DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DEI TRASPORTI ITS Mobilità Sostenibile Trasporto Ferroviario Centro di Formazione Ferroviario Corso di Tecnica e gestione dei trasporti Francesco Murolo Prof. Luigi Biggiero “Generalità sui motori elettrici e sulle loro curve caratteristiche” Seminario del 24 maggio 2016 Trazione: il propulsore Il propulsore più utilizzato nel trasporto terrestre è la ruota motrice. L’azione di una coppia motrice M, applicata ad un asse di un veicolo, sulla cui estremità sia calettata una ruota, corrisponde a quella esercitate da una forza F, applicata tangenzialmente alla ruota nel punto di contatto con la strada. Le forze attive tangenziali F e il carico verticale Pa si trasmettono fra ruota e strada attraverso l'area d'impronta (pochi cm2). M F r Si dice che si verificano le condizioni di O ’ R peso Pa ed alla forza tangenziale F se essa rotola senza strisciare o slittare. A f a Pa r aderenza per una ruota soggetta al F RF A M Pa -F A O 2 Trasporto terrestre: il fenomeno dell’aderenza Aumentando il valore di F il rotolamento continua finché si raggiunge il limite di aderenza A oltre il quale l’aderenza cessa e la ruota comincia a slittare. Si definisce coefficiente di aderenza il rapporto: fa=A/Pa Perché si abbia aderenza deve quindi essere soddisfatta la condizione: F ≤ A=fa·Pa Il limite di aderenza A=fa·Pa rappresenta, quindi, il massimo valore della forza di trazione F che può essere trasmesso da una ruota alla pavimentazione affinché il moto si svolga in condizioni di puro rotolamento. La condizione di aderenza deve essere verificata anche in frenatura ovvero la ruota rotola senza pattinare. 3 Trazione: l’equazione generale del moto I motivi per i quali la relazione F≤fa·Pa potrebbe non essere soddisfatta sono molteplici, coinvolgono le tre grandezze in gioco (F, fa e Pa) e non sono sempre di facile individuazione quantitativa. Un parametro che nella letteratura sembra che abbia una certa influenza sul coefficiente di aderenza fa è la velocità del mezzo di trazione, nel senso che questo viene considerato decrescente con l'aumentare della velocità. Esistono anche espressioni analitiche, di tipo empirico che esprimono tale variabilità. In realtà, il coefficiente di aderenza dovrebbe ritenersi invariabile o quasi con la velocità, mentre ciò che varia con la velocità è il peso aderente di un asse, che non corrisponde sempre al peso reale gravante sull'asse, quando esso e fermo. 4 Caso ferroviario – Coefficiente di aderenza Valori massimi del coefficiente di aderenza nel campo ferroviario • Coppia motrice uniforme, binario asciutto, getto di sabbia 1/2,5 = 0,40. • Coppia motrice uniforme, binario asciutto o bagnato e pulito 1/3 = 0,33. • Coppia motrice quasi costante e binario come sopra 1/4 = 0,25. • Coppia motrice di macchine a vapore e binario come sopra 1/4,5 = 0,22. • Binario bagnato e trazione a vapore 1/7 = 0,14. • Binario con brina e trazione a vapore 1/8 =0,12. • Binario umido sporco e trazione a vapore 1/9 = 0,11. • Binario ingrassato e trazione a vapore 1/10 = 0,10. • Binario ingombro di foglie secche e trazione a vapore 1/125= 0,08. I valori da 5 a 9 aumentano del 15-20% per trazione elettrica. 5 Caso ferroviario – Coefficiente di aderenza Valori medi del coefficiente di aderenza nell’esercizio ferroviario • Trazione elettrica con assi accoppiati: 0,25. • Trazione elettrica con assi liberi; trazione Diesel con assi accoppiati: 0,20. • Trazione Diesel con assi liberi; trazione a vapore con assi accoppiati: 0,167. I valori suddetti valgono per rotaie asciutte, lavate o sabbiate, per rotaie umide per nebbia o pioggia fine si ha una diminuzione del 30%, per rotaie sporche di grasso o fanghiglia del 50%. 6 Trazione: l’equazione generale del moto L’equazione generale del moto di un veicolo isolato si scrive: F-R=Ms∙a=M∙dv/dt Dove Ms rappresenta la massa statica P/g. Per tenere anche conto delle masse rotanti, si maggiora il valore della massa M introducendo il concetto di massa equivalente: Me= (1+β)M>M. Il coefficiente β (0,1÷0,2) tiene conto di tutte le masse rotanti: ruote, pistoni, alberi, del cambio e volano oppure rotori. Quindi: F-R=Me∙dv/dt • • • • F = somma di tutte le forze attive (motrici o frenanti) applicate al veicolo. R = somma di tutte le resistenze applicate al veicolo. Me = massa equivalente del veicolo. dv/dt = accelerazione (con v velocità nella direzione del moto). 7 Trazione: il fenomeno dell’aderenza Nello studio del moto dei veicoli devono sostanzialmente essere considerate le seguenti forze: • le forze attive F aventi la stessa direzione del vettore velocità v con cui il mezzo si sposta, mentre il verso é lo stesso o l’opposto a seconda che si tratti di forze di trazione o di frenatura; • le forze passive o resistenze R aventi la stessa direzione della velocità e verso opposto; • le forze d’ inerzia Mea. Le forze attive possono a loro volta avere il verso del vettore v se sono motrici (forze di trazione), oppure verso opposto se sono resistenti (forze frenanti). 