Pressbook - Film e Documentari

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61.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
LANTIA CINEMA - MAGANOS - ISTITUTO LUCE
presentano
PASSAGGI di TEMPO
Il viaggio di Sonos ‘e Memoria
un film di
Gianfranco Cabiddu
Uscita: venerdì 18 febbraio 2005
Una distribuzione
Istituto Luce
La tradizione è prendersi cura delle proprie cose, perché ci servano per i giorni che
abbiamo davanti, non alle spalle.
Presentazione
Passaggi di Tempo, il viaggio di Sonos ‘e memoria è il diario di bordo di un'avventura
umana e artistica. A partire dal ritrovamento di filmati d’epoca inediti, che raccontano di una terra
oggi scomparsa, nasce pian piano il concerto-spettacolo Sonos ‘e Memoria che da anni viene
replicato in Italia e nel mondo.
Passaggi di tempo il viaggio di Sonos ‘e memoria esplora un territorio nuovo, tutto da
scoprire. È un film, un documentario o un film-concerto? Tutt’e tre le cose, insieme. È musica per
immagini e immagini per la musica. È un affresco ma anche un poetico clip lungo. È un film che
mostra appigli etnografici ma sceglie la via narrativa della fiction, abbandonando il rigore storicofilologico per seguire un punto di vista emotivo. Un viaggio in una Sardegna insolita, fuori da
coordinate geografiche e temporali, astratta, un ritratto dove il colore interagisce con il bianco e
nero del repertorio. Il tempo è il motore della storia, il film ne racconta i passaggi: quelli che
devono compiere per suonare insieme, per lo stesso passato comune, artisti così diversi; i passaggi
di frontiere in aeroporti, i bruschi passaggi da mestieri antichi in paese a teatri di paesi lontanissimi;
gli scambi di forza e di senso fra musica e immagini.
Passaggi di Tempo apre orizzonti nuovi, dove la memoria non è retaggio ma punto di
partenza necessario per l’esperienza di uomini che attingono alle radici per proseguire il cammino,
per tracciare quei sentieri che conducono fin nel cuore di ogni isola.
SPECIFICHE TECNICHE & CAST
Soggetto, sceneggiatura e regia
Gianfranco Cabiddu
Direzione musicale
Paolo Fresu
Cast
Paolo Fresu (Tromba e filicorno)
Furio Di Castri (Contrabbasso)
Elena Ledda (Voce)
Mauro Palmas (Chitarre e mandola)
Luigi Lai (Launeddas)
Carlo Cabiddu (Violoncello)
Coro Su Concordu e su Rosariu di
Santulussurgiu (Coro polifonico)
- Antonio Migheli
- Giovanni Ardu
- Roberto Iriu
- Mario Corona
Federico Senesi (Percussioni)
Antonello Salis (Fisarmonica)
Fotografia
Enzo Carpineta
Montaggio
Letizia Caudullo
Suono
Michele Palmas
Organizzazione
Roberto Andreucci
Produzione
Lantia – Maganos – Istituto Luce
Durata
85 minuti
Film 35 mm
Istituto Luce
Resp. Comunicazione e Marketing
Ufficio Stampa
Maria Carolina Terzi
Tel. 06/72992242
[email protected]
Maria Antonietta Curione
Tel. 06/72992274 – 348.5811510
[email protected]
SINOSSI
Passaggi di Tempo è la storia di un viaggio, diario di bordo di un'avventura umana e
artistica che dura ormai da dieci anni. La gestazione, nascita e sviluppo del concerto Sonos 'e
memoria, a partire dalle immagini mute che mostrano una Sardegna cresciuta col lavoro e col
sudore, nel rito collettivo delle feste, nel rapporto di sintonia e conflitto con la natura.
