Zoonosi ed infezioni trasmesse da artropodi Zoonosi • Le zoonosi sono infezioni che vengono trasmesse all’uomo da animali. • La maggior parte delle volte l’animale rappresenta il serbatoio naturale dell’infezione • L’infezione per l’uomo è accidentale e non esiste trasmissione interumana • La maggior parte di queste infezioni sono presenti solo in alcune aree geografiche e dipendono dalle condizioni igienico sanitarie • Vie di ingresso: attraverso la cute , per inalazione o per ingestione Penetrazione attraverso la cute • La cute può essere infettata in tre modi: • 1) presenza di alterazioni cutanee o soluzioni di continuo • 2) morso di animali infetti con introduzione direttamente a livello sottocutaneo o in circolo di batteri o virus Penetrazione attraverso la cute 3)introduzione mediante punture di artropodi o punture di insetto Penetrazione per inalazione • In questo caso ci possono essere due modi per essere infettati • 1) microrganismi presenti nella saliva di animali infetti • 2) microrganismi presenti nel suolo contaminato da escreti o carcasse di animali infetti • In questo caso la prima manifestazione clinica è rappresentata dalla polmonite Penetrazione per ingestione • La maggior parte delle zoonosi sono causate da batteri o parassiti mediante ingestione diretta di cibo contaminato Brucelle • Piccoli microorganismi (0.4 x 1.2 m) Gram-negativi, di forma coccoide o bacillare, asporigeni, immobili, parassiti intracellulari obbligati • Crescono lentamente in terreni di coltura arricchiti • Sensibili al calore (inattivate a 60°C per 10 minuti o dalla pastorizzazione) • Sopravvivono a lungo (mesi) in latte e alimenti conservati a 4-6°C, oltre che in polvere, terreno, acqua • 2 antigeni principali: A, M • 1 antigene superficiale: L • Presenza di endotossine nella parete cellulare • Una sola specie con varie biovarianti • Biovarianti patogene per l’uomo: B.melitensis, B.abortus, B.suis, B.canis Brucella spp Brucella melitensis scoperta da Bruce nel 1887 Successivamente è stato riconosciuto un complesso di stipiti identificati come Brucella abortus, Brucella suis, Brucella neotomae, Brucella ovis, Brucella canis, e più recentemente sono stati individuati tipi di Brucella infettanti i mammiferi marini Agente etiologico Brucella species: usulmente •B. abortus (bovini), •B. melitensis, B.ovis (pecore e capre), •B. suis (suini), e raramente •B. canis (cani). importanza “Brucellosis remains a major zoonosis worldwide” Presente in tutto il mondo, specialmente nei paesi mediterranei; è inoltre diffusa in India, nei paesi medio-orientali, nell’Asia centrale e nell’America latina Problema di sanità pubblica per le infezioni umane ed causa di gravi danni economici per le infezioni negli animali d’allevamento Brucellosi: un zoonosi L’incidenza e la prevalenza della malattia varia ampiamente da paese a paese. La brucellosi bovina causata soprattutto da B. abortus è ancora la forma più frequente a livello mondiale. Nell’uomo la brucellosi ovi-caprina causata da B. melitensis è di gran lunga la malattia clinicamente più importante; ha una limitata distribuzione geografica: regine mediterranea Asia occidentale, parte dell’Africa e America Latina. L’infezione nell’animale Periodo di incubazione variabile e prolungato durante il quale si ha la colonizzazione del sistema linforeticolare senza significative risposte anticorpali. In seguito alla maturazione sessuale nei maschi o alla gravidanza nelle femmine le brucelle colonizzano gli organi genitali: orchite, epididimite, aborto in occasione della prima gravidanza. Le successive gravidanze sono portate a termine , ma si verifica importante eliminazione della brucella al momento del parto e con il latte Serbatoi animali • Malattia nota sin dai tempi di Ippocrate Trasmissione principali