61.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia LANTIA CINEMA - MAGANOS - ISTITUTO LUCE presentano PASSAGGI di TEMPO Il viaggio di Sonos ‘e Memoria un film di Gianfranco Cabiddu Uscita: venerdì 18 febbraio 2005 Una distribuzione Istituto Luce La tradizione è prendersi cura delle proprie cose, perché ci servano per i giorni che abbiamo davanti, non alle spalle. Presentazione Passaggi di Tempo, il viaggio di Sonos ‘e memoria è il diario di bordo di un'avventura umana e artistica. A partire dal ritrovamento di filmati d’epoca inediti, che raccontano di una terra oggi scomparsa, nasce pian piano il concerto-spettacolo Sonos ‘e Memoria che da anni viene replicato in Italia e nel mondo. Passaggi di tempo il viaggio di Sonos ‘e memoria esplora un territorio nuovo, tutto da scoprire. È un film, un documentario o un film-concerto? Tutt’e tre le cose, insieme. È musica per immagini e immagini per la musica. È un affresco ma anche un poetico clip lungo. È un film che mostra appigli etnografici ma sceglie la via narrativa della fiction, abbandonando il rigore storicofilologico per seguire un punto di vista emotivo. Un viaggio in una Sardegna insolita, fuori da coordinate geografiche e temporali, astratta, un ritratto dove il colore interagisce con il bianco e nero del repertorio. Il tempo è il motore della storia, il film ne racconta i passaggi: quelli che devono compiere per suonare insieme, per lo stesso passato comune, artisti così diversi; i passaggi di frontiere in aeroporti, i bruschi passaggi da mestieri antichi in paese a teatri di paesi lontanissimi; gli scambi di forza e di senso fra musica e immagini. Passaggi di Tempo apre orizzonti nuovi, dove la memoria non è retaggio ma punto di partenza necessario per l’esperienza di uomini che attingono alle radici per proseguire il cammino, per tracciare quei sentieri che conducono fin nel cuore di ogni isola. SPECIFICHE TECNICHE & CAST Soggetto, sceneggiatura e regia Gianfranco Cabiddu Direzione musicale Paolo Fresu Cast Paolo Fresu (Tromba e filicorno) Furio Di Castri (Contrabbasso) Elena Ledda (Voce) Mauro Palmas (Chitarre e mandola) Luigi Lai (Launeddas) Carlo Cabiddu (Violoncello) Coro Su Concordu e su Rosariu di Santulussurgiu (Coro polifonico) - Antonio Migheli - Giovanni Ardu - Roberto Iriu - Mario Corona Federico Senesi (Percussioni) Antonello Salis (Fisarmonica) Fotografia Enzo Carpineta Montaggio Letizia Caudullo Suono Michele Palmas Organizzazione Roberto Andreucci Produzione Lantia – Maganos – Istituto Luce Durata 85 minuti Film 35 mm Istituto Luce Resp. Comunicazione e Marketing Ufficio Stampa Maria Carolina Terzi Tel. 06/72992242 [email protected] Maria Antonietta Curione Tel. 06/72992274 – 348.5811510 [email protected] SINOSSI Passaggi di Tempo è la storia di un viaggio, diario di bordo di un'avventura umana e artistica che dura ormai da dieci anni. La gestazione, nascita e sviluppo del concerto Sonos 'e memoria, a partire dalle immagini mute che mostrano una Sardegna cresciuta col lavoro e col sudore, nel rito collettivo delle feste, nel rapporto di sintonia e conflitto con la natura. Il regista va a scovare i musicisti nel proprio ambiente, ci parla, si confronta sulla necessità di andare oltre il folclore, per trovare una sonorità che, senza tradire le radici, possa convivere con la musica colta e jazz. Sullo schermo si srotola un “work in progress”, idee e suggestioni che crescono e prendono forma. Ognuno recita se stesso, ognuno ha un aneddoto, un ricordo; e ognuno racchiude un'anima musicale e umana della Sardegna. Un film puzzle, Passaggi di tempo: e il tempo resta il motore segreto della storia, l'ondeggiare delle immagini fra vecchio e nuovo nel mischiare dietro le quinte, prove e il privato, perché in fondo quella di Sonos 'e memoria è nel tempo