza del
nuovo teatro della Società di Rovigo. Desumesi da questo
quanto buon esito avesse l’opera intitolata I Troiani in Laurento,
da Esso Lui composta e con sommo applauso messa in su le
scene e gli elogi riportati nella Gazzetta privilegiata di Venezia e
nei fogli intitolati il Pirata ed il Figaro. Emerge pure dallo
stesso quanto siasi sempre distinto e per sapere e per buon
gusto nella produzione di ogni suo musicale componimento e
nel prestarsi spontaneamente a maggior decoro de’ vari
spettacoli dati in quella città medesima.
Suo terzo requisito è l’aggregazione onorevole in qualità di
maestro e compositore di musica all’Istituto filarmonico degli
Anfioni di Verona. Ci porge per ultimo una raccolta di
gazzette, di fogli letterari, di composizioni poetiche in di Lui
elogio stampate, da cui desumesi che taluna delle stesse gli
viene dedicata da Signora da Lui istrutta nella musica. Il
foglietto Arti, teatri e letteratura da Lui prodotto ci dà un non
comune elogio per la sinfonia da Lui composta ed eseguita in
questo nostro Comunale Teatro. E per ultimo ci presenta due
libretti dell’opera I Troiani in Laurento, quali provano che lo
spartito che per la prima volta andò in iscena in Rovigo
nell’autunno del 1836, nello stesso Teatro ebbe replica nella
primavera 1837.
a. Nel testo inoltra
5.
8 giugno 1839
Lorenzo Barbirolli segnala alla Magistratura Comunale di Ferrara la
composizione da lui eseguita di una sinfonia per l’Accademia
Filarmonica di Ferrara, in occasione della riapertura; la sinfonia è
stata in seguito suonata dal maestro Zamboni per la rappresen107
tazione de Il Furioso al Teatro Comunale e accolta dal pubblico con
grande successo. Barbirolli chiede che la sua lettera venga unita alla
pratica da lui già presentata per la richiesta di ammissione al
concorso di maestro di musica.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
All’Illustrissima Magistratura Comunale di Ferrara
Illustrissimi signori
Rovigo, lì 8 giugno 1839
Onorato dalla Direzione dell’Accademia Filarmonica di
Ferrara di una sua lettera datata 11 maggio anno corrente che
qui unisco, nella quale si è degnata quella rappresentanza di
mostrarmi il suo parziale aggradimento per una sinfonia
espressamente scritta all’occasione della riapertura della
sulodata Accademia Filarmonica; nonché di ascrivermi
nell’albo de’ socii onorari e corrispondenti la medesima, ho
creduto mio dovere far conoscere quest’atto all’Accademia
suddetta, il quale partendo da’ suoi concitadini mi riesce
sempre più onorevole e mi dà fiducia che servirà a
compimento delle prove necessarie per essere amesso
all’impiego di maestro di musica in questa Comune. Né posso
anche occultare un fatto seguito dopo che la sinfonia venne
esposta all’Accademia, il quale partendo dall’Eccellentissimo
maestro e direttore sig. Zamboni, oltreché prova la buona
armonia che regna fra di noi, dà un saggio non dubbio
dell’agradimento particolare che ottenne la mia sinfonia dal
sulodato maestro. Allorquando fu esposto per due sere sulle
scene di questo Teatro Comunale il Furioso, il sig. Zamboni
personalmente mi chiese la predetta sinfonia da suonarsi in
luogo di quella dello spartito e, siccome io non ne era più il
padrone, così si rivolse in seguito alla Direzione dell’Acca108
demia suddetta, che graziosamente gliela prestò e fu eseguita
per le dette due recite con molto impegno e del sig. direttore
Zamboni e dell’orchestra tutta, per cui ebbi avviso a Rovigo
che ottenne il generale suffraggio. Prego dunque le Signorie
Loro a voler degnarsi di unire alla posizione la qui unita
lettera e far noti al Consiglio i fatti fin qui narrati, onde
rendere essi persuaso vi è più il Consiglio di essere capace di
sostenere l’impiego da me ricercato.
Certo d’essere pienamente favorito dalla connaturale loro
gentilezza, mi onoro di protestarmi con distinta stima e
rispetto
Delle SS.LL.II.
Umilissimo devotissimo servo
Lorenzo Barbirolli
6.
[1839]
I professori dell’orchestra del Teatro Comunale di Ferrara scrivono al
gonfaloniere per appoggiare la nomina di Lorenzo Barbirolli a
maestro di musica della città.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
All’Illustrissimo Signore
Il Sig. Conte Gonfaloniere di Ferrara
Supplica con cui si chiede venga
eletto a maestro di musica in questa
Comune il sig. maestro Lorenzo
Barbirolli per le ragioni di cui entro
Per i professori dell’orchestra del
Teatro Comunale di Ferrara
109
Eccellenza
I professori d’orchestra del Teatro Comunale avendo saputo
che il Consiglio va a radunarsi nel giorno di venerdì 14
corrente per scegliere il maestro di musica e che tra
concorrenti avvi il sig. maestro Lorenzo Barbirolli attuale
maestro di Rovigo, del quale per il fatto e del Carnevale scorso
e di altre circostanze hanno potuto conoscere la somma
bravura nella musica sia per l’esecuzione come per la
direzione e, ciocché viepiù interessa, la perfetta intelligenza ed
i cortesi modi coi quali trattava qualunque adatto allo
spettacolo musicale, per cui si fanno arditi all’appoggio di
questi fatti a supplicare l’E.V. affine si degni di far conoscere al
Consiglio la viva brama che hanno i supplicanti venga fatto il
suddetto sig. maestro Lorenzo Barbirolli in maestro di musica
del Comune, certi che non erreranno nella scelta, giacché la di
lui abilità è provata non da soli documenti scritti, che non v’ha
dubbio siano essi veritieri, ma da fatti avvenuti sott’occhio di
tutti che gli meritarono l’universale approvazione che...
Gio. Battista Giglioli
Pietro Sarti
Nemesio Manfredini
Pietro Carrara
Luigi Livraghi
Antonio Campagna
Gaetano Storari
Luigi Sarti
Benetti Giovanni
Francesco Lelmi
Eugenio Mazzolani
Giuseppe Cavallina
Pietro Callegari
Legnani Francesco
Luigi Ferranti
Borzani Assuero
Carlo Lioraghi
Giovanni Vacchi
Luigi Clupini
Gaetano Masini
Gaetano Destefani
Giuseppe Ferranti
Luigi Ferranti
110
7.
26 giugno 1839
Il Legato di Ferrara card. Giuseppe Ugolini approva la nomina di
Lorenzo Barbirolli a maestro di musica della città.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 1892 del 1839. Arti e professioni.
Maestri di musica. [Accorpata al prot.] N. 481).
Sig. Conte Gonfaloniere di Ferrara
Illustrissimo signore
Approvo l’atto consigliare 14 corrente, portante la nomina del
sig. Lorenzo Barbiroli in maestro di musica di questa città, e
così fatto riscontro al foglio di V.S. Illustrissima 20 andante n.
1590, mi protesto con distinta stima
Di Vostra Signoria Illustrissima
Affezionatissimo di cuore
Il Legato
D. card. Ugolini
Ferrara, 26 giugno 1839
Segue nota del gonfaloniere Masi per l’ufficio di Computisteria.
3 luglio 1839
Si partecipi all’eletto e si predisponga la di lui regolare installazione, di cui
sarà dato avviso alla Computisteria.
Il Gonfaloniere
C. Masi
8.
20 luglio 1839
Lorenzo Barbirolli lamenta l’inadeguatezza dell’alloggio assegnatogli e chiede che gli venga procurata un’abitazione più adeguata ai
bisogni della sua famiglia.
111
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
A Sua Eccellenza
Il Sig. Conte Cosimo Masi
Gonfaloniere di Ferrara
Eccellenza
Assai mi dolse d’aver fatto nella decorsa settimana inutilmente
il viaggio e sopratutto di non aver potuto inchinare V.E. e
porgerle i dovuti ringraziamenti.
Ò veduto nuovamente la casa a me destinata e sempre più mi
confermo esser quella disadatta alla mia famiglia; laonde
conoscendo a tutte prove la bontà di Lei, mi fo ardito a
supplicarla onde fosse compiacente di cercar miglior
temperamento in proposito, cioè se fosse possibile, che dessa
venisse da me affittata, onde procurarmene un’altra più
opportuna a’ miei bisogni. Devo innoltre pregar l’E.V. onde
siami rilasciato colla massima sollecitudine un certificato da
cui risulti che io attualmente appartengo qual impiegato a
codesta Comune, affinché possa dall’Autorità Superiore
Pontificia invocar quell’abilitazione di grazia che mi sollevi in
gran parte delle spese per l’esporto degli effetti di mia famiglia
nello Stato di S. Santità. Certo dottor Antonio Armari mio
amico fu da me incaricato di ricevere dall’E.V. il suddetto
certificato.
Prego frattanto l’E.V. d’aggradire l’assicurazione di quella
stima che l’è ben dovuta e che con profondo rispetto le
protesto sinceramente.
Di V.E.
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Rovigo, 20 luglio 1839
112
9.
31 agosto 1839
Lorenzo Barbirolli lamenta nuovamente l’inadeguatezza dell’alloggio assegnatogli e chiede che vengano eseguite le riparazioni
necessarie.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di
musica e canto.
Eccellenza
Avendo l’umile sottoscritto maestro di musica di questa
Comune visitato nuovamente il quartiere a lui destinato da
V.E., ha osservato essere questi mancante d’un camino ad uso
di cucina, cosa indispensabile a qualunque famiglia, più il
pavimento in qualche disordine e mancanti le finestre d’alcune
lastre.
Egli è perciò che supplica l’Eccellenza Vostra a voler avere la
bontà di sollecitamente far riparare queste mancanze, che
quantunque sieno di poco rilievo, pure si rendono
indispensabilissime.
Lusingato d’ottennere dalla bontà di V.E. l’esaurimento
dell’umile sua dimanda, ne anticipa li dovuti ringraziamenti.
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, lì 31 agosto 1839
10.
26 settembre 1839
Lorenzo Barbirolli comunica al Gonfaloniere di Ferrara Cosimo Masi
la composizione di una Messa da eseguire con piena orchestra e
cantanti per la commemorazione dei defunti; chiede, inoltre, che la
Magistratura comunale proceda a stanziare fondi sufficienti per
l’esecuzione e che provveda alla nomina di un tenore.