modalità di trasmissione: •una legata all’attività professionale (allevatori, veterinari, addetti ai macelli) •non professionale associata al consumo di latte non pastorizzato o prodotti caseari (formaggi non stagionati da latte di pecora-capra) •per aerosol (rischio professionale per i laboratoristi) Patogenesi • Penetrazione delle brucelle per via oro-faringea, transcutanea o inalatoria • Fagocitosi ad opera di neutrofili e macrofagi • Batteriolisi intracellulare nei neutrofili • Replicazione nei macrofagi dei linfonodi regionali • Disseminazione ematica (batteriemia) • Localizzazione e replicazione negli organi del sistema reticolo-endoteliale (linfonodi, fegato, milza, midollo osseo) • Attivazione della risposta immunitaria cellulomediata (linfociti T, IFN-, TNF-, IL-12) • Attivazione dei macrofagi e distruzione dei batteri intracellulari Disseminazione agli organi linfatici Malattia nell’uomo • Può coinvolgere diversi organi o può essere sistemica. • Quasi tutti i pazienti presentano febbre a volte ondulante • Sintomatologia clinica variabile – Mal di testa, debolezza, artralgia, depressione, perdita di peso, affaticamento, disfunzioni al fegato Malattia nell’uomo • Nel 20-60% dei casi – Si possono avere complicazioni a livello osteoarticolare come • Artriti, spondiliti, osteomeliti • In alcuni casi ci può essere un ingrandimento del fegato • Complicazioni gastrointestinali • Nel 2-20% dei casi – Coinvolgimento genitourinario • Molto comuni orchite ed epiddimite Anatomia patologica • Iperemia, degenerazione e fenomeni necrotici negli organi bersaglio • Reticolo-endotelite granulomatosa: - formazione dei granulomi brucellari, con cellule epiteliodi, linfociti, plasmacellule, cellule di Langhans e cellule giganti da corpo estraneo - raramente necrosi caseosa nei granulomi • Deposizione di immunocomplessi: glomerulonefrite, artrite, epatite, uveite Descrizion clinica e criteri di diagnosi in laboratorio Malattia caratterizzata da un inizio acuto o insidioso: febbre, sudorazione notturna, affaticamento non giustificato, anoressia, perdita di peso, mal di testa artralgia Isolamento di Brucella sp. Da emocoltura o da altri materiali Indagini sierologiche le più utilizzate: Incremento di almeno 4 volte il titolo di anticorpi agglutinanti tra siero acuto e siero convalescente (almeno due settimane di distanza). Dimostrazione mediante immunofluorescenza di Brucella sp. in un campione clinico Leptospira • Tassonomia complessa con molte specie e molti sierotipi, • Ceppi saprofiti (Leptospiria biflexa) • Ceppi patogeni (Leptospira interrogans) • Sottili elicoidali (0,1x6-12 μm) • Una o entrambi le parti terminali a forma di uncino • Aerobio obbligato • Crescita lenta Fattori di virulenza • Invasione diretta e replicazione nei tessuti • Glomerulonefrite da immunocomplessi • Identificate alcune tossine dotate di attività emolitica o fosfolipasica Epidemiologia • Serbatoi: roditori (in particolare i topi), cani, animali da fattoria e animali selvatici • Uomo: ospite accidentale dell’ultimo stadio • Il microrganismo può penetrare la pelle attraverso lesioni minori nell’epidermide • Gli individui si contagiano per ingestione di acqua contaminata da urina di animali infetti o per contatto con tessuti di animali infetti • Persone a rischio sono quelle esposte ad acqua stagnante di fiumi o laghi contaminata da urina • Esposizione legata al tipo di lavoro ad animali infetti per allevatori, macellai, veterinari • Infezione rara negli Stati Uniti ma ha una distribuzione mondiale • La malattia è più comune nei mesi caldi (attività ricreative) Malattie • Sindrome simile a quelle virali • Leptospirosi sistemica con meningite asettica o leptospirosi anitterica • Malattia grave (malattia di Weil o malattia itterica ) con collasso