IL SISTEMA RESPIRATORIO Per trasformare l'energia delle sostanze nutritive, come lo zucchero, in energia utilizzabile, la maggior parte delle cellule si servono di un processo biochimico chiamato "respirazione cellulare". La produzione di energia per mezzo della respirazione cellulare richiede un rifornimento continuo di ossigeno e genera, come sostanza di rifiuto, diossido di carbonio. Il sistema respiratorio provvede allo svolgimento della respirazione cellulare prelevando l'ossigeno dall'ambiente ed eliminando il diossido di carbonio dall'organismo. Per svolgere queste due funzioni l'atto respiratorio si svolge in due fasi: l'inspirazione e l'espirazione. Durante l'inspirazione l'aria ricca di ossigeno entra attivamente nei polmoni grazie ad un movimento di espansione della cassa toracica, la quale aumenta di volume. A questo scopo il diaframma, che in posizione di riposo è a forma di cupola, si appiattisce e contemporaneamente i muscoli intercostali si contraggono e spingono in alto e in fuori la cassa toracica. Insieme a questa si espandono anche i polmoni. Più intensa è l'azione dei muscoli intercostali più aria entra nei polmoni. L'espirazione, durante la quale l'aria povera d'ossigeno viene espulsa passivamente, avviene quando i muscoli e il diaframma, che hanno provocato l'inspirazione, si rilasciano. Ciò determina una costrizione della gabbia toracica e una contrazione dei polmoni che, essendo molto elastici, espellono l'aria. L'aria espirata contiene ancora una certa quantità di ossigeno. Il sistema respiratorio può essere diviso in due parti, adibite rispettivamente alla conduzione dei gas e allo scambio dei gas. La prima consiste in una serie di vie di comunicazione che trasportano aria alla seconda dove avviene lo scambio dei gas con il sangue. Della prima fanno parte: Naso: Generalmente il naso è la prima parte del corpo che viene a contatto con l'aria inspirata. Le vie nasali costituiscono la prima barriera all'ingresso di particelle estranee nel sistema respiratorio. 1 Al fine di proteggere le vie respiratorie da agenti patogeni estranei e di agevolare il passaggio dell'aria si svolgono essenzialmente tre fasi: filtraggio umidificazione riscaldamento Le cavità paranasali: rappresentano dei canali di passaggio che terminano nelle coane Faringe L'aria introdotta, attraverso le coane, raggiunge il segmento superiore della faringe (o rinofaringe). La faringe è una camera comune al sistema respiratorio e a quello digerente in quanto stabilisce una comunicazione sia con la laringe sia con l'esofago. Laringe L'aria passata attraverso la faringe si immette nella laringe. All'ingresso della laringe si trova l'epiglottide, un lembo di tessuto cartilagineo che regola il passaggio dell'aria. Infatti durante la normale respirazione, l'epiglottide si piega verso l'alto, permettendo all'aria di fluire liberamente nella laringe. Durante la deglutizione, invece, l'epiglottide si piega verso il basso, coprendo la laringe e indirizzando il cibo verso l'esofago e quindi verso il canale digerente. Affinché le vie aree rimangano pervie anche in caso di forti variazioni della pressione atmosferica nel distretto cervicale, la laringe necessita di uno "scheletro", le cartilagini laringee. Lo scheletro cartilagineo della laringe è costituito dalla cartilagine tiroidea, dall' epiglottide, dalla cricoide e dalle due cartilagini aritenoidee collegate fra loro da membrane connettivali e da muscoli. All' interno della laringe, fra la faccia posteriore della cartilagine tiroidea e le cartilagini aritenoidee, si trovano le corde vocali, lamine di tessuto elastico rivestito da mucosa che vibrano al passaggio dell'aria espirata producendo suoni di diverse frequenze. Infatti, fra le due corde vocali rimane una fessura più o meno ampia, la glottide, attraverso la quale avviene il passaggio dell'aria respirata e grazie alla quale si può svolgere la funzione della fonazione. Trachea Alla laringe segue la trachea, un tubo rigido ma allo stesso tempo flessibile, le cui pareti sono rinforzate da anelli cartilaginei incompleti. La trachea è lunga nel suo complesso solo 10-15 cm e generalmente un diametro superiore ai 2 cm. Essa è costituita da 15-20 anelli cartilaginei a forma di ferro di cavallo la cui apertura è diretta posteriormente. 