113
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
A Sua Eccellenza
Il Sig. Conte Cosimo Masi
Degnissimo Gonfaloniere di Ferrara
Per Lorenzo Barbirolli maestro di musica
della Comune che chiede com’entro
Eccellenza
Allorché l’umile sottoscritto assunse l’incarico di maestro di
musica della Comune onorato della nomina, gli fu ingiunto
oltre ad altri obblighi, quello di prodursi in due anniversari
con due musiche ecclesiastiche.
Egli ha impronta una Messa che servir deve per la
commemorazione de’ morti con piena orchestra e buon numero di cantanti ed avutone discorso coll’anziano sig. Conte
Saracco primo della Commissione del Comunale Cimitero,
questo signore gli fece conoscere esser meschino l’assegno per
la musica, e qui trattassi di molte prove.
Siccome poi fra gli artisti e dilettanti di questa città non vi ha
un tenore, che sia adattato per esaurire la parte interessante, il
sottoscritto diresse alla Magistratura comunale per farne la
domanda, acciò lo abilitasse a trovare un soggetto capace ed
ottenere nel tempo stesso un aumento alla somma assegnata.
Egli ne avvanza rispettosa istanza a V.E. per quelle provvidenze che si crederanno necessarie ad accordare al petente la
grazia che domanda, trattandosi che essendo questa la prima
produzione che dà al Pubblico, da questa dipender può il suo
onore che molto le sta a cuore, massime quando è unito alla
protezione di V. Eccellenza, e con profonda stima si sottoscrive
Lorenzo Barbirolli
Maestro di musica
Ferrara, 26 settembre 1839
114
11.
6 febbraio 1840
Lorenzo Barbirolli comunica al Gonfaloniere di Ferrara Ippolito
Saracco la composizione di un Capriccio, che verrà musicato durante
una rappresentazione d’opera.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di
musica e canto.
A Sua Eccellenza
Ippolito conte Saracco
Gonfaloniere di Ferrara
Eccellenza!
Affidato nella benignità di codesto Magistrato, mi faccio
animo di prevenirlo che nella sera dell’8 corrente, fra i due atti
dell’Opera, sarà eseguito dall’orchestra un Capriccio di musica
concertato colla Banda militare.
È una povera mia composizione nella quale ho impiegato i
momenti avuti liberi dagli obblighi assunti con questa città.
E come mi è grato il soggiornare in essa, dove mi accompagna
il compatimento delle Autorità e dei cittadini, posso dire che il
Capriccio suddetto mi è stato dettato dal sentimento che provo
di vera riconoscenza in riguardo de’ miei protettori.
Voglia la S.V. Illustrissima ben accogliere l’invito e le
dichiarazioni che rispettosamente vengo a dirigerle, nell’atto
che ho l’onore di protestarmi con profonda stima
Umilissimo devotissimo servo
Lorenzo Barbirolli
Maestro di musica
Ferrara, 6 febbraro 1840
115
12.
20 aprile 1843
Lorenzo Barbirolli scrive al Gonfaloniere di Ferrara Ippolito Saracco
lamentando l’insubordinazione di un suo allievo, sorpreso nel
prendere lezioni da un altro maestro.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 910 del 1843. Arti e professioni.
Alunni di canto).
A Sua Eccellenza
Il Sig. Conte Ipolito Saracco
Degnissimo Gonfaloniere di Ferrara
Eccellenza
Non posso dispensarmi di ricorrere all’Autorità di V.E. per
esser indenizato di un torto ed offesa fattami da un mio
scolaro.
Giorni sono essendo passato a dar lezione ad una signorina,
ho sentito il giovine Giorgio Barbieri, detto Lusori, che
prendeva lezione da un maestro che abita nell’appartamento
superiore alla suddetta signorina e precisamente studiava un
versetto da Chiesa. Questo fu un affronto che io non potei
soffrire sapendo che li scolari della Comune da me diretti
devono esser a me subordinati e che non si devono esporre se
non col mio consenso e quando io li avessi trovati capaci a
prodursi in pubblico. Io ricorro alla Superiorità di V.E. perché
voglia chiamar il detto soggetto a farle conoscere il torto che
ha di lasciarsi circuire da altri per esporsi senza il consenso del
suo maestro le di cui mire sono di volerli perfezionati nella sua
professione e chiedo rispettosamente che si degni l’E.V. di far
conoscere questa intenzione anche agli altri scolari mediante
116
una lettera a me diretta da comunicare tale disposizione ai
scolari medesimi.
Con tutta la stima e considerazione mi protesto d’essere
Di V. Eccellenza
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 20 aprile 1843
Segue nota del gonfaloniere Saracco.
21 aprile 1843
Provveduto con ammonizione fatta al giovine studente
Il Gonfaloniere
I. Saracco
13.
25 gennaio 1845
La Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli propone alla
Municipalità l’acquisto del pianoforte del maestro Barbirolli, al
prezzo di 74 scudi.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43,
Virtuosi di musica e canto.
Illustrissimo Sig. Marchese
Alessandro Fiaschi
f.f. di Gonfaloniere
Ferrara
Ferrara, lì 25 gennaio 1845
Illustrissimo Signore
Essendosi conosciuto per pratica che di continuo vi sono pezzi
di musica con accompagnamento d’arpa al quale si sostituisce
117
il pianoforte e che le imprese non ne possono rinvenire dai
particolari; giacché il maestro Barbirolli è per cedere il suo,
buono e per scudi 74, in buonissimo stato di Vienna con
coperta di pelle, noi saremmo a proporne a V.S. Illustrissima
l’acquisto, affidandolo alla Direzione Teatrale e tutte le volte
che le imprese ne abbisognassero, sì per la scena che per darlo
a casa di qualche distinto artista di canto prestarlo garantito e
sotto una tassa di nolo, di modo che col tempo ricuperarsi
dall'azienda comunale la spesa dell’acquisto, che secondo noi
ci sembra indispensabile.
Tanto ci occorre significare a V.S. Illustrissima mentre con
distinta stima e rispetto ci protestiamo
Di V.S. Illustrissima
Per la Direzione
Umilissimo devotissimo servitore
Cosimo Masi
Segue nota del Gonfaloniere.
13 febbraio 1845
Si riscontri che per ora si soprasede all’acquisto del piano forte cui si penserà
alla rinnovazione generale del teatro se si crederà opportuno.
Il Gonfaloniere
14.
28 giugno 1846
La Direzione dei Teatri e pubblici spettacoli propone una
gratificazione per il maestro Barbirolli per aver suonato il pianoforte
in occasione dello spettacolo della precedente primavera.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43,
Virtuosi di musica e canto.
S.E. Sig. Marchese Cav. Gonfaloniere
Ferrara
118
Ferrara, li 28 giugno 1846
Eccellenza
Nello spettacolo della scorsa primavera, la mancanza dell’arpa
ha reso necessario di adoperare il prof. Barbirolli per suonare
invece il piano forte di Francia che si prese a nolo dal sig.
Zanotti. Siccome egli non è obbligato a prestare tale servizio,
così sembra doveroso l’accordargli una gratificazione che noi
proponiamo in tre napoleoni d'oro da 20 franchi l’uno.
Essendo esauriti i fondi esistenti presso questa Direzione per
le spese dell’orchestra, non abbiam potuto eseguir noi il
suddetto pagamento.
In attenzione quindi del relativo mandato, abbiamo l’onore di
protestarci
Di V.E.
La Direzione
Umilissimi devotissimi servitori
Giovanni Gulinelli
Segue nota del Gonfaloniere.
15 luglio 1846
Alla Computisteria per la spedizione di un mandato di scudi 11.13 a favore
del professore Barbiroli e ne vien proposto.
Il Gonfaloniere
F. Canonici
15.
5 febbraio 1847
Lorenzo Barbirolli rappresenta alla Direzione dei Teatri e pubblici
spettacoli alcune considerazioni relative all'insegnamento del canto
agli allievi della scuola comunale di musica.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 4, fasc. 5.
119
Alla Nobile Direzione
dei Teatri e pubblici spettacoli
in Ferrara
Illustrissimi signori
Nell’accusare che fo’ ricevuta dell’ossequiato foglio delle
SS.LL. Illustrissime 27 perduto gennaio di n. 1821 coll’annesso
estratto della consigliare seduta 23 settembre ultimo, non so
dispensarmi per dovere del mio istituto di rappresentare
alcune mie osservazioni in argomento all’articolo II
dell’estratto medesimo, che ragguarda l’istruzione nel canto di
dieci maschi e sei donne pe’ cori in Teatro almeno tre volte per
settimana.
Piacemi quindi subordinatamente ma con tutta ingenuità
significare alle SS.LL. Illustrissime non potersi sperare
l’enunciato effetto espresso dal voto consigliare, sì perché
dovendosi istruire persone affatto idiote nella musica,
l’insegnamento dev’essere individuale, e non cumulativo o
generale, e perciò nelle dodici prescritte lezioni mensili,
quattro sopra i sedici proposti apprendisti rimarebbero privi
d’istruzione; sì perché la teoria musicale può communicarsi a
più d’uno, e molto ne possono approfittare, ma l’esercizio
vocale all’allunno, che lo si vuole un giorno istrutto e non
orecchiante, dev’esser, come più sopra diceva, onninamente
individuale.
Laonde avuto riguardo che il buon coro si ottiene da ottime
guide, così sarei di rassegnato avviso che potendosi ad ogni
due anni formarsi sette sicure ed idonee guide, quattro cioè di
uomini e tre di donne, col prescritto numero di lezioni, oserei
ripromettermi di un esito migliore, di servire al mio onore e di
120
viemeglio corrispondere alle belle intenzioni di cotesta illustre
Magistratura, qualora di simile guisa piaccia alle SS.LL.
Illustrissime modificare il ripetuto II articolo dietro la
consigliare sanzione; in seguito di che pregherei le SS.LL.
Illustrissime affinché all’ideato scopo fosse poi colle stampe
pubblicata tale provvida misura, a vantaggio precipuamente
di tutti coloro che amassero profittarne, non potendo
altrimenti io rispondere, nella mia specialità del rinvenimento
di soggetti volonterosi d’apprendere il canto.
Temerei di mancare al più sacro de’ miei doveri ed a quella
fiducia che le SS.LL. Illustrissime degnarono di riporre in me,
non rassegnando siccome fo’, queste qualunque mie
osservazioni d’arte intorno a taluno degl’obblighi che
attribuirono al mio ministero e che si compiacquero
communicarmi col sucitato LL. venerato foglio.