vascolare, trombocitopenia, emorragia e disfunzione epatica e renale Diagnosi di leptospirosi • Il sangue ed il liquido celebrospinale sono i materiali sui cui fare l’isolamento colturale nei primi giorni di malattia poi si può procedere sulle urine Diagnosi • Possono essere coltivate in terreni di coltura speciali, crescono lentamente e richiedono un’incubazione per circa 4 mesi • E’ difficile evidenziarli con l’esame microscopico perché troppo sottili è possibile solo con immunofluorescenza • Microagglutinazione su vetrino • La diagnosi sierologica si basa sulla ricerca degli anticorpi di due campioni di siero uno in fase acuta e l’altro in fase convalescente, mediante microagglutinazione su vetrino con batteri vivi ed eseguito solo nei laboratori di referenza dopo altri test positivi. Terapia, profilassi e controllo • Nel caso di infezioni gravi si utilizza penicillina o ampicillina per via endovenosa • Per la profilassi si usa doxicillina • Mandrie ed animali domestici dovrebbero essere vaccinati • La popolazione di topi deve essere tenuta sotto controllo Psittacosi La psittacosi, è una malattia infettiva, causata da Chlamydia psittaci, generalmente trasmessa da uccelli (piccioni, pappagalli e altri volatili) all'uomo. • Si manifesta con febbre continua o subcontinua, stato tifoso, segni neurologici e con una broncopolmonite desquamativa ed emorragica. • Prima dell'avvento degli antibiotici la letalità era del 40%. Epidemiologia • È presente in tutto il mondo. Spesso associata alla presenza di uccelli domestici malati o apparentemente sani. • Occasionalmente si manifestano epidemie in un solo nucleo familiare, in negozi di animali ed uccelli domestici, in esposizioni di uccelli in giardini zoologici ed in piccionaie. • La maggior parte dei casi umani sono sporadici e le infezioni passano probabilmente inosservate. Trasmissione • L'infezione si trasmette inalando le clamidie presenti in feci essiccate, secrezioni oculari o nasali e polveri provenienti da piume di uccelli infetti. Situazioni che si possono verificare durante la pulizia di gabbie, la manipolazione di carcasse, il trasporto, la custodia, il possesso e il commercio di uccelli, oppure durante visite a giardini zoologici, voliere e negozi di animali. Sono state descritte infezioni in personale di laboratorio. La trasmissione interumana, seppur rara, è stata documentata, ma potrebbe essere causata da C. pneumoniae e non daC. psittaci. Diagnosi • La diagnosi può essere sospettata in persone che, oltre a presentare sintomi compatibili con la malattia, abbiano avuto contatto con uccelli e un titolo elevato o un incremento di anticorpi diretti contro gli antigeni della clamidia eseguito su siero raccolto a distanza di 2 settimane dal contatto. • La diagnosi viene confermata, con l'isolamento dell'agente infettivo da escreato, sangue o tessuti. Le analisi debbono essere eseguite in laboratori dotati di adeguate misure di protezione. LA RABBIA Malattia infettiva a carattere acuto, che si manifesta con sintomi esclusivi a carico del SNC con fenomeni eccitativo/depressivo ed associati ad aggressività e paralisi. Il virus della Rabbia presenta ampia diffusione territoriale, attitudine a provocare encefalite ad esito letale nei mammiferi. 