Corso di Economia delle Istituzioni Finanziarie Docente: Luca Riccetti TRASFERIMENTO DELLE RISORSE FINANZIARIE: NECESSITÀ E OBIETTIVI SITUAZIONE PATRIMONIALE Pagina 2 Equilibrio economico e situazione patrimoniale • Finora (lezione 2 – Circuiti reali e monetari) abbiamo descritto un soggetto (famiglia, impresa, ente) in base al suo equilibrio economico, cioè alla differenza tra entrate e uscite. • Per avere una descrizione completa, occorre affiancare la situazione patrimoniale. • Il conto economico e lo stato patrimoniale sono ovviamente collegati. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 3 Variabili flusso e stock • Conto economico e stato patrimoniale si differenziano perché contengono voci diverse: variabili flusso il primo e variabili stock il secondo. • Variabile flusso: misura un fenomeno nel corso di un intervallo di tempo. • Variabile stock: misura un fenomeno in un dato momento. • La differenza tra due grandezze stock calcolate in due date diverse, è una grandezza flusso. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 4 Situazione patrimoniale SP Attività Reali Debiti Crediti Patrimonio netto • Il comportamento delle unità economiche è caratterizzato da investimenti in attività reali e finanziarie. • Gli investimenti sono finanziati da patrimonio netto (la ricchezza accumulata tramite il risparmio) e da debiti. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 5 Attività reali e finanziarie • Le attività reali (AR) sono beni aventi un valore intrinseco, in quanto producono una utilità reale e immediata al possessore. • Attività finanziaria (AF): l’investitore vanta un diritto nei confronti dell’emittente dell’attività finanziaria (per il quale lo strumento è una passività finanziaria, PF). • Le attività finanziarie non hanno valore intrinseco, ma rappresentano beni reali. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 6 Differenze tra attività finanziarie e reali • Le AF, a differenza delle AR, sono facilmente trasferibili. • Le AF, trasferendo diritti sulla ricchezza/reddito, servono ad allocare le risorse. • Le AF generano redditi per il possessore, ma non per l’economia nel suo complesso, cioè non creano ricchezza reale poiché non producono beni/servizi reali. • Infatti, le AF che compaiono nello SP del creditore figurano come passività nello SP del debitore: questo non accade per le forme di ricchezza reale. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 7 SALDI FINANZIARI Pagina 8 Fonti di fondi e usi di fondi • Lo stato patrimoniale di un’unità economica si può modificare sia per una variazione netta proveniente dal conto economico (ad es. il risparmio finirà inizialmente nel patrimonio netto), sia per la sostituzione di un’attività o passività finanziaria con un’altra. • Vale il vincolo contabile tra «fonti di fondi» e «usi di fondi»: I + ΔAF = ΔPF + S Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 9 Saldi finanziari • Il saldo finanziario (SF) è la differenza tra risparmio S e investimenti reali I: SF = S – I • Dato il vincolo di bilancio, vale che: SF = ΔAF – ΔPF • L’equilibrio tra grandezze reali è speculare a quello tra grandezze finanziarie: un SF > 0 (unità in surplus in quel periodo), implica un riequilibrio attraverso investimenti in AF, mentre un SF < 0 (unità in deficit in quel periodo) implica un ricorso a nuove PF (o disinvestimenti di AF). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 10 Saldi finanziari settoriali • La struttura dei saldi finanziari serve a capire quali sono le unità in surplus (SF > 0), cioè da dove provengono le risorse, e quali sono le unità in deficit (SF < 0), cioè dove vengono destinate le risorse. • L’economia viene usualmente suddivisa in classi: 1. Società non finanziarie (imprese). 2. Società finanziarie (intermediari finanziari e autorità di controllo del sistema finanziario). 3. Amministrazioni pubbliche (centrale, locali e enti di previdenza). 4. Famiglie e istituzioni senza scopo di lucro. 5. Resto del mondo (soggetti residenti all’estero). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 11 Saldi finanziari settoriali (cont.) • Le famiglie sono il settore in surplus per eccellenza. • Imprese e amministrazioni pubbliche sono settori in deficit. • I SF settoriali si riducono negli ultimi anni: meno risparmio famiglie, più autofinanziamento imprese, meno deficit pubblico minor trasferimento di risorse tra settori (ma questo non implica minor trasferimento in assoluto: ad es. credito al consumo). • Il saldo estero se positivo indica un afflusso di risparmio (ma è «positivo»?), viceversa se negativo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 12 Influenza del sistema fin. sui SF • I SF sono il prodotto fra i fabbisogni delle unità e la loro effettiva possibilità di soddisfarli. • Se il sistema fin. non offre strumenti adeguati o se unità in surplus e in deficit hanno aspettative e fabbisogni incompatibili i fabbisogni ex-ante non vengono soddisfatti: – si modificano le scelte di investimento/risparmio; – si modifica la composizione del portafoglio di AF e PF. • Quindi il sistema finanziario incide su scelte che influenzano la performance dell’economia reale. • La rappresentazione del sistema finanziario coi SF va integrata con strumenti e canali utilizzati. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 13 VALUTAZIONE DELLA STRUTTURA FINANZIARIA DELL’ECONOMIA Pagina 14 Valutazione della struttura finanziaria dell’economia E’ impossibile rappresentare la struttura fin. dell’economia con pochi indici, ma si possono comunque ottenere alcune indicazioni: 1. Rapporto di interrelazione finanziaria: AF/AR. Relazione tra sviluppo economico e finanziario. Un sistema economico più evoluto avrà una maggiore richiesta di servizi finanziari. Un sistema finanziario migliore aiuterà lo sviluppo del sistema economico (ma fino a che punto la finanziarizzazione fa bene all’economia reale?). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 15 Valutazione della struttura finanziaria dell’economia 2. Grado di separazione tra risparmio e investimento: ∑│SF│/PIL. Se risparmio e investimento sono molto dissociati in unità diverse (divergenza finanziaria), la necessità di trasferimento dei fondi sarà più elevata: – se SF = S – ΔAR > 0, allora ci sarà risparmio non utilizzato per investimenti reali che si vorrà trasferire; – se SF = S – ΔAR < 0, allora ci saranno investimenti reali non autofinanziati. Viceversa se S = ΔAR SF = 0: le unità saranno in equilibrio finanziario e non ci sarà necessità di trasferimenti di risorse. La dissociazione risparmio-investimento è alla base dei circuiti finanziari atti al trasferimento di risorse e quindi alla funzione allocativa. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 16 Alcune precisazioni… • Nella slide precedente ci siamo riferiti ai SF delle singole unità. Infatti anche se ci fossero SF settoriali = 0 ci potrebbe essere necessità di trasferimento fondi infrasettore. • Il volume dell’attività legata al trasferimento fondi è dovuto anche a fattori puramente finanziari (ad es. ΔPF a fronte di ΔAF o ricomposizione di portafoglio sostituendo AF tra loro o PF tra loro). • Il volume dell’attività del sistema finanziario è legato anche alle altre due funzioni che il sistema svolge: monetaria e di gestione dei rischi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 17 Valutazione della struttura finanziaria dell’economia 3. Rapporto di intermediazione finanziaria: AFIF/AF. Importanza degli intermediari (specialmente banche) rispetto ai circuiti di mercato. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 18 Circuiti diretti e indiretti • Il trasferimento delle risorse può quindi avvenire tramite: 1. Circuito finanziario diretto, basato su strumenti fin. di mercato che rappresentano rapporti contrattuali tra investitori (datori di fondi) ed emittenti (prenditori di fondi). 2. Circuito finanziario indiretto, basato sull’interposizione di un (o più) intermediario e quindi sull’utilizzo di due (o più) strumenti finanziari (tra datore di fondi e intermediario e tra intermediario e prenditore di fondi). • Mercati e intermediari sono in parte sovrapposti: gli intermediari svolgono parte dell’attività di provvista e impiego con strumenti negoziati nei mercati e sono coinvolti nel funzionamento tecnico dei mercati. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 19 Composizione delle AF delle famiglie • In Italia negli ultimi 40 anni vi è stato uno spostamento dai circuiti bancari a quelli di mercato: – drastica diminuzione della parte «monetaria» (circolante e depositi); – aumento degli investimenti azionari e nascita dei fondi comuni di investimento. • Confronto tra Paesi: negli USA livello più alto di finanziarizzazione e maggior utilizzo degli strumenti di mercato. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 20 Composizione delle PF delle imprese • In Italia negli ultimi 40 anni: – diminuzione del debito a breve; – aumento di azioni e partecipazioni. • Confronto tra Paesi: USA, GB e Francia utilizzano più strumenti di mercato (azioni, obbligazioni), Italia, Germania, Spagna e Giappone utilizzano di più il debito verso gli intermediari creditizi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 21 Recente «evoluzione» dei sistemi finanziari • Negli ultimi 50 anni i sistemi finanziari dei Paesi evoluti hanno registrato tre stadi «evolutivi» (Rybczynski 1995): – Bank oriented stage ( prestiti bancari) – Market oriented stage – Strongly market oriented stage ( prestiti sul mercato dei capitali e operazioni ad intermediazione «leggera»: svolge attività di negoziazione, collocamento e distribuzione di strumenti finanziari di terzi). • Ma è vera evoluzione? Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 22 Innovazione finanziaria • Alla base dell’ «evoluzione» dei sistemi finanziari, e connaturata con essa, vi è l’innovazione finanziaria. • L’innovazione finanziaria può essere studiata come l’innovazione degli strumenti finanziari. • Vi può essere innovazione debole o forte: – Debole: cambiamento di strumenti già esistenti (più complessi, composti…). – Forte: invenzione di strumenti sostanzialmente diversi (ad es. derivati). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 23 Innovazione finanziaria (cont.) • Tra le teorie sull’innovazione quella proposta dalla BIS (1986), classifica gli strumenti innovativi in: – Credit-equity generating innovation (ad es. CCT o strumenti ibridi) – Risk-transferring innovation (ad es. derivati) – Liquidity enhancing innovation (ad es. ABSs) • Alcune teorie americane (Kane; Eisenbeis) rintracciano un’altra categoria di innovazione: – regulatory response innovation (regulatory dialectic theory) • Il processo è quindi attivato o dai soggetti interessati allo scambio o dai soggetti istituzionali che organizzano gli scambi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 24 Cause dell’innovazione • I processi innovativi nascono in un complesso sistema di obiettivi/vincoli. Vi sono quindi varie cause: – Fattori esogeni (o parzialmente esogeni): • Regolamentazione ( circumventing innovation) • Regime tributario • Progresso tecnologico – Evoluzione dei mercati fin.: globalizzazione e crescente volatilità ( tendenza a ri-regolamentazione con concertazione internazionale) – Obiettivi dei partecipanti: la crescente competizione tra intermediari ha favorito la creazione di strumenti con profili di rendimento/rischio e costo/rischio più diversificati per accaparrarsi fette di mercato. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 25 IL BISOGNO DI TRASFERIMENTO DELLE RISORSE Pagina 26 Trasferimento legato al regolamento degli scambi • Per soddisfare i propri bisogni occorre scambiare beni e servizi. • Per scambiare occorre: – ricercare la controparte – trasferire il bene/servizio. • Questo comporta dei costi, che sono stati ridotti tramite: 1. organizzazione dei mercati, specialmente concentrando gli scambi nel tempo e nello spazio; 2. nascita e specializzazione di operatori commerciali che svolgono professionalmente la negoziazione; 3. progresso tecnologico nei trasporti, per il trasferimento dei beni, e nelle comunicazioni, per la disponibilità di informazioni su quantità domandate/offerte e prezzi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 27 Trasferimento legato al regolamento degli scambi • • • • 4. utilizzo di strumenti di pagamento (moneta); 5. presenza del sistema giuridico per garantire i diritti contrattuali. Gli strumenti di pagamento rientrano nell’ambito del sistema finanziario. Come già visto, nel tempo si sono anche essi evoluti. La moneta legale si basa sul valore legale: la legge rende obbligatoria l’accettazione. La moneta bancaria ed elettronica si basa sulla fiducia degli scambisti, in forza della convertibilità in moneta legale. Lo scambio implica trasferimento di risorse nello spazio. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 28 Trasferimento legato a investimento/finanziamento • Unità in surplus, SF>0 può conservare il potere d’acquisto con la moneta, ma è inefficiente necessità di investimento trasforma potere d’acquisto presente, in potere d’acquisto futuro. • Unità in deficit, SF<0 necessità di finanziamento: anticipare una disponibilità futura di potere d’acquisto. • L’attività emessa (o venduta) e acquistata implica trasferimento di risorse nello spazio e nel tempo: – le risorse sono trasferite nello spazio dall’unità in surplus (datore di fondi) all’unità in deficit (prenditore di fondi); – l’attività finanziaria ha solitamente una durata, quindi all’estinzione vi sarà un nuovo trasferimento di potere d’acquisto nello spazio di segno opposto. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 29 Gestione finanziaria • La gestione finanziaria mira a conseguire l’equilibrio finanziario in condizioni di economicità. 1. Equilibrio finanziario efficacia: compensare gli squilibri di cassa. 2. Economicità efficienza: ottimizzare il rendimento/rischio per il datore di fondi e il costo/rischio per il prenditore di fondi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 30 Gestione finanziaria • Sul piano dell’efficacia occorre comprendere come si crea una determinata situazione finanziaria nei soggetti e quindi l’origine nelle scelte di comportamento «reali». • Sul piano dell’efficienza occorre incrociare gli interessi complementari potenziali scambi servono strumenti, mercati e intermediari che consentano lo scambio. – In particolare, servono strumenti per soddisfare gli obiettivi degli scambisti occorre identificare questi obiettivi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 31 CICLO DI VITA DI FAMIGLIE E IMPRESE Pagina 32 Ciclo di vita della famiglia • La teoria del ciclo di vita ipotizza che la famiglia cerchi di adattare il consumo al «reddito permanente» (M.Friedman), che dipende dal reddito corrente (e passato), ma anche dalle aspettative sui redditi futuri. • Se quindi il reddito corrente è diverso da quello permanente, i consumi non sono in linea con il reddito corrente. • Questo porta ad un saldo finanziario che serve per l’aggiustamento intertemporale. • Solo variazioni del reddito permanente modificano le scelte di consumo. • Però, l’equilibrio multiperiodale è comunque influenzato anche dal vincolo di bilancio periodale (reddito corrente e bisogni correnti), dai tassi di preferenza temporale, dal costo/rendimento del capitale. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 33 Gestione finanziaria dell’impresa • Per le imprese i flussi di cassa in uscita tipicamente precedono i flussi in entrata: occorre acquistare i fattori produttivi (lavoro, impianti, materie prime…), organizzarli e poi si venderà il prodotto. • Questo porta alla necessità di gestione finanziaria per due motivi: 1. Necessità legate alla situazione del «capitale circolante» (debiti verso fornitori, dipendenti… VS crediti verso clienti, magazzino…). 2. Necessità legate alla relazione «investimentoprodotto» e quindi alla fase di ciclo di vita dell’impresa. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 34 Equilibrio finanziario dell’impresa • Per capire il ciclo dell’impresa occorre quindi confrontare le necessità di investimento con la capacità di autofinanziamento. • Capacità di autofinanziamento: Frt/Vt con Frt risorse reinvestibili al netto del reinvestimento necessario per mantenere inalterata la capacità produttiva, e Vt volume delle vendite. • Investimento: vendite e 𝐶𝑖𝑡 𝑉𝑡 𝑉𝑡 −𝑉𝑡−1 𝑉𝑡−1 ∙ 𝐶𝑖𝑡 , 𝑉𝑡 dove 𝑉𝑡 −𝑉𝑡−1 𝑉𝑡−1 è il tasso di sviluppo delle è l’intensità di capitale per realizzare le vendite. • Si è ipotizzato che non vi siano variazioni «altre» (ad es. i finanziamenti scaduti vengano rinnovati…). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 35 Equilibrio finanziario dell’impresa • Il flusso di cassa viene dalla differenza tra queste due grandezze: • 𝐹𝑐𝑡−1 𝑉𝑡−1 = 𝐹𝑟𝑡−1 𝑉𝑡−1 − 𝑉𝑡 −𝑉𝑡−1 𝑉𝑡−1 ∙ 𝐶𝑖𝑡 , 𝑉𝑡 dove 𝐹𝑐𝑡−1 𝑉𝑡−1 è il flusso di cassa del periodo t-1, normalizzato per il fatturato. • Moltiplicando tutto per Vt-1, si ha il flusso di cassa: 𝐹𝑐𝑡−1 = 𝐹𝑟𝑡−1 − (𝑉𝑡 −𝑉𝑡−1 ) ∙ 𝐶𝑖𝑡 𝑉𝑡 • Se Fc > 0 vi è un avanzo finanziario interno periodale. • Se Fc < 0 vi è un fabbisogno finanziario esterno periodale. • Sommando i vari periodi si ottiene il fabbisogno cumulato. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 36 Ciclo di vita dell’impresa • Il ciclo di vita dell’impresa viene descritto tramite tre fasi: 1. Introduzione 2. Crescita 3. Maturità • In queste fasi i flussi di cassa sono tipicamente diversi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 37 Ciclo di vita dell’impresa: introduzione • • • Il fatturato (vendite) cresce (altrimenti l’impresa fallisce immediatamente). L’intensità di capitale è molto elevata perché: – Vi sono investimenti fissi e immateriali (R&D, lancio, magazzino con più scorte…) – La capacità produttiva è sovradimensionata per raggiungere economie di scala in funzione dei livelli di fatturato attesi. Forti investimenti La capacità di autofinanziamento è bassa: – Costi iniziali elevati (volumi bassi che non portano ad efficienza operativa, e mancanza di economie di costo, curve di esperienza e apprendimento). – Ricavi (a volte) bassi per affermarsi. Fc < 0 Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 38 Ciclo di vita dell’impresa: crescita • • • • • Il fatturato cresce fino a raggiungere il suo massimo. L’intensità di capitale è inizialmente elevata per sostenere l’aumento delle vendite, ma poi inizia a scendere. Rallentamento degli investimenti La capacità di autofinanziamento cresce per l’efficienza dei processi produttivi e distributivi (costi) e l’efficacia delle politiche commerciali (ricavi). Si raggiunge prima il punto di equilibrio finanziario (break-even): Fc = 0. In questo momento si ha il massimo fabbisogno finanziario cumulato. Successivamente iniziano avanzi periodali Fc > 0. Questi possono essere utilizzati per il rimborso delle fonti esterne di finanziamento o per la diversificazione della produzione (avvio di nuovi cicli di prodotto). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 39 Ciclo di vita dell’impresa: maturità • Il fatturato non si sviluppa più. • L’intensità di capitale diminuisce. Non vi è più necessità di investimenti • La capacità di autofinanziamento aumenta. Si genera liquidità: Fc > 0. • I flussi di cassa possono essere utilizzati per il rimborso (e la remunerazione) delle fonti esterne di finanziamento o per la diversificazione della produzione (avvio di nuovi cicli di prodotto). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 40 Ciclo di vita dell’impresa: riepilogo e leva finanziaria • Nella fase iniziale vi è un fabbisogno finanziario prevalentemente soddisfatto da capitale proprio. • Però i Fc<0 portano ad un crescente indebitamento (cresce la leva finanziaria) solitamente strutturato su lunghe scadenze. • Nella fase di crescita la leva finanziaria tende a crescere. • Nella fase di maturità vi è una leva finanziaria decrescente, ma anche la restituzione/remunerazione del capitale proprio. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 41 Strumenti per finanziare il fabbisogno finanziario • Nella fase iniziale si avrà: – un rischio elevato (alta variabilità del ROI atteso) il debito non sarà troppo alto (bassa leva fin); – un forte apporto di capitale proprio da parte dell’imprenditore, ma anche di venture capitalist. • Nello sviluppo, con la stabilizzazione del ROI: – entrano nuovi soci che rilevano le partecipazioni azionarie dei venture capitalist; – l’indebitamento (leva finanziaria) cresce; – aumentano le forme tecniche disponibili per reperire capitale (anche tramite accesso al mercato mobiliare, con i connessi servizi finanziari di investment banking da parte degli intermediari). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 42 Gestione finanziaria • La gestione finanziaria gestisce il fabbisogno finanziario legato al ciclo di vita dell’impresa, ricercando contemporaneamente: 1. l’equilibrio monetario 2. l’equilibrio di struttura: – minimizzare il costo del capitale (proprio e di credito) • in funzione delle opportunità di sostituzione delle fonti (vincoli imposti dalle preferenze dei fornitori di capitale) • considerando anche i vantaggi fiscali, le varie forme contrattuali (tasso fisso vs variabile ad es.), le clausole/covenants e le garanzie. – confrontare il costo/rischio del capitale con il rendimento/rischio degli investimenti (ROI): • comprendere la dinamica e la possibile variabilità del ROI. – combinare la durata dei fabbisogni con le opportunità di finanziamento. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 43 Gestione finanziaria e strumenti di pagamento • La gestione finanziaria deve, quindi, contemperare le esigenze legate al ciclo di vita dell’impresa con quelle dei servizi di pagamento legati agli scambi (anche in valuta estera). • Gli strumenti di pagamento bancari sono molto più efficienti della moneta legale. • Occorre minimizzare sia il costo-opportunità (remunerazione bassa) della liquidità che i costi di transazione. • Vi è quindi domanda di servizi integrati di tesoreria multivariata (cash management). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 44 FUNZIONI OBIETTIVO DI DATORE E PRENDITORE DI FONDI Pagina 45 Scelta del datore/prenditore di fondi INVESTITORE (datore di fondi): Le scelte finanziarie dell’investitore, nell’ipotesi di razionalità del suo comportamento, sono guidate specialmente da due variabili: 1. Rendimento 2. Rischio PRENDITORE DI FONDI: Il generico prenditore di fondi che ricorre al mercato per ottenere la disponibilità di potere di acquisto in contropartita di una promessa di pagamento futuro, poggia le sue scelte principalmente su due variabili: 1. Costo 2. Rischio Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 46 Funzione obiettivo del datore di fondi • Interessi finanziari: 1. Rendimento 2. Rischio • Interessi a diritti proprietari: • titolo azionario dà poteri deliberativi (di indirizzo e controllo) dell’impresa. • Interessi etici e sociali: • investire in tecnologie verdi ed evitare investimenti in attività belliche. • Si è ipotizzata la perfetta razionalità dell’investitore. Così non è: gli investitori hanno razionalità limitata! Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 47 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento Il rendimento di un’attività finanziaria può essere considerato come l’espressione del risultato economico dell’operazione. Per convenzione si esprime in termini percentuali e su base annua. Infatti, grazie al processo di «attualizzazione» dei flussi di cassa futuri, si possono «normalizzare» i flussi al tempo presente. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 48 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento • a. b. c. d. e. Deve tener conto di: Prezzo di acquisto Redditi periodici Valore di rimborso/vendita Oneri fiscali Costi di transazione (commissioni…) • Se si considerano solo i primi tre punti, si ha il rendimento al lordo degli oneri fiscali e dei costi di transazione. • I redditi periodici (cedole o dividendi) sono detti reddito staccato. • La differenza tra valore di rimborso o vendita e prezzo di acquisto è detto reddito incorporato. • Ex-post è noto. Ex-ante va stimato in base a ipotesi probabilistiche sui flussi di cassa attesi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 49 Misurazione del rendimento Il rendimento si determina attraverso l’attualizzazione finanziaria con il metodo del rendimento interno, in simboli: n t n 0 t n t 1 n: scadenza o orizzonte temporale P0 : valore iniziale dell’investimento Ft: flusso di cassa periodico Pn: valore di rimborso/vendita r: tasso interno di rendimento (TIR, se vendi) o tasso di rendimento effettivo a scadenza (TRES, se porti a scadenza). F P P (1 r) (1 r) Questo metodo si basa sull’ipotesi implicita che tutti i flussi di cassa intermedi siano reinvestiti allo stesso TIR (r) e che questo tasso di sconto sia inalterato per tutto il periodo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 50 Tasso interno di rendimento (TIR – IRR) In Excel questo calcolo si può effettuare attraverso la funzione TIR.COST (composizione composta). Esempio 1 Tempo 0 1 2 3 4 5 TIR Flussi -100 