sociologia - Libro più web

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GUIDA SOCIOLOGIA def.
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NUOVA EDIZIONE
2008
VOLONTÈ
LUNGHI
MAGATTI
MORA
SOCIOLOGIA
CONCETTI, METODI, TEMI DI SCIENZE SOCIALI
GUIDA DIDATTICA
GUIDA SOCIOLOGIA def.
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INDICE
7
PREMESSA
9 PROGRAMMAZIONE
10
12
14
16
18
20
22
24
26
28
30
32
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
PARTE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI
L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO SOCIOLOGICO
LE STRUTTURE DELLA SOCIETÀ
DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE E CONFLITTO
I METODI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
IL MONDO DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE POLITICA
LE DIFFERENZE DI GENERE
IL WELFARE STATE
LA COMUNICAZIONE E I MASS MEDIA
LA GLOBALIZZAZIONE E LA SOCIETÀ MULTICULTURALE
35 CASI DI STUDIO
36
37
38
40
43
45
46
47
49
51
52
PARTI 1/2 LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI
L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO SOCIOLOGICO
PARTE 3 LE STRUTTURE DELLA SOCIETÀ
PARTE 4 DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE E CONFLITTO
PARTE 5 I METODI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
PARTE 6 IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
PARTE 7 IL MONDO DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
PARTE 8 PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE POLITICA
PARTE 9 LE DIFFERENZE DI GENERE
PARTE 10 IL WELFARE STATE
PARTE 11 LA COMUNICAZIONE E I MASS MEDIA
PARTE 12 LA GLOBALIZZAZIONE E LA SOCIETÀ MULTICULTURALE
55 PROVE SOMMATIVE
56
58
60
62
64
66
68
70
PROVA SOMMATIVA 0
PROVA SOMMATIVA 1
PROVA SOMMATIVA 2
PROVA SOMMATIVA 3
PROVA SOMMATIVA 4
PROVA SOMMATIVA 5
PROVA SOMMATIVA 6
PROVA SOMMATIVA 7
Test d’ingresso
Parti 1 e 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5
Parti 6 e 7
Parti 8, 9 e 10
Parti 11 e 12
73 SOLUZIONI
74
78
SOLUZIONI DELLE PROVE SOMMATIVE
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
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PREMESSA
Q
uesta Guida per l’insegnante è stata pensata secondo uno schema semplice e agile per stimolare quanto più possibile tutte le forme di lavoro didattico, dalla
tradizionale lezione frontale alle possibili attività, dalla verifica degli apprendimenti ai raccordi interdisciplinari.
Concretamente, nel prepare la Guida si è tenuto conto
dei seguenti aspetti:
a. I tempi della programmazione
Ognuna delle parti che costituiscono la programmazione corrisponde a una Parte specifica del manuale
e contiene un’indicazione di massima sul numero di
ore scolastiche necessarie al suo svolgimento completo oppure parziale, cioè relativo non alla Parte nella
sua interezza ma ai singoli Capitoli che la compongono.
Un’attenzione particolare viene attribuita all’utilizzo
dell mappe concettuali e all’esame dei brani antologici.
Riteniamo che questi elementi siano due strumenti
efficaci per comprendere ed esemplificare i contenuti trasmessi dal testo, e che pertanto possano «preparare» in modo adeguato i ragazzi allo svolgimento
delle attività.
b. Le indicazioni didattiche
Richiamano in modo esplicito ed essenziale il discorso svolto nelle singole Parti e nei singoli Capitoli,
così da facilitare il lavoro dei docenti e della classe. In
particolare esse consistono in una serie di proposte e
indicazioni di percorso per favorire la chiarificazione e
la rielaborazione dei contenuti.
c. Le indicazioni bibliografiche
Sono presenti all’interno di ogni Parte e sono state
selezionate sulla base dei concetti e delle tematiche
principali. Tale articolazione intende favorire agili
lavori di approfondimento, che permettano integrazioni mirate e circoscritte.
d. I collegamenti interdisciplinari
Presenti come le indicazioni bibliografiche all’interno di ogni Parte, la loro funzione è di indicare, a par-
tire dai temi affrontati, approcci interdisciplinari con
le altre scienze sociali. A questo proposito vengono
forniti alcuni stimoli, che possono essere ulteriormente arricchiti dai docenti.
e. I casi di studio
Propongono, saldandosi a ogni singola Parte, un
ulteriore grado di approfondimento. In accordo con
quanto previsto dai programmi ministeriali, prospettano delle attività pratiche che di fatto sono vere e
proprie ricerche sociologiche: in questo modo i ragazzi
possono fare «esperienza sul campo».
Queste attività possono essere programmate in vari
modi: si può pensare, per esempio, a un’unica attività per tutto l’anno; a un’attività per quadrimestre; a
più attività condotte contemporaneamente e affidate
a gruppi diversi di studenti ecc.
Si fa presente che questo tipo di pratica didattica ha
una natura diversa dalle Esercitazioni inserite nelle
Verifiche del manuale. Queste ultime sono pensate
per brevi esperienze perlopiù individuali e per abituare i ragazzi a una prima riflessione sociologicamente orientata. Quelle qui proposte, invece, sono
più complesse, di più vasta portata, richiedono il
suppoto di una documentazione e attivano risorse
come la classe o il gruppo-classe, coordinati dal
docente.
f. Le prove sommative
Occupano un’ampia sezione e sono strutturate
secondo una completa tipologia di domande (chiuse,
aperte, vero o falso, completamento di frasi o tabelle). Queste prove, precedute da un test d’ingresso,
consentono talvolta di verificare l’apprendimento di
più Parti, raggruppate sulla base di precise concordanze tematiche.
Le soluzioni delle prove sommative, come quelle delle
attività presenti nel manuale (domande nelle sezioni
antologiche a corredo dei brani e verifiche a chiusura
di ogni Parte), compaiono al termine della Guida e si
intendono a disposizione dei soli docenti.
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PROGRAMMAZIONE
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PARTE 1
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LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI
È una Parte introduttiva allo studio delle scienze sociali e della sociologia in
particolare. Ha quindi un carattere prettamente propedeutico agli argomenti delle Parti successive. A tal proposito si suggerisce di verificare, anche
tramite il TEST D’INGRESSO (p. 56), i prerequisiti che lo studente possiede
relativamente ai caratteri peculiari e alle diversità fra la ricerca psicologica e
quella sociologica.
L’obiettivo principale, infatti, è individuare la specificità della sociologia in riferimento sia alle
scienze naturali sia alle scienze sociali, offrendo un parametro interpretativo unitario che è
riassumibile nel rapporto dialettico fra il paradigma della struttura e il paradigma
dell’azione.
Lo schema utilizzato per conseguire tale obiettivo, segue un andamento «a imbuto», che va
dal generale al particolare e che si concretizza in tre passaggi logici successivi, corrispondenti
ai tre Capitoli che compongono la PARTE 1.
Il BRANO ANTOLOGICO di Charles Wright Mills a p. 80 può essere discusso insieme con i
docenti di psicologia e di storia, per far emergere contestualmente la specificità della ricerca
sociologica, psicologica e storica.
Periodo di attuazione
metà settembre/ottobre
Tempi previsti
11 ore totali
Capitolo 1 Le scienze della natura e le scienze dell’uomo
Partendo dalla distinzione fra mondo naturale e mondo culturale, si giunge a
comprendere la distinzione metodologica fra scienze della natura e scienze della
cultura. I concetti fondamentali di questo percorso sono ricapitolati anche
dalle MAPPE CONCETTUALI a p. 6, p. 7, p. 8.
Per esemplificare le questioni in gioco il docente può richiamarsi
all’esperienza più immediata e quotidiana. Per esempio, in che senso la
preparazione dei cibi, le abitudini igieniche, l’abbigliamento rientrano nella
categoria del “culturale”, cioè di quella che altrimenti si può chiamare seconda natura?
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
a p. 6, p. 7, p. 8
• 1 ora per le attività
PARTE 1 Indicazioni bibliografiche
Per il concetto di cultura:
◗ Anthony Giddens, Sociologia, il Mulino, Bologna 1991, pp.
31-60.
◗ Denys Cuche, La nozione di cultura nelle scienze sociali, il Mulino,
Bologna 2003.
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PROGRAMMAZIONE
Per un’introduzione generale alla sociologia
◗ Vincenzo Cesareo, Sociologia. Teorie e problemi, Vita e Pensiero,
Milano 1993.
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Capitolo 2 L’articolazione delle scienze sociali
Nell’ambito delle scienze della cultura vengono individuate le varie
discipline che, pur presentando caratteristiche anche molto diverse, sono
accomunate dal fatto di avere come oggetto di studio l’agire umano.
Proprio questo aspetto merita di essere posto in risalto, sottolineando come
le scienze sociali (vedi in particolare la MAPPA CONCETTUALE a p. 16),
intrattengano fra loro relazioni complesse, in parte anche sovrapponendosi,
ma sempre mantenendo una propria specificità (è il caso, per esempio, del
rapporto fra sociologia e psicologia o psicologia sociale, oppure fra
sociologia e antropologia culturale, fra sociologia ed economia ecc.).
Al rapporto e alla distinzione fra sociologia e psicologia è dedicato il BRANO ANTOLOGICO di
Émile Durkheim a p. 32.
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e della mappa concettuale
a p. 16
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento del
brano antologico a p. 32
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 La sociologia
Si giunge al nucleo fondamentale della Parte 1: definire le caratteristiche del
sapere sociologico (vedi la MAPPA CONCETTUALE a p. 20), partendo dall’osservazione di alcune azioni compiute da chi ci sta intorno e dagli effetti che
queste azioni producono, fino a trovare un punto d’equilibrio nel vivere
associato (vedi il BRANO ANTOLOGICO di Jon Elster a p. 33).
Per esemplificare il fatto che alcuni fenomeni sociali possono essere «guardati» e interpretati in modi differenti, viene introdotta la distinzione fra
paradigma dell’azione e paradigma della struttura (vedi la MAPPA CONCETTUALE a p. 26), che il docente può presentare ricordando come i due paradigmi siano oggetto di un dibattito molto vivo e molto fecondo all’interno della teoria sociologica (vedi in proposito il BRANO ANTOLOGICO di Alessandro Cavalli a p. 34).
La PARTE 2 fornirà poi le necessarie coordinate storiche a questo discorso, per ora volutamente di carattere introduttivo e generale.
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
a p. 20 e a p. 26
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento dei brani
antologici a p. 33 e a p. 34
• 1 ora per le attività
PARTE 1 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con l’etologia per la comparazione fra comportamento animale e comportamento umano.
◗ Raccordo con l’antropologia per la comparazione fra la nozione di cultura nelle società cosiddette primitive o evolute.
◗ Raccordo con la psicologia dello sviluppo e la psicologia
sociale per considerare le influenze dell’ambiente (famiglia,
scuola…) sui comportamenti individuali.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 2
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L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO SOCIOLOGICO
Anche la PARTE 2 presenta un carattere introduttivo allo studio della materia.
Infatti si propone essenzialmente di familiarizzare lo studente con le principali correnti sociologiche e con i protagonisti del dibattito sociologico. La storia
della disciplina viene considerata particolarmente importante e propedeutica,
in quanto offre un quadro teorico di riferimento entro cui collocare le nozioni e gli argomenti che verranno affrontati nelle Parti successive.
L’evoluzione storica della sociologia, che, di primo acchito, potrebbe ingenerare qualche perplessità o confusione nello studente, è delineata in relazione ad avvenimenti e nodi concettuali ben precisi, che ne hanno permesso un’esposizione sintetica, efficace e «compatta».
Periodo di attuazione
1° quadrimestre
novembre/dicembre
Tempi previsti
16 ore totali
Capitolo 1 Le origini della sociologia
La nascita della sociologia è motivata come la diretta conseguenza di un cambiamento sociale di enormi dimensioni, provocato dalla Rivoluzione francese e dalla Rivoluzione industriale, che ha finito per porre alla società europea del XIX secolo una pressante necessità di comprendere e di interpretare
i nuovi fenomeni sociali verificatisi.
A tale proposito è possibile richiamare l’incidenza delle «due rivoluzioni»,
non solo a livello politico, economico, sociale ma anche sulla vita quotidiana e sulla cultura materiale.
Le MAPPE CONCETTUALI a p. 46 (sul crollo del vecchio ordine sociale) e a p. 52
(sull’approccio critico di Marx) permettono una rapida ed efficace ricapitolazione dei concetti espressi.
Il BRANO ANTOLOGICO di Franco Crespi a p. 78 permette di appronfondire categorie storiche
e di pensiero fondamentali (l’Ancien régime, le due rivoluzioni e le conseguenti trasformazioni sociali, i valori dell’Illuminismo, l’ottimismo dei positivisti).
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 3 ore per la presentazione
del testo
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento del
brano antologico a p. 78
• 1 ora per il commento delle
mappe concettuali a p. 46 e
a p. 52 e per le attività
PARTE 2 Indicazioni bibliografiche
Per la storia della sociologia:
◗ Una storia della sociologia ormai «classica» è quella di Alberto
Izzo, Storia del pensiero sociologico, il Mulino, Bologna 1991.
◗ Altrettanto consigliabile, anche perché scritto con un linguaggio molto chiaro, è il volume di Paolo Jedlowski, Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico, Carocci,
Roma 1998.
◗ Molto autorevole è il testo di Franco Crespi, Paolo Jedlowski e
Raffaele Rauty, La Sociologia. Contesti storici e modelli culturali,
Laterza, Roma-Bari 2000.
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PROGRAMMAZIONE
Per una contestualizzazione storica della nascita deli pensiero
sociologico:
◗ Robert A. Nisbet, La tradizione sociologica, La Nuova Italia,
Firenze 1987, pp. 31-63.
Per la storia dei classici:
◗ Lewis A. Coser, I maestri del pensiero sociologico, Il Mulino,
Bologna 2002.
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Capitolo 3 La sociologia nel
XX
secolo
Il Capitolo contiene la presentazione delle prospettive sociologiche elaborate nel Novecento, la cui caratteristica saliente è identificata nello sforzo
dedicato alla ricerca empirica, che caratterizzò in particolare la «migrazione» della sociologia negli Stati Uniti.
I due approcci del paradigma della struttura e paradigma dell’azione vengono ulteriormente definiti e individuati, soprattutto dal punto di vista metodologico.
Da segnalare, infine, il passaggio, avvenuto a metà degli anni Sessanta, da
un’indagine rivolta alla società nel suo complesso (approccio macro) a una
ricerca (approccio micro) interessata allo studio di fenomeni e di interazioni
sociali più circoscritte.
Le MAPPE CONCETTUALI a p. 68 (sullo struttural-funzionalismo) e a p. 72 (sulla sociologia statunitense nel XX secolo) offrono una sintesi chiara.
Il BRANO ANTOLOGICO di Charles Wright Mills a p. 80 mostra il nesso imprescindibile tra biografia (la vita del singolo individuo) e storia (il contesto sociale di appartenenza).
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento del
brano antologico a p. 80
• 1 ora per il commento delle
mappe concettuali a p. 68 e
a p. 72 e per le attività
PARTE 2 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la pedagogia per contestualizzare ulteriormente alcuni autori ed alcune correnti citate: per esempio il
progetto pedagogico di Jean-Jacques Rousseau.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per lo studio delle relazioni interpersonali e dei condizionamenti subiti nella società industriale avanzata.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 3
Periodo di attuazione
1° quadrimestre gennaio /
febbraio
Tempi previsti
16 ore totali
11:28
Pagina 14
LE STRUTTURE DELLA SOCIETÀ
Si entra nel «vivo» della teoria sociologica: vengono presentati alcuni concetti-chiave.
Anche la struttura della PARTE 3 segue lo schema dal generale al particolare
e si concretizza in tre passaggi logici successivi, ciascuno corrispondente a
un Capitolo.
Capitolo 1 Le strutture della società
Viene descritta la dinamica sociale più universale con cui si struttura ogni
forma di società: il processo di istituzionalizzazione. Partendo dalla descrizione del concetto di azione e reazione che si manifesta nelle relazioni sociali
(vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 92), si giunge a individuare i meccanismi
della «istituzionalizzazione».
Una particolare attenzione è riservata agli effetti di questo processo (posizioni e ruoli, ben sottolineati e problematizzati nel BRANO ANTOLOGICO di Neil
J. Smelser a p. 132) e alla sua utilità in termini sociali.
È possibile chiarire ulteriormente queste dinamiche partendo dall’esperienza quotidiana dei ragazzi: farli riflettere, per esempio, sulla tipologia delle relazioni sociali che
intrattengono, sulle posizioni e sui ruoli che occupano nella loro vita ecc.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione
del testo e della mappa
concettuale a p. 92
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 132
• 1 ora per le attività
PARTE 3 Indicazioni bibliografiche
Per il processo di istituzionalizzazione:
◗ Peter L. Berger e Thomas Luckmann, La realtà come costruzione
sociale, il Mulino, Bologna 2007, in particolare alle pp. 73-131.
Per il tema della burocrazia e delle organizzazioni:
◗ Peter L. Berger e Brigitte Berger, Sociologia. La dimensione sociale della vita quotidiana, il Mulino, Bologna 1977, pp. 253-282.
◗ Philippe Scieur, Sociologia delle organizzazioni, Armando, Roma
2007.
14
PROGRAMMAZIONE
Per i movimenti:
◗ Francesco Alberoni, Genesi, Garzanti, Milano 1989.
◗ Alain Touraine, La produzione della società, il Mulino, Bologna
1975.
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Capitolo 2 Le forme della struttura sociale
Il Capitolo è dedicata all’analisi dell’esito più rilevante del processo di istituzionalizzazione: la nascita delle istituzioni sociali (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 103) e il loro diretto collegamento con l’esistenza di norme (vedi
MAPPA CONCETTUALE a p. 103) e di diverse tipologie di gruppi sociali (vedi
MAPPA CONCETTUALE a p. 107).
Viene poi introdotto il concetto di organizzazione sociale, di cui si mostrano due esempi particolarmente importanti: la burocrazia (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 116) e lo Stato (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 118).
Anche in questo caso è ovviamente possibile ricavare numerosi stimoli dalla
vita quotidiana come, per esempio, la distinzione fra i vari tipi di norme sociali che regolano
il nostro comportamento, l’appartenenza a gruppi primari e gruppi secondari, l’esperienza personale di organizzazioni burocratiche (la scuola, gli uffici postali ecc.)
Il BRANO ANTOLOGICO di Charles H. Cooley a p. 122 illustra le dinamiche caratterizzanti i
gruppi primari e si presta a un interessante collegamento con la psicologia, in particolare con
lo sviluppo sociale dell’individuo.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 103, 107, 116, 118
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 133
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 La flessibilità del sistema sociale
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e della mappa concettuale
a p. 128
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 134
• 1 ora per le attività
Dopo aver presentato il concetto di mondo vitale (sempre a partire dalle
situazioni concrete vissute dai ragazzi), si delinea un altro, importantissimo
fenomeno studiato dalla sociologia: il mutamento sociale.
In questa prospettiva viene poi inquadrato il tema relativo ai movimenti
sociali, di cui si evidenziano le fasi caratteristiche della loro evoluzione e
strutturazione (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 128).
A quest’ultimo argomento è dedicato il BRANO ANTOLOGICO di Erik Neveu
a p. 134.
PARTE 3 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la psicologia per mostrare il bisogno di certezze degli individui, bisogno che si manifesta nei meccanismi
di imitazione.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per comprendere il nesso tra posizione, ruolo e formazione dell’identità personale.
◗ Raccordo con la psicologia sociale, la quale pone al centro
dei propri interessi l’interazione e la reciprocità, aspetti indispensabili per comprendere i comportamenti collettivi.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 4
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DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE
E CONFLITTO
Anche questa Parte presenta concetti basilari della teoria sociologica, che
descrivono aspetti fondamentali e ricorrenti in ogni organizzazione sociale.
Poiché i fenomeni esaminati sono solitamente oggetto di considerazioni
morali o di «valore», è bene che il docente richiami la neutralità e l’obiettività che contraddistinguono l’atteggiamento di ricerca e di studio degli
scienziati sociali. Compito del sociologo, infatti, non è tanto il giudicare ma l’osservare e interpretare i fatti sociali così come si manifestano.
Periodo di attuazione
2° quadrimestre marzo / aprile
Tempi previsti
18 ore totali
Capitolo 1 Il potere e la disuguaglianza
Il Capitolo analizza due fenomeni sociali rintracciabili in ogni forma di
società: il potere (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 146) e la disuguaglianza
(vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 149 e a p. 151).
Il potere non è visto soltanto nella sua dimensione politica e sociale (la
gerarchia sociale modellata sul grado di potere di cui si dispone, il rapporto
del potere con l’autorità…) ma anche come categoria del «poter-fare»
(mobilitare risorse a vantaggio del vivere associato).
L’esistenza di differenze sociali, che sono il frutto di rielaborazioni culturali
di differenze naturali, aggiungendosi alle forme di disuguaglianza sociale
(vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 155), rendono immediatamente evidente la diversità di posizioni occupate nella società da ogni individuo e da ogni gruppo.
Il BRANO ANTOLOGICO di Heinrich Popitz a p. 188 descrive quel particolare processo che
porta alla formazione di un potere istituzionalizzato.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 146, 149, 151 e 155
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 188
• 1 ora per le attività
PARTE 4 Indicazioni bibliografiche
Per i concetti di stratificazione e di disuguaglianza:
◗ Neil J. Smelser, Manuale di sociologia, il Mulino, Bologna 1987,
pp. 229-316.
◗ Anthony Giddens, Sociologia, il Mulino, Bologna 1991, pp.
203-236.
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PROGRAMMAZIONE
Per la devianza e la criminalità:
◗ Marzio Barbagli, Asher Colombo ed Ernesto Savona,
Sociologia della devianza, il Mulino, Bologna 2003.
◗ Manuale di sociologia, a cura di Luciano Gallino, Utet, Torino
1994, pp. 376-411.
Per un approfondimento sulle istituzioni totali:
◗ Istruttivo è il classico di Erving Goffman, Asylums. Le istituzioni totali, Einaudi, Torino 2003.
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Pagina 17
Capitolo 2 La stratificazione sociale
Si descrive la conseguenza sociale più rilevante della disuguaglianza: la stratificazione. Per meglio comprendere questo aspetto la sociologia ha elaborato alcuni concetti, come quelli di status e mobilità (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 162), e individuato alcuni indicatori con cui classificarne le forme
principali (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 169). Alla mobilità è dedicato il
BRANO ANTOLOGICO di Maurizio Pisati a p. 189, che analizza meccanismi e
limiti del fenonomo nel nostro Paese.