43 Eziologia Fam. Rhabdoviridae Gen. Lyssavirus (Genotipo 1-1) Virus Fisso -Isolato e adattato ad animali da laboratorio inoculati per via intracerebrale -Spiccato neurotropismo -Causano Encefalite letale dopo periodo di incubazione costante -Scarsamente rilevabile alle Ghiandole salivari Virus da strada -Isolato da animali naturalmente infetti -Causano encefalite letale con periodo di incubazione variabile -Spiccato tropismo per ghiandole salivari 45 Classificazione • • • • • • • • Famiglia RHABDOVIRIDAE Virus a: RNA monocatenario, lineare, non segmentato a polarità negativa Nucleocapside a simmetria elicoidale Provvisti di Envelope con “aculei” (10 nm): * etere-cloroformio sensibile Forma tipica “a proiettile” (in Greco: rabdo=bastoncino) Dimensioni : 70x170 RNA polimerasi-RNA dipendente associata al virus Replicazione intra-citoplasmatica Maturazione per gemmazione dalla membrana plasmatica (envelope) 46 Classificazione Genere LYSSAVIRUS Virus Rabbia (Genotipo 1-1) Ospiti naturali: cane, gatto, carnivori selvatici, bovino, chirotteri, uomo Distribuzione geografica: mondiale, ad eccezione di Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Regno Unito, Islanda, Irlanda, Scandinavia, Antartide 47 Epidemiologia • Ampia gamma di animali selvatici come procioni, molfette, scoiattoli, volpi e pipistrelli costituiscono un serbatoio per il virus della rabbia • Nei paesi in via di sviluppo un serbatoio è rappresentato anche da cani e gatti domestici • L’uomo viene infettato in genere dal morso di un animale ma in alcuni casi, l’infezione può essere trasmessa per aereosol (goccioline contenenti il virus da pipistrelli infetti) Trasmissione Replicazione Cicli epidemiologici della rabbia CICLO SILVESTRE CICLO URBANO vede implicati selvatici di specie variabile nelle diverse aree geografiche •Volpe •Mangosta •Procione •Moffetta •Chirotteri •Ruminanti domestici e selvatici Si esprime fra i domestici e trova nel randagismo il principale meccanismo di attivazione e conservazione UOMO •Cane •Gatto •Selvatici addomesticati o che si avvicinano ai centri urbani 51 Patologia • In seguito all’inoculazione, il virus può replicarsi localmente, per poi penetrare nel sistema nervoso periferico, dove si trasferisce passivamente verso il SNC • Successivamente il virus infetta il tronco cerebrale, il cervelletto ed altre strutture cerebrali (encefalite diffusa) • Dal cervello diffonde lungo il sistema nervoso autonomo, disseminando l’infezione in altri tessuti inclusi la cute, la cornea, e le ghiandole salivari. Sintomatologia • I sintomi sono caratterizzati da allucinazioni, irrequietezza, convulsioni, debolezza, disturbi mentali, paralisi, coma ed infine morte • Classico segno della rabbia: idrofobia • In questo caso incapacità dolorosa per contrazioni spasmodiche di ingerire liquidi Diagnosi • La diagnosi clinica presenta grosse difficoltà • L’accertamento della rabbia nell’80% dei casi si avvale sulla ricerca di materiale autoptico (post mortem) delle caratteristiche inclusioni eosinofile intracitoplasmatiche (corpi di Negri) presenti in alcune aree del cervello – Corpi del Negri (inclusioni citoplasmatiche eosinofile) •In particolare nelle cellule piramidali dell’ippocampo e nelle cellule del Purkinje nel cervelletto – Queste sono rappresentate da aree di attiva replicazione virale e contengono ribonucleoproteine virali e altri costituenti virali e cellulari Corpo del Negri in un neurone infetto Corpo del Negri a maggior ingrandimento in un neurone infetto. Si noti la presenza di granuli basofili blue scuro all’interno dell’inclusione 55 Diagnosi Clinica Rilevamento delle turbe comportamentali e dei segni neurologici Postmortem NO lesioni macroscopiche D. Laboratorio • • • • • • • Esame istologico Immunofluorescenza Immunoistochimica RT/PCR Prova biologica Isolamento su colture cellulari Microscopia elettronica 56 Immunofluarescenza (IF) L’immunofluorescenza è il test standard per la diagnosi di rabbia. Gli anticorpi utilizzati nel test di IF sono diretti contro le nucleoproteine del virus. Il virus della rabbia replica nel citoplasma dei neuroni e le inclusioni presenti, contenenti RNP, appaiono come particelle fluorescenti con questa metodica 57 Immunoistochimica (IHC) IHC rappresenta un metodo sensibile e specifico per diagnosticare la rabbia in tessuti fissati