diventata una grande famiglia. E infondo è armonico, per esempio, vedere un musicista classico, professore di Conservatorio, correre a cavallo partecipando all’Ardia, una corsa tra le più selvagge e pericolose, iconograficamente identico agli spezzoni d’archivio. O ancora, quasi simbolico, Lillino, contadino e poeta, padre di Paolo Fresu, che, dopo averle raccolte appuntandole in foglietti di carta, detta al figlio, che trascrive al computer, le parole dimenticate, che non si usano più, affinché non vadano perdute. Da una frase intima si passa al momento del concerto, Monaco, Parigi, Roma, Taormina, ai musicisti internazionali, da Uri Caine a Gerardo Nunez a Ernst Raijsenger e tanti altri, saliti in corsa sul trenino gioioso di Cabiddu e soci in contagiose jam session. Immagini di oggi che dialogano con le immagini di una Sardegna antica, fiera e laboriosa: un montaggio emozionale che elabora, passando indifferentemente dagli anni Venti agli anni Cinquanta ad Oggi, una sinfonia visiva e sonora capace di gridare l’orgoglio di un popolo, la sua cultura e le sue radici. Un modo - spettacolare, certo - di ripensare la propria cultura e ricordare fra le righe che Passaggi di Tempo è un prototipo di sperimentazione sui materiali audiovisivi spesso dimenticati nella polvere degli scaffali. Passaggi di Tempo gioca sull’onestà di una rappresentazione filmica che fa passare un sentimento universale: quello di una memoria che ha un valore di conoscenza, di un’identità, di una storia dell’evoluzione umana e sociale di un popolo. Un film che restituisce il senso e lo spessore di un pensiero artistico non chiuso nell'insularità, ma che vuole essere un ponte verso altre culture. IL PERCHE’ DI UN FILM Passaggi di Tempo il viaggio di Sonos 'e Memoria racconta la storia di un rapporto, reale ed emozionale, con una radice, un’identità. L’esigenza di raccontare in un film l’avventura del film-concerto Sonos 'e Memoria in realtà nasce già molti anni fa dalla voglia di esplicitare un rapporto, diverso per ogni membro del gruppo, con quel mondo evocato dalle immagini e più generalmente con la tradizione. Partivo infatti dalla necessità di trovare una strada (la musica) affinché queste immagini frammentarie potessero diventare un “nuovo” film capace dare delle emozioni vive ad un pubblico d’oggi. Sono le prime immagini filmate di volti e gesti, per un cineasta un’alba del cinema. Sono state girate da grandi e oscuri professionisti (a cui il film è dedicato), con un gusto per la luce e l’inquadratura mai banale, talvolta oleografica, ma sempre profondo. Le avevo rimontate portando in primo piano i volti e i gesti che restavano sullo sfondo: non più la parata del Duce o la pomposa inaugurazione col Re ma la quotidianità di coloro che fanno dire “la storia siamo noi”. E quei volti ci riguardavano, qualcosa di quei mondi era viva in noi. Accompagnate dalla musica dal vivo, sono diventate immagini “utili” oggi. La tradizione per me in fondo è questo: prendersi cura delle proprie cose, perché ci servano per i giorni che abbiamo davanti, non alle spalle. Con percorso analogo mi sembrava importante raccontare in un film quanto, nei passaggi di tempo, nella nostra vita di oggi, quei mondi scomparsi avessero risonanza. Perchè è importante sentire, e capire, che bisogna conservare memoria di un mondo, già durato millenni, terminato di colpo ieri sera, senza celebrazioni che non siano folklore, o mascherate per turisti. Il film assembla materiali diversi, dal repertorio Luce in 35 mm alle riprese in HD Alta definizione a quelle digitali con la Dvcam, Digital Beta, fino al super8. Nella ricostruzione filmica del viaggio alla ricerca dei musicisti da ingaggiare, le immagini della memoria vanno a scontrarsi e fondersi con quelle dell'oggi. Un viaggio nella Sardegna di