Questa pluralità di forme si esprime anche nel rapporto fra cultura dominante e subculture. Poiché viene approfondita in particolare la subcultura
giovanile, può essere utile stimolare i ragazzi a considerare la propria (genere di musica, luoghi frequentati, valori che ispirano un gruppo di amici ecc.), per portarli a identificarne le
caratteristiche principali.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
a p. 162 e e a 169
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 189
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 Devianza, criminalità e controllo sociale
Il Capitolo presenta un insieme di fenomeni sociali strettamente connessi
alla disuguaglianza: il conflitto sociale (vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 176 e a
p. 177 ), la devianza e la criminalità (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 180) e
le forme di controllo che la società mette in atto per contrastare tali comportamenti (controllo sociale).
Tutti questi aspetti si possono ora affrontare partendo dall’analisi di episodi di cronaca e mostrando, in particolare, come la sociologia «li legga» in
modo osservativo e avalutativo.
Il BRANO ANTOLOGICO a p. 190 espone i punti principali della teoria della
stigmatizzazione applicata alla devianza.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 176, 177 e 180
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 190
• 1 ora per le attività
PARTE 4 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la psicologia per considerare i riflessi del potere istituzionale o informale sui comportamenti.
◗ Raccordo con la pedagogia riguardo alla presenza dell’autorità nell’educazione.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per lo studio dei comportamenti devianti e criminali.
◗ Raccordo con l’antropologia, per mostrare il relativismo dei
comportamenti devianti, cioè come il giudizio sulla devianza
cambi a seconda del contesto socioculturale di riferimento.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 5
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I METODI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
Questa Parte presenta analiticamente i principali metodi della ricerca sociale
inserendoli in una prospettiva ampia. Infatti il discorso metodologico è rapportato a due problematiche fondamentali: la scientificità della sociologia e
la legittimità della ricerca sociale. Questi due ultimi aspetti meritano di essere sottolineati, poiché rappresentano un approfondimento rispetto a quanto si è detto nelle PARTI 1 e 2 a proposito della sociologia come scienza.
Dopo aver considerato nelle PARTI 3 e 4 le strutture della società, il potere, la disuguaglianza, la
stratificazione, la devianza e aver visto quali siano gli strumenti di analisi «oggettiva» della sociologia, ora lo studente può comprendere ulterioremente che questa disciplina non solo è teoria ma
una scienza empirica che, come tale, ha elaborato un preciso procedimento di ricerca.
Periodo di attuazione
2° quadrimestre maggio /
prima settimana di giugno
Tempi previsti
16 ore totali
Capitolo 1 La sociologia come disciplina scientifica
Vengono affrontate le due questioni fondamentali sopracitate, ovvero la
scientificità della sociologia e la legittimità della ricerca sociale.
Per quanto riguarda la scientificità si sottolinea come la sociologia sia una
scienza empirica a tutti gli effetti perché, pur non imitando le scienze della
natura, essa tende a un sapere il più possibile oggettivo (e da pregiudizi che
possano condizionare la ricerca; vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 207). A questo proposito è opportuno precisare a quali criteri ricorrono le scienze sperimentali per autodefinirsi scientifiche e a quali la sociologia.
Relativamente alla legittimità della ricerca sociale spesso ci si interroga sul
perché si indagano e si studiano fenomeni che – apparentemente – non avrebbero bisogno di
essere approfonditi, dal momento che sono sotto gli occhi di tutti.
È però importante sottolineare come ogni ricerca sociale, pur partendo da informazioni e opinioni del senso comune, in realtà se ne distacchi in maniera rilevante proprio dal punto di vista
metodologico.
Il BRANO ANTOLOGICO di Robert K. Merton a p. 244 è dedicato al rapporto fra la teoria e la
ricerca applicata nella storia della sociologia e rimanda utilmente alla PARTE 2, in cui reperire
gli autori e le correnti più rappresentative dei due tipi di approcci, teorico o empirco.
Tempi previsti
6 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione
del testo e della mappa
concettulae a p. 207
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 244
• 1 ora per le attività
PARTE 5 Indicazioni bibliografiche
Per la metodologia in generale:
◗ Il manuale di P. Corbetta, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, il Mulino, Bologna 1999, costituisce una valida introduzione alla metodologia sociologica in tutte le sue forme.
Per la ricerca quantitativa:
◗ Kenneth D. Bailey, L’inchiesta, il Mulino, Bologna 2006.
◗ Kenneth D. Bailey, L’analisi e l’interpretazione dei dati, il Mulino,
Bologna 2006.
18
PROGRAMMAZIONE
Per la ricerca qualitativa:
◗ David Silverman, Come fare ricerca qualitativa, Carocci, Roma
2002.
Per una riflessione sulle tematiche epistemologiche:
◗ Assolutamente da consigliare il classico di Max Weber, La
scienza come professione, Edizioni di Comunità, Milano 2001.
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11:28
Pagina 19
Capitolo 2 Il procedimento di ricerca
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 210, 219 e 223
• 1 ora per le attività
Qui si descrivono le fasi della ricerca sociale, di cui viene messa in evidenza
la circolarità e l’interdipendenza (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 210). Il
capitolo si propone, inoltre, di far acquisire allo studente la terminologia specifica della ricerca sociale (il significato di termini tecnici quali, per esempio, “campionamento probabilistico” e “campionamento non probalibilistico”; vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 219). Le finalilità del procedimento di
ricerca adottato sono riassunte dalla MAPPA CONCETTUALE a p. 223.
Capitolo 3 I metodi di rilevazione
Viene chiarita la distinzione fondamentale fra ricerca qualitativa e ricerca
quantitativa, che riflette una duplice modalità (e possibilità) di studio dei
fenomeni sociali.
Sarà compito del docente mostrare come questi due atteggiamenti metodologici non siano in alternativa fra loro ma, al contrario, siano complementari per una migliore conoscenza della realtà sociale (a questo scopo può
essere utilizzato il BRANO ANTOLOGICO di Daniel Bertaux a p. 246).
Vengono presi in esame i principali metodi di rilevazione, di cui si analizzano sia i vantaggi sia i limiti (vedi le MAPPE CONCETTUALI a p. 235 e a p. 236).
Un rilievo particolare viene dato al sondaggio, per l’utilizzo sempre maggiore che se ne fa,
anche rispetto agli orientamenti di voto (vedi il BRANO ANTOLOGICO di Mario Barisione e
Renato Mannheimer a p. 245)
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 3 ore per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali a p. 235 e a p. 236
• 2 ore per la presentazione, la
lettura e il commento dei brani
antologici a p. 245 e a p. 246
• 1 ora per le attività
PARTE 5 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la psicologia sociale per l’influenza dell’ambiente sulla formazione dei pregiudizi.
◗ Raccordo con la psicologia per quanto riguarda i meccanismi che regolano il rapporto fra intervistatore e intervistato.
◗ Raccordo con l’antropologia per l’importanza che in questa
disciplina assume il metodo dell’osservazione.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 6
11:28
Pagina 20
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
La PARTE 6 descrive uno dei processi più importanti studiati dalla sociologia: la socializzazione. Essa si presta particolarmente a un collegamento con
la psicologia perché tutti i fenomeni analizzati (il linguaggio, le abilità sociali, la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, i mass media ecc.) vengono esaminati anche dalle scienze psicologiche, sia pure in una diversa prospettiva.
Mostrare come uno stesso comportamento umano possa essere indagato da
punti di vista differenti può risultare interessante. In questo modo lo studente può comprendere concretamente le specificità e le differenze fra le diverse scienze umane ma anche i loro
punti di convergenza.
Periodo di attuazione
1° quadrimestre metà settembre /
ottobre
Tempi previsti
14 ore totali
Capitolo 1 La socializzazione
Il capitolo è dedicato all’analisi del processo di socializzazione, di cui si evidenziano i meccanismi (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 258) e le forme principali (vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 263 e a p. 265).
È importante che il docente sottolinei il significato sociologico di tale processo (vale a dire la riproduzione culturale di una data società), che è quanto concretamente distingue lo studio di questi fenomeni da un’analisi di
tipo psicologico.
Per esempio anche la strutturazione dell’identità personale (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 261 e BRANO ANTOLOGICO di Amartya Sen e di Peter L. BergerThomas Luckmann a p. 282 e a p. 283) è descritta in termini sociologici e potrebbe proficuamente essere confrontata con la corrispettiva spiegazione psicologica.
Il capitolo si conclude con una precisa e sintetica esposizione delle principali valutazioni dei processi di socializzazione che i sociologi hanno elaborato nel corso del tempo (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 266).
Tempi previsti
7 ore totali da suddividersi in
• 5 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 258, 261, 263, 265 e 266
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 282
• 1 ora per le attività
PARTE 6 Indicazioni bibliografiche
Per la socializzazione:
◗ Elena Besozzi, Educazione e società, Carocci, Roma 2007.
◗ Maurizio Ghisleni e Roberto Moscati, Che cos’è la socializzazione,
Carocci, Roma 2001.
Per la risocializzazione:
◗ Bruno Bettelheim, Il prezzo della vita, Adelphi, Milano 1965.
20
PROGRAMMAZIONE
Per le agenzie di socializzazione:
◗ Steven Brint, Scuola e società, il Mulino, Bologna 2008.
◗ La famiglia in Europa, a cura di Giovanna Rossi, Carocci,
Roma 2003.
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Pagina 21
Capitolo 2 Le agenzie di socializzazione
Il capitolo illustra le caratteristiche e le funzioni delle principali agenzie di
socializzazione (vedi MAPPE CONCETTUALI alle pp. 272 e a p. 279).
È importante che il docente si soffermi sulla distinzione fra socializzazione
formale e informale, mostrando come quest’ultima sia una caratteristica,
relativamente recente, delle società industriali avanzate. Si tenga presente,
inoltre, che tutte le istituzioni (la famiglia, la scuola), i gruppi (dei pari, giovanili) e i mezzi di comunicazione citati sono studiati e analizzati esclusivamente dal punto di vista della socializzazione, tralasciando, volutamente,
una loro trattazione sociologica più estesa (con l’eccezione dei mass media,
che vengono ripresi nella PARTE 11).
Il BRANO ANTOLOGICO di Joshua Meyrowitz a p. 284 è dedicato all’effetto rivoluzionario, dal
punto di vista della socializzazione, della televisione.
Tempi previsti
7 ore totali da suddividersi in
• 5 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali a
p. 272 e a p. 279
• 1 ora per la presentazione, la
lettura e il commento del brano
antologico a p. 284
• 1 ora per le attività
PARTE 6 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con l’antropologia per comprendere come ogni
società tenda a riprodurre il proprio modello culturale e come,
all’interno di questo processo, sia importante il ruolo della
famiglia.
◗ Raccordo con la psicologia per confrontare alcuni aspetti
del comportamento umano coinvolti nei processi di socializzazione come, per esempio, lo sviluppo del linguaggio, delle
abilità sociali, dell’identità personale ecc.
◗ Raccordo con la pedagogia per analizzare le valenze educative delle varie agenzie di socializzazione.
PROGRAMMAZIONE
21
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PARTE 7
11:28
Pagina 22
IL MONDO DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
La PARTE 7 è dedicata a una delle attività umane più importanti, non solo
perché socialmente utile ma anche perché contruibisce in modo determinante a formare l’identità dei singoli individui.
Il lavoro viene preliminarmente affrontato in una prospettiva di tipo economico, mettendone in evidenza la contemporanea natura sociale e culturale.
Il docente può sottolineare ulteriormente la specificità dell’approccio sociologico al problema del lavoro, considerandone le principali forme organizzative e le ripercussioni sulle istituzioni, sulla struttura della società, così come sulla vita di ognuno.
Periodo di attuazione
1° quadrimestre novembre / metà
dicembre
Tempi previsti
14 ore totali
Capitolo 1 La dimensione economica della società
Il Capitolo chiarisce una questione preliminare fondamentale: l’importanza e la rilevanza che il comportamento economico ha per la sociologia. Di conseguenza il mercato viene presentato come istituzione sociale (vedi MAPPA
CONCETTUALE a p. 297) e, oltre ad esso, vengono individuate altre forme di
scambio economico (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 302).
L’argomento si presta a essere affrontato anche dal punto di vista storico e
antropologico per vedere come e in quali società arcaiche e storiche si sono
realizzati questi meccanismi economici.
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali a p. 297 e a p. 302
• 1 ora per le attività
PARTE 7 Indicazioni bibliografiche
Per il concetto di economia sostanziale:
◗ Karl Polanyi, La grande trasformazione, Einaudi, Torino 2000.
Per la divisione del lavoro:
◗ Alessandro Cavalli, Simonetta Tabboni, La divisione del lavoro,
Loescher, Torino 1981.
22
PROGRAMMAZIONE
Per il mercato del lavoro:
◗ Emilio Reyneri, Sociologia del mercato del lavoro, il Mulino,
Bologna 2005.
Per il fenomeno della disoccupazione:
◗ Uno sguardo critico è quello di Jeremy Rifkin, La fine del lavoro: il declino della forza lavoro globale e l’avvento dell’era post-mercato, Mondadori, Milano 2007.
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11:28
Pagina 23
Capitolo 2 Il lavoro
Il lavoro, che è l’attività economica più importante, dal punto di vista sociale si presenta strutturato in base a due criteri: la divisione (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 306) e l’organizzazione (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 337).
Questi aspetti sono diventati particolarmente rilevanti soprattutto nelle
società industriali, dove il lavoro ha prodotto, sul versante soggettivo, il
fenomeno dell’alienazione (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 337) e, su quello
oggettivo, un sensibile aumento della conflittualità sociale.
Il brano antologico di Alain Touraine a p. 330 è dedicato all’analisi dell’evoluzione storica del lavoro operaio.
Il BRANO ANTOLOGICO di Luciano Gallino a p. 337 descrive un aspetto della flessibilizzazione
del lavoro in atto nella società postindustriale e legato allo sviluppo dell’informatica: il «lavoro
privo di luogo» sganciato (o «telelavoro»).
Tempi previsti
7 ore totali da suddividersi in
• 4 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali a
p. 306 e a p. 317
• 2 ore per la presentazione, la
lettura e il commento dei brani
antologici a p. 336 e a p. 337
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 Il lavoro come fonte di conflitto
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 3 ore per la presentazione
del testo, del grafico a p. 329
e dell’istogramma a p. 332
• 1 ora per le attività
Vengono analizzati i meccanismi e le contraddizioni di una forma particolare di mercato, quella del lavoro, e di alcuni fenomeni tipici della società
postindustriale, come la disoccupazione (vedi grafico a p. 329) e le occupazioni irregolari (vedi ISTOGRAMMA a p. 332).
PARTE 7 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con l’antropologia per esaminare, nelle società primitive, le forme principali di organizzazione del lavoro e di
scambio economico.
◗ Raccordo con la psicologia e la psicologia sociale per studiare alcuni fenomeni connessi al lavoro: alienazione, disoccupazione, flessibilizzazione, riflessi sull’identità personale, adolescenza prolungata (con riferimento alla difficoltà dei giovani di
trovare lavoro).
PROGRAMMAZIONE
23
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 8
11:28
Pagina 24
PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE
POLITICA
Si prende in esame la dimensione politica del vivere in società. Poiché l’argomento tende facilmente a essere frainteso e confuso con le interpretazioni
che i mass media e il senso comune quotidianamente offrono, è oppportuno che il docente richiami la specificità e la neutralità dell’approccio sociologico.
La sociologia, infatti, si interessa di politica perché questo ambito è la diretta conseguenza del processo di istituzionalizzazione, che, come sappiamo dalla PARTE 3, è un
meccanismo fondamentale di ogni forma di società.
Periodo di attuazione
1° quadrimestre fine dicembre /
gennaio
Tempi previsti
9 ore totali
Capitolo 1 Partecipazione e comunicazione politica
La dimensione politica della società è presentata come una pluralità di soggetti sociali che si collocano nello Stato e nella società civile (vedi MAPPA
CONCETTUALE a p. 351). Il docente può trarre utili suggerimenti e stimoli
dall’attualità, per mostrare in concreto la fisionomia di tali attori sociali e
l’articolarsi dei loro rapporti.
Il BRANO ANTOLOGICO di Max Weber a p. 374 illustra i modi fondamentali di legittimazione del potere politico.
Vengono inoltre esaminati i diversi tipi di regime politico che si sono realizzati storicamente, con un accenno particolare al totalitarismo e un’analisi dettagliata della democrazia (vedi MAPPE CONCETTUALI alle pp. 354, 356 e 359).
Alla democrazia, nelle due forme diretta e indiretta, è dedicato il BRANO ANTOLOGICO di
Robert Dahl a p. 375, che considera vantaggi e limiti di entrambe le forme.
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 3 ore per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali alle pp. 351, 354,
356 e 359
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento dei brani
antologici a p. 374 e a p. 375
• 1 ora per le attività
PARTE 8 Indicazioni bibliografiche
Per la sociologia politica:
◗ Michel Rush, Politica e società, il Mulino, Bologna 1994.
◗ Una trattazione sociologica dei fenomeni attinenti alla sfera politica si trova in tutti i principali manuali di sociologia:
- Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, Corso
di sociologia, il Mulino, Bologna 1997, pp. 583-641.
- Manuale di sociologia, a cura di Luciano Gallino, Utet, Torino
1994, pp. 109-150.
- Anthony Giddens, Sociologia, il Mulino, Bologna 1991, pp. 287320.
24
PROGRAMMAZIONE
- Neil J. Smelser, Manuale di sociologia, il Mulino, Bologna 1987,
pp. 413435.
Per il concetto di Stato:
◗ Gianfranco Poggi, Lo Stato. Natura, sviluppo, prospettive, il Mulino,
Bologna 1992.
◗ Norberto Bobbio, Stato, governo, società, Einaudi, Torino 1995.
Per il concetto di società civile:
◗ La società civile in Italia, a cura di Pierpaolo Donati, Mondadori,
Milano 1997.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 25
Capitolo 2 La comunicazione politica e il comportamento elettorale
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali a p. 360 e a p. 371
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 377
• 1 ora per le attività
Il Capitolo prende in esame le forme di partecipazione politica presenti nelle
società avanzate, di cui i partiti e il comportamento elettorale rappresentano
le modalità più sviluppate e diffuse (vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 383 e a
p. 385).
Particolare attenzione viene rivolta alla comunicazione politica e al suo rapporto con i mass media (argomento del BRANO ANTOLOGICO di Umberto
Eco a p. 377).
PARTE 8 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con l’antropologia per studiare le forme di legimittimazione del potere nelle società primitive (il prestigo del
«capo» e la fiducia che viene riposta in lui).
◗ Raccordo con la psicologia sociale per studiare i pregiudizi,
gli stereotipi, le opinioni, i meccanismi dell’influenza sociale, che
possono condizionare le modalità di partecipazione e di comunicazione politica.
PROGRAMMAZIONE
25
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 9
11:28
Pagina 26
LE DIFFERENZE DI GENERE
La PARTE 9 è dedicata a un argomento che solo a partire dagli anni Settanta
del secolo scorso è stato affrontato in modo specifico dalla sociologia. Prima
di allora, infatti, le problematiche relative alle differenze di genere erano
ricomprese in tematiche sociologiche più ampie (come, per esempio, il concetto di socializzazione di genere nella socializzazione, il ruolo e i compiti
domestici della donna nella famiglia, le differenze sessuali nelle disuguaglianze sociali ecc.).
In particolare fu per l’impulso del movimento femminista che si sentì l’esigenza di trattare il
problema delle differenze sessuali in modo peculiare, come un ambito a sé stante della teoria
sociologica. Questo spiega perché, a tutt’oggi, questa tematica non sia stata indagata in
maniera organica, presentando in alcuni settori, conoscenze lacunose o, al contrario, molto
particolareggiate.
Periodo di attuazione
2° quadrimestre febbraio
Tempi previsti
9 ore totali
Capitolo 1 Il sesso e il genere
Il genere viene presentato come quel peculiare carattere di costruzione sociale legato al dato fisico-anatomico che in ogni società contraddistingue il
maschile e il femminile. Concetto recente nella teoria sociologica, il genere
è stato utilizzato per studiare alcuni ambiti della vita sociale particolarmente connessi con l’identità sessuale, come la socializzazione e la disuguaglianza sociale (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 390).
Il dilemma se la disuguaglianza tra uomini e donne sia il frutto di differenze
biologiche oppure un’invenzione sociale, ha ripercurssioni anche sui ruoli
attributi agli uni e alle altre nella società e sulle conseguenti discriminazioni.
Il BRANO ANTOLOGICO di Gilles Lipovetsky a p. 412 considera il problema dell’uguaglianza
delle opportunità.
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 1 ora per la presentazione
del testo e della mappa
concettuale a p. 390
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 412
• 1 ora per le attività
PARTE 9 Indicazioni bibliografiche
Per il concetto di genere:
◗ Un testo antropologico classico è Françoise Héritier, Maschile e
femminile. Il pensiero della differenza, Laterza, Roma-Bari 2002.
◗ Un volume sociologico di riferimento è invece Simonetta
Piccone Stella e Chiara Saraceno (a cura di), Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, il Mulino, Bologna 1996.
◗ Più recente e di carattere più generale: Robert W. Connell,
Questioni di genere, il Mulino, Bologna 2006.
26
PROGRAMMAZIONE
Per la divisione sessuale del lavoro:
◗ Ester Boserup, Il lavoro delle donne. La divisione sessuale del lavoro nello sviluppo economico, Rosenborg & Sellier, Torino 1982.
Per un’analisi storica dei ruoli della donna nella famiglia e nel
lavoro:
◗ Georges Duby e Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne (5
voll.), Laterza, Roma-Bari 1991.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 27
Capitolo 2 La divisione sessuale del lavoro
Il Capitolo delinea sinteticamente le tappe principali di quella forma caratteristica di divisione del lavoro che è legata all’identità sessuale, focalizzando
in particolare la situazione nelle prime società industriali e in quelle industriali avanzate (vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 397).
La stessa impostazione del tema si presta ad approfondimenti di tipo storico, anche se ben circoscritti (per esempio, l’analisi del lavoro femminile
operaio nella prima rivoluzione industriale, la nascita delle prime figure
professionali tipicamente femminili ecc.).
Il BRANO ANTOLOGICO di Maria Letizia Pruna a p. 413 affronta, relativamente alla presenza delle donne nel mondo del lavoro odierno, il fenomeno denominato segregazione verticale (cioè la difficoltà per la donna di accedere a incarichi dirigenziali di prestigio).