in formalina. Neurone infetto con inclusioni intracitoplasmatiche. La colorazione rossa indica aree in cui son presenti antigeni del virus della rabbia 58 Microscopia elettronica L’ultrastruttura del virus può essere esaminata con la microscopia elettronica. Questo metodo permette di osservare in dettaglio le componenti strutturali del virus e delle inclusioni citoplasmatiche A. Forma a proiettile del virus B. Striature delle RNP simil “nido d’ape” C. Spikes glicoproteici all’esterno del envelope A. Corpo del Negri B. Abbondante RNP nell’inclusione C. Budding del virus. 59 RT/PCR Con questa metodica l’ RNA virale può essere tradotto e amplificato in copie di DNA. 60 Trattamento e prevenzione • Una volta che si presentano i segni clinici della rabbia non esiste nessun trattamento efficace • Per la profilassi esiste un vaccino con ceppi virali attenuati • Profilassi pre-esposizione indicata nei soggetti ad alto rischio professionale (veterinari) • Profilassi post-esposizione in caso di morso di animale con sospetto di rabbia, immunizzazione passiva con immunoglobuline anti-rabbia ed immunizzazione attiva con vaccino. Infezioni trasmesse da artropodi Queste infezioni sono trasmesse all’uomo in modo accidentale da insetti e zecche attraverso un pasto ematico. Infezioni trasmesse da artropodi • Alcune di queste patologie sono altamente diffuse come ad esempio la malaria altre invece sono confinate solo in alcune aree geografiche • La distribuzione geografica dipende da quella del vettore Patogeni trasmessi da vettori Patogeni trasmessi da vettori Patogeni trasmessi da vettori La malaria • Rappresenta una delle malattie che colpisce circa il 40% della popolazione mondiale provocando milioni di morti l’ anno • In particolare bambini e donne in gravidanza • Con un numero di casi clinici ancora maggiore • E’ delimitato in aree geografiche come l’Africa sub-sahariana, l’Asia e il sud America • Fattori predisponenti paesi in via di sviluppo Diverse specie di Plasmodium • Plasmodium falciparum Malaria terzana maligna • Plasmodium vivax Malaria terzana benigna • Plasmodium malarie Malaria quartana • Plasmodium ovale Malaria terzana benigna Distribuzione della malaria Sintomatologia clinica • Rialzo febbrile anche oltre i 40°C • Ingrossamento della milza • Rigidità muscolare, cefalea, dolori addominale, nausea e vomito, malessere • I sintomi si presentano con regolarità temporale rappresentando il ciclo replicativo del parassita • Dopo replicazione di diversi cicli replicativi negli eritrociti si ha anemia Plasmodium specie • I plasmodi sono sporozoi che parassitano le cellule del sangue e richiedono due ospiti: • 1) la zanzara per gli stadi riproduttivi sessuati • 2) l’uomo ed altri animali per gli stadi di riproduzione asessuata Ciclo biologico Ciclo vitale • L’infezione inizia nell’uomo con la puntura di una zanzara che introduce con la saliva sporozoiti infettivi di plasmodio nel sistema circolatorio • Gli sporozoiti sono trasportati al fegato dove avviene la riproduzione asessuata • Gli epatociti si rompono liberando i plasmodi (merozoiti)i quali si legano a specifici recettori presenti sulla superficie dell’eritrocita ed entrano nelle cellule iniziando il ciclo eritrocitario • La riproduzione asessuata avviene attraverso una serie di stadi (anello, trofozoite, schizonte) che culmina con la rottura dell’eritrocita. Caratteristiche della crescita • Negli eritrociti dell’ospite i parassiti trasformano l’emoglobina in globina ed ematina, • L’ematina si modifica al tipico pigmento malarico. • La globina viene degradata da enzimi proteolitici e viene digerita Patogenesi • Il danno maggiore della malaria è a livello del fegato, ma possono essere coinvolti anche altri organi. • Due meccanismi patogenetici fondamentali: gli eritrociti