oggi dove si incontrano artisti tanto diversi, per estrazione e provenienza, portatori di culture musicali diverse, che esemplificano e racchiudono nelle loro biografie umane, oltre che musicali, le varie anime dell'isola. È anche una Sardegna insolita che il film racconta, fuori da coordinate geografiche e temporali, quasi esotica, astratta, un ritratto dove il colore interagisce con il bianco e nero del repertorio che fa calare una patina ancestrale, di mistero. Volti, gesti, oggetti, costumi, scenari: il film pare attraversare epoche e ambienti diversi, facendo coesistere in un attacco di montaggio che unisce contadini degli anni Trenta con quelli di 60 anni dopo, una unità ideale di tempo luogo e spazio. Spesso un gesto dell’oggi richiama un ricordo, un aspetto della vita quotidiana di un musicista ha un suo corrispettivo nei filmati d’epoca: Tanti frammenti di Sardegna che “fanno” la Sardegna, di ieri e di oggi, così Passaggi di Tempo prova a fare i conti con la tradizione: una scheggia di una cultura in movimento che guarda indietro per trovare strade future. Con un impasto inedito e sincero che, a mio avviso, rende universale il suo messaggio. Gianfranco Cabiddu P R Il punto di partenza: il concerto Sonos ‘e memoria Il film-concerto Sonos ’e memoria, ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu con la direzione musicale di Paolo Fresu, che sta all’origine del film Passaggi di tempo, è fatto di immagini riesumate dagli archivi e restituite a nuova vita giungendo, attraverso la poesia umile fatta di dolore e sacrificio, a ricomporre un’identità. Una Sardegna certo lontana ma viva, perché in quelle emozioni regalate dal bianco e nero della memoria, ciascuno trova quello che appartiene a tutti noi: una radice culturale, il sentimento di unità, il collante della memoria che vive con la colonna sonora, dove jazz e musica etnica camminano senza rete eppure in un equilibrio ammirevole: musica e immagini che dialogano nutrendosi l’una dell’altra. Le immagini dell’Archivio Luce sono il punto di partenza: motore interno del progetto, sorpresa e spettacolo. Cabiddu le ha selezionate e amalgamate per comporre l’anima di una civiltà che, per millenni, ha elaborato una propria dimensione di tempo e spazio. Sostenuto da una colonna sonora unica dove il cuore della tradizione etnica - launeddas, tenores, canzoni - interagisce e si confronta con i ritmi jazz, un equilibrio dove il nuovo rispetta il respiro del vecchio, trovando molti punti di contatto: da un suono colto, antico con un marchio popolare nasce una manipolazione che sfocia in un suono opposto: tutti gli artisti hanno una carica comunicativa semplice, spontanea, visionaria. Dagli incroci e le invenzioni della tromba di Fresu e della fisarmonica di Antonello Salis, e poi via via le altre tessere - la voce struggente di Elena Ledda, la mandola suadente di Mauro Palmas, la magia delle launeddas di Luigi Lai, la seduzione del coro Concordu ’e su rosariu, i ricami del violoncello di Carlo Cabiddu, le percussioni creative di Federico Sanesi, il contrabbasso nervoso di Furio di Castri - che vanno a comporre un affascinante mosaico musicale. Questo è il film-concerto Sonos ’e memoria che ha viaggiato in molti angoli della Sardegna e del mondo, dovunque ha rinnovato il miracolo di scardinare testa e cuore del pubblico, gente comune che trova in questa operazione un aspetto genuino di una cultura, spogliata dai facili specchietti folcloristici. Ed in ogni teatro, ad ogni latitudine, scende una cappa di intensità emotiva palpabile, applausi a scena aperta, una partecipazione da stadio che culmina con l’asfissiante richiesta di bis. OV DI SASSARI Credits spettacolo Sonos ‘e Memoria L'anteprima dello spettacolo dal vivo è stata presentata a La Maddalena in occasione del decennale