8 Trazione: le resistenze al moto La resistenza R all’avanzamento può essere considerata come somma di più addendi: R = Rpr + Ra [kg] Le resistenze in piano e rettilineo, o rettifilo, Rpr dipendono esclusivamente dalle caratteristiche costruttive del veicolo, mentre quelle addizionali, o accidentali, Ra dipendono solo dalle caratteristiche costruttive della strada ordinaria o ferrata. Resistenze in piano e rettilineo RPRr Resistenze al rotolamento RPR RPRa Resistenze dovute all’aria COPPIA - Pressione frontale; PERNO-CUSCINETTO: - Azione laterale; Attrito nei fuselli delle sale montate. - Depressione nella COPPIA parte terminale. RUOTA-ROTAIA: - Deformazione ruota-rotaia; - Deformazione piano di appoggio; - Serpeggiamento; - Urti. RA Resistenze addizionali RAc Resistenze dovute alle curve - Solidarietà delle ruote con l’asse; - Parallelismo delle sale di un carrello; - urti tra i bordini. RAp Resistenze dovute alla pendenza R G 9 Trazione: le resistenze al moto La resistenza R indica il valore assoluto delle resistenze. La resistenza r indica il valore unitario delle resistenze. Resistenze in piano e rettilineo o rettifilo rPR = b+c·v2 [kg/tonn] • b=18÷20 [kg/tonn] su strada ordinaria • b=2,5 [kg/tonn] su strada ferrata • c=0,001÷0,04 • v [m/s]. Resistenze addizionali o accidentali rA = i + ρ [kg/tonn] • i = resistenza dovuta alle pendenze [‰] • ρ = C/R resistenza dovuta alle curve [kg/tonn] Resistenza complessiva R [kg] = (b+c·v2 + i + ρ) Ms 10 Caratteristica ideale per la trazione La forza (o sforzo) di trazione F è la forza che applicata alle ruote del veicolo, è in grado di farlo muovere e mantenerlo in movimento alle diverse velocità nelle diverse condizioni di marcia. Poiché la resistenza R si oppone al moto la forza di trazione per mantenere il veicolo alla velocità richiesta deve essere pari alla resistenza. F =R (a regime) La forza di trazione che deve inoltre consentire il raggiungimento della velocità massima partendo da fermo pertanto essa deve essere definita in tutto il campo di velocità da 0 a Vmax e in questo campo deve avere un valore sempre superiore alla resistenza al moto per fornire al veicolo la forza necessaria a vincere anche la resistenza dovuta all’inerzia (forza d’inerzia o resistenza d’inezia) F = Me∙a (all’avviamento) 11 Equazione generale del moto Si definisce “caratteristica meccanica” di un mezzo di trazione quella curva che fornisce la variazione dello sforzo di trazione al cerchione in funzione della velocità di marcia. Affinché il mezzo di trazione possa svolgere le proprie funzioni in modo adeguato, è opportuno che tale caratteristica abbia un andamento particolare. Caratteristica meccanica “diagramma che lega due grandezze meccaniche” F,v C,ω Per un veicolo intero o motore lineare Per un singolo motore 12 Trazione: i motori di trazione Ogni motore di trazione ha una sua caratteristica meccanica: è un diagramma che lega due grandezze meccaniche (coppia C - velocità angolare ω, o potenza P - velocità angolare ω). Le caratteristiche meccaniche dei motori di trazione si avvicinano a tre caratteristiche teoriche tipo a P costante, a C costante o a ω costante: Coppia costante Potenza costante P,C Velocità costante P,C P,C C P C P C P ω Motore a combustione interna ω ω Motore elettrico 13 Caratteristiche meccaniche dei motori di trazione kN 100 I 90 I II III IV V VI III IV II 80 motore ideale a vapore elettrico c.c. elettrico c.a. monofase elettrico c.a. trifase a combustione interna 70 60 50 40 Raffronto fra le curve caratteristiche meccaniche dei motori di trazione principalmente usati. V VI 30 20 10 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 km/h 14 Caratteristica meccanica Nella curva 1 lo sforzo sviluppato diminuisce gradualmente con la velocità e nella curva 2 esso aumenta gradualmente con la velocità; in ambedue i casi gli andamenti sono piuttosto morbidi, nel senso che ad una piccola variazione di una variabile corrisponde una altrettanto limitata variazione dell'altra. Nella curva 3, invece, a piccole variazioni della velocità, corrispondono consistenti variazioni nei valori dello sforzo di trazione: la caratteristica è detta del tipo rigido. Caratteristica meccanica F FB 3 B 2 A FA C FC 1 vB vA vC v 15 Caratteristica meccanica All'avanzamento, con v=0, lo sforzo non può essere comunque elevato e deve essere soddisfatta la condizione di aderenza; poiché è opportuno avere comunque un margine di sicurezza, il limite superiore degli sforzi è fissato in corrispondenza di una retta del tipo AB. Nel senso della ascisse, la caratteristica meccanica è limitata dalla intersezione con la curva corrispondente alle resistenze al moto R propria della motrice. F,R A E1 faP B E2 F R E3 F1 H1 F2 H2 F3 H3 C v 16 Caratteristica meccanica 17 Caratteristica meccanica Se le resistenze al moto cambiano, la curva R si sposta e, dopo un periodo di regime variabile, si perviene, ad un altro punto stabile di regime del tipo C’. II citato andamento della caratteristica meccanica può essere realizzato in modo completo e spontaneo da un unico motore elettrico, senza agire in pratica in modo sostanziale sulla sua regolazione (come avviene, ad esempio, nel motore in corrente continua serie tuttora impiegato nelle vecchie locomotive italiane), oppure agendo sul sistema di regolazione in modo che la caratteristica sia il risultato di una serie di diverse caratteristiche spontanee del motore. F,R R’ F R’ C’ C vc’ vc v 18 Caratteristica ideale per la trazione Ciò si può ottenere ad esempio con una caratteristica meccanica F(v) di tipo iperbolico (P=F∙v=costante) che fornisca alla velocità massima vmax una forza pari alla resistenza al moto F=Rmax. A velocità inferiori a quella massima F vmax la forza F è senz’altro superiore alla resistenza R per cui la differenza rispetto a quest’ultima è disponibile F(v) per variare la velocità con una determinata accelerazione a. forza acceleratrice M·a 0 R(v) vmax v 19 Caratteristica ideale per la trazione La caratteristica iperbolica tende a fornire valori molto elevati della forza a basse velocità: se fosse