Passo frattanto pieno di stima e di considerazione a
rassegnarmi con tutto l’ossequio
Delle SS.LL. Illustrissime
Umilissimo e devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 5 febbraio 1847
16.
11 marzo 1847
In riferimento all’istruzione di pianoforte di alunni del Comune,
Lorenzo Barbirolli prega il sig. Antonio Boldrini di non prevedere
per lui carichi troppo onerosi di insegnamento.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 4, fasc. 5.
121
Al molto Illustre Signore
Il Nobil Sig. Antonio Boldrini
S.R.M.
Stimatissimo signore
Ieri sera feci riflesso alle sue parole circa la nuova istruzione di
pianoforte da darsi ai giovani alunni del Comune. Io la
pregherei di non progettare altri obblighi per me, giacché mi
pareva d’averne abbastanza col dare 6 ed anche 7 lezioni per
settimana piuttosto che tre come costa dal nuovo capitolato;
che se al momento mancasse il numero degli allunni, io mi
occuperò sempre per quelli che vi saranno al presente. Rifletta
alle molte mie occupazioni ed al mio emolumento inferiore
agli altri maestri.
Mi continui la sua protezione e mi creda con distinta stima e
rispetto
Di Lei servitore umilissimo
Lorenzo Barbirolli
Casa, 11 marzo 1847
17.
20 novembre 1848
I membri dell’orchestra del Teatro Comunale di Ferrara scrivono al
Gonfaloniere auspicando che le voci circolanti sul possibile
trasferimento del maestro Barbirolli a Roma si rivelino infondate e
gli rappresentano la loro stima per il maestro.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di
musica e canto.
A Sua Eccellenza
Il Signor Gonfaloniere di Ferrara
122
Per gli Artisti d’Orchestra Comunale
di Ferrara
Eccellenza
Con sorpresa de’ sottoscritti Artisti di questa Comunale
Orchestra, viene ad esso loro rappresentato dalla viva voce del
maestro comunale di musica signor Lorenzo Barbirolli, come
circoli un’istanza diretta a cotes’inclita Magistratura dalla
quale si deduce essersi determinato egli di emigrare da Ferrara
per istabilirsi a Roma.
Se di sorpresa fu ai sottoscritti tale novella, molto più
senssibile ed affliggente si rese all’animo del Barbirolli, giacché
dichiarò che nemeno un’idea ebbe a formare in proposito, che
troppo ingrato si riterebbe e presso cotest’Illustrissima
Magistratura e presso Ferrara tutta, qualora a tale passo
giungesse, e sì inurbanamente!
Conoscendo per propria scienza i sottoscritti l’idoneità
positiva del maestro Barbirolli per sostenere onorevolmente la
sua qualifica, il niun pensiero ch’egli possa avere per
licenziarsi da Ferrara e l’esattezza con cui adempie a’ suoi
doveri sotto ogni rapporto, sono altrettanti motivi che
incoraggiano i sottoscritti per pregare cotest’Illustrissima
Magistratura a dar bando a qualunque inchiesta che
potess’esserle presentata in argomento, onde sostituire altro
soggetto, che dicesi essere il signor maestro Timoteo Pasini, al
disimpegno delle attribuzioni del maestro Barbirolli, giusta le
ragioni sovraesposte.
Ferrara, 20 novembre 1848
Luigi Livraghi
Enrico Cagnoni
Gioachino Vacchi
Alessandro Legnani
Gaetano Storari
Luigi Tagliati
C. Mornasi direttore della
Banda Civica
123
Luigi Altinieri
Antonio Pavani
Pietro Carrara
Giuseppe Gastaldi
Giuseppe Ferranti
Giovanni Vacchi
Francesco Legnani
Gaetano Destefani
Alessandro Gessi
Massari Luigi
Ferranti Francesco
Giuseppe Cavallina
Ferranti Luigi
Camillo Tasso
Luigi Sarti
Pietro Pardi
Borzani Assuero
Francesco Lelmi
Giglioli Gio. Battista
Vincenzo Bonati
Enrico Manfredini
Gaetano Mazzoni
Giuseppe Leziroli,
Direttore dei cori
Gio. Battista Brondi
Bianchi Antonio,
Guida de’ secondi tenori
dei cori
18.
14 luglio 1855
Lorenzo Barbirolli esprime il suo giudizio negativo sull’allievo
Tamarozzi, auspicando che la Magistratura non accolga l’istanza
dell’allievo di essere ammesso alla scuola comunale di canto.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 3109 del 1855. Istruzione. Scuola di
canto).
All’Illustrissima Magistratura
della città di Ferrara
Illustrissimi signori
Allora quando l’umile sottoscritto maestro di musica
comunale ricevette l’istanza del sig. Tamarozzi compiuto
appena un anno, credette opportuno avvisarlo che pel venturo
Carnevale rimarebbe un posto libero per la scuola di canto,
124
riserbandosi di sentire al momento quali fossero i suoi mezzi
di capacità.
Dietro esperimento di se stesso ch’ebbe luogo lo scorso
Carnevale in teatro nell’opera il Macbet in una seconda parte di
poche parole che per forza egli volle fare, per cui si dovette
levarlo dalla scena onde evitare uno scandalo, io mi teneva
sicuro ch’egli non avrebbe azzardato rinnovare l’istanza per
essere ammesso alla scuola.
Ecco adunque la mia sincera opinione in relazione alla seconda
istanza.
Il Tamarozzi possiede soltanto discretto volume di voce
cattiva, atta soltanto per cantare in mezzo al coro dei bassi per
esser condotto da essi, non avendo memoria di ricordare alcun
motivo, e ciò per sincera relazione del mio allievo sig. Tagliati
ora distinto maestro dei cori.
Negativo assolluto nel tempo e nell’intonazione per cui non
potrebbe neppure diventare mediocre seconda parte.
Sia ben certa codesta Illustrissima Magistratura, che tutte le
istanze a me passate e non evase, sono state poco più o meno
simili a quella del sig. Tamarozzi, e che i miei allievi di canto
comunali che attualmente trovansi quasi tutti sulle scene, io
stesso gli esortai a concorrere, avendo conosciuto in loro vera
disposizione pel canto e tutte le loro istanze dirette a
quest’inclito Municipio sono state da me stesso dettate.
Data così evasione al secondo ricorso del nominato Tamarozzi,
altro non mi resta, che di ossequiosamente rassegnarmi
Delle SS.LL. Illustrissime
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 14 luglio 1855
125
Segue nota del f.f. Gonfaloniere.
20 luglio 1855
Ritenuta la presente informazione, non si fa luogo alla istanza del Tamarozzi
che chiedeva di essere ammesso alla scuola di canto.
Pel Gonfaloniere
F. Pasetti
19.
5 agosto 1855
Lorenzo Barbirolli chiede alla Direzione del Teatro Comunale un
aumento dello stipendio, segnalando una disparità nel trattamento
economico del maestro di musica rispetto al compenso riservato alle
guide; presenta l’elenco dei nominativi dei coristi, proponendo una
suddivisione in tre classi e formula alcune considerazioni sulla
condotta dei coristi e sull’andamento delle prove.
ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 78, fasc. 1855.
All’Illustrissima Direzione
del Teatro Comunale di Ferrara
Illustrissimi signori
Riscontro il rispettabilissimo loro foglio n. 2175 in data delli 3
agosto corrente, risguardante le osservazioni da farsi sugli
individui che compongono il coro di questo Teatro Comunale
per il nuovo contratto. E primieramente preso in
considerazione l’elenco di essi coristi, trovo necessario
osservare che la paga di bajocchi 50 al maestro non è
proporzionata, mentre sonovi due guide l’una che percepisce
bajocchi 60 e l’altra 55; innoltre che dopo la morte di Lezzirolli
il coro rimase privo di una guida, quindi crebbe necessariamente la fatica al maestro. Per la qual cosa sarebbe mia
opinione che considerate le precedenti cose e avuto riguardo
alla responsabilità, fatica, studio e condizione del predetto
maestro a confronto di questi altri, egli dovesse almeno
126
meritare 64 bajocchi, aumento di poca entità, ma che solo lo
distingue nel suo grado presso di questi. Che se poi questa
rispettabile Direzione non trovasse tale aumento convenevole,
in allora, mi sia permesso il dirlo, sarebbe necessario
diminuire le paghe alle suddette guide onde non oltrepassare
quella del maestro.
Conseguentemente prendendo in considerazione il corpo dei
coristi tanto uomini che donne, rispettivamente alle paghe,
sarei d’avviso dividere detto coro in tre classi, e addattare a
secondo sì del merito che dei mezzi di voce di ciascuno la paga
che può meritare, perciò sentito il parere del maestro dei cori,
ho trovato disporre le classi come apparisce nell’accluso
elenco, lasciando interamente la facoltà alle SS.LL.
Illustrissime di distribuire la somma che verrà erogata per il
loro in ordine alle accennate classi.
Sul personale di essi individui poi, rendo noto alle SS.LL.
Illustrissime, che nulla avvi in contrario, solo facendo constare
che certo Bertucci di questa città, scolare comunale, possiede
voce acuta, quindi sempre necessaria per li primi tenori del
nostro coro; oltre a ciò conoscendo la musica sufficientemente
potrebbe un giorno divenire guida. Questo sarebbe capace
sostituire il posto di Turroni Gaetano cesenate, intromesso nel
coro dall’impresario Santini ed accettato dalla nobile Direzione
d’allora per un bienio. Lascio però al prudente e saggio parere
di questa rispettabile Direzione la scelta fra questi due
individui, onde nona compromettermi in faccia al Turroni, se
mai dovesse rimanere escluso dal posto.
Interpellato da ultimo il maestro dei cori sulla condotta dei
coristi riguardo alle prove, mi disse che Carriani, ed in
specialità Bida, Tassoni e Bonzagni sono alquanto irrequieti e
particolarmente allorquando gli è necessario prolungare le
prove dal consueto, ciò trovo necessario farlo consapevole alle
SS.LL. Illustrissime, onde prima di stringere il nuovo contratto
le facciano opportuna ammonizione a scanso d’inconvenienti.
127
Tanto ad evasione del rispettabilissimo loro foglio mentre con
tutta stima ed ossequio ho l’onore di protestarmi
Delle SS.LL. Illustrissime
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 5 agosto 1855
a. Nel testo non ripetuto
20.
8 novembre 1855
Lorenzo Barbirolli inoltra all’amministrazione comunale la domanda
di assentarsi per qualche giorno da Ferrara e recarsi a Padova per
eseguire una propria composizione nella Basilica del Santo.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 4934 del 1855. Magistrati. Impiegati).