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 1 ora per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali a p. 397
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 413
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 La donna e la famiglia
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 1 ore per la presentazione
del testo
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 415
• 1 ora per le attività
Il Capitolo analizza l’evoluzione dei ruoli e dei compiti «maschili» e «femminili» all’interno della famiglia (vedi BRANO ANTOLOGICO di Marina Piazza a
p. 415 e, in aggiunta, l’istogramma a p. 408), con un riferimento particolare alla trasfornazione che l’organizzazione del lavoro domestico ha subito
nel passaggio dalla società industriale a quella postindustriale.
PARTE 9 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la pedagogia per considerare la persistenza
delle differenze di genere nell’educazione.
◗ Raccordo con la psicologia e la psicologia sociale per considerare gli effetti provocati sull’identità personale dalle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro.
PROGRAMMAZIONE
27
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 28
PARTE 10 IL WELFARE STATE
Questa Parte è dedicata a un argomento che è stato molto studiato e dibattuto dalla sociologia. Se negli anni Settanta, in corrispondenza con la cosiddetta età d’oro del Welfare, i sociologi si «occuparono» di classificare le varie
tipologie e di identificarne le conseguenze sociali, attualmente è soprattutto la crisi che ha investito l’idea stessa di «Stato sociale» ad essere maggiormente approfondita.
Questo per la sociologia ha comportato la messa a fuoco di nuovi fenomeni sociali, come, per
esempio, le attività legate al cosiddetto Terzo settore, che sembrano discendere in maniera più
o meno diretta dai principi che avevano il Welfare State.
Agganciandosi a fatti concreti e quotidiani, per il docente è possibile sottolineare sia l’importanza dello Stato sociale sia la «novità» rappresentata dal Terzo settore, mostrandone le ripercussioni sull’organizzazione sociale e sulla cultura.
Periodo di attuazione
2° quadrimestre marzo
Tempi previsti
8 ore totali
Capitolo 1 Il Welfare State
La comprensione e la definizione del Welfare State richiama, necessariamente, il concetto di cittadinanza sociale come ampliamento di quella giuridica
e politica (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 424). Per esemplificare efficacemente questi passaggi il docente può richiamarsi a fatti di attualità (per
esempio, il fenomeno dell’emigrazione clandestina) che mostrano in concreto il rapporto esistente fra questi tre livelli di diritti.
Successivamente vengono presentati le origini, gli sviluppi e le tipologie del
Welfare State (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 430).
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo e delle mappe
concettuali a p. 424 e a p. 430
• 1 ora per le attività
PARTE 10 Indicazioni bibliografiche
Per il concetto di Welfare State:
◗ Yuri Kazepov e Domenico Carbone, Che cos’è il Welfare State,
Carocci, Roma 2007.
◗ Enzo Mingione, Sociologia della vita economica, Carocci , Roma
1997, cap. 2.
Per la crisi del Welfare State:
◗ Maurizio Ferrera, Le trappole del Welfare, il Mulino, Bologna
1998.
28
PROGRAMMAZIONE
Per uno studio aggiornato del Terzo settore nel nostro Paese:
◗ Il Terzo settore in Italia. Culture e pratiche, a cura di P. Donati e I.
Colozzi, Franco Angeli, Milano 2004.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 29
Capitolo 2 Le politiche sociali e il terzo settore
Il Capitolo delinea sinteticamente le principali aree di intervento del Welfare
State, corrispondenti alle diverse tipologie sopra identificate. Si passa poi ad
analizzare la crisi dello Stato sociale (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 439), che
può essere introdotta dal docente partendo da rilevazioni pratiche e quotidiane (per esempio i problemi legati alla sanità italiana ecc.). È tuttavia
opportuno sviscerare a livello sociologico tutti i termini dell’esempio scelto,
senza cadere nella polemica fine a se stessa. Alle condizioni che hanno favorito lo sviluppo del Welfare e a quelle che successivamente ne hanno provocato la crisi, è dedicato il BRANO ANTOLOGICO di Robert Castel a p. 444.
A questo punto diventa possibile motivare la nascita del privato sociale (Terzo settore) come
una diretta conseguenza della crisi del Welfare. In particolare quest’ultimo argomento può
essere accompagnato da un’attività pratica particolarmente efficace: stimolare i ragazzi a compilare un specie di «censimento» delle attività e delle strutture sul territorio che si possono
classificare come Terzo settore.
Infine è utile la lettura del BRANO ANTOLOGICO di Costanzo Ranci a p. 446, che considera
ruolo e forme del volontariato nella nostra società.
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e della mappa concettuale
a p. 439
• 2 ore per la presentazione, la
lettura e il commento dei brani
antologici a p. 444 e a p. 446
• 1 ora per le attività
PARTE 10 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la psicologia e la psicologia sociale per studiare i riflessi negativi sulla personalità in seguito alle emergenze della vita (crisi d’identità, ostacolo agli interessi personali e sociali, difficoltà relazionali ecc.)
PROGRAMMAZIONE
29
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 30
PARTE 11 LA COMUNICAZIONE E I MASS MEDIA
La PARTE 11 è dedicata a uno degli aspetti che più caratterizzano le società
industriali avanzate: la comunicazione. Pur essendo un fenomeno comune a
tutte le culture, solo nella società occidentale la comunicazione ha assunto
forme, mezzi e significati così rilevanti da condizionare e influenzare in
misura considerevole i comportamenti individuali e collettivi.
L’interesse del sociologo si rivolge proprio a queste conseguenze sociali e alla loro connessione con il settore economico (industria culturale).
Periodo di attuazione
2° quadrimestre aprile
Tempi previsti
12 ore totali
Capitolo 1 La comunicazione
Tempi previsti
3 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e delle mappe concettuali
alle pp. 457, 461 e 462
• 1 ora per le attività
Il Capitolo è dedicato alla chiarificazione della comunicazione, di cui vengono individuate le condizioni (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 457) e le forme
principali (vedi MAPPE CONCETTUALI a p. 461 e a p. 462). Particolare attenzione è rivolta al fenomeno del linguaggio come istituzione sociale, nella sua
duplice forma verbale e non verbale.
PARTE 11 Indicazioni bibliografiche
Per un’introduzione generale al mondo dei mezzi di comunicazione di massa:
◗ Gill Branston e Roy Stafford, Teorie e tecniche dei mass media,
Zanichelli, Bologna 2007.
Per una teoria dei media:
◗ I testi classici sono quelli di Marshall McLuhan, Gli strumenti
del comunicare, Garzanti, Milano 1986, e La galassia Gutenberg,
Armando, Roma 1991.
◗ Una visione innovativa è offerta da John B. Thompson, Mezzi
di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna 1998.
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PROGRAMMAZIONE
Per gli effetti dei media:
◗ Sara Bentivegna, Teorie della comunicazione di massa, Laterza,
Roma-Bari 2003.
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Capitolo 2 I mass media
Tempi previsti
5 ore totali da suddividersi in
• 3 ore per la presentazione
del testo
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 490
• 1 ora per le attività
Dopo aver delineato il concetto di comunicazione di massa (a cui è dedicato il BRANO ANTOLOGICO di John B. Thompson a p. 490), ne vengono presi
in rassegna i mezzi principali, con un’attenzione particolare ai new media.
Il docente può utilmente partire dalla diretta e quotidiana fruizione dei
mass media da parte dei ragazzi per introdurre molti concetti e integrare
alcune tematiche con excursus di tipo storico (per esempio la storia della
televisione in Italia, la nascita del cinema o di Internet ecc.).
Capitolo 3 Le caratteristiche della comunicazione mediale
Si analizzano le caratteristiche principali della comunicazione mediale, di cui
si sottolineano gli effetti sociali più rilevanti: l’omogeinizzazione dei comportamenti e la modificazione dell’esperienza personale (in quanto i media sono
una «finestra» continuamente aperta anche su realtà da noi distanti).
La comunicazione mediale viene inoltre considerata in diretta connessione
con l’industria culturale (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 486), un settore cardine all’interno della società della comunicazione.
Il BRANO ANTOLOGICO di Paolo Jedlowski a p. 491 affronta il fenomeno
noto come inquinamento culturale, che rende difficile a ognuno di noi
orientarsi nella massa di informazioni che ogni giorno ci investe.
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo e della mappa
concettuale a p. 486
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 491
• 1 ora per le attività
PARTE 11 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la pedagogia e la psicologia per studiare l’apprendimento del linguaggio e la comunicazione verbale e non verbale.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per considerare le trasformazioni che i new media hanno introdotto nelle relazioni
interpersonali e con la pedagogia per valutarne l’utilizzo nella
didattica.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per considerare gli effetti
dei media sul pubblico (adulti, adolescenti, bambini).
◗ Raccordo con la psicologia sociale per considerare le conseguenze del digital divide.
PROGRAMMAZIONE
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PARTE 12 LA GLOBALIZZAZIONE
E LA SOCIETÀ MULTICULTURALE
La Parte conclusiva è dedicata a uno degli aspetti più attuali della ricerca
sociologica: il fenomeno della globalizzazione sta portando la società a uno
sviluppo radicalmente nuovo, che ha necessariamente bisogno, per essere
compreso e studiato, di nuove categorie interpretative (società transnazionale, multiculturalismo...).
La globalizzazione per un verso rimanda all’analisi dei vincoli spaziali e temporali a cui sono sottoposte tutte le collettività umane (e pertanto alla tradizione consolidata
della sociologia urbana e rurale); per un altro verso, però, essa rappresenta un superamento di
quei vincoli: una trasformazione così innovativa della vita associata in tutte le sue forme da
rendere incerto ed estremamente difficoltoso l’uso dei concetti tradizionali.
Periodo di attuazione
2° quadrimestre maggio /
prima settimana giugno
Tempi previsti
12 ore totali
Capitolo 1 La società e il vincolo dello spazio
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione del
testo e della mappa concettuale
a p. 501
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 526
• 1 ora per le attività
Dopo aver chiarito in che senso tutte le società sono soggette a vincoli spaziali e temporali, viene approfondita la distinzione fra società e comunità
(vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 501). Il discorso sulle comunità locali può
essere introdotto chiedendo ai ragazzi di portare, sulla base delle proprie
conoscenze dirette, un esempio di comunità.
Il processo di urbanizzazione, la vita metropolitana e la descrizione delle conseguenze sui comportamenti collettivi e individuali (efficacemente descritti
nel BRANO ANTOLOGICO di Georg Simmel a p. 506) vengono individuati
come i diretti presupposti del fenomeno della globalizzazione.
PARTE 12 Indicazioni bibliografiche
Per l’organizzazione sociale dello spazio:
◗ Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli,
Corso di sociologia, il Mulino, Bologna 1997, pp. 671-699.
◗ Saskia Sassen, Le città nell’economia globale, il Mulino, Bologna
1997.
32
PROGRAMMAZIONE
Per il fenomeno della globalizzazione:
◗ Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità, il Mulino,
Bologna 1994.
◗ Ulrich Beck, Che cos’è la globalizzazione?, Carocci, Roma 2001.
Per la società multiculturale:
◗ Complementari sono i due volumi di Laura Zanfrini, Sociologia
della convivenza interetnica, Laterza, Roma-Bari 2004, e Sociologia
delle migrazioni, Laterza, Roma-Bari 2007.
◗ Un approfondimento sulle conseguenze politiche della società multiculturale per le democrazie liberali si trova in Will
Kymlicka, La cittadinanza multiculturale, il Mulino, Bologna
1999.
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Capitolo 2 Verso la globalizzazione
Il Capitolo è dedicato al fenomeno della globalizzazione, definito come uno
stato di connettività complessa della società. Vengono quindi analizzate le
varie forme del fenomeno stesso, mettendone in luce la complessità e le
contraddizioni (vedi MAPPA CONCETTUALE a p. 512).
Si consiglia di esemplificare queste tematiche prendendo spunto da fatti di
attualità: la globalizzazione delle informazioni e dei prodotti (abbigliamento, musica ecc., per citare alcuni esempi vicini ai “ragazzi”), il problema ecologico ecc.
Il BRANO ANTOLOGICO di Zygmunt Bauman a p. 527 considera la globalizzazione come superamento dei confini spaziali e mostra come sia ben diversa e privilegiata la
condizione del viaggiatore cosmopolita (che viaggia per lavoro) rispetto a quella del profugo (che
si trasferisce perché costretto).
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo e della mappa
concettuale a p. 512
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 527
• 1 ora per le attività
Capitolo 3 La società multiculturale
Si affronta uno degli effetti più evidenti della globalizzazione: la percezione, in maniera sempre più frequente, anche nella vita quotidiana, dell’esistenza di quelle che i sociologi chiamano le differenze culturali.
A questo proposito il Capitolo mostra il passaggio storico-sociale dai movimenti per i diritti civili degli anni Settanta, che si ispiravano a ideali universalistici ed egualitari, all’attuale tematica del multiculturalismo, un modello
di convivenza interetnica e interculturale fondato sulla valorizzazione delle
differenze.
Proprio su quest’ultimo aspetto, dove è così difficile essere avalutativi, si possono invitare gli
studenti a una riflessione sociologica, che, prendendo spunto dall’incontro quotidiano con le
“diversità”, sappia elevarsi al rango dell’obiettività e dell’impersonalità scientifica.
Il BRANO ANTOLOGICO di Roger Silverstone a p. 529 considera il ruolo dei media (e dei new
media in particolare) all’interno dei fenomeni migratori: ruolo visto come positivo perché
consente di non perdere il contatto con il Paese di provenienza.
Tempi previsti
4 ore totali da suddividersi in
• 2 ore per la presentazione
del testo
• 1 ora per la presentazione,
la lettura e il commento
del brano antologico a p. 529
• 1 ora per le attività
PARTE 12 Approfondimenti interdisciplinari
◗ Raccordo con la psicologia sociale per analizzare le relazioni
interpersonali in una comunità o nella metropoli.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per considerare il passaggio, tramite l’uso dei new media, dalla relazione «faccia a
faccia» alle relazioni «virtuali».
◗ Raccordo con l’antropologia per comprendere il relativismo
della nozione di cultura.
◗ Raccordo con la psicologia sociale per considereare il problema dell’ identità personale rispetto al multiculturalismo.
PROGRAMMAZIONE
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CASI DI STUDIO
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Pagina 36
PARTI 1 E 2
LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI
L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO SOCIOLOGICO
◗ Dato il carattere prevalentemente storico delle PARTI
1 e 2, l’insegnante può proporre un lavoro sui due fondamentali paradigmi sociologici e sugli autori (i classici)
che hanno posto le basi della sociologia e che hanno
formulato le categorie e le teorie cui ancora oggi si rifanno i sociologi nell’interpretazione della società.
◗ È opportuno che i ragazzi siano consapevoli tanto
della contiguità della sociologia con le altre scienze
umane e sociali, quanto della sua specificità.
◗ Una riflessione sulla nascita e sullo sviluppo della
società industriale, sulle trasformazioni storicamente
descrivibili che essa ha prodotto sulla vita quotidiana, permette ai ragazzi di cogliere l’attualità del contributo di autori come Émile Durkheim e Max
Weber, che altrimenti potrebbero apparire inutili per
la comprensione dell’oggi.
◗ Concretamente l’insegnante può assegnare in lettura
alcuni brani di autori diversi, rappresentanti di scuole
di pensiero differenti, e proporre una serie di domande
per indurre i ragazzi a un atteggiamento critico e consapevole, così da cogliere differenze e somiglianze.
◗ L’obiettivo principale è quello di rendere i ragazzi
avvertiti del fatto che, nonostante la profonda diversità di linguaggio, autori come Durkheim e Weber,
ma anche Simmel o Pareto, si sono in realtà occupati dello stesso oggetto di ricerca, vale a dire la società
europea nella quali vivevano, in un periodo di profonda trasformazione come è stato quello dell’industrializzazione di fine Ottocento.
Questi studiosi erano interessati a comprendere
quello che stava rapidamente spazzando via modi di
vivere e rapporti sociali stabili da moltissimo tempo
e che si presentava come una svolta epocale, sul piano economico, sociale, culturale, politico, religioso.
◗ Qui di seguito si propone semplicemente una traccia che può essere utilizzata per avviare questo tipo di
lavoro.
AT T I V I TÀ
Dopo aver letto attentamente i due brani antologici a p. 33 e a p. 79 – il primo di un sociologo dei
nostri giorni, Jon Elster il secondo di un “classico”
come Émile Durkheim – individua gli eventuali
elementi che essi hanno in comune o gli eventuali
aspetti per i quali differiscono, cercando di mettere a fuoco il paradigma (dell’azione o della struttura) al quale fanno riferimento.
1 Quale dei due brani ti sembra più di carattere
teorico e quale più di carattere empirico?
2 Riassumi la tesi di fondo di ciascuno dei due
autori e verifica se, pur nella diversità dello stile, sono confrontabili.
36
CASI DI STUDIO
3 A quale paradigma sociologico fanno capo?
Si tratta di paradigmi diversi o sottintendono lo
stesso paradigma?
4 Motiva la tua risposta cercando di individuare
da quali elementi teorici e da quali affermazioni si riconosce l’influsso del paradigma che hai
individuato.
5 Nella Parte 1 (paragrafo 3.3, p. 22) l’esemplificazione del concetto di paradigma viene svolta
prendendo in considerazione il fenomeno del
linguaggio.
I due autori considerati portano a esempio altri
fenomeni sociali? Se sì, quali?
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PARTE 3
LE STRUTTURE DELLA SOCIETÀ
◗ Come si comportano le persone quando hanno a
che fare con le diverse istituzioni sociali? I loro comportamenti corrispondono a quanto ci si attende da
loro?
◗ La risposta a queste domande ci permette di comprendere come la vita quotidiana di ciascuno di noi
sia direttamente interessata dalle varie istituzioni di
cui si compone la società, e che spesso consideriamo
– erroneamente – come lontane.
◗ Per questo motivo può essere utile proporre ai ragazzi di compiere un’osservazione partecipante in diversi contesti, nei quali le loro azioni quotidiane rivestono un significato per la società.
◗ A scopo esemplificativo si suggerisce un percorso di
osservazione così concepito. Si raccomanda di predisporre accuratamente una griglia in base alla quale
annotare tutti i dettagli che possono aiutare a comprendere i vari gradi di istituzionalizzazione e quindi
anche i vari tipi di «responsabilità» o «irresponsabilità» individuale riscontrati.
◗ Concretamente l’insegnante può assegnare in lettura
alcuni brani di autori diversi, rappresentanti di scuole
di pensiero diverse, e proporre una serie di domande
per indurre i ragazzi a un atteggiamento critico e consapevole, così da cogliere differenze e somiglianze.
AT T I V I TÀ
Ogni studente (o gruppo di studenti) può prendere parte a una delle seguenti situazioni sociali
tipiche:
a. Ritirare un certificato di residenza presso gli uffici comunali.
b. La cena in famiglia.
c. Una partita di calcio con gli amici.
d. Assistere a un concerto musicale.
e. Fare un viaggio in treno.
f. Acquistare un capo di vestiario presso un grande magazzino.
• È necessario effettuare un’attenta osservazione della situazione scelta, che deve poi essere
descritta nei particolari, prestando attenzione
soprattutto alle molteplici forme di azione e interazione sociale di cui si compone.
• L’obiettivo finale è quello di mettere in evidenza il livello di istituzionalizzazione presente in
ciascuna situazione. Lo studente (o il gruppo
1
2
3
4
5
di studenti) risponda, a tale scopo, alle seguenti domande:
Chi sono i soggetti coinvolti nella situazione osservata?
Quali ruoli sociali svolge ciascuno di essi?
Quali azioni sono connesse ai diversi ruoli? Quali
sono le attese di ruolo, cioè le azioni che ci si aspetta di veder compiere da parte di ciascun soggetto in base al ruolo? Quali comportamenti sono
invece discrepanti rispetto alle attese di ruolo?
Qual è il livello di istituzionalizzazione proprio di ciascuna delle azioni e interazioni sociali che sono
state individuate? (si faccia riferimento direttamente ai paragrafi 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, p. 90 e sgg.
e alla distinzione, lì illustrata, tra azioni occasionali, abituali, tipizzate e oggettivate.)
Quali sono le istituzioni sociali e le organizzazioni
sociali coinvolte nelle situazioni descritte?
CASI DI STUDIO
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PARTE 4
DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE E CONFLITTO
◗ Com’è stratificata la popolazione nella tua città (o
nella tua regione)? Quali sono le principali differenze rispetto alla situazione italiana generale? Per rispondere a queste domande occorrono delle informazioni che si possono raccogliere effettuando una
ricerca tra le fonti statistiche disponibili.
Sono utili alcuni dati tra quelli che ogni dieci anni
vengono raccolti tramite i censimenti della popolazione, e che l’Istat pubblica in volumi tematici. Altri
istituti di ricerca pubblicano annualmente studi sulla situazione del Paese. Il Rapporto più noto, dopo
quelli dell’Istat, è quello curato dal Censis, che può
diventare uno strumento di lavoro con la classe.
◗ Come è stato illustrato in questa Parte, possiamo
individuare i diversi strati che compongono la società. La sociologia definisce di solito tali strati come
classi o come ceti. Nel primo caso, il criterio che ci permette di riconoscere le diverse classi è la posizione professionale. Nel secondo, i consumi e le abitudini della
vita quotidiana ci indicano il ceto di appartenenza.
◗ Anche altre informazioni sulle persone che fanno
parte della società servono per comprendere come
essa è stratificata. In particolare il titolo di studio, la
composizione famigliare, il tipo di abitazione, sono
variabili importanti, in quanto indicatori attendibili
del modo di vivere e delle posizioni occupate dalle
persone nella società.
◗ L’attività proposta, dunque, prevede che gli studenti si procurino gli elementi utili a rispondere alle domande di seguito formulate.
Molte di queste informazioni sono reperibili nelle
pubblicazioni del censimento che viene effettuato
ogni dieci anni (l’ultimo è del 2001). L’Istat, però,
svolge periodicamente altre rilevazioni più settoriali,
tramite le quali tiene sotto costante monitoraggio
l’evoluzione economica e sociale del Paese.
◗ In particolare, ogni anno viene pubblicato un
Rapporto sulla situazione sociale del Paese. In tale volume
sono affrontati con dati e commenti, argomenti variabili anno per anno; è inoltre presente un’appendice di
tavole statistiche (non commentate) su altri temi.
◗ Ogni anno viene pubblicato anche un testo più
completo, l’Annuario statistico italiano, che riporta
tavole statistiche su tutti i temi monitorati annualmente (popolazione, sanità, commercio, prezzi, retribuzioni, famiglie ecc.).
◗ Esistono poi altre pubblicazioni a scadenza infraannuale, che si riferiscono a temi affrontati separatamente. Un ulteriore strumento di consultazione interessante per fare confronti su differenti realtà territoriali è costituito dai volumi Le regioni in cifre.