Il regista va a scovare i musicisti nel proprio ambiente, ci parla, si confronta sulla necessità
di andare oltre il folclore, per trovare una sonorità che, senza tradire le radici, possa convivere con
la musica colta e jazz. Sullo schermo si srotola un “work in progress”, idee e suggestioni che
crescono e prendono forma. Ognuno recita se stesso, ognuno ha un aneddoto, un ricordo; e ognuno
racchiude un'anima musicale e umana della Sardegna. Un film puzzle, Passaggi di tempo: e il
tempo resta il motore segreto della storia, l'ondeggiare delle immagini fra vecchio e nuovo nel
mischiare dietro le quinte, prove e il privato, perché in fondo quella di Sonos 'e memoria è nel
tempo diventata una grande famiglia. E infondo è armonico, per esempio, vedere un musicista
classico, professore di Conservatorio, correre a cavallo partecipando all’Ardia, una corsa tra le più
selvagge e pericolose, iconograficamente identico agli spezzoni d’archivio. O ancora, quasi
simbolico, Lillino, contadino e poeta, padre di Paolo Fresu, che, dopo averle raccolte appuntandole
in foglietti di carta, detta al figlio, che trascrive al computer, le parole dimenticate, che non si usano
più, affinché non vadano perdute. Da una frase intima si passa al momento del concerto, Monaco,
Parigi, Roma, Taormina, ai musicisti internazionali, da Uri Caine a Gerardo Nunez a Ernst
Raijsenger e tanti altri, saliti in corsa sul trenino gioioso di Cabiddu e soci in contagiose jam
session. Immagini di oggi che dialogano con le immagini di una Sardegna antica, fiera e laboriosa:
un montaggio emozionale che elabora, passando indifferentemente dagli anni Venti agli anni
Cinquanta ad Oggi, una sinfonia visiva e sonora capace di gridare l’orgoglio di un popolo, la sua
cultura e le sue radici. Un modo - spettacolare, certo - di ripensare la propria cultura e ricordare fra
le righe che Passaggi di Tempo è un prototipo di sperimentazione sui materiali audiovisivi spesso
dimenticati nella polvere degli scaffali.
Passaggi di Tempo gioca sull’onestà di una rappresentazione filmica che fa passare un
sentimento universale: quello di una memoria che ha un valore di conoscenza, di un’identità, di una
storia dell’evoluzione umana e sociale di un popolo. Un film che restituisce il senso e lo spessore di
un pensiero artistico non chiuso nell'insularità, ma che vuole essere un ponte verso altre culture.
IL PERCHE’ DI UN FILM
Passaggi di Tempo il viaggio di Sonos 'e Memoria racconta la storia di un rapporto, reale
ed emozionale, con una radice, un’identità.
L’esigenza di raccontare in un film l’avventura del film-concerto Sonos 'e Memoria in
realtà nasce già molti anni fa dalla voglia di esplicitare un rapporto, diverso per ogni membro del
gruppo, con quel mondo evocato dalle immagini e più generalmente con la tradizione. Partivo
infatti dalla necessità di trovare una strada (la musica) affinché queste immagini frammentarie
potessero diventare un “nuovo” film capace dare delle emozioni vive ad un pubblico d’oggi.
Sono le prime immagini filmate di volti e gesti, per un cineasta un’alba del cinema. Sono
state girate da grandi e oscuri professionisti (a cui il film è dedicato), con un gusto per la luce e
l’inquadratura mai banale, talvolta oleografica, ma sempre profondo.
Le avevo rimontate portando in primo piano i volti e i gesti che restavano sullo sfondo: non più la
parata del Duce o la pomposa inaugurazione col Re ma la quotidianità di coloro che fanno dire “la
storia siamo noi”. E quei volti ci riguardavano, qualcosa di quei mondi era viva in noi.
Accompagnate dalla musica dal vivo, sono diventate immagini “utili” oggi.
La tradizione per me in fondo è questo: prendersi cura delle proprie cose, perché ci servano per i
giorni che abbiamo davanti, non alle spalle.
Con percorso analogo mi sembrava importante raccontare in un film quanto, nei passaggi di
tempo, nella nostra vita di oggi, quei mondi scomparsi avessero risonanza. Perchè è importante
sentire, e capire, che bisogna conservare memoria di un mondo, già durato millenni, terminato di
colpo ieri sera, senza celebrazioni che non siano folklore, o mascherate per turisti.
Il film assembla materiali diversi, dal repertorio Luce in 35 mm alle riprese in HD Alta
definizione a quelle digitali con la Dvcam, Digital Beta, fino al super8.
Nella ricostruzione filmica del viaggio alla ricerca dei musicisti da ingaggiare, le immagini
della memoria vanno a scontrarsi e fondersi con quelle dell'oggi. Un viaggio nella Sardegna di oggi
dove si incontrano artisti tanto diversi, per estrazione e provenienza, portatori di culture musicali
diverse, che esemplificano e racchiudono nelle loro biografie umane, oltre che musicali, le varie
anime dell'isola.
