Università degli studi di Pavia Facoltà di Economia a.a. 2015-2016 Strumenti finanziari d’impresa Bruno Verona Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 1 Strumenti finanziari d’impresa Programma 1. 2. 3. 4. Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa Mercato degli strumenti finanziari Introduzione agli strumenti finanziari derivati Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 2 Strumenti finanziari d’impresa 1. Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Descrizione delle forme tradizionali degli strumenti finanziari Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 3 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Il fabbisogno finanziario e la sua copertura Azienda Crescita/ investimenti/ sviluppo dimensionale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Fabbisogno finanziario/ di capitali 4 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Il fabbisogno finanziario e la sua copertura La crescita dell’azienda genera due tipologie di investimenti: ◦ Investimenti in capitale fisso (impianti, immobili, attrezzature ecc.) ◦ Investimenti in capitale circolante operativo (scorte di magazzino e crediti alla clientela) Fabbisogno finanziario: complesso di risorse monetarie e finanziare indispensabili per assicurare il corretto esercizio dell’attività d’impresa. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 5 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Il fabbisogno finanziario e la sua copertura Il fabbisogno finanziario dipende inoltre da: dilazioni di pagamento concesse ai clienti dilazioni ottenute dai fornitori diversa distribuzione temporale del flusso dei costi e dei ricavi ………. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 6 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Il fabbisogno finanziario e la sua copertura Le fonti di finanziamento vengono classificate in: fonti di finanziamento interno ◦ autofinanziamento: rappresentato dagli utili conseguiti nel corso dell’attività aziendale, non distribuiti agli azionisti ma reinvestiti nel ciclo produttivo. fonti di finanziamento esterno ◦ capitale proprio: rappresenta l’apporto finanziario conferito dai soci dell’impresa, ossia da quei soggetti legati alla stessa da rapporti di proprietà e/o controllo ◦ capitale di terzi: costituisce una fonte di finanziamento concessa all’impresa da soggetti esterni alla compagine sociale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 7 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari L’azienda ottiene capitale di terzi/finanziamenti mediante: l’intermediazione creditizia: all’interno di tale categoria rientrano le banche e le società finanziarie iscritti all’albo unico previsto dall’art. 106 del Testo Unico Bancario, specializzate nella concessione di strumenti di finanziamento diretti a soddisfare sia il fabbisogno finanziario di breve termine che di medio-lungo termine) l’intermediazione finanziaria: all’interno della quale rientrano le imprese specializzate nell’acquisto e nella vendita di attività finanziarie sui diversi segmenti di mercato (mobiliare, creditizio, monetario, valutario). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 8 Strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Forme di finanziamento per finanziare il fabbisogno finanziario di breve termine: ◦ Operazioni di smobilizzo (sconto cambiario, anticipi sbf su ricevute bancarie e fatture) ◦ Operazioni di prestito (finanziamenti a scadenza fissa o in conto corrente) ◦ Factoring ◦ …………. Forme di finanziamento per finanziare il fabbisogno finanziario di medio-lungo termine: ◦ Mutui ◦ Leasing ◦ ……….. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 9 Strumenti finanziari d’impresa 1. Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa Definizione degli strumenti finanziari e dei mercati finanziari Descrizione delle forme tradizionali degli strumenti finanziari Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 10 Strumenti finanziari d’impresa Descrizione delle forme tradizionali di finanziamento • Forme di finanziamento a breve termine ◦ Apertura di credito in conto corrente ◦ Sconto cambiario ◦ Anticipi salvo buon fine ◦ Factoring Forme di finanziamento a medio lungo termine ◦ Mutuo ◦ Finanziamenti in pool ◦ Leasing ◦ Crediti di firma Altre forme di finanziamento ◦ Strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari ◦ Cartolarizzazione dei crediti Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 11 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito Definizione: L’apertura di credito bancario è il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato (art. 1842 c.c.). L’impresa potrà utilizzare a sua discrezione l’ammontare dei fondi concesso dalla banca anche in più soluzioni e, con versamenti successivi, ricostituire l’ammontare della somma a sua disposizione (artt. 1843 e 1852 c.c.). L’impresa potrà utilizzare tali somme solo dopo il preventivo affidamento della banca deciso sulla base di un’analisi delle caratteristiche economiche, patrimoniali e finanziarie dell’impresa condotta per valutarne la capacità di rimborso futura. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 12 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito Caratteristiche: a tempo determinato o indeterminato; forma di finanziamento flessibile; costituisce una forma di finanziamento onerosa nei limiti del solo utilizzo effettivo delle somme messe a disposizione da parte della banca; costituisce una forma contrattuale in genere non assistita da garanzia (anche se negli ultimi anni, in considerazione della rischiosità dell’operazione, alcuni istituti bancari tendono a richiedere garanzie di tipo personale o reali). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 13 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito Aspetti tecnici: La registrazione delle operazioni: ◦ operazioni a debito: comporta una riduzione di disponibilità monetarie dell’impresa presso la banca o l’aumento della sua esposizione verso la banca stessa; (Esempi: i prelevamenti del correntista; i pagamenti tramite bonifico o giroconto; pagamento di effetti, ecc.). ◦ operazioni a credito: comporta un aumento di disponibilità monetarie dell’impresa presso la banca o una riduzione dell’esposizione nei confronti della banca stessa. (Esempi: i versamenti del correntista – contante o assegni; i versamenti disposti da terzi a favore del correntista tramite bonifico o giroconto; incasso di effetti o di ricevute bancarie, ecc.). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 14 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito - segue - Estratto conto e staffa (o scalare): ◦ estratto conto: riepiloga con varia periodicità (mensile o trimestrale) le operazioni contabilizzate dalla banca in ordine cronologico. Contiene, per ciascuna operazione, la data di esecuzione, una breve descrizione dell’operazione, il segno dell’operazione (addebito o accredito) e la valuta dell’operazione stessa; ◦ staffa (o scalare): è il prospetto nel quale le operazioni registrate cronologicamente nell’estratto conto vengono riclassificate in ordine di valuta. Tale operazione si rende necessaria al fine del calcolo degli interessi. Il TUB riformato dal D.L. 342/99 prevede che nelle operazioni di conto corrente sia assicurata nei confronti della clientela la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori che creditori. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 15 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito - segue - Data contabile e data valuta: ◦ ogni operazione ordinata dall’impresa viene registrata cronologicamente dalla banca sul conto corrente. Ogni operazione è quindi contrassegnata dalla data di effettiva esecuzione (data contabile) e dalla data valuta, data che segna l’inizio della maturazione degli interessi attivi o passivi. ◦ Data contabile e data valuta possono non coincidere. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 16 Strumenti finanziari d’impresa Apertura di credito - segue - I costi sull’apertura di credito: ◦ interessi; ◦ commissione di massimo scoperto e commissione sull’accordato; ◦ rimborsi spese. Il legislatore italiano nell’anno 2009 ha rivisitato le regole della commissione di massimo scoperto per l'ipotesi di utilizzi inferiori ai 30 giorni continuativi di tempo o in assenza di fido, lasciandola, a certe condizioni e nella misura massima dello 0,5% per trimestre, come remunerazione della messa a disposizione del fido (commissione sull’accordato). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 17 Strumenti finanziari d’impresa Lo sconto cambiario Definizione: Lo sconto cambiario è un contratto col quale la banca, previa deduzione dell’interesse, anticipa al cliente l’importo di un credito verso terzi non ancora scaduto, mediante la cessione, salvo buon fine, del credito stesso (art. 1858 c.c.). Tale cessione rappresenta un mezzo a disposizione dei fornitori, purché concordino con la propria clientela il regolamento tramite cambiali, per rientrare in possesso di somme liquide prima della loro naturale scadenza. Gli effetti utilizzati nell’ambito dei regolamenti commerciali due: - il pagherò - la tratta. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 18 Strumenti finanziari d’impresa Lo sconto cambiario - segue Il pagherò rappresenta una promessa incondizionata da parte dell’emittente di pagare a una scadenza futura al beneficiario indicato sull’effetto una specifica somma di denaro. La tratta è l’ordine emesso da un soggetto detto traente, a un secondo soggetto detto trattario, di pagare una data somma a una certa scadenza ad un terzo soggetto detto beneficiario. Molte tratte in circolazione sono emesse dal traente all’ordine proprio, nel caso in cui la figura del traente e la figura del beneficiario coincidono. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 19 Strumenti finanziari d’impresa Lo sconto cambiario - segue Sia la tratta che il pagherò possono essere garantiti da una terza persona che ne assicura il regolamento. Tali effetti possono essere trasferiti mediante il meccanismo della girata, apposta sul retro dell’effetto. La girata può essere in pieno con l’indicazione del nome del giratario o in bianco con la semplice firma del girante. La cessione degli effetti allo sconto presso le banche avviene tramite la girata con la clausola pro solvendo, cioè salvo buon fine. Nel caso in cui l’obbligato cambiario non onori l’impegno a scadenza, la banca ha quindi diritto di riaddebitare al cliente l’importo anticipato, più le spese di protesto dell’effetto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 20 Strumenti finanziari d’impresa Lo sconto cambiario Aspetti tecnici: Tipologie di sconto: può avere per oggetto singole cambiali o essere un rapporto continuativo in cui l’impresa cede sistematicamente alla banca gli effetti entro il limite massimo di fido concesso sotto forma di sconto cambiario (“castelletto commerciale o di sconto”). Il castelletto presenta carattere di rotatività, prevede cioè il reintegro del fido utilizzabile ogni volta che un effetto in precedenza scontato e giunto a scadenza sia andato a buon fine. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 21 Strumenti finanziari d’impresa Lo sconto cambiario - segue I costi dell’operazione di sconto: una commissione di incasso per ogni singolo effetto; le competenze di sconto (nella forma di interessi); la commissione di disponibilità fondi. Nel caso di ritorno di un effetto insoluto, protestato o richiamato, la banca provvede a recuperare in capo al cliente, oltre all’importo dell’effetto, le commissioni e le spese reclamate dalla banca, ed una commissione di insoluto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 22 Strumenti finanziari d’impresa Anticipi salvo buon fine Definizione L’anticipo di effetti salvo buon fine consente al cedente di incassare i propri effetti commerciali, emessi a carico dei propri debitori, cedendoli ad una banca che provvede ad anticipare l’intero importo, o solo una quota parte, del credito vantato verso terzi e non ancora scaduto, a condizione che venga rispettata la clausola di salvo buon fine dell’operazione Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 23 Strumenti finanziari d’impresa Anticipi salvo buon fine - segue Le banche offrono forme di anticipo salvo buon fine del credito di fornitura sia su ricevute sia su fatture accanto a quella più tradizionale su cambiali (normalmente cambiali all’incasso perché a scadenza molto prossima, ovvero cambiali non accettate allo sconto per la mancanza di uno o più requisiti di bancabilità). Nell’anticipo s.b.f., il cliente che richiede il servizio presenta, presso la banca, gli effetti in scadenza, la quale può procedere all’operazione attraverso due modalità: accredito Salvo Buon Fine su conto ordinario; accredito Salvo Buon Fine su conto anticipi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 24 Strumenti finanziari d’impresa Anticipi salvo buon fine Aspetti tecnici: Accredito Salvo Buon Fine su conto ordinario: la banca provvede ad anticipare sul conto corrente del richiedente l’intero importo, o anche solo una quota parte, degli effetti/titoli presentati (cambiali, tratte, Ri-Ba, Rid ), creando un corrispondente fido salvo buon fine sul conto corrente stesso, al tasso concordato con l’impresa. Accredito Salvo Buon Fine su conto anticipi: la banca provvede ad anticipare in conto corrente l’intero importo, o anche solo una quota parte, degli effetti/titoli presentati creando un corrispondente fido salvo buon fine su un conto corrente transitorio, detto conto anticipi, al tasso appositamente concordato con il cedente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 25 Strumenti finanziari d’impresa Anticipi salvo buon fine - segue Il conto transitorio fruttifero salvo buon fine: ◦ è una concessione di credito all’impresa cedente e prevede la tenuta di un conto aggiuntivo (conto anticipo fruttifero). Tale conto supplementare richiede che ogni operazione subisca un particolare trattamento così sintetizzabile: ◦ accredito del conto anticipo con valuta successiva alla data di presentazione degli effetti; ◦ storno dal conto anticipi e contestuale accredito nel conto corrente di corrispondenza (entrambe le operazioni vengono contabilizzate con valuta in giornata). Dalla dinamica degli addebiti e accrediti del conto anticipo è facile osservare che la valuta dei primi anticipa quella dei secondi e che, dunque, nel conto anticipo fruttifero si formano scoperti. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 26 Strumenti finanziari d’impresa Anticipi salvo buon fine - segue Differenze: mentre nella prima forma tecnica gli scoperti si formano solo in caso di effettivo utilizzo delle somme accreditate, nella seconda gli scoperti sono predeterminati e non commisurano il costo all’effettivo utilizzo da parte dell’impresa cedente. Pertanto, a parità di tasso praticato, l’apertura di credito in conto corrente con accredito salvo buon fine su conto corrente ordinario è meno onerosa per l’impresa rispetto alla tenuta di un apposito conto transitorio fruttifero. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 27 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Definizione: Il factoring è un contratto con il quale una parte, definita cedente, s’impegna a cedere in tutto o in parte i crediti di cui è o sarà titolare in futuro, vantati nei confronti di terzi, ad un’altra parte, denominata cessionario o factor, a fronte di un corrispettivo predeterminato. Si tratta di una tecnica finanziaria in base al quale un’impresa effettua la cessione di una parte significativa dei propri crediti commerciali a una banca o a un operatore specializzato, la società di factoring (factor), la quale finanzia l’impresa, attraverso il pagamento dei crediti stessi prima della relativa scadenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 28 Strumenti finanziari d’impresa Factoring - segue - Il Factoring è anche un servizio gestionale, poiché con la cessione dei crediti l’impresa delega all’esterno la gestione dei crediti e dei debiti di fornitura. La riduzione del rischio consegue dalle modalità di gestione del credito: nel factoring pro soluto il factor assume completamente il rischio connesso all’insolvenza del debitore, mentre nel factoring pro solvendo il cedente risulta coinvolto nella sorte dell’operazione potendo il factor rivalersi sul medesimo in caso di insolvenza del debitore. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 29 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Tipologie: Maturity factoring: rappresenta una tipologia contrattuale, strutturabile sia nella forma del pro soluto che del pro solvendo, con cui la società di factoring garantisce all’impresa cedente il versamento del corrispettivo derivante dall’operazione di cessione ad una data convenzionalmente pattuita e, generalmente coincidente con la scadenza del credito ceduto maggiorata di alcuni giorni, offrendo contestualmente al debitore ceduto la possibilità di ottenere un’ulteriore dilazione sui termini di pagamento contrattualmente previsti e senza alcun onere finanziario aggiuntivo. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 30 Strumenti finanziari d’impresa Factoring - segue - International factoring: contratti nei quali creditore cedente e debitore ceduto appartengono a paesi diversi. Tale forma tecnica ha trovato un notevole impulso grazie all'utilizzo del two factor system: si tratta di un meccanismo in base al quale il factor (Export factor), che stipula l’operazione di cessione del credito con l’impresa esportatrice, utilizza i servizi offerti dalle società di factoring (Import factor) operanti nel paese del debitore ceduto/importatore, con cui ha in essere un accordo di collaborazione, ai fini dell'incasso dei crediti ceduti. Reverse factoring: si configura come una particolare tipologia contrattuale, in quanto è il debitore a proporre ai propri creditori il ricorso all’utilizzo dei servizi offerti dal factoring. Tale prodotto è, infatti, indirizzato alle grandi realtà aziendali, con un portafoglio fornitori particolarmente frazionato, che intendono delegare ad una società di factoring il regolamento di tutti i propri debiti di fornitura, attraverso la stipula di una convenzione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 31 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Struttura tecnica di un’operazione di factoring: ◦ valutazione iniziale del cedente; ◦ valutazione portafoglio crediti; ◦ erogazione dell’anticipo e prestazione dei servizi; ◦ monitoraggio costante dell’esposizione creditoria; ◦ incasso dei crediti; ◦ tempestivo intervento in caso di insoluti ed eventuale espletamento dell’attività di recupero del credito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 32 Strumenti finanziari d’impresa Factoring I costi di un’operazione di factoring: ◦ interessi passivi, che costituiscono il corrispettivo finanziario corrisposto al factor a titolo di remunerazione del capitale anticipato; ◦ commissione di factoring, che rappresentano la remunerazione corrisposta al factor per il servizio fornito; ◦ oneri gestionali, ossia le spese di vario tipo addebitate dal factor all’impresa cedente a fronte dei servizi accessori forniti nell’ambito del rapporto di factoring. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 33 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo Definizione Art. 1813 c.c.: il mutuo è “un contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità”. Il mutuo può essere definito come una forma di prestito a medio-lungo termine, erogato dalla banca in un’unica soluzione, a fronte del quale il mutuatario è obbligato a corrispondere in successione una serie di versamenti periodici. Le somme periodiche, definite rate, versate dal mutuatario sono destinate al pagamento degli interessi ed al rimborso del capitale prestato dalla banca secondo un piano di ammortamento definito al momento della stipulazione del contratto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 34 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo Tipologie Tale forma di finanziamento può articolarsi in due diverse tipologie, a seconda che sia gravata o meno da un’ipoteca a favore della banca (mutuo ipotecario) oppure da garanzie personali, quali fideiussioni, cambiali e/o cessione di crediti (mutuo chirografario). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 35 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo Struttura tecnica di un’operazione di mutuo: ◦ importo della somma corrisposta dalla banca al cliente; ◦ costo dell’operazione (tasso al quale vengono calcolati gli interessi dovuti); ◦ estensione temporale del finanziamento (durata del prestito); ◦ configurazione del piano di rimborso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 36 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - In base alla tipologia del piano di rimborso, il versamento effettuato dal mutuatario ad ogni scadenza periodica stabilita dal contratto (t) si articolerà nella forma di una rata posticipata o anticipata (Rt) composta da una quota capitale(Ct) e da una quota interessi (It). Rt = Ct + It Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 37 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - La quota capitale è rappresentata dal singolo versamento effettuato in ogni periodo dal debitore. La sommatoria delle singole quote capitale corrisponde all’importo della somma erogata a titolo di prestito. La quota interessi rappresenta l’interesse maturato secondo il tasso i convenuto nel piano di rimborso nell’intervallo di tempo che intercorre fra il pagamento di due rate successive. Il rimborso del capitale mutuato può avvenire sulla base di un piano di ammortamento a rata costante (ammortamento “francese”) o di un piano di rimborso a capitale costante (ammortamento “italiano”). E’, inoltre, possibile anche il ricorso ad un periodo di preammortamento. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 38 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Ammortamento francese Rappresenta la forma di piano di rimborso maggiormente utilizzata dalle banche nella concessione di prestiti a mediolungo termine. E’ costituito dal versamento da parte del debitore di rate posticipate periodiche, costanti per tutta la durata del finanziamento. E’ caratterizzato da quote capitali crescenti e quote di interessi decrescenti. Le rate iniziali vedono il prevalere della quota interessi, che poi si riduce progressivamente nel corso del piano di ammortamento a vantaggio della quota capitale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 39 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Ammortamento francese (1) dove: C = ammontare del prestito erogato t = periodo n = numero delle rate R = ammontare della rata costante i = tasso di interesse La rata è data dalla seguente formula: (2) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 40 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Esempio ammortamento francese: Si consideri un mutuo decennale di €100.000, rate annue e tasso d’interesse annuo fisso del 7%, con piano d’ammortamento alla francese: Periodo t Rata periodica R(t) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 14.238 Quota capitale C(t) Quota interessi Debito estinto I(t) 7.238 7.744 8.287 8.867 9.487 10.151 10.862 11.622 12.436 13.306 7.000 6.493 5.951 5.371 4.751 4.086 3.376 2.616 1.802 931 7.238 14.982 23.269 32.135 41.622 51.774 62.636 74.258 86.694 100.000 Debito residuo 100.000 92.762 85.018 76.731 67.865 58.378 48.226 37.364 25.742 13.306 0 La rata periodica costante (Rt) è stata calcolata ponendo C=100.000, n=10 e i=7%. La quota capitale è stata calcolata ponendo Rt uguale alla rata periodica costante calcolata applicando nella formula n=10 e i=7%. La quota interessi è data dalla differenza tra la rata periodica (Rt) e la quota capitale (Ct) mentre il debito residuo calcolato in ciascun periodo t è ottenuto sottraendo al debito residuo in t-1 l’importo della rata periodica Rt (in t=0 il debito residuo è posto pari all’ammontare iniziale del prestito). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 41 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Ammortamento italiano E’ caratterizzato da quote capitale (Ct) costanti per tutta la durata del prestito. Le quote interessi (It ) e la rata periodica (Rt) decrescono. Le quote capitali C(n) rappresentano dunque un n-esimo del prestito erogato C. Il debito estinto DE(t) cresce e il debito residuo DR(t) diminuisce dello stesso importo in ogni periodo: Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 42 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Ammortamento italiano La quota interessi I(t) e la rata periodica R(t) presentano un andamento decrescente: Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 43 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Esempio ammortamento italiano: Si consideri ora il caso di un mutuo decennale di €100.000, rate annue e tasso di interesse annuo fisso del 7%, con piano di ammortamento italiano: Periodo t Rata periodica R(t) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 17.000 16.300 15.600 14.900 14.200 13.500 12.800 12.100 11.400 10.700 Quota capitale C(t) Quota interessi Debito estinto I(t) 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000 7.000 6.300 5.600 4.900 4.200 3.500 2.800 2.100 1.400 700 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000 Debito residuo 100.000 90.000 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 La quota capitale C(t) è stata calcolata è stata ricavata ponendo C=100.000 e n=10. Il debito estinto e il debito residuo in ciascun periodo DE(t) e DR(t) sono stati calcolati utilizzando le relative formule.Il valore degli interessi in ciascun periodo I(t) è stato ottenuto applicando il tasso di interesse annuo i al debito residuo in t-1. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 44 Strumenti finanziari d’impresa Mutuo - segue - Preammortamento E’ costituito dall’intervallo di tempo iniziale in cui il mutuatario non effettua rimborsi di capitale e non intacca il debito residuo ma corrisponde la quota interessi. Nella prassi corrisponde all’arco di tempo compreso fra il giorno di erogazione del prestito e l’ultimo giorno del semestre solare in corso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 45 Strumenti finanziari d’impresa Finanziamenti in pool Definizione E’ una forma di finanziamento accordata congiuntamente da due o più banche a un debitore, nell’ambito di un unico contratto. Si tratta di un prestito che viene accordato a soggetti economici appartenenti generalmente al settore industriale e commerciale, che intendono indebitarsi più di quanto un singolo intermediario creditizio sia disposto a concedere su un singolo debitore. In tal caso, più banche riunite in un "sindacato" (detto anche pool bancario) si accordano per mettere a disposizione pro-quota il capitale richiesto, in modo che ogni partecipante si assuma una porzione del rischio complessivo insito nell’operazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 46 Strumenti finanziari d’impresa Finanziamenti in pool Tipologie L’operazione di prestito in pool, in relazione alla tipologia del piano di utilizzo e di rimborso del finanziamento erogato, può essere classificata all’interno di due macrocategorie: term loans (assimilabili al mutuo, in quanto l’impresa ottiene l’erogazione dell’intero ammontare del finanziamento concesso in un’unica soluzione); revolving credits (assimilabili all’apertura di credito). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 47 Strumenti finanziari d’impresa Leasing È un contratto atipico, in quanto non espressamente disciplinato dal c.c.. Definizione economica generale: Si tratta di un accordo, contrattualmente vincolante, in base al quale la parte locatrice s’impegna ad acquistare e cedere in locazione alla parte locataria un bene, mobile o immobile, acquisito o appositamente realizzato su richiesta di quest’ultima presso un fornitore, a fronte del pagamento di un canone periodico e per un periodo di tempo prefissato, al termine del quale può essere prevista la facoltà di riscattarlo ad un prezzo prestabilito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 48 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Sul piano finanziario si caratterizza per una serie di flussi finanziari periodici (mensili, trimestrali, semestrali) in uscita per il locatario connessi al pagamento dei canoni. Al termine del contratto, infine, si ha un ulteriore possibile flusso finanziario in uscita, connesso all’eventuale esercizio del diritto di opzione/riscatto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 49 Strumenti finanziari d’impresa Leasing Tipologie : ◦ Leasing operativo ◦ Leasing finanziario ◦ Lease back ◦ Leasing pubblico Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 50 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Leasing operativo: Un soggetto (locatore) concede ad un altro (utilizzatore) il diritto di utilizzare un determinato bene a fronte del pagamento di un canone periodico. Alla scadenza del contratto è prevista la facoltà di acquistare il bene stesso, previo l'esercizio dell'opzione di acquisto (riscatto) dietro pagamento di un prezzo. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 51 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Caratteristiche: ◦ l’oggetto della locazione è un bene standardizzato; ◦ la durata contrattuale dell’operazione è inferiore alla vita economica del bene; ◦ il contratto può essere bilaterale (il locatore può essere controllato o collegato al fornitore) oppure coincidere con il fornitore; ◦ la titolarità giuridica del bene, i costi d’installazione e manutenzione e gli altri rischi e oneri rimangono a carico della società locatrice; ◦ il prezzo di riscatto è in linea con quello di mercato del bene al momento dell’opzione concessa al locatario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 52 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Leasing finanziario E’ un contratto strutturato in una forma molto simile a quella di un’operazione di finanziamento, in quanto, contrariamente a quanto accade nella fattispecie del leasing operativo, consente al soggetto a cui il bene è fornito in locazione di acquisirne, alla scadenza del rapporto, la proprietà a fronte di un corrispettivo stabilito contrattualmente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 53 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Caratteristiche: ◦ il bene è strumentale all’attività del locatario (spesso dotato di ◦ ◦ ◦ ◦ elevato contenuto tecnologico e spesso viene costruito su specifico progetto del locatario); la durata contrattuale si estende nel medio-lungo termine, e può coincide con la vita economica del bene; al termine del contratto il locatario può riscattare il bene pagando una somma ampiamente inferiore al suo valore di mercato; tutti gli oneri e gli altri rischi vengono assunti dal locatario; l’operazione ha struttura tipicamente trilaterale, in quanto coinvolge tre soggetti distinti: il fornitore, il locatore e il locatario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 54 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Lease back Trattasi della vendita di un bene da parte del proprietario alla società di leasing. Questa si impegna a concederlo in leasing al proprietario originario. Rispetto al leasing finanziario, non si è in presenza della trilateralità del rapporto, essendovi alla base del contratto solo due soggetti: il proprietario del bene e il locatore. Il bene, inoltre, rimane sempre nella disponibilità del locatario. Al termine del contratto, viene comunque concessa la facoltà di riacquistare il bene. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 55 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Leasing pubblico Ci si riferisce ad una particolare fattispecie contrattuale, il cui elemento caratterizzante è identificabile nella natura pubblica del soggetto locatario: possono beneficiare, infatti, di questa tipologia di leasing tutti gli enti della Pubblica Amministrazione, inclusi gli Enti Locali (Regioni, Province, Comuni), le società municipalizzate e quelle controllate da enti pubblici. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 56 Strumenti finanziari d’impresa Leasing - segue - Ulteriori tipologie di leasing Leasing immobiliare Leasing strumentale Leasing targato Energy leasing Leasing aeronavale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 57 Strumenti finanziari d’impresa Leasing Canoni di leasing Il canone di leasing che il locatore riceve dal locatario quale compenso incorpora quattro variabili: l’ammortamento del bene; i costi di gestione del locatore; il costo della raccolta finanziaria da parte del locatore; il profitto che il locatore intende realizzare. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 58 Strumenti finanziari d’impresa Leasing Maxicanone E’ prassi che il locatore faccia pagare al locatario un maxicanone iniziale al momento della stipula del contratto. Tale maxicanone è tipicamente imposto al locatario al fine di ridurre la differenza tra il valore del bene locato e il debito residuo complessivo che il locatario ha verso il locatore per il pagamento dei canoni. Mediante il maxicanone il locatore può diminuire il rischio complessivo di insolvenza derivante dall’operazione. Infatti, in caso di inadempimento del locatario, la società di leasing rientra in possesso del bene, il cui valore sul mercato dovrebbe risultare superiore a quanto non ancora corrisposto da parte del locatario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 59 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma Definizione: Il credito di firma è un’operazione tramite la quale l’intermediario bancario pone a disposizione della clientela la propria firma, assumendosi personalmente un’obbligazione verso terzi I prestiti di firma, operativamente, si sostanziano nell’impegno da parte della banca a garantire, per conto di un soggetto richiedente, l’adempimento di un’obbligazione vantata verso terzi, senza che vi sia un contestuale trasferimento monetario, che può, tuttavia, verificarsi nel caso in cui il cliente garantito risulti inadempiente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 60 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma Criteri per la classificazione dei crediti di firma: ◦ tipologia dell’obbligazione sottostante; ◦ finalità dell’impiego della banca; ◦ ambito di riferimento; ◦ caratteristiche contrattuali. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 61 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - Tipologia dell’obbligazione sottostante: Fa riferimento alle caratteristiche economiche e giuridiche dell’obbligazione del cliente Monetaria Non monetaria obbligazioni di fare o di non fare qualcosa in relazione a uno specifico impegno contrattuale impegno contrattuale a versare somme di denaro da parte del cliente Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 62 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - Finalità dell’impegno della banca: Sono le ragioni che giustificano la richiesta di credito di firma da parte dell’impresa. È possibile identificare 3 finalità principali: ◦ agevolare lo sviluppo di transazioni commerciali sotto il profilo degli incassi e dei pagamenti; ◦ facilitare l’accesso a particolari segmenti del mercato dei capitali; ◦ garanzia per la partecipazione a gare, ad appalti e ad aste, nonché durante la realizzazione di impianti e infrastrutture aggiudicati di norma attraverso un appalto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 63 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - L’ambito di riferimento: Tale aspetto consente di distinguere i crediti di firma in: DOMESTICI ed INTERNAZIONALI. La diversità territoriale implica l’assunzione di rischi fortemente differenziati per l’impresa finanziatrice: ◦ la complessità della transazione commerciale sottostante; ◦ l’eventuale instabilità dell’ambiente economico e politico del paese straniero (rischio paese); ◦ la difficoltà di conoscere le caratteristiche della controparte commerciale; ◦ rischi di cambio. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 64 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - Le caratteristiche contrattuali: Si distinguono 3 forme contrattuali definite dalla legge: ◦ Credito di accettazione; ◦ Credito di avallo; ◦ Credito di fidejussione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 65 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - a. Credito di accettazione: ◦ Consiste nell’emissione di accettazioni bancarie da parte dell’impresa affidata. ◦ L’accettazione bancaria è una cambiale tratta con la quale un’impresa (traente), ordina a una banca (accettante), di pagare una somma definita a una scadenza prestabilita. La banca, apponendo sul titolo, in forza della concessione di fido, la propria firma di accettazione, viene ad assumere il ruolo di obbligato principale. Il traente si impegna a fornire alla banca i fondi con valuta utile per l’estinzione dell’accettazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 66 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - b. Credito di avallo: ◦ È una forma di credito poco utilizzata e in genere riguarda: ◦ operazioni di importi elevati; ◦ imprese di grandi dimensioni e di diffuso prestigio; ◦ transazioni commerciali soprattutto internazionali. ◦ L’avallo della banca svolge la funzione di garantire il buon fine dell’obbligazione contratta dall’acquirente accettante, il quale costituisce di conseguenza il beneficiario del prestito di firma. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 67 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - c. Credito di fidejussione: ◦ La fideiussione è un contratto attraverso il quale la banca concedente il credito di firma costituisce, a favore del cliente affidato, la propria garanzia in merito alla tempestiva e regolare esecuzione delle obbligazioni da questo contratte. Nel caso di mancato adempimento dell’obbligazione da parte dell’obbligato, il creditore può rivolgersi indifferentemente o al fideiussore o all’obbligato stesso secondo un principio di solidarietà degli obbligati (art. 1944 c.c.). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 68 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma Crediti di firma a supporto di operazioni finanziarie La polizza di credito commerciale è un documento che contiene una dichiarazione di riconoscimento di un debito a breve termine da parte di un’impresa nei confronti di un’altra impresa. Non è un titolo di credito, ma un semplice documento che accerta l’esistenza del debito di un soggetto. Infatti, la banca rilascia una fideiussione con la quale si impegna per il buon fine del credito a favore del creditore originario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 69 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - La cambiale finanziaria è il primo strumento introdotto nel nostro ordinamento giuridico dedicato all’impresa per la raccolta diretta di risorse finanziarie a breve termine. Le sue caratteristiche sono: ◦ è un titolo di credito all’ordine, emesso in serie con una scadenza compresa fra i 3 e i 12 mesi; ◦ è equiparata alla cambiale ordinaria; ◦ non può essere di importo inferiore ai 50.000 euro; ◦ nel caso di emissione da parte di società non quotate alla Borsa Valori, la cambiale finanziaria deve indicare il nome della banca garante e l’importo garantito; ◦ la girata della cambiale avviene senza garanzia. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 70 Strumenti finanziari d’impresa Crediti di firma - segue - Il certificato di investimento assume larga parte delle caratteristiche della cambiale finanziaria. Gli elementi che lo differenziano dalla cambiale finanziaria sono: ◦ ha durata superiore a un anno; ◦ non ha natura cambiaria, è un valore mobiliare ed è un titolo di credito che si trasferisce con girata; ◦ può essere emesso «non in serie». Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 71 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Le operazioni di finanziamento in valori mobiliari (securities lending) hanno come finalità: ◦ ottenere un prestito titoli ◦ o utilizzare i titoli in portafoglio per ottenere un prestito Si tratta di operazioni di ◦ Pronti contro termine ◦ Prestito titoli ◦ Riporto Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 72 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Pronti contro termine I pronti contro termine sono contratti nei quali un venditore (generalmente una banca) cede un certo numero di titoli a un acquirente e si impegna, nello stesso momento, a riacquistarli dallo stesso acquirente a un prezzo (in genere più alto) e ad una data (termine) predeterminati. L'operazione consiste, quindi, in un prestito di denaro da parte dell'acquirente e un prestito di titoli da parte del venditore. Sono strumenti finanziari a breve termine e non è raro nella pratica ritrovare dei contratti a scadenza giornaliera, utilizzati per condurre operazioni speculative e di copertura. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 73 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Finalità economiche: ◦ L’investimento di risorse finanziarie nel breve periodo: l’intermediario finanziario realizza un’operazione di investimento di breve durata. ◦ L’acquisizione della disponibilità temporanea di titoli, che può derivare da: concludere un’operazione sul mercato dei valori mobiliari (es: vendita allo scoperto); esercitare i diritti connessi al titolo; ottenere i titoli necessari a far fronte a un impegno di liquidazione assunto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 74 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Prestito titoli è un contratto attraverso il quale il prestatore (lender) consegna al prestatario (borrower) titoli di credito fungibili dietro corrispettivo; alla scadenza saranno restituiti al prestatore, titoli della stessa quantità e specie di quelli ricevuti. Il borrower, per l’intera durata del prestito, diventa proprietario a tutti gli effetti dei titoli ricevuti e può disporne in base a quanto stabiliscono i diritti relativi al titolo stesso. I frutti (dividendi, interessi) maturati sui titoli oggetto del prestito spettano però al prestatore e devono quindi essere restituiti dal borrower al lender. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 75 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Finalità economiche: Per i borrowers (brokers, dealers, market makers, trader, gestori di hedge funds) l’operazione di prestito titoli è finalizzata a ottenere la disponibilità temporanea di specifici titoli. Per i lenders (investitori istituzionali, aziende) l’operazione di prestito titoli costituisce un modo per ottenere una remunerazione aggiuntiva sul proprio portafoglio titoli. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 76 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Riporto Il riporto è il contratto, disciplinato dagli artt. 1548 e seguenti del c. c., mediante il quale un soggetto (riportato) trasferisce in proprietà a un altro soggetto (riportatore) titoli di credito di una data specie a un prezzo determinato, a fronte dell’impegno assunto dal riportatore di trasferire al riportato, a una scadenza prefissata, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie, dietro rimborso del prezzo, aumentato o diminuito rispetto al prezzo a pronti di una misura convenuta. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 77 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Il prezzo a termine può essere superiore o inferiore al prezzo a pronti. Si parla di: ◦ riporto con riporto quando il prezzo a termine è superiore al prezzo a pronti e l’onere dell’operazione è quindi a carico del riportato; la finalità è quella di consentire al riportato di ottenere la disponibilità temporanea di denaro; ◦ riporto con deporto quando il prezzo a termine è inferiore al prezzo a pronti e l’onere dell’operazione è quindi a carico del riportatore; la finalità è quella di consentire al riportatore di ottenere la disponibilità temporanea di titoli; ◦ riporto alla pari quando il prezzo a termine e il prezzo a pronti coincidono. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 78 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Finalità economiche: ◦ L’operazione di riporto con deporto equivale di fatto a un prestito di titoli: il riportatore ottiene la disponibilità temporanea di titoli a un costo dato dalla differenza, positiva, tra prezzo a pronti e prezzo a termine. ◦ L’operazione di riporto con riporto è un prestito di denaro: il riportato ottiene la disponibilità temporanea di risorse finanziarie, a fronte della quale corrisponde a termine al riportatore l’importo del prestito maggiorato degli interessi e degli altri oneri previsti dal contratto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 79 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari La finalità dell’operazione è poi diversa a seconda che si faccia riferimento al riporto finanziario o di banca oppure al riporto di borsa. Nel riporto finanziario, il riportatore è tipicamente un ente creditizio, e il contratto è stipulato per consentire al riportatore di ottenere la disponibilità temporanea di risorse finanziarie. Poiché il contratto è stipulato nell’interesse del riportato, il prezzo a pronti è inferiore al prezzo a termine. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 80 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Il riporto di borsa, svolto da banche e intermediari mobiliari nei confronti di operatori di Borsa, è caratterizzato dal fatto di essere strettamente legato a un’operazione di Borsa. Il riporto è stato uno strumento ampiamente utilizzato dagli operatori per prolungare le posizioni ribassiste o rialziste nel sistema della liquidazione a termine dei contratti. Possono formare oggetto del riporto di borsa esclusivamente le azioni, le obbligazioni convertibili e i warrant quotati in Borsa o negoziati in mercati regolamentati. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 81 Strumenti finanziari d’impresa Gli strumenti di finanziamento basati su valori mobiliari Confronto tra le diverse forme tecniche FORMA TECNICA PcT FINALITA’ - Prestito di denaro Prevede la garantito da titoli contemporanea - Prestito titoli firma di due contratti RIPORTO PRESTITO TITOLI Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 PERFEZIONAM ENTO CONTRATTO - Prestito titoli DURATA Da 30 giorni a 6 mesi Si perfezionano con un solo contratto valido sia per la transazione a Alla scadenza, pronti sia per anche quella a termine indeterminata 82 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue Definizione: La cartolarizzazione (o securitisation) si configura come una cessione in pool di crediti o di altre attività finanziarie iscritte nel bilancio del cedente, che producono flussi di cassa pluriennali e presentano caratteristiche d’illiquidità, ad una società appositamente costituita e che prende il nome di società veicolo (“Special Purpose Vehicle” o SPV). L’acquisizione di tali asset da parte del veicolo appositamente costituito viene finanziata mediante l’emissione di titoli di debito, destinati al collocamento e alla circolazione sul mercato finanziario. La cartolarizzazione è regolamentata con la legge n.130 del 1999. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 83 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione -schema - segue - Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 84 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue Lo schema base di un’operazione di cartolarizzazione si articola in tre fasi: la selezione di un portafoglio di attività idonee a produrre flussi di cassa periodici, individuate sulla base di requisiti di omogeneità tali da renderne possibile l’aggregazione; la cessione del portafoglio di attività da parte del titolare originario (originator) a una società appositamente costituita (lo Special Purpose Vehicle, o SPV); l’emissione da parte dello SPV e il collocamento di titoli (Asset Backed Securities ABS) a fronte delle attività acquistate. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 85 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue Finalità per l’originator: ◦ eliminazione dallo stato patrimoniale delle attività cedute al fine di ottenere liquidità e di ricomporre la struttura di bilancio; ◦ nel caso di originator di natura non finanziaria, si rivela particolarmente utile quando l’accesso ai finanziatori è difficoltoso, come accade per le imprese cosiddette «marginali» (sprovviste di rating, in situazione di difficoltà nota agli investitori, fortemente indebitate, ecc.). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 86 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue La liquidità liberata mediante la securitisation può essere destinata a: ◦ finanziare nuovi investimenti contraddistinti da un profilo di redditività maggiore o rischio minore rispetto a quanto dismesso; ◦ ridurre le passività; ◦ ristrutturare l’attivo e il passivo; ◦ riposizionarsi sul mercato cedendo attività non strategiche per concentrarsi sul core business. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 87 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue Esempi di costi fissi per una operazione di cartolarizzazione: ◦ commissioni pagate all’investment bank, alla società di rating e ai soggetti garanti; ◦ spese legali e contabili; ◦ costo di eventuali garanzie interne; ◦ costi amministrativi legati al processo di selezione e di vendita delle attività. L’operazione non è conveniente per portafogli di piccolo importo. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 88 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue Le attività sottostanti Le operazioni più frequenti sono quelle costruite intorno alla cessione di portafogli di: ◦ mutui, soprattutto ipotecari; ◦ crediti al consumo (derivanti dall’utilizzo di carte di credito, concessi per l’acquisto di automobili ecc.); ◦ crediti originati da contratti di leasing; ◦ crediti commerciali; ◦ crediti fiscali, previdenziali, governativi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 89 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue - La fase di selezione delle attività da cartolarizzare è particolarmente delicata, poiché da essa dipende buona parte del successo dell’operazione. La scelta delle attività da cartolarizzare dovrebbe ricadere tra operazioni: omogenee e standardizzate dal punto di vista giuridico (forma tecnica) e finanziario (ammortamento, durata, rendimento), in modo da generare flussi di cassa regolari e predeterminabili; diversificate dal punto di vista economico-tecnico (settori di attività economica, collocazione geografica e tipologia dei debitori ecc.), in modo da determinare un grado di rischio stabile e quantificabile. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 90 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue - Tipologie di rischi del portafoglio cartolarizzato TIPOLOGIA DI RISCHIO MODALITA’ DI MANIFESTAZIONE Rischio di credito Insolvenza del debitore principale Rischio di liquidità Mancata coincidenza tra flussi in entrata (relativi al portafoglio sottostante) e flussi in uscita Rischio di reinvestimento Rimborso anticipato da parte dei debitori ceduti Rischio di interesse/di cambio Mismatching tra flussi riscossi dai debitori e flussi pagati agli investitori in termini di tasso di interesse (per esempio fisso anziché variabile) o di valuta di denominazione Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 91 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazioni - Titoli ABS -segue I titoli emessi nell’ambito di un’operazione di securitisation sono noti con la denominazione di Asset Backed Securities (di seguito “ABS”). Gli ABS sono strumenti finanziari emessi a fronte di un’operazione di cartolarizzazione, la cui struttura è molto simile a quella di un titolo obbligazionario, in quanto attribuiscono al loro possessore il diritto a ricevere un flusso cedolare periodico, il cui ammontare viene determinato sulla base di un tasso di interesse fisso o variabile, e al rimborso a scadenza del capitale sottoscritto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 92 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue - Al fine di: ridurre i rischi per l’investitore, di aumentare il rating dell’emissione, e di ridurre il tasso di rendimento richiesto dal mercato GARANZIE INTERNE GARANZIE ESTERNE (prestate dal creditore originario) (prestate da terzi) Tale tecnica viene definita Credit Enhancement Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 93 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue - Garanzie interne: ◦ (l’originator non trasferisce interamente il rischio di credito al cessionario, ma se ne accolla una parte) ◦ overcollateralization; ◦ costituzione di un deposito in garanzia; ◦ excess spread; ◦ pay out events; ◦ emissione di tranche caratterizzate da un diverso livello di subordinazione (credit tranching). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 94 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione - segue - Credit tranching: in genere, prevede il ricorso a tre diverse classi di seniority overcollateralization: ◦ la tranche senior, caratterizzata dal massimo livello di rating e indirizzata agli investitori che presentano un profilo di rischio contenuto; ◦ la tranche mezzanine; ◦ la tranche junior, generalmente sprovvista di un rating, in quanto totalmente esposta al rischio d’insolvenza. Questa tranche è di norma interamente sottoscritta dalla società originator, al fine di inviare al mercato un segnale di bontà del merito creditizio delle altre classi di titoli oggetto di emissione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 95 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione Garanzie esterne: ◦ (verso banche o compagnie di assicurazione) ◦ Assunzione da parte dell’intermediario di un rischio di insolvenza pari a una percentuale multipla rispetto a quella degli attivi ceduti. Per coprirsi dal rischio di interesse o di cambio, è invece possibile effettuare un contratto di swap stipulato con una controparte di elevata reputazione (in genere una banca), in modo da poter ricomporre eventuali disallineamenti tra i flussi finanziari delle attività sottostanti e i flussi delle ABS. Contro il rischio di reinvestimento (ipotesi di rimborso anticipato) è possibile acquistare un’opzione call su titoli che assicurino interessi sufficienti a pagare il servizio del debito sulle ABS. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 96 Strumenti finanziari d’impresa Programma 1. 2. 3. 4. Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa Mercato degli strumenti finanziari Introduzione agli strumenti finanziari derivati Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 97 Strumenti finanziari d’impresa 2. Mercato degli strumenti finanziari Definizione degli strumenti finanziari: titoli azionari, titoli di stato, titoli obbligazionari, titoli obbligazionari struttuturati, covered warrant Mercati finanziari: ◦ definizioni, tipologie e caratteristiche ◦ sistemi di sottoscrizione-collocamento Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 98 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue Definizione Le azioni sono strumenti finanziari che rappresentano una quota parte del capitale sociale di imprese costituite in forma di società per azioni, di società in accomandita per azioni o di società cooperativa per azioni. L’emissione di azioni ha lo scopo di raccogliere disponibilità finanziarie sotto forma di capitale di rischio. I fondi così ottenuti sono (di norma) rimborsati ai soggetti che li hanno conferiti solo allo scioglimento della società. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 99 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue I diritti dei soci sono stabiliti in parte dalla legge e in parte dallo statuto dell’emittente: ◦ diritti amministrativi: consentono al socio di tutelare la propria posizione, perché lo mettono in grado di partecipare alle vicende della società; ◦ diritti patrimoniali: consistono nel diritto al rimborso del capitale conferito all’atto dello scioglimento della società e nel diritto al dividendo; ◦ diritti di natura mista: comprendono una componente amministrativa e una economico/patrimoniale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 100 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue Diritti misti I diritti misti spettanti agli azionisti ordinari sono due: ◦ diritto di recesso consiste nella possibilità per il socio di vedersi rimborsato anticipatamente il capitale conferito. ◦ diritto di opzione consiste nella possibilità di sottoscrivere le azioni di nuova emissione in occasione di aumenti di capitale a pagamento. Poiché le azioni di nuova emissione offerte in opzione al socio sono proporzionali al numero di azioni «vecchie» da lui possedute, l’esercizio del diritto consente di mantenere una quota costante di partecipazione al capitale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 101 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue Azioni ordinarie Rappresentano la tipologia tradizionale di titolo societario, in quanto incorporano al loro interno tutti i diritti di natura amministrativa e patrimoniale previsti dalla legge. I possessori di azioni ordinarie godono, in particolare, di un pieno diritto di voto sia nelle assemblee ordinarie che straordinarie. A fronte di ciò, si riscontra, tuttavia, un maggior rischio di natura patrimoniale, in quanto il diritto al dividendo è condizionato dalle politiche distributive, così come il diritto al rimborso del capitale in caso di scioglimento della società, risulta subordinato al soddisfacimento degli azionisti speciali. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 102 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue Azioni privilegiate Il codice civile, all’art. 2348, consente alle società per azioni di emettere categorie speciali di titoli azionari, privilegiate nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale all’atto dello scioglimento della società. Tali titoli sono perciò detti azioni privilegiate. Il privilegio patrimoniale consiste nel diritto a una determinata quota dell’utile, assegnata prima che abbia luogo la remunerazione delle azioni ordinarie. In contropartita del privilegio patrimoniale, la legge prevede una limitazione dei diritti amministrativi spettanti ai possessori di tali azioni (per esempio l’esercizio del diritto di voto). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 103 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue - Il privilegio può riguardare anche il rimborso del capitale all’atto dello scioglimento della società. In questo caso, esso può essere costituito dal: ◦ diritto all’attribuzione di una somma pari al valore nominale delle azioni, da rimborsarsi in via prioritaria rispetto al rimborso delle altre categorie di azioni emesse (e segnatamente rispetto al rimborso delle azioni ordinarie); ◦ diritto al rimborso di una somma maggiorata rispetto a quella spettante alle azioni ordinarie. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 104 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue Azioni di risparmio Sono state istituite con la legge n. 216/74 e sono azioni privilegiate emesse da società le cui azioni sono quotate in mercati regolamentati italiani o di altri paesi dell’Unione Europea. La valorizzazione della componente patrimoniale implica una limitazione nell’esercizio dei diritti amministrativi: gli azionisti di risparmio, infatti, non possono mai intervenire e votare nelle assemblee della società, sia ordinarie sia straordinarie. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 105 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari - segue L’emissione di azioni privilegiate e di risparmio è giustificata dalla volontà di rendere appetibile la partecipazione al capitale della società anche ai piccoli risparmiatori, poco interessati all’utilizzo dei diritti amministrativi, ma attratti dalla prospettiva di ottenere un soddisfacente rendimento. Pur restando condizionata alla presenza di utile residuo dopo il soddisfacimento dei vincoli legali di destinazione del risultato conseguito dalla società, la remunerazione delle azioni privilegiate e di risparmio è meno aleatoria di quella delle azioni ordinarie, perché non è legata alle decisioni dell’assemblea dei soci. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 106 Strumenti finanziari d’impresa Titoli azionari Rendimento di un titolo azionario: I titoli azionari possono generare flussi di cassa sotto forma sia di dividendo periodico sia di guadagno o perdita in conto capitale (se vi è una differenza fra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto del titolo). Il rendimento dell’investimento in un titolo azionario, ipotizzando un periodo di detenzione annuale, può essere espresso come: r = (Div1 + P1 – P0)/P0 r= tasso di rendimento dell’investimento su base annua Div1= dividendo ricevuto nel periodo di detenzione del titolo P1= prezzo di vendita P0= prezzo di acquisto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 107 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di stato - segue Definizione I titoli di Stato sono obbligazioni che vengono emesse direttamente dai governi, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie per la copertura del fabbisogno fisso e di liquidità, generato dall’esercizio dell’attività pubblica. I diritti di credito incorporati nel titolo possono essere corrisposti al sottoscrittore del prestito sia mediante lo scarto di emissione (differenza tra il valore nominale e il prezzo di emissione o di acquisto), sia mediante il pagamento di cedole (fisse o variabili) durante la vita del titolo. Alla scadenza dell'obbligazione lo Stato rimborsa il capitale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 108 Strumenti finanziari d’impresa - segue - Titoli di Stato Titoli a rendimento prefissato (a tasso fisso) Titoli indicizzati (a tasso variabile) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Sono titoli per i quali sia il livello delle cedole sia il prezzo di rimborso alla scadenza sono predeterminati e non mutano al variare delle condizioni di mercato. Prevedono che il livello delle cedole e/o l’ammontare del capitale rimborsato a scadenza siano calcolati in corrispondenza della loro data di maturazione in funzione dell’andamento di parametri esterni. 109 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue Titoli di stato a rendimento prefissato: Zero coupon («senza cedola»): in assenza di un pagamento periodico di interessi, il rendimento ottenuto dall’investitore è riconducibile alla differenza fra il prezzo di sottoscrizione o di acquisto (che è stabilito «sotto la pari») e il prezzo di rimborso alla scadenza. Esempi: i BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) e i CTZ (Certificati del Tesoro Zero coupon). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 110 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue - Titoli con cedola: l’investitore riceve una cedola periodica fissa e predeterminata nel suo importo, indipendente dall’andamento dei tassi di interesse sul mercato o di altre variabili di scenario. Esempi: BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 111 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue Titoli di stato indicizzati: La creazione di titoli indicizzati risponde all’esigenza di offrire agli investitori opportunità di investimento con un rendimento costantemente allineato alle condizioni di mercato, attraverso uno strumento che mantiene le caratteristiche proprie di un titolo obbligazionario, e in particolare la natura creditizia del rapporto tra emittente e investitore. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 112 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue Oggetto dell’indicizzazione: E’ possibile ancorare a un parametro di riferimento sia il flusso di rimborso del capitale sia gli interessi (cedole) prodotti dal titolo, oppure una soltanto delle due componenti. La prassi più diffusa è quella dell’ indicizzazione degli interessi. E’ rara l’indicizzazione del capitale rimborsato a scadenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 113 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue Parametro dell’indicizzazione: indicizzazione finanziaria: il rendimento del titolo è legato a un parametro di natura finanziaria (es: il tasso dei BOT, il tasso interbancario Euribor); indicizzazione valutaria: il parametro è rappresentato da un tasso di cambio fra la valuta nazionale e una valuta estera adottata come riferimento; indicizzazione reale: i flussi del titolo sono ancorati a un indicatore del livello dei prezzi (es: indice Istat). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 114 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato - segue Certificati di Credito del Tesoro (CCT): sono la tipologia più rilevante di titoli di Stato a tasso variabile. Sono titoli a indicizzazione finanziaria dei soli interessi: le loro cedole sono infatti determinate periodicamente sulla base del rendimento dei BOT semestrali. I CCT offrono agli investitori una cedola semestrale pari al tasso di rendimento semplice dei BOT semestrali, maggiorato di una componente fissa (spread), uguale per tutte le cedole e nota sin dall’emissione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 115 Strumenti finanziari d’impresa Titoli di Stato SCADENZA CEDOLA PERIODICIT A’ CEDOLA RIMBORSO Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 BOT CTZ BTP CCT 3,6,12 mesi 18, 24 mesi 3,5,10,30 anni 5,7 anni Assente (zero coupon) Assente (zero coupon) Fissa Indicizzata al tasso dei BOT semestrali maggiorato di uno spread prefissato N/A N/A Semestrale Semestrale Valore nominale (alla pari) in un’unica soluzione alla scadenza 116 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueDefinizione I Corporate Bond sono titolo, di norma a medio lungo termine, emessi da società che attribuiscono al possessore il diritto al rimborso del capitale prestato, alla scadenza naturale del contratto, più un interesse periodico, a titolo di remunerazione del capitale prestato. Lo scopo dell’emissione obbligazionaria (o prestito obbligazionario) è il reperimento di liquidità. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 117 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueModalità di rimborso Rimborso anticipato: l’emittente si può riservare il diritto di rimborsare in ogni momento il titolo in circolazione, con preavviso, al valore nominale o più raramente ad un prezzo superiore e predefinito. Rimborso progressivo: il valore nominale del titolo è rimborsato in tranche, in genere annualmente. La riduzione nel valore della duration implica minori oscillazioni del prezzo del titolo durante la sua vita utile, rendendo il titolo meno «speculativo» rispetto all’andamento dei tassi di mercato. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 118 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segue Rischio di insolvenza dell’emittente: rischio che il debitore non sia in grado di adempiere ai propri obblighi contrattuali, pagando in ritardo (o addirittura non pagando) gli interessi dovuti sul capitale investito e/o lo stesso capitale. Gli investitori, per avere sintetiche informazioni in materia di rischi di insolvenza degli emittenti di titoli a reddito fisso, possono avvalersi del processo di analisi e valutazione detto rating. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 119 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segue L’attività di rating viene svolta da apposite entità, definite agenzie di rating. A livello internazionale, le più note sono: ◦ Standard&Poors ◦ Moody’s ◦ Fitch Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 120 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segue Il rating ha come obiettivo di assistere l’investitore nella scelta dell’emissione più confacente al suo profilo di rischio e ai suoi obiettivi di rendimento: a parità di condizioni, infatti, la remunerazione spettante all’obbligazionista risulta proporzionale al rating espresso. Rating alto rischio di insolvenza basso Rating basso rischio di insolvenza alto Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 121 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueObbligazioni convertibili Sono obbligazioni il cui rimborso può avvenire attraverso la consegna di titoli di altra specie e di uguale valore. Il sottoscrittore ha l’opportunità di trasformare, secondo tempi e modi predefiniti, la natura dell’investimento, i relativi diritti e il proprio status grazie alla presenza di un’opzione di conversione del titolo obbligazionario in titolo azionario. Se l’opzione non è esercitata, l’obbligazione convertibile giunge a scadenza come un’obbligazione tradizionale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 122 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueValore del rapporto di conversione: indica il numero di obbligazioni necessario per ottenere, se convertite, un’azione di compendio. Durata del periodo di conversione: determina quando, nel corso della vita utile dell’obbligazione, può essere esercitata l’opzione di conversione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 123 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueObbligazioni con warrant hanno uno schema contrattuale molto simile a quello delle obbligazioni convertibili, differenziandosi da queste per il fatto che l'investitore sottoscrive due strumenti: l'obbligazione tradizionale (il titolo principale) e il warrant. Il warrant incorpora un diritto di opzione, in quanto offre all’obbligazionista la possibilità di effettuare un investimento aggiuntivo, sottoscrivendo titoli azionari con tempi, modi, quantità e prezzi predefiniti. In Italia i warrant hanno durate medie intorno ai 4-5 anni e danno diritto all'acquisto di azioni ordinarie della società emittente le obbligazioni. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 124 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni (corporate bond) –segueL’obbligazione convertibile, se spogliata dell’opzione, presenta un valore intrinseco (bond value) misurato dal valore dei flussi futuri pagati dal titolo, attualizzati a un tasso espressivo del rischio dell’investimento. In ogni momento, tale tasso è pari al rendimento corrente di investimenti alternativi giudicati omologhi per grado di rischio. L’obbligazione convertibile risulta appetibile per l’investitore se il suo prezzo di mercato è inferiore al bond value. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 125 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni subordinate –segueObbligazioni subordinate Sono titoli obbligazionari che presentano un profilo di rischio più alto rispetto alle tradizionali obbligazioni, dato che, in caso di liquidazione o insolvenza della società emittente, i loro possessori vedranno il loro capitale rimborsato solo successivamente agli obbligazionisti ordinari. In considerazione, del maggior rischio sostenuto, l’investitore che sottoscrive un’obbligazione subordinata gode di un maggior rendimento in termini di cedole percepite. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 126 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni subordinate –segueObbligazioni subordinate La subordinazione può essere totale o parziale e diretta a tutelare la posizione di altri creditori, sia di natura finanziaria (quali ad esempio le banche finanziatrici) o natura commerciale (come ad esempio specifici fornitori). Le obbligazioni subordinate rappresentano una fattispecie particolarmente utilizzata nel settore bancario e finanziario. Le principali tipologie sono: ◦ obbligazioni Tier I ◦ obbligazioni Upper Tier II ◦ obbligazioni Lower Tier II ◦ obbligazioni Tier III Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 127 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni indicizzate –segueObbligazioni indicizzate Le obbligazioni indicizzate costituiscono una particolare tipologia di strumento sancita con la riforma del 2003. L’art. 2411, comma 2, riconosce, infatti, la validità dei contratti obbligazionari in cui i tempi e l'entità del pagamento degli interessi possono variare in dipendenza di parametri oggettivi anche relativi all'andamento economico della società. La scelta del parametro di riferimento può basarsi su variabili che riflettono l’andamento economico della società emittente (si pensi agli indici di redditività, d’indebitamento o all’ utile netto di bilancio), o rintracciabili (a titolo di esempio azioni, valute e merci). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 128 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate –segueObbligazioni strutturate Si tratta di strumenti di finanziamento il cui rimborso e/o la cui remunerazione viene indicizzata all’andamento di un’attività sottostante Sono titoli costituiti da un normale titolo obbligazionario, a tasso fisso o variabile, e uno o più strumenti derivati. Categorie: ◦ titoli strutturati equity linked; ◦ titoli strutturati su tassi di interesse; ◦ titoli strutturati forex (o currency) linked; ◦ titoli strutturati commodity linked; ◦ titoli strutturati credit linked. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 129 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate - segue Equity linked: sono titoli strutturati in cui lo strumento derivato incorporato nel titolo è legato all’andamento del mercato azionario; il valore di tali titoli risente, oltre che dell’andamento dei tassi di interesse, anche dell’andamento del mercato azionario. equity linked a capitale garantito reverse convertible combinando un titolo obbligazionario con l’acquisto di un’opzione call Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 combinando un titolo obbligazionario con la vendita di un’opzione put 130 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate - segue Titoli strutturati su tassi di interesse: sono titoli strutturati ottenuti combinando con un normale titolo uno strumento derivato sensibile ai tassi di interesse. Currency e commodity linked: sono titoli in cui il derivato incorporato nel titolo è legato all’andamento di uno o più tassi di cambio e di uno o più prezzi di materie prime. Titoli credit linked: sono titoli il cui rendimento è influenzato anche dell’affidabilità creditizia di un soggetto diverso dall’emittente. Hanno cedole più alte dei titoli obbligazionari normali ma prevedono la facoltà di interrompere il pagamento delle cedole se si verifica un determinato credit event (es.insolvenza) di un ben definito soggetto diverso dall’emittente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 131 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate –segue Reverse floater: è un titolo a tasso variabile (floater) che però presenta un meccanismo di indicizzazione inverso rispetto al solito. Mentre per i comuni titoli a tasso variabile la cedola pagata dal titolo è direttamente proporzionale al livello dei tassi di interesse, nei reverse floater la cedola pagata è tanto più alta quanto più basso è il livello dei tassi. La cedola di un reverse floater è pari alla differenza fra un tasso fisso e un tasso variabile, con il risultato che la cedola aumenta al diminuire del tasso variabile. In genere, all’investitore dell’obbligazione viene venduta anche una opzione di tipo cap che consente – a fronte del pagamento di un premio – di ricevere la differenza fra il tasso variabile e un tasso fisso ogni volta che il primo supera il secondo. In questo modo l’investitore elimina il rischio di trovarsi di fronte a cedole negative. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 132 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate –segueTitoli equity linked a capitale garantito: sono titoli indicizzati all’andamento del mercato azionario e che in ogni caso consentono al sottoscrittore di ricevere a scadenza un importo almeno pari al valore nominale del titolo. Si distinguono: Index linked: il rendimento del titolo dipende da uno o più indici azionari; Basket linked: il rendimento del titolo è agganciato all’andamento di un paniere di singoli titoli azionari; Fund linked: il parametro di riferimento che incide sul rendimento del titolo è invece il rendimento di un fondo comune. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 133 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate –segueReverse convertible: è una obbligazione convertibile, ed è pertanto possibile che a certe condizioni il reverse convertible sia convertito in titoli azionari. A differenza però delle normali obbligazioni convertibili, in cui la facoltà di conversione in azioni spetta al sottoscrittore ed è quindi esercitata solo quando è conveniente per quest’ultimo, nelle reverse convertible la facoltà di emissione spetta all’emittente, e quindi sarà esercitata quando sarà sfavorevole per il sottoscrittore. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 134 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate - segue Esempio di titolo reverse convertible DENOMINAZIONE REVERSE CONVERTIBLE ALFA Durata 3 MESI Taglio del titolo 5.000 euro Valore nominale 100 Cedola periodica Non prevista Cedola unica a scadenza 15% su base annua Valore di rimborso alla scadenza • Se alla scadenza del titolo l’azione Alfa ha una quotazione pari o superiore a 5 euro, il titolo rimborsa alla pari (5.000 euro per ogni titolo) • Se alla scadenza del titolo l’azione Alfa ha una quotazione inferiore a 5 euro, il titolo viene rimborsato con la consegna di 1.000 azioni Alfa Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 135 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate - segue Le peculiarità del titolo sono: ◦ ha una cedola più alta rispetto ai tassi di mercato; ◦ può prevedere il rimborso mediante azioni della società emittente proprio quando ciò non è favorevole per l’investitore. Il titolo (che ha di norma una durata di 3 o 6 mesi) può essere scomposto come la somma di un titolo zero coupon e un’opzione. Mentre però il titolo index linked poteva essere scomposto nella somma di un titolo zero coupon e di un’opzione call comprata dal sottoscrittore, il reverse convertible può essere scomposto come un titolo zero coupon e un’opzione di tipo put che in questo caso è venduta dal sottoscrittore all’emittente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 136 Strumenti finanziari d’impresa Obbligazioni strutturate - segue Nell’esempio precedente il sottoscrittore vende di fatto all’emittente un’opzione put sul titolo Alfa con prezzo di esercizio pari a 5 euro e per un lotto di 1.000 azioni. Vendere questa put significa infatti accollarsi tutti i ribassi del titolo Alfa al di sotto del prezzo di esercizio pattuito. A fronte della vendita della put il sottoscrittore riceve però un premio; nel titolo reverse convertible, ciò si concretizza nella cedola, ampiamente maggiorata rispetto ai tassi di mercato, che l’investitore riceve. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 137 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant –segueDefinizione I covered warrants (CW) sono gli strumenti finanziari che conferiscono all’investitore la facoltà di acquistare (CW call) o di vendere (CW put) un’attività sottostante a un prezzo prestabilito a una data prefissata (CW di tipo europeo) o entro una data prefissata (CW di tipo americano). Il CW ricalca la struttura di una opzione: il CW nasce come un sostituto delle opzioni tradizionali creato da investitori istituzionali operanti in paesi in cui il mercato degli strumenti derivati tradizionali risultava inesistente o fortemente limitato. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 138 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant –segue Differenze rispetto alle opzioni: 1. Controparti coinvolte nell’operazione: nelle opzioni tradizionali ogni specifico contratto call o put viene quotato su iniziativa del mercato il quale, aprendo le contrattazioni, si dichiara disponibile a ricevere ordini di acquisto o vendita sullo specifico strumento. Invece, nei CW lo specifico contratto viene quotato su iniziativa di una istituzione finanziaria che si rivolge al mercato regolamentato chiedendone l’ammissione alla quotazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 139 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant - segue 2. Natura giuridica dello strumento: l’opzione tradizionale nasce quando un soggetto incontra un altro soggetto che dietro il pagamento di un premio è disposto a fungere da controparte in questa operazione. I due soggetti, dopo essersi accordati sul prezzo, stipulano un contratto in cui riportano tutte le obbligazioni derivanti dall’accordo preso. Un CW nasce invece per volontà di una istituzione finanziaria che emette un determinato ammontare di titoli. Ogni titolo conferisce all’acquirente la facoltà di esercitare un diritto di acquisto o di vendita relativamente a un certo strumento sottostante. il diritto di opzione non nasce da un contratto stipulato tra due parti ma è incorporato in un titolo negoziabile. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 140 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant - segue - 3. Le specifiche contrattuali: ◦ Attività sottostante: il regolamento di Borsa italiana prevede che siano ammissibili alla quotazione CW su: azioni di emittenti diversi dall’emittente covered warrant, quotate in Italia o in un altro Stato, che presentino requisiti di elevata liquidità; titoli di Stato negoziati su mercati regolamentati con requisiti di elevata liquidità; tassi di interesse ufficiali o generalmente utilizzati sul mercato dei capitali; valute la cui parità di cambio sia rilevata con continuità dalle autorità o dagli organismi competenti, e che comunque siano convertibili; indici o panieri di indici relativi alle attività precedenti a condizione che siano notori e caratterizzati da trasparenza nei metodi di calcolo e diffusione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 141 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant - segue ◦ Scadenza e modalità di esercizio: i CW hanno una durata compresa tra 1 anno e 5 anni. La modalità di esercizio può avvenire alternativamente mediante consegna fisica dell’attività sottostante o tramite liquidazione monetaria se l’attività sottostante è costituita da azioni o titoli di Stato negoziati sui mercati italiani, mentre per tutte le altre categorie di attività sottostanti è consentita esclusivamente la modalità di liquidazione monetaria. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 142 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant - segue ◦ Il multiplo: a ogni CW è associato un multiplo, cioè una quantità di sottostante su cui il portatore di CW vanta il diritto. Il regolamento di Borsa Italiana ha stabilito che il multiplo debba essere pari a 0,1 qualora l’attività sottostante sia costituita da azioni italiane quotate in borsa, e pari a 0,0001 qualora il sottostante sia costituito da indici gestiti da Borsa Italiana. Un multiplo pari a 0,1 significa che il titolare di un CW call ha il diritto di acquistare un decimo di azione della società sottostante a un prezzo di esercizio prefissato. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 143 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant 4. - segue - Meccanismo di contrattazione: i CW sono quotati, in Italia, su un apposito mercato telematico denominato Mercato dei Covered Warrant (MCW). Come per le opzioni tradizionali, è inoltre obbligatoria per ogni serie di covered warrant quotata la presenza di operatori market maker, la cui funzione è quella di fornire liquidità al mercato; tuttavia nel caso dei CW il ruolo di market maker è solitamente svolto dagli stessi intermediari emittenti o da soggetti da essi incaricati. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 144 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant –segue Caratteristiche degli emittenti: ◦ sono ammessi a quotazione solo i CW emessi da società o enti nazionali ed esteri sottoposti a vigilanza prudenziale (banche, assicurazioni e altre istituzioni finanziarie),oppure da Stati o enti sovranazionali; ◦ gli emittenti devono avere un patrimonio di vigilanza minimo di 25 milioni di euro; ◦ obblighi informativi: l’ente emittente deve aver pubblicato e depositato i bilanci degli ultimi tre esercizi annuali, di cui almeno l’ultimo sottoposto a revisione contabile. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 145 Strumenti finanziari d’impresa Covered warrant Una possibile fonte di profitto per l’emittente dei CW consiste nell’effetto che l’avvicinarsi della scadenza esercita sul valore del titolo. Come per le opzioni, anche il valore di un CW può essere idealmente scomposto in due componenti: il valore intrinseco (profitto che si otterrebbe esercitando subito il diritto d’opzione) e il valore temporale (ulteriore profitto derivante dai possibili movimenti futuri del sottostante). Quando la scadenza è relativamente lontana nel tempo profitto potenziale elevato All’approssimarsi della scadenza il valore temporale si azzera Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 146 Strumenti finanziari d’impresa 2. Mercato degli strumenti finanziari Definizione degli strumenti finanziari: titoli azionari, titoli di stato, titoli obbligazionari, titoli obbligazionari struttuturati, covered warrant Mercati finanziari: ◦ definizioni, tipologie e caratteristiche ◦ sistemi di sottoscrizione-collocamento Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 147 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: definizione Il mercato finanziario può essere inteso come un luogo ideale, formato da diverse strutture (giuridiche, operative, fisiche, tecniche) all’interno del quale avvengono gli scambi di prodotti e attività finanziarie. Esso rappresenta il punto di incontro: ◦ tra chi offre un bene e chi domanda un bene (o un loro intermediario); ◦ in cui si formano i prezzi dei beni; ◦ si concludono contratti di scambio; ◦ si definiscono le condizioni per la consegna ed il pagamento dei beni. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 148 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: funzioni Le attività svolte all’interno di un mercato finanziario, sono: l’esercizio dell’attività di intermediazione nell’ambito degli scambi di risorse finanziarie tra unità in avanzo e unità in disavanzo; la possibilità di convertire gli strumenti finanziari sottoscritti in risorse liquide, smobilizzando l’investimento prima della scadenza contrattuale; la gestione dei rischi finanziari, attraverso il ricorso agli strumenti offerti dal mercato dei derivati (che saranno trattati nei capitoli seguenti). l’attività di price discovery. Sui mercati finanziari, infatti, l’incontro fra domanda e offerta comporta la formazione di un prezzo per le attività finanziarie scambiate. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 149 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: classificazione -segue Nazionali o internazionali : A seconda dell’ampiezza territoriale delle contrattazioni si distingue tra mercati domestici (o nazionali), quando esiste una stretta correlazione tra il mercato ed il contesto del paese di riferimento (il sistema normativo e regolamentare è quello nazionale), e mercati internazionali, quando le transazioni sono effettuate tra soggetti residenti e non (un tipico esempio è rappresentato dagli euromercati e dal Mercato interbancario internazionale dei cambi). Primari o secondari : In base al momento di emissione degli strumenti finanziari si parla di mercato primario, relativo allo scambio di titoli di nuova emissione, e mercato secondario, in cui si scambiano titoli già emessi precedentemente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 150 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: classificazione Diretti o organizzati: In base alla tipologia di operatori che possono accedere al mercato si individuano i mercati al dettaglio, in cui operano le persone fisiche, e i mercati all’ingrosso (ad esempio, l’MTS per i Titoli di Stato) in cui sono presenti operatori specializzati. Regolamentati o non regolamentati : si definisce regolamentato quel mercato basato su una specifica regolamentazione relativa all’organizzazione e al funzionamento del mercato stesso. I mercati regolamentati si contrappongono ai mercati over the counter, per i quali non esiste una specifica regolamentazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 151 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: tipologie Mercato monetario. Mercato valutario. Mercato mobiliare. Mercato dei prodotti derivati. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 152 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: mercato monetario In esso vengono negoziati strumenti di finanziamento a breve termine, ossia con una scadenza convenzionalmente non superiore ai diciotto mesi. Gli strumenti tipici del mercato monetario sono: ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ titoli di stato a breve termine (BOT); depositi interbancari; pronto contro termine; certificati di deposito; commercial paper; cambiali finanziarie. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 153 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: mercato valutario E’ il luogo in cui avvengono le negoziazioni di titoli finanziari rappresentativi delle diverse valute estere. Su tale segmento vengono, prevalentemente, negoziati strumenti finanziari derivati in valuta, quali forward, futures, swap, opzioni. Altri strumenti tipici del mercato valutario sono: ◦ Biglietti di banca ◦ Titoli di credito in valuta (commercial paper, P/T in valuta, ecc.) ◦ Obbligazioni estere con scadenza < 6 mesi ◦ Depositi in valuta Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 154 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: mercato mobiliare E’ il luogo in cui avvengono le negoziazioni di mezzi finanziari a medio e lungo termine, sia a titolo di capitale proprio, sia a titolo di capitale di terzi. Gli strumenti tipici del mercato mobiliare sono: ◦ Obbligazioni ◦ Azioni ◦ Titoli di Stato ◦ Fondi comuni (gestione collettiva del risparmio) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 155 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: mercato dei prodotti derivati Mercato in cui l’oggetto dello scambio non sono prodotti finanziari, ma contratti riguardanti lo scambio di prodotti finanziari o di flussi finanziari ad essi correlati: ◦ Options; ◦ Futures; ◦ Swaps; ◦ Forwards; ◦ ... Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 156 Strumenti finanziari d’impresa Mercati regolamentati Si caratterizzano per la presenza di regole che stabiliscono chi è autorizzato a operarvi, chi ne esercita il controllo, quali beni si scambiano, la struttura dei contratti, le modalità di formazione dei prezzi, di scambio dei beni e di pagamento. L’organizzazione si fonda su una Clearing House che ha funzione di: ◦ 1 interfaccia di tutte le contrattazioni; ◦ 2 compensazione in sede di regolamento; ◦ 3 garanzia, con l’imposizione di margini iniziali; ◦ 4 regolamento su base giornaliera dei margini di variazione dei prezzi di mercato (mark to market). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 157 Strumenti finanziari d’impresa Caratteristiche dei mercati regolamentati Liquidità: certezza di poter acquistare e vendere ciò che si vuole trattare. Trasparenza: il prezzo corrisponda alle reali condizioni del mercato (domanda e offerta). Garanzia: qualità, quantità e tempestività delle consegne e dei relativi pagamenti. Efficienza: rapidità, precisione e costi di transazione contenuti. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 158 Strumenti finanziari d’impresa Mercati regolamentati Principali indici di borsa - segue Dal 1 giugno 2009 Borsa Italiana (ora appartenente al London Stock Exchange Group) ha sostituito i vecchi indici Mibtel, S&P/MIB, All Stars, … con i nuovi indici FTSE (Financial Time Stock Exchange) Italia: FTSE Italia All Share: rappresenta i titoli delle società appartenenti agli indici FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap ed FTSE Italia Small Cap FTSE Mib: ha sostituito S&P/MIB e rappresenta i primi 40 titoli italiani per dimensione e liquidità; FTSE Italia Mid Cap: rappresenta i 60 titoli delle società con maggior capitalizzazione, escludendo i componenti del FTSE MIB; FTSE Italia Small Cap: è composto dalle altre azioni, al di fuori dell’indice FTSE MIB e del FTSE Italia Mid Cap, che rispettano requisiti minimi di liquidità e flottante; FTSE Italia Micro Cap: tutte le azioni non rappresentate dall’Indice FTSE Italia All-Share per carenza di liquidità. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 159 Strumenti finanziari d’impresa Mercati regolamentati Principali indici di borsa Indici relativi ai mercati esteri: Dow Jones e Nasdaq 100 relativi rispettivamente ai titoli industriali e ai titoli tecnologici trattati presso la Borsa di New York; Dax 30 principale indicatore della Borsa di Francoforte; Cac 40 indicatore della Borsa di Parigi; FTSe 100 indicatore della Borsa di Londra; Nikkei 225 indicatore della Borsa di Tokyo. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 160 Strumenti finanziari d’impresa Mercati regolamentati I mercati italiani sugli strumenti derivati IDEM: Italian Derivatives Market E’ il mercato regolamentato gestito dalla Borsa Italiana S.p.A., in cui si negoziano: ◦ contratti futures e contratti d’ opzione su singole azioni italiane ed europee (IDEM Equity); ◦ derivati su commodities (futures su energia elettrica) (IDEX); ◦ derivati agricoli (futures su grano duro) (AGREX). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 161 Strumenti finanziari d’impresa Mercati over the counter (O.T.C.) -segue Mercato finanziario su cui avvengono transazioni "fuori Borsa”, ossia fuori dai mercati ufficialmente riconosciuti. I mercati “over the counter” sono caratterizzati dall’assenza di un luogo fisico di svolgimento e accentramento delle negoziazioni, dalla mancanza di una specifica regolamentazione, dall’assenza di quotazioni ufficiali, dalla presenza di contrattazioni non standardizzate relativamente agli importi unitari ed alle scadenze, dalla mancanza di organismi centrali di compensazione. I contratti negoziati vengono perfezionati su base bilaterale e personalizzati in relazione alle esigenze dei contraenti che ne concordano liberamente tutte le caratteristiche Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 162 Strumenti finanziari d’impresa Mercati regolamentati e O.T.C. Le due tipologie di mercato presentano pertanto aspetti contrapposti relativamente a: Caratteristiche Mercati regolamentati Mercati OTC Luogo di contrattazione Mercato organizzato over the counter Regolamentazione Intervento diretto delle autorità preposte Autoregolamentazione Termini del contratto Standardizzati Personalizzati in base alle esigenze delle controparti Chiusura del contratto A scadenza o tramite operazioni di segno opposto Solo a scadenza o tramite cancellazioni (unw inding) Informativa sul mercato Disponibile attraverso quotazioni Generalmente non ufficiale Rischio di liquidità Basso, presenza di market maker e di mercati secondari Alto, assenza di market maker e di mercati secondari Rischio di credito Basso, presenza di clearing house Correlato al merito creditizio della controparte Costi di transazione Bassi Alti Standardizzazione dei contratti Alta Bassa Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 163 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: operatori -segue I soggetti operanti sui mercati finanziari si possono distinguere in due categorie: gli emittenti (prenditori di fondi) ed i sottoscrittori (datori di fondi). I primi sono tipicamente: le imprese, le banche e lo Stato. I sottoscrittori sono: le famiglie, le imprese, gli investitori istituzionali, gli intermediari finanziari, la Banca Centrale. Gli operatori si distinguono a seconda che possano assumere posizioni in proprio (dealers) o solo per conto terzi (brokers); alcuni dealers si impegnano a quotare comunque un determinato numero di prodotti (market makers). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 164 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: operatori -segue A differenza del broker, che opera solo per conto terzi, ricevendo in cambio una commissione (in genere proporzionale agli ordini eseguiti), il dealer puro si assume il rischio delle operazioni effettuate sul mercato e percepisce per queste una remunerazione pari alla differenza (spread) tra prezzo di acquisto (prezzo denaro) e prezzo di vendita (prezzo lettera). In effetti, il dealer acquista strumenti finanziari per rivenderli con l’obiettivo di realizzare un profitto. Si definisce primary dealer il dealer principale in relazione allo spessore delle negoziazioni effettuate sul mercato. Tale intermediario si impegna ad immettere, continuativamente sul mercato, proposte di acquisto e vendita per un fissato quantitativo di titoli. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 165 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: operatori Organismi d’investimento Collettivo / Fondi Pensione Primary dealers Ministero del Tesoro Offerta Banche e società di intermediazione mobiliare Intermediari Secondary dealers Utilizzatori finali Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Banche e società di intermediazione mobiliare Investitori istituzionali, imprese, operatori pubblici, istituzioniDomanda sopranazionali, persone fisiche 166 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari Tipologia di mercati Mercati Regolamentati Mercati non regolamentati Azionario MTA - Mercato telematico azionario: mercato principale di Borsa Italiana dedicato a imprese di media e grande capitalizzazione MIV – Mercato degli Investment Vehicles: Mercato dedicato ai veicoli di investimento AIM Italia: mercato con requisiti calibrati sulle esigenze delle PMI Reddito Fisso MOT – Mercto obbligazionario telematico: mercato dedicato, attraverso i suoi due segmenti DomesticMOT ed EuroMOT, alle negoziazioni di Titoli di Stato italiani ed esteri, obbligazioni bancarie e corporate sia domestiche che internazionali, titoli sovrannazionali ed asset backed securities ExtraMOT: mercato in cui avviene la negoziazione di obbligazioni corporate di emittenti italiani ed esteri gia quotate in altri mercati regolamentati dell’unione Europea, obbligazioni bancarie non quotate e strumenti di debito emessi dalle PMI italiane Derivati IDEM: mercato dei derivati che include i seguenti segmenti: IDEM equity sono listati futures ed opzioni su singole azioni italiane ed europee, su indici e su dividendi; IDEX dedicato ai derivati su commodities e sul quale sono attualmente negoziati futures su energia elettrica italiana; AGREX dedicato ai derivati agricoli e sul quale sono attualmente negoziati futures su grano duro Securited Derivatives SEDEX: mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana dedicato alla negoziazione di certificati e Covered Warrant Fondi MTF – Mercato Telematico Fondi: mercato dedicato alla quotazione e alla negoziazione di ETF (Exchange Traded Funds) di OICR di tipo chiuso e di OICR di tipo aperto indicizzati Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 167 Strumenti finanziari d’impresa Mercati finanziari: modalità di quotazione BID (denaro) = prezzo di vendita o tasso di impiego. ASK (lettera) = prezzo di acquisto o tasso di finanziamento. Esempio: Un operatore vuole impiegare una certa somma sul mercato interbancario per una settimana. In quel momento le quotazioni sono (tassi del 29/03/20XX): bid = 4,7700% ask = 4,7900% L’operatore potrà concordare l’impiego al tasso bid (4,7700%). Viceversa, se volesse finanziarsi l’operatore dovrebbe pagare il tasso ask (4,7900%). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 168 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione-collocamento –segueCollocamenti in forma pubblica : Si tratta dell’offerta pubblica di vendita, rivolta al pubblico indistinto degli investitori, retail e professionali, mediante la quale l’emittente colloca sul mercato i propri titoli, al fine di assicurarsi un sufficiente flottante, ossia un ammontare di azioni in circolazione, tali da permettere un’agevole scambio delle stesse tra gli investitori ed un adeguato grado di liquidità sul mercato. L’offerta consente all’emittente di raggiungere un numero maggiore di investitori e migliora la liquidità del titolo sul mercato secondario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 169 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueCollocamenti in forma privata (Private Placement): L’offerta è indirizzata ad una ristretta e selezionata cerchia di investitori professionali, configurandosi come una forma di collocamento privato particolarmente snella e poco costosa. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 170 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue Le Offerte Pubbliche di Vendita (OPV) di azioni sono finalizzate a consentire la quotazione di una società in un mercato regolamentato. Possono, infatti, essere quotate solo le società le cui azioni sono a proprietà diffusa, cioè possedute da un numero elevato di risparmiatori, singolarmente non in grado di esercitare un’influenza rilevante sul governo dell’impresa. Per l’ammissione al listino principale della Borsa Italiana, questo requisito è soddisfatto se almeno il 25% delle azioni di una società è diffuso presso il pubblico, ossia presso soggetti che non partecipino al controllo della società, che non siano vincolati da patti parasociali nel disporre delle proprie azioni e la cui quota azionaria non superi il 2%. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 171 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueL’Offerta Pubblica di Sottoscrizione (OPS) è un particolare tipo di offerta pubblica iniziale caratterizzata dal fatto che le azioni emesse vengono create ex novo e fatte sottoscrivere a nuovi azionisti. L’Offerta Pubblica di Vendita e Sottoscrizione (OPVS) è caratterizzata da collocamenti che hanno per oggetto in parte azioni di nuova emissione e in parte azioni già emesse. Un’Offerta Pubblica Iniziale (Initial Public Offering - IPO) è un'offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. I collocamenti di azioni di società già quotate sono, invece, seasoned offerings (sotto forma di OPS). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 172 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueLa scelta di come finanziarsi comporta per l’impresa l’assunzione di decisioni riguardanti: la natura dei finanziatori (banche, investitori istituzionali, risparmiatori privati); il tipo di finanziamento (capitale di debito, azionario o forme ibride); la valuta di denominazione del finanziamento; il piano di servizio del debito (struttura temporale del pagamento degli interessi e del rimborso del capitale). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 173 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueProgettazione dell’emissione Prima di procedere agli adempimenti richiesti dalla procedura, è fondamentale svolgere un’analisi approfondita della convenienza economica, finanziaria e strategica dell’operazione, identificando gli impatti che l’operazione avrà sulla struttura finanziaria e organizzativa della società e definendo gli interventi di adeguamento che dovranno essere preventivamente posti in essere, in particolare attraverso l’ausilio di consulenti finanziari. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 174 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue Organizzazione e gestione del collocamento: 1. Predisposizione dei documenti informativi: nei private placement non vi sono vincoli normativi per la struttura e per il contenuto di questo documento. Nelle offerte pubbliche, invece, norme primarie (leggi) e secondarie (regolamenti dell’autorità di vigilanza) dettano il contenuto minimale del documento, la cui preventiva approvazione da parte dall’autorità è necessaria per dar corso all’emissione. L’approvazione è subordinata a una verifica formale, ma non sostanziale, del documento (prospetto informativo). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 175 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue2. Organizzazione del sindacato di collocamento: si procede alla costituzione di un sindacato (consorzio) di collocamento al quale sono invitati a partecipare altre banche o broker-dealer, in numero crescente all’aumentare della dimensione e della complessità dell’operazione. L’invito si sostanzia nella spedizione di una lettera che descrive le caratteristiche essenziali dell’operazione, propone la quota approssimativa di titoli della cui vendita la banca invitata sarà responsabile, specifica il compenso previsto per la partecipazione e le eventuali clausole da rispettare nel proporre i titoli agli investitori. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 176 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue La soluzione consortile è preferita in quanto: ◦ amplia il mercato dei potenziali acquirenti permettendo un prezzo di collocamento più elevato; ◦ abbrevia i tempi dell’operazione minimizzando il rischio che mutamenti repentini nelle condizioni di mercato ne compromettano il successo; ◦ promuove (nel caso di azioni) una più ampia coverage del titolo da emettere, poiché le banche che partecipano al sindacato di collocamento in posizione di responsabilità sono tenute a produrre e diffondere analisi e ricerche in merito; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 177 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue◦ aumenta, presso le istituzioni finanziarie e il pubblico, la visibilità del mutuatario che vedrà così agevolate eventuali ulteriori operazioni di reperimento di capitali sui mercati mobiliari o creditizi; ◦ rende meno competitivo, e quindi più redditizio per gli intermediari, il mercato dei servizi di collocamento, data la prassi di reciprocarsi gli inviti a partecipare alle operazioni gestite ora dagli uni, ora dagli altri; ◦ offre agli intermediari la possibilità di diversificare i rischi finanziari e commerciali dei collocamenti grazie al frazionamento dei rischi che la prassi di reciprocare gli inviti comporta. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 178 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue3. Il Pricing: la fissazione del prezzo di offerta al pubblico determina il rendimento atteso dall’investimento per i sottoscrittori e il costo complessivo della raccolta per l’emittente. Sia la fissazione di un prezzo troppo basso, sia quella di uno troppo elevato sono causa di insuccesso. ◦ Prezzo basso: è danneggiato l’emittente, costretto a pagare un costo della raccolta inutilmente troppo elevato. ◦ Prezzo alto: una quantità domandata insufficiente a coprire l’offerta danneggia i collocatori e, in alcuni casi, anche l’emittente. Gli intermediari sono costretti o a sottoscrivere l’invenduto, con conseguente impegno inatteso di liquidità. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 179 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueFase successiva al collocamento: Con la conclusione dell’emissione, il sindacato trasferisce all’offerente le risorse raccolte dagli investitori. Ciò avviene tramite il deposito delle somme raccolte, al netto delle commissioni per i servizi di intermediazione resi, sul conto corrente detenuto dall’offerente presso la banca agente. Esaurito il suo compito, il consorzio di collocamento si scioglie. Ma, poiché è interesse dell’emittente che i suoi titoli siano facilmente negoziabili sul mercato secondario, alle banche che dirigono il collocamento è richiesto di intervenire anche nei mesi immediatamente successivi all’operazione (attività di stabilizzazione dei corsi). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 180 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueLa negoziabilità di un titolo può essere assicurata in 2 modi: Over the counter (OTC) Mercato regolamentato Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Le banche che dirigevano il consorzio si propongono come market makers sul titolo, quotando con continuità prezzi bid e ask. Le banche che dirigevano il consorzio assistono l’emittente nell’espletamento della procedura di quotazione del titolo sul mercato regolamentato prescelto, rendendosi, se necessario, controparte acquirente di eventuali ordini di vendita per limitare una caduta repentina di prezzo subito dopo l’emissione. 