◗ Presso l’Istat è disponibile un catalogo di tutte le
pubblicazioni, ed è possibile venire periodicamente
informati su quelle nuove.
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CASI DI STUDIO
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AT T I V I TÀ
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A partire dai dati contenuti in tali pubblicazioni,
l’insegnante può proporre diverse attività, su vari
temi, seguendo anche gli interessi maggiormente
avvertiti tra i suoi studenti. I quali, divisi in gruppo, possono consultare le pubblicazioni e utilizzare i dati già organizzati nelle tabelle a doppia
entrata.
• Occorre fare molta attenzione per leggere correttamente i numeri, specialmente quando si
tratta di valori percentuali, per individuare su
quale totale (100%) esse sono calcolate.
• Gli interrogativi a cui dare risposta con l’ausilio
delle pubblicazioni Istat possono essere i seguenti:
1 In quali attività sono occupati gli abitanti della
tua città/regione? E quelli dell’Italia? Indicare,
per le diverse attività, il numero e la percentuale
sul totale della popolazione.
2 Quali sono i titoli di studio degli abitanti della tua
città/regione? E quelli degli abitanti dell’Italia?
Indicare, per i diversi titoli di studio, il numero e
la percentuale sul totale della popolazione.
3 Quali tipi di famiglie sono presenti nella tua
città/regione? E in Italia? Indicare, per i diversi tipi di famiglia, il numero e la percentuale sul totale della popolazione.
4 In quale tipo di abitazioni vivono le famiglie italiane nella tua città/regione? E in Italia? Indicare
per i diversi tipi di abitazione il numero e la percentuale sul totale della popolazione.
5 Come è composto il paniere dei consumi famigliari,
per le diverse tipologie di reddito nella tua
città/regione? E in ltalia? Indicare le percentuali
di spesa che le persone dedicano alle diverse voci
(alimenti, abbigliamento, casa, cultura e tempo
libero ecc.) contenute nel paniere dei consumi,
raggruppandole per tipi di reddito disponibili.
• Dopo aver raccolto i dati e averli rappresentati in tabelle, gli studenti possono cercare di
interpretarli alla luce dei contenuti esposti
nella Parte 4, e aiutandosi con i commenti
proposti nelle pubblicazioni statistiche.
CASI DI STUDIO
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PARTE 5
I METODI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
◗ Quali sono gli interessi e le aspettative dei giovani
nel loro tempo libero? Quali attività li coinvolgono
maggiormente?
La finalità didattica dell’attività consiste nel far sperimentare ai ragazzi dapprima come si costruiscono
il disegno di ricerca e gli strumenti di rilevazione; successivamente, come si somministrano le interviste e
come si interpretano i risultati.
◗ Per trovare un punto di partenza e inquadrare il fenomeno oggetto di studio, è di solito utile conoscere i risultati delle principali ricerche già svolte sullo stesso tema.
Sono disponibili numerosi studi; a titolo esemplificativo, forniamo una pagina tratta da una delle ricerche
che periodicamente l’istituto Iard di Milano svolge sui
giovani, e che costituiscono ormai il punto di riferimento per tutti coloro che affrontano tale tema.
◗ Nella pagina proposta la sociologa Letizia
Caporusso mette in luce come l’uso del tempo libero
da parte dei giovani dipenda da alcune importanti
variabili: l’età, anzitutto, quindi l’estrazione sociale e
la posizione rispetto al mondo del lavoro o al mondo
dello studio.
◗ Inoltre la studiosa mette in luce chiaramente come
l’identificazione tra tempo libero e divertimento sia
molto affrettata.
La studiosa giunge a questa conclusione, in parte
perché l’accento posto sul divertimento contraddistingue l’uso del tempo libero solo per i più giovani;
in parte perché, anche per questi ultimi, il valore intorno a cui far ruotare l’uso del tempo libero non è
tanto il divertirsi in sé, quanto piuttosto lo stare in
compagnia e coltivare i rapporti con altre persone.
«La sola rilevazione della frequenza o delle forme dei “passatempi” non è sufficiente a rivelarci se il tempo libero
sia anche leisure time (cioè tempo “dell’ozio”); è l’attore in prima persona, attraverso la sua percezione della qualità delle esperienze vissute, a caricare di significato il proprio tempo libero trasformandolo in un atteggiamento,
in una “condizione dell’anima”. La dimensione quantitativa del tempo disponibile va quindi legata agli aspetti
qualitativi che lo caratterizzano […].
L’opinione diffusa ritrae i giovani come principalmente dediti allo svago e al divertimento. Dai dati dell’Istituto
Iard emerge, tuttavia, che l’avere tempo libero riveste, agli occhi dei diretti interessati, un ruolo importante ma
non centrale: la loro vita ruota attorno alle persone (la famiglia, gli amici, l’amore) piuttosto che attorno alle attivitàà connesse alla dimensione ricreativa.
Nella classifica delle cose che contano, tempo libero, divertimento e sport rappresentano, però, un efficace sensore
del processo di crescita e della variazione nell’ordine di priorità che esso comporta. Al crescere dell’età, infatti, la rilevanza attribuita a questi aspetti della vita diminuisce sensibilmente ed emergono con maggior forza preoccupazioni
legate all’individuo più che alla sua necessitàà di fare gruppo […]. Non si tratta soltanto di un ridimensionamento
dell’entusiasmo che spinge gli adolescenti a vedere tutto molto chiaro o tutto molto scuro: nella fascia d’età più matura si osservano altri “valori” che ottengono punteggi alquanto elevati; lavoro, rispetto delle regole, sicurezza e ordine
pubblico diventano più salienti col passare degli anni e si sostituiscono, in un’ipotetica graduatoria, ad aspetti della
vita piùù legati alla socialità.
Anche l’uso dei termini tempo libero e divertimento riflette strutture di preferenza che fanno capo a gruppi sociali non omogenei […]: la ricerca di eccitazione e divertimento, così come il bisogno di quiete, dipenderebbero
infatti, in questa prospettiva, dal tipo di attività lavorativa esercitata. Se divertirsi risulta molto importante per
circa la metà degli studenti intervistati, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, chi proviene da
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CASI DI STUDIO
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una famiglia di estrazione sociale superiore e ha un background culturale elevato predilige la definizione, più
generica e più ricca di possibili sfumature, di “tempo libero”. È tra questi ultimi che si registra […] il più forte
ridimensionamento al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro: i giovani occupati di classe superiore mostrano, infatti, una sensibile flessione nella centralità attribuita al tempo libero (il 64% degli studenti lo descrive
come “molto importante”, contro il 43% di chi ha iniziato a lavorare), che non si avverte invece negli altri gruppi considerati.»
(da L. CAPORUSSO, Il tempo libero, in C. Buzzi, A. Cavalli, A. De Lillo (a cura di), Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto
Iard sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna 2007)
AT T I V I TÀ
Utilizzando questi spunti di riflessione la classe discute collegialmente l’oggetto specifico della ricerca, le ipotesi, il tipo di persone che si intendono intervistare come fonte delle informazioni, il tipo di
interviste che si ritengono utili. Successivamente,
divisi in gruppi, i ragazzi predispongono gli strumenti di rilevazione e svolgono le interviste.
Dopo che ogni gruppo ha analizzato il materiale rilevato tramite le interviste (o tramite la raccolta di
materiale bibliografico o pubblicistico, vale a dire
articoli di giornale), la classe discute collegialmente i risultati e formula delle interpretazioni comuni.
Proponiamo ora una possibile traccia di svolgimento dell’attività.
a. Definizione dell’oggetto:
Il tempo libero dei giovani.
b. Questioni da chiarire:
Che cosa è il tempo libero? Come lo si riconosce?
Che cosa lo differenzia dal tempo di lavoro o di
studio? Quali offerte di consumo del tempo libe-
ro trovano i giovani nella proria città o nella propria regione? Chi sono i giovani e come li si riconosce? Quale fascia d’età ci interessa?
c. Definizione delle persone che possono fornire informazioni:
– gestori di locali frequentati dai giovani e organizzatori di attività loro indirizzate;
– insegnanti e operatori sociali che si occupano
dei giovani;
– genitori di giovani nella fascia di età che è stata
scelta;
– i giovani stessi, che usufruiscono dell'offerta
del territorio.
• Nei primi tre casi si tratta di testimoni privilegiati: gli
uni offrono il punto di vista economico del mercato sul tema, i secondi quello politico-sociale, i
terzi quello famigliare.
È consigliabile che i ragazzi discutano con l'insegnante differenze e complementarità di tali punti
di vista, e quindi delle informazioni che queste
persone possono fornire per la ricerca.
CASI DI STUDIO
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➧
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• Stesura del questionario, contenente solo domande
sui comportamenti; riportiamo un esempio (i dati qui segnati sono puramente indicativi):
Più di 1 volta
a settimana
Quanto spendi per il tuo tempo libero alla settimana?
€ 5,00 - 25,00
€ 25,00 - 50,00
€ 50,00 - 100,00
oltre? € 100,00
• Quante volte frequenti le seguenti attività di tempo libero?
Circa 1 volta
a settimana
1 volta al mese
Raramente o mai
Discoteca
Cinema
Teatro
Concerto
Sala giochi
Bar/birreria
Ristorante/pizzeria
• Naturalmente il questionario deve contenere tutti
i dati strutturali (età, sesso, luogo o zona di residenza, composizione della famiglia d’origine, fascia di reddito propria e della famiglia).
• Intervista non strutturata a un gruppetto significativo
di giovani che svolgano alcune attività giudicate
particolarmente interessanti nel loro tempo libero, in modo da approfondire un sistema di motivazioni particolari (gruppo di teatro o di musica
rock, centro sociale ecc.).
• In questo caso la predisposizione della traccia
d’intervista è più complessa, poiché deve prevedere tutti i temi che sia rilevante approfondire, ma
non formulati sotto forma di domande.
• Il colloquio va impostato come una chiacchierata
in cui il giovane deve essere nella condizione di raccontare le proprie esperienze e il proprio vissuto a
ruota libera. L’intervistatore, dopo aver posto il
tema del colloquio (per esempio: «Ora parliamo
di come trascorrono il tempo libero i giovani come te»), si limiterà a condurre l’intervistato a ciò
che lo interessa, chiedendo: «Hai detto questo,
non ho capito bene, puoi spiegarmi?», «Vogliamo
riprendere quello che hai detto prima?» ecc.
È importante che i «rilanci» dell’intervistato siano
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CASI DI STUDIO
•
1
2
3
4
5
6
7
•
neutri: questo significa che non devono contenere suggerimenti di temi e neppure giudizi impliciti.
Esempio di temi da porre nella traccia dell’intervista:
Bilancio del tempo di una settimana tipo.
Distinzione tra tempo libero e tempo impegnato.
Nel tempo libero: produzione di cultura o consumo di
cultura?
Rapporto con il denaro utilizzato: viene dai genitori oppure lo guadagnano loro?
Luoghi frequentati (da soli o in compagnia).
Attività svolte (svago, impegno culturale, religioso,
politico, volontariato).
Persone con cui condividere il tempo libero (compagni,
colleghi, gruppo spontaneo, gruppo organizzato).
Le varie interviste vanno registrate, e successivamente trascritte fedelmente. Il commento può essere svolto da vari gruppi.
Si può effettuare l’interpretazione dei risultati
confrontando quanto emerge dall’attività con i
principali risultati di qualche studio nazionale, come sono quelli curati dallo Iard.
Si veda per esempio: C. Buzzi, A. Cavalli, A. De
Lillo (a cura di), Rapporto giovani, Sesta indagine Iard
sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna
2007.
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PARTE 6
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
◗ Come abbiamo visto nella PARTE 6, la socializzazione
è quel processo tramite cui una società trasmette, e
quindi mantiene vivi, i valori e la cultura che la caratterizzano e per i quali un individuo diviene a tutti gli effetti membro della società in cui è nato.
Quello che si instaura tra individuo e società è un rapporto «a due direzioni», in cui ciascuno trova vantaggi
nell’accettazione delle regole che permettono la convivenza organizzata e ordinata. È però necessario che
l’individuo rinunci alla soddisfazione immediata e
completa di impulsi, desideri, aspettative.
◗ Per comprendere più a fondo questo processo, sempre ambivalente e dialettico, gli studenti possono riflettere su alcuni percorsi esemplari di socializzazione,
trattati nella letteratura, nel teatro o nel cinema.
In questi casi, naturalmente, si tratta di finzioni.
Talvolta però sono buone rappresentazioni della realtà
e hanno il vantaggio di delinerae un processo di socializzazione nella sua interezza, mentre lo studio delle mo-
dalità con cui avviene la socializzazione nella vita reale
è più difficoltoso da comprendere, poiché esso si svolge lungo tutta l’esistenza delle persone.
◗ Nella realtà le ricerche sociologiche si concentrano
pertanto su fasi ristrette del processo di socializzazione:
i modelli famigliari, i gruppi dei pari ecc.
◗ Obiettivo di questo tipo di attività è l’individuazione
delle aspettative di ruolo avanzate nei confronti delle
persone coinvolte, dei conflitti che nascono dal confronto tra esigenze sociali ed esigenze individuali, delle
forme di devianza rispetto alle prescrizioni sociali ecc.
◗ A titolo esemplificativo riportiamo la trama di un film,
Crocevia per l’inferno (1996), di John McNaughton, la
quale potrebbe costituire un testo su cui svolgere la riflessione proposta. Si potrebbe anche proiettare il film, oppure, in alternativa, leggere un racconto, un romanzo o
assistere a una rappresentazione teatrale.
«Chris Anderson è un giovane poliziotto, ex marine, che vive e lavora nei sobborghi di Chicago. La sua professionalità è impeccabile, ma la sua rigidità gli crea problemi con colleghi abituati a usare sistemi disinvolti nella
lotta al crimine.
Una sera, al pub, Chris conosce Pam, una biondina dal carattere difficile che ha appena mandato a quel paese un
fidanzato e si è tagliata una mano rompendo un bicchiere per la rabbia. Tra i due nasce una relazione: Chris porta
la ragazza al poligono, le mostra la sua moto e la collezione di pistole. Lei, impiegata in una fabbrica, lo porta a
contemplare le stelle e gli parla delle meraviglie del cosmo. Lei tende a dominare la vita sessuale della coppia,
gestendola in maniera decisamente bizzarra. Inoltre racconta a Chris un passato che si rivela essere assai dubbio.
I due, pur così diversi, decidono di sposarsi, ma già al pranzo famigliare, subito dopo le nozze, Pam dimostra di
non essere assolutamente adatta alla vita di coppia, manifestando un’assoluta insofferenza nei confronti dei genitori di Chris: insofferenza che si ripete ogni volta che la ragazza viene condotta ai pranzi organizzati dal fratello
di Chris e da sua moglie.
Nel frattempo, Pam porta avanti un’amicizia torbida con una collega omosessuale e spende molto più di quanto
il bilancio famigliare le consenta. Chris, dopo aver assunto un doppio e poi un triplo lavoro, si licenzia per problemi con i colleghi. Pam si presenta al funerale del padre del marito coi pattini e sotto l’effetto della marijuana.
Per l’ennesima volta, dopo una lite col coniuge, manifesta propositi suicidi.
Trovandosi entrambi senza lavoro e oberati dai debiti, Chris decide di riciclarsi dall’altra parte della barricata
come rapinatore di banche. Durante una delle sue imprese, il giovane viene sorpreso casualmente dalla consorte,
già insospettita dall’improvvisa e repentina trasformazione della loro situazione economica. La scoperta che il
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marito è un rapinatore dona a Pam un entusiasmo sentimentale e sessuale mai provato in precedenza. La donna
pretende di partecipare alla successiva rapina, causando diversi problemi che Chris risolve con la consueta efficienza.
Turbato dal fatto di aver dovuto ferire un poliziotto, e potendo contare su una situazione economica più che solida, Chris decide di ritirarsi e aprire una libreria. Il ritorno alla normalità è un trauma per Pam, la quale ricade in
tutti i vizi e in tutte le nevrosi che la vita della rapinatrice sembrava aver allontanato da lei. Alla fine minaccia di
lasciare il marito per il bene di lui, ma questi, pur di non perdere la donna che ama, si dimostra pronto a riprendere la carriera interrotta.
Naturalmente il ritorno al crimine è fatale ai coniugi Anderson, che vengono intercettati dalla polizia. Chris è
subito messo in condizioni di non nuocere. Pam, pur di non farsi prendere, si uccide. Chris assiste al proprio processo come se non lo riguardasse. Alla prima occasione disarma e uccide l’agente di custodia che lo sta riportando in carcere. Il suo solo desiderio è tornare sulla tomba di Pam. La sua fuga finisce presto. Un secondo poliziotto, ferito dal ragazzo, gli spara, colpendolo al cuore.»
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Individua all’interno del testo:
1 i diversi ruoli sociali interpretati dai protagonisti;
2 le aspettative sociali connesse a tali ruoli;
3 gli effettivi comportamenti dei protagonisti.
• Si possono proporre anche attività finalizzate
all’acquisizione di informazioni sui tipi di famiglia
più diffusi, così come sui percorsi scolastici
della popolazione italiana maggiore di sei anni.
Per raccogliere tali dati ci si può avvalere dei
testi pubblicati dall’Istat (vedi attività proposta nella Parte 4), ma anche di altri rapporti
statistici annuali, come è per esempio quello
curato dal Censis (Rapporto annuale sulla situazione del Paese), spesso in dotazione anche
presso le biblioteche comunali.
• Per quanto riguarda invece le agenzie di socializzazione più informali, come per esempio il
gruppo dei pari, è difficile trovare dati statistici
già organizzati in tabelle.
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Questa difficoltà è naturalmente dovuta al fatto
che tali agenzie, proprio in quanto informali, non
sono censibili in modo standardizzato o in base a
una definizione burocratica e amministrativa.
• Per avere informazioni in questo campo, occorre
piuttosto organizzare delle rilevazioni ad hoc.
L’insegnante può proporre una piccola ricerca
per conoscere meglio le varie forme dell’aggregazione giovanile, più o meno organizzata (dalle
associazioni culturali e sportive al gruppo dei
ragazzi che si incontrano al bar o sulla piazza) nel
territorio in cui è presente la scuola. Le indicazioni metodologiche sono le stesse fornite nel caso
di ricerca descritto nella Parte 5.
In particolare, in questo caso sarebbe interessante far emergere conflitti e continuità tra
queste forme di aggregazione tipicamente giovanile e le aspettative del mondo adulto, dunque
della «società» quale viene incarnata da famiglia e dalla scuola.
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PARTE 7
IL MONDO DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
◗ Come è stato messo in luce nella PARTE 7, le trasformazioni sociali in corso nel mondo del lavoro
stanno rapidamente mutando il panorama delle
occupazioni in Italia come in tutto il mondo industrializzato.
◗ Per questo motivo può risultare interessante proporre ai ragazzi una vera e propria «indagine» nella
loro città, per capire attraverso quali canali è possibi-
le trovare lavoro, quali opportunità vengono offerte
ai giovani, quali sono i titoli di studio più richiesti,
come è gestito da scuole e aziende il momento delicato del passaggio dalla formazione al lavoro e che uso
viene fatto degli strumenti legislativi pensati a questo
scopo (stage, contratti formazione-lavoro, incentivi
alle imprese per l’assunzione di giovani, formazione
interna alle aziende ecc.).
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I ragazzi possono lavorare in gruppo, muovendosi su più fronti. A titolo esemplificativo suggeriamo alcuni percorsi.
1 Breve questionario telefonico o per lettera agli
studenti (a un campione di essi) diplomati nell’istituto nei cinque anni precedenti, al fine di verificare la loro situazione occupazionale e i canali seguiti per ottenerla.
Poiché potrebbero insorgere difficoltà ad attuare questa linea di ricerca, a causa della legge sulla privacy, laddove ciò fosse possibile l’iniziativa
potrebbe essere assunta direttamente dagli organi direttivi della scuola, che potrebbero cogliere l’occasione per fare il punto degli sbocchi
occupazionali effettivamente offerti dal proprio
istituto: i risultati, se positivi, sarebbero anche
un utile strumento di promozione dell’immagine dell’istituto.
2 Individuazione delle agenzie che si occupano di
mediare l’incontro tra domanda di lavoro e offerta,
soprattutto riservata ai giovani (per esempio, gli
uffici «informagiovani»).
In questo caso si può procedere in diversi modi:
a. mediante osservazione partecipante, vale a dire utilizzando (o fingendo di utilizzare) il servizio che
tali agenzie offrono, in modo da rilevarne direttamente le procedure e la qualità;
b. compiendo un’osservazione non partecipante nei
suoi spazi, per rilevare quali giovani vi si rivolgono, che tipo di informazioni vengono fornite,
quali materiali informativi sono a disposizione
del pubblico ecc.;
c. effettuando brevi interviste semistrutturate a utenti
e operatori per comprendere quali aspettative
essi hanno, quante visite mediamente effettuano gli utenti, che tipo di servizio pensano si debba fornire, quali sono i risultati del lavoro di mediazione ecc.
3 Sfruttare conoscenze personali, articoli di giornale, eventuali informative prodotte dal Comune o dalle delegazioni sindacali e confindustriali locali, per determinare i tassi di occupazione
locale.
Infine confrontare tali dati con quelli forniti
dall’Istat nelle pubblicazioni di cui si è parlato
nell’attività relativa alla Parte 3.
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PARTE 8
PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE POLITICA
◗ È noto che nel tempo in cui viviamo la politica si
svolge perlopiù attraverso i mass media, i quali, però,
non sono semplici e neutri canali di trasmissione di
informazioni: sono essi stessi promotori e sostenitori
di posizioni politiche e di interessi di parte, ed entrano nel dibattito politico a pieno titolo.
◗ Per comprendere meglio come ciò avviene, i
ragazzi possono studiare come i media seguono un
tema che è al centro del dibattito politico (una crisi
di governo, il problema dei salari, l’aumento dei
prezzi, ecc.). La ricerca può concentrarsi sia sulla
realtà locale sis sulla realtà nazionale.
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Dato il ruolo preponderante della televisione,
operativamente si può procedere nel modo
seguente:
1 Seguire programmi televisivi di carattere politico che affrontino l’argomento oggetto della ricerca.
2 Considerare i diversi «stili» dei politici che partecipano ai dibattiti e indicare i rispettivi partiti di appartenenza.
3 Considerare lo «spazio» (cioè il tempo) che
ognuno di loro «prende» (perché gli viene assegnato dal conduttore del programma o perché
il politico in questione prevarica gli altri partecipanti).
4 Considerare lo «stile» dei conduttori (imparziale,
palesemente o «sotterraneamente» di parte).