2 Fra i singoli anelli cartilaginei si tende un legamento elastico, il legamento anulare. Gli anelli cartilaginei impediscono alle vie aeree di collassare durante l'ispirazione. La trachea è indispensabile per consentire uno spostamento della laringe e dei polmoni durante la respirazione profonda e la deglutizione. All'estremità inferiore, circa all'altezza della quarta vertebra toracica, la trachea si biforca in due grossi bronchi che riforniscono d'aria i due polmoni. Bronchi I bronchi hanno la stessa struttura della trachea e sono costituiti da altri 5-10 anelli cartilaginei che sono collegati da membrane elastiche e possiedono una parete posteriore di tessuto muscolare e connettivo. Man mano che la loro ramificazione procede, la forma degli anelli cartilaginei diviene sempre più irregolare; nella parete bronchiale si trovano placche cartilaginee sempre più distanziate e più piccole. I bronchi si ramificano in bronchi lobari, zonali o segmentali e lobulari, nonché in diversi tipi di bronchioli di diametro decrescente all'interno dei polmoni. Il naso, la faringe, la laringe, la trachea e gli stessi bronchi e brochioli non partecipano alla seconda fase, quella dello scambio dei gas, ma hanno solo il compito di trasportare aria ossigenata agli alveoli polmonari e di rimuovere da questi l'aria satura di anidride carbonica. Seconda fase: SCAMBIO DI GAS L'effettivo scambio di gas avviene negli alveoli all'interno dei polmoni. Polmoni I due polmoni si trovano all'interno della gabbia toracica. A causa della posizione asimmetrica del cuore, il polmone sinistro è del 10-20% più piccolo di quello destro. Il polmone destro è formato da tre lobi polmonari mentre quello sinistro da due. I tre lobi del polmone destro sono rispettivamente inferiore, medio e superiore. Il polmone sinistro non presenta il lobo medio, questo determina un volume decisamente superiore del lobo superiore rispetto a destra. 3 Durante la normale respirazione i polmoni si espandono e si contraggono facilmente e ritmicamente all'interno della gabbia toracica. Per facilitare questo movimento e lubrificare le parti che si muovono, ogni polmone è avvolto in una membrana umida e liscia composta di due strati (la pleura). Lo strato esterno della membrana è addossato alla gabbia toracica. Tra i due strati esiste uno spazio praticamente impercettibile (spazio pleurico) che permette agli strati di scorrere delicatamente l'uno sull'altro. Gli alveoli L'alveolo, delle dimensioni di circa 1/10mm, possiede una esilissima parete epiteliale intorno alla quale capillari estremamente sottili trasportano sangue povero di ossigeno. Nel complesso i due polmoni possiedono circa 300 milioni di alveoli che gli conferiscono l'aspetto di una spugna porosa. L'enorme numero di alveoli spiega per quale ragione è indispensabile un sistema bronchiale così ramificato in grado di distribuire l'aria in modo uniforme in un simile labirinto. Gli alveoli, distribuiti a grappolo d'uva attorno a un bronchiolo terminale, sono completamente avvolti da un fittissimo intreccio di microscopici capillari. Poiché lo spessore delle pareti alveolari e dei capillari non è mai superiore a quello di una cellula, l'aria viene a trovarsi vicinissima al sangue circolante. Le cellule epiteliali degli alveoli sono ricoperte in permanenza da una sottile pellicola liquida, nella quale i gas possono sciogliersi e diffondere così attraverso le membrane. Il sangue che irrora gli alveoli è quello pompato ai polmoni dal ventricolo destro del cuore dopo aver completato il suo giro per tutto il corpo. Esso è perciò povero di ossigeno (consumato dalle cellule) e ricco di diossido di carbonio (prodotto dalle cellule). Il processo chimico dello scambio di gas avviene "per diffusione": una sostanza "diffonde" sempre da A a B se la sua concentrazione è più alta in A che in B. Negli alveoli quindi la concentrazione di 4 ossigeno (100-110mmHg) è più bassa di quella dell'aria ispirata e più alta di quella del sangue dei capillari circostanti. Nel caso del diossido di carbonio la differenza è piccola, ma è sufficiente, grazie alla buona diffusibilità di questo gas, a eliminare l'anidride carbonica prodotta L'OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE Molte sono le persone che muoiono ogni anno per ostruzione acuta delle vie respiratorie. Cause di ostruzione delle vie aeree. Le cause di un' ostruzione parziale o completa delle vie aeree sono numerose. L'evenienza più comune , la caduta della lingua, è quella che si verifica in un soggetto non cosciente: nel coma i muscoli della lingua e del collo sono rilasciati e, se il capo del paziente è in posizione intermedia o flessa; la base della lingua e l'epiglottide vengono ad aderire alla parete posteriore della faringe. Questo tipo di ostruzione dipende dalla posizione del capo e della mandibola e può verificarsi qualunque sia la postura, laterale, supina o prona. La