È anche una Sardegna insolita che il film racconta, fuori da coordinate geografiche e
temporali, quasi esotica, astratta, un ritratto dove il colore interagisce con il bianco e nero del
repertorio che fa calare una patina ancestrale, di mistero.
Volti, gesti, oggetti, costumi, scenari: il film pare attraversare epoche e ambienti diversi,
facendo coesistere in un attacco di montaggio che unisce contadini degli anni Trenta con quelli di
60 anni dopo, una unità ideale di tempo luogo e spazio.
Spesso un gesto dell’oggi richiama un ricordo, un aspetto della vita quotidiana di un
musicista ha un suo corrispettivo nei filmati d’epoca:
Tanti frammenti di Sardegna che “fanno” la Sardegna, di ieri e di oggi, così Passaggi di
Tempo prova a fare i conti con la tradizione: una scheggia di una cultura in movimento che guarda
indietro per trovare strade future. Con un impasto inedito e sincero che, a mio avviso, rende
universale il suo messaggio.
Gianfranco Cabiddu
P
R
Il punto di partenza: il concerto Sonos ‘e memoria
Il film-concerto Sonos ’e memoria, ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu con la direzione
musicale di Paolo Fresu, che sta all’origine del film Passaggi di tempo, è fatto di immagini
riesumate dagli archivi e restituite a nuova vita giungendo, attraverso la poesia umile fatta di dolore
e sacrificio, a ricomporre un’identità. Una Sardegna certo lontana ma viva, perché in quelle
emozioni regalate dal bianco e nero della memoria, ciascuno trova quello che appartiene a tutti noi:
una radice culturale, il sentimento di unità, il collante della memoria che vive con la colonna
sonora, dove jazz e musica etnica camminano senza rete eppure in un equilibrio ammirevole:
musica e immagini che dialogano nutrendosi l’una dell’altra.
Le immagini dell’Archivio Luce sono il punto di partenza: motore interno del progetto, sorpresa e
spettacolo. Cabiddu le ha selezionate e amalgamate per comporre l’anima di una civiltà che, per
millenni, ha elaborato una propria dimensione di tempo e spazio. Sostenuto da una colonna sonora
unica dove il cuore della tradizione etnica - launeddas, tenores, canzoni - interagisce e si confronta
con i ritmi jazz, un equilibrio dove il nuovo rispetta il respiro del vecchio, trovando molti punti di
contatto: da un suono colto, antico con un marchio popolare nasce una manipolazione che sfocia in
un suono opposto: tutti gli artisti hanno una carica comunicativa semplice, spontanea, visionaria.
Dagli incroci e le invenzioni della tromba di Fresu e della fisarmonica di Antonello Salis, e poi via
via le altre tessere - la voce struggente di Elena Ledda, la mandola suadente di Mauro Palmas, la
magia delle launeddas di Luigi Lai, la seduzione del coro Concordu ’e su rosariu, i ricami del
violoncello di Carlo Cabiddu, le percussioni creative di Federico Sanesi, il contrabbasso nervoso di
Furio di Castri - che vanno a comporre un affascinante mosaico musicale.
Questo è il film-concerto Sonos ’e memoria che ha viaggiato in molti angoli della Sardegna e del
mondo, dovunque ha rinnovato il miracolo di scardinare testa e cuore del pubblico, gente comune
che trova in questa operazione un aspetto genuino di una cultura, spogliata dai facili specchietti
folcloristici. Ed in ogni teatro, ad ogni latitudine, scende una cappa di intensità emotiva palpabile,
applausi a scena aperta, una partecipazione da stadio che culmina con l’asfissiante richiesta di bis.
OV DI SASSARI
Credits spettacolo Sonos ‘e Memoria
L'anteprima dello spettacolo dal vivo è stata presentata a La Maddalena in occasione del decennale
del Premio Solinas (1995).
Negli anni successivi lo spettacolo è stato replicato in diverse occasioni, sia in Italia che all'estero.