Scheda di rilevazione: Scheda n. 1, n. 2…
Titolo del programma
Tema affrontato
Stile dei politici e tempo a loro disposizione
Stile del conduttore
Altri temi emersi in aggiunta al tema principale
Andamento complessivo del programma
«Natura» del programma
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5 Indicare sia l’andamento del singolo programma (i «toni» che lo hanno contraddistinto: pacati, accesi ecc.) sia la sua «natura» (informativa oppure volta a orientare il pubblico in un
modo piuttosto che in un altro, anche sulla base dei politici invitati).
6 Confrontare i diversi programmi e far emergere
analogie e differenze.
• Per raccogliere tutti gli elementi in modo ordinato è consigliabile elaborare una griglia di rilevazione da applicare a ciascun programma, cosicché l’analisi venga svolta in modo standardizzato e le varie informazioni siano rapidamente
consultabili per la riflessione e la valutazione
conclusiva.
Di seguito forniamo un esempio di «griglia».
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PARTE 9
LE DIFFERENZE DI GENERE
◗ Le trasformazioni sociali e culturali che hanno caratterizzato il XX secolo stanno cambiando profondamente i rapporti tra uomini e donne all’interno della
società e, in particolare, all’interno delle famiglie.
Ciò è avvenuto non senza conflitti, ambiguità, sofferenze per le persone che vi si sono trovate coinvolte.
◗ Sono soprattutto le esperienze della vita quotidiana
quelle in cui si mettono alla prova nuovi modelli di
comportamento e nuovi atteggiamenti. Stili di vita e
situazioni che i ragazzi danno per scontati (madri che
lavorano sia fuori che in casa, padri che si occupano
dei bambini, nonni che lavorano fino a tarda età, baby-sitter come membri della famiglia ecc.) sono invece il risultato di contrattazioni di ruolo spesso faticose, in cui le differenze naturali e le diseguaglianze
sociali hanno avuto – e continuano ad avere – peso e
conseguenze.
◗ In tale contesto trovare nuovi equilibri, all’interno della famiglia, nel mondo del lavoro, in politica, nel lavoro
di cura e di solidarietà ecc. richiede attitudini relazionali e capacità personali di adattamento, «creatività».
◗ Il confronto ravvicinato con le esperienze di persone che abbiano provato a vivere rapporti di genere non
convenzionali, in famiglia e sul lavoro, può aiutare i
ragazzi a comprendere meglio le implicazioni dei
processi di socializzazione sulle scelte individuali delle persone.
◗ Questo aspetto è importante, soprattutto se si tiene
conto che essi hanno un’età in cui maturano la propria autonomia rispetto alla famiglia e vanno strutturando un modello proprio dei rapporti interpersonali, compresi quelli di genere.
◗ Si suggerisce pertanto di condurre una breve indagine esplorativa, con la tecnica del colloquio motivazionale, un tipo di intervista in profondità, non direttiva e basata su uno stile di conduzione che tende
a lasciare l’intervistato libero di raccontare la propria
esperienza.
◗ L’unico intervento da parte del conduttore consiste
in rilanci neutri, che riprendono parole usate dall’intervistato, affinché questi approfondisca, chiarisca,
prosegua o ritorni sul tema.
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In particolare si potrebbe scegliere di intervistare:
a. una donna che divide il proprio tempo tra il lavoro, gli impegni in famiglia e la cura dei figli;
b. un uomo che divide il proprio tempo tra il lavoro,
gli impegni in famiglia e la cura dei figli;
c. un figlio adolescente con entrambi i genitori che,
pur lavorando, si dedicano molto anche alla famiglia e ai figli.
• La finalità dell’indagine è quella di mettere a
fuoco come è avvenuta la socializzazione di genere
di queste persone, e come esse fanno fronte ai
conflitti derivanti dalle discrepanze tra le
aspettative di ruolo tradizionali, ancora dominanti a livello sociale, e quelle personali, mo-
•
1
2
3
4
5
dellate su una nuova esperienza della vita famigliare.
La traccia dell’intervista potrebbe articolarsi nei
seguenti punti:
Socializzazione di genere costruita nell’infanzia.
Ruoli dei genitori (rigidità/flessibilità).
Trasmissione dei ruoli tipicamente femminili/maschili all’interno della famiglia (per esempio: i maschi sono vivaci, è naturale; le femmine aiutano
ad apparecchiare).
Conflitti con l’ambiente circostante, scuole, nonni,
amici di famiglia ecc.
Disagi emotivi causati da assenze/presenze frustranti (per esempio: mamme che lavorano,
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mamme ansiose, padri assenti per lavoro ecc.).
6 Giochi dei genitori con i figli (differenti tipi di giochi con bambini e bambine).
7 Socializzazione di genere costruita nell’adolescenza.
8 Presa di distanza dal modello della famiglia d’origine
o riproduzione di quel modello.
9 Sperimentazione con gli amici di ruoli non convenzionali durante l’adolescenza.
10 Grado di tolleranza dell’ambiente (famiglia, scuola,
ecc.) rispetto a tali sperimentazioni.
11 Conflitti e solidarietà con coetanei di entrambi i generi durante l’adolescenza.
12 Comportamenti anticonvenzionali effettivamente
mantenuti nel tempo.
13 Rapporti di genere nella vita quotidiana attuale.
14 Descrizione della vita famigliare attuale: ripartizione dei ruoli (rigidità/flessibilità).
15 Conflitti e armonia all’interno della famiglia attuale.
16 Conflitti, solidarietà e tolleranza nei vari e attuali ambienti di vita.
17 Valore attribuito al lavoro.
18 Valore attribuito alle relazioni famigliari.
19 Attività extradomestiche ed extralavorative svolte
(volontariato, attività sportive, culturali ecc.)
20 Progetti per il futuro.
• La stessa traccia può essere utilizzata per tutti e
tre i tipi di soggetto, con l’eccezione di opportuni
adattamenti per quanto riguarda il tipo c. (figlio
adolescente). Eventualmente si potrebbe effettuare anche un confronto con persone che hanno situazioni famigliari più tradizionali (madre
casalinga, padre lavoratore a tempo pieno, figlio
adolescente studente) o scegliere persone in
condizioni differenziate dal punto di vista della
stratificazione sociale.
• Differente infatti è la contrattazione di genere in
una famiglia in cui gli adulti abbiano basso livello di istruzione e basso reddito, e in una famiglia
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•
•
•
•
•
con livelli culturali ed economici elevati, in cui la
donna lavora per libera scelta personale ma non
per necessità; queste sono solo le situazioni estreme, naturalmente. La maggior parte delle situazioni reali presenta condizioni intermedie rispetto a questi due casi.
Nel caso dei ragazzi, la traccia da utilizzare è sostanzialmente la stessa, per quanto riguarda i temi da affrontare; va però tenuto presente che la
mappa delle loro esperienze è più limitata, soprattutto nel tempo.
Inoltre se il figlio adolescente da noi intervistato è
uno studente, non possiamo ovviamente coinvolgerlo su una questione come il «valore attribuito al lavoro».
La traccia proposta, come si vede, non è tanto
una lista di domande ma piuttosto una lista di temi e di punti da toccare; è da evitare in ogni caso
la formulazione di domande dirette.
La tecnica prevede piuttosto che l’intervistatore,
conoscendo a fondo la traccia dell’intervista e lo
scopo della ricerca, conduca l’intervistato ad approfondire quelle parti del discorso che forniscono
informazioni ed elementi per chiarire i vari temi
della sua traccia-scaletta. La traccia in definitiva
serve come promemoria per l’intervistatore.
Un ultimo elemento non va sottovalutato. È importante il modo in cui si avvia l’intervista. Non si
deve porre una domanda diretta ma un tema,
che permetta all’intervistato di parlare liberamente, senza però divagare eccessivamente.
Questo criterio dev’ssere tenuto ben presente per
l’intera intervista.
Si potrebbe cominciare così: «Ora parliamo della
sua vita di donna/uomo che lavora e che, nello
stesso tempo, si occupa della famiglia»; «Ora
parliamo della tua vita di ragazzo che studia/lavora, con genitori che lavorano entrambi».
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PARTE 10
IL WELFARE STATE
◗ Nonostante le critiche cui è sottoposto, e l’oggettiva situazione di crisi, il Welfare State fornisce ai cittadini una serie di servizi che coprono molte aree di bisogno (sanità e istruzione, solo per citare i casi più rilevanti), e che riguardano i membri della società in
tutte le fasi della loro vita sociale: servizi per l’infanzia, per la famiglia, per gli anziani.
◗ Il Welfare State garantisce inoltre la predisposizione
di una serie di infrastrutture, molto costose, come sono per esempio strade e reti ferroviarie, le quali vengono progette per l’utilizzo collettivo.
◗ Per far comprendere più direttamente ai ragazzi le
implicazioni concrete che il Welfare State ha sullo svolgimento della vita quotidiana delle persone, si può
tentare una ricostruzione della mappa dei servizi sociali forniti a livello nazionale, e operare, nei casi in cui
ciò sia possibile, un confronto a livello europeo.
◗ Non sempre è agevole trovare le fonti in grado di
fornire in breve tempo, e a costo modico, le informazioni necessarie per portare a termine la ricerca.
Questo è spesso un problema per i ricercatori professionisti; a maggior ragione lo può essere per i ragazzi
di una scuola superiore che effettuano un’indagine a
scopo didattico.
◗ Le pubblicazioni dell’Istat, in realtà, rappresentano
una buona soluzione, per quanto riguarda i dati aggregati su livelli territoriali ampi, per esempio grandi
comuni e regioni.
È opportuno procurarsi un catalogo delle pubblicazioni disponibili presso l’Istat: in questo modo il docente è in grado di farsi un’idea del tipo di dati disponibili sull’argomento che si intende affrontare.
◗ Nel caso della PARTE 10, per esempio, indichiamo
alcune delle pubblicazioni che potrebbero venire
consultate:
1 Trattamenti pensionistici.
2 Statistiche delle opere pubbliche.
3 Statistiche della sanità.
4 Statistiche dell’istruzione.
◗ Per quanto riguarda i dati che permettono un confronto a livello europeo, è possibile ricorrere alle statistiche di Eurostat, pubblicate dalla Comunità europea e disponibili presso i vari uffici Istat dislocati nelle città italiane.
Eurostat svolge un servizio di raccolta e rilevazione di
dati sui Paesi della Unione europea, analogo a quello
che svolgono i vari istituti di statistica nazionali.
Anche Eurostat pubblica un annuario che contiene
informazioni su molti dei temi che ci interessano, come popolazione, istruzione, consumi, mercato del
lavoro, famiglia, migrazioni ecc.
◗ Meno standardizzata è la situazione per quanto riguarda le informazioni a livello locale. Presso ogni
Comune, infatti, dovrebbe essere attivo un ufficio
che si occupa dei servizi sociali. Tali uffici sono tenuti a produrre informazioni disponibili al pubblico
sulle proprie prestazioni, sui bisogni rilevati nel territorio di competenza, sulle strutture che a tali bisogni
rispondono.
◗ Alcuni Comuni pubblicano periodicamente dei
rapporti che contengono tali informazioni, così come i risultati di indagini particolari, svolte o commissionate a istituti di ricerca. Tali pubblicazioni dovrebbero essere disponibili per chi ne faccia richiesta.
Il docente, oppure la scuola, potrebbe quindi verificare presso il proprio Comune la disponibilità di tali
strumenti di informazione.
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Se è stato possibile procurarsi le informazioni
necessarie, l’attività potrebbe consistere nella
costruzione di tabelle in cui mettere a confronto
diverse voci di spesa relative ai servizi nei vari livelli territoriali, facendo sempre attenzione a
confrontare dati tra loro omogenei.
Uno degli obiettivi del confronto potrebbe essere quello di capire quali sono i servizi erogati a livello comunale, quali a livello regionale, nazionale o europeo.
• Qualora non sia stato possibile reperire i dati a
livello locale, una parte dei ragazzi potrebbe
dedicarsi al reperimento di dati di prima mano
sui principali servizi sociali presenti sul territorio.
Senza eccessivi rischi di fallimento, potrebbe
essere stilata una lista di strutture pubbliche (accompagnata eventualmente da una lista di
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strutture private, laddove sia chiaro che in questo
caso non si tratta di servizi di Welfare nel senso
stretto del termine) che svolgono precisi compiti di servizio sociale (ospedali, scuole, comunità o servizi per disabili, drogati, malati cronici ecc.).
• Per completare tale lista, si possono utilizzare
elenchi telefonici, ci si può rivolgere agli sportelli comunali per le relazioni con il pubblico
ecc. Laddove possibile, sarebbe interessante
completare tali informazioni con il numero di
posti o di utenti previsto da ogni servizio o
struttura.
Eventualmente anche il peso che tali servizi
hanno sul bilancio del Comune potrebbe fornire elementi interessanti per una migliore comprensione del ruolo del Welfare State nell’organizzazione sociale delle città e dell’intero Paese.
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PARTE 11
LA COMUNICAZIONE E I MASS MEDIA
◗ La comunicazione attraverso i mass media ha ottenuto risultati fino a pochi decenni fa impensabili, dal punto di vista dell’omogeneizzazione culturale, degli stili di
vita e della circolazione delle informazioni.
Per comprendere meglio la portata di questo processo,
che coinvolge direttamente tutti noi, inevitabilmente e
in vario modo esposti ai mass media, si può proporre agli
studenti di fare un confronto tra mezzi di comunicazione di massa a diffusione locale e a diffusione nazionale.
◗ L’obiettivo della ricerca è quello di comprendere le intenzioni e i risultati comunicativi sui due livelli territoriali, il modello di rappresentazione della realtà sociale
che viene costruito e diffuso, le analogie e le differenze
riscontrabili ai due livelli.
AT T I V I TÀ
In particolare si possono considerare un giornale,
un’emittente radiofonica o televisione per ciascuno dei due riferimenti territoriali, e confrontarne i
formati e le caratteristiche comunicative. A questo
proposito suggeriamo di predisporre una griglia di
lettura (vedi, a titolo di esempio, quella che abbiamo proposto per la Parte 8). Di seguito indichiamo
alcune informazioni utili per condurre lo studio:
1 Genere di articoli/programmi.
2 Stile espositivo/argomentativo.
3 Tipi di pubblico cui ci si rivolge nelle diverse fasce
orarie.
4 Modalità di coinvolgimento del pubblico.
5 Riferimenti incrociati fra diversi tipi di mass media
(la Tv che parla della radio, il giornale che parla
della Tv ecc.)
6 Argomenti affrontati.
7 Valutazioni offerte ecc.
• Come è stato messo in luce nella Parte 1, la pubblicità gioca un ruolo decisivo nello sviluppo e nella diffusione dei vari tipi di mass media. Uno degli elementi da rilevare è dunque il diverso peso che la
pubblicità ha nei media qui fatti oggetto di studio
(giornale, emittente radiofonica o televisiva). Per
fare questo si può procedere nel modo seguente:
1 Per quanto riguarda il giornale la rilevazione è abbastanza semplice; si tratta di calcolare il numero di pagine o di colonne pubblicitarie sul totale
2
•
•
•
di pagine o colonne del giornale. La percentuale
che si ottiene costituisce il livello di concentrazione pubblicitaria nel giornale.
Per quanto riguarda le emittenti radio e televisive, il
problema è più complesso, poiché si ha a che fare con programmazioni che coprono l’intero arco
delle 24 ore. Il modo più semplice sarebbe naturalmente quello di farsi fornire l’informazione direttamente dalle emittenti. Nel caso ciò non fosse
possibile, si potrebbe comunque calcolare la
concentrazione pubblicitaria, visionando una
giornata di programmazione (precedentemente
registrata) e contando gli stacchi pubblicitari.
È inoltre interessante verificare quale tipo di prodotto è maggiormente presente negli spot pubblicitari (auto, beni alimentari ecc.) e la coerenza tra la
pubblicità e i contenuti della programmazione (prodotti per bambini durante le trasmissioni a loro
dedicate ecc.).
I dati complessivi ottenuti con questa indagine sono certamente solo indicativi ma pur sempre utilizzabili per avviare una riflessione sul ruolo della
cornunicazione mediatica.
Ciò che è però importante ricordare, dal punto di
vista metodologico, è di utilizzare lo stesso criterio di
rilevazione per i media locali e per quelli nazionali. In caso diverso, le percentuali calcolate non sarebbero confrontabili tra loro.
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PARTE 12
LA GLOBALIZZAZIONE E LA SOCIETÀ MULTICULTURALE
◗ Le molteplici forme di comunicazione (interpersonali, di massa, telematiche, stradali e aeree) hanno ridotto, come abbiamo visto, il peso dei vincoli spaziali e temporali, che hanno sempre condizionato lo
svolgimento della vita individuale e sociale.
◗ Pur senza enfatizzare la perdita di importanza di tali elementi, il processo di globalizzazione attualmente
in corso trasforma comunque in modo rilevante il
ruolo dello spazio e del tempo. Ognuno di noi lo può
facilmente riscontrare sulla base della propria esperienza diretta.
◗ Per esempio crescono sia i contatti indiretti con
Paesi lontani (attraverso le immagini televisive o visibili in Internet), sia i contatti diretti con persone geograficamente molto distanti da noi (attraverso sms,
email).
◗ Proprio perché ognuno di noi sperimenta questo
abbattimento dei tradizionali vincoli spazio-temporali, suggeriamo di svolgere una ricerca per comprendere che quei vincoli sono invece più forti di quanto
ormai si tenda a pensare.
AT T I V I TÀ
A questo proposito i ragazzi potrebbero svolgere una piccola indagine e una riflessione sui sistemi di comunicazione nei quali è inserita la loro città o cittadina o paese.
1 In primo luogo i ragazzi avrebbero modo di riflettere sulla collocazione nello spazio della loro città.
Fa parte di qualche area o distretto metropolitano?
Se sì, in quale posizione di tale area si trova (centro, periferia, punto di snodo ecc.)?
Se no, a quali città o metropoli è più vicina e si
riferisce per attività economiche, politiche, culturali, sociali?
Un’area metropolitana potrebbe anche non
fare perno su di una singola città molto grande, ma potrebbe invece essere un distretto di
città medio-piccole, collegate tramite una comune rete di servizi (ospedali, scuole, università,
fiere, aziende con il loro indotto ecc.).
2 In secondo luogo essi potrebbero condurre una
breve indagine sui sistemi di comunicazione che
comprendono la loro città (ferrovie, strade, au52
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tostrade, aeroporti, reti civiche telematiche,
giornali, reti televisive e radiofoniche ecc.).
Quali sono?
Che tipo di collegamenti e di comunicazioni
comprendono? Quali sono le aree interessate?
Come si sovrappongono?
Chi le utilizza e a quali scopi?
3 In terzo luogo i ragazzi potrebbero verificare
come avvengono gli spostamenti di persone dalla/per la città; in sostanza, avrebbero l’opportunità comprendere il peso del pendolarismo (fenomeno che coinvolge lavoratori e studenti),
così come le diverse altre forme di fruizione della
città (attività lavorative, turismo, shopping,
tempo libero).
• Questa parte dell’indagine può essere effettuata attraverso la raccolta di informazioni sugli
abbonamenti ai treni e ai pullmann del trasporto extraurbano, ma anche sul numero di biglietti venduti nei vari giorni della settimana, e per
quali destinazioni.
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• L’obiettivo è quello di farsi un’idea quantitativa degli spostamenti della popolazione.
Eventualmente si potrebbe anche fare una piccola indagine campionaria, intervistando brevemente alcuni soggetti, incontrati presso le stazioni, sulle motivazioni dei loro trasferimenti.
4 Infine si potrebbe condurre una breve intervista
non strutturata (con gli accorgimenti metodologici già indicati nelle Parti 5 e 9) a famiglie di extracomunitari, per cogliere in profondità le
motivazioni della loro scelta di vita, le contraddizioni culturali vissute, il livello della loro inte-
grazione sociale, economica e culturale, gli atteggiamenti e le aspettative di ruolo che li circondano.
• Ecco quali temi l’intervista potrebbe toccare:
a. Progetto migratorio (motivazioni economiche,
politiche ecc.)
b. Accoglienza e problemi burocratici.
c. Incontro/scontro tra le due culture (ospitante e
ospitata) sul piano della religione, della condizione della donna, dell’educazione dei figli.
d. Eventuali fenomeni di creolizzazione e di ibridismo
culturale.
CASI DI STUDIO
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PROVE SOMMATIVE
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PROVA SOMMATIVA 0
Test d’ingresso
A.
1
a.
b.
c.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
A tuo parere di che cosa si occupa, in generale, la sociologia?
Essa studia il modo in cui il comportamento di un individuo .................................................................. .
Essa studia l’insieme delle relazioni e dei comportamenti .......................................................................... .
Essa studia quelle società che sono rimaste relativamente ......................................................................... .
2
a.
b.
c.
A tuo parere il mondo dell’economia viene preso in considerazione dalla sociologia?
No, perché ................................................................................................................................................................ .
Quasi mai, perché .................................................................................................................................................. .
Si, perché ................................................................................................................................................................... .
B. INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
3 Le istituzioni sociali sono la famiglia, la scuola, la Chiesa e l’esercito.
4 La sociologia non si pone mai domande: essa si limita a descrivere i fenomeni sociali
così come si presentano.
5 Il criterio fondamentale perché vi sia una società è l’elevato numero di persone.
6 Nella storia si assiste al passaggio da società semplici a società complesse.
7 L’organizzazione delle società industriali è attualmente l’unica esistente.
8 Per formare un gruppo sociale basta che vi siano delle persone riunite in uno spazio.
9 Le norme sociali sono dei vincoli che la società pone al comportamento individuale.
10 Molte norme sociali vengono nel tempo codificate in leggi dallo Stato.
V
V
F
F
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
C. IN BASE ALLE TUE CONOSCENZE, COMPLETA LA SEGUENTE AFFERMAZIONE SULLA
DIFFERENZA TRA STORIA E SOCIOLOGIA:
11 Mentre la ............................................ cerca di mostrare come a date condizioni sociali corrispondano
con regolarità certe conseguenze nei comportamenti individuali, la ......................... solitamente cerca
di ricostruire cosa accadde «quella singola volta», studiando le cause da cui è scaturito un determinato evento.
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Prova a indicare che cosa differenzia la sociologia dalla psicologia e dalla psicologia sociale .........................
....................................................................................................................................................................................... .
E. RISPONDI ALLE DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Quale tra i seguenti fenomeni non viene preso in considerazione dalla sociologia?
a. La distribuzione del potere e la disuguaglianza.
b. L’organizzazione del lavoro nella società industriale.
c. I meccanismi di determinazione dei prezzi delle merci.