All’Illustrissima
Magistratura Comunale di Ferrara
Illustrissimi signori
Onorato del distinto incarico dall’illustre Istituto filarmonico
di S. Cecilia in Padova di eseguire nella Chiesa del Santo una
mia musica nel giorno 22 del corrente mese, per solennizzare
la festa della Santa martire, per scelta fatta sulla mia
insufficienza, mi permetterei pregare la bontà delle SS.LL.
Illustrissime onde ottennere il permesso di assentarmi per
alcuni giorni da Ferrara al riferito oggetto; cogliendo in tal
occasione l’opportunità di portar meco colà due ferraresi, uno
de’ quali mio allievo cioè il sig. Pietro Bignardi, sperando sarà
128
per corrispondere alla aspettativa che io ho di lui, essendo
l’altro il bravo professor Cagnoni che attualmente trovasi al
teatro di Treviso, il quale a mia inchiesta graziosamente mi
favorisce.
Nella fiducia di vedere esaudite le mie preghiere dalle SS.LL.
Illustrissime ho l’onore di rassegnarmi
Delle SS. LL. Illustrissime
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 8 novembre 1855
Segue nota del f.f. Gonfaloniere.
8 novembre 1855
Accordiamo al professor Barbirolli di assentarsi per due settimane
all’oggetto entro indicato. Se ne avvisi la Deputazione teatrale.
Pel Gonfaloniere
R. Manfredini
21.
9 gennaio 1861
Lorenzo Barbirolli comunica alla Direzione teatrale il buon esito
delle prove per la rappresentazione de La sonnambula.
ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 31 (1861). Cfr. Fig. 26.
All’Illustrissima Direzione teatrale
Ferrara
Illustrissimi Signori
Dichiaro che dietro le ultime prove fatte della Sonnambola li
cantanti esercitano la loro parte convenientemente bene e così
129
del resto porto speranza di un buon successo nelle rappresentazioni che con questa sera si vanno ad incominciare.
Delle SS.LL. Illustrissime
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 9 gennaio 1861
22.
11 gennaio 1861
Lorenzo Barbirolli comunica all’impresario Virgilio Govoni che il
baritono Sarnesi non è pronto per partecipare alla rappresentazione
de L’Ebreo.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Teatri e spettacoli, b. 43, Virtuosi di
musica e canto.
Al Pregiatissimo Signore
Il Sig. Virgilio Govoni
Impresario del Teatro Comunale di
Ferrara
Carissimo Impresario
Avendo avuto avviso da voi sino dal 9 corrente di dar
principio alle prove di cembalo dello spartito L’Ebreo ossia Lida
di Granata con i rispettivi artisti che devono farne parte onde
poterlo concertare per indi passare in orchestra affine di
andare in iscena col giorno 24 gennaio come mi vorreste
obbligare in unione alla compagnia; debbo però prevenirvi che
il baritono sig. Sarnesi non è a portata per adesso certamente
di cogli altri cantanti di potersi concertare, quindi non potendo
garantirmi mi ritengo sciolto da qualunque responsabilità su
questo rapporto e frattanto credetimi con stima
130
Il vostro affezionatissimo amico e
maestro concertatore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 11 gennaio 1861
23.
20 marzo 1863
Lorenzo Barbirolli scrive al Consiglio comunale di Ferrara
rispondendo a sua discolpa alle accuse a lui rivolte.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
All’Illustrissimo Consiglio municipale di Ferrara
Per Lorenzo Barbirolli
Illustrissimi signori
Fra pochi mesi andrebbero a compiersi ventiquattro anni di
onorato servigio che Lorenzo Barbirolli presta a
codest ‘Illustrissimo Municipio come maestro di musica e
concertatore nelle opere che almeno in due stagioni dell’anno
si eseguiscono nel Teatro Comunale.
Ora però è venuto a cognizione come codesto consigliare
consesso sia per dichiarare la sua insufficienza a
quell’esercizio che professò per tanti anni, avvalorata poi dalla
costante malferma sua salute, e per soprapiù dal mal contento
espresso già da qualche anno da’ Signori Direttori degli
spettacoli teatrali.
A siffatti lagni per lui affatto nuovi ed a’ quali non può
rimanere certamente insensibile il proprio animo, non gli verrà
vietato di sommessamente rispondere.
1. Che nel decorso di tanti anni non ebbe a ricorrere ad alcuno
per affrontare spartiti d’alta difficoltà, con soddisfazione
131
sempre degl’artisti cantanti tanto di sommo merito quanto di
minore abilità; e se gli si vuole addebitare imperizia
nell’ultimo spartito del Lorenzino de’ Medici, perché tarda ne
veniva l’esecuzione nelle prove, fu colpa per non dir raggiro
dell’impresario il quale per ben più giorni lo aveva affidato al
sig. maestro Pasini; e soltanto al punto della prima prova di
camera lo strasmise al Barbirolli; ma era sì imperfetto
specialmente nelle parole tanto necessarie a rilevarsi dal
maestro concertatore, che a rilento ne andava in conseguenza
il proseguimento e di simile imperfezione nel citato spartito ne
può far fede l’attuale onorevole Direttore signor conte
Gherardo Prosperi. Senonché richiesta all’impresario stesso
almeno la particella da suggerire, questa gli venne consegnata
e tosto le prove procedettero sino alla nona con profitto de’
cantanti: dunque l’idoneità all’esercizio già da tant’anni
intrapreso e professato dallo scrivente non sembra lesa né
oscurata.
2. Come la salute dell’uomo sta nell’alternativa del ben’essere
e talvolta del minor ben’essere, non può però argomentarsi da
ciò che lo scrivente sia colpito ogn’anno ed in ogni stagione da
malattie che lo si lascia riguardare come quasi cadavere
ambulante. Che nella stagione vernale del 1856-57 egli cadesse
in malattia d’infiamazione per cui fu costretto prevalersi
dell’amicizia e gentilezza del sig. maestro Pasini a
supplentarlo come maestro concertatore nello spettacolo di
quel Carnevale è fatto incontrastabile; ma tale non fu la
costipazione tracheale che lo minacciò nel gennaio 1863 che
dista di sei anni dalla succennata malattia: e non fu certamente
spontanea la volontà di cedere (sebbene temporaneamente e
pel solo spettacolo del Carnevale) il suo posto; ma fu piuttosto
per non ricusarsi alle pessanti sollecitazioni altrui che per
proprio convincimento.
3. Rapporto poi al malcontento che vuolsi già da anni spiegato
dai diversi Signori Direttori teatrali contro il Barbirolli, si
132
prega le SS.VV. a degnarvi si aprire i protocolli municipali e
teatrali da quasi ventiquattro anni a questa parte, osservando
quegli atti e quelle lettere che ne’ suoi originali deggiono
essere firmati dalle rispettive autorità e spera non troverete
mai rinfacci per inesattezza dell’esponente ai propri servigi,
mai per indocilità ai comandi di chi poteva e doveva
comandargli, meno poi sulla incapacità al disimpegno delle
attribuzioni commessegli, mirando poi sempre coll’adempimento de’ suoi doveri di trattare colla dovuta convenienza e
stima tutti i direttori d’orchestra e quanti professori ebbe ad
avvicinare ed a trattare.
Non crederebbe il sottoscritto vano consiglio l’unire alla
presente memoria e il certificato del proprio medico ed altro di
due maestri in musica, mediante i quali intenderebbe provare
non esser egli per rinunciare all’impiego che cuopre perché
nella condizione di poter ancora proseguire né di provocare
un soldo di ritiro, che attivo com’è ora gli procaccia annui
scudi 180, pari a L. 957.60 e l’alloggio almeno per altri scudi 50
pari a L. 266. Veggasi l’ultimo Capitolato 23 settembre 1847.
Quest’è quanto a lume del vero ed a propria giustificazione
rispettosamente rassegna nell’atto che con tutto l’ossequio si
rafferma
Delle SS.VV. Illustrissime
Umilissimo ossequiosissimo servo
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 20 marzo 1863
24.
19 aprile 1863
Lorenzo Barbirolli scrive al sindaco di Ferrara Varano respingendo le
accuse a lui rivolte dall’impresario Govoni.
133
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 2604 del 1863. Istruzione pubblica.
Maestri di musica. [Accorpato al prot.] n. 2264).
A Sua Eccellenza
Il Sig. Marchese Varano
Sindaco di Ferrara
ed in sua assenza
all’Illustrissima Aggiunta Municipale
Eccellenza
Mediante consigliare decreto del 1839 Lorenzo Barbirolli fu
eletto maestro comunale di musica in Ferrara ed il suo
ministero lo esercitò senza interruzione, e tuttora lo esercita e
lo adempirà sino a tanto che altra consigliare adunanza
diversamente non si pronunci.
Posto ciò lo scrivente per lo spartito della Lucia n’è stato il
concertatore e le prove già hanno luogo ora in Teatro
coll’orchestra: e se lo fu per questo spartito, ne conseguita in
lui il pieno diritto di concertare come maestro, l’altro della
Marta, anche perché trova il proprio nome segnato nel
pubblicato Cartellone; se non ché trattandosi di un nuovo
spartito per questo teatro, è in dovere il sig. impresario di
farglielo tenere almeno due giorni prima delle prove in camera
(giacché qui esiste da quindici giorni circa) onde evitare lo
sconcio che avvenne per lo spartito non legibile del Lorenzino
dello scorso Carnevale.
A togliere poi ogni effetto della fanciullesca, ma sempre
maliziosa protesta, che da ogni bocca sentesi ripetere, avanzata
dal detto impresario alla Direzione teatrale, volendo ritenere
responsabile il maestro concertatore dell’esito meno
favorevole dello spettacolo; è il reclamante per ammettere
anche l’ulteriore sagrificio, che cioè alle prove di camera sieno
134
assistenti i maestri e professori che qui in calce possono
notarsi, affinché dessi, e non gl’inscienti in musica, si degnino
dichiarare e sull’idoneità di colui che concerta e dell’effetto del
nuovo spartito.
Sia della rettitudine e giustizia dell’Eccellenza Vostra il far
ragione a quanto Vi vien chiesto dal devoto scrivente,
chiamando cioè all’ordine il prefato impresario; e di valutare
d’altra parte l’umiliazione in cui si è posto il ricorrente di
mendicare testimoni per comprovare ch’egli può soddisfare il
proprio dovere come lo ha fatto per ben ventiquattro anni, non
già per tolleranza ma perché il suo onore, il suo amor proprio
non gli avrebbero permesso di accettare attribuzioni, e volerle
continuare, se non si sentisse da tanto per esaurirle.