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Venezia PRIMA
Milano
Nizza
Cagliari
Sassari
Strasburgo
Alghero
San Paolo del Brasile
Rio de Janeiro
Mar del Plata
Oristano
Tharros
Nuoro
Cagliari
Roma
Parigi
Berchidda
Basilea
Monaco
Duisburg
Munster
Boulasac
Roma
Taormina
Stans -Lucerna
Settembre '95-Evento speciale 52°Festival Internazionale del Cinema
Marzo '96 - Teatro Ciak - Festival "Suoni e Visioni"
Marzo '96 - Teatro Athena
Aprile '96 - Teatro Comunale Aprile '96 - Teatro Verdi - Ente Concerti M.L. De Carolis
Maggio '96 - Cinema Pathé Vox - per la Comunità Europea
Agosto '96 – Festival Estate
Dicembre '96 - Teatro Ruth Escobar
Dicembre '96 - Auditorium - Istituto Italiano di Cultura
Novembre ‘97-Teatro Colon -Festival del Cinema- Argentina
Aprile ‘98 Rassegna Concerti
Agosto 1998 - Festival “Musiche del Mediterraneo"
Ottobre 1998 - IX Festival internazionale etnografico”–
Agosto 2000 - Festival Anfiteatro Romano - Ente Lirico
Marzo 2001 - Teatro Lirico
Aprile 2002 Festival de l’ile de France
Agosto 2002 Festival Time in Jazz
Maggio 2002 Teatro Comunale
Maggio 2002 Teatro dell’Opera
Novembre 2002 Teatro Comunale
Gennaio 2003 Teatro Lirico
Maggio 2003 Teatro Comunale – Centro della Cultura
Luglio 2003 Auditorium Parco della Musica
Luglio 2003 Teatro Greco
Aprile 2004 Teatro Lirico Comunale
Brani della musica di Sonos 'e memoria sono inseriti nel CD antologico Suoni e Visioni
prodotto dalla Provincia di Milano.
Il CD completo delle musiche di Sonos ‘e Memoria è edito dalla casa discografica
ACT MUSIC & VISION GMBH - Monaco, di Siegfried Loch.
I Musicisti
Quando dei musicisti stanno e suonano insieme si dice che formano un ensemble; quelli di
PASSAGGI di TEMPO il viaggio di Sonos ’e memoria più che ad un ensemble - parola che
nasconde sfumature di alto lignaggio - fanno pensare ad una cricca. Di professionisti,
certo, ma disposti all’atmosfera conviviale, scherzi compresi. E ogni volta è un po’ un
ritrovarsi, baci abbracci e pacche sulle spalle, una voglia di leggerezza che li tiene uniti
non solo nel nome del progetto e di una radice comune.
Cabiddu e Fresu governano “la baracca” con semplicità, e gli altri si accordano sullo
stesso ritmo: nessuna prevaricazione, si dà e si prende in ugual misura.
Elena Ledda dice che «è un’esperienza strana: un progetto che piace a tutti e che ogni volta
si trasforma in una festa». Ha dieci anni «ma è sempre nuovo, soprattutto rappresenta la
musica sarda di oggi, quella meno folcloristica e più vera». Mario Corona, portavoce del
coro Su Concordu ’e su rosariu di Santu Lussurgiu (gli altri sono Giovanni Ardu, Antonio
Migheli, Roberto Iriu) dice per esempio che soltanto adesso hanno capito il messaggio di
Passaggi di Tempo («tradizione e cultura dei sardi che richiamano in un sol colpo la
memoria di generazioni») trovando anche nelle immagini una inaspettata curiosità: «il
prete che benedice la bandiera dell’Ardia è il compaesano don Pinna, di Santu Lussurgiu».
Il maestro delle launeddas Luigi Lai sente che in questa operazione c’è «la vera cultura
sarda», e la riprova è sempre «la risposta del pubblico: formidabile dappertutto». E si
augura che il concerto Sonos viaggi di più, ambasciatore di suoni e identità.
Mauro Palmas si sente onorato di stare sul palco con grandi musicisti, «ogni concerto è
una esperienza ricca e diversa. Anche negli intoppi, come in Brasile quando il proiettore
macinò la pellicola, Cabiddu arrivò sotto il palco e disse “salvatevi”. E fu, senza metà delle
immagini, una esibizione memorabile». Carlo Cabiddu ci trova un complemento alla sua
formazione classica: uno stimolo continuo «avere al fianco un vulcano di creatività come
Salis» apre la possibilità di giocare sul registro dell’improvvisazione. E di stimoli e radici
comuni («non solo musicali ma soprattutto umane») parlano i due indigeni della cricca,
Furio Di Castri e Federico Sanesi che amano molto il clima da gita e gli incontri con gli
isolani sparsi nel mondo: «bastano due sardi per fare una comunità».