14 Quale tra i seguenti compiti appartiene alle competenze del sociologo?
a. Studiare l’evoluzione della famiglia nella società.
b. Studiare i disturbi individuali del comportamento.
c. Promuovere l’immagine di un’azienda nei confronti dei consumatori.
15 Quale tra i seguenti è un esempio di gruppo sociale primario?
a. Una scuola.
b. Un gruppo di amici.
c. Una grande azienda.
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PROVE SOMMATIVE
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NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
16 Quale tra i seguenti non è uno strumento di ricerca sociologica?
a. Il colloquio clinico.
b. Il questionario.
c. L’intervista
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Società
b. Norma
c. Prestigio
d. Regole
18
a. Potere
b. Lavoro
c. Leadership
d. Consenso
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Gruppo secondario
a. Tutti i gruppi sociali in cui l’individuo si inserisce successivamente alla famiglia.
b. Un aggregato di individui che occupano lo stesso spazio e che si possono facilmente incontrare.
c. Un vasto aggregato di persone con rapporti spersonalizzati e retti da regole precise.
20 Status
a. Una serie di azioni che l’individuo compie all’interno di un’istituzione.
b. La posizione che l’individuo occupa nella società.
c. La condizione economica in cui si trova l’individuo.
H COMPLETA GLI SPAZI VUOTI ALL’INTERNO DELLO SCHEMA INSERENDO
CORRETTAMENTE I CONCETTI ELENCATI:
21 imitazione – tendenze innate – culturali – ricompense e punizioni – predisposizione ad apprendere
meccanismi di socializzazione
biologici
.............................
.............................
...................................................................
.............................
.............................
identificazione
PROVE SOMMATIVE
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PROVA SOMMATIVA 1
Parti 1 e 2
A. RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
1 Cosa possiamo sostanzialmente affermare riguardo ai rapporti tra le varie scienze sociali?
a. Le scienze sociali, pur studiando lo steso oggetto con metodi molto simili, talvolta forniscono
risposte ......................................... .
b. È possibile stabilire una gerarchia tra le scienze sociali, e la sociologia occupa un posto ............. .
c. Sebbene esse abbiano una pluralità di aspetti in comune (temi, interessi, metologie), non si può
negare che ognuna delle scienze sociali ................................
2 Qual è lo specifico ambito della scienza politica, per cui si differenzia rispetto alla sociologia?
a. Gli scienziati politici studiano il modo in cui i cittadini e i governi ottengono.................................... .
b. Gli scienziati politici studiano il modo in cui varia il “comportamento” del ....................................... .
c. Gli scienziati politici studiano il modo in cui la personalità di un individuo è ................................... .
B.
3
4
5
6
7
8
9
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
Il paradigma dell’azione e il paradigma della struttura si applicano agli stessi fenomeni sociali.
In società individui e regole coesistono in un modo che complessivamente funziona.
La cultura materiale è l’insieme di tutti gli oggetti materiali costruiti dall’uomo.
I positivisti Auguste Comte e Herbert Spencer avevano una visione ottimistica della società.
La storia solitamente mira a rintracciare le regolarità nei comportamenti individuali.
Per Karl Marx è sempre la struttura economica che subisce l’influenza delle sovrastrutture.
A giudizio di Georg Simmel la società metropolitana favorisce lo sviluppo della propria
identità personale.
10 Secondo Weber la “secolarizzazione” è un tratto caratteristico della società medievale
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
V
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
motivi comprensibili – alienazione – Karl Marx – razionalizzazione – sovrannaturale – fenomeni – individui
– naturale – Max Weber
11 Secondo ................................... la .............................................. della società è quel processo attraverso
cui l’atteggiamento di chi crede nell’esistenza di ............................................................. per tutte le cose,
gradualmente soppianta l’atteggiamento di chi crede che alcuni o molti ..............................................
abbiano cause inconoscibili, di origine ................................................. .
D. RISPONDI ALLA DOMANDA SEGUENTE IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Quale differenza fondamentale individui tra l’approccio di Comte e quello di Marx allo
studio della società?....................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Quale tra i seguenti fenomeni incise profondamente sulla nascita della sociologia come scienza
autonoma?
a. Le rivoluzioni liberali del XIX secolo.
b. La Prima guerra mondiale.
c. La Rivoluzione industriale.
14 Secondo Émile Durkheim, quale caratteristica fondamentale della società industriale
condiziona il tipo di legame che si instaura tra gli individui?
a. La differenziazione tra gli individui, il loro essere complementari l’uno all’altro.
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PROVE SOMMATIVE
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NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
b. L’omologazione tra gli individui, dovuta al fatto di vivere in metropoli spersonalizzanti.
c. La solidarietà degli oppressi, che comprendono la necessità di aiutarsi a vicenda.
15 Chi, tra i sociologi del XX secolo, si pone come prosecutore dell’approccio sociologico
di Spencer e Durkheim?
a. Jürgen Habermas, il quale sostiene l’esistenza di una forma di agire umano, che egli chiama
«agire comunicativo», capace di favorire il dialogo interculturale.
b. Talcott Parsons, per il quale la società è una realtà composta da elementi interdipendenti che
nell’insieme formano un tutto organico.
c. Charles Wright Mills, per il quale i conflitti interni alla società non sono eliminabili una volta
per tutte da nessun ordine sociale.
16 In cosa consiste il nuovo punto di vista introdotto, nella seconda metà del Novecento,
dalle cosiddette sociologie micro?
a. Nell’occuparsi di società molto semplici, più facili da osservare e interpretare.
b. Nel dare più importanza alle interazioni tra gli individui in piccoli gruppi, ambienti particolari
e in situazioni determinate.
c. Nel privilegiare gli aspetti teorici della ricerca sociale rispetto a quelli più legati all’esperienza.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Psicologia
b. Biologia
c. Sociologia
d. Antropologia culturale
18
a. Émile Durkheim
b. Max Weber
c. Georg Simmel
d. Montesquieu
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Sistema
a. L’organizzazione politica volta alla conservazione e alla riproduzione del potere acquisito.
b. La «struttura» socioeconomica che sta alla base di ogni società umana.
c. Una realtà composta da più elementi interdipendenti che nell’insieme formano un tutto
organico
20 Tipo ideale
a. Un modello dell’azione sociale utile per la comparazione dei diversi fenomeni che si manifestano nella società.
b. Modello di società perfetta, elaborato in contrapposizione critica a quella esistente.
c. È il tipo prevalente di azione sociale nella società industriale: cioè l’azione razionale rispetto
allo scopo.
H. COMPILA LA SEGUENTE TABELLA:
21
PARADIGMI SOCIOLOGICI
Spiegazione secondo
Spiegazione secondo
il paradigma della struttura
il paradigma dell’azione
Fenomeni
sociali
da spiegare
Ordine sociale
“Mutamento”
sociale
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
...........................................................
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PROVA SOMMATIVA 2
Parte 3
A.
1
a.
b.
c.
2
a.
b.
c.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Che funzione ha la «spersonalizzazione» dei comportamenti nelle organizzazioni sociali?
Serve ad assicurare il coordinamento .............................................................................................................. .
Serve a favorire e potenziare l’iniziativa dei singoli, in quanto ................................................................. .
Serve a evitare l’irrigidimento dei ....................................................................................................................... .
Che cosa si intende in sociologia per gruppo secondario?
È un’ampia categoria di persone che ............................................................................................................... .
È un gruppo costituito da un piccolo numero di persone che ................................................................. .
È un vasto aggregato di persone che ................................................................................................................ .
B.
3
4
5
6
7
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
La società non è fatta di libere interazioni tra individui isolati.
Il «tralasciare» di fare qualcosa (un’omissione) non si può considerare un’azione sociale.
L’interazione sociale deriva da una relazione sociale ripetuta e prolungata nel tempo.
Perché vi sia interazione sociale a ogni azione sociale deve corrispondere una reazione.
Le istituzioni sono azioni sociali che assumono un significato diverso in base
a chi le compie.
8 Le istituzioni non sempre si concretizzano in un’organizzazione pubblica o privata.
9 Una grande azienda o un ministero sono sociologicamente considerati gruppi primari.
10 Le sanzioni sociali, per essere efficaci, non devono sempre essere formali.
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
V
V
V
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
posizione sociale – relazione sociale – razionalità – ripetizione – sistema – «tipo» di azione – comportamenti
– mutamento
11 All’origine del processo di istituzionalizzazione vi è quella caratteristica particolare dell’agire umano
che è la ...................................., ovvero la cristallizzazione dei ................................................ nel tempo; in
seguito è necessario che le azioni abitudinarie avvengano nel contesto di una ............................... e
riconosciute come tali, cioè come un .................................... riproducibile da chiunque altro.
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Quali sono i caratteri fondamentali che costituiscono la «razionalità» delle organizzazioni?
.........................................................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 In che rapporto sono tra loro la standardizzazione dei ruoli e il coinvolgimento affettivo?
a. In un rapporto direttamente proporzionale.
b. In un rapporto inversamente proporzionale.
c. Non hanno nessun rapporto tra loro.
14 In cosa consiste la forza della burocrazia?
a. Nella tendenza a espandere i propri compiti e a perpetuare se stessa.
b. Nel risolvere con rapidità ed efficacia i problemi sul piano operativo.
c. Nella capacità di rendere calcolabili e prevedibili i comportamenti.
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PROVE SOMMATIVE
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NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
15 Quale, tra i seguenti esempi, rappresenta per la sociologia un comportamento collettivo?
a. Il comportamento di una folla durante una manifestazione spontanea in piazza.
b. Una manifestazione degli iscritti a un partito politico per fare approvare una legge.
c. Il comportamento degli studenti di una classe scolastica durante un’assemblea.
16 Cosa dobbiamo intendere con il concetto di mondo della vita (o mondo vitale)?
a. Tutti i modelli di comportamento socialmente utili che regolano le azioni sociali.
b. Il dialogo tra persone e culture diverse.
c. I valori e i significati che abitualmente caratterizzano il «mondo» personale di ogni individuo.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Norma sociale
b. Mobilità sociale
c. Norma morale
d. Consuetudine
18
a. Burocratizzazione
b. Razionalizzazione
c. Coinvolgimento affettivo
d. Spersonalizzazione
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Stato
a. Il soggetto sociale che detiene il monopolio dell’uso legittimo della forza.
b. L’insieme di tutte le istituzioni preposte all’amministrazione della giustizia.
c. La società compresa all’interno di confini nazionali ben determinati.
20 Ruolo sociale
a. L’insieme dei compiti lavorativi da svolgere all’interno di un’organizzazione.
b. L’insieme dei compiti da assolvere collegati a una posizione sociale.
c. L’insieme dei comportamenti privilegiati che non vengono sanzionati dalle norme sociali
H. COMPLETA GLI SPAZI VUOTI ALL’INTERNO DELLO SCHEMA SEGUENTE:
21
Istituzione= .................................................................. oggettivato
Oggettivazione in strutture
Oggettivazione in strutture simboliche
......................................................................................
......................................................................................
...........................................
Pubbliche
..........................
..........................
Private
Azienda
Gruppi
primari
..........................
..........................
Contenuti
culturali
condivisi
Inno
nazionale
Rituali
Linguaggio
..........................
Lingua
italiana
..........................
PROVE SOMMATIVE
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Pagina 62
PROVA SOMMATIVA 3
Parte 4
A.
1
a.
b.
c.
2
a.
b.
c.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Che cosa si intende, in sociologia, per mobilità sociale?
Indica i continui spostamenti dei lavoratori dell’industria da .................................................................. .
Indica la possibilità, per individui e gruppi, di passare da ......................................................................... .
Indica il continuo passaggio del potere da ..................................................................................................... .
Che significato ha, in sociologia, l’espressione inglese status symbol?
I simboli, ormai non più attuali, esibiti da persone di elevato rango sociale ...................................... .
Indica il ruolo di coloro che, oltre al potere, ................................................................................................. .
Oggetti e comportamenti che rappresentano la ........................................................................................... .
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
La disapprovazione è, sociologicamente parlando, una forma di sanzione formale.
Lo status è la funzione che un individuo svolge all’interno di un’organizzazione.
Il possesso dei mezzi di produzione, oggi, non è più l’unico criterio di stratificazione.
Le differenze naturali non diventano automaticamente disuguaglianze sociali.
In tutte le società esistenti le risorse sono distribuite in modo disuguale.
Nel concetto sociologico di devianza è implicito un giudizio morale.
Secondo Émile Durkheim «un atto urta la coscienza comune perché è criminale».
A volte è la stessa società a creare devianza applicando lo stigma di deviante.
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMNI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
molteplice – gerarchico – risorse – posizioni – funzione – disuguaglianza sociale
11 Il carattere ............................... e articolato della distribuzione delle ..................................................... può
trasformarsi in uno strumento attraverso cui la società rende teoricamente accessibili a molti
............................... di rilievo, riducendo così il malcontento creato dalle forme di .............................. .
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 In sociologia quanti e quali tipi di stratificazione sociale si possono individuare?
Commenta brevemente i criteri adottati dai sociologi per individuare i vari «strati»:
.........................................................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Oltre alla disuguaglianza di potere, quali sono le altre forme di disuguaglianza sociale?
a. Di ricchezza, prestigio, istruzione.
b. Di ricchezza, prestigio, forza.
c. Di ricchezza, prestigio, autorità.
14 Qual è la funzione fondamentale della disuguaglianza sociale secondo la scuola integrazionista?
a. Permettere solo ai più qualificati di ottenere le posizioni sociali di guida e responsabilità.
b. Rallentare il mutamento sociale e impedire che avvenga in modo brusco e distruttivo.
c. Garantire a tutti, attraverso l’alternanza delle posizioni di potere, di accedere all’autorità.
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PROVE SOMMATIVE
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Pagina 63
NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
15 Da cosa dipendono le differenze sociali in senso sociologico?
a. Da differenze etniche rielaborate culturalmente.
b. Da differenze naturali rielaborate culturalmente.
c. Dalle disuguaglianze sociali rielaborate culturalmente.
16 Quale tra i seguenti fattori è una potenziale causa di conflitto sociale?
a. L’abbondanza delle risorse naturali e sociali.
b. L’esigua quantità delle norme sociali.
c. La presenza di gruppi sociali con obiettivi diversi.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Giovane
b. Maschio
c. Povero
d. Colore della pelle
18
a. Ceto
b. Status
c. Classe
d. Casta
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Stigmatizzazione
a. È un atteggiamento di «clemenza» che tende a non colpevolizzare eccessivamente la devianza.
b. È una punizione, più dura del necessario, riservata a chi ha commesso un reato, per quanto piccolo.
c. È l’attribuzione sociale, a chi ha deviato da una norma, di una identità criminale, in quanto viene
considerato un soggetto capace di ripetere il reato.
20 Generalizzazione di status
a. È un fenomeno per cui gli atteggiamenti di chi ha un ruolo dominante diventano a loro volta
dominanti.
b. È un processo interpretativo di cui si avvale la sociologia per valutare la posizione sociale di unaper sona.
c. È un processo per cui la stratificazione sociale tende a pervadere tutti gli aspetti della personalità.
H. COMPLETA GLI SPAZI VUOTI DELLO SCHEMA SEGUENTE:
21
Tipi di potere
informale: ....................................................
.........................................................................
Fa leva su:
Serve a:
di tipo impersonale
la violenza
................................
lo status
................................
................................
................................
alla gestione
individuale della
vita quotidiana
un rapinatore
................................
un insegnante
................................
Esempio:
....................................................................... :
................................
................................
PROVE SOMMATIVE
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Pagina 64
PROVA SOMMATIVA 4
Parte 5
A.
1
a.
b.
c.
2
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Quando una disciplina può dirsi scientifica?
Quando si sforza di rendere il proprio sapere oggettivo, cioè ..................................................................... .
Quando si conforma al modello delle scienze della natura, cioè ................................................................. .
Quando può trasformare i dati qualitativi in dati quantitativi, cioè ............................................................. .
Perché rendere di dominio pubblico le proprie ricerche ha un’importanza metodologica
fondamentale?
a. Perché dà la possibilità di verificare se le informazioni di base sono attendibili, inoltre .............................. .
b. Perché permette agli altri di verificare la correttezza dei metodi impiegati, inoltre ........................... .
c. Perché può essere una fonte di finanziamento per le proprie ricerche successive, inoltre ....................... .
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
Le domande guida della ricerca sociale non devono, di norma, contenere già la risposta.
Il modello metodologico a cui si ispira la sociologia non è quello della fisica.
La generalizzazione degli usi e costumi del proprio ambiente aiuta il ricercatore sociale.
Prendere in considerazione i risultati di ricerche sociali precedenti può essere dannoso.
La «popolazione» del fenomeno indagato coincide con l’«universo» dell’ indagine sociologica.
L’inchiesta (o survey), è lo strumento principe della sociologia qualitativa.
Una ricerca di tipo estensivo deve basarsi sul numero più ampio possibile di soggetti.
Le tecniche di campionamento possono essere «probabilistiche» o «non probabilistiche».
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
osservazione scientifica – codificati – dati qualitativi – in laboratorio – pregiudizi personali – oggettività scientifica – quantitativi – in pubblico
11 Per ottenere l’obiettivo dell’ ............................................................, si impiegano strategie apposite:
solitamente si cerca di arginare il più possibile l’influsso dei .....................................................; oppure
ci si adopera per esporre le proprie teorie .........................................; infine, nella raccolta delle prove,
si impiegano di solito dei metodi di ricerca .............................., cioè noti per la loro affidabilità.
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 In quali operazioni, concatenate tra loro, si articola l’elaborazione di un disegno di ricerca?
.........................................................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 In quale successione si dispongono le fasi della ricerca sociale?
a. Codifica e analisi dei dati – Raccolta dei dati – Disegno della ricerca.
b. Raccolta di dati – Disegno della ricerca – Codifica e analisi dei dati.
c. Disegno della ricerca – Raccolta dei dati – Codifica e analisi dei dati.
14 Che cos’è il campione di una ricerca? Scegli fra le tre definizioni.
a. Parte selezionata della popolazione indagata.
b. Parte rappresentativa dell’universo indagato.
c. Selezione di persone realmente informate sul fenomeno.
64
PROVE SOMMATIVE
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Pagina 65
NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
15 Quando i sociologi della scienza parlano di regresso dello sperimentatore?
a. Quando si crea un «circolo vizioso» che rende impossibile decidere sull’esito di un esperimento.
b. Quando con il sondaggio d’opinione lo sperimentatore indirizza la competizione elettorale in
un senso piuttosto che in un altro.
c. Quando i pregiudizi e le opinioni dello sperimentatore interferiscono con l’esperimento stesso.
16 Nella ricerca sociologica sono ammesse indagini non standard?
a. Sì, per esempio nel questionario a domande chiuse.
b. No, mai, perché non consentono di raggiungere l’obiettività.
c. Sì, per esempio nell’intervista a un testimone privilegiato.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Oggettivo
b. Quantitativo
c. Impersonale
d. Riproducibile
18
a. Testimoni
b. Libri
c. Protagonisti
d. Opinione del ricercatore
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Ricerca esplorativa
a. Indagine finale per verificare se le ipotesi di partenza sono da considerarsi confermate o smentite.
b. Indagine condotta «sul campo», in un ambiente quanto più vasto possibile ma con il supporto di un testimone privilegiato. Questa indagine rifiuta qualunque ipotesi.
c. Indagine circoscritta con lo scopo prioritario di «chiarirsi le idee» e formulare delle ipotesi plausibili.
20 Codifica
a. Operazione di attribuzione di un significato ai risultati della ricerca sociale.
b. Operazione di semplificazione dei dati raccolti nella ricerca, per renderli intelligibili.
c. Operazione di rilevazione di tutte le informazioni necessarie per iniziare la ricerca.
H. COMPLETA GLI SPAZI VUOTI ALL’INTERNO DELLO SCHEMA SEGUENTE:
21
CARATTERISTICHE DEI TRE TIPI D’INTERVISTA
Tipo d’intervista
Strutturata
Obiettivo
................................
................................
Semistrutturata
Non strutturata
Tipo di ricerca
ricerca estensiva
o inchiesta
Strumento
................................
................................
................................
................................
................................
................................
................................
................................
conoscere
le caratteristiche
principali
di un fenomeno
................................
................................
................................
................................
................................
................................
elenco di
domande aperte
Intervistati
protagonisti
del fenomeno
secondo un
campionamento
rappresentativo
................................
................................
................................
................................
................................
................................
ricerca su
una popolazione
limitata
................................
................................
................................
alcuni tra
i protagonisti
del fenomeno
................................
PROVE SOMMATIVE
65
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 66
PROVA SOMMATIVA 5
Parti 6 e 7
A
1
a.
b.
c.
2
a.
b.
c.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Come sono cambiate le funzioni della famiglia nella società contemporanea?
Si è verificato un allargamento delle sue funzioni, in quanto ................................................................... .
Si è verificato un restringimento delle sue funzioni, in quanto ................................................................ .
Si è verificata una specializzazione della famiglia nel campo educativo, cioè ..................................... .
Fra i diversi limiti del fordismo come si caratterizza quello propriamente economico?
La programmazione scientifica della produzione produce insoddisfazione nei .......................................... .
La razionalizzazione del lavoro provoca una divisione estremamente netta tra ........................................ .
La catena di montaggio implica necessariamente una produzione di massa e ......................................... .
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
I comportamenti sociali hanno anche dei risvolti economici, e viceversa.
Nella realtà storica una pura economia di mercato non si è mai realizzata.
Il gruppo dei pari è un gruppo formale con relazioni simmetriche tra i suoi membri.
La flessibilizzazione consiste nel sostituire forme di lavoro precarie con forme stabili.
L’identità personale di un individuo è del tutto distinta dalla sua identità sociale.
In sociologia non tutte le attività lavorative possono essere definite occupazioni.
In economia e in sociologia la domanda di lavoro è quella di chi cerca un’occupazione.
La socializzazione è un processo indispensabile per la conservazione nel tempo di una società.
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
organizzative – primario e secondario – servizi – redistribuzione – terziarizzazione – secondario e terziario –
tecnologiche – lavori irregolari
11 Il fenomeno della .................................... dipende, almeno in parte, dalle continue innovazioni
.............................., che hanno ridotto il numero degli occupati nei settori .............................. facendo
aumentare la quantità di lavoratori che trova impiego nei .............................. .
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Quali sono e come agiscono sull’individuo i principali meccanismi della socializzazione?
.........................................................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Quale, fra queste, non è un’agenzia di socializzazione di tipo formale?
a. Famiglia.
b. Mass media.
c. Scuola.
14 Quando avviene quella che i sociologi chiamano risocializzazione?
a. Quando gli individui rifiutano la socializzazione ordinaria e se ne creano una propria.
b. Quando la subcultura prende il sopravvento sulla cultura dominante.
c. Quando gli individui devono, in varia misura, «rompere» con il passato e conformarsi all’ambiente in cui intendono vivere.