Ha frattanto l’onore di rassegnarsi
Di Vostra Eccellenza
Umilissimo devotissimo osequiosissimo servo
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 19 aprile 1863
Signori maestri e professori
Raffaele Sarti e Carlo Mornasi
maestri comunali
Pasini Timoteo
Mazzolani Antonio
Guidoboni Gaetano
Rova Antonio
Mazzolani Alessandro
Pietro Calabria
Ungarelli, maestro dei cori.
25.
12 maggio 1863
Lorenzo Barbirolli comunica la preparazione degli artisti impegnati
nell’opera Il ballo in maschera di Giuseppe Verdi.
135
ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 33 (1863-64).
Ferrara, 12 maggio 1863
Attesta il sottoscritto che per tutto ciò che ha rapporto
agl’artisti e primari e secondari che agiscono nella nuova
opera Il ballo in maschera del maestro Verdi, lo spettacolo può
mettersi in iscena potendo ripromettersi della buona sua
esecuzione.
Per quelle incidenze poi che non si possono né prevenire e
spesso non impedire riguardanti l’incertezza del pubblico
giudizio od altro, intende lo scrivente d’esserne pienamente
esonerato dalla ben che menoma responsabilità.
Lorenzo Barbirolli
Maestro concertatore
26.
1 gennaio 1865
Nota personale di Lorenzo Barbirolli, impiegato nell’amministrazione comunale di Ferrara, riferita al 1 gennaio 1865.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6.
Nota
personale
di
ogni
impiegato
o
salariato
dall’Amministrazione Comunale di Ferrara riferita al 1
gennaio 1865
Cognome, nome e grado nell’impiego attuale
Barbirolli Lorenzo, maestro comunale di musica.
Data e luogo della nascita e paternità
Nato nel 1800 a Rovigo da altro Lorenzo.
Stato civile – se celibe, coniugato o vedovo, se ha prole e quale, se
viva in famiglia e come composta
136
Con moglie, nipote, figlia maritata con sette figli, e questa
fuori di Ferrara.
Studii percorsi, gradi accademici riportati, esami speciali sostenuti,
abilitazioni, distinzioni speciali o decorazioni ottenute
Studi percorsi sotto distinti maestri don Andrea Rizzieri e
Luigi Ricci. Diplomi delle Accademie di S. Cecilia di Roma,
degl’Anfioni di Verona, di S. Cecilia di Padova, di Ferrara,
della Rossiniana in Pesaro. In via di esperimento messi in
scena gli spartiti del Carnevale 1838 e ’39, dietro di che si ebbe
la nomina e l’abilitazione a maestro comunale concertatore del
Teatro.
Professione, impiego od arte esercitata prima dell’attuale servizio
comunale e se da ciò ne goda proventi e quali
Prima di venire a Ferrara si era maestro di cappella a Rovigo e
Concertatore di quel teatro; pei quali impieghi non si ebbe
però né si ha pensione alcuna, avendo rinunciato al diritto per
trasferirsi a Ferrara.
Motivata esposizione dei desideri dell’impiegato, ragioni di reclamo e
di istanza, anche se fatti preventivamente
Visto insorgere alcune contrarietà senza di averle comunque
meritate, si fece istanza per essere pensionato ma a soldo
intero e col godimento dell’abitazione come si continuasse nel
servizio attivo, siccome si ritiene ancora idoneo; e tutto ciò in
riguardo a circa 27 anni di sempre onorato servizio, alla tenue
misura dell’onorario mensile ed alla circostanza speciale di
non aver ottenuto giammai il ben che menomo aumento sul
soldo originario, siccome tutti gli altri impiegati comunali
sono stati favoriti e distinti.
Servizio prestato all’Amministrazione comunale dalla prima nomina
a tutto il 1864 con indicazione delle date e degli annui emolumenti
percetti in Lire italiane non computando la ritenuta per la pensione
Data di nomina e promozione
13 settembre 1839
137
Qualità dell’impiego sostenuto o in quale ramo del servizio
Maestro di musica comunale e Concertatore del Teatro
Emolumento annuo
L. 957.60
Data di esibizione della presente
6 luglio 1865
Firma dell’impiegato o salariato
Lorenzo Barbirolli
27.
7 maggio 1865
In risposta alle pressioni della Direzione Teatrale, Lorenzo Barbirolli
rinuncia al ruolo di maestro concertatore e accetta il pensionamento
dopo 27 anni di servizio, ponendo però alcune condizioni: di
mantenere l’insegnamento di canto agli allievi comunali e la
composizione delle musiche sacre come previsto da contratto; di
vedersi accordata la pensione a soldo intero e di mantenere la
disponibilità dell’abitazione.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n 4262 del 1865. Istruzione pubblica.
Maestri di musica. [Accorpato al prot. n.] 2264 del 1863).
Illustrissimo signore
In data del 28 p.p. marzo, dietro a chiamata che ebbi
dall’Illustrissima Direzione teatrale, rimisi a quegli Onorevoli
Signori Direttori un rispettoso mio scritto, il di cui contenuto
sarebbe qui troppo lungo da riferire, ma la conclusione del
quale si era questa.
Che io non per ritenermi incapace all’esercizio delle mie
attribuzioni, anche quale maestro concertatore delle opere,
bensì al solo fine di sottrarmi a dispiaceri sarei disposto dopo
27 anni ed oltre di onorato servizio, di rinunciare
spontaneamente alla qualità appunto di maestro concertatore
138
del Teatro, riservandomi però tanto l’istruzione nel canto degli
allievi comunali e le musiche sacre di spettanza pure del
Comune quanto la supplenza al nuovo maestro concertatore in
caso di qualunque impedimento (ch’io per sentimento di
giustizia ed amicizia insieme addittai nella persona dell’abile
maestro ferrarese egregio sig. Timoteo Pasini); rinuncia
d’altronde vincolata alla condizione, e non altrimenti, che mi
venisse accordata la giubilazione a soldo intero, col godimento
eziandio dell’abitazione siccome ho avuto dal primo giorno
del mio servizio fino al presente (quantunque mancando la
medesima di locali indispensabili anche ai bisogni d’una
piccola famiglia, sia stato costretto di sostenere sempre, come
tuttavia sostengo, la spesa annua di L. 47.88 d’affitto di una
cucina e legnaia, quale somma viene da me pagata al sig. Luigi
Massari affittuario del Comune dei suddetti locali).
E questa condizione, confidentemente lo spero appoggiato
all’intemerata rettitudine e giustizia della S.V. Illustrissima,
non sarà riguardata al certo siccome un’esorbitante mia
pretesa, e perché io non ebbi mai un aumento all’originario
mio stipendio, che se l’avessi ottenuto al pari degli altri
impiegati comunali non oserei fare rimarco, e perché trattasi di
un soldo ridotto oggidì pressoché alla misura del salario di un
portiere, e perché infine sarebbe troppo male retribuito – mi
sia concesso il dirlo – con due sole terze parti di sì meschino
emolumento, un impiegato che pel lasso di ben 27 anni prestò
un servizio non mai ripreso né censurato.
Ora dipenderà dal senno e dalla giustizia della S.V.
Illustrissima il prendere una definitiva risoluzione su la
presente mia esposizione di cose, aggiuntavi di nuovo la più
formale riserva, che non vedendomi accordata la pensione a
soldo intero e col godimento della solita casa benché ristretta,
intendo rimaner fermo nel mio posto e ne’ miei diritti, di che
tutto non potrei essere giustamente spogliato se non per
dolosa mancanza a’ miei doveri.
139
E con sentimenti di profondissimo ossequio ho l’onore di
protestarmi
Della S.V. Illustrissima
Umilissimo devotissimo servitore
Lorenzo Barbirolli
Ferrara, 7 maggio 1865
28.
26 novembre 1867
Il sindaco Anton Francesco Trotti ringrazia la Direzione Teatrale
della comunicazione della morte del maestro Lorenzo Barbirolli e si
informa sui passaggi necessari alla sua sostituzione.
ASCFe, Commissione Pubblici spettacoli, b. 75, fasc. 1867.
All’onorevole Direzione Teatrale
Ferrara
Ferrara, lì 26 novembre 1867
Oggetto: Morte di Lorenzo Barbiroli.
Mi professo tenuto alle SS. VV. Illustrissime della sollecita
premura colla quale mi hanno informato della morte del
maestro di musica comunale e concertatore delle opere in
questo Municipale Teatro.
Prego quindi la di Loro compiacenza a significarmi come si
abbia a provvedere al rimpiazzo del decesso Barbiroli in
occasione dello spettacolo di Carnevale ed in caso si volesse
aprire apposito concorso favorirmi il relativo capitolato.
Il Sindaco Trotti
140
29.
14 dicembre 1867
Bianca Guseo, vedova di Lorenzo Barbirolli, avanza la richiesta di un
aumento della pensione a lei corrisposta dopo la morte del marito.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 15085 del 1867. Censo. Pensioni).
All’Illustrissimo Sig. Regio Sindaco
e Signori Assessori del Comune di Ferrara
Illustrissimi signori
Mancato ai vivi nel giorno 19 p.p. novembre il professor
Lorenzo Barbirolli maestro di musica presso l’eccelso Comune
di Ferrara, la superstite di lui vedova qui sottoscritta si
presenta ora alle SS.LL. Illustrissime, quali rappresentanti ed
amministratori del Comune stesso, esponendo che a senso del
Regolamento sulle pensioni comunali sono appena L. 22.00.6
mensili che ad essa competerebbero di diritto.
La medesima qui non intende di enumerare titoli speciali al
fine di ottenere un considerevole aumento, ma solo all’oggetto
di conseguirne uno congruo almeno, si permette accennare ad
alcune particolari circostanze, sperando che le lodate SS.LL. si
compiaceranno averle in favorevole considerazione.
E prima, la vedova Barbirolli è più che sessagenaria; di guisa
che a peso del Comune non potrà che per poco assai fruire del
beneficio della pensione.
In secondo luogo, non ha figli dai quali sperare soccorsi; e
d’altronde in ragione che l’età si avanza, i bisogni e quindi i
dispendi si fanno sempre maggiori.