Serenità e divertimento, la voglia di emozionarsi ancora. Riassume Antonello Salis: «è un
gioco collettivo, un progetto educato realizzato con una compagnia rilassata. Un vero
antistress».
Sergio Naitza
PAOLO FRESU
E’ da oltre un decennio il trombettista italiano di jazz fra i più conosciuti e apprezzati all’estero,
tanto è vero che uno dei suoi centri operativi è Parigi, dove alcuni anni fa ha vinto il Dijango d’oro,
il più prestigioso premio Jazz del mondo. Nativo di Berchidda nel centro nord della Sardegna, 43
anni, ha studiato al Conservatorio di Sassari ma poi ha scelto la musica afro-americana, affascinato
anch’egli – come tanti altri –da Miles Davis. La maturità e l’esperienza gli hanno consentito di
ritagliarsi uno stile personale inconfondibile, grazie anche allo studio della musica popolare della
sua terra che gli ha lasciato una traccia molto intensa. Il suo esordio discografico primo di una lunga
serie, è del 1986. Da allora le incisioni a suo nome, in grppi di cui è leader o come ospite, sono
centinaia. Ha suonato in tutto il mondo, dall’America all’Africa, all’Europa, alla Cina, duettando
con i più grandi musicisti del mondo. Negli ultimi anni alla carriera di solista ha affiancato quella di
compositore di Colonne sonore cinematografiche. Di Fresu si ammirano soprattutto il contenuto
emozionale delle sue composizioni e gli assolo, pervasi da una incessante e meditata creatività.
Sotto questo aspetto non teme alcun confronto, nemmeno con i più quotati maestri americani.
ANTONELLO SALIS
Talento musicale naturale, impara come autodidatta la fisarmonica poi si dedica all’organo e infine
al pianoforte. Nel 1974 fonda con Riccardo Lay e con Mario Paliano i Cadmo che rimane attivo
fino al 1978; poi suona principalmente come solista al pianoforte, collabora con complessi altrui e
dirige quartetti e quintetti propri partecipando ai migliori Festival internazionali. Dotato di grande
tecnica e di uno stile di estremo vigore, viene attratto dalla musica informale ma poi la rielabora
come componente di una visione più vasta, alla quale non sono estranei gli echi della musica sarda.
LUIGI LAI
Le launeddas sono lo strumento a canne più antico (si parla di millenni), più popolare e più
seducente della Sardegna. Nel timbro assomigliano alla zampogna e hanno qualche coincidenza con
l’oboe; ma rispetto alla zampogna mancano della caratteristica sacca d’aria, per cui, allo scopo di
produrre il suono continuo che le distingue, il musicista deve conoscere alla perfezione la tecnica
mediterranea della respirazione circolare. In questo modo egli provvede le canne dell’indispensabile
soffio d’aria senza alcuna interruzione. Da una ventina d’anni c’è stato un avvicinamento delle
launeddas al jazz, grazie ad alcuni solisti afroamericani esperti nella respirazione circolare. Fu
proprio Luigi Laiad aprire la strada. Da allora i contatti sono stati sempre più frequenti, perfino con
giganti del jazz come Ornette Coleman e l’Art Ensembre of Chicago. Luigi Lai, impressionante per
l’assoluta padronanza dello strumento, la bellezza del suono, il fraseggio e la capacità inventiva è
oggi il più grande virtuoso dello strumento.
ELENA LEDDA
Straordinaria voce di Sardegna, nativa di Selargius, comincia la sua carriera giovanissima
nell’ambito della musica tradizionale sarda. A sedici anni intraprende gli studi di canto classico al
Conservatorio di Cagliari. Nello stesso tempo inizia la carriera professionale, privilegiando le opere
di Kurt Weil, Brecht e Hanns Eisler. In seguito si occupa di esecuzioni filologiche di musica antica;
lavora nello stesso tempo a impegnative ricerche sulla musica popolare sarda. La poliedrica
esperienza formativa le permette di spaziare in ampi orizzonti musicali: collabora fra gli altri con
Don Cherry, Lester Bowie, Enrico Rava, Moni Ovadia,Noa, Richard Galliano, Luigi Cinque. Elena
Ledda ha cantato in tutta Europa, in America del Nord e del Sud, in Australia e in Nord Africa.