66
PROVE SOMMATIVE
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 67
NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
15 Su quale logica si basa la legge della domanda e dell’offerta?
a. Sulla logica della contrattazione, con la quale si stabiliscono i prezzi delle merci.
b. Sulla logica dello scambio di reciprocità fra gli attori economici coinvolti.
c. Sulla logica della regolazione sociale del mercato.
16 Quale, tra i seguenti fenomeni, può essere fonte di conflitti che minano la pace sociale?
a. La presenza di ostacoli all’attuazione di un’economia di mercato.
b. Uno squilibrio tra i settori primario, secondario, terziario.
c. La presenza di una forte disoccupazione.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Fordismo
b. Terziarizzazione
c. Società postindustriale
d. Flessibilizzazione del lavoro
18
a. Economia formale
b. Doppio lavoro
c. Lavoro nero
d. Economia informale
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Socializzazione secondaria
a. La socializzazione con cui l’individuo acquisisce competenze sociali specifiche.
b. La socializzazione con cui l’individuo acquisisce competenze sociali di base.
c. La socializzazione che avviene dopo l’apprendimento del linguaggio.
20 Tasso di disoccupazione
a.Percentuale di disoccupati sul totale della popolazione in età di lavoro.
b.Percentuale di disoccupati sul totale della popolazione attiva.
c.Percentuale di disoccupati sul totale della popolazione.
H. COMPLETA IL SEGUENTE SCHEMA GRAFICO:
21
Gradi di complessità nella divisione del lavoro
coordinazione di ......................
coordinazione di ......................
divisione .....................................
......................................................
......................................................
......................................................
somma di ..................................
suddivisione di competenze
diverse non coordinate
somma di ..................................
......................................................
per esempio:
spostare insieme
un grande masso
per esempio:..............................
......................................................
......................................................
......................................................
per esempio: mentre uno
scalpellino frantuma il masso,
i manovali ne asportano i pezzi
PROVE SOMMATIVE
67
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:28
Pagina 68
PROVA SOMMATIVA 6
Parti 8, 9 e 10
A.
1
a.
b.
c.
2
a.
b.
c.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Qual è il nucleo distintivo della democrazia rispetto ad altri regimi politici?
Essa si basa sul consenso e sulla possiblità, da parte dei cittadini, di ............................................................ .
In essa il ruolo della burocrazia è piuttosto ristretto ........................................................................................... .
In essa di fatto non vi è alcuna distinzione fra la maggioranza e le minoranze ........................................... .
Come si manifesta la crisi dei ruoli sessuali nella famiglia contemporanea?
Con una inversione della tradizionale articolazione dei ................................................................................... .
Con il progressivo venir meno della rigida distinzione dei ............................................................................... .
Di fatto i ruoli tradizionali non hanno subito cambiamenti, in quanto ...................................................... .
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
Nelle società orticole e pastorali la condizione della donna comincia a migliorare.
In Italia vige un regime di Welfare State di tipo conservatore.
Le statistiche scolastiche dicono che le ragazze sono mediamente più brave dei ragazzi.
Il referendum è uno strumento della democrazia indiretta.
L’industrializzazione ha provocato il fenomeno del doppio ruolo lavorativo femminile.
Formalizzare una legge significa necessariamente metterla per iscritto.
Il cosiddetto Terzo settore compensa lo stato di crisi del Welfare state.
Anche nei regimi totalitari chi governa cerca di catturare il “consenso” della società.
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
crisi – Settanta e Ottanta – età d’oro – profitti – Cinquanta e Settanta – risorse fiscali – beni – servizi
11 La cosiddetta ............................... del Welfare state si ebbe negli anni ................................ del secolo scorso:
infatti il grandissimo sviluppo economico del dopoguerra creò enormi ................................ e mise gli
Stati occidentali in condizione di incrementare la qualità e l’estensione dei ................................ offerti
dallo Stato ai suoi cittadini.
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Come agiscono sui soggetti politici i movimenti e i gruppi di pressione? Rispondi anche con
un esempio. ....................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Che cosa si intende, in sociologia, per società civile?
a. L’insieme dei soggetti sociali che, pur svolgendo un ruolo attivo nell’affrontare questioni di rilevanza collettiva, non appartengono alle istituzioni politiche.
b. L’insieme dei soggetti sociali che operano all’interno della pubblica amministrazione.
c. L’insieme dei soggetti sociali che non si occupano di questioni relative alla politica ma in modo
esclusivo di emergenze sociali, svolgendo attività nel Terzo settore.
14 Quando e perchè fu introdotto il concetto di genere nella discussione sociologica?
a. Fra Otto e Novecento, da parte dei classici della sociologia, per distinguerlo dal concetto di sesso.
b. Negli anni Settanta, per sottolineare quanto sia culturalmente e socialmente «costruita» l’identità sessuale.
c. Dal sociologo statunitense Charles Wright Mills e dalle teorie del conflitto, che avviarono i cosiddetti studi di genere.
68
PROVE SOMMATIVE
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11:28
Pagina 69
NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
15 Di che cosa si occupava il Rapporto Beveridge?
a. Della situazione dei lavoratori nei Paesi europei.
b. Della situazione dei lavoratori inglesi.
c. Della situazione sociale inglese.
16 Cosa si intende per segregazione occupazionale verticale?
a. La concentrazione delle donne in certe aree di attività a scapito di altre.
b. La concentrazione delle donne nelle attività legate alla vita domestica.
c. La concentrazione delle donne, per ciascuna area di attività, nei livelli gerarchici inferiori.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Privato sociale
b. Capitale sociale
c. Società solidale
d. Terzo settore
18
a. Lobby
b. Chiesa
c. Gruppo di pressione
d. Parlamento
G. INDIVIDUA, TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE, LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Partito elettorale
a. Partito caratterizzato da una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e da una forte
identificazione culturale con l’elettorato.
b. Partito sostenuto da «comitati elettorali» di persone particolarmente influenti che cercano di far
eleggere propri rappresentanti in parlamento.
c. Partito caratterizzato da una debole identificazione ideologica con gruppi sociali determinati e con
l’obiettivo di catturare il cosiddetto voto di opinione.
20 Socializzazione di genere
a. Processo per cui un numero crescente di bambini non si riconosce più nei ruoli che vengono loro
assegnati.
b. Processo per cui i bambini arrivano a identificare ruoli e aspettative sociali legate al proprio genere
di appartenenza.
c. Processo per cui gli adulti tendono a rifiutare l’ordine sociale vigente e a non riconoscere più le
tradizionali differenze di genere.
H. COMPLETA IL SEGUENTE SCHEMA GRAFICO:
21
REGIMI DI WELFARE STATE
Tipo di regime
Liberale
Ruolo dello
stato sociale
Destinatari
Vantaggi
Svantaggi
..................................
poveri ed
emarginati
..................................
rinuncia alla
redistribuzione
delle ricchezze
..................................
..................................
................................
sussidiario
..................................
..................................
pressione fiscale
non eccessiva,
buona
redistribuzione
delle ricchezze
tutti
..................................
..................................
..................................
................................
..................................
..................................
Liberale
..................................
..................................
..................................
..................................
..................................
..................................
.................................
.................................
.................................
..................................
..................................
Elevata pressione
fiscale
PROVE SOMMATIVE
69
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 70
PROVA SOMMATIVA 7
Parti 11 e 12
A.
1
a.
b.
RISPONDI SCEGLIENDO E COMPLETANDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
Cosa si intende in sociologia per industria culturale?
La produzione in serie e la commercializzazione su larga scala dei ................................................................... .
Un settore specifico della pubblicità, così chiamato perché si occupa di quei prodotti che ................
................................................... .
c. L’espressione è ormai equivalente a quella di seconda natura, in quanto ..................................................... .
2
a.
b.
c.
Cosa significa stato di connettività complessa?
Che nel mondo globalizzato i contatti tra le persone sono ................................................................................. .
Che nella società multiculturale un numero sempre maggiore di ...................................................................... .
Che la flessibilizzazione del lavoro rende sempre più difficili le relazioni sociali .............................................. .
B. INDICA SE LE SEGUENTI AFFERMAZIONI SONO VERE O FALSE:
3 La comunicazione umana consiste fondamentalmente in uno scambio di significati
comprensibili.
4 La comunicazione di massa può essere considerata una quasi-comunicazione.
5 La globalizzazione tende ad annullare i limiti temporali, ma non quelli spaziali.
6 Il sociologo tedesco Georg Simmel contrappose per primo al concetto di società
quello di comunità.
7 I media producono «a lungo termine» effetti di trasformazione della societtà.
8 La globalizzazione può determinare, per reazione, un processo di regionalizzazione.
9 Con il processo di globalizzazione si realizza pienamente l’ideale del Melting pot.
10 La globalizzazione ha determinato l’affermarsi di una politica delle differenze.
V
F
V
V
V
F
F
F
V
V
V
V
F
F
F
F
C. COMPLETA IL TESTO SEGUENTE SCEGLIENDO FRA I TERMINI PROPOSTI
E INSERENDOLI CORRETTAMENTE:
comunicazione di massa – omogeneizzazione – il monopolio – strumenti – omologazione – massa – propria
volontà – organizzazione
11 Ciò che s’intendeva dire con l’espressione ................................ è che in tale forma di comunicazione poche
persone consapevoli e organizzate detengono gli ................................ per rivolgersi a tante persone
inconsapevoli e disorganizzate. Nel concetto di ................................ è infatti sempre inclusa l’idea di una
moltitudine amorfa e passiva, priva di una ................................ e quindi facilmente manipolabile.
D. RISPONDI ALLA SEGUENTE DOMANDA IN MODO SINTETICO MA ESAURIENTE:
12 Per quali motivi, parallelamente alla consapevolezza pubblica del processo di globalizzazione,
è cresciuto, a livello mondiale, anche il movimento cosiddetto No global?
.........................................................................................................................................................................................
.........................................................................................................................................................................................
E. RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE SCEGLIENDO L’ALTERNATIVA CORRETTA:
13 Quale tra le seguenti è una condizione fondamentale per la comunicazione?
a. Che i comunicanti padroneggino più linguaggi.
b. Che ci siano almeno tre soggetti: emittente, destinatario, ricevente.
c. Che esista un codice comune tra i soggetti che comunicano.
70
PROVE SOMMATIVE
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 71
NOME ................................................................................ CLASSE ..................................... DATA ...........................
14 Quale tra i seguenti strumenti tecnologici non può essere considerato un new media?
a. La televisione.
b. Il telefonino.
c. Internet.
15 Quale tra i seguenti è uno degli effetti più evidenti della globalizzazione?
a. La scomparsa dell’interesse per la ricerca di forme di identità culturale legate alle tradizioni locali.
b. I maggiori contatti con persone appartenenti a culture diverse mettono in dubbio l’apparente
ovvietà della propria cultura.
c. L’attenuazione della distinzione fra Paesi ricchi e Paesi poveri del Terzo mondo.
16 Cosa significa società civile transnazionale?
a. Che i più importanti scambi economici non avvengono più tra comunità locali ma tra nazioni.
b. Che la società globale si afferma indipendentemente dalla volontà dei singoli Stati.
c. L’associazione degli Stati in forme di sovranità territoriale sempre più ampia.
F. INDIVIDUA, IN CIASCUNA DELLE DUE SEQUENZE, L’ELEMENTO CHE NON È
IN RELAZIONE CON GLI ALTRI:
17
a. Comunicazione di massa
b. Industria culturale
c. Tempo libero
d. Agenda setting
18
a. Melting pot
b. Minoranze
c. Digital divide
d. Multiculturalismo
G. INDIVIDUA TRA LE ALTERNATIVE PROPOSTE LA DEFINIZIONE CORRETTA:
19 Digital divide
a. Disuguaglianza tra chi padroneggia gli strumenti multimediali e chi non li padroneggia.
b. Divario sempre più grande tra media digitali e mezzi di comunicazione tradizionali.
c. Divario tra media in cui prevale la parola e media in cui prevale l’immagine e il suono.
20 Multiculturalismo
a. Idea della progressiva fusione di tutte le culture in un modello sociale egualitario e universale.
b. Idea di una coesistenza pacifica di etnie diverse senza più alcuna differenza culturale.
c. Modello di convivenza interetnica e interculturale fondato sulla valorizzazione delle differenze.
H. COMPLETA IL SEGUENTE SCHEMA GRAFICO:
21
Superamento del ........................................
Stato di “ .............................. complessa”
GLOBALIZZAZIONE
Globalizzazione della
Globalizzazione Globalizzazione Globalizzazione Globalizzazione
.................................................... .............................. .............................. .............................. ..............................
Significa che attraverso la televisione
Significa che .... Significa che .... Significa che .... Significa che ....
e i computer siamo in perenne contatto con ciò che accade in tutto il .............................. .............................. .............................. ..............................
mondo e ci sembra di farne espe- .............................. .............................. .............................. ..............................
rienza diretta…
PROVE SOMMATIVE
71
GUIDA SOCIOLOGIA def.
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11:29
Pagina 73
SOLUZIONI
PROVE SOMMATIVE
VERIFICHE DEL MANUALE
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 74
Soluzione PROVA SOMMATIVA 0
Test d’ingresso
A. items: 2
1 b
2 c
punti per item: 0.5
punti totali: 1
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25
punti totali: 2
items: 8
F
F
F
V
F
F
V
V
C. items: 1 punti per item: 1
11 sociologia – storia
punti totali: 1
E.
13
14
15
16
items: 4
c
a
b
a
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F. items: 2
17 c
18 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G items: 2
19 c
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 6, PARAGRAFO 1.2, p. 257.
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 1, PARAGRAFO 2.2, p. 12.
Soluzione PROVA SOMMATIVA 1
Parti 1 e 2
A. items: 2
1 c
2 a
punti per item: 0.5
punti totali: 1
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25
punti totali: 2
items: 8
V
V
F
V
F
F
V
F
C. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 Max Weber – razionalizzazione – motivi comprensibili – fenomeni – sovrannaturale
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 2, PARAGRAFI 1.3, p. 47, e 1.4, p. 50.
74
SOLUZIONI DELLE PROVE SOMMATIVE
E.
13
14
15
16
items: 4
c
a
b
b
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F items: 2
17 b
18 d
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 c
20 a
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 1, PARAGRAFO 3.4, p. 24.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 75
Soluzione PROVA SOMMATIVA 2
Parte 3
A. items: 2
1 a
2 c
punti per item: 0.5
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25 punti totali: 2
items: 8
V
F
F
V
F
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punti totali: 1
C items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 ripetizione – comportamento – relazione sociale –
«tipo» di azione
E.
13
14
15
16
items: 4
b
c
a
c
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F. items: 2
17 b
18 c
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 a
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 3, PARAGRAFO 2.1, p. 103.
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 3, PARAGRAFO 2.4, p. 204.
Soluzione PROVA SOMMATIVA 3
Parti 4
A. items: 2
1 b
2 c
punti per item: 0.5
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25 punti totali: 2
items: 8
F
F
V
V
V
F
F
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punti totali: 1
C. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 molteplice – risorse – posizioni – disuguaglianza
sociale
E.
13
14
15
16
items: 4
a
a
b
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punti totali: 2
F. items: 2
17 c
18 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 c
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 4, PARAGRAFI 1.2, p. 143 e PARAGRAFO
1.3, p. 144.
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 4, PARAGRAFI 2.3, 2.4, 2.5, pp. 162, 165, 168.
SOLUZIONI DELLE PROVE SOMMATIVE
75
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 76
Soluzione PROVA SOMMATIVA 4
Parte 5
A. items: 2
1 a
2 b
punti per item: 0.5
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25 punti totali: 2
items: 8
F
V
F
F
V
F
V
V
punti totali: 1
C. items: 1
punti per item: 1
punti totali: 1
11 oggettività scientifica – pregiudizi personali – in pubblico – codificati
E.
13
14
15
16
items: 4
c
b
a
c
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F. items: 2
17 b
18 d
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 c
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1
punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 5, PARAGRAFO 3.5, p. 233.
D. items: 1
punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 5, PARAGRAFO 2.3, p. 213
Soluzione PROVA SOMMATIVA 5
Parti 6 e 7
A. items: 2
1 b
2 c
punti per item: 0.5
punti totali: 1
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25
punti totali: 2
items: 8
V
V
F
F
F
V
F
V
C. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 terziarizzazione – tecnologiche – primario e secondario – servizi
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 6, PARAGRAFO 1.2, p. 257.
76
SOLUZIONI DELLE PROVE SOMMATIVE
E.
13
14
15
16
items: 4
b
c
a
c
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F items: 2
17 a
18 a
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 a
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 7, PARAGRAFO 2.3, p. 305.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 77
Soluzione PROVA SOMMATIVA 6
Parti 8, 9 e 10
A. items: 2
1 a
2 b
punti per item: 0.5
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25 punti totali: 2
items: 8
F
V
V
F
V
F
V
V
punti totali: 1
C. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 età d’oro – Cinquanta e Settanta – risorse fiscali –
servizi
E.
13
14
15
16
items: 4
a
b
c
c
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F. items: 2
17 b
18 d
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G. items: 2
19 c
20 b
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 10, PARAGRAFO 1.3, p. 428.
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 8, PARAGRAFO 2.3, p. 364
Soluzione PROVA SOMMATIVA 7
Parti 11 e 12
A. items: 2
1 a
2 a
punti per item: 0.5
B.
3
4
5
6
7
8
9
10
punti per item: 0.25 punti totali: 2
items: 8
V
V
F
F
V
V
F
V
punti totali: 1
C. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
11 comunicazione di massa – strumenti – “massa” –
propria volontà
E.
13
14
15
16
items: 4
c
a
b
b
punti per item: 0.5
punti totali: 2
F. items: 2
17 d
18 c
punti per item: 0.5
punti totali: 1
G items: 2
19 a
20 c
punti per item: 0.5
punti totali: 1
H. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
21 Vedi PARTE 12, PARAGRAFO 2.3, p. 470.
D. items: 1 punti per item: 1
punti totali: 1
12 Vedi PARTE 12, PARAGRAFO 2.4, p. 513.
SOLUZIONI DELLE PROVE SOMMATIVE
77
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 78
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
PARTE 1
LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI
Capitolo 1
LE SCIENZE DELLA NATURA
E LE SCIENZE DELL’UOMO
c
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 4.
comportamenti – di natura – dello spirito.
ESERCITAZIONE: produzione personale.
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 4.
E per i significati che vengono loro attribuiti
finiscono per incorporare direttamente in se
stessi una valenza culturale (vedi PARAGRAFO
1.2, p. 7).
7 a
8 L’uomo, per supplire al proprio deficit strutturale rispetto al mondo della natura, crea un
mondo culturale che è per lui come una seconda natura.
9 b
10 no (vedi PARAGRAFO 1.3, p. 9)
1
2
3
4
5
6
Capitolo 2
L’ARTICOLAZIONE DELLE SCIENZE
SOCIALI
1
2
3
4
5
6
7
8
9
78
b
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 54.
c
a: influenzati dalla presenza reale o immaginaria di altri esseri umani.
La sociologia studia le regolarità sociali, mentre la ricerca storica ricostruisce ciò che accadde «quella singola volta»; esse si incontrano
nella storia sociale, dove la storia offre alla
sociologia materiale per studiare l’evoluzione
della società.
la sociologia – comportamenti sociali –
l’economia – denaro.
b
Vedi PARAGRAFO 2.5, p. 62.
Parsons: c; Weber: b; Simmel: a
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
Capitolo 3
LA SOCIOLOGIA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Vedi PARAGRAFO 3.1, p. 64.
b
b
ESERCITAZIONE: produzione personale.
comportamento individuale – altri individui –
risultato.
Il paradigma della struttura sottolinea il fatto
che i soggetti trovano nella societàà regole
che sono già date indipendentemente da loro
stessi e che essi si limitano ad applicare.
Vedi PARAGRAFO 3.3, p. 67.
a
Vedi PARAGRAFI 3.4 e 3.5, p. 24 e p. 26.
Soluzioni delle domande sui brani
Émile Durkheim / p. 32
La distinzione tra sociologia e psicologia
1 Vedi brano.
2 c
3 Vedi brano.
Jon Elster / p. 33
Come spiegare l’ordine sociale
1 Vedi brano.
2 Vedi brano
3 b (cambiando il secondo più con meno)
Alessandro Cavalli / p. 34
La struttura sociale e l’azione dell’individuo
1 Vedi brano.
2 Vedi brano.
3 I paradigmi dell’azione e della struttura sono incompatibili solo se si adotta una visione deterministica dei condizionamenti che la struttura sociale
esercita sui comportamenti umani; oppure una
visione unilaterale dell’individuo come svincolato
da ogni condizionamento esterno.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
PARTE 2
3-06-2008
11:29
Pagina 79
L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO SOCIOLOGICO
Capitolo 1
LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA
1
2
3
4
5
6
7
Mentre per i naturalisti la società è un fatto
naturale, scaturito dall’istintiva socievolezza
umana, per i contrattualisti essa deriva da un
contratto sociale mediante il quale gli uomini, per superare le difficoltà del vivere in uno
stato di natura, fissano regole di convivenza
vincolanti.
c
Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 45.
c
a
b
rapporti economici – sovrastrutture – struttura economica – struttura economica –
sovrastrutture
Capitolo 2
LA GENERAZIONE DEI CLASSICI
Capitolo 3
LA SOCIOLOGIA NEL XX SECOLO
c
altro fatto sociale – combinazione di un fatto
sociale con un fatto individuale
3 ESERCITAZIONE: produzione personale
4 Vedi PARAGRAFO 3.3, p. 67.
5 Un sistema è una realtà composta di più elementi interdipendenti tra loro che, nell’insieme, formano un tutto organico retto da leggi
proprie, in cui ciascun elemento svolge una
funzione specifica nella conservazione del
sistema stesso.
6 b (togliendo non)
7 Vedi PARAGRAFO 3.5, p. 70
8 b
9 agire umano – dialogo – molto diversi – contrastanti
10 Vedi PARAGRAFO 3.6, p. 73.
1
2
Soluzioni delle domande sui brani
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 53.