Dappresso, va a perdere l’utile della pigione gratuita; cosicché
al confronto di un vantaggio che cessa con uno scapito che
nasce, si manifesta di per se stessa l’insufficienza dell’assegno
in L. 22.00.6 mensili e per sopperire all’affitto di casa e per
accorrere insieme alle necessità della vita.
141
Inoltre, vivente il maestro Barbirolli la comunale Azienda non
fu costretta di dispendiarsi doppiamente, con un soldo cioè di
quiescenza a lui (il quale servì pure onoratamente per ben 29
anni) e con altro onorario a chi gli fosse subentrato nel
servizio.
Da ultimo, il maestro Barbirolli, disponendo nel 1856 di alcune
sue musicali composizioni a favore di codesta spettabilissima
Comunità, intese fin d’allora caldamente raccomandare alle
SS.LL. Illustrissime la sorte economica della sottofirmata
vedova dopo la di lui morte. Ed essa si appella precisamente a
tutto ciò, onde considerato maturamente ogni motivo e
massime quest’ultimo, si degnino le SS.LL. portare le prefatte
L. 22.00.6 a quella misura che dalla Loro generosità e
rettitudine sarà meglio consigliata.
Intanto nella fiducia di ottenere quanto implora, si pregia
confermarsi con sentimenti di rispetto profondo e di anticipata
riconoscenza.
Delle SS.LL. Illustrissime
Umilissima devotissima serva
Bianca Guseo vedova Barbirolli
Ferrara, 14 dicembre 1867
Note dell’amministrazione.
23 dicembre 1867
All’ufficio di computisteria per informazione
Il sindaco
A. Trotti
Lì 31 gennaio 1868.
In forza degli articoli 1, 10, 11 e 15 combinati insieme del vigente
Regolamento 6 marzo 1867, avendo il defunto Barbiroli servito il Comune
per anni 29 e cioè dalli 14 giugno 1839 alli 19 novembre passato; e l’ultimo
suo triennale stipendio essendo stato di annue L. 957.60, la sua vedova
142
Bianca Guseo ha diritto a conseguire una pensione vitalizia di annue L.
231.42, pari a mensili L. 19.28.
Brina
Alla Giunta Municipale
Il Sindaco Bresciani assessore
30.
14 dicembre 1867
Ugo Laurenti consegna al sindaco di Ferrara Anton Francesco Trotti
gli spartiti di alcune composizioni donate al Comune da Lorenzo
Barbirolli nel suo testamento, perorando al contempo la causa della
vedova Bianca Guseo per un aumento dell’importo della pensione a
lei destinata.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 15084 del 1867. Istruzione pubblica.
Musica).
A Sua Signoria Illustrissima ed Eccellentissima
Il Sig. Cav. Anton Francesco Trotti
Regio Sindaco di Ferrara
Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore
Il maestro comunale di musica prof. Lorenzo Barbirolli, ora
defunto, nel suo testamento delli 19 maggio 1856 aperto e
pubblicato nel giorno 20 del p.p. novembre a rogiti del notaro
sig. dott. Eliseo Monti scrisse:
«Per titolo di legato lascio a questo Illustrissimo Comune di
Ferrara la mia Messa da Requiem, Miserere e De profundis con
tutte le parti d’orchestra, sperando dal medesimo tutta la
maggior benevola assistenza in favore della superstite mia
moglie».
Ed io nel farmi premura di dare esecuzione, secondo mio
debito, alla volontà dell’estinto accompagnando colla presente
143
la musica relativa, non posso certamente non sottoporre alla
S.V. Illustrissima ed Eccellentissima che la signora Bianca
Guseo vedova Barbirolli andrebbe a restare col medesimo
assegno di Italiane L. 22.006 mensili, ove alla Rappresentanza
comunale non piacesse appunto di aumentarlo in vista se non
altro del lascito di cui sopra; quale a giudizio di due ben
distinti professori di musica (da me appositamente
interpellati) egregi signori Raffaele Sarti, primo violino, e
Carlo Mornasi, capo-banda, viene dichiarato molto apprezzabile.
Nel pregare poi l’encomiata S.V. di un suo cortese riscontro
come a ricevuta del legato in discorso, mi pregio dichiararmi
con particolare considerazione
Della S.V. Illustrissima ed Eccellentissima
Umilissimo devotissimo servitore
Ugo Laurenti
Ferrara, 14 decembre 1867
31.
14 marzo 1871
Giovanni Costabili, facendosi tramite del nipote di Lorenzo
Barbirolli, chiede al Sindaco di Ferrara il prestito dello spartito del
Requiem composto dal maestro, allo scopo di consentirne
l’esecuzione nella città di Padova.
ASCFe, Carteggio amministrativo XIX sec., Istruzione pubblica. Scuole
musicali, b. 1, fasc. 6 (prot. generale n. 3420 del 1871. Istruzione pubblica.
Musica).
All’Ill. Sig. Signore Regio
Sindaco di Ferrara
144
Illustrissimo Sig. Sindaco
Giovanni Costabili, per appagare un desiderio esternatogli dal
nipote del compianto maestro Lorenzo Barbiroli, si fa a
pregare la S.V. Illustrissima a volere essere compiacente di
consegnargli la musica di Requiem del d. maestro, la quale
trovasi depositata presso l’Economo comunale, per lo scopo di
farla eseguire in Padova.
L’istante prende impegno che, appena copiata, la d. Messa
verrà tosto restituita al Municipio.
Padova, 14 marzo 1871
Note amministrative
d. 14 [marzo 1871]
All’Economo con autorizzazione di consegnare la musica di cui sopra al sig.
marchese Costabili contro ricevuta e con obbligo di restituzione.
Il sindaco
Giustiniani
15 marzo 1871
Eseguita la consegna oggi stesso della musica, contro ricevuta.
L’Economo
C. Bozzoli
29 aprile 1871
Restituita la musica di cui entro nello stato che fu consegnata e si rimette agli
atti.
L’Economo
C. Bozzoli
145
146
3
LORENZO BARBIROLLI
“Tu es Petrus”
(trascrizione a cura di Nicola Badolato)
La partitura manoscritta dell’inno Tu es Petrus consta di
undici carte cucite insieme con filo bianco. Sul recto della
prima carta, con tratto di penna nera, è apposta la seguente
intestazione autografa: «Inno Tu es Petrus | a tre Voci | di |
Lorenzo Barbirolli». In testa e in calce a questo titolo, altra
mano ha aggiunto con lapis grigio le seguenti indicazioni:
«Graduale per il Giorno di San Pietro» e «Graduale completto
(sic) per San Pietro a organo e piccola orchestra | del Maesro
Lorenzo Barbiroli (sic)».
La gran parte delle carte reca per esteso la partitura
orchestrale; la parte dell’organo è scritta alle carte 8r-9r. La
scrittura è molto nitida e non reca particolari segni di
cancellature o ripensamenti d’autore, eccezion fatta per i tagli
obliqui apposti sulle prime cinque battute di carta 3v
(orchestra) e sulle battute 9-19 di carta 8v (organo).
La trascrizione qui proposta rende conto di tutte le
indicazioni agogiche e dinamiche chiaramente indicate
dall’autore. Si segnalano tra parentesi quadre le porzioni del
testo poetico latino che il manoscritto omette, con tutta
evidenza per accelerare la stesura, in quanto facilmente
desumibili dalle parti limitrofe, così come le sezioni
strumentali che la partitura segnala come ripetizioni di battute
precedenti (cfr. bb. 6-10 per le parti dei violini II, viole, oboe,
corni, tromboni; bb. 56-60 e bb. 72-95 per i violini I e II, viole,
oboe, corni, tromboni).
147
148
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SIGLE BIBLIOGRAFICHE
Per le biblioteche musicali si fa riferimento,
laddove possibile, alle sigle RISM.
ASCFe
Ferrara, Archivio Storico Comunale
ASFe
Ferrara, Archivio di Stato
ASRo
Rovigo, Archivio di Stato
I-Fec
Ferrara, Biblioteca Comunale “Ariostea”
I-Fed
Ferrara, Archivio Storico Diocesano
I-Mb
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
I-Os
Ostiglia, Fondo musicale “Giuseppe Greggiati”
I-Pca
Padova, Basilica del Santo
I-RVI
Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi
I-Rsc
Roma, Conservatorio di Musica “S. Cecilia”
I-Vgc
Venezia, Biblioteca della Fondazione “G. Cini”
I-Vnm
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana
175
176
ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI
Fig. 1
Stemma della famiglia Barbirolli
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
Fig. 2
Elogio funebre di Luigi Barbirolli
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
Fig. 3
Lettera di Lorenzo Barbirolli (3 settembre 1856)
(Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Concord. 365/21)
Fig. 4
Ritratto fotografico di Luigia Barbirolli
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
Fig. 5
Ritratto fotografico di Luigi Brondi
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
Fig. 6
Sonetto epitalamico per Lugia Barbirolli e Luigi Brondi
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
Fig. 7
Scheda personale di Lorenzo Barbirolli
(Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione
pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)
Fig. 8
Bando di concorso per un Maestro di musica (8 marzo 1839)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione
pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)
177
Fig. 9
Nomina di Lorenzo Barbirolli a Maestro di musica (14 giugno 1839)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione
pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)
Fig. 10
Locandina per Nabucodonosor, Ferrara, Fiera di maggio 1844
(Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea,
Pasetti, Finotti, Villani, Il Teatro Comunale, vol. 2, n. 630)
Fig. 11
Locandina per I Lombardi alla Prima Crociata,
Ferrara, Fiera di maggio 1845
(Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea,
Pasetti, Finotti, Villani, Il Teatro Comunale, vol. 2, n. 664)
Fig. 12
Ritratto fotografico di Francesco Avventi
(Ferrara, Museo del Risorgimento e della Resistenza,
Fondo fotografico)
Fig. 13
Frontespizio del Mentore teatrale di Francesco Avventi
(Ferrara, Tip. Negri alla Pace, 1845)
Fig. 14
Elenco dei coristi della Cantata lirica ... per la riapertura dell’Accademia
Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858, p. 5)
Fig. 15
Cartellino sulla busta contenente le partiture di Lorenzo Barbirolli
(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)
Fig. 16
Copertina del Kyrie, Gloria, Credo in Re magg. di Lorenzo Barbirolli
(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)
178
Fig. 17
L. BARBIROLLI, Credo dedicato “A Sua Eminenza R.ma
Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”
(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)
Fig. 17 bis
L. BARBIROLLI, prima pagina del Credo
dedicato “A Sua Eminenza R.ma Il Signor Cardinale Gio: Ign. Cadolini”
(Ferrara, Archivio Diocesano, Fondo musicale)
Fig. 18
«Gazzetta Ferrarese», frontespizio dell’edizione straordinaria
del 10 luglio 1857
(Ferrara, Archivio Storico Comunale)
Fig. 19
Copertina e frontespizio della Cantata lirica ... per la riapertura
dell’Accademia Filarmonica di Ferrara (Ferrara, Bresciani, 1858)
Fig. 20
Lettera di Lorenzo Barbirolli (8 novembre 1855)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione
pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)
Fig. 21
Lettera di Lorenzo Barbirolli (7 maggio 1865)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale, C.A., XIX secolo, Istruzione
pubblica. Scuole musicali, b. 1, fasc. 6)
Fig. 22
Necrologio per Lorenzo Barbirolli sulla
«Gazzetta Ferrarese» del 21 novembre 1867
(Ferrara, Archivio Storico Comunale)
Fig. 23
Elogio funebre di Lorenzo Barbirolli
(Ferrara, Archivio privato Germana Brondi)
179
Fig. 24
Bozzetto di un lampadario per il Teatro Comunale di Ferrara (1813)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale,
Commissione pubblici spettacoli, b. 89)
Fig. 25
Bozzetti del sipario e di un lampadario del Teatro Comunale di
Ferrara realizzati da Francesco Migliari nel 1850
(Ferrara, Archivio Storico Comunale,
Commissione pubblici spettacoli, b. 89)
Fig. 26
Particolare della carta intestata di Lorenzo Barbirolli (9 gennaio 1861)
(Ferrara, Archivio Storico Comunale,
Commissione pubblici spettacoli, b. 31)
180
INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DI LUOGO
L’Indice non comprende il nome di Lorenzo Barbirolli e i titoli delle sue opere, per
l’alto numero di occorrenze. Nella voce Ferrara sono stati indicizzati solo i
microtoponimi, mentre sono stati omessi i riferimenti generici alla città.