infettati si legano alle cellule dell’endotelio vascolare ed agli eritrociti sani, bloccando il flusso ematico e causando ischemia • Inoltre sulla membrana compaiono modificazioni antigeniche indotti dal plasmodio provocando la produzione di sostanze infiammatorie Trasmissione e controllo • Può essere trasmessa per via transplacentare , con trasfusioni di sangue o con aghi infetti • L’infezione naturale avviene solo attraverso la puntura di una femmina di zanzara infetta • Il controllo della malaria si basa sulla eliminazione delle sedi di riproduzione delle zanzare, sulla protezione individuale dalle zanzare, col trattamento di persone esposte con farmaci capaci di sopprimere lo sviluppo dei parassiti Diagnosi Si basa ancora oggi solo sull’osservazione al microscopio del parassita negli eritrociti su sangue prelevato durante un rialzo febbrile Leishmaniosi Infezioni da Leishmania • Protozoo (classe Zoomastigophora) • Infetta numerosi animali domestici e selvatici, oltre l’uomo • Trasmissione mediante artropode vettore (flebotomo) • Complessi principali – L. donovani – L. tropica, L. major, L. aethiopica – L. braziliensis Infezioni da Leishmania • LEISHMANIOSI VISCERALE • LEISHMANIOSI CUTANEA DEL VECCHIO MONDO • LEISHMANIOSI CUTANEA DEL NUOVO MONDO • LEISHMANIOSI MUCO-CUTANEA Leishmaniosi viscerale • Complesso L. donovani – L. donovani – L. infantum – L. chagasi • I ceppi all’interno di una specie sono differenziati in base al patrimonio enzimatico (ZIMODEMI) • Gli zimodemi possono essere VISCEROTROPI o DERMOTROPI • In Italia la leishmniosi viscerale è causata dagli zimodemi viscerotropi di L. infantum, mentre la forma cutanea è causata dagli zimodemi dermotropi della stessa specie Leishmaniosi viscerale • Ampia distribuzione geografica (>90% dei casi in India, Bangladesh, Nepal, Sudan, Brasile) • Endemica nel bacino del Mediterraneo. • In italia >200 casi all’anno Leishmaniosi viscerale Trasmissione • Puntura dell’insetto vettore • Emotrasfusione • Trasmissione materno-fetale Ciclo di vita Ciclo biologico della leishmania • Trasmissione mediante artropodi • Riproduzione asessuata • Dimorfismo – Amastigote (senza flagelli): ospite vertebrato – Promastigote (con flagello): artropode • Moltiplicazione intracellulare (monociti/macrofagi) Leishmaniosi viscerale Clinica • Incubazione: molto lunga, anche anni! • Esordio graduale, con periodi di febbre alternati a periodi di apiressia Nel periodo di stato: • FEBBRE: andamento vario, max remittente, talora con 2 picchi giornalieri. Brividi NO, sudorazioni abbondanti SI • SPLENOMEGALIA: milza dura, può palparsi in fossa iliaca sinistra • Epatomegalia e linfoadenomegalia generalizzata Kala-azar (febbre nera) • Frequente in India • Chiazze di iperpigmentazione cutanea – Lesioni cicatriziali da forme di leishmaniosi cutanea – Recidive alla cute dopo leishmaniosi viscerale Leishmaniosi viscerale Diagnosi • Dosaggio anticorpi antileishnmania (immunofluorescenza) • Identificazione genoma nel sangue (PCR) • Isolamento del protozoo in coltura o nell’hamster Malattia di Lyme • Malattia infettiva a decorso polifasico causata da una Spirocheta : Borrelia burgdorferi • Stadio 1: stagione estiva. Lesione cutanea eritematosa in estensione dal punto di inoculo “ erythema migrans” • Stadio 2, 3 : coinvolgimento di - Sistema articolare - Apparato cardiocircolatorio - Sistema nervoso Malattia di Lyme - Eziologia • Borrelia burgdorferi: famiglia Spirochetaceae, ordine Spirochetales • Dimensioni 20-30 micron x 0.2-0.3 micron • Cilindro protoplasmatico -membrana citoplasmatica interna, membrana esterna. Elicoidale, flagellato (711), microarofilo • NB: maggiore lunghezza, minore spessore, minor numero di flagelli di tutte le Borrelie Malattia di Lyme: epidemiologia • La borrelia viene trasmessa