gravità, che può essere utile per drenare il materiale estraneo liquido dal faringe e dalla bocca, da sola non consente di ristabilire la pervietà a livello dell'ipofaringe. In un terzo circa dei pazienti in coma anche la via nasale è ostruita durante l' espirazione da un meccanismo a valvola del palato molle. Inoltre le coane possono essere bloccate per congestione della mucosa o per presenza di sangue o muco nelle vittime di un trauma maxillofacciale. Sempre nel paziente in coma, durante un'inspirazione forzata la base della lingua e l' epiglottide possono essere risucchiate dalla pressione negativa e occludere la via respiratoria. Un' altra importante causa di ostruzione è la presenza nelle vie aeree superiori di corpi estranei. Un soggetto in coma non è in grado di rimuovere eventuale vomito o sangue in gola per l'insufficienza dei riflessi della deglutizione e della tosse, e questi provocano facilmente una chiusura della via aerea per laringospamo o per occlusione meccanica diretta della laringe. Nei soggetti coscienti, l'ostruzione meccanica della laringe può avvenire ad opera di grossi pezzi di cibo, noccioline, pop-corn, caramelle, bottoni, giocattoli di piccole dimensioni, frammenti di protesi dentarie, denti; è un problema più comunemente riscontrabile nei bambini, oppure negli adulti con riflessi della tosse torpidi per assunzione di eccessive quantità di alcool o di sedativi, oppure con malattie neurologiche. Altri meccanismi di ostruzione sono costituiti dalle compressioni estrinseche (ematomi del - collo post-traumatici, corda dell'impiccato, tumori ed ascessi del collo, versamenti pleurici) ed intrinseche (edema laringeo con laringospasmo da imprudente stimolazione locale in un paziente soporoso, oppure da reazione allergica). 5 La restrizione del calibro delle prime vie aeree, per edema post-traumatico, o la chiusura delle vie aeree distali per un pneumotorace richiedono necessariamente l'immediato intervento di un soccorso qualificato ed attrezzato, in quanto il soccorritore occasionale può fare ben poco in queste situazioni. Un' ostruzione bassa delle vie aeree può essere causata da broncospasmo o edema della mucosa per reazione allergica o per inalazione di materiale gastrico o di corpi estranei di calibro inferiore a quello della rima glottica; anche in questo caso il soccorritore occasionale deve solo attendere l'arrivo dei sanitari. Nei bambini piccoli la mucosa laringea è lassamente adesa ai piani sottostanti, particolarmente sulle pareti laterali e posteriori del vestibolo, sulla faccia anteriore dell'epiglottide ed a livello sottoglottico, cosicché processi infiammatori ivi localizzati possono causare un edema tale da chiudere il lume delle vie aeree. In caso di febbre e stridore inspiratorio, preceduti da tosse abbaiante si deve sospettare la presenza:di una epiglottite e provvedere con urgenza al trasporto del bambino in ospedale, dove potrà essere intubato da mani esperte. Segni clinici d'ostruzione parziale Il soggetto cosciente con un' ostruzione parziale delle vie aeree superiori può ancora, sia pur a fatica, parlare e tossire; di solito egli indica la bocca o si tiene il collo con le mani e segnala che sta soffocando. La difficoltà respiratoria si può accompagnare alla comparsa di cianosi più o meno intensa a carico delle labbra, dei letti ungueali e dei lobi auricolari. Se il respiro spontaneo è mantenuto, si osserva una retrazione inspiratoria al giugulo e negli spazi intercostali. Al passaggio dell' aria nelle vie aeree, spontaneo o artificialmente indotto, si avvertono insoliti rumori respiratori. Respiro russante: è indicativo d’ostruzione parziale a livello dell'ipofaringe, solitamente causata dalla caduta della lingua. Respiro gracchiante (stridore inspiratorio): è suggestivo di laringospasmo. Respiro gorgogliante: segnala la presenza di materiale estraneo liquido. Respiro sibilante: segno tipico di "restringimento del lume bronchiale per edema o spasmo della muscolatura liscia. 