Giulio Cesare, condottiero e dittatore della Repubblica Romana, nacque a
Roma il 12 (13?) Luglio del 100 avanti Cristo in un quartiere popolare della
città. Essendo nipote di Mario, generale e Console per sei volte, che in
quegli anni deteneva il potere a Roma, crebbe sia a contatto con la classe
sociale più bassa, sia con gli uomini più importanti di Roma
Durante l’infanzia e la prima giovinezza si
dedicò agli esercizi fisici ed imparò tanto bene
il greco che fu per lui la seconda lingua.
Pur
essendo
Cesare
un
propose
patrizio,
leggi
quando
diventò
favorevoli
Console,
al
Giulio
popolo.
Giulio Cesare si dimostrò un grande generale, non solo per le doti
strategiche che espresse nelle lunghe campagne militari, ma anche per
il legame che fu capace di instaurare con i suoi uomini.
Giulio Cesare parlava ai i suoi Soldati prima di ogni battaglia, ne
esaltava lo spirito e spiegava la tattica scelta
Trascinò le sue legioni in imprese rischiose e spesso disperate, ma
seppe pianificare tanto bene gli scontri, portando il nemico su campi
di battaglia a lui favorevoli, che perse pochissimi uomini anche negli
scontri più difficili.
Nominato Proconsole in Gallia a quarantadue anni, Giulio Cesare diede il via ad otto
campagne
contro
le
turbolente
tribù
confinanti.
Durante le quali Giulio Cesare mise in gioco anche la fantasia, inventando, per
esempio, delle lunghe falci con cui i soldati romani tagliavano le vele delle navi per
immobilizzarle ed assaltarle.
Dopo nove anni di guerra le conquiste militari di Giulio Cesare estesero il dominio
della Repubblica Romana dall'Atlantico al Reno.
RENO
Durante il periodo delle campagne militari Cesare
seguì da lontano la vita politica di Roma, per il
popolo e per i militari divenne via via un
personaggio leggendario, amato e idolatrato. La
sua fama
fece paura ai rappresentanti delle
famiglie patrizie che aspiravano al potere .
Nell'anno 50 a.c. Pompeo tentando di acquisire il
controllo dello Stato, si fece assegnare dal Senato il
governo della Gallia, già destinato a Giulio Cesare,
intimandogli di sciogliere il suo esercito. L'anno
dopo Giulio Cesare, deciso non solo a tenere il
governo della Gallia, ma a prendersi anche Roma,
attraversò il Rubicone, che allora era il confine fra
l'Italia e la Gallia (pronunciando la storica frase
«Alea iacta est»), scatenando la guerra civile, che lo
porterà ad essere il capo indiscusso di Roma.
Nominato dittatore a vita, Giulio Cesare si nominò"Imperator" titolo
trasmissibile agli eredi, ottenne il pontificato massimo.
Finalmente padrone di Roma, Giulio Cesare iniziò una radicale riforma della
società e del governo limitando a due anni la durata dell'incarico
ai Governatori delle Province per frenarne l’avidità e la corruzione. Estese la
cittadinanza romana alla Gallia Cisalpina, per la prima volta tutti gli abitanti
della Penisola poterono vantare l'uguaglianza davanti alla legge di Roma.
Giulio Cesare fece felici i proletari più poveri con una riforma agraria che
prevedeva, anche mediante l’esproprio forzato, la distribuzione di terra
ai proletari urbani che avessero almeno tre figli.
Le riforme proposte e spesso imposte da Giulio Cesare, se da una parte
erano gradite alla maggioranza del popolo romano e delle province,
irritarono grandemente la classe "nobile", ricca e conservatrice
dell'Urbe. Un gruppo di Senatori capeggiati da Marco Giunio Bruto
cospirò contro di lui, uccidendolo, alle Idi di Marzo del 44 a.C.