del Premio Solinas (1995). Negli anni successivi lo spettacolo è stato replicato in diverse occasioni, sia in Italia che all'estero. Venezia PRIMA Milano Nizza Cagliari Sassari Strasburgo Alghero San Paolo del Brasile Rio de Janeiro Mar del Plata Oristano Tharros Nuoro Cagliari Roma Parigi Berchidda Basilea Monaco Duisburg Munster Boulasac Roma Taormina Stans -Lucerna Settembre '95-Evento speciale 52°Festival Internazionale del Cinema Marzo '96 - Teatro Ciak - Festival "Suoni e Visioni" Marzo '96 - Teatro Athena Aprile '96 - Teatro Comunale Aprile '96 - Teatro Verdi - Ente Concerti M.L. De Carolis Maggio '96 - Cinema Pathé Vox - per la Comunità Europea Agosto '96 – Festival Estate Dicembre '96 - Teatro Ruth Escobar Dicembre '96 - Auditorium - Istituto Italiano di Cultura Novembre ‘97-Teatro Colon -Festival del Cinema- Argentina Aprile ‘98 Rassegna Concerti Agosto 1998 - Festival “Musiche del Mediterraneo" Ottobre 1998 - IX Festival internazionale etnografico”– Agosto 2000 - Festival Anfiteatro Romano - Ente Lirico Marzo 2001 - Teatro Lirico Aprile 2002 Festival de l’ile de France Agosto 2002 Festival Time in Jazz Maggio 2002 Teatro Comunale Maggio 2002 Teatro dell’Opera Novembre 2002 Teatro Comunale Gennaio 2003 Teatro Lirico Maggio 2003 Teatro Comunale – Centro della Cultura Luglio 2003 Auditorium Parco della Musica Luglio 2003 Teatro Greco Aprile 2004 Teatro Lirico Comunale Brani della musica di Sonos 'e memoria sono inseriti nel CD antologico Suoni e Visioni prodotto dalla Provincia di Milano. Il CD completo delle musiche di Sonos ‘e Memoria è edito dalla casa discografica ACT MUSIC & VISION GMBH - Monaco, di Siegfried Loch. I Musicisti Quando dei musicisti stanno e suonano insieme si dice che formano un ensemble; quelli di PASSAGGI di TEMPO il viaggio di Sonos ’e memoria più che ad un ensemble - parola che nasconde sfumature di alto lignaggio - fanno pensare ad una cricca. Di professionisti, certo, ma disposti all’atmosfera conviviale, scherzi compresi. E ogni volta è un po’ un ritrovarsi, baci abbracci e pacche sulle spalle, una voglia di leggerezza che li tiene uniti non solo nel nome del progetto e di una radice comune. Cabiddu e Fresu governano “la baracca” con semplicità, e gli altri si accordano sullo stesso ritmo: nessuna prevaricazione, si dà e si prende in ugual misura. Elena Ledda dice che «è un’esperienza strana: un progetto che piace a tutti e che ogni volta si trasforma in una festa». Ha dieci anni «ma è sempre nuovo, soprattutto rappresenta la musica sarda di oggi, quella meno folcloristica e più vera». Mario Corona, portavoce del coro Su Concordu ’e su rosariu di Santu Lussurgiu (gli altri sono Giovanni Ardu, Antonio Migheli, Roberto Iriu) dice per esempio che soltanto adesso hanno capito il messaggio di Passaggi di Tempo («tradizione e cultura dei sardi che richiamano in un sol colpo la memoria di generazioni») trovando anche nelle immagini una inaspettata curiosità: «il prete che benedice la bandiera dell’Ardia è il compaesano don Pinna, di Santu Lussurgiu». Il maestro delle launeddas Luigi Lai sente che in questa operazione c’è «la vera cultura sarda», e la riprova è sempre «la risposta del pubblico: formidabile dappertutto». E si augura che il concerto Sonos viaggi di più, ambasciatore di suoni e identità. Mauro Palmas si sente onorato di stare sul palco con grandi musicisti, «ogni concerto è una esperienza ricca e diversa. Anche negli intoppi, come in Brasile quando il proiettore macinò la pellicola, Cabiddu arrivò sotto il palco e disse “salvatevi”. E fu, senza metà delle immagini, una esibizione memorabile». Carlo Cabiddu ci trova un complemento alla sua formazione classica: uno stimolo continuo «avere al fianco un vulcano di creatività come Salis» apre la possibilità di giocare sul registro