con il morso di zecche del genere Ixodes • Le zecche hanno un ciclo vitale che dura due anni e si svolge in 3 fasi : larva, ninfa, adulto • Lo sviluppo richiede periodici pasti ematici da un ospite vertebrato - larve e ninfe si nutrono su roditori – altri vertebrati - zecche adulte si nutrono su mammiferi di mediagrossa taglia (cervi) Malattia di Lyme: epidemiologia • L’uomo viene punto occasionalmente. • La trasmissione avviene durante il pasto ematico. • La zecca deve rimanere attaccata almeno 24 ore per trasmettere la borrelia Malattia di Lyme: epidemiologia Malattia di Lyme : patogenesi • Ingresso attraverso la cute per mezzo del vettore • Incubazione 3-32 giorni • Punto di inoculo, moltiplicazione locale erithema migrans (infezione circoscritta) • Diffusione ematogena facilitata dalla adesione sulla superficie del batterio del plasminogeno e del suo attivatore produzione di plasmina (proteasi) • Tropismo per SNC, miocardio, retina,muscoli.. Malattia di Lyme:patogenesi • Manifestazioni generali legate alla produzione di TNFα e interleuchina 1β • Manifestazioni tardive: persistenza di borrelia nell’organismo (anche anni), fenomeni autoimmuni, liberazione di interleuchine, proteasi, collagenasi intra-articolari Clinica Fase precoce 1° stadio : eritema cronico migrante (60% - 80% pz) Lesione eritemato papulosa centrale che tende ad accrescersi, vasta lesione anulare (3- 65 cm) a bordi eritematosi lievemente rilevati. Linfoadenopatia regionale. Possibili lesioni cutanee secondarie (più caratteristiche nel 2° stadio) Febbre, malessere generale, cefalea , artromialgie Autorisoluzione in qualche settimana M.di Lyme: clinica(fase precoce) 2° stadio: (dopo giorni o settimane) Interessamento sistemico • Possibili lesioni cutanee anulari secondarie (simili a primarie , ma più piccole, con centro meno infiltrato): svaniscono nel giro di 3-4 settimane Cefalea , mialgie, febbre. • SNC e SNP ( 15%) quadri di poliradicolonevrite, meningoradicolonevrite, meningite a liquor limpido, lievi note di encefalite, nevrite dei nervi cranici (VII) , mielite. • Interessamento cardiaco ( 8%); blocco A-V di grado variabile, miocardite, pericardite. Malattia di Lyme: clinica (fase tardiva) • Fase tardiva 3° stadio (60%) infezione persistente • Dopo mesi: poliartriti grandi e piccole articolazioni della durata di settimane-mesi con erosione delle cartilagini articolari • Decorso cronico con persistenza o intermittenza della sintomatologia • Attacchi ricorrenti meno frequenti nel corso degli anni Malattia di Lyme :clinica (fase tardiva) • Dopo mesi - anni • Al SNC encefalomielite cronica progressiva con deficit (simile a sclerosi multipla) che interessa la memoria, l’umore, il sonno, il linguaggio. • • Dopo anni • Acrodermatite cronica atrofizzante ( lesioni violacee che divengono sclerotiche e atrofiche ) Acrodermatite cronica atrofizzante Malattia di Lyme : diagnosi L’isolamento colturale: difficile e di scarsa sensibilità Sierologia: Problemi di sensibilità e specificità Positività 40 % in fase acuta 70 % dopo 4 settimane 90 % dopo 6 settimane Elisa IgM e IgG + WB ( test di conferma ) IgM positive nel 1° mese Nella neuroborreliosi valutazione Ig specifiche Sangue/Liquor PCR sensibile in artriti, in neuroborreliosi Rickettiae • Sono causate da batteri patogeni intracellulari obbligati del genere Rickettia • Sono diffuse in tutto il mondo • Sono acquisite tramite puntura di artropode spesso una zecca Rickettiosi • Il serbatoio è rappresentato da uccelli e mammiferi • La più diffusa è conosciuta con il nome di febbre bottonosa del Mediterraneo • Il quadro clinico insorge in breve tempo con febbre, cefalea, dolore muscolare, esantema maculare e linfoadenopatia • La diagnosi si basa sulla risposta anticorpale specifica mediante immunofluorescenza