181 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue Tipologie di consorzio: 1. Collocamento 2. Collocamento e garanzia 3. Assunzione a fermo Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 182 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueI consorzi di solo collocamento si impegnano nei confronti dell’emittente a promuovere e curare la vendita dei titoli offerti agli investitori con la massima diligenza (clausola del best effort), senza assumere, però, alcun impegno sulla piena riuscita dell’operazione. Solo una volta chiuso il periodo d’offerta l’emittente conosce l’ammontare dei fondi raccolti col collocamento. Il compenso complessivo pagato dall’emittente viene ripartito in due componenti: la management fee, che remunera l’attività di origination dell’operazione e di organizzazione del sindacato, e la selling concession, che remunera la vendita dei titoli agli investitori. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 183 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segue Il consorzio di collocamento e garanzia assicura all’offerente, oltre al servizio di distribuzione, anche quello di garanzia della vendita di tutti i titoli offerti: l’offerente può così essere certo dei proventi sin dal lancio dell’offerta. La garanzia di accollo dell’invenduto può essere prestata in due modi: Responsabilità individuale Responsabilità solidale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 ciascun membro del consorzio è tenuto ad acquistare i titoli ricevuti in assegnazione per la distribuzione e rimasti invenduti si cumula l’invenduto e si ripartisce l’obbligo di accollo del totale in base alle quote di cui ciascun membro del consorzio si era impegnato a garantire l’acquisto in via residuale 184 Strumenti finanziari d’impresa Sistemi di sottoscrizione collocamento – segueAnche il consorzio con assunzione a fermo (firm commitment) consente all’emittente di ottenere sia un servizio distributivo, sia uno di garanzia di collocamento integrale dei titoli offerti. In particolare, l’underwriting group, o purchase group, compra l’intero ammontare dei titoli offerti prima che la fase distributiva inizi. L’offerente è certo dei proventi netti dell’emissione ed entra subito in possesso delle relative risorse finanziarie. La sottoscrizione dei titoli avviene in via preventiva e riguarda l’intera emissione. Da un punto di vista giuridico, l’offerta al pubblico è sempre di vendita. Anche se i titoli sono di nuova emissione, al momento dell’acquisto, essi risultano già sottoscritti dai componenti il purchase group. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 185 Strumenti finanziari d’impresa Programma 1. 2. 3. 4. Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa Mercato degli strumenti finanziari Introduzione agli strumenti finanziari derivati Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 186 Strumenti finanziari d’impresa 3. Introduzione agli strumenti finanziari derivati Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale Introduzione ai mercati futures, IRS, options, warrants e covered warrants Introduzione alla gestione del rischio finanziario Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 187 Strumenti finanziari d’impresa Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati I derivati sono strumenti finanziari il cui valore deriva dai prezzi di attività scambiate sui mercati, quali attività finanziarie (ad esempio, azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse) ovvero attività reali (ad esempio, merci, materie prime); queste variabili sono chiamate "sottostante" del derivato. In particolare, gli elementi principali che compongono un contratto derivato sono: l’attività sottostante (underlying asset); il prezzo della transazione, detto delivery price o strike price; la scadenza entro cui esercitare l’obbligo o il diritto, denominata delivery date o exercise date. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 188 Strumenti finanziari d’impresa Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Un derivato è quindi uno strumento finanziario, o un contratto fra due controparti, che stabilisce termini e condizioni di una transazione in un’attività sottostante che avverrà o, nel caso di un’opzione, potrà avvenire in futuro. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 189 Strumenti finanziari d’impresa Classificazione degli strumenti derivati Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 190 Strumenti finanziari d’impresa Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Un contratto derivato è generalmente caratterizzato da: ◦ un prezzo per la transazione (delivery price/strike price); ◦ una scadenza (delivery date/exercise date); ◦ una attività sottostante (underlying asset); ◦ quantità e qualità del sottostante definite a priori; ◦ due controparti partecipanti ad un gioco a somma zero. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 191 Strumenti finanziari d’impresa Tiopologie di strumenti derivati: Derivati Derivati creditizi Derivati finanziari i derivati creditizi nei quali la prestazione principale dipende da un credit event, quale il default del debitore, la variazione della qualità di un credito o del rischio economico di un determinato asset. i derivati finanziari il cui valore dipende dal prezzo di un’attività finanziaria sottostante, ovvero dal valore di un parametro finanziario di riferimento quali indici di borsa, tassi di interesse e di cambio Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 192 Strumenti finanziari d’impresa Strumenti finanziari derivati: principali esempi Derivati finanziari Forward – Cambi a termine. – Forward su commodities. – ....... Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Futures – – – – – Interest rate futures. Currency futures. Stock index futures. Futures su commodities. ....... Swap – – – – Cross currency swap. Interest rate swap. Equity swap. ....... 193 Opzioni – – – – – – Interest rate options. Currency options. Opzioni su financial futures. Opzioni su titoli di stato. Opzioni su titoli azionari. ....... Strumenti finanziari d’impresa Strumenti finanziari derivati: principali esempi Derivati Creditizi Total Rate of return Swap (TROR) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Credit Default Swap (CDS) Altri derivati Creditizi •Credit Spread Swap; •Basket Linked Credit Default Swap; •Credit Linked Structure Note. 194 Strumenti finanziari d’impresa Forward (rinvio) Contratto forward: accordo tra due controparti di acquisto/vendita di una attività: ◦ ad una specifica data futura; ◦ ad un prezzo stabilito oggi Caratteristiche: ◦ contratti ‘ad hoc’, trattati su mercati non regolamentati; ◦ nessuna rivalutazione e/o liquidazione prima della scadenza; ◦ chiusura del contratto con la consegna dell’attività negoziata e liquidazione per contanti alla scadenza; ◦ rischio di credito e di liquidità. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 195 Strumenti finanziari d’impresa Futures (rinvio) Contratto futures: accordo tra due controparti di acquisto/vendita di una attività: ◦ ad una specifica data futura; ◦ ad un prezzo stabilito oggi. Caratteristiche: ◦ contratti standardizzati, trattati su mercati regolamentati; ◦ margini di garanzia rivalutati e liquidati giornalmente sulla base del mark to market del future; ◦ chiusura del contratto generalmente con operazioni di segno opposto (off setting), a data antecendente alla scadenza; ◦ la Clearing House agisce come controparte legale del contratto per entrambe le controparti finali. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 196 Strumenti finanziari d’impresa Swap (rinvio) Interest rate swap ◦ accordo tra due controparti per lo scambio periodico dei flussi di pagamenti (interessi), riferiti ad un dato capitale (notional amount), per un dato periodo di tempo. Currency swap ◦ contratto dove lo scambio di flussi di pagamento avviene sulla base di due differenti divise. In particolare il contratto si articola attraverso uno scambio iniziale di capitali espressi in due divise, lo scambio di un flusso di pagamento periodico ancorato ad un tasso fisso o variabile e la restituzione alla scadenza, dei capitali scambiati. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 197 Strumenti finanziari d’impresa Option (rinvio) Contratto che attribuisce ad una delle parti (buyer), dietro pagamento di un corrispettivo (premium), la facoltà di acquistare o vendere una certa attività finanziaria all’altra controparte (seller) ad un prezzo predeterminato (strike price). Caratteristiche: ◦ la facoltà di esercitare l’opzione può essere esercitata lungo tutto il periodo di tempo antecedente la data di scadenza (american option) oppure essere esercitata nella sola data di scadenza (european option); ◦ le opzioni possono essere di tipo call (danno all’acquirente la facoltà di acquisto) o di tipo put (danno all’acquirente la facoltà di vendita). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 198 Strumenti finanziari d’impresa 3. Introduzione agli strumenti finanziari derivati Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale Introduzione ai mercati futures, IRS, options, warrants e covered warrants Introduzione alla gestione del rischio finanziario Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 199 Strumenti finanziari d’impresa Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale La funzione dei derivati nel sistema finanziario: ◦ completezza dei possibili profili di rischio e di rendimento; ◦ leverage; ◦ trasferimento e ripartizione dei rischi finanziari all’interno del sistema economico. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 200 Strumenti finanziari d’impresa Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale Il ruolo e le finalità di utilizzo dei prodotti derivati: ◦ copertura (hedging): per trasferire il rischio legato alla possibilità di eventi sfavorevoli per l’azienda; ◦ arbitraggio (arbitrage) ed intermediazione: per sfruttare anomalie di mercato ed asimmetrie informative favorevoli per l’istituzione finanziaria; ◦ speculazione (trading): per aumentare l’esposizione al rischio al fine di aumentare il rendimento atteso dal capitale investito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 201 Strumenti finanziari d’impresa 3. Introduzione agli strumenti finanziari derivati Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale Introduzione ai mercati futures, IRS, options, warrants e covered warrants Introduzione alla gestione del rischio finanziario Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 202 Strumenti finanziari d’impresa Futures: definizione Un future viene definito come un contratto a termine in cui la controparte assume l’obbligo di comprare (posizione lunga) o vendere (posizione corta) un dato quantitativo di una specifica attività sottostante (underlying) ad una certa data futura e ad un prezzo prestabilito (prezzo a termine o prezzo future). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 203 Strumenti finanziari d’impresa Futures: elementi caratteristici Si elencano di seguito i principali elementi che caratterizzano un contratto future: l’attività sottostante ossia il bene di riferimento che rappresenta l’oggetto del contratto; l’unità di contrattazione, o meglio l’importo nominale del lotto minimo negoziabile; le date di scadenze del contratto, in relazione alla quale solitamente si osserva un calendario prefissato con un numero limitato di scadenze, in genere quattro volte per anno; il giorno di consegna; l’ultimo giorno di contrattazione; gli orari di contrattazione; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 204 Strumenti finanziari d’impresa Futures: elementi caratteristici il movimento minimo di prezzo ossia l’unità minima di variazione della quotazione (tick); il margine iniziale di garanzia, il deposito da versare a garanzia dell’operazione; il prezzo di regolamento alla consegna, che rappresenta il valore di regolamento delle posizioni ancora aperte alla chiusura delle contrattazioni. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 205 Strumenti finanziari d’impresa Futures: descrizione del funzionamento Ogni attività di negoziazione in contratti future transita tramite una particolare Cassa di compensazione (Clearing House). Sia il compratore sia il venditore di questo strumento finanziario sono pertanto vincolati a regolare la propria posizione con la Cassa di compensazione (sistema di margini e di depositi di garanzia). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 206 Strumenti finanziari d’impresa Futures: la stanza di compensazione Stanza o Cassa di compensazione Venditore del future o seller o ‘short’ Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Compratore del future o buyer o ‘long’ 207 Strumenti finanziari d’impresa Esempio Futures: Si consideri un contratto future avente: sottostante un indice di borsa; scadenza il terzo venerdì del mese di settembre, cioè venerdì 20 settembre 2013; moltiplicatore pari a 5; il prezzo dato dalla quotazione di mercato il giorno dell’acquisto è pari 17.410 punti indice; il valore del contratto (cioè il suo valore nominale), costituito dal prezzo del future per il moltiplicatore è pari a 17.410 x €5 = €87.050; il margine iniziale è pari al 11,25% del valore nominale del contratto; il prezzo del future alla scadenza è pari a 17.500 punti indice. Nel momento in cui avviene la compravendita dello strumento, le due parti, acquirente e venditore, devono versare alla Cassa di Compensazione e Garanzia i margini iniziali, pari a 87.050 x 11,25% = €9.793,125 che verranno restituiti alla scadenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 208 Strumenti finanziari d’impresa Esempio Futures: Durante la vita del contratto, la CC&G calcola la differenza fra il valore del contratto nel giorno in essere e di quello precedente richiedendo il versamento di questa differenza, chiamata margine di variazione, alla parte che rispetto al giorno precedente ha maturato la perdita. Detto margine verrà accreditato alla parte che ha invece conseguito il profitto. Se, ad esempio, il giorno successivo all’acquisto il future quota 17.440 punti indice e di conseguenza il valore del contratto è pari a 17.440 x €5 = €87.200, verranno addebitati €87.200 - €87.050 = €150 al venditore e accreditati al compratore. Questo meccanismo si sussegue giornalmente fino alla scadenza, in occasione della quale verrà liquidato l’ultimo margine di variazione e restituito il margine iniziale versato dalle parti. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 209 Strumenti finanziari d’impresa Futures: diverse tipologie di prodotto Future su titoli obbligazionari. Future su indici azionari. Future su euro depositi. Future su cambi. Future su metalli preziosi. Future su commodities. Il London International Financial Futures and Options Exchange (LIFFE) è diventato il principale mercato europeo di futures finanziari ed opzioni, ed il terzo nel mondo. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 210 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap (IRS) Contratto mediante il quale due controparti si scambiano periodicamente dei flussi di pagamenti (interessi) riferiti ad un dato capitale (nozionale), per un dato periodo di tempo: ◦ non è previsto scambio di capitale; ◦ gli interessi sono liquidati in via posticipata. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 211 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap: componenti fondamentali Si elencano di seguito i principali elementi che caratterizzano un contratto IRS: notional amount: capitale nozionale di riferimento per il calcolo dei flussi di interessi a tasso fisso e a tasso variabile; trade date: data di stipula del contratto; effective date: data di decorrenza effettiva del contratto; maturity date: data di scadenza del contratto; payment date: date intermedie in cui vengono liquidati i flussi di interessi maturati; calculation period: periodo di riferimento per il calcolo dei flussi di interesse che intercorre tra due payment date; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 212 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap: componenti fondamentali (segue) fixing date: data in cui viene rilevato il tasso da utilizzare per il calcolo del flusso di interesse a tasso variabile. Solitamente coincide con il secondo giorno lavorativo antecedente l’inizio o la fine del calculation period; frequency: frequenza con cui viene rilevato il tasso variabile; fixed rate: tasso fisso stabilito all’accensione del contratto; floating rate: tasso variabile agganciato a un parametro di mercato; cash flow: importo liquidato a ogni payment date. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 213 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap (IRS) Impresa acquirente di un Interest Rate Swap Impresa venditrice di un Interest Rate Swap Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 214 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap (IRS) Il flusso dei pagamenti a tasso fisso è detto “gamba fissa”; il controvalore di ciascun pagamento è dato dal prodotto del capitale nozionale per il tasso fisso contrattualmente stabilito e riferito alla frazione d’anno di pertinenza. Il flusso dei pagamenti a tasso variabile è detto “gamba variabile”; il relativo controvalore unitario è il risultato del prodotto del capitale nozionale per il tasso variabile fissato alla data di rilevazione indicata nel contratto (fixing date) e riferito alla frazione d’anno di pertinenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 215 Strumenti finanziari d’impresa Interest Rate Swap (IRS) Il calcolo di ciascun pagamento periodico avviene con le seguenti formule: GAMBA VARIABILE: S * TV% *(ACT/360) GAMBA FISSA: S * TF% *(ACT/360) dove: S=Capitale nozionale sottostante TF=tasso fisso percentuale TV=tasso variabile percentuale Act/360=indica il numero effettivo di giorni nel periodo di calcolo considerato diviso per 360 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 216 Strumenti finanziari d’impresa Cross Currency Swap: descrizione del prodotto Contratto nel quale due parti si accordano per scambiarsi flussi di pagamenti futuri sulla base di due capitali in divisa che vengono anch’essi scambiati ad un cambio prefissato. L’accordo si articola, nella forma più classica, in tre fasi distinte: lo scambio iniziale dei capitali espressi in due diverse divise, da effettuarsi a pronti; lo scambio intermedio di un flusso periodico di pagamenti sulla base di tassi di interesse sui due capitali di riferimento calcolati in base ai tassi stabiliti nel contratto; lo scambio finale dei due capitali originari in senso inverso a scadenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 217 Strumenti finanziari d’impresa Cross Currency Swap: componenti fondamentali Sotto il profilo tecnico, il currency swap è in pratica composto da: un pronti contro termine in cambi, che consiste nella contestuale compravendita in valuta a pronti e riacquisto a termine; un interest rate swap in quanto nel corso della vita dello strumento è altresì prevista la liquidazione dei flussi d’interessi maturati sui due capitali di riferimento. Nella prassi un soggetto viene definito acquirente di un currency swap quando incassa il flusso di interessi a tasso fisso e paga il flusso di interessi a tasso variabile; viceversa viene definito venditore dello strumento quando paga il flusso di interessi a tasso fisso e incassa il flusso di interessi a tasso variabile. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 218 Strumenti finanziari d’impresa Cross Currency Swap: componenti fondamentali Il calcolo di ciascun pagamento periodico dei flussi di interesse espressi nelle due diverse divise avviene sulla base delle seguenti formule: GAMBA VARIABILE: Sval1 * TV% *(ACT/360) GAMBA FISSA: Sval1 * TF% *(ACT/360) dove: Sval1=Capitale nozionale sottostante espresso nella valuta 1 Sval2=Capitale nozionale sottostante espresso nella valuta 2 TF=tasso fisso percentuale TV=tasso variabile percentuale Act/360=indica il numero effettivo di giorni nel periodo di calcolo considerato diviso per 360 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 219 Strumenti finanziari d’impresa Cross Currency Swap: impieghi operativi Gli elementi del contratto di currency swap sono gli stessi che caratterizzano gli Interest Rate Swap. Lo scopo principale perseguito con un contratto di currency swap è quello di trasformare le attività e passività finanziarie da tasso fisso a tasso variabile (o viceversa) convogliando le stesse verso i tassi di mercato più favorevoli. Rispetto a un contratto di interest rate swap, il currency swap risulta infatti più flessibile in quanto permette di scegliere la valuta e il mercato in cui indebitarsi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 220 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni Definizione: Le opzioni sono contratti finanziari che danno al compratore, dietro il pagamento di un importo iniziale chiamato premio, il diritto ma non l’obbligo di acquistare (call) o vendere (put) una data quantità di un’attività finanziaria sottostante ad un determinato prezzo d’esercizio (strike price) ad una data specifica o entro tale data. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 221 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: principali finalità L’offerta di opzioni si è sviluppata in risposta alle condizioni di forte volatilità e di incertezza dei mercati finanziari internazionali. Nel contratto di opzione l’acquirente si garantisce una perdita limitata all’importo del premio e un guadagno illimitato; il venditore, specularmente, si vincola a un guadagno limitato all’importo del premio e a una perdita illimitata. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 222 222 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: principali finalità Gestione del rischio di portafoglio. Creazione di titoli sintetici. Copertura di entrate/uscite future incerte. Copertura di posizioni. Trading. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 223 223 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: mercati regolamentati e non regolamentati Le opzioni possono essere negoziate sia nei mercati regolamentati che sui mercati over the counter. Le opzioni negoziate sui mercati regolamentati si caratterizzano per la standardizzazione del sottostante, dello stile, dello strike e della scadenza. Le opzioni sono trattate sul mercato dei derivati IDEM della Borsa Italiana e hanno come sottostante le azioni italiane ed europee Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 224 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: elementi caratteristici Tipologie: Call o Put. Sottostante: titolo, tasso di cambio, tasso di interesse, azione, indice, future. Nozionale: valore nominale o contratti. Stile: europeo, americano. Prezzo di esercizio: strike price. Premio o margine iniziale. Data stipulazione contratto. Data esercizio. Data scadenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 225 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: opzioni call e opzioni put In base alla facoltà che l’opzione attribuisce al sottoscrittore, si definiscono: ◦ Opzioni call: sono contratti che conferiscono all’acquirente la facoltà di acquistare una determinata quantità di una attività finanziaria ad un prezzo prefissato (strike price). ◦ Opzioni put: sono contratti che conferiscono all’acquirente la facoltà di vendere una determinata quantità di un’attività finanziaria ad un prezzo prefissato (strike price). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 226 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: facoltà di esercizio del diritto In relazione alla possibile data di esercizio o di rinuncia del diritto, le opzioni si dividono in: ◦ opzioni europee, se l’esercizio del diritto è previsto alla sola data di scadenza; ◦ opzioni americane, se l’esercizio è consentito in qualsiasi momento compreso tra la stipulazione del contratto e la data di scadenza dello stesso; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 227 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: possibili ‘status’ In base al valore del sottostante rispetto allo strike price ad un certo istante, le opzioni possono essere: ◦ ‘Out of the money’: se prezzo spot < prezzo strike per opzioni call (viceversa per opzioni put). ◦ ‘At the money’: se prezzo spot ~ prezzo strike. ◦ ‘In the money’: se prezzo spot > prezzo strike per opzioni call (viceversa per opzioni put). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 228 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: valore intrinseco e valore temporale Premio = valore intrinseco+valore temporale. Il valore intrinseco indica quanto un’opzione è in the money. Solo un’opzione in the money ha valore intrinseco positivo. Viceversa, le opzioni at the money e out of the money hanno valore intrinseco pari a zero. ◦ valore intrinseco call: S-X; ◦ valore intrinseco put: X-S. Il valore temporale rappresenta quanto un investitore è disposto a pagare, oltre al valore intrinseco, nella speranza che l’opzione aumenti il suo valore. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 229 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: fattori determinanti il valore di un’opzione In ogni istante prima della scadenza, il valore di un’opzione sarà funzione di almeno sei variabili fondamentali: ◦ (S) Il prezzo dell’attività sottostante (es. stock/bond price). ◦ (K) Il prezzo di esercizio (strike price). ◦ (T) La durata residua dell’opzione (time to maturity). ◦ () La volatilità dell’attività (ad es. stock/bond volatility). ◦ (r) Il livello dei tassi di interesse (interest rates). ◦ (q) Il costo opportunità (holding cost). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 230 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: fattori determinanti il valore di un’opzione ◦ (S) ◦ (K) Il prezzo dell’attività sottostante Il prezzo di esercizio Se aumenta il prezzo del titolo sottostante, aumenterà il valore di una opzione call (al contrario diminuirà il valore della put). Allo stesso modo, più è elevato il prezzo di esercizio rispetto al prezzo del titolo sottostante, più basso risulterà il valore della call (viceversa per la put), in quanto l’opzione potrà più facilmente essere sempre out of money al momento dell’esercizio. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 231 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: fattori determinanti il valore di un’opzione ◦ (T) La durata residua dell’opzione Maggiore è la durata di un’opzione, maggiore sarà la probabilità di accadimento di eventi che possono provocare un incremento della volatilità od uno scostamento del prezzo. Quindi, il valore di un’opzione aumenta con l’aumentare della durata. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 232 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: fattori determinanti il valore di un’opzione ◦ () La volatilità dell’attività sottostante La volatilità del titolo sottostante misura la probabile distribuzione dei prezzi del titolo sottostante nel futuro. Più è elevata la volatilità, maggiori saranno le probabilità che il titolo si apprezzi o deprezzi in modo significativo. Quindi, per il possessore dell’opzione, maggiore è la volatilità, maggiore sarà la probabilità di guadagno, mentre le perdite rimarranno sempre circoscritte al premio pagato. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 233 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: fattori determinanti il valore di un’opzione ◦ (r) Il livello dei tassi di interesse Il livello dei tassi di interesse determina il prezzo a termine del titolo sottostante. All’aumentare dei tassi esso sarà sempre più alto, il che si traduce in un aumento di valore della call e in una diminuzione del valore della put. ◦ (q) Il livello del costo opportunità Anche il livello costo opportunità determina il prezzo a termine del titolo sottostante. All’aumentare di esso avremo dei prezzi a termine sempre più bassi, il che si traduce in un aumento di valore della pur e in una diminuzione del valore della call. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 234 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: profilo di redditività di un contratto di opzione Pay off: profilo di redditività relativo ad un contratto di opzione. Il grafico dei pay off evidenzia i cambiamenti di valore della posizione relativa dell’investitore al variare del prezzo del titolo. ◦ Opzione call: max (ST - K, 0). ◦ Opzione put: max (K - ST, 0). ST = prezzo di mercato dell’attività sottostante alla data di esercizio. K = strike price. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 235 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: profilo di redditività di un contratto di opzione Le due parti del contratto di opzione sono chiamate compratore e venditore. L’acquirente (long position), dietro pagamento di una somma di denaro, detta premio, acquista il diritto di vendere (long put) o comprare (long call) l’attività sottostante. Il venditore (short position) percepisce il premio e, in cambio, è obbligato alla vendita (short put) o all’acquisto (short call) del bene sottostante su richiesta del compratore. Possiamo evidenziare le seguenti quattro strategie di base: acquisto di una call (long call); acquisto di una put (long put); vendita di una call (short call); vendita di una put (short put). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 236 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Long call payoff Long call payoff profitto/perdita strike price A Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 B 237 prezzo del sottostante Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Long call payoff A seconda del livello dei prezzi sul mercato al momento dell’esercizio, si possono riconoscere tre differenti scenari: per prezzi del sottostante inferiori a A, l’opzione verrà abbandonata poiché il compratore potrà acquistare il sottostante direttamente sul mercato a condizioni migliori rispetto all’esercizio dell’opzione (opzione out of the money); per prezzi compresi tra A e B si realizzerà un recupero parziale del prezzo della call. In quel caso al compratore converrà esercitare l’opzione ma il vantaggio economico dell’esercizio sarà negativo a causa del costo iniziale di acquisto dell’opzione (opzione at the money); per prezzi superiori a B il compratore eserciterà l’opzione e registrerà un utile pari alla differenza tra il prezzo di mercato e lo strike price meno il costo della call cioè il premio pagato (opzione in the money). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 238 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Short call payoff Short call payoff profitto/perdita A B strike price Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 239 prezzo del sottostante Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Short call payoff A seconda del livello dei prezzi sul mercato al momento dell’esercizio: se il prezzo di mercato dell’attività sottostante è inferiore allo strike price, il venditore realizzerà un utile pari all’ammontare del premio incassato in quanto l’acquirente non eserciterà il proprio diritto all’acquisto (opzione out of the money); se il prezzo dell’attività sottostante è maggiore di A, il venditore subirà una perdita direttamente correlata all’evoluzione del prezzo di mercato dell’attività sottostante, poiché, in questo caso, l’acquirente del contratto tenderà a esercitare il proprio diritto (opzione in the money). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 240 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Long put payoff Long put payoff profitto/perdita strike price A Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 prezzo del sottostante B 241 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Long put payoff A seconda del livello dei prezzi sul mercato al momento dell’esercizio: per prezzi del sottostante superiori a B l’opzione verrà abbandonata poiché il compratore potrà vendere il sottostante direttamente sul mercato a condizioni migliori rispetto all’esercizio dell’opzione (opzione out of the money); per prezzi compresi tra A e B si realizzerà un recupero parziale del prezzo della put; in quel caso al compratore converrà esercitare l’opzione ma il vantaggio economico dell’esercizio sarà negativo a causa del costo iniziale di acquisizione dell’opzione (opzione at the money); per prezzi inferiori a A il compratore eserciterà la facoltà e registrerà un utile pari alla differenza tra lo strike price e il prezzo di mercato, meno il costo della put (opzione in the money). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 242 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Short put payoff Short put payoff profitto/perdita A B strike price Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 243 prezzo del sottostante Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: strategie operative di base Short put payoff A seconda del livello dei prezzi sul mercato al momento dell’esercizio: se il prezzo di mercato dell’attività sottostante è superiore al prezzo d’esercizio, l’operatore conseguirà un utile pari all’ammontare del premio incassato in quanto, in tal caso, l’acquirente dell’opzione non avrà convenienza ad esercitarla (opzione out of the money); se il prezzo di mercato del sottostante è inferiore al prezzo d’esercizio, il venditore subirà una perdita negativamente correlata all’evoluzione del prezzo di mercato dell’attività sottostante (opzione in the money). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 244 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: principali tipologie In funzione dell’attività sottostante si distinguono le seguenti tipologie di contratti d’opzione: opzioni su valute (currency option); opzioni su tassi d’interesse (cap, floor, collar); opzioni su titoli (bond option, equity option); opzioni su swap (swaption); opzioni su indici (stock index option); opzioni su merci (commodity option). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 245 Strumenti finanziari d’impresa Opzioni: pricing Per quanto attiene al pricing delle opzioni, esistono numerosi modelli variamente complessi, che tengono in considerazione i principali fattori che influenzano il prezzo di un’opzione, tra i quali in particolare: il prezzo corrente dell’attività sottostante o underlying (S); il prezzo di esercizio o strike price (K); la vita residua (T-t); la volatilità del prezzo dell’attività sottostante (σ); il tasso d’interesse privo di rischio (r); i dividendi attesi durante la vita dell’opzione (d). Il modello fondamentale di option pricing è il modello di Black e Scholes. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 246 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement (FRA) Il Forward Rate Agreement (di seguito “FRA”) è un contratto derivato su tassi di interesse, in base al quale due controparti si impegnano a pagare o incassare, alla data prevista dal contratto, un ammontare calcolato applicando a un capitale di riferimento il differenziale attualizzato tra il tasso fisso stabilito dal contratto e il tasso di mercato rilevato alla data definita, rapportato alla durata dello stesso. L’accordo prevede che, in fase di definizione dello stesso, le controparti concordino sia il tasso di interesse fisso, sia i parametri per rilevare, alla data di liquidazione, il tasso di interesse variabile. Il differenziale tra i due tassi costituisce la base che, applicata al capitale di riferimento per il periodo concordato, determina l’ammontare del flusso monetario del contratto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 247 Strumenti finanziari d’impresa Definizione dei tassi forward I forward rate sono utilizzati per calcolare il valore di un flusso di cassa che inizia e scade in date future. Oggi 3 mesi 6 mesi Attualizzato al tasso forward I tassi forward sono impliciti nella curva dei tassi a termine e sono definiti univocamente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 248 Strumenti finanziari d’impresa Forward rate agreement: componenti fondamentali Si elencano di seguito i principali elementi che caratterizzano un contratto forward: notional amount: capitale nozionale di riferimento; trade date: data di stipula del contratto; settlement date: data a partire dalla quale iniziano a maturare gli interessi sul capitale nozionale e data di regolamento del differenziale; maturity date: data di scadenza del contratto; calculation period: periodo di riferimento per il calcolo degli interessi (da settlement date a maturity date); fixed rate: tasso fisso stabilito alla data di stipula del contratto; floating rate: tasso variabile rilevato sul mercato alla fixing date; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 249 Strumenti finanziari d’impresa Forward rate agreement: componenti fondamentali fixing date: data in cui viene rilevato il floating rate. Solitamente coincide con il secondo giorno lavorativo antecedente la settlement date; settlement amount: importo di liquidazione scambiato tra le parti alla settlement date derivante dall’applicazione del differenziale dei tassi al capitale nozionale per il periodo del contratto, generalmente scontato al tasso variabile di mercato. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 250 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: impieghi operativi Intermediazione Nella sua forma più elementare l’intermediario può fornire un servizio di brokeraggio alla propria clientela, vendendo i contratti e quindi coprendo le posizioni sul mercato interbancario. In questo caso l’intermediario ha solo un rischio di credito rispetto al cliente e alla controparte, fino alla settlement date. Esempio Un cliente si rivolge alla banca accettando di acquistare un FRA 3 * 6 del 4,5% su $ 10.000 sul tasso EURIBOR. Un altro cliente o controparte è invece disposto a vendere lo stesso contratto al tasso del 4%. La Banca, ponendosi come venditore del primo contratto ed acquirente del secondo, si avvantaggia della differenza tra i tassi fissi, pari allo 0,5%, per tutto il periodo di durata del deposito nozionale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 251 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: impieghi operativi Lo scopo principale perseguito con il contratto di forward rate agreement è quello di fissare con un certo anticipo il tasso di interesse che caratterizzerà un’operazione di investimento o di finanziamento a tasso variabile, ovvero di collegare un’operazione a tasso fisso all’effettivo andamento dei tassi di mercato. L’importo di liquidazione oggetto di scambio tra le parti si determina sulla base della seguente formula: Dove: D: Differenziale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 252 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: impieghi operativi S: Capitale nozionale sottostante TF: tasso fisso percentuale TV: tasso variabile percentuale Act/360: indica il numero effettivo di giorni nel periodo di calcolo considerato diviso per 360 Se: differenziale > 0 sarà pagato dal venditore all’acquirente del forward rate agreement, ovvero colui che paga il tasso fisso e incassa il tasso variabile; differenziale < 0 sarà pagato dall’acquirente al venditore dello strumento, ovvero colui che paga il tasso variabile e incassa il tasso fisso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 253 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: esempio L’impresa Gamma ha in essere un finanziamento di €500.000 sul quale paga interessi passivi semestrali al tasso Euribor a 6 mesi. In data 31.03.2013, temendo un rialzo dei tassi, decide di coprire il rischio tasso sul proprio finanziamento negoziando con una banca un contratto forward rate agreement avente: decorrenza a 3 mesi e durata per i successivi 6 mesi; nozionale pari a €500.000; settlement date il 30.06.2013 con conseguente liquidazione del differenziale in via anticipata; maturity date il 31 dicembre 2013; fixing date il 28.06.2013; tasso fisso corrisposto dall’impresa Gamma pari al 2,50%; tasso variabile corrisposto dalla banca pari all’Euribor a 6 mesi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 254 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: esempio Con la stipula del contratto di forward rate agreement, l’impresa Gamma trasforma le proprie passività a tasso variabile (Euribor a 6 mesi) in passività a tasso fisso (2,50%) limitatamente al periodo 30.06.2013 – 31.12.2013. Se in data 28.06.2013 (fixing date), il tasso Euribor a 6 mesi sarà maggiore di 2,50%, ad esempio pari a 2,80%, l’impresa Gamma incasserà dalla banca un differenziale positivo pari a: In questa ipotesi, l’impresa Gamma vede premiata la propria strategia di copertura del rischio, in quanto è riuscita a ridurre di €755,85 gli oneri finanziari che deve sostenere sul proprio indebitamento. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 255 Strumenti finanziari d’impresa Forward Rate Agreement: differenze con gli Interest Rate Future Differenze FRA Future Luogo contrattazione OTC Mercato organizzato Tasso di riferimento EURIBOR 3-6-9-12 mesi (30/360) EURIBOR 3 mesi 30/360 giorni Liquidazione differenziale Alla settlement date Giornaliera Scadenze Concordate ad hoc 4 per anno Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 256 Strumenti finanziari d’impresa I derivati creditizi Noti con il termine anglosassone di credit derivatives, vengono impiegati sia ai fini di hedging che di trading, per mitigare o assumere specifiche posizioni sul rischio di credito di determinate controparti. Si tratta di prodotti che consentono di limitare il rischio connesso ad una specifica esposizione, senza necessariamente trasferire il credito e senza ricorrere ad una garanzia di tipo personale o reale. Tecnicamente, un derivato creditizio si struttura come un contratto derivato di tipo tradizionale, il cui regolamento è condizionato al verificarsi di un certo evento creditizio (credit event). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 257 Strumenti finanziari d’impresa I derivati creditizi Nella definizione di un contratto derivato del credito s’identificano, dunque, tre diverse controparti il soggetto che trasferisce il rischio di credito e che si assicura dallo stesso, definito protection buyer; il soggetto che si assume il rischio di credito, denominato protection seller il debitore finanziato, definito reference entity. Il protection buyer è il soggetto che a fronte di un pagamento up-front o tramite flussi periodici, riceve una somma prestabilita nel caso si verifichi un determinato credit event. Il protection seller è, viceversa, il soggetto che riceve un pagamento up-front o tramite flussi periodici e paga una somma prestabilita nel caso si verifichi un determinato credit event. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 258 Strumenti finanziari d’impresa I derivati creditizi: elementi rilevanti Gli elementi rilevanti ai fini della definizione del contratto risultano essere: • il credito sottostante: si riferisce al rapporto di credito a cui è correlato l’evento creditizio che condiziona l’eventuale esborso da parte del protection seller; • l’evento creditizio: si intende l’evento in relazione al quale è correlato il potenziale pay off del titolo derivato. Gli eventi creditizi possono includere, oltre al fallimento della controparte debitrice, anche casistiche di mancato pagamento su specifiche obbligazioni o deterioramento del rating creditizio al di sotto di un livello ben preciso; • il regolamento della posizione in caso di default: si tratta del pagamento che deve essere effettuato qualora l’evento creditizio si manifesti. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 259 Strumenti finanziari d’impresa Total Rate of Return Swap (TROR) Un contratto di Total Rate of Return Swap prevede, che il venditore della protezione (detto total return receiver) riceva i pagamenti generati da un’attività di riferimento (reference obligation), solitamente titoli obbligazionari o prestiti bancari, senza procedere all’acquisto di tali attività sottostanti, versando alla controparte, acquirente della protezione (definita total return payer), un cash flow determinato, applicando ad un valore nozionale di riferimento, un indice di mercato, quali i tassi Euribor o Libor, maggiorati o diminuiti di un determinato spread (reference rate). Funzionamento di un contratto TROR Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 260 Strumenti finanziari d’impresa Total Rate of Return Swap (TROR) Alla scadenza del contratto avviene il cosiddetto re-pricing dell’attività sottostante: qualora si sia verificato un deprezzamento dell’underlying, l’investitore è tenuto a versare alla controparte un importo pari alla differenza tra il valore iniziale dell’asset e quello di mercato a scadenza; in caso contrario, se alla conclusione del contratto l’attività sottostante si è apprezzata, il venditore della protezione ha il diritto a ricevere dall’acquirente un importo pari all’apprezzamento verificatosi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 261 Strumenti finanziari d’impresa Credit Default Swap (CDS) Il Credit Default Swap rappresenta la forma tradizionale di derivato creditizio ed anche quella più diffusa sul mercato, in quanto consente agli operatori economici di tutelarsi contro un evento dannoso, quale l’insolvenza di una controparte in relazione ad una qualsiasi transazione economica. Si configura come un contratto bilaterale in base al quale una parte, il protection seller, riceve un premio che può essere corrisposto periodicamente o versato totalmente alla data di inizio del contratto (up-front) dalla parte acquirente, il protection buyer, in cambio del quale s’impegna a garantire a quest’ultima un determinato pagamento contingente al verificarsi di un determinato evento di credito (credit event) che interessa il sottostante di riferimento, per un periodo di tempo prestabilito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 262 Strumenti finanziari d’impresa Credit Default Swap (CDS) Funzionamento di un Credit Default Swap Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 263 Strumenti finanziari d’impresa Credit Default Swap (CDS): elementi essenziali Gli elementi essenziali del contratto di Credit Default Swap riguardano: • il sottostante, che può essere rappresentato da un’obbligazione, un finanziamento a medio lungo termine o un paniere di crediti; • il pagamento periodico, da versare al venditore della protezione, che viene determinato in misura percentuale su uno specifico nozionale ed erogato fino alla scadenza del contratto o al verificarsi dell’evento creditizio su base trimestrale o semestrale; • l’evento creditizio, coincidente con l’insolvenza, la bancarotta o ogni altra circostanza analoga che interessa il debitore terzo; • la liquidazione del contratto, che solitamente avviene per contanti oppure, in casi più rari, mediante la consegna del sottostante; • le modalità di determinazione del pagamento al verificarsi dell’evento creditizio, che possono prevedere. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 264 Strumenti finanziari d’impresa Ulteriori tipologie di derivati creditizi Credit Spread Swap: sono derivati di credito basati sullo spread, ossia il differenziale tra il rendimento di un’attività finanziaria soggetta a rischio di credito (obbligazione o prestito) e un’altra priva di tale rischio, che serve a tutelare un investitore dall’eventualità che la propria controparte non sia in grado di adempiere alle obbligazioni contratte, e quindi al potenziale rischio di default relativo all’attività sottostante. Basket Linked Credit Default Swap: sono basati su un paniere diversificato di attività finanziarie sottostanti, ciascuna delle quali emessa da società diverse. Tali strumenti possono essere, quindi, concepiti come un portafoglio di Credit Default Swap, che permette di aumentare in modo considerevole la qualità complessiva del portafoglio creditizio detenuto. Credit Linked Structure Note: si configurano come strumenti composti che derivano dalla combinazione di un’obbligazione e un derivato creditizio, tipicamente un credit default swap o un basket linked credit default swap. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 265 Strumenti finanziari d’impresa 3. Introduzione agli strumenti finanziari derivati Definizione delle caratteristiche degli strumenti finanziari derivati Il ruolo dei derivati nel sistema finanziario e nell’economia reale Introduzione ai mercati futures, IRS, options, warrants e covered warrants Introduzione alla gestione del rischio finanziario (cenni) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 266 Strumenti finanziari d’impresa Definizione di rischio In generale, per un’azienda esistono 3 tipologie di rischio Rischio:Volatilità di una perdita inattesa Rischio di Business Rischio che un’azienda si assume al fine di creare un vantaggio competitivo e valore aggiunto per gli azionisti Rischio Strategico Si tratta di rischi risultanti da modificazioni sostanziali nell’ambiente economico e politico Rischio Finanziario Rischio derivante da modificazione di variabili finanziare e/o creditizie Accanto a queste tipologie di rischio una fattispecie che coinvolge tutte le aree dell’azienda sono i rischi operativi Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 267 Strumenti finanziari d’impresa Il rischio finanziario Tipologie Nell’ambito del rischio finanziario, è possibile individuare tre fonti di rischio: mercato, credito e liquidità Rischio di Mercato Il rischio di mercato deriva dalle variazioni del valore delle posizioni detenute in portafoglio, causate da movimenti avversi delle variabili di mercato (tassi d’interesse, prezzi, volatilità, ecc) Rischio di Credito Il rischio di credito deriva dalle variazioni del valore di mercato delle posizioni detenute in portafoglio, causate da movimenti avversi delle variabili creditizie rappresentate tipicamente dai default delle controparti e dal cambiamento della classe di rating. Rischio di Liquidità Rischio derivante dall’impossibilità di effettuare una transazione ai prezzi di mercato a causa dell’inefficienza dello stesso Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 268 Strumenti finanziari d’impresa Il rischio finanziario - Risk Management Il Risk Management è il processo continuo di identificazione, monitoraggio e misurazione delle fonti di rischio finanziario Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 269 Strumenti finanziari d’impresa Fattori determinanti per lo sviluppo del Risk Management - Motivazioni interne Straordinario sviluppo del trading su strumenti derivati con elevato leverage e valutazioni complesse. Incentivi all’assunzione di maggiori rischi di mercato creati dalla caduta delle tradizionali fonti di profitto. Necessità di monitoraggio integrato delle esposizioni ai rischi del portafoglio della Banca. Valutazione delle performance aggiustate per il rischio per ogni singolo centro di profitto. Protezione dell’istituto da disastri finanziari (Extreme Value Theory). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 270 Strumenti finanziari d’impresa Fattori determinanti per lo sviluppo del Risk Management - Motivazioni esterne Maggior competitività richiesta all’azienda sul mercato dei capitali. Allocazione ottimale del capitale e massimizzazione del rendimento. Crescente pressione esercitata dagli organi di vigilanza. Richieste provenienti dalla comunità finanziaria (Es. agenzie di rating). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 271 Strumenti finanziari d’impresa Come misurare il rischio Il Value at Risk L’acronimo VaR sta per Valore a Rischio. Esso è un indicatore che consente di misurare i rischi a cui un soggetto è esposto Il VAR è la stima della massima perdita potenziale attesa in un dato periodo (holding period), con un certo grado di probabilità (livello di confidenza), sotto condizioni normali di mercato. Il VaR esprime un importo (facile ed intuitivo da capire). E’ una stima non è la perdita effettiva. Il VaR risulta essere un dato di benchmark da utilizzare per analisi comparative. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 272 Strumenti finanziari d’impresa Programma Introduzione agli strumenti finanziari d’impresa 2. Mercato degli strumenti finanziari 3. Introduzione agli strumenti finanziari derivati 4. Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) 1. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 273 Strumenti finanziari d’impresa 4. Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) IAS 39 IAS 32 IFRS 7 IFRS 13 Cenni IAS 17 (leasing) Cenni su factoring Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 274 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32, IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 275 Strumenti finanziari d’impresa Principi contabili di riferimento Finalità degli IAS 39, 32 e IFRS 7 IAS 32/IFRS 7 IAS 32: fornisce regole per esposizione in bilancio degli strumenti finanziari come passività o strumenti di capitali IAS 39 IAS 39: fornisce le regole contabili per l’iscrizione, la valutazione e l’eliminazione (“derecognition”) degli strumenti finanziari, incluse le operazioni di copertura del rischio IFRS 7: fornisce regole in termini di presentazione dell’informazione degli strumenti finanziari Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 276 Strumenti finanziari d’impresa Definizione di strumento finanziario Uno strumento finanziario è un contratto in grado di originare: - un’attività finanziaria per una delle parti - una passività finanziaria o uno strumento di capitale per l’altra Attività finanziaria Passività finanziaria • • • • • Disponibilità liquide Strumento rappresentativo del capitale di un’altra entità Diritto contrattuale a ricevere disponibilità liquide o un’altra attività finanziaria o a scambiare attività o passività finanziarie con un’altra entità a condizioni potenzialmente favorevoli Alcuni contratti regolati con strumenti di capitale dell’entità stessa Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 • Obbligazione contrattuale a consegnare disponibilità liquide o altre attività finanziarie a un’altra entità o a scambiare attività o passività finanziarie con un’altra entità a condizioni potenzialmente sfavorevoli all’entità Alcuni contratti regolati con strumenti di capitale dell’entità stessa 277 Strumento di capitale Contratto che rappresenta una quota ideale di partecipazione residua nell’attività dell’entità, dopo aver estinto tutte le passività. Strumenti finanziari d’impresa Strumenti finanziari: tipologie Gli strumenti finanziari comprendono: Strumenti primari Strumenti derivati ■ Crediti ■ Opzioni finanziarie ■ Debiti ■ Contratti a termine e per consegna differita ■ Titoli azionari ■ Titoli obbligazionari ■ Ecc. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 ■ Interest rate swaps e currency swaps ■ Ecc. 278 Strumenti finanziari d’impresa Definizione di derivato (IAS 39.9) I derivati presentano tre caratteristiche: Non richiedono un investimento netto iniziale o richiedono un investimento netto iniziale che sia minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratto da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato. Il valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, prezzo di uno strumento finanziario, prezzo di una merce, tasso di cambio in valuta estera, indice di prezzi o di tassi, merito di credito (rating) o indici di credito o altra variabile Sono regolati a data futura. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 279 Strumenti finanziari d’impresa Strumenti finanziari in bilancio ATTIVITA’ PASSIVITA’ ■ Cassa e disponibilità liquide ■ Debiti ■ Attività finanziarie ■ Titoli in circolazione ■ Crediti ■ Passività finanziarie ■ Derivati di copertura ■ Derivati di copertura ■ Partecipazioni ■ Passività fiscali ■ Attività materiali ■ Altre passività ■ Attività immateriali ■ Trattamento di fine rapporto del personale ■ Attività fiscali ■ Altre Attività ■ Fondi per rischi e oneri ■ Capitale ■ Riserve Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 280 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 281 Strumenti finanziari d’impresa Classificazione iniziale degli strumenti finanziari (1) Definizione Categoria Attività finanziarie al fair value con contropartita Conto Economico • Attività finanziarie acquisite a scopo di trading • Derivati • Attività finanziarie iscritte inizialmente in questa categoria Finanziamenti e crediti Attività finanziarie (diverse da strumenti derivati) caratterizzate da pagamenti fissi o determinabili che non siano quotate in mercati attivi Investimenti posseduti sino a scadenza Attività finanziarie con scadenza fissa e con pagamenti fissi o determinabili che un’entità ha intenzione e la capacità di mantenere sino alla scadenza Attività finanziarie disponibili per la vendita Tutte le attività finanziarie che non sono state classificate in un’altra categoria Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 282 Strumenti finanziari d’impresa Classificazione iniziale degli strumenti finanziari (2) Definizione Categoria Passività finanziarie al fair value con contropartita Conto Economico Altre passività finanziarie – al costo ammortizzato Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 • Passività finanziarie per trading • Derivati • Passività finanziarie classificate al fair value con imputazione al Conto Economico Tutte le passività finanziarie che non sono classificate al fair value con imputazione al Conto Economico 283 Strumenti finanziari d’impresa Rilevazione iniziale degli strumenti finanziari Tutte le attività e le passività finanziarie, inclusi i derivati, devono essere rilevate nello stato patrimoniale quando l’entità diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento. Passività finanziarie @ “fair value del corrispettivo ricevuto” Attività finanziarie @ “fair value del corrispettivo pagato” I costi di transazione sono costi marginali che sono direttamente attribuiti all’acquisizione, all’emissione o alla dismissione di un’attività o di una passività finanziaria. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 284 Strumenti finanziari d’impresa Logiche di classificazione iniziale: ATTIVITA’ FV P/L Mantenuti con finalità di trading nel breve yes periodo o inizialmente classificati come FV/PL Fair value yes Si tratta di crediti e finanziamenti L&R no AFS Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 no Si ha l’intento e la capacità di mantenerli sino a scadenza 285 Amortised cost no yes HTM Strumenti finanziari d’impresa FV/PL (Fair Value through Profit or Loss) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 yes Mantenuti con finalità di trading 286 no Other financial liabilities Amortised cost Fair value Logiche di classificazione iniziale: PASSIVITA’ Strumenti finanziari d’impresa Rilevazione iniziale Al momento della loro iscrizione iniziale in bilancio, gli strumenti finanziari sono iscritti al: FAIR VALUE = Valore del corrispettivo della transazione COSTI DI TRANSAZIONE + Direttamente attribuibili all’acquisizione o emissione dell’attività o passività finanziaria Ad eccezione del caso di strumenti alla categoria “Fair value through profit or loss” Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 287 Strumenti finanziari d’impresa Valutazione degli strumenti finanziari Strumenti Valutazione Cambiamenti di valore Attività finanziarie al fair value con contropartita al Conto Economico Fair value P&L Investimenti detenuti fino a scadenza Costo ammortizzato (tasso di interesse effettivo) Non rilevante (eccetto impairment) Finanziamenti e crediti Amortised cost (effective interest rate) Non rilevante (eccetto impairment) Attività disponibili per la vendita Fair value Patrimonio netto (eccetto impairment) Passività finanziarie al fair value con contropartita al Conto Economico Fair value P&L Altre passività Costo ammortizzato Non rilevante Derivati Fair value P&L Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 288 Strumenti finanziari d’impresa Definizione di fair value IFRS13 (13.9) ◦ Il fair value è il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 289 Strumenti finanziari d’impresa Valutazione successiva Criterio da utilizzare al fine di valutazioni successive a quella iniziale: FAIR VALUE oppure COSTO AMMORTIZZATO Dipende dalla categoria in cui è classificata l’attività o passività finanziaria Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 290 Strumenti finanziari d’impresa Guida al fair value Mercato attivo: se c’è un mercato attivo per lo strumento finanziario il prezzo di mercato rappresenta la “best evidence” del suo fair value Mercato non attivo: tecniche di valutazione utilizzando al massimo fattori di mercato e si affidandosi il meno possibile a fattori specifici dell’entità Fair value degli strumenti di capitale: in assenza di una quotazione di mercato le valutazioni sono basate su stime o sul costo al netto delle perdite di valore (come ultima possibilità e solo se non è possibile fare una stima attendibile) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 291 Strumenti finanziari d’impresa Costo ammortizzato e metodo dell’ interesse effettivo Costo ammortizzato = Ammontare iscritto all’origine - Rimborsi di capitale Interessi accumulati -/+ - Perdite durevoli di valore Il costo ammortizzato è calcolato usando il metodo del tasso di interesse effettivo Ad ogni “reporting date” si applica il tasso di interesse effettivo al valore di carico al fine di determinare gli interessi attivi e passivi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 292 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 293 Strumenti finanziari d’impresa Fair Value measurement (IFRS 13) Entrata in vigore: • Con il Regolamento n. 1255 del 29 dicembre 2012 la Commissione Europea ha omologato l’IFRS 13: Misurazione del Fair Value (Fair Value Measurement). • La data di prima applicazione dell’IFRS 13 è il 1° gennaio 2013, con adozione prospettica dall’inizio dell’esercizio in cui è applicato per la prima volta. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 294 Strumenti finanziari d’impresa Fair Value measurement (IFRS 13) Obiettivi: • Stabilire un’unica guida per la determinazione del fair value; • Chiarire la definizione di fair value: è il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. • Migliorare l’informativa relativa alla determinazione del fair value; • Non indica le regole su quali voci di bilancio misurare al fair value; • Indica invece le regole su come determinare il fair value e l’informativa richiesta; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 295 Strumenti finanziari d’impresa Fair Value measurement (IFRS 13): valutazione dei derivati L’IFRS 13 stabilisce la necessità di considerare nel fair value dei contratti derivati il rischio di non performance (rischio che una delle due parti del contratto non adempia alle proprie obbligazioni), sia all’atto della rilevazione iniziale che nelle valutazioni successive. Il Fair Value di uno strumento derivato è scomponibile in tre componenti: • la componente collateralizzata del fair value è calcolata come se il contratto fosse oggetto di un accordo di marginazione perfetto, tale da ridurre il rischio di controparte ad un livello trascurabile. Tale componente del fair value include il rischio di mercato ed il rischio di finanziamento implicito nei flussi che dovranno essere regolati a seguito dell’accordo di marginazione; • la componente Funding Value Adjustment (FVA) considera, per le operazioni non oggetto di accordi di marginazione, i costi/benefici di finanziamento ulteriori rispetto a quelli già inclusi nella componente collateralizzata; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 296 Strumenti finanziari d’impresa Fair Value measurement (IFRS 13): valutazione dei derivati • La componente, detta bilateral Credit Value Adjustment (bCVA), tiene in considerazione la possibilità di fallimento delle controparti (Controparte e Investitore) ed è a sua volta data da due addendi, detti Credit Value Adjustment (CVA) e Debt Value Adjustment (DVA), che rappresentano i seguenti scenari: - il CVA (negativo) tiene in considerazione gli scenari in cui la Controparte fallisce prima dell’Investitore, e quest’ultimo presenta un’esposizione positiva nei confronti della Controparte. In tali scenari l’Investitore subisce una perdita di ammontare pari al costo di sostituzione del derivato stesso; - il DVA (positivo) tiene in considerazione gli scenari in cui l’Investitore fallisce prima della Controparte e il primo presenta un’esposizione negativa nei confronti della Controparte. In tali scenari l’Investitore beneficia di un guadagno di ammontare pari al costo di sostituzione del derivato stesso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 297 Strumenti finanziari d’impresa Fair Value measurement (IFRS 13): valutazione dei derivati • La componente, detta bilateral Credit Value Adjustment (bCVA), tiene in considerazione la possibilità di fallimento delle controparti (Controparte e Investitore) ed è a sua volta data da due addendi, detti Credit Value Adjustment (CVA) e Debt Value Adjustment (DVA), che rappresentano i seguenti scenari: - il CVA (negativo) tiene in considerazione gli scenari in cui la Controparte fallisce prima dell’Investitore, e quest’ultimo presenta un’esposizione positiva nei confronti della Controparte. In tali scenari l’Investitore subisce una perdita di ammontare pari al costo di sostituzione del derivato stesso; - il DVA (positivo) tiene in considerazione gli scenari in cui l’Investitore fallisce prima della Controparte e il primo presenta un’esposizione negativa nei confronti della Controparte. In tali scenari l’Investitore beneficia