dell’improvvisazione. E di stimoli e radici comuni («non solo musicali ma soprattutto umane») parlano i due indigeni della cricca, Furio Di Castri e Federico Sanesi che amano molto il clima da gita e gli incontri con gli isolani sparsi nel mondo: «bastano due sardi per fare una comunità». Serenità e divertimento, la voglia di emozionarsi ancora. Riassume Antonello Salis: «è un gioco collettivo, un progetto educato realizzato con una compagnia rilassata. Un vero antistress». Sergio Naitza PAOLO FRESU E’ da oltre un decennio il trombettista italiano di jazz fra i più conosciuti e apprezzati all’estero, tanto è vero che uno dei suoi centri operativi è Parigi, dove alcuni anni fa ha vinto il Dijango d’oro, il più prestigioso premio Jazz del mondo. Nativo di Berchidda nel centro nord della Sardegna, 43 anni, ha studiato al Conservatorio di Sassari ma poi ha scelto la musica afro-americana, affascinato anch’egli – come tanti altri –da Miles Davis. La maturità e l’esperienza gli hanno consentito di ritagliarsi uno stile personale inconfondibile, grazie anche allo studio della musica popolare della sua terra che gli ha lasciato una traccia molto intensa. Il suo esordio discografico primo di una lunga serie, è del 1986. Da allora le incisioni a suo nome, in grppi di cui è leader o come ospite, sono centinaia. Ha suonato in tutto il mondo, dall’America all’Africa, all’Europa, alla Cina, duettando con i più grandi musicisti del mondo. Negli ultimi anni alla carriera di solista ha affiancato quella di compositore di Colonne sonore cinematografiche. Di Fresu si ammirano soprattutto il contenuto emozionale delle sue composizioni e gli assolo, pervasi da una incessante e meditata creatività. Sotto questo aspetto non teme alcun confronto, nemmeno con i più quotati maestri americani. ANTONELLO SALIS Talento musicale naturale, impara come autodidatta la fisarmonica poi si dedica all’organo e infine al pianoforte. Nel 1974 fonda con Riccardo Lay e con Mario Paliano i Cadmo che rimane attivo fino al 1978; poi suona principalmente come solista al pianoforte, collabora con complessi altrui e dirige quartetti e quintetti propri partecipando ai migliori Festival internazionali. Dotato di grande tecnica e di uno stile di estremo vigore, viene attratto dalla musica informale ma poi la rielabora come componente di una visione più vasta, alla quale non sono estranei gli echi della musica sarda. LUIGI LAI Le launeddas sono lo strumento a canne più antico (si parla di millenni), più popolare e più seducente della Sardegna. Nel timbro assomigliano alla zampogna e hanno qualche coincidenza con l’oboe; ma rispetto alla zampogna mancano della caratteristica sacca d’aria, per cui, allo scopo di produrre il suono continuo che le distingue, il musicista deve conoscere alla perfezione la tecnica mediterranea della respirazione circolare. In questo modo egli provvede le canne dell’indispensabile soffio d’aria senza alcuna interruzione. Da una ventina d’anni c’è stato un avvicinamento delle launeddas al jazz, grazie ad alcuni solisti afroamericani esperti nella respirazione circolare. Fu proprio Luigi Laiad aprire la strada. Da allora i contatti sono stati sempre più frequenti, perfino con giganti del jazz come Ornette Coleman e l’Art Ensembre of Chicago. Luigi Lai, impressionante per l’assoluta padronanza dello strumento, la bellezza del suono, il fraseggio e la capacità inventiva è oggi il più grande virtuoso dello strumento. ELENA LEDDA Straordinaria voce di Sardegna, nativa di Selargius, comincia la sua carriera giovanissima nell’ambito della musica tradizionale sarda. A sedici anni intraprende gli studi di canto classico al Conservatorio di Cagliari. Nello stesso tempo inizia la carriera professionale, privilegiando le opere di Kurt Weil, Brecht e Hanns Eisler. In