Durkheim sostiene che la società è qualcosa
che sovrasta i suoi membri: non è la semplice
somma degli individui che la compongono,
ma una realtà specifica con caratteristiche e
leggi proprie.
c
a
Vedi PARAGRAFO 2.3, p. 56.
c
b
Vedi PARAGRAFO 2.5, p. 62.
formale – forme dei rapporti – variare storico
Franco Crespi / p. 78
La visione della società nel passaggio
dall’Illuminismo al Positivismo
1 Vedi brano.
2 scientifico – osservazione sperimentale –
totalizzante – filosofia
Émile Durkheim / p. 79
«Solidarietà meccanica» e «solidarietà organica»
1 b
2 solidarietà meccanica – personalità individuale – personalità collettiva – differenza
Charles Wright Mills / p. 80
L’«immaginazione sociologica»
1 a
2 ESERCITAZIONE: produzione personale
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
79
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 3
11:29
Pagina 80
LE STRUTTURE DELLA SOCIETÀ
Capitolo 1
IL PROCESSO
DI ISTITUZIONALIZZAZIONE
Capitolo 3
LA FLESSIBILITÀ
DEL SISTEMA SOCIALE
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 88.
b (sostituire: è quindi sempre con non è quindi solo, e e mai con ma anche)
3 Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 91.
4 Vedi PARAGRAFO 1.4, p. 92.
5 a
6 comportamento – ripetizione – comportamento abituale – tipizzazione – oggettivazione
7 b
8 c
9 Nessuno svolge un unico ruolo nella propria
vita: come la nostra esistenza quotidiana è
segnata dall’interazione in una molteplicità di
contesti di diverso tipo, così noi svolgiamo giornalmente una molteplicità di ruoli intrecciati,
sovrapposti, spesso anche in contrasto tra loro.
10 Aspetti negativi: b. Aspetti positivi: c
1
1
2
Capitolo 2
LE FORME DELLA STRUTTURA
SOCIALE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
80
modelli di comportamento – tipizzazione –
oggettivazione – ruoli
Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 101.
a
c
Vedi PARAGRAFO 2.3, p. 105.
b
Nella società industriale sono sempre più diffuse le organizzazioni, una conseguenza del processo di razionalizzazione, in cui tutte le azioni
sono soggette al principio di razionalità rispetto allo scopo.
Vedi PARAGRAFO 2.5, p. 111.
Vedi PARAGRAFO 2.5, p. 111.
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
2
3
4
5
6
7
8
9
Ogni società è unificata da una fondamentale esigenza di autoconservazione e di ordine,
che lega tutti i suoi membri in un sistema di
norme e azioni desiderabili che formano quel
«tessuto connettivo» della società denominato sistema sociale.
Vedi PARAGRAFO 3.1, p. 120.
a
b (cambiare diminuisca con aumenti)
ESERCITAZIONE: produzione personale
Vedi PARAGRAFO 3.3, p. 123.
c
insoddisfazione per l’ordine esistente – mobilitazione popolare spontanea – leadership –
organizzazione – istituzionalizzazione – dissoluzione
società – burocratizzazione – più avanzate –
burocratico
Soluzioni delle domande sui brani
Neil J. Smelser / p. 132
Lo “status” e il ruolo
1 b
2 Vedi brano.
3 b (cambiare titolo di studio con tipo di lavoro)
Charles H. Cooley / p. 133
I gruppi e le istituzioni
1 a
2 Vedi brano.
3 c
Erik Neveu / p. 134
I nuovi movimenti sociali
1 Vedi brano.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
PARTE 4
3-06-2008
11:29
Pagina 81
DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE E CONFLITTO
Capitolo 1
IL POTERE E LA DISUGUAGLIANZA
Ogni organizzazione sociale è tale in quanto
istituisce diverse posizioni al proprio interno,
le quali sono tra loro legate da rapporti gerarchici.
2 a
3 ESERCITAZIONE: produzione personale
4 Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 144.
5 c
6 Vedi PARAGRAFO 1.4, p. 146.
7 disuguaglianza sociale – società – accesso –
risorse
8 c
9 a
10 Vedi PARAGRAFO 1.7, p. 154.
1
Capitolo 2
LA STRATIFICAZIONE SOCIALE
La stratificazione sociale è quel fenomeno,
connesso alla disuguaglianza sociale, per cui
la società si compone di una pluralità di gruppi con diverse possibilità di accesso alle risorse disponibili.
2 Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 158.
3 Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 158.
4 status – posizione – compagine sociale – ruolo
5 a
6 b
7 b
8 a
9 ESERCITAZIONE: produzione personale
10 a
1
Capitolo 3
DEVIANZA, CRIMINALITÀ
E CONTROLLO SOCIALE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Vedi PARAGRAFO 3.1, p. 174.
ordine sociale – pluralità – scelta – obiettivi –
conflitti.
b
Per un gruppo sociale il conflitto può avere
anche effetti benefici: stabilizzare i suoi confini, aumentarne la coesione interna, creare
forme di integrazione regolata e cooperativa
con il gruppo antagonista.
c
c
b
a
Vedi PARAGRAFO 3.5, PUNTI DI APPROFONDIMENTO, «Il carcere e le misure alternative alla detenzione», p. 183.
Soluzioni delle domande sui brani
Heinrich Popitz / p. 188
Gli stadi dell’istituzionalizzazione del potere
1 b
2 Vedi brano.
Maurizio Pisati / p. 189
I fattori che limitano in Italia la mobilità sociale
1 b (inserendo non prima di deriva)
2 La percentuale di laureati che riescono a diventare imprenditori, dirigenti o liberi professionisti diminuisce a mano a mano che si discendono i gradini della gerarchia sociale.
3 Vedi brano.
Howard S. Becker / p. 190
1 Vedi brano.
2 c
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
81
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 5
11:29
Pagina 82
I METODI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
Capitolo 1
LA SOCIOLOGIA COME DISCIPLINA
SCIENTIFICA
Capitolo 3
I METODI DI RILEVAZIONE
1
1
2
3
4
5
6
7
8
9
b
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 198.
c
Una disciplina è scientifica nella misura in cui
il sapere che essa produce è potenzialmente
riproducibile e quindi impersonale, mentre un
sapere soggettivo e personale, per quanto di
qualità elevata, non è scientifico.
Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 200.
Pregiudizi – sapere – ricerca sociale – convinzioni personali.
a
Vedi PARAGRAFO 1.5, p. 206.
società – facilmente osservabile – confondere
– porzione
Capitolo 2
IL PROCEDIMENTO DI RICERCA
c
problema – disegno della ricerca – raccolta
dati – codifica e analisi dei dati – interpretazione dei risultati
3 a
4 Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 210.
5 Vedi PARAGRAFO 2.3, p. 213.
6 popolazione – universo – persone – base
empirica
7 c
8 La mole di informazioni raccolte necessita di
una semplificazione per rendere intelligibile la
realtà: è questo il compito del procedimento
di codifica dei dati.
9 b
10 Vedi PARAGRAFO 2.5, p. 222.
1
2
82
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
2
3
4
5
6
7
Nella ricerca sociale sono detti metodi «standard» quelli che ricorrono alla misurazione dei
dati; metodi «non standard» quelli che non vi
ricorrono, puntando invece a conoscere le sfumature qualitative del fenomeno indagato.
c
Vedi PARAGRAFO 3.2, p. 227.
a
b
questionario – aperte – chiuse – alternative
Vedi PARAGRAFO 3.4, p. 230.
Soluzioni delle domande sui brani
Robert K. Merton / p. 244
Teorici ed empiristi
1 Vedi brano.
2 c
Mauro Barisione – Renato Mannheimer / p. 245
Come un’indagine può influire: il caso dei sondaggi
preelettorali
1 bandwagon – underdog – «soccorso» – mobilitazione elettorale
2 Vedi brano.
Daniel Bertaux / p. 246
La specificità dell’indagine etnosociologica
1 Mentre il modo di procedere ipotetico-deduttivo sviluppa prima le ipotesi e poi costruisce
un’indagine empirica destinata a verificarle,
l’indagine etnosociologica studia un frammento di realtà storico-sociale di cui a priori non sa
molto.
2 Vedi brano.
3 b
GUIDA SOCIOLOGIA def.
PARTE 6
3-06-2008
11:29
Pagina 83
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
Capitolo 1
LA SOCIALIZZAZIONE
Capitolo 2
LE AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE
mondo sociale – naturale – processo – pluralità – relazioni
2 Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 254.
3 Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 257.
4 Sì (vedi PARAGRAFO 1.3, p. 259)
5 ESERCITAZIONE: produzione personale.
6 «imitazione» – «gioco libero» – «gioco organizzato» – «altro generalizzato» (vedi PARAGRAFO 1.3, p. 259)
7 Nel processo di socializzazione primaria, il
bambino acquisisce quelle che vengono definite «competenze sociali di base», come le
capacità di comunicare e di entrare in relazione con gli altri, che gli serviranno per muoversi e agire in contesti sociali più ampi e impersonali.
8 b
9 c
10 a
11 Vedi PARAGRAFO 1.6, p. 265.
1
2
3
4
5
6
1
Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 267.
b (inserendo non fra che e hanno)
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 268.
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 268.
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 268.
socializzazione primaria – moltiplicarsi – soggetti attivi – universalmente
7 La scuola, a differenza della famiglia, è considerata un gruppo secondario, cioè basato su
una definizione molto più rigida dei ruoli,
tanto che il suo carattere distintivo rispetto
alla famiglia è appunto l’impersonalità.
8 c
9 b
10 a
Soluzioni delle domande sui brani
Amartya Sen / p. 282
L’identità personale in relazione alle molteplici
identità collettive
1 b
2 Vedi brano.
Peter L. Berger – Thomas Luckmann / p. 283
Caratteristiche della socializzazione primaria
1 coscienza – società – realtà oggettiva – identità
2 a
Joshua Meyrowitz / p. 284
La socializzazione attraverso i mass media
1 c
2 a
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
83
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 7
11:29
Pagina 84
IL MONDO DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
Capitolo 1
LA DIMENSIONE ECONOMICA
DELLA SOCIETÀ
1
2
3
4
5
6
economica – sociale – comportamenti –
sociologia – relazioni
a
a
razionalità economica – operatore – interesse – redditizie – paritaria
a
c
Capitolo 2
IL LAVORO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Esistono tre gradi di complessità nella divisione del lavoro: coordinazione di attività simili
(si fa insieme la stessa cosa); coordinazione di
attività diverse (si fanno contemporaneamente cose diverse); divisione processuale (ci si
aiuta reciprocamente facendo cose diverse).
a
Vedi PARAGRAFO 2.4, p. 207.
c
fordismo – involontaria – assenteismo –
meccanizzati
Vedi PARAGRAFO 2.7, p. 312.
ESERCITAZIONE: produzione personale.
Vedi PARAGRAFO 2.8, p. 317.
Capitolo 3
IL LAVORO COME FONTE
DI CONFLITTO
1
2
3
4
5
6
premoderno – conflittualità – relazioni industriali – contrattazione
In tutte le società industrializzate i lavoratori
hanno costituito apposite organizzazioni sociali
per difendere e tutelare i propri interessi in ambito lavorativo. Esse sono i sindacati, che svolgono
un ruolo centrale nell’ambito delle relazioni industriali.
a
Vedi PARAGRAFO 3.5, p. 327.
Gli studiosi di scienze sociali parlano di un
«modello italiano» della disoccupazione, cioè
del fatto che l’Italia è il Paese che protegge più
massicciamente l’occupazione dei maschi
adulti, attuando una discriminazione verso le
donne, che superano di poco il 30% degli occupati, e i giovani.
ESERCITAZIONE: produzione personale.
Soluzioni delle domande sui brani
Alain Touraine / p. 336
Le fasi di trasformazione del lavoro operaio
1 c
2 b
Luciano Gallino / p. 337
Gli «oneri» del «lavoro privo di luogo»
1 Vedi brano.
2 b
3 b (sostituire meno con più)
Enrico Pugliese / p. 338
Disoccupazione, precarietà e crisi delle idemtità
lavorative
1 l’autostima – tempo – famigliari – psicologica
2 Vedi brano.
84
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
GUIDA SOCIOLOGIA def.
PARTE 8
3-06-2008
11:29
Pagina 85
PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE POLITICA
Capitolo 1
LA DIMENSIONE POLITICA
DELLA SOCIETÀ
Una norma sociale viene formalizzata quando la
società, nel suo insieme o nella veste dei suoi governanti, prende consapevolezza esplicita di essa,
dando una «forma definita al suo contenuto, e lo
Stato si impegna a farla rispettare».
2 b
3 Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 348.
4 c
5 Vedi PARAGRAFO 1.4, p. 353.
6 b (sostituire legittimità con rappresentanza)
7 c
8 Vedi PARAGRAFI 1.4, 1.5, 1.6, p. 353, 354, 356.
9 a
10 pubblica amministrazione – le scelte operate
dalla politica – infinite e diverse possibilità
1
Soluzioni delle domande sui brani
Max Weber / p. 374
La legittimazione del potere
1 c
2 dominati – rapporto di potere – sul mezzo della forza
3 Vedi brano.
Robert Dahl / p. 375
I limiti della democrazia rappresentativa
1 Vedi brano.
2 Vedi brano.
Umberto Eco / p. 377
L’intervista al politico
1 b
2 Vedi brano.
Capitolo 2
LA COMUNICAZIONE POLITICA
E IL COMPORTAMENTO ELETTORALE
Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 360.
Vedi PARAGRAFO 2.1, p. 360.
c
a
In un sistema elettorale proporzionale, dominato
dai partiti di massa, la campagna elettorale è
orientata a promuovere il partito politico, mentre
il candidato finisce in secondo piano. Dove invece
la legge elettorale è di tipo maggioritario e prevale
il partito elettorale, la campagna verte intorno al
confronto diretto tra i leader delle coalizioni.
6 a
7 b
8 Vedi PARAGRAFO 2.4, p. 368.
9 Vedi PARAGRAFO 2.4, p. 368.
10 ESERCITAZIONE: produzione personale.
11 media – voto di opinione – partito elettorale –
partiti di massa
1
2
3
4
5
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
85
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
PARTE 9
11:29
Pagina 86
LE DIFFERENZE DI GENERE
Capitolo 1
IL SESSO E IL GENERE
1
2
3
4
5
6
7
8
b (sostituire sesso e differenze sessuali con
genere)
femminista – socialmente – «responsabilità»
– modelli sessuali
b
Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 387.
Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 388.
I bambini tendono a percepire le identità di
genere come la naturale conseguenza delle differenze biologiche e anatomiche fra i sessi, e
questa convinzione viene ulteriormente rafforzata dalle agenzie di socializzazione, come la
scuola, i mass media e i gruppi dei pari.
a
Vedi PARAGRAFO 1.4, p. 390.
Capitolo 2
LA DIVISIONE SESSUALE
DEL LAVORO
b
b
Per quanto riguarda la divisione sessuale del
lavoro, si parla di segregazione occupazionale
orizzontale per indicare la concentrazione delle
donne in certe aree di attività, e di segregazione
occupazionale verticale per indicare la loro concentrazione, per ciascuna area di attività, nei
livelli gerarchici inferiori.
4 ESERCITAZIONE: produzione personale.
5 Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 394.
6 a
7 c
8 ESERCITAZIONE: produzione personale.
9 lavoro femminile – a catena – forza fisica –
dequalificazione
10 b
1
2
3
86
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
Capitolo 3
LA DONNA E LA FAMIGLIA
1
2
3
4
5
6
a
esperienze lavorative – l’industrializzazione –
ruoli – potere economico
b (sostituire il secondo aumento con riduzione)
c
Anche nelle famiglie in cui si avverte la tendenza al superamento dei ruoli tradizionali dell’uomo e della donna, non è tuttavia possibile
affermare che si sia verificata un’equa ridistribuzione del carico di lavoro domestico
ESERCITAZIONE: produzione personale.
Soluzioni delle domande sui brani
Gilles Lipovetsky / p. 412
Possibili motivi della persistenza dei ruoli fondati
sul sesso
1 Vedi brano.
2 b
Maria Letizia Pruna / p. 413
Il fenomeno della «segregazione verticale»
1 a
2 Vedi brano.
Marina Piazza / p. 415
La distribuzione del lavoro domestico
come problema
1 Vedi brano.
2 Vedi brano.
GUIDA SOCIOLOGIA def.
3-06-2008
11:29
Pagina 87
PARTE 10 IL WELFARE STATE
Capitolo 1
STORIA E TIPOLOGIE
DEL WELFARE STATE
1
2
3
4
5
6
7
8
a
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 384.
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 384.
b, in Germania.
Tradizionalmente si fa coincidere la nascita del
Welfare State con la pubblicazione, nel 1942,
del cosiddetto Rapporto Beveridge, il documento
finale di una commissione d’inchiesta sulla
situazione inglese che conteneva un progetto
per affrontare i più gravi problemi sociali del
Paese.
Settanta – l’«età d’oro» – sviluppo economico – Stato
ESERCITAZIONE: produzione personale.
Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 388.
Soluzioni delle domande sui brani
Robert Castel / p. 444
Lo Stato sociale e la possibilità di padroneggiare
l’avvenire
1 a
2 Vedi brano.
3 Vedi brano.
Costanzo Ranci / p. 446
Il volontariato e lo Stato sociale
1 b
2 crisi fiscale – Welfare State – movimenti sociali – partecipazione
3 Vedi brano.
Capitolo 2
LE POLITICHE SOCIALI
E IL TERZO SETTORE
1
2
3
4
5
6
7
La previdenza sociale consiste in una serie di
misure volte a prevenire le conseguenze negative di eventi come la malattia, l’infortunio, il
decesso del coniuge; l’assistenza sociale, invece,
consiste in un insieme di interventi di sostegno
per i cittadini che si trovano in condizioni di
povertà, emarginazione o devianza.
b
Welfare di tipo conservatore, basato su politiche di sostegno alla famiglia. Vedi PARAGRAFO
2.2, p. 394.
finanziario – l’assistenza sanitaria – servizi
soddisfacenti – legittimità.
b
c
Vedi PARAGRAFO 2.4, p. 397.
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
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GUIDA SOCIOLOGIA def.
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PARTE 11 LA COMUNICAZIONE E I MASS-MEDIA
Capitolo 1
LA COMUNICAZIONE
c
«mettere in comune» – comunicazione – beni
materiali – significati
3 Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 455.
4 Vedi PARAGRAFO 1.2, p. 455.
5 Il codice più prezioso di cui si è dotato l’essere
umano nella storia è il linguaggio. Esso non è
mai un carattere puramente naturale dell’uomo, ma il frutto di un patto implicito tra coloro che appartengono a una certa cultura, ovvero una convenzione sociale.
6 c
7 ESERCITAZIONE: produzione personale.
8 a
9 c
10 a
11 Vedi PARAGRAFO 1.5, p. 462.
1
2
Capitolo 2
I MASS-MEDIA
1
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4
5
6
7
8
9
88
b
a, c
strumenti tecnologici – interpersonale – interattivo – quasi-comunicazione
Con la diffusione dei new media è nato un tipo
di comunicazione che, pur coinvolgendo un
gran numero di soggetti, permette loro di
comunicare su un piano di parità. Nell’uso del
computer non si è solo «spettatori», ma si partecipa attivamente alla circolazione delle informazioni.
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 467.
Vedi PARAGRAFO 2.3, p. 470.
a
Vedi PARAGRAFO 2.4, p. 474.
b
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
Capitolo 3
LE CARATTERISTICHE
DELLA COMUNICAZIONE MEDIALE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
mass-media – potere enorme – volontà –
effetti limitati
c
Vedi PARAGRAFO 3.2, p. 479.
b (cambiando ottimistiche con pessimistiche)
I mass-media, in particolare la televisione,
costituiscono una sorta di «finestra aperta» su
realtà distanti dalla nostra, sia in termini spaziali, sia in termini culturali, ampliando di fatto
l’ambito dell’esperienza possibile molto al di là
di quella personalmente praticabile da ciascuno.
a
Vedi PARAGRAFO 3.4, p. 483.
Vedi PARAGRAFO 3.4, p. 483.
b
Soluzioni delle domande sui brani
John B. Thompson / p. 490
La comunicazione di massa
1 Vedi brano.
2 «Trasmissione» o «diffusione»
Paolo Jedlowski / p. 491
L’illusoria ricchezza di informazioni
1 Vedi brano.
2 b
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PARTE 12 LA GLOBALIZZAZIONE E SOCIETÀ MULTICULTURALE
Capitolo 1
LA SOCIETÀ E IL VINCOLO
DELLO SPAZIO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Vedi PARAGRAFO 1.1, p. 498.
ESERCITAZIONE: produzione personale.
In termini generali possiamo affermare che
ogni società umana è vincolata nello spazio e
nel tempo, e questo contribuisce a determinare i fenomeni sociali che la caratterizzano.
società della comunicazione – persone –
unità spaziale – «comunità locali»
Vedi PARAGRAFO 1.3, p. 500.
a
c
b
Mentre la comunità locale è contraddistinta
dall’omogeneità culturale dei suoi membri, la
società urbana è caratterizzata da una forte eterogeneità: operai e borghesi, fedeli e atei, indigeni e stranieri di varia provenienza. Questo fa della città la principale «fucina del mutamento sociale».
Capitolo 2
VERSO LA GLOBALIZZAZIONE
1
2
3
4
5
6
7
contemporanea – rapporti – relazioni urbane
– spazio fisico
Vedi PARAGRAFO 2.2, p. 507.
a
b (cambiando pochi con molti)
Vedi PARAGRAFO 2.3, p. 470.
ESERCITAZIONE: produzione personale.
L’intensificarsi e il rapido modificarsi delle relazioni sociali induce spesso nelle persone un
senso di insicurezza, di perdita dei punti di riferimento. Questo spiega anche la rinascita dei
regionalismi e delle subculture.
Capitolo 3
LA SOCIETÀ MULTICULTURALE
c
Vedi PARAGRAFO 3.1, p. 515.
sviluppati occidentali – differenze culturali –
società – disgregazione
4 Vedi PARAGRAFO 3.1, p. 515.
5 Vedi PARAGRAFO 3.2, p. 518.
6 Vedi PARAGRAFO 3.3, p. 519.
7 c
8 b
9 Una politica della differenza presuppone che
l’equità sia il frutto non solo dell’applicazione
di principi formali, ma anche dell’attuazione
di trattamenti differenziati, soprattutto nelle
situazioni di maggiore marginalità.
10 a
1
2
3
Soluzioni delle domande sui brani
Georg Simmel / p. 526
La vita nella metropoli
1 b
2 Vedi brano.
3 a
Zygmunt Baumann / p. 527
La mobilità nella società globale come fattore
di stratificazione
1 c
2 Vedi brano.
Roger Silverstone / p. 528
Il ruolo dei media nelle dinamiche migratorie
1 La politica globale contemporanea è in misura
significativa una politica in cui le minoranze,
che in tempi recenti si sono trasferite in altri
Paesi, cercano di difendere non solo il proprio
diritto di esistenza ma anche il diritto di mantenere la propria cultura e la propria identità.
2 Vedi brano.
3 Vedi brano.
SOLUZIONI DELLE VERIFICHE DEL MANUALE
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