6 Segni clinici d'ostruzione completa Il soggetto cosciente con un'ostruzione completa delle vie aeree superiori, non è in grado di parlare e di tossire, per quanto si sforzi; solitamente porta una mano alla gola per segnalare che sta soffocando. Nel soggetto in coma, l'ostruzione completa è riconoscibile per l'assenza di movimenti del torace e per l'impossibilità di percepire sia con l'udito sia con il tatto un flusso d'aria a livello della bocca o del naso. Inoltre, quando si applicano i primi tentativi di ventilazione artificiale a pressione positiva si incontra un' elevata resistenza all'insufflazione. Diventa progressivamente evidente la cianosi a carico delle labbra, del letto ungueale e dei lobi auricolari. Conseguenze dell' ostruzione Se non viene rimossa, l'ostruzione completa delle vie aeree determina l'arresto cardiaco in pochi minuti. Anche l'ostruzione parziale dev'essere prontamente corretta, in quanto la diminuzione dell' O2 e l'aumento della CO2nel sangue possono portare a edema cerebrale e polmonare e, con l'esaurimento muscolare, ad apnea secondaria, arresto cardiaco e danno cerebrale ipossico. MANOVRE DI APERTURA DELLE VIE AEREE La pervietà delle vie aeree dev' essere assicurata immediatamente durante il primo controllo della vittima di un malore o di un trauma. Le procedure di base per mantenere pervia la via respiratoria hanno la finalità di prevenire o correggere l'ostruzione dell' ipofaringe da parte della base della lingua, e consistono nelle manovre di iperestensione della testa (che è quella raccomandata ai soccorritori occasionali) e di sublussazione della mandibola. Iperestensione della testa Si effettua rimuovendo innanzitutto qualsiasi oggetto che obblighi la testa ad una posizione flessa in avanti. Quindi si pone una mano sulla fronte della vittima e si applica con il palmo una pressione delicata, ma ferma, verso il basso, tenendo liberi l'indice ed il pollice, per chiudere il naso, nel caso in cui servisse la ventilazione bocca-a-bocca. Allo stesso tempo, con la punta di 2-3 dita dell'altra mano si solleva il mento. La bocca deve restare semiaperta; a tal fine può essere necessario utilizzare il pollice della mano sul mento per spostare il labbro inferiore. La manovra alternativa di mettere una mano sotto il collo e l'altra sulla fronte in genere determina una parziale apertura della bocca ma può causare anche la caduta del mento. Se si sospetta una lesione cervicale traumatica, poiché ogni movimento della colonna cervicale può aggravare una lesione del midollo spinale, l'estensione del capo all'indietro deve essere evitata, ricorrendo,se necessario, alla manovra di sublussazione della mandibola con apertura della bocca. 7 Va comunque sempre tenuto ben presente che il mantenimento della pervietà delle vie aeree ha la precedenza assoluta anche sul trauma cervicale. Per aprire le vie respiratorie degli infanti e dei bambini molto piccoli è sufficiente una leggera estensione della testa; una manovra eccessiva può infatti ostruire le vie respiratorie. Sublussazione della mandibola Nei pazienti con sospetto trauma cervicale la manovra più sicura per aprire le vie aeree è la sublussazione della mandibola associata all' apertura della bocca. Ma anche indipendentemente dalla presenza di lesioni cervicali, in circa il 20% dei pazienti in coma l'estensione del capo da sola non è sufficiente ad aprire le vie aeree. Per evitare l'ostruzione del rinofaringe durante l'espirazione, oltre a sublussare la mandibola bisogna mantenere aperta la bocca retraendo il labbro inferiore con i pollici. La sublussazione della mandibola è discretamente dolorosa e perciò è utile anche per valutare il livello di coscienza: il paziente che non ha alcuna risposta di difesa a questa manovra è sicuramente in coma. Tecnica Il soccorritore si mette dietro la testa della vittima e uncina bilateralmente il ramo ascendente della mandibola, davanti ai lobi auricolari, usando le dita dall'indice al mignolo (o dall'indice all'anulare) delle due mani e spinge energicamente verso l'alto e in avanti, spostando la mandibola in modo che l'arcata dentaria inferiore venga a trovarsi davanti a quella superiore; nel contempo retrae il labbro inferiore della bocca con i pollici. Non deve afferrare la parte orizzontale della mandibola perché così chiuderebbe la bocca. Per effettuare la manovra il soccorritore deve assumere una posizione comoda, immobilizzando la testa della vittima con gli avambracci e ponendosi dietro il capo del paziente, se questi respira, o di fianco,se invece è necessaria la ventilazione artificiale. Si tratta indubbiamente di una manovra tecnicamente complessa. Generalmente viene considerata come parte dell'addestramento solo dei soccorritori di professione. . MANOVRE DI RIMOZIONE DEI CORPI ESTRANEI Se una persona ha un' ostruzione solo parziale delle vie respiratorie ed è ancora in grado di parlare e di tossire, non bisogna interferire con i suoi tentativi di espellere il corpo estraneo. Se dà segni di affaticamento o smette di respirare e di tossire, allora bisogna immediatamente: rimuovere l'eventuale materiale estraneo visibile in bocca; assestare fino a cinque colpi sulla schiena, fra le scapole, con il palmo