seguito si occupa di esecuzioni filologiche di musica antica; lavora nello stesso tempo a impegnative ricerche sulla musica popolare sarda. La poliedrica esperienza formativa le permette di spaziare in ampi orizzonti musicali: collabora fra gli altri con Don Cherry, Lester Bowie, Enrico Rava, Moni Ovadia,Noa, Richard Galliano, Luigi Cinque. Elena Ledda ha cantato in tutta Europa, in America del Nord e del Sud, in Australia e in Nord Africa. GIANFRANCO CABIDDU BIOGRAFIA Gianfranco Cabiddu, è nato a Cagliari e vive a Roma, si forma come musicista nel capoluogo isolano, tra gli studi di musica classica e i gruppi di Jazz dei primi anni '70. Lascia la Sardegna nel 1974 e si trasferisce a Bologna, dove frequenta il DAMS e lavora in gruppi musicali e teatrali. Si laurea in Etnomusicologia, specializzandosi nello studio della musica nei rituali di possessione, e compie, in collegamento con una équipe dell'Università di Roma, numerosi viaggi di studio in India e a Bali, occupandosi della documentazione filmata di rituali, danze e spettacoli teatrali. Nel 1980 si trasferisce a Roma dove collabora per alcuni anni con il Centro Teatro Ateneo dell'Università "La Sapienza", curando la regia video della documentazione di varie iniziative (incontri, seminari, prove, spettacoli, ecc.), con la partecipazione di grandi personalità dello spettacolo: Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Dario Fo, Martha Graham, Jerzy Grotowski, Peter Brook, Eduardo De Filippo. Con quest'ultimo inizia una collaborazione stabile che porterà alla registrazione audio de La tempesta di Shakespeare, nella traduzione e interpretazione "per voce sola" del grande uomo di teatro napoletano. Nel cinema lavora prima come tecnico del suono e poi come regista e sceneggiatore in diversi documentari, cortometraggi industriali, spot pubblicitari, video musicali. Il suo primo film a soggetto è Disamistade (1989). Ambientato e girato in una Sardegna anni '50, il film, di genere spettacolare e drammatico, conserva una forte impronta antropologica. Con S'Ardia (1994), film antropologico, Gianfranco Cabiddu ritorna a Sedilo, suo paese d'origine, a raccontare la vita di un paese intorno ad una delle feste tradizionali più importanti della Sardegna. Sonos 'e Memoria (1995) film di montaggio su materiali di repertorio accompagnato dal vivo da un ensamble che raccoglie i più importanti musicisti sardi, è presentato come evento speciale alla 52° Mostra del Cinema di Venezia; lo spettacolo è attualmente in programma in teatri italiani ed europei dopo aver fatto tappa a Nizza, Milano, Cagliari, Tharros, Strasburgo, San Paolo, Rio del Janeiro, Mar del Plata, Roma, Parigi, Monaco, Basilea. Il Figlio di Bakunìn (1997) è il secondo film a soggetto; prodotto da Giuseppe Tornatore, tratto dall'omonimo romanzo di Sergio Atzeni, è ambientato nel bacino minerario del Sulcis, tra gli anni trenta e gli anni cinquanta. Dopo il film con Scritto sulla Pietra (1998), cortometraggio d'autore sulle miniere di Sardegna, prodotto dall'EMSA e dall'Unesco è distribuito in VHS con la rivista di viaggi Bella Italia, rende omaggio alla secolare tradizione mineraria della sua terra. Efis, martiri gloriosu (1999) film antropologico sulla festa di S.Efisio a Cagliari, Jazz Time in Berchidda (1999) documentario d’autore sul più originale Festival Jazz della Sardegna, In faccia al Vento (2000) documentario su Orune paese di pastori del centro Sardegna: un trittico che traccia un percorso di umanità, tradizioni, cultura e pratiche in una Sardegna che cambia. Per il teatro ha di recente adattato e diretto Contare su testi di Marcello Fois e Flavio Soriga con le musiche di Paolo Fresu, e per il teatro Lirico Orfeo ed Euridice di Gluck (2001). Attualmente lavora, per la Sciarlò di Giuseppe Tornatore, alla