perfettamente iperbolica a velocità nulla darebbe un valore infinito. Tali valori non possono essere utilizzati se non sono compatibili con l’aderenza disponibile al contatto ruota rotaia. Inoltre, la forza di trazione non deve superare neanche una certa velocità F LIMITE DI ADERENZA LIMITE DI VELOCITÀ Quindi la forza di trazione non deve superare quella di aderenza, altrimenti la ruota slitta e non vi è avanzamento. altrimenti ci sarebbe la rottura degli organi in moto del mezzo di trazione. v 20 Caratteristica ideale per la trazione Poiché il tempo necessario per raggiungere la velocità vmax dipende dall’accelerazione per ridurre al minimo tale tempo l’accelerazione dovrebbe essere la più elevata possibile. Ciò si può ottenere solo se si adottano caratteristiche che forniscano a pari velocità valori più elevati della forza di trazione. F, R Pmax P1 P0 Fmax Pmax>P1>P0 POTENZA COSTANTE SFORZO COSTANTE sforzo acceleratore M·a R 0 vmax RESISTENZE AL MOTO v 21 Caratteristica ideale per la trazione Se si volesse ridurre al minimo il tempo necessario a raggiungere la velocità massima vmax la forza di trazione F dovrebbe mantenersi costante e pari a quella massima trasmissibile Fmax con l’aderenza nel campo di velocità che va da 0 a vmax e poi ridursi fino ad uguagliare la resistenza Rmax. La potenza utilizzata aumenterebbe proporzionalmente con la velocità da zero alla potenza massima, in corrispondenza della velocità massima e poi si ridurrebbe fino a quella necessaria per garantire la velocità massima. F, R, P F, R, P F, R, P Pmax Fmax Fmax Fmax P1 P0 R 0 vmax R v 0 vmax R v 0 vmax v 22 Caratteristica ideale per la trazione Maggiore è la potenza di dimensionamento, maggiore può essere la zona a sforzo costante. Ovvero il valore di v1 si sposta verso destra. Le massime prestazioni si ottengono quando lo sforzo di trazione è sempre costante fino alla velocità massima. Questo però, richiederebbe una potenza di dimensionamento elevatissima e sfruttabile solo per la fase di avviamento. F, P, R Potenza crescente F POTENZA COSTANTE Servizi metropolitani Limite di aderenza Fmax SFORZO COSTANTE Servizi ferroviari Pmax = Fmax · vmax RESISTENZE AL MOTO vmax v v 23 Caratteristica ideale per la trazione Una volta fissata la potenza massima del mezzo di trazione, si può definire il dominio (F, v) delimitato da due confini: • Limite di aderenza: lo sforzo di trazione non deve superare quello di aderenza altrimenti la ruota (motrice) slitta. Cosa analoga succede in frenatura (pattinamento). • Limite di velocità: lo sforzo di trazione non deve superare una certa velocità altrimenti ci sarebbe la rottura degli organi in moto del mezzo di trazione. 24 Caratteristica meccanica Ritorniamo alla definizione di caratteristica meccanica. La potenza meccanica ai cerchioni è data da: Pc=F·v F,Pc Pc=Potenza al cerchione A4 F1 A3 A1 Pc1 F(v) Pc(v) va v1 A2 vmax v Caratteristica meccanica di un mezzo di trazione 25 Caratteristica meccanica Per 0<v<va il valor medio Fa della forza di trazione è costante; il tratto A4-A3 viene ottenuto con un’opportuna regolazione dell’azionamento elettrico e deve essere compatibile: • Con il limite di aderenza, cioè Fa≤fa·Pa; • Con il valore massimo di coppia che i motori di trazione possono sviluppare. F,Pc F1 A4 A3 A1 Pc1 F(v) Pc(v) va v1 A2 vM v 26 Caratteristica meccanica Nel tratto A4-A3-A1 i motori lavorano in sovraccarico, cioè in servizio di durata limitata; la potenza, uguale al valore nominale nel punto A1, decresce all’aumentare della velocità da v1 a vM. I mezzi di trazione con azionamento elettronico e motori trifasi presentano una caratteristica meccanica differente: i punti A3 e A1 vengono in pratica a coincidere e nell’intera gamma di velocità v1-vM si sviluppa la potenza: Pc1=cost. Caratteristica meccanica di un mezzo di trazione F , Pc F , Pc Fase iniziale Fase iniziale F4 F3 A4 F4 A4 A3 F1 F1 A1 A3 A1 PM Pc1 A2 Pc1 A2 0 va v1 Azionamenti tradizionali vM v 0 v1 vM v Azionamenti elettronici trifasi 27 Passaggio alla caratteristica meccanica dei motori Nel passaggio tra la caratteristica meccanica del mezzo di trazione a quella del motore bisogna tener conto del rapporto di riduzione e dei vari rendimenti. vmax 2 n 60 1 rmax Cmax t r [rad/s]; D[m]; n M [giri/min]; v M [m/s] Fmax Trasmissione Motore t C,n Ruote motrici F,v 28 Passaggio alla caratteristica meccanica dei motori In questo caso si può passare dalla caratteristica meccanica mezzo di trazione (F, v) a quello del motore (C, ω). Caratteristica meccanica C F PM CM ωM PM FM ω vM v Caratteristica meccanica del motore Caratteristica meccanica del mezzo di trazione C,ω F,v 29 Passaggio alla caratteristica meccanica dei motori sospensione a naso telaio del carrello albero motore motore di trazione Motore di trazione assile cuscinetto Dr D ?M Motore di trazione cerchione C, n TRASMISSIONE ?r Dp ruota dentata MOTORE Ruota motrice RUOTA F, v 30 Trazione elettrica Quando il motore di trazione è quello elettrico si parla di trazione elettrica. Sistema di alimentazione Motore (più apparato di regolazione: azionamento) Alimentazione Regolazione Motore elettrico Propulsore Sistema di Propulsione (di Trazione) 31 Trazione elettrica: l’azionamento elettrico La dizione “trazione elettrica” si riferisce perciò a quei veicoli il cui moto avviene per l’azione di uno o più motori elettrici o più correttamente per mezzo di azionamenti elettrici di trazione che consentono la regolazione dei motori. L'azionamento elettrico è un sistema che converte l'energia elettrica che riceve in ingresso, in energia meccanica in uscita. Energia Elettrica Convertitore Motore Energia Meccanica Schema elementare di azionamento elettrico 32 Trazione elettrica: l’azionamento elettrico Per quanto riguarda la funzione del motore elettrico si parla di azionamento elettrico in: • corrente continua; • corrente alternata. Invece sulla base delle prestazioni, gli azionamenti elettrici sono in grado di fornire una: • regolazione discreta; • regolazione fine. Senza l’elettronica di potenza la regolazione è sicuramente discreta: è possibile avere una numero finito di caratteristiche meccaniche. Con l’elettronica di potenza si ottiene un azionamento con regolazione fine: numero infinito di caratteristiche meccaniche (dominio). 