di una mano; se non sono efficaci, somministrare fino a cinque 8 spinte addominali; continuare alternando la ricerca dei corpi estranei con i colpi sulla schiena e le compressioni addominali, e, se la vittima perde conoscenza, tentando di ventilarla dopo ogni serie di 5 colpi o compressioni. Apertura della bocca e rimozione manuale Quando sospetta la presenza di materiale estraneo nella bocca o in faringe e/o l'insufflazione di aria nei polmoni risulta impossibile, il soccorritore innanzi tutto deve forzare l'apertura della bocca. Se, una volta aperta la bocca, un corpo estraneo diventa visibile, allora può effettuarne la rimozione con le dita, ma usando molta cautela e solo in caso di evidente necessità. In caso di materiale liquido, deve cercare di drenarlo per gravità ma senza spostamenti pericolosi per la vittima. Manovra "a dita incrociate" È una manovra da usarsi se la mandibola è parzialmente rilasciata. Il soccorritore può, prendere posizione sia dietro sia a lato del capo della vittima; quindi introduce l'indice all'angolo della bocca e preme col dito contro l'arcata superiore, poi preme il pollice incrociato sull'indice sull'arcata inferiore, provocando in questo modo l'apertura della bocca. Manovra "con dito dietro i denti" È una manovra indicata quando la chiusura della mandibola è serrata. Bisogna introdurre l'indice fra la guancia e i denti della vittima e, con la punta del dito, fare leva dietro l'ultimo molare. Sollevamento di lingua e mandibola È possibile solo se la mandibola è completamente rilasciata. Bisogna introdurre il pollice nella bocca fino alla faringe e sollevare la base della lingua con la punta del dito. Con le altre dita si afferrala mandibola all'altezza del mento e la si solleva in avanti. 9 Manovra di Heimlich Può essere iniziata quando la vittima di un'ostruzione completa delle vie aeree è ancora cosciente, dopo aver effettuato, senza successo, la serie di cinque colpi sulla schiena. Il soccorritore si mette in piedi dietro la vittima, circondandole la vita con le braccia; poi stringe una mano a pugno con il pollice all'interno e la appoggia contro l'addome del paziente, facendo attenzione, per evitare complicanze, che essa sia esattamente posizionata sulla linea mediana, poco al di sopra dell'ombelico e sotto il processo xifoideo dello sterno (in corrispondenza della "bocca dello stomaco") Dopo di che egli afferra il pugno con l’altra mano e, premendolo contro l'addome del paziente, esercita in rapida sequenza delle brusche compressioni verso l'interno e verso l'alto, in direzione del diaframma della vittima. Le compressioni vanno effettuate in sequenza: ogni spinta dev'essere un movimento distinto e separato da ripetere, se necessario, fino a cinque volte. È possibile che nel corso di tale manovra la vittima perda i sensi: il soccorritore dev'essere pronto a sostenerla e quindi ad adagiarla con cautela al suolo, in posizione supina, per continuare la compressione subdiaframmatica con paziente disteso a terra. Se così non si ottiene l'espulsione del corpo estraneo, si continua alternando una serie di colpi sulla schiena, girando il paziente sul fianco, ad una di compressioni addominali e verificando, dopo ogni serie, se è possibile ventilare la vittima. Se la corporatura della vittima o del soccorritore non consentono questo tipo di approccio,allora ci si deve limitare alla somministrazione dei colpi sulla schiena, oppure si può anche effettuare la compressione toracica, o la manovra di Heimlich sul paziente supino. IL PROTOCOLLO DI VENTILAZIONE Nell'adulto, bisogna somministrare inizialmente due ventilazioni efficaci, insufflando 400-600 ml di aria in 1,5-2 secondi. In caso di difficoltà, va ricontrollata l'apertura delle vie aeree, effettuando complessivamente fino a cinque tentativi per dare le due ventilazioni di soccorso. Nei bambini e negli infanti, vanno fatte inizialmente fino a cinque ventilazioni di soccorso, insufflando l'aria in 1-1,5 secondi, in quantità tale da far sollevare il torace. Un minimo di due ventilazioni efficaci dev'essere ottenuto in cinque tentativi. Se c'è circolazione, ma la vittima non respira,si continua a ventilare: negli adulti ogni 5 s (12/min); nei bambini ogni 4 s (15/min); negli infanti ogni 3 s (20/min). 