trasposizione televisiva, dei libri di Marcello Fois Sempre caro, Sangue dal cielo, L’altro mondo; e al film Stella Libera tratto da un suo soggetto originale. Dal 1995 al 2000 è stato direttore artistico del Premio Solinas per la sceneggiatura cinematografica; dal 1999 è direttore artistico della rassegna cinematografica Altri Tempi e direttore artistico del settore Immagini e Cinema del Festival Internazionale Time in Jazz di Berchidda. FILMOGRAFIA FILM a soggetto 1989 - Disamistade; soggetto, sceneggiatura e regia, con Joaquim De Almeida, Laura Del Sol, Massimo Dapporto, Maria Carta, Lino Troisi, Pablo Alarcon, Giovanni Guidelli. Musiche di Nicola Piovani. Film vincitore del premio dei Giornalisti Cinematografici Italiani 1988. Premio della critica Festival del cinema mediterraneo, Valencia (Spagna). Premio miglior regista esordiente, Festival del cinema mediterraneo, Valencia (Spagna). Finalista Nastro d`Argento per il miglior regista esordiente, Roma. Finalista per il David di Donatello, miglior regista, Roma. Premio Cinema e società, Roma. 1997 - Il Figlio di Bakunìn; soggetto, sceneggiatura e regia - prodotto da Giuseppe Tornatore con la Sciarlò Srl e Medusa Film Spa, tratto da libro omonimo di Sergio Atzeni, con Laura de Sol, Renato Carpentieri, Paolo Bonacelli, Simona Cavallari, Fausto Siddi. Musiche di Franco Piersanti. Il film vince il premio SIAE per la sceneggiatura al Festival di Venezia, e le Grolle d’oro per le musiche e per la produzione al Festival di Saint Vincent. Viene venduto in 15 paesi nel mondo e partecipa a vari Festival internazionali: Venezia, Berlino, Mar del Plata, Rotterdam, Los Angeles, Il Cairo, Annecy, Madrid. CORTOMETRAGGI, DOCUMENTARI & TV 1984 - Cartolina Cortometraggio (16 mm colore), sulla città di Cagliari, per la Rai sede Regionale per la Sardegna. 1986 - I Veleggiatori del Mare Documentario naturalistico (16 mm, colore) prodotto dalla C.L.C.T., per la Regione Sicilia. 1986 - La Quinzaine International du Théâtre Programma televisivo realizzato a Quebec, Canada, per la televisione canadese "Télévision du Québec". 1990 - Cagliari Cortometraggio (16 mm, colore). Prod. Associazione Industriali della Provincia di Cagliari. 1990 - From a village to "Paradiso" Special televisivo Produzione Cristaldi film, Istituto Luce, RAI 3. 1993 - Molise e Sardegna Documentari a soggetto prodotti dall'Istituto Luce e Rai rete 1 per una serie di documentari d'autore sulle venti regioni italiane. 1993 - Invest in Sardegna Documentario industriale (video) 20 min Prod. Supporti Visivi 1994 - S'Ardia Documentario Etnografico, 70 min, prodotto dall'Istituto Superiore Etnografico di Nuoro. 1995 - Sonos 'e Memoria Cortometraggio di montaggio su materiali dell'Archivio Cinematografico Luce (35 mm b/n) 24 min, con musica eseguita dal vivo; prodotto dall'Istituto Luce Regione Sardegna. 1995- Video on line word tour 95 - (video pubblicitario) 10 min prodotto da Flamini Group Spa. 1996 - Omaggio a Nanni Loy. Cortometraggio Prod. Premio Solinas 1998 - Scritto sulla Pietra Cortometraggio. Prod. EMSA UNESCO distribuito con la rivista Bella Italia. 1999 – Efis, martiri gloriosu Documentario Etnografico 93’ prodotto Istituto Superiore Etnografico di Nuoro. 1999 – Jazz Time in Berchidda Documentario prodotto da Maganos srl 2000 – In faccia al Vento Documentario antropologico su Orune paese di pastori Prodotto da Maganos srl 2004 – Montevecchio Cortometraggio 35mm .Prod. Com. di Guspini 1989/2002 - Realizza vari spot pubblicitari e filmati industriali per varie società italiane, tra cui le campagne per il Consorzio Vini Cannonau, Spot pubblicitario produzione Supporti Visivi, Cagliari. Campagna Cagliari Calcio, il Video Musicale su Tazenda, Piero Marras & Elena Ledda. Spot per la Campagna Antincendi della Regione Sardegna. Etc.