33 Trazione elettrica: il sistema di trazione Senza captazione: veicolo elettrico puro Equipaggiamento di trazione (apparecchiature di regolazione) veicolo Sistema di alimentazione (batterie) Motore elettrico Senza captazione: veicolo diesel elettrico Equipaggiamento di trazione (apparecchiature di regolazione) veicolo Motore diesel Generatore elettrico Motore elettrico (alternatore) Sistema di alimentazione 34 Trazione elettrica: il sistema di trazione Senza captazione: veicolo ibrido serie Equipaggiamento di trazione (apparecchiature di regolazione) batterie Generatore elettrico (alternatore) veicolo Motore diesel Motore elettrico Sistema di alimentazione Senza captazione: veicolo ibrido parallelo Equipaggiamento di trazione (apparecchiature di regolazione) Batterie e/o Fuel Cell Sistemi di alimentazione Generatore elettrico (alternatore) veicolo Motore diesel Motore elettrico 35 Trazione elettrica: il sistema di trazione Con captazione Sistema di alimentazione Linea aerea Pantografo Equipaggiamento di trazione (apparecchiature di regolazione) veicolo Motore elettrico 36 Trazione elettrica: trasformazione energetica • leggi sui circuiti elettrici e magnetici = Elettromagnetismo. • leggi meccaniche = Meccanica. • leggi elettro-meccaniche = Trasformazioni di energia elettrica in energia magnetica. • leggi meccano elettriche = Trasformazioni di energia meccanica in energia elettrica. Schema semplificativo delle leggi che governano i fenomeni elettromagnetici, meccanici, elettromeccanici e meccano-elettrici Leggi elettromeccaniche Legge sui circuiti elettrici e magnetici F B l i Leggi meccaniche Leggi meccanoelettriche E V P E i f.m.m. f.e.m E R i F FR P F v E B l v 37 Trazione elettrica: trasformazione energetica 1. Legge fondamentale elettrica: E=∑ΔV dove E è la f.e.m o tensione applicata o al circuito e le ΔV rappresentano le cadute di tensione. 2. Legge fondamentale meccanica: F=∑FR (somma di tutte le forze resistenti). 3. Legge fondamentale elettromeccanica: F=B∙l∙i. L’ipotesi fondamentale è che la macchina contenga circuiti magnetici. Ci interessano le forze che sono esercitate su di un conduttore percorso da corrente e immerso in un campo magnetico. È la relazione che trasforma la potenza E∙I elettrica nella corrispondente F∙v del campo meccanico. 4. Legge fondamentale meccano-elettrica: E=B∙l∙v. Forza (elettromotrice f.e.m.) esercitata sulle cariche di un conduttore in moto in un campo magnetico. 38 Trasformazione energetica: generatore elementare Asse che trasla su due rotaie conduttrici, immerso in un campo di induzione B infinito ed uniforme. Se l’asse si muove con velocità v, ai suoi estremi nasce una f.e.m. E=Blv e, se chiudo il circuito su di una resistenza R, si avrà una corrente i=E/R. Tale corrente passando nel conduttore farà nascere una forza meccanica F=Bli, quindi se si vuole che il moto del conduttore continui è necessario una potenza meccanica pari a F∙v; quindi si ha: F∙v=Bli∙v ovvero F∙v=E∙i In questo modo si è riuscita ad i E F ottenere la trasformazione di potenza B v R meccanica in potenza elettrica. 39 Trasformazione energetica: motore elementare Lo schema è analogo. In questo caso è pero presente una batteria che fa circolare una corrente i nel circuito. Sul conduttore si esercita quindi una forza F=Bli e il conduttore si muove; questo movimento da luogo ad una f.e.m. E=Blv che ha direzione opposta alla tensione applicata. La potenza elettrica che si deve fornire, perché il conduttore continui il suo moto con velocità v, è pari a Ei. Raccogliendo le formule si ha: Vi≈Ei=Blvi=Fv. In questo modo si è ottenuta la trasformazione di energia elettrica in energia meccanica. Nei due casi non si è tenuto conto delle perdite (Vi≈Ei). Nella schematizzazione elementare 0 i E V B di una macchina elettrica, avviene v F una trasformazione di energia meccanica in energia elettrica e viceversa. 40 Trazione elettrica: i motori elettrici Vantaggi della trazione elettrica Prestazione • • • • Flessibilità Elevata densità di potenza. Capacità di sovraccarico. Reversibilità che permette l’uso della frenatura elettrica. Accelerazioni/decelerazioni elevate. • • • Adattabilità alle diverse condizioni di marcia senza penalizzare il rendimento. Possibilità di sfruttare diverse fonti di energia. Varietà nella scelta dei motori (c.c., asincrono, sincrono). Economicità e compatibilità ambientale • Emissioni fortemente ridotte (teoricamente nulle). • Bassa rumorosità del motore elettrico. • Manutenzione limitata sulla parte elettrica ed elettronica. Applicazioni “ideali” • • • • Trasporti urbani di massa (metro, bus elettrici) Trasporti AV di massa su medie distanza Linee in galleria (treni navetta) Trasporto urbano privato (in futuro) 41 Trazione elettrica: i motori elettrici Usati fino ad oggi per la trazione Motori elettrici A corrente alternata