10 Se la circolazione è assente, si inizia la RCP, con ventilazioni alternate alle compressioni toraciche. Ventilazione bocca a bocca È la metodica standard. Mantenendo l'iperestensione della testa, si chiude il naso pinzandolo con il pollice e l'indice della mano posta sulla fronte e, tenendo sempre il mento sollevato, si apre un po' la bocca della vittima. Si effettua quindi una inspirazione e si appoggiano le proprie labbra attorno alla bocca, con un'aderenza che garantisca la tenuta d'aria. Quindi si soffia in modo continuo, per circa 1,5-2 secondi, controllando a vista che il torace si sollevi. Dopo l'insufflazione, continuando a mantenere la posizione di apertura delle vie aeree, si stacca la bocca dalla vittima, e si guarda se il torace si abbassa con l'espirazione. Se è necessario ricorrere alla sublussazione della mandibola, e si è da soli, si può impedire la perdita d'aria dal naso occludendo le narici della vittima con la propria guancia. Se è necessario insufflare con pressione elevata, due soccorritori esperti possono agire coordinatamente: uno ventila, mentre l'altro mantiene chiuso l'esofago premendo sulla cartilagine cricoide. Ventilazione bocca-naso Il soccorritore esperto la effettua in caso di difficoltà con la metodica standard bocca a bocca (ad es.: per trauma, o convulsioni). Si inizia estendendo il capo della vittima e chiudendole la bocca col pollice della mano che, a coppa, sostiene il mento. Si effettua una inspirazione e, dopo aver circondato con la bocca il naso della vittima, senza stringerlo con le labbra, si soffia continuamente per circa 1,5-2 secondi, controllando a vista che il torace si sollevi. Terminata l'insufflazione, si apre la bocca della vittima per lasciarla espirare. Se è necessaria la sublussazione della mandibola, e si è da soli, durante l'insufflazione si può impedire la perdita d'aria dalla bocca premendovi sopra con una guancia. 11 Ventilazione bocca a bocca-naso Negli infanti inferiori a 1 anno, mantenendo la posizione di apertura delle vie aeree, si deve coprire con la propria bocca sia la bocca che il naso della vittima, assicurando una buona tenuta d'aria. Quindi si soffia in modo costante per circa 1-1,5 secondi attraverso la bocca ed il naso, così da ottenere un evidente sollevamento del torace. Terminata l'insufflazione, sempre tenendo l'infante con la testa estesa ed il mento sollevato, si allontana la propria bocca e si controlla a vista lo svuotamento del torace. L'estensione della testa non deve essere eccessiva; la prima verifica da effettuare qualora il torace non si espanda è proprio quella della correttezza nella estensione. ALTRE TECNICHE E DISPOSITIVI PER IL MANTENIMENTO DELLA PERVIETA DELLE VIE AEREE Intubazione endotracheale Consente di ottenere l’assoluta pervietà delle vie respiratorie prevenendo eventuali ostacoli (lingua,secrezioni, laringospasmi ecc) E indicata in caso di arresto respiratorio o comunque quando non si è in grado di controllare con sistemi meno invasivi la concentrazione di ossigeno e anidride carbonica. I materiali da preparare sono: Laringoscopi con più lame (a lama retta Miller a lama curva Macintosh) Tubi tracheli (esistono di varie misure,cuffiati e non, armati). Mandrini a punta smussa (nei casi più difficili) Pinza di magill Sistema di ventilazione manuale Sistema d’aspirazione con sondini Occorrente per anestesia topica Lubrificante (idrosolubile) Siringa per gonfiaggio cuffia Cerotto adesivo Si pone il paziente supino con la testa in sniffing position, si sceglie il tubo più adatto si ventila il paziente per qualche minuto con O2 puro, si apre la bocca, si inserisce il laringoscopio dalla parte destra,si sposta la lingua verso sinistra e si procede fino a raggiungere l’epiglottide, sollevandola e spingendo contemporaneamente in alto e in avanti, a questo punto si dovrebbe l’ingresso della 12 trachea e le corde vocali, inserire il tubo e la cuffia fino a superare le corde vocali, cuffiare e auscultare con il fonendoscopio per capire se è stato inserito correttamente. COMBITUBE Per ovviare alla carenza di soccorritori capaci di effettuare con perizia e competenza l'intubazione tracheale, che è universalmente riconosciuto essere il metodo da preferirsi, ma anche per fornire soluzioni alternative nei casi in cui l'intubazione sia difficilmente praticabile, sono stati progettati alcuni dispositivi da introdurre nelle vie aeree alla cieca, quali il tubo a due vie esofago- tracheale (Combitube) e la maschera laringea (LMA). Combitube Maschera laringea È costituito da un tubo a doppio lume:uno comunica con l'estremità della sonda che, nella posizione corretta, imbocca l'esofago e lo occlude con un manicotto pneumatico; l'altro comunica con numerose aperture a livello dell'ipofaringe e serve a ventilare il paziente. Il manicotto pneumatico faringeo ha la funzione di isolare superiormente l'ipofaringe dalle vie nasali e di mantenere il tubo saldamente ancorato fra