3 3 3 3 103 3,00% VA -100 2,91 2,83 2,75 2,67 88,85 0 0 1 2 3 4 5 Flussi -100 3 7 10 -2 90 1,72% VA -100 2,95 6,77 9,50 -1,87 82,65 0 Esempio 2 Tempo Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti TIR Pagina 51 Misurazione del rendimento ex-post • Ipotizziamo che il titolo A sia stato acquistato al periodo 0 a 100€ e rivenduto al periodo 3 a 115€. Non vi sono stati flussi di cassa intermedi. • Il calcolo del rendimento varia in base al tipo di capitalizzazione che viene utilizzata: • Semplice: M = C(1+i*t) i = [M/C-1]/t i = [(115-100)/100] / 3 = 5% • Composta: M = C(1+i)t i = (M/C)1/t -1 i = 3 115/100 -1 = 4,77% • Continua: M = C*et*i i = ln(M/C)/t i = ln(115/100) / 3 = 4,66% Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 52 Alcuni commenti… • Le varie capitalizzazioni trattano diversamente gli interessi maturati. • La capitalizzazione composta non è «facile» da trattare temporalmente (a differenza della semplice e della continua). • La capitalizzazione continua è una buona approssimazione della composta nel caso in cui i rendimenti siano piccoli. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 53 Misurazione del rendimento atteso ex-ante Tempo Prezzi T P 0 100 1 85 1 Rendimenti Probabilità r=(Pt-Pt-1) / Pt- p r*p -15,00% 10,00% -1,50% 95 -5,00% 30,00% -1,50% 1 102 2,00% 40,00% 0,80% 1 130 30,00% 20,00% 6,00% 1 100,00% E(r)= Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti 3,80% Pagina 54 Rendimento ex-ante VS ex-post • Nel caso di un titolo obbligazionario zero coupon detenuto fino alla scadenza, il TIR ex-ante e quello expost coincidono (non c’è aleatorietà nel reinvestimento dei flussi intermedi). • Per i titoli obbligazionari con cedole fisse vi è l’aleatorietà sul reinvestimento. • I titoli obbligazionari con cedole variabili hanno aleatorietà anche sui flussi intermedi oltre che sul reinvestimento. • I titoli azionari hanno anche l’aleatorietà sulla presenza stessa dei flussi e sul valore a scadenza del titolo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 55 Rendimento ex-ante VS ex-post • Inoltre, abbiamo implicitamente ipotizzato che: • l’emittente fosse solvibile (assenza di rischio di credito); • il titolo non fosse in valuta estera (assenza di rischio di cambio); • la liquidazione non sia anticipata rispetto alla scadenza (rischio di liquidità e prezzo). • Questi rischi comportano una aleatorietà del rendimento, intesa come variabilità del rendimento. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 56 Funzione obiettivo del datore di fondi: rischio Principali rischi: a. Insolvenza (perdite su rimborso o remunerazione) b. Prezzo (variazioni specifiche/idiosincratiche o di mercato/sistemiche) c. Tasso d’interesse d. Cambio e. Inflazione (perdita di potere di acquisto) f. Liquidità (non riuscire facilmente vendere il mio investimento: costi di transazione, perdite in conto capitale). I rischi di prezzo, tasso d’interesse e cambio sono rischi speculativi, cioè possono essere anche «favorevoli». Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 57 Funzione obiettivo del datore di fondi: rischio • Il concetto di rischio è legato all’impossibilità di prevedere con esattezza il risultato di una operazione. Se il ritorno di un’operazione è visto in termini di flussi futuri, è comprensibile che questi presentino un certo grado di incertezza. Es: più lontano è nel tempo il ritorno dell’operazione, più difficile sarà sapere quanto questo sarà. Invece, più si ritiene che la controparte sia solvibile, più sono certo che quello che mi è stato promesso mi sarà dato (ad esempio presto i soldi allo Stato). • Il rischio viene misurato con la varianza (deviazione standard) del rendimento. • Questo concetto non fa riferimento solo agli eventi negativi! Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 58 Misurazione del rischio ex-ante n p r r i 1 2 i i : standard deviation, misura del rischio pi: probabilità dello scenario i ri: rendimento nello scenario i r: rendimento medio atteso Dal punto di vista operativo e importante misurare il rischio inteso come mancato raggiungimento di un dato obiettivo di rendimento. Esistono altre misure di rischio legate solo agli eventi negativi, «downside risk», come la semivarianza (la varianza calcolata solo sui rendimenti inferiori al rendimento atteso) o il Value-at-Risk (VaR). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 59 Misurazione del rischio (variabilità) ex-post n rt r t 1 n 2 : standard deviation, misura della variabilità del rendimento rt: rendimento storico al tempo t r: rendimento medio n: numero di rilevazioni temporali (numero di periodi) Ex-post il rendimento non è più aleatorio, ma è un dato. Allora la deviazione standard indica la variabilità del rendimento nel tempo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 60 Misurazione del rischio atteso ex-ante Scarti dal rendimento atteso Tempo Prezzi Rendimenti Probabilità t P r=(Pt-Pt-1) / Pt-1 p r*p r-E(r) 0 1 1 1 1 100 85 95 102 130 10,00% 30,00% 40,00% 20,00% 100,00% E(r)= -1,50% -1,50% 0,80% 6,00% -18,80% -8,80% -1,80% 26,20% -15,00% -5,00% 2,00% 30,00% 3,80% Scarti dal rendimento atteso Tempo Prezzi Rendimenti Probabilità t P r=(Pt-Pt-1) / Pt-1 p r*p r-E(r) 0 1 1 1 1 100 70 88 111 130 10,00% 30,00% 40,00% 20,00% 100,00% E(r)= -3,00% -3,60% 4,40% 6,00% -33,80% -15,80% 7,20% 26,20% -30,00% -12,00% 11,00% 30,00% 3,80% Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Scarti^2 Scarti^2 ponderati 3,534% 0,774% 0,032% 6,864% 0,353% 0,232% 0,013% 1,373% σ^2 σ 1,97% 14,04% Scarti^2 Scarti^2 ponderati 11,424% 2,496% 0,518% 6,864% 1,142% 0,749% 0,207% 1,373% σ^2 σ 3,47% 18,63% Pagina 61 Misurazione del rischio ex-post Tempo Prezzi Rendimenti Scarti dal rendimento atteso T P r=(Pt-Pt-1) / Pt-1 r-E(r) 0 1 2 3 4 100 105 107 103 109 5,00% 1,90% -3,74% 5,83% 2,75% -0,34% -5,99% 3,58% 0,076% 0,001% 0,358% 0,128% rm 2,25% σ^2 σ 0,14% 3,75% Tempo Prezzi Rendimenti Scarti dal rendimento atteso Scarti^2 t P r=(Pt-Pt-1) / Pt-1 r-E(r) 0 1 2 3 4 100 112 96 120 109 12,00% -14,29% 25,00% -9,17% 9,75% -16,53% 22,75% -11,41% 0,951% 2,734% 5,177% 1,303% rm 3,39% σ^2 σ 2,54% 15,94% Scarti^2 Pagina 62 Alcuni commenti… • Un titolo con un rendimento più volatile ha un maggior rischio di perdita in caso di vendita prima della scadenza. • L’aumento della varianza riduce il rendimento atteso a parità di rendimento medio. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 63 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento-rischio Rischio e rendimento devono essere considerati simultaneamente per fare la scelta ottimale. Occorre considerare la funzione logica che lega i due concetti. Facciamo un esperimento: VS Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 64 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento-rischio Ipotesi di avversione al rischio. Trade-off rischio rendimento Un investitore accetta un rischio maggiore solo se il rendimento è maggiore: Tra A e B sceglierà sicuramente A Rendimento Tra A e C sceglierà sicuramente A Ma tra B e C cosa preferirà? Rischio Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 65 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento-rischio È necessario considerare la funzione obiettivo, che stabilisce un criterio per definire la maggiore redditività richiesta per remunerare il maggior rischio (premio per il rischio). Rendimento Rischio La funzione obiettivo può essere espressa attraverso una curva di indifferenza che riunisce tutti i punti che in quel momento ed in quello spazio sono equivalenti per l’investitore. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 66 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento-rischio Tra B e C l’investitore preferirà B B e D sono combinazioni rischiorendimento equivalenti per l’investitore Rendimento Rischio Le curve di indifferenza solitamente non vanno oltre un certo grado di rischio: non esiste nessuna remunerazione in grado di coprire adeguatamente il superamento di un determinato livello di rischiosità. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 67 Funzione obiettivo del datore di fondi: rendimento-rischio Le curve di indifferenza sono: • infinite per ogni investitore • variano tra investitori • per ciascun investitore variano nel tempo. Vi sono molti fattori che incidono sulla curva di indifferenza: età, stock di ricchezza, reddito attuale, reddito futuro atteso e sua incertezza, salute, composizione familiare… Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 68 Portafogli di strumenti finanziari • Per migliorare il profilo di rendimento-rischio gli strumenti possono: – essere combinati tra loro (ad es. obbligazioni convertibili); – essere alla base di altri strumenti derivati; – comporre un portafoglio. • Il portafoglio può essere composto da attività (portafoglio di investimento), passività (di finanziamento) o da entrambe (di intermediazione). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 69 Portafogli di investimento: rendimento • Il rendimento di un portafoglio di investimento (rp) è uguale alla media ponderata dei rendimenti delle attività che lo compongono. • Ad es. vi sono due attività: – A ha peso xa (ad es. 70%) del portafoglio e rende ra. – B ha peso xb (ad es. 30%) del portafoglio e rende rb. • Il rendimento del portafoglio è: rp = xa * ra + xb * rb Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 70 Portafogli di investimento: rischio • La deviazione standard del rendimento di un portafoglio di investimento (rp) dipende dalle deviazioni standard dei rendimenti delle singole attività che lo compongono, ma anche dalle correlazioni tra i rendimenti dei vari titoli. • Ad es. se vi sono due attività, la deviazione standard è: 𝜎𝑝 = 𝑥𝑎2 𝜎𝑎2 + 𝑥𝑏2 𝜎𝑏2 + 2 ∙ 𝑥𝑎 ∙ 𝑥𝑏 ∙ 𝜎𝑎 ∙ 𝜎𝑏 ∙ 𝜌𝑎,𝑏 Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 71 Portafogli di investimento: rischio • Se le due attività sono perfettamente correlate allora la deviazione standard dei rendimenti del portafoglio è uguale alla media ponderata delle deviazioni standard dei rendimenti delle attività che compongono il portafoglio stesso: 𝜎𝑝 = 𝑥𝑎 ∙ 𝜎𝑎 + 𝑥𝑏 ∙ 𝜎𝑏 • In tutti gli altri casi (-1 ≤ 𝜌𝑎,𝑏 < 1): 𝜎𝑝 < 𝑥𝑎 ∙ 𝜎𝑎 + 𝑥𝑏 ∙ 𝜎𝑏 • Quindi l’investitore avverso al rischio preferirà diversificare il portafoglio. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 72 Due attività perfettamente correlate Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 73 Due attività con perfetta correlazione negativa Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 74 Due attività incorrelate Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 75 Due attività incorrelate: esempio numerico Prezzo petrolio Rendimenti attesi Scenario Probabilità Azione A Azione B Azione C Portafoglio 50%B+50%C Aumento 33% 7% -2% 11% 4,5% Stabilità 33% 5% 5% 5% 5,0% Diminuzione 33% 3% 12% -1% 5,5% Rendimento atteso 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% Deviazione standard 1,6% 5,7% 4,9% 0,4% Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 76 Frontiera di portafoglio con tante attività Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 77 Portafogli fattibili, dominanza ed efficienza • A destra della curva vi sono tutti i portafogli fattibili. • Principio di «dominanza»: il portafoglio X domina il portafoglio Y se e solo se: – E(rX) ≥ E(rY) – σrx ≤ σry – e almeno una delle due disuguaglianze vale strettamente. • Efficienza: il portafoglio X è definito efficiente se non è dominato da nessun altro portafoglio. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 78 Frontiera efficiente • I portafogli efficienti compongono la “frontiera efficiente”. • Nelle varie figure la frontiera efficiente è composta dai portafoglio che stanno sulla linea da C in sù. • L’investitore sceglierà il portafoglio fattibile sulla curva di indifferenza più alta: il portafoglio di tangenza tra la frontiera efficiente e le curve di indifferenza. • Per approfondire: http://utenti.dises.univpm.it/palomba/Mat/Markowitz.pdf Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 79 Scelta di portafoglio Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 80 Funzione obiettivo del prenditore di fondi: costo • Il costo del finanziamento è determinato da: a. l’importo del finanziamento ricevuto b. gli oneri periodici c. il valore di rimborso d. gli effetti fiscali e. i costi di transazione (ricerca della controparte, informazione, organizzazione e gestione dell’operazione…) • Se si considerano solo i primi tre punti, si ha il costo al lordo degli oneri fiscali e dei costi di transazione. Attenzione dato che questi costi a volte sono molto importanti! Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 81 Funzione obiettivo del prenditore di fondi: costo • N.B.: anche in questo caso i flussi futuri dovranno essere attualizzati (scontati) per riportare il loro valore al presente e determinare il tasso interno dell’operazione. Questo permette confronti sia con finanziamenti alternativi, sia con i rendimenti degli investimenti effettuati. • Ex-post il costo è noto. Ex-ante vi possono essere flussi incerti e si può stimare in base a ipotesi probabilistiche (ovviamente meno rilevante che nel caso del datore di fondi). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 82 Funzione obiettivo del prenditore di fondi: rischio • Il prenditore di fondi è esposto ai rischi che sono relativi alle passività finanziarie: a. Tasso d’interesse. b. Cambio. c. Sostenibilità ( solvibilità, ma è più un problema per l’investitore!). d. Instabilità delle fonti di finanziamento (es: vi sono clausole contrattuali dette covenants e il finanziatore esercita un diritto di restituzione anticipata…): rischio maggiore se più rigido e durevole è il fabbisogno finanziario e minori sono le opportunità di sostituire le fonti di finanziamento. e. Condizionamento da parte del finanziatore (esercizio diritti di voto azionari, fino al rischio di controllo). • I primi due sono rischi speculativi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 83 Funzione obiettivo del prenditore di fondi: costo-rischio • Il prenditore di fondi cercherà di minimizzare il costo del finanziamento cercando di non subire troppo i rischi per avere un certo grado di controllabilità/stabilità delle fonti di finanziamento. • Fra costo e controllabilità/stabilità del finanziamento esiste una relazione inversa: proteggersi dai rischi porta a costi maggiori (ad es. finanziamento a più lungo termine tasso più alto). • Fra gli stessi rischi c’è a volte una relazione inversa che ha un effetto incerto sul costo (ad es. azionario minimizza il rischio di solvibilità e stabilità, ma espone al rischio di condizionamento). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 84 Incontro tra datore e prenditore di fondi Lo scambio diviene concretamente realizzabile se esiste la possibilità di definire diritti e doveri di ambo le parti contraenti in modo che le rispettive funzioni obiettivo trovino contestuale soddisfazione. Attività/Passività Finanziaria Per ognuna, in base alle esigenze dei due attori si definisce un contratto STRUMENTO FINANZIARIO Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti Pagina 85