Asincrono Sincrono A corrente continua Monofase a colletore A eccitazione serie A eccitazione in drivazione Caratteristica meccanica intrinsecamente idonea per la trazione Motori elettrici Con captazione Linea di contatto Veicoli senza sistema di alimentazione a bordo Modi di alimentazione Senza captazione Veicoli diesel elettrici Veicoli elettrici “puri” Veicoli ibridi Veicoli con sistema di alimentazione a bordo 42 Trazione elettrica: i motori elettrici F,v Per un veicolo intero C,ω Per un singolo motore I, ω Corrente in funzione della velocità C,I Coppia in funzione della corrente Caratteristica meccanica “diagramma che lega due grandezze meccaniche” Caratteristiche elettromeccaniche “diagramma che lega una grandezza elettrica con una meccanica” 43 Motore a collettore ad eccitazione serie in c.c. Vantaggi • Caratteristica meccanica idonea all’applicazione di trazione (ampia zona in cui C·n=cost). • Tecnologia consolidata e quindi di grande affidabilità. • Buon rendimento per un ampio intervallo di carico. • Presenta un’ottima meccanica (resistenza a vibrazioni ed urti). • Regolazione della velocità relativamente semplice. Svantaggi • Ingombri e pesi considerevoli per la presenza del collettore. • Manutenzione frequente soprattutto sul sistema spazzole-collettore. • Rapido incremento della velocità per bassi carichi (fuga del motore). • Tensioni applicabili limitate per assicurare la tenuta dell’isolamento tra le lamelle del collettore. 44 Motore a collettore ad eccitazione serie in c.c. Sezione longitudinale del motore serie 1. Spazzole e portaspazzole 2. Lamelle 3. Testate 4. Nuclei poli eccitazione 5. Avvolgimenti di eccitazione 6. Ventilatore 7. Canale di ventilazione assiale 8. Pignone 9. Corona dentata 10. Sala montata 45 Motore a collettore ad eccitazione serie in c.c. Statore o eccitazione Indotto o armatura Spazzole e collettore Indotto o armatura: ri = ra + rpa + rac E Armatura ra Poli ausiliari rpa Avv. compensatori rac Eccitazione: re Indotto+eccitazione: + i M p.a. a.c. rpa rac ra U re p.p. r = ri + re 46 Motore a collettore ad eccitazione serie in c.c. Schema del motore serie Indotto o armatura: ri = ra + rpa + rac E Armatura ra Poli ausiliari rpa Avv. compensatori rac Eccitazione: re + i M p.a. a.c. rpa rac ra U re Indotto+eccitazione: p.p. r = ri + re E U E re I equilibrio del circuito elettrico E k n trasformazione meccanoelettrica C k ' I trasformazione elettromeccanica + I M re reI U 47 Motore a collettore ad eccitazione serie in c.c. CARATTERISTICA ELETTROMECCANICA C CARATTERISTICA MECCANICA C(n) C(I) C(n)=costante I n n(I) I CARATTERISTICA ELETTROMECCANICA 48 Motore a collettore in c.a. Molto schematicamente possiamo rappresentare il motore come in figura, anche se in effetti, nei motori a c.a. i poli sono più numerosi. Sempre in figura si può notare, dalla disposizione spaziale degli avvolgimenti statorico e rotorico, il flusso statorico e quello rotorico (reazione di armatura). R S I s R 49 Motore a collettore in c.a.: circuito equivalente Il motore monofase a collettore ha caratteristiche costruttive in parte simili a quello a corrente continua; lo statore è però laminato, essendo il flusso alternato. L’avvolgimento d’indotto è di tipo parallelo. Avvolgimento Avvolgimento Avvolgimento d'indotto compensazione dei poli ausiliari E I M a.c. p.a. U p.p. Avvolgimento d’eccitazione 50 Motore a collettore in c.a.: caratteristiche ,I M I t ,I t M I t t I I M sen t M sen t M K I K M I M 2 cos cos 2t 51 Motore asincrono trifase (in c.a.) Vantaggi rispetto motore c.c. Ingombro e massa ridotti a parità di potenza. Assenza di collettore e spazzole (problemi di manutenzione, limiti di corrente e velocità). Passaggio automatico da trazione a frenatura senza modifiche circuitali. Problematiche prima di utilizzo inverter Rigidità di funzionamento (poche velocità fisse di marcia in condizioni di stabilità). Complicazioni impiantistiche (linea bifilare, frequenza di alimentazione ridotta). Impiego di inverter controllati in tensione e frequenza Elevata elasticità di funzionamento grazie all’ampio intervallo di regolazione della frequenza. Locomotori ad impiego universale (passeggeri, merci). Standardizzazione dei mezzi e riduzione dei costi. Inversione di marcia ottenuta modificando la sequenza di alimentazione delle fasi senza ricorrere ad apparecchiature elettromeccaniche. Avviamento ottenuto con bassi scorrimenti grazie alla regolazione della frequenza (elevate coppie di spunto, basse perdite rotoriche). Riduzione della massa dei motori e quindi del peso dei carrelli con miglioramento della qualità di marcia (Mcarr/Mtot ≈ 40% ⇔ Mcarr/Mtot ≈ 55% con motori c.c.). 52 Confronto dimensionale motori (stessa potenza) Motore DC a collettore Motore asincrono trifase 53 Confronto locomotori DC e AC Traction drive of: E103: E152: rated power: 1230kW at 1520 min-1 1633kW at 2280 min-1 maximum torque: 8530Nm for 5 min 6840Nm constantly maximum speed: 1600min-1 4000min-1 mass (without gear): 3550kg 2800kg moment of inertia: 120kg m2 18,4kg m2 Dimensions: 910 1200 855 870 54 Caratteristica meccanica motore asincrono Tratto instabile della caratteristica C C K f s R2 R22 s 2 X 02 CM Caratteristica meccanica motore asincrono K f 2 K 2 CM 2 2 X0 4 L2 s C Caratteristica ideale per la trazione R2 X0 0 R2 f 2 s f 1 2 L2 n n0 n C CM s 1 f2 f s fn 0 f2 55 Regolazione di velocità del motore Come accennato precedentemente, l'azionamento elettrico, in corrente continua o in corrente alternata, può fornire una regolazione del motore discreta oppure fine. Si parlerà, nel primo caso di azionamenti tradizionali, nel secondo, di azionamenti elettronici. Nell’azionamento elettronico la conversione avviene in genere mediante i seguenti componenti: • motori elettrici; • convertitori elettronici di potenza; • sensori; • trasduttori; • unità di controllo. Regolazione di un motore significa: • a coppia costante sviluppare diverse velocità; • a velocità costanti sviluppare diverse coppie. 