palato e lingua. Il Combitube dev'essere utilizzato in emergenza per brevi periodi di tempo solo su pazienti in coma, con più di 16 anni d'età e alti più di 152 cm. La sua utilizzazione va evitata assolutamente, oltre che nei bambini e nelle persone con riflessi faringei conservati, anche in caso di patologia esofagea nota (da caustici, neoplasie, varici). Il tubo viene introdotto alla cieca nella bocca del paziente; se non ci sono problemi nell'introduzione, la posizione finale farà corrispondere l'arcata dentaria con lo spazio delimitato sul tubo da un doppio anello nero. Se il tubo non avanza facilmente durante il posizionamento, esso dev'essere orientato di nuovo, oppure estratto e reinserito, senza mai forzare. 13 . A questo punto l'operatore gonfia il manicotto faringeo con circa 100 mi d'aria. Il grosso palloncino; gonfiandosi, si sposta verso la parte craniale del palato,ostruendo in tal modo le vie nasali e quindi impedendo la fuga d'aria durante la ventilazione con pressione positiva. Allo stesso tempo esso comprime la lingua e così mantiene ancorato il tubo nella sua posizione. MASCHERA LARINGEA È costituita da un tubo di grosso calibro con una cuffia ellittica che, una volta gonfiata, occupa l'ipofaringe garantendo la tenuta d'aria e la comunicazione diretta dell' estremità distale del tubo con l’adito laringeo. L'estremità prossimale è fornita di raccordo standard per pallone autogonfiante o circuito di ventilazione. L'IPPV può essere effettuata normalmente, purché le pressioni di insufflazione non superino i 20 cm . È indubbia la sua utilità in sala operatoria. Nelle più recenti linee guida dell' ALS, la maschera laringea è stata inserita nell'algoritmo per il controllo delle vie aeree, ma questa decisione non è da tutti condivisa (rischio di inalazione per le vittime con riflessi faringei ancora presenti e con stomaco pieno). La maschera laringea è disponibile in diverse misure e materiali, con tubi standard e flessibili (armati). Modelli che permettono l'inserimento di un tubo tracheale attraverso la stessa LMA sono attualmente in fase di sperimentazione clinica. Procedura di inserimento: .Scegliere la misura adatta alle dimensioni del paziente. . Lubrificare la cuffia dopo averla completamente sgonfiata. . Estendere la testa del paziente, prestando attenzione a possibili lesioni vertebrali cervicali. . Afferrando la LMA come una penna, introdurla nella bocca, con l'apertura distale rivolta caudalmente. . Aiutandosi con l'indice della mano, far scivolare la maschera lungo il palato finch’é non raggiunge la parete posteriore della faringe. 14 . Spingere la maschera finché non si incontra una certa resistenza; a questo punto essa dovrebbe trovarsi nell'ipofaringe. . Mantenere in posizione il tubo con l'altra mano, mentre si toglie il dito dalla bocca del paziente. . Gonfiare la cuffia con la quantità appropriata di aria: il tubo uscirà di 1-2cm dalla bocca e la laringe verrà spostata in avanti. . Confermare la correttezza del posizionamento con l'osservazione e l'auscultazione. . Posizionare a fianco del tubo una cannula orofaringea od un rotolo di garza e fissare con cerotto. Nei soggetti con riflessi ancora presenti, la manovra può causare tosse, laringospasmo, vomito ed inalazione. Altre possibili complicanze sono: l' ostruzione delle vie aeree, per errore di procedura, e la perdita d'aria attorno alla cuffia per misura della maschera o volume di gonfiaggio inadeguati, oppure per eccessiva pressione di insufflazione. Tracheotomia Consiste nel idrodurre una cannula in trachea con intrusione dall’esterno. Si ricorre ad essa quando le prime vie respiratorie sono occluse e non si possono porre rimedi oppure in pazienti incoscienti per una migliore gestione delle vie respiratorie. Si iperestende la testa del paziente leggermente, si individua lo spazio tra 1° e 2° o 2°e3° anello tracheale, si procede con l’anestesia in loco, si disinfetta. Si incide trasversalmente per 2 cm, con una pinza smussa si scoprono gli anelli, si inserisce una cannula collegata ad una siringa con della fisiologica, mantenuta in aspirazione,quando si arriva in trachea si aspirerà aria, a questo punto si toglie la siringa e si inserisce un filo guida, il quale servirà per procedere con le operazioni di dilatazione, d’apprima inserendo sul filo un dilatatore di plastica, poi le apposite pinze ed infine la cannula con l’otturatore, tolto l’otturatore e il filo si gonfia la cuffia e si collega al respiratore. ACCESSO TRANSCRICOTIROIDEO L'inserimento in trachea di un'agocannula o di un tubo di piccolo calibro attraverso la membrana cricotiroidea e l'insufflazione translaringea di ossigeno sono l'estremo rimedio cui si può ricorrere se qualsiasi altro tentativo di liberare le vie aeree e di ventilare un paziente ormai asfittico risulta inefficace. Sono manovre necessarie solo in casi eccezionali, ma devono far parte della preparazione degli specialisti dell'emergenza, i quali devono essere in grado di evitare le potenziali complicanze, quali: emorragia, pneumototace, pneumomediastino, enfisema sottocutaneo, fistola tracheoesofagea. 