Adam Adolphe-Charles 23
Adria (Rovigo) 34
Alberto di Sassonia-CoburgoGotha, principe 23
Albini Francesco Maria 42
Alfieri Pietro 28
Altinieri Luigi 124
Amari (Maray) Fanny 6
Amelia (Terni) 32
Arezzo Tommaso, cardinale
legato di Ferrara 10, 97
Armari Antonio 112
Auber Daniel François Esprit 23
Avogli Trotti Antonio 95
Avventi Francesco, conte 10, 19,
20, 21, 97
Bagno Andrea Carlo di, conte
15
Baillot Pierre Marie François de
Sales 23
Baini Giuseppe 28
Baldazzi Cesare 45
Baluffi Gaetano, vescovo di
Imola 29
Barbieri Giorgio 26, 116
Barbirolli, famiglia 1, 4, 51
– Alfredo 51
– Antonio 1, 2
– Arturo 4, 14
– Carolina 3, 14, 34
– Giambattista 1, 2, 3
– John (Giovanni Battista), sir
VII, 2, 51
– Lorenzo (di Antonio) 2
– Lorenzo 3, 137
– Luigi 1, 2, 3
– Luigia 4
– Pietro 3, 4, 14
Barcellona, Liceu 11
Baruchello Luigia 3
Basili Basilio 47
Basili Francesco 41
Bellini Vincenzo 5, 6, 8, 9
Belloni Antonio 2
Benetti Giovanni 110
Bentivoglio Carlo, marchese 6
Bergamini Giambattista 42
Bergonzoni (abitante di un
locale nella fabbrica del Teatro
Comunale) 16
Berlioz Hector 23, 47
Bertucci Francesco 46, 127
181
Betti Giuseppe 32
Bianchi Antonio 124
Bida Giovanni 46, 128
Bignardi Pietro 35, 129
Boari Camillo, conte 19, 21
Boldini Giovanni 2
Boldrini Antonio 122
Bologna 11, 96, 106
– Archiginnasio 33
– Teatro Comunale 11, 26
Bonati Vincenzo 124
Bonzagni 128
Borsatti Michele 43
Borsea (Rovigo) 1
Borzani Assuero 110, 124
Botter Luigi Francesco 19
Bottomedi Adelaide 14
Bottomedi Rita 3, 4, 14
Boucheron Raimondo 28
Bovi Domenico 27
Bozzoli C. 146
Bresciani 143
Brina 143
Brondi, famiglia VII
– Germana VII, 1
– Giovan Battista VII, 124
– Luigi VII, 4
Bucci, famiglia 46
– Gaetano I e II 46
Buenos Aires 21
Buoncompagni Giuseppe 106
Busseto (Parma) 2
Buzzolla Antonio 5, 28
Cadolini Giovanni Ignazio,
arcivescovo di Ferrara 28, 29,
45, 60
Cagnoni Antonio 35
Cagnoni Enrico 124, 129
Calabria Pietro 136
Calcagnini Celio, marchese 24
Callegari Pietro 110
Callido Antonio 44
Campagna Antonio 110
Candotti Giovanni Battista 28
Canonici Ferdinando 120
Caroli Luigi 23, 31
Carrara Gerolamo Biscaccia 6
Carrara Pietro 110, 124
Carrara Rosmunda 6
Carriani 128
Castaldi Rita VII
Cattaneo Sante 28
Cavallina Giuseppe 110, 124
Cavarzere (Venezia) 2
Cerrito Fanny 23
Cherubini Luigi Maria 23
Cicognara Girolamo, conte 6
Clupini Luigi 110
Coccia Carlo 11
Cocteau Jean 51
Cologna (Ferrara) 46
Corelli, marchesa 34
Corfù 33
Costabili Giovanni 145
Cramer Johann Baptist 23
Cristofori Odoardo 46
Cuba 9
Czerny Carl 23
182
De Gattis Bartolomeo 6
De Poli Francesco 5
De Stefani Gaetano 110, 124
De Stefani Ruggero 41
Dondi Agostino 45
Donizetti Gaetano 5, 7, 8, 11, 23
Edimburgo, orchestra del
Festival 2
Elisabetta Luigia, moglie di
Gugliemo IV di Prussia 23
Este (Padova) 5
Fabbri Ugo 45
Faenza, Teatro Comunale 11
Falconieri Mellini Chiarissimo,
arcivescovo di Ravenna 29
Fedeli Domenico 44
Ferdinando II d’Aragona, re di
Napoli 23
Ferlotti Nicola 11
Ferlotti Raffaele 11
Ferranti Francesco 124
Ferranti Giuseppe 110, 124
Ferranti Luigi 110, 124
Ferrara
– Accademia Filarmonica 10, 11,
24, 26, 27, 32, 108
– Arena La Postaccia 100
– Arena Santa Margherita 100
– Biblioteca Ariostea 18
– Castello Estense 46
– Cattedrale V, 5, 27, 29, 39, 40,
41, 42, 44, 45, 48, 52
– corso Ercole I d’Este 46
– corso Giovecca 4
– Liceo musicale 10
– palazzo Pepoli 100
– palazzo di San Crispino 40
– Pestrini 100
– piazza della Pace 14, 15
– Seminario 46
– Società del Casino (poi
Circolo Unione) 6, 7, 15, 20, 21
– Società del Quartetto 100
– Società di Belle Arti
“Benvenuto Tisi da Garofalo”
21
– Teatro Bonacossi 22, 95, 100,
101
– Teatro Comunale V, VI, VII, 3,
4, 6, 7, 8, 10, 12, 13, 14, 15, 16,
17, 18, 20, 22, 26, 45, 46, 95, 96,
99, 100, 101, 107, 108, 109, 110,
120, 126, 127, 130, 132, 134,
137, 138, 141
– Teatro Scroffa 95, 101
– Teatro Tosi-Borghi 100, 101
– via del Carbone VII
Ferraresi, ditta 44
Ferrari Filippo 7, 106
Ferrari Francesco 46
Ferretti Jacopo 23
Fiaschi Alessandro 118
Finotti Antonio 42
Finotti Tullio 95, 101
Firenze 9, 33
– Teatro della Pergola 10
Foscarini Bentivoglio Adelaide
7
Francia 119
Frezzolini Erminia 9, 17
183
Frezzolini Giuseppe 9
Galasso Antonio 5, 8
Gastaldi Giuseppe 124
Generali Pietro 5
Gennari Aldo 18
Geremé Michele 45
Gessi Alessandro 124
Giglioli Giovanni Battista 110,
124
Giustiniani Carlo 146
Gobbati, conti 4
Gounod Charles 23
Govoni Virgilio 19, 35, 130
Grasso Rita 43
Guasco Carlo 17
Gugliemo (Federico Guglielmo)
IV, re di Prussia 23
Guidoboni Gaetano 136
Gulinelli Giovanni 119
Guseo Bianca 4, 14, 143, 144
Halévy Jacques-FrançoisFromental-Élie 23
Imola 29
Inghilterra VII
Italia VI, 9, 27, 28, 47, 49
Jommelli Niccolò 41
Kyriaky Minelli Luisa 33
Laurenti Ugo 3, 145
Legnani Alessandro 124
Legnani Francesco 110, 124
Lelmi Francesco 110, 124
Leziroli Giuseppe 124, 127
Licini Temistocle 45
Lioraghi Carlo 110
Liszt Franz 23
Livraghi Luigi 110, 124
Lodi Antonio 27
Lombardi Francesco 34
Londra 2
– orchestra di Covent Garden 2
– Royal Opera House 11
Loreto, Cattedrale 42
Lucca 21
MacDonald, famiglia 33
Madrid 9
– Teatro Real 11
Malvezzi Mazza Caterina 7
Manchester, Hallé Orchestra 2
Manfredini Enrico 124
Manfredini Nemesio 7, 110
Manfredini R. 129
Maria Teresa Isabella d’Austria,
moglie di Ferdinando II re di
Napoli 23
Masi Cosimo, conte 12, 30, 103,
104, 111, 112, 114, 118
Masini Gaetano 110
Massari Anna 7
Massari Luigi 6, 124, 139
Massari Recalchi Giuseppa 7
Massari Zavaglia Galeazzo 21
Matteucci Carlo, cav. 23
Mayr Giovanni Simone (Johann
Simon) 5, 23, 28
Mazza Ruggero, conte 31
Mazzetti Raffaele 106
Mazzolani Alessandro 136
Mazzolani Antonio 19, 21, 24,
136
Mazzolani Eugenio 110
184
Mazzoni Gaetano 124
Mendelssohn Felix 23, 47
Mercadante Saverio 23, 28, 41,
49
Meyerbeer Giacomo 23
Migliari Francesco 22
Milano 6, 96
– chiesa di Sant’Antonio 33
– Teatro alla Scala 2, 5, 11
Minelli Antonio 1, 33
Monti Eliseo 144
Morelli Cesare 26, 27, 34
Morlacchi Francesco 23, 28, 47
Mornasi Carlo 36, 124, 136, 144
Moscheles Ignaz 23
Mozart Wolfgang Amadé 42
Nagliati Pietro 27
Napoli 23
New York, Filarmonica 2
Orsini Nicola 8, 103
Orvieto (Terni) 9
Pacini Giovanni 7, 23, 35
Padova 44, 145
– Accademia di Santa Cecilia 4,
34, 55, 129, 137
– Basilica del Santo 34, 35, 37,
129
– Società del Casino Pedrocchi
34
– Teatro di Santa Lucia 34
Paer Ferdinando 23
Paganini Niccolò 4, 5, 23
Paisiello Giovanni 6
Pardi Pietro 124
Parigi 9
– Opéra 11
– Teatro Favart 10
– Théâtre de la comédie
italienne 33