56 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione di velocità E E k n n k U E rI E U rI n U rI k E I M r rI U Metodi di regolazione della velocità: 1. variare la tensione attraverso una resistenza aggiuntiva (regolazione reostatica); 2. variare il flusso regolando la f.m.m. di eccitazione (regolazione di campo); 3. variare la tensione di alimentazione U (regolazione di tensione: transizione serie/parallelo, chopper); 57 57 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione di velocità 1,5 - 3 kV c.c. Linea di contatto F, R Transizione serie-parallelo FM Apparecchiature di regolazione Regolazione reostatica Reostato F Motore di trazione M = Indebolimento di campo Motore in c.c. eccitazione serie R Binario vr 1,5 - 3 kV c.c. Linea di contatto Linea di contatto v 1,5 - 3 kV c.c. Esempio di transizione serie-parallelo 1 3 5 IL M P M = Binario ecc. Esempio di Indebolimento di campo U 2 S1 4 6 S2 G M Binario 58 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione reostatica La resistenza R può essere variata cortocircuitando sequenzialmente le sezioni reostatiche r1, ... , rn tramite dei convertitori. 1. La corrente di avviamento non può essere mantenuta costante (numero eccessivo di posizioni reostatiche). 2. La corrente viene fatta variare tra valore min IB ed un valore max IA. C U (R r) I n k (IA) (IB) R r1 r2 rx-1 + I R r M I II - <R R=0 E U n 59 59 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione di campo La variazione di flusso può essere ottenuta o variando con uno shunt, posto in parallelo al circuito di eccitazione, la corrente di campo, o diminuendo il numero di spire costituenti il circuito di eccitazione Poiché in entrambi i casi si ha una diminuzione delle amperspire di eccitazione e quindi del flusso induttore, l'operazione prende il nome di indebolimento di campo. n U (R r) I k Re C Re e1>e2>e3 I ecc Rsh e2 3 2 1 e3 U M I sh M e1 Ia Inserzione di derivatori ohmico – induttivi U Variazione del numero delle spire attive n 60 60 Aziona. tradizionale in c.c.: transizione serie - parallelo Con questo sistema è necessario disporre di almeno due motori che si possano connettere in serie o in parallelo. Disposti in serie sotto una certa tensione U, ai motori è applicata una tensione pari a U/2, mentre la corrente è I per entrambi. Quando vengono disposti in parallelo la tensione applicata sui motori è U, cioè si realizza un'altra caratteristica. Ps = V x I Pp = V x 2 I = 2 Ps F V/2 I V 2I M M I I I PARALLELO M M V/2 V SERIE PARALLELO SERIE v 61 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione di velocità Vediamo una sequenza di avviamento: 1. Avviamento con motori in serie ed esecuzione della regolazione reostatica e successivamente anche ad un indebolimento di campo. 2. Completamento regolazione reostatica e di campo e passaggio alla configurazione finale del circuito di trazione avente i motori in parallelo e reinserimento del reostato. 3. Completamento regolazione reostatica e di campo fino al punto di lavoro finale. 62 Azionamento tradizionale in c.c.: regolazione di velocità F, R FM e2 e5 e3 e6 e1 e4 F R vr v Caratteristica meccanica regolata con esclusione reostatica, indebolimento di campo e transizione serie - parallelo 63 63 Azionamento tradizionale in c.a. Linea di contatto 15 kV c.a. 16 2/3 Hz F e3 e2 e1 e0 F1 Trasformatore con rapporto di trasformazione variabile Binario M Motore in monofase a collettore 0 v1 v vM 64 Azionamento tradizionale Gli azionamenti tradizionali presentano due grossi svantaggi: 1. Consumo di energia e quindi il rendimento globale di trazione basso. 2. Dimensionamento del reostato di avviamento, che dovendo dissipare una quantità superiore di energia risulta più pesante, più ingombrante e più costoso; qualità che si pagano anche nel dimensionamento della locomotive stessa (maggior peso ed ingombro dell'apparecchiatura). 65 65 Azionamento tradizionale Questi problemi hanno portato negli anni passati ad un dimensionamento del motore di trazione, ne che permettesse di eliminare il reostato di avviamento nel tempo minimo compatibile con le prestazioni, richieste al veicolo; ciò richiede in particolare che la velocità di dimensionamento del motore a pieno campo corrisponda ad una velocità del veicolo relativamente bassa rispetto alla velocità massima di servizio in mode appunto che la caratteristica a piena tensione sia raggiunta in un tempo minimo. Ciò implica motori a basso numero di giri di dimensionamento e quindi di ingombro, peso e costo elevati. 