15 Quando le condizioni del paziente lo permettono, vanno effettuate con asepsi e previa anestesia locale. Tali manovre sono facilitate dalla disponibilità in commercio di appositi kit monouso con gli strumenti necessari per una rapida esecuzione della procedura. Si tratta di dispositivi che consentono di superare la fase più critica nel paziente asfittico, per lasciare il posto, non appena possibile, all'intubazione od alla tracheostomia se si impone un' assistenza respiratoria a lungo termine. AGOCANNULA La ventilazione attraverso agocannula è una tecnica di ossigenazione di estrema urgenza, utilizzabile quando non si disponga di nessun altro dispositivo per l'accesso transcricotiroideo. Si effettua semplicemente utilizzando un'agocannula di calibro 14-16 G, montata su siringa, con cui si perfora la membrana cricotiroidea e che poi viene collegata ad una fonte di ossigeno tramite un raccordo per tubo-tracheale 3.5 mm (oppure lasciando connessa la siringa con un tubo tracheale cuffiato inserito al posto del pistone). Dato il calibro ristretto dell' agocannula, con questo sistema non si può garantire una ventilazione efficace, ma si può guadagnare tempo prezioso per perfezionare il controllo delle vie aeree con metodiche più adeguate. TRACHEOQUICK All'interno della trachea si può arrivare rapidamente perforando la membrana cricotiroidea con un dispositivo come il TracheoQuick, costituito da una cannula in plastica (4 mm modello per adulti; 2 mm modello pediatrico) con raccordo standard e relativa placchetta di fissaggio, una agocannula estraibile in acciaio per coniotomia ed un tappo distanziatore. Attraverso l'incisione si inserisce la cannula montata su una siringa tenuta costantemente in aspirazione, puntandola perpendicolarmente verso il basso. 16 Si verifica la posizione corretta della cannula con l'aspirazione di aria. Si completa l'introduzione in trachea inclinando la cannula di 45° rispetto al collo, spingendola fino a quando il tappo limitatore di progressione raggiunge il piano cutaneo. A questo punto si toglie il tappo distanziatore di sicurezza, si estrae l'agocannula e si completa l'introduzione della cannula in plastica fino a che la placchetta di fissaggio appoggia sulla cute. Si fissa quindi la placchetta al collo con l'apposita fascetta (manovra che ovviamente si pospone in caso di emergenza) e si collega la cannula al dispositivo di ventilazione tramite il raccordo standard da 15 mm. MINITRACH 17 È costituito da una cannula in PVC siliconato (4 mm ID) munita di anello e di alette di fissazione, corredata da diversi accessori che variano a seconda del metodo di introduzione: - Metodo non-chirurgico (tecnica di Seldinger): ago di Thuoy da 2 cm montato su siringa, guida metallica con estremità flessibile, dilatatore, introduttore. - Metodo chirurgico: bisturi con limitatore di profondità e mandrino rigido di plastica. Viene di seguito descritta la procedura di inserimento con il metodo chirurgico. Con la testa del paziente in iperestensione, dopo aver disinfettato ed anestetizzato la cute (se le condizioni del paziente lo consentono), tenendo perpendicolarmente la lama del bisturi con dispositivo di sicurezza, per limitarne l'affondamento, si pratica un'incisione mediana a livello della membrana cricotiroidea, subito al di sotto della prominenza della cartilagine cricoidea. L'incisione verticale è meno gravata da rischio di sanguinamento; quella orizzontale fornisce un repere più preciso e costante nel prosieguo delle manovre. Attraverso la piccola incisione si introduce il mandrino rigido di plastica, facendolo avanzare in trachea per alcuni centimetri. A questo punto, la cannula viene infilata sul mandrino e, sulla guida di questo, viene fatta penetrare all'interno della trachea fino a che il collare non arriva a contatto con la superficie del collo. Successivamente si mantiene in sede il collare della cannula con due dita mentre si sfila il mandrino e quindi si fissa il collare con una lunghetta passante dietro la nuca. Una volta fissata la cannula, il paziente potrà essere aspirato ed ossigenato. 18