Terna scommette su accumulo e rinnovabili

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Terna scommette su accumulo e rinnovabili
Dalla Sardegna la società pubblica della rete elettrica sperimenta i sistemi di storage. E
firma un accordo con Rfi per installare pannelli fotovoltaici nei terreni liberi delle stazioni
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ROBERTO ANTONINI
Pubblicato il 18/11/2016
Ultima modifica il 18/11/2016 alle ore 11:09
Batterie come quelle del cellulare, al litio, ma delle dimensioni di un container,
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per una capacità pari a quella di 5 milioni di pile stilo. Un laboratorio hi-tech che
testa ben sette diverse tecnologie di accumulo elettrico facendo di quello Terna
di Codrongianos (Sassari) il polo elettrico tecnologicamente più avanzato
d’Europa.
Un impegno, quello della società incaricata del dispacciamento dell’energia
elettrica in Italia, tutto rivolto alla soluzione dei problemi di stabilità della rete
alla luce della bella invasione delle fonti rinnovabili che, pur essendo pulite e
innovative, mettono alla prova un sistema elettrico pensato per le centrali,
programmabilissime, stabili e – appunto – centralizzate e non diffuse come le
fonti alternative. Di qui la necessità di stabilizzare la rete, e per questo servono
sistemi di accumulo che immagazzinino l’elettricità prodotta da vento e sole,
quando ci sono e nelle ore di massima produzione, per poi rilasciarla quando
necessario, nei momenti di minore produttività.
Si ottiene in questo modo anche una riduzione dei costi, perché le batterie
conservano l’elettricità da rinnovabili che invece in caso di congestione della
rete verrebbe ’tagliata’. Risparmi complessivi che Terna calcola nell’ordine dei 70
milioni l’anno (calcolando anche gli effetti positivi delle interconnessioni sarde)
cifra grosso modo pari a quanto la società ha investito nel progetto.
Qui nel Polo di Codrongianos, ora entrato a regime, su una superficie grande
quanto 33 campi di calcio 40 imprese lavorano a sistemi di accumulo – le
batterie, anzi le ’iperbatterie’ – realizzati da otto fornitori: Fiamm, Samsung, Byd,
Saft, General electric, Toshiba, Siemens e Ghildemeister. Sono già operativi 7,4
MegaWatt di storage e altri 0,4 MW sono in costruzione. Quelle in esercizio
nella struttura di Terna sono batterie che utilizzano principalmente la
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tempi brevissimi per situazioni di emergenza, ma anche Zebra, in grado di
fornire elettricità per diverse ore. A vederli sono container, di varie misure ma
container, poi una volta aperti si vede il cuore del sistema: blocchi di batterie al
litio collegate fra loro e servite da sistemi di controllo e raffreddamento. Sono
disposte nei piazzali del Polo Terna e sembrano i mattoncini Lego di un bimbo
gigante, e ognuno ha il logo del produttore sui lati.
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tecnologia a ioni di litio (Li-Ion), in grado quindi di assorbire e rilasciare energia
in tempi brevissimi per situazioni di emergenza, utili quindi a intervenire in
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Terna punta sulla Sardegna perché la rete elettrica locale è stata messa a dura
priva dalla diffusione delle rinnovabili, infatti dal 2009 a oggi la capacità eolica è
raddoppiata arrivando a superare i mille MW e quella fotovoltaica è cresciuta di
20 volte arrivando a oltre 720 MW, con le fonti pulite che coprono oltre il 40%
dei consumi. La regione diventa così una sorta di laboratorio a cielo aperto per
la sperimentazione nel settore elettrico. Infatti l’intermittenza e non
programmabilità (piena) delle rinnovabili può comportare, soprattutto in reti
poco interconnesse tra loro e poco estese come è appunto quella dell’isola,
difficoltà di gestione e anche di regolazione della tensione. Per questo nel Polo
di Codrongianos Terna ospita anche i suoi primi due ’compensatori sincroni’
specificamente studiati per una migliore gestione delle rinnovabili garantendo
maggiore capacità di regolazione e migliore flessibilità di esercizio, evitando
sbalzi di tensione e minori perdite di energia. Si tratta di macchine di dimensioni
davvero rilevanti e pesanti 320 tonnellate ciascuna, le produce Ansaldo Energia
e sono collegati alla rete da impianti realizzati da ABB.
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Con Codrongianos, insomma, Terna punta a un ruolo di leadership
internazionale in un settore ad alta densità innovativa, quello dello storage
elettrico per una migliore gestione delle fonti rinnovabili, che prevede stime di
investimento a livello mondiale pari a oltre 40 miliardi di dollari al 2024.
L’impegno porta all’azienda anche una pubblica attestazione di stima da parte del
presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Crediamo in Terna- ha detto visitando
la struttura- crediamo che possa essere all’avanguardia a livello internazionale,
una realta’ che ha tutti i numeri per crescere”, aggiungendo che “è cruciale
investire sulla Sardegna con la Sardegna”, e infatti oggi “siamo nel cuore della
regione, ma pur sembrando lontani siamo vicini al cuore dell’innovazione
tecnologica”.
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Nella stessa giornata della visita del presidente del Consiglio Terna ha
annunciato anche un accordo con Rfi per installare nei terreni liberi delle
stazioni elettriche della società ferroviaria e in quelle di Terna pannelli
fotovoltaici fino a 200 MW, “e tenete conto che in tutta Italia nel 2015 ne sono
stati installati per 300 MW”, ha sottolineato l’ad Matteo Del Fante. Operazione
messa in campo senza ricorrere agli incentivi che pesano in bolletta, precisa
l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile: “non sarà sostenuta né dalla
bolletta elettrica né da fondi pubblici, ma dal risparmio che Rfi avrà dalla
corrente generata in questo modo”, risparmio stimato “in circa il 40% del costo
attuale” per la stessa quantità di elettricità, “circa 300 GigaWattora di potenza
che sarà immessa negli usi Fs, coprendo il 5% del fabbisogno annuo di 6mila GW
circa”.
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