66 66 Azionamento elettronico in c.c.: il chopper Il chopper è il dispositivo per la conversione corrente continua in corrente continua (c.c./c.c.). Esso è costituito da componenti elettronici (schematizzato in figura come un interruttore ideale T). Con il chopper è possibile variare con continuità il valore della tensione in uscita U2 partendo in ingresso da un sistema di alimentazione in c.c..con un valore di U1 fisso. I1 I2 = U1 I1 U2 U1 T D I2 I1 D U2 U1 I2 T U2 = Lato linea Lato motore Abbassatore (motore) U1>U2 Elevatore (generatore) U1<U2 67 67 Azionamento elettronico in c.c.: il chopper Questo sistema di regolazione è impiegato nei mezzi di trazione equipaggiati con motore in c.c. e permette di regolare, con continuità e senza dissipazioni di energia, la velocità, dall’avviamento fino a regime (assenza di transizione serie/parallelo o inserzione di resistenze). Per ottenere la variazione di U2 nell'intervallo 0÷U1, è possibile agire in due maniere distinte: variare il periodo T mantenendo costante Tc (chopper a frequenza variabile) oppure variare Tc con T costante (chopper a frequenza fissa). u2 U1 U2 Tc T t Tb 2T 3T u2 U1 U2 Tc t Tb T 2T 3T u2 U1 U2 Tc Tb T Tc Tb Tc Tb T t T 68 68 Azionamento elettronico in c.c.: il chopper Rispetto agli equipaggiamenti tradizionali è possibile avere una regolazione continua della forza e della velocità. Il comando della marcia è molto più flessibile; è possibile infatti variare con continuità la forza di trazione di avviamento ed effettuare la marcia a velocità prefissata, regolata automaticamente. La regolazione di campo può essere usata per estendere il campo di utilizzazione ad alta velocità. Linea di contatto 1,5 - 3 kV c.c. F, R FM Apparecchiature di regolazione Motore di trazione Binario Chopper M = Motore in c.c. eccitazione serie Dominio di regolazione F R a coppia costante a potenza costante v 69 Azionamento elettronico in c.a.: l’inverter La caratteristica meccanica del motore asincrono è di tipo “rigida”, ovvero è lontana da quella ideale per la trazione (a potenza costante) come per esempio, quella del motore a collettore ad eccitazione serie. Da quanto detto appare evidente la necessità di disporre di un dispositivo che regoli in maniera più fine possibile la tensione (V) e la frequenza (f) del motore asincrono. Ciò è stato possibile con l’utilizzazione dell’inverter, che ha consentito di ottenere, anche con i motori trifasi, caratteristiche meccaniche quanto mai prossime a quella ideale per la trazione. C INVERTER CON INVERTER SENZA INVERTER = Ingresso c.c. Lato alimentazione Uscita c.a. trifase 3~ Lato motore n 70 Azionamento elettronico in c.a.: regolazione U-f Regolazione tensione-frequenza motore asincrono C,P,U U UM CM fn C f <fn CM fn C(n) P(n) PM 1/n2 U(n) UM >fn C V cos t . f 0 n1 nM n 0 n1 V decre. f nM n 71 Azionamento elettronico in c.a. Linea di contatto 15 kV c.a. 16 2/3 Hz 25 kV c.a. 50 Hz Trasformatore riduttore Apparecchiature di regolazione Motori di trazione ~ M ~3 ~ Raddrizzatore Chopper (variazione di V) Inverter (variazione di f) asincroni/ sincroni Binario Linea di contatto 1,5 - 3 kV c.c. Appar. di regol. ~ Inverter Binario Motore di trazione M ~3 F, R asincrono FM Dominio di regolazione asincrono/ sincrono F R a coppia costante a potenza costante v 72 Esempio: locomotore elettrico in c.c. 73 Esempio: locomotore elettrico in c.a. Ventole di raffreddamento Compressone Raddrizzatore principale Interruttore generale Inverter principale Batterie Motori di raffreddamento Motori trifasi Pantografo Raddrizzatore ausiliario Inverter ausiliario Trasformatore principale Spazzola 74 Esempio: locomotore elettrico politensione 75 Esempio: locomotore diesel-elettrico 76 Esempio: autobus ibrido 77 Esempio: Tram • • • • • • • • • largo 2,40 metri; alto 3,30 metri (pantografo escluso); lungo 32 metri; composto da 5 unità intercomunicanti; 424kW di potenza totale; 70 km/h di velocità massima; 42 posti a sedere, più 4 attrezzati per disabili in sedia a rotelle; 160 posti in piedi (alla densità di 4 passeggeri/m2); 202 passeggeri di capacità totale. 78 Esempio: Trolleybus 79 Trazione elettrica: il circuito di trazione Come per tutti gli impianti utilizzatori dell’energia elettrica, anche quello della trazione utilizza un circuito elettrico chiuso, che nel caso particolare è chiamato “circuito di trazione” ed è composto da una sorgente di energia, da una linea di alimentazione da un utilizzatore e da un conduttore di ritorno. Per i mezzi senza captazione, il circuito di trazione si riferisce alla parte del circuito attinente al solo veicolo stesso. Se consideriamo, invece, i mezzi con captazione, per sistema di trazione si intende il complesso linea di contatto (sorgente di energia e linea di alimentazione), elettrotreno (utilizzatore) e rotaie (conduttore di ritorno). Tipico esempio di questi sistemi è quello ferroviario. 80 Trazione elettrica ferroviaria Un impianto di elettrificazione o alimentazione comprende i seguenti sistemi: • La produzione in centrali di energia elettrica. Centrale di produzione di energia elettrica • Il trasporto dell’energia con linee in alta tensione AT. • La trasformazione nelle sottostazioni SSE dove l’energia elettrica è portata a valori di tensione adatti al sistema di trazione impiegato. Trasmissione dell’energia elettrica: linee AT SSE • La linea di contatto TE che porta l’alimentazione ai veicoli. • I veicoli che ricevono l’energia elettrica e la trasformano in energia meccanica. Trasformazione dell’energia elettrica Linea di contatto TE Binario 81 Linee di alimentazione in AT e MT L’energia elettrica viene trasmessa su linee di alimentazione in Alta Tensione AT. Sono considerate linee in AT quelle con valore di tensione pari a 66, 132, 150 e 220 kV. La maggior parte delle linee in AT hanno la funzione di trasportare l’energia elettrica dalle centrali di produzione alle sottostazioni elettrice di trasformazione e smistamento. In queste sottostazioni l’energia la tensione viene abbassata ad un valore di tensione che varia da 6 a 20 kV: linee in Media Tensione MT. Le linee in MT sono linee di distribuzione. Le linee di AT sono di proprietà della TERNA, mentre le maggior parte delle linee di MT sono di proprietà dell’ENEL. Le linee di alimentazione ferroviarie TE sono alimentate o dalla rete di MT oppure dalla rete di AT. 82 Sistemi di alimentazione per la trazione I sistemi di alimentazione usati per la trazione elettrica (ferroviaria, metropolitana, tranviaria e filoviaria) per l’alimentazione delle linee TE sono: • 0,75 kV in corrente continua (tranviaria e filoviaria); • 1,5 kV in corrente continua (ferroviaria, metropolitana); • 3 kV in corrente continua (ferroviaria, metropolitana); • 15 kV in corrente alternata a frequenza 16 e 2/3Hz (ferroviaria, metropolitana); • 25 kV in corrente alternata a frequenza 50Hz (ferroviaria AV). 