Contrattualismo/giusnaturali
smo e repubblicanesimo
Schematizzazione di massima
Contrattualismo: caratteri generali
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Origine del potere politico in un contratto (tacito o espresso)
Avviene tra individui
Segna l’uscita dallo stato di natura
Proprio della filosofia politica moderna, in senso lato da Althusius (1557-1638) a Kant (17241804)
Esponenti significativi: Ugo Grozio (1583-1645), Thomas Hobbes (1588-1679), Samuel
Pufendorf (1632-1694), John Locke (1632-1704), Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)
Con Rousseau e Kant il “modello” cambia natura e si avvia a un declino teorico
Critici dalla fine del XVIII sec. in poi (i primi sono Hume e Bentham); poi i romantici tedeschi e
Hegel;
Tre modi di concepire il contratto: fatto storico (→ studi antropologici e di antropologia
culturale); ipotesi logica (per la giustificazione dell’obbligo politico); strumento di azione
politica (→ limiti costituzionali al potere)
Il secondo tipo è quello specifico del mondo moderno: dominio del livello giuridico = il diritto è
l’unica forma di razionalizzazione dei rapporti o di “organizzare” e “regolamentare” la forza
Contrattualismo moderno: specificità
a. Si basa sul tema del consenso (l’obbligo è accettato se vi è consenso)
b. Il C. in questa prospettiva si collega al giusnaturalismo (d. interno ed
esterno; d. “costituzionale” e d. orinario)
c. Comporta una prospettiva fortemente individualistica
d. Si collega al problema della difesa della proprietà come proprietà privata
(antifeudalesimo, ma anche freno all’assolutismo)
e. È in relazione alla nascita dello Stato moderno
f. Comporta una concezione laica della politica
g. Tuttavia esistono versioni legate a prospettive religiose soprattutto
protestanti
Contrattualismo: elementi teorici di base
A.
B.
C.
D.
E.
La teoria delle stato di natura nelle sue varie modulazioni e fasi
Differenti giudizi su di esso
Una antropologia variabile
Differenti “filosofie della storia”
Una teoria del contratto molto differenziata (→ differenza
principale tra pactum associationis e pactum subjectionis) →
problema della obbligatorietà del patto e funzione di legge di natura
e diritto di natura
F. C e potere limitato
Repubblicanesimo: possibili tipologie
A. per alcuni il repubblicanesimo è la teoria di una forma di governo
non monarchica, in cui sia garantita un’ampia partecipazione di
cittadini. In questa versione è più facile identificare i filosofia
repubblicani, ma non si ha un criterio molto selettivo
B. per altri è la ripresa di una filosofia morale e politica , basata sul
primato della vita activa sulla contemplativa e sulla partecipazione
dei singoli alla res publica. In questa prospettiva possono essere
considerati repubblicani anche teorici che vivessero in Stati assoluti,
ma che difendessero una loro scelta privata e morale di
indipendenza personale.
Repubblicanesimo e Machiavelli
Teorie machiavelliane:
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ruolo positivo dei conflitti;
nessuna nozione sostantiva del bene comune;
antropologia negativa;
modello di Roma;
= il modello non è Aristotele.
Teorie non machiavelliane:
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ruolo negativo dei conflitti;
nozione del bene comune condivisa;
antropologia positiva;
modello di Venezia;
= l’unico modello possibile non è detto sia Aristotele.
Sintesi dei caratteri del Repubblicanesimo (I)
• da res publica, come forma di governo non monarchica, che garantisce:
a.la libertà; b. la partecipazione dei cittadini al governo;
• i modelli di riferimento sono, a seconda delle correnti, Roma, Venenzia,
Sparta;
• la libertà è infatti il valore principale per i teorici del R e coincide con
l’autogoverno (in politica interna ed estera);
• libertà collettiva e individuale non possono essere disgiunte;
• primato della vita activa e posto preminente della virtù politica e militare;
• qualunque potere personale tende verso la tirannide;
• critica del burocraticismo, della divisione verticale del potere, della
chiusura nella sfera privata;
Sintesi dei caratteri del Repubblicanesimo (II)
• nel R si può individuare a. una corrente che risale a J. Pocock (origini
nell’Umanesimo civile fiorentino; radici teoriche nella filosofia politica aristotelica
→ collegamento con la filosofia politica neo-comunitarista); b. una seconda
corrente che ha il suo teorico in Q. Skinner (origini nei retori italiani dei comuni
del XIII secolo; centralità di Machiavelli; negazione del filone di continuità con
Aristotele) c. una terza corrente iniziata da P. Pettit , che insiste in particolare sul
concetto di libertà non-dominio (concetto diverso e più ampio della non
interferenza).
• dal punto di vista del percorso storico, se accettiamo il punto di origine in
Machiavelli. La corrente si sviluppa soprattutto in Inghilterra (J. Harrington, A.
Sidney) e poi in una reinterpretazione delle origini della rivoluzione americana
(N. B. all’interno di questo dibattito si pone l’interpretazione del R legato a
Rousseau);
• il riferimento alla e nella rivoluzione americana sposta il discorso dalle piccole
repubbliche ai grandi Stati nazionali.