GIANFRANCO CABIDDU
BIOGRAFIA
Gianfranco Cabiddu, è nato a Cagliari e vive a Roma, si forma come musicista nel capoluogo
isolano, tra gli studi di musica classica e i gruppi di Jazz dei primi anni '70. Lascia la Sardegna nel
1974 e si trasferisce a Bologna, dove frequenta il DAMS e lavora in gruppi musicali e teatrali. Si
laurea in Etnomusicologia, specializzandosi nello studio della musica nei rituali di possessione, e
compie, in collegamento con una équipe dell'Università di Roma, numerosi viaggi di studio in India
e a Bali, occupandosi della documentazione filmata di rituali, danze e spettacoli teatrali.
Nel 1980 si trasferisce a Roma dove collabora per alcuni anni con il Centro Teatro Ateneo
dell'Università "La Sapienza", curando la regia video della documentazione di varie iniziative
(incontri, seminari, prove, spettacoli, ecc.), con la partecipazione di grandi personalità dello
spettacolo: Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Dario Fo, Martha Graham, Jerzy Grotowski, Peter
Brook, Eduardo De Filippo.
Con quest'ultimo inizia una collaborazione stabile che porterà alla registrazione audio de La
tempesta di Shakespeare, nella traduzione e interpretazione "per voce sola" del grande uomo di
teatro napoletano.
Nel cinema lavora prima come tecnico del suono e poi come regista e sceneggiatore in diversi
documentari, cortometraggi industriali, spot pubblicitari, video musicali.
Il suo primo film a soggetto è Disamistade (1989). Ambientato e girato in una Sardegna anni '50, il
film, di genere spettacolare e drammatico, conserva una forte impronta antropologica.
Con S'Ardia (1994), film antropologico, Gianfranco Cabiddu ritorna a Sedilo, suo paese d'origine, a
raccontare la vita di un paese intorno ad una delle feste tradizionali più importanti della Sardegna.
Sonos 'e Memoria (1995) film di montaggio su materiali di repertorio accompagnato dal vivo da un
ensamble che raccoglie i più importanti musicisti sardi, è presentato come evento speciale alla 52°
Mostra del Cinema di Venezia; lo spettacolo è attualmente in programma in teatri italiani ed europei
dopo aver fatto tappa a Nizza, Milano, Cagliari, Tharros, Strasburgo, San Paolo, Rio del Janeiro,
Mar del Plata, Roma, Parigi, Monaco, Basilea.
Il Figlio di Bakunìn (1997) è il secondo film a soggetto; prodotto da Giuseppe Tornatore, tratto
dall'omonimo romanzo di Sergio Atzeni, è ambientato nel bacino minerario del Sulcis, tra gli anni
trenta e gli anni cinquanta. Dopo il film con Scritto sulla Pietra (1998), cortometraggio d'autore
sulle miniere di Sardegna, prodotto dall'EMSA e dall'Unesco è distribuito in VHS con la rivista di
viaggi Bella Italia, rende omaggio alla secolare tradizione mineraria della sua terra.
Efis, martiri gloriosu (1999) film antropologico sulla festa di S.Efisio a Cagliari, Jazz Time in
Berchidda (1999) documentario d’autore sul più originale Festival Jazz della Sardegna, In faccia al
Vento (2000) documentario su Orune paese di pastori del centro Sardegna: un trittico che traccia un
percorso di umanità, tradizioni, cultura e pratiche in una Sardegna che cambia.
Per il teatro ha di recente adattato e diretto Contare su testi di Marcello Fois e Flavio Soriga con le
musiche di Paolo Fresu, e per il teatro Lirico Orfeo ed Euridice di Gluck (2001).
Attualmente lavora, per la Sciarlò di Giuseppe Tornatore, alla trasposizione televisiva, dei libri di
Marcello Fois Sempre caro, Sangue dal cielo, L’altro mondo; e al film Stella Libera tratto da un suo
soggetto originale.