83 Sistemi di alimentazione per la trazione Come per i sistemi di trazione, anche per quelli di alimentazione l’evoluzione è stata determinata dallo sviluppo dell’elettronica di potenza (convertitori statici). Oggi la scelta del sistema di alimentazione non è più vincolante per la scelta del motore di trazione da equipaggiare su di un mezzo di trazione. La regolazione dei motori elettrici, sia quella tradizionale e sia quella con i convertitori, viene fatta variando il parametri elettrici tensione V, corrente I e frequenza f. Siccome i parametri elettrici del sistema di alimentazione sono fissi, i mezzi di trazione sono dotati di equipaggiamenti di trazione capaci di variare i parametri elettrici del motore presente a bordo del mezzo. 84 Sistemi di alimentazione in trazione Prima dei convertitori statici SISTEMA DI ALIMENTAZIONE SISTEMA DI TRAZIONE LINEA DI CONTATTO UNIPOLARE MOTORE A COLLETTORE ECCITAZIONE SERIE SISTEMA MONOFASE 15kV-16 2/3Hz (GERMANIA) SISTEMA 3kV c.c. (ITALIA) SISTEMA 750V-1500V c.c. (GRAN BRETAGNA-FRANCIA) 85 Trazione elettrica ferroviaria Dopo i convertitori statici SISTEMA DI ALIMENTAZIONE SISTEMA DI TRAZIONE LINEA DI CONTATTO UNIPOLARE MOTORI SINCRONI E ASINCRONI TRIFASE CON INVERTER SISTEMA MONOFASE AT 25kV-50-60Hz (Francia, Giappone) SISTEMI PREESISTENTI Adeguamento apparati di alimentazione di bordo 86 Sistema di alimentazione in c.c. Linea primaria AT Centrale di produzione di energia elettrica 50 Hz Gli impianti ferroviari in c.c. sono alimentati alla tensione di 1.500 V o 220 kV c.a. 3.000 V. Stazione di smistamento 9-25 kV c.a. Linea di distribuzione MT Le sottostazioni conversione Ente distributore Impianti ferroviari SSE – Sottostazione Elettrica di conversione 3 kV c.c. ferroviarie di sono allacciate alla rete di MT da 9 ÷ 20 kV e trasformano e convertono Trasformatore di gruppo SSE Raddrizzatore elettriche ~ l’energia elettrica da c.a. in c.c.. La potenza fornita da ciascun gruppo di SSE arriva fino a 5,4 MVA. Linea di contatto TE binario 87 15kV in c. a. a frequenza 16 e 2/3Hz concentrata G ~ Gruppi di produzione monofasi autonomi 16 e 2/3 Hz Centrali di produzione di energia elettrica 50 Hz Linea primaria AT 220 kV c.a. 16,67 Hz Trasformatore riduttore Trasformatore elevatore Stazioni di conversione di fase e di frequenza 60-110 kV c.a. 60-110 kV c.a. Convertitore di frequenza 60-110 kV c.a. 16,67 Hz 60-110 kV c.a. 16,67 Hz Linea primaria (ferroviaria) Linea primaria (ferroviaria) Trasformatore di gruppo SSE Trasformatore di gruppo SSE 15 kV c.a. ~ Linea di contatto 16,67 Hz binario 15 kV c.a. Linea di contatto 16,67 Hz binario ~ La distribuzione centralizzata è caratterizzata dalla presenza di una rete di distribuzione monofase ad Alta Tensione, funzionante alla frequenza di 16 2/3 Hz per il solo uso ferroviario. Tale alimentazione è ottiene con gruppi di produzione monofasi che producono l’energia direttamente alla frequenza di 16 2/3 Hz oppure con stazioni di conversione di frequenza che prelevano l’energia dalla rete AT a 50 Hz. 88 15kV in c. a. a frequenza 16 e 2/3Hz distribuita Linea primaria AT Centrali di produzione di energia elettrica 50 Hz 220 kV c.a. Stazione di smistamento 9-25 kV c.a. Linea di distribuzione MT Ente distributore Impianti ferroviari Trasformatore di gruppo SSE SSE – Sottostazione Elettrica Convertitore di frequenza 15 kV c.a. 16,67 Hz ~ ~ Linea di contatto TE binario I paesi scandinavi hanno seguito una filosofia diversa di elettrificazione adottando il cosiddetto sistema a conversione distribuito: le sottostazioni, sono collegate direttamente alla rete industriale e svolgono il duplice compito di trasformazione e di conversione di fase e di frequenza. In questo modo sia la conversione alla frequenza ferroviaria sia la trasformazione avvengono nelle stesse SSE risparmiando moltissimo sulle linee primarie. 89 25 kV in corrente alternata a frequenza 50 Hz R Linea primaria AT 380 kV c.a., 50 Hz I collegamenti alle coppie di S T fasi della rete AT variano VSR VTS T VRT ciclicamente da una SSE alla VRT R VTS S VSR successiva, per cui ciascuna tratta (RS-ST) viene suddivisa Ente distributore in due sottotratte, alimentate Impianti ferroviari con fasi diverse (10-20) e 3 1 V1 V3 0 separate in centro da una zona neutra. V2 2 V 1 1 alla linea di contatto TE 2 0 al binario V2 3 0 25 kV c.a. 50 Hz V3 0 90 2x 25 kV in corrente alternata a frequenza 50 Hzc Centrale di produzione di energia elettrica Linea AT 380 kVc.a. 50Hz 250 MVA 250 MVA Linea AT 150 kVc.a. 50Hz Ente distributore Impianti ferroviari Linea AT 150 kVc.a. 50Hz Corrente alternata L = 25 km 60 MVA SSE AV 60 MVA SSE AV Corrente alternata Posto di parallelo Semplice 2x25 kV c.a. Feeder SSP Linea di contatto Binario 91 Trazione elettrica ferroviaria: TE 25kV c.a. 92 Trazione elettrica ferroviaria: TE 25kV c.a. 93 Trazione elettrica ferroviaria: TE 25kV c.a. 94