la scuola del terzo millennio 1° Pimentel Fonseca

DALLA RIVOLUZIONE DEI LUMI A
QUELLA DELLE FORME
LA SCUOLA DEL TERZO MILLENNIO
NUOVI EQUILIBRI
Clementina Gily Reda
Università
Federico II
Prof. di Estetica e Formazione
CAMPO DEL MORICINO, l’IC di PIAZZA MERCATO
Ha ripreso l’antico nome di Piazza Mercato, quando era un campo fuori le mura. L’ha recuperato
il dir. prof. Carmine Negro. Vi si affacciava uno dei sei Castelli di Napoli: Castel Capuano, Castel
dell’Ovo, Maschio Angioino, Sant’Elmo con la Certosa, Castel del Carmine, il Castello di Vigliena.
QUI SIAMO NEL CASTELLO DEL CARMINE oggi distrutto. Siamo qui per parlare di un’eroina
dell’epoca dell’Illuminismo, Eleonora Pimentel Fonseca, che fu giustiziata qui vicino, nella sala a
lei dedicata nell’Istituto.
ELEONORA LO VIDE COSÌ
Chi era ELEONORA
PIMENTEL FONSECA?
Una napoletana autentica ma di famiglia portoghese, partecipò alla
rivoluzione europea nata in Francia con la Repubblica Napoletana del
1799, al tempo in cui Napoleone era impegnato in Egitto
Perché essere napoletano è essere europeo,
da sempre: l’accoglienza è la tradizione che Napoli eredita
dall’Impero Romano, il cui diritto ha conservato a lungo – essendo
Roma sede del diritto ecclesiastico. Essere napoletani perciò è un
privilegio, lo si deve meritare, facendo la propria parte al fine di
vivere tutti meglio, imparando come fare: Eleonora Pimentel lo fece.
Dobbiamo ricordare Eleonora non perché martire,
ma per la vita che condusse:
poetessa celebre, amica del re e della regina
Diventò una grande giornalista europea
La Regina Carolina perciò non la perdonò, altri furono graziati con lei
quando si arresero – ma lei fu fatta scendere dalla nave all’ultimo
momento
Logo dell’IC
Campo del
Moricino
la Rivoluzione Napoletana del
1799 concluse l’Illuminismo
durò pochi mesi, dal 23
gennaio al 13 giugno, giorno
di Sant’Antonio – da quel
giorno portato in trionfo
Championnet, il generale
francese sperava di profittare
del momentaneo
indebolimento di Napoleone,
senza più flotta, in Egitto
Ma i patrioti volevano la libertà e la Repubblica – piantarono alberi della libertà già a
Castel Sant’Elmo, che fu conquistato grazie ai generali napoletani all’appoggio dei
certosini (puniti al ritorno di Ferdinando IV – che diventò I).
Molti nobili napoletani erano dei grandi Illuministi, come Filangieri, Caracciolo, Serra di
Cassano: la Rivoluzione dei Lumi fallì le sue rivoluzioni ma maturò le idee politiche dei
secoli successivi. Le tre rivoluzioni ideali vissute a Parigi liberale democratica e
socialista furono i tre grandi ideali sviluppatisi nell’800 e nel 900.
Ma la RIVOLUZIONE voleva tutto e subito – la parola invece sin allora indicava la
RIVOLUZIONE CELESTE: non indicava dunque il rivolgimento della tradizione ma
piuttosto l’ordine astrale che vede tutte le cose avvicendarsi con ordine. L’entusiasmo
rivoluzionario fu ricco di risultati, quindi, ma anche molto violento – e la violenza non è
mai una buona cosa, in politica. La guerra travolge la pace, i diritti dell’uomo comune,
la quotidianità industriosa.
Entusiasta più di tutti fu la nostra Eleonora: da poetessa di corte diventò giornalista .
Ebbe idee attualissime di scienza della comunicazione: la narrazione, l’importanza del
target, la brevità degli interventi, l’ordine grafico delle notizie sul giornale… ed erano
notizie anche il catechismo rivoluzionario e le spieghe di Michele ‘o Pazzo. Il
Monitore Napoletano fu uno dei giornali rivoluzionari più apprezzati: lo si leggeva ad
alta voce nelle piazze.
Tutto ciò per formare il POPOLO dalla PLEBE, molti lettori diventarono gli uomini del
Risorgimento, come Guglielmo Pepe, come nei libri di Francesco Mastriani, discutendo
le parole d’ordine della Rivoluzione francese come facciamo anche noi: libertà,
giustizia, fratellanza (solidarietà, comunità).
Il resto di niente
una lettura di qualità
ma adatta anche ai
ragazzi delle medie
Vedi su www.wolfonline.it
Rimane
quindi la
memoria
una tesi sul
libro di
Striano, scelta
da una
candidata che
aveva letto il
libro alle
medie.
Era la rivoluzione dei Lumi, l’Enciclopedia di Diderot e D’Alembert è oggi
esposta in Sala Consultazione a Suor Orsola. Ma in realtà la Rivoluzione dei
Lumi ereditava la rivoluzione dei corpi iniziata dal Rinascimento, nell’arte.
Non più solo vergini d’oro e crocifissi macilenti, gli affreschi mirabili della
Cappella Sistina figuravano corpi, Caravaggio la luce quotidiana della frutta
animali, le città con le loro architetture e i loro corpi di fabbrica.