Dal 1995 al 2000 è stato direttore artistico del Premio Solinas per la sceneggiatura cinematografica;
dal 1999 è direttore artistico della rassegna cinematografica Altri Tempi e direttore artistico del
settore Immagini e Cinema del Festival Internazionale Time in Jazz di Berchidda.
FILMOGRAFIA
FILM a soggetto
1989 - Disamistade; soggetto, sceneggiatura e regia, con Joaquim De Almeida, Laura Del Sol,
Massimo Dapporto, Maria Carta, Lino Troisi, Pablo Alarcon, Giovanni Guidelli. Musiche di Nicola
Piovani. Film vincitore del premio dei Giornalisti Cinematografici Italiani 1988. Premio della
critica Festival del cinema mediterraneo, Valencia (Spagna). Premio miglior regista esordiente,
Festival del cinema mediterraneo, Valencia (Spagna). Finalista Nastro d`Argento per il miglior
regista esordiente, Roma. Finalista per il David di Donatello, miglior regista, Roma. Premio Cinema
e società, Roma.
1997 - Il Figlio di Bakunìn; soggetto, sceneggiatura e regia - prodotto da Giuseppe Tornatore con
la Sciarlò Srl e Medusa Film Spa, tratto da libro omonimo di Sergio Atzeni, con Laura de Sol,
Renato Carpentieri, Paolo Bonacelli, Simona Cavallari, Fausto Siddi. Musiche di Franco Piersanti.
Il film vince il premio SIAE per la sceneggiatura al Festival di Venezia, e le Grolle d’oro per le
musiche e per la produzione al Festival di Saint Vincent. Viene venduto in 15 paesi nel mondo e
partecipa a vari Festival internazionali: Venezia, Berlino, Mar del Plata, Rotterdam, Los Angeles, Il
Cairo, Annecy, Madrid.
CORTOMETRAGGI, DOCUMENTARI & TV
1984
- Cartolina Cortometraggio (16 mm colore), sulla città di Cagliari, per la Rai sede
Regionale per la Sardegna.
1986
- I Veleggiatori del Mare Documentario naturalistico (16 mm, colore) prodotto dalla
C.L.C.T., per la Regione Sicilia.
1986
- La Quinzaine International du Théâtre Programma televisivo realizzato a Quebec,
Canada, per la televisione canadese "Télévision du Québec".
1990 - Cagliari Cortometraggio (16 mm, colore). Prod. Associazione Industriali della Provincia di
Cagliari.
1990 - From a village to "Paradiso" Special televisivo Produzione Cristaldi film, Istituto Luce,
RAI 3.
1993 - Molise e Sardegna Documentari a soggetto prodotti dall'Istituto Luce e Rai rete 1 per una
serie di documentari d'autore sulle venti regioni italiane.
1993 - Invest in Sardegna Documentario industriale (video) 20 min Prod. Supporti Visivi
1994 - S'Ardia Documentario Etnografico, 70 min, prodotto dall'Istituto Superiore Etnografico di
Nuoro.
1995 - Sonos 'e Memoria Cortometraggio di montaggio su materiali dell'Archivio Cinematografico
Luce (35 mm b/n) 24 min, con musica eseguita dal vivo; prodotto dall'Istituto Luce Regione
Sardegna.
1995- Video on line word tour 95 - (video pubblicitario) 10 min prodotto da Flamini Group Spa.
1996 - Omaggio a Nanni Loy. Cortometraggio Prod. Premio Solinas
1998 - Scritto sulla Pietra Cortometraggio. Prod. EMSA UNESCO distribuito con la rivista Bella
Italia.
1999 – Efis, martiri gloriosu Documentario Etnografico 93’ prodotto Istituto Superiore
Etnografico di Nuoro.
1999 – Jazz Time in Berchidda Documentario prodotto da Maganos srl
2000 – In faccia al Vento Documentario antropologico su Orune paese di pastori Prodotto da
Maganos srl
2004 – Montevecchio Cortometraggio 35mm .Prod. Com. di Guspini
1989/2002 - Realizza vari spot pubblicitari e filmati industriali per varie società italiane, tra cui le
campagne per il Consorzio Vini Cannonau, Spot pubblicitario produzione Supporti Visivi,
Cagliari. Campagna Cagliari Calcio, il Video Musicale su Tazenda, Piero Marras & Elena
Ledda. Spot per la Campagna Antincendi della Regione Sardegna. Etc.
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