Parma, Teatro Regio 11
Pasetti F., 126
Pasetti Giovanni 95, 101
Pasini Timoteo 19, 21, 24, 25, 36,
124, 132, 133, 136, 139
Patrignani Cesare 41
Pavanati Luigi 46
Pavani Antonio 124
Pavona Pietro 41
Pedrotti Carlo 26
Pepoli Carlo 23
Pergolesi Giovanni Battista 41
Perosi Lorenzo 42
Pesaro, Accademia Rossiniana
4, 137
Petrini Zamboni Nicola 10, 11,
22, 24, 41, 108, 109
Petrucci Brizio 27, 40
Piave Francesco M. 35
Pio IX, pontefice V, 17, 23, 29, 31
Pisa 106
Pizzi Ludovico 10
Po, fiume 32
Poggi Antonio 9, 17
Polesine V, 1
Polledro Alfredo 28
Pordenone 4
Prati Alessio 41
Prosperi Gherardo 19, 21, 24,
132
Ragazzi Ruggiero 6
185
Ravegnani don Ettore 42
Ravenna 11, 29, 41
Ricci Luigi 4, 6, 137
Rieti 29
Ristori Adelaide 23
Rittelfels Giovanni 106
Rizzato Maria 5
Rizzieri Andrea 4, 106, 137
Roma 24, 31, 32, 47, 123
– Accademia di Santa Cecilia
22, 23, 24, 28, 137
– Teatro Argentina 11
Romanelli Luigi 5
Ronconi Domenico 9
Ronzani Domenico 26
Rosini Paolo 43
Rossi Luigi 22
Rossi Scutellari Marietta 7
Rossini Gioachino 10, 11, 20, 23,
30, 32, 41
Rova Antonio 136
Rovere Mariano 24
Rovigo V, VI, 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8,
15, 32 , 34, 45, 104, 105, 106,
107, 108, 109, 110, 113, 137
– Accademia dei Concordi 32,
33
– Collegiata 106
– Corso ai Giardini 4
– Teatro Sociale 4, 5, 6, 8, 105,
107
– Villa Tracanella-Barbirolli 4
Ruffatti, fratelli 44
Ruina di Ro (Ferrara) 21
Saint-Aulaire Louis-Clair de
Beaupoil 47
San Pietroburgo 9
Santini 128
Saracco Ercole, conte 30, 114
Saracco Ippolito, conte 115, 116,
117
Sarnesi 19, 131
Sarti Luigi 110, 124
Sarti Pietro 110
Sarti Raffaele 36, 136, 144
Savoia, Vittorio Emanuele II di,
re d’Italia 17
Scutellari Annetta 31
Scutellari Paola 11
Serenelli Honorati Luigi 26
Siena 106
Solera Temistocle 17
Spohr Louis 23
Spontini Gaspare 28
Squarcina Bernardo Antonio,
vescovo di Rovigo 32, 33
Stati Uniti (USA) 9
Stein Strozzi Wilhelmina 7
Storari Gaetano 110, 124
Tabellini Vincenzo 106
Tagliati (allievo della scuola di
canto del Comune di Ferrara)
26, 125
Tagliati Luigi 124
Taglioni Maria 23
Tamarozzi (allievo della scuola
di canto del Comune di
Ferrara) 25, 26, 125, 126
Tasso Camillo 124
186
Tassoni 128
Termanini Vittorio 46
Tesei Valerio 41
Tevere, fiume 31
Thalberg Sigismund Fortuné
François 23
Thomas Charles Louis
Ambroise 23
Tosarini Domenico 4, 5, 8, 27, 41
Toscanini Arturo 2
Tracanella, famiglia 4
Treviso 35, 129
Troni (abitante di un locale
nella fabbrica del Teatro
Comunale) 16
Trotti Anton Francesco 36, 141,
143, 144
Turroni Gaetano 128
Ugolini Giuseppe, cardinale
legato di Ferrara 12, 111
Ungarelli Giuseppe, maestro
136
Vacchi Gioachino 124
Vacchi Giovanni 110, 124
Vancini Alfonso 45
Vannicelli Casoni Luigi,
arcivescovo di Ferrara 32
Varano Rodolfo 134
Veneto 8
Venezia 105
– Teatro Apollo 6
– Teatro Fenice 11
Verdi Giuseppe V, VII, 2, 11, 17,
18, 136
Verona, Istituto Filarmonico
degli Anfioni 4, 105, 107, 137
Vienna 27, 118
– Staatsoper 11
Villani Luigi 95, 101
Visentini Maria 3
Visentini Paolo 3
Vitali Pietro 45
Vittoria, regina del Regno Unito
23
Waldmann Maria 21
Zagnoni Petronio 106
Zannini Dionisio 15
Zanotti 119
Zocca Gaetano 10
Zucconi Agostino 6
187
INDICE DELLE OPERE
Adelaide di Borgogna (Pietro Generali) 5
Adelasia e Aleramo (Giovanni Simone Mayr) 5
Anna Bolena (Gaetano Donizetti) 5
Attila (Giuseppe Verdi) 17
Ballo in maschera, Un (Giuseppe Verdi) 35, 136
Barbiere di Siviglia, Il (Gioachino Rossini) 48
Beatrice di Tenda (Vincenzo Bellini) 9
Capuleti e i Montecchi, I (Vincenzo Bellini) 5
Cenerentola, La (Gioachino Rossini) 48
Ciro in Babilonia, o sia La caduta di Baldassarre (Gioachino Rossini) 20
Clotilde (Carlo Coccia) 11
Credo (Saverio Mercadante) 49
Dolore nel Carnovale di Venezia, Un (Giambattista Barbirolli) 3
Ebreo, ossia Lida di Granata (Giuseppe Apolloni) 19, 131
Enrico di Charlis (Antonio Mazzolani) 21
Ernani (Giuseppe Verdi) 17, 18
Fiorina o la Fanciulla di Glaris (Carlo Pedrotti) 26
Furioso all’isola di San Domingo, Il (Gaetano Donizetti) 11, 108
Gemma di Vergy (Gaetano Donizetti) 11
Giorno di regno, Un (Giuseppe Verdi) 11
Giovanna d’Arco (Giuseppe Verdi) 9
Imelda de’ Lambertazzi (Timoteo Pasini) 21, 22
Lagrima sulla tomba del Conte di Cavour, Una (Giambattista Barbirolli)
3
Lombardi alla prima Crociata, I (Giuseppe Verdi) 9, 17
Lorenzino de’ Medici (Giovanni Pacini) 35, 132, 135
Lucia di Lammermoor (Gaetano Donizetti) 8, 9, 134
Lucrezia Borgia (Gaetano Donizetti) 7
Luisa Miller (Giuseppe Verdi) 11, 17
Macbeth (Giuseppe Verdi) 25, 125
Maria Stuarda (Gaetano Donizetti) 11
188
Marino Faliero (Gaetano Donizetti) 11
Messa (Francesco Maria Albini) 41
Messa (Wolfgang Amadé Mozart) 42
Messa (Lorenzo Perosi) 42
Messa (Domenico Tosarini) 5
Messa da Requiem (Domenico Tosarini) 4
Messa di Ravenna (Gioachino Rossini) 41
Messa I (Saverio Mercadante) 49
Nabucco (Giuseppe Verdi) 17
Nicolò de’ Lapi ovvero Il tradimento (Antonio Mazzolani) 21, 22, 24
Nina pazza per amore (Giovanni Paisiello) 6
Norma (Vincenzo Bellini) 6
Ombra e luce (Giambattista Barbirolli) 3
Otello (Gioachino Rossini) 26, 30
Otello (Giuseppe Verdi) 2
Padre nostro che sei nei cieli (Giambattista Barbirolli) 2
Pia de’ Tolomei, La (Nicola Petrini Zamboni) 10
Pout-pourri (Nemesio Manfredini) 7
Preghiera (Giambattista Barbirolli) 3
Saffo (Giovanni Pacini) 7
Semiramide (Gioachino Rossini) 11
Sonnambula, La (Vincenzo Bellini) 130
Stabat Mater (Gioachino Rossini) 32, 33
Straniera (Vincenzo Bellini) 8
Tantum Ergo (Domenico Tosarini) 5
Tradimento, Il (Antonio Mazzolani) vedi Nicolò de’ Lapi
Troiani in Laurento, I (Gerolamo Biscaccia Carrara) 6, 29, 105, 107
Vespri siciliani, I (Giuseppe Verdi) 35
189
La redazione di questo volume è stata chiusa
a Ferrara il 22 novembre 2016 – Santa Cecilia
Stampato presso Tipografia litografia Marfisa (Ferrara)
nel mese di novembre 2016
Questo eBook è frutto di una collaborazione tra Comune di Ferrara
e Liceo Scientifico “A. Roiti” di Ferrara.
ISBN 9788898786244
2017 Comune di Ferrara
Redazione: Nicola Badolato
Elaborazione delle immagini: Stefania Ricci Frab attista
Progetto grafico e realizzazione eBook a cura del Liceo Scientifico “A. Roiti” di
Ferrara
Il volume è frutto della collaborazione tra Comune di Ferrara - Servizio Biblioteche e
Archivi.
Il volume è stato stampato con il contributo di
Autorizzazione alla pubblicazione delle immagini rilasciate dall’Accademia dei
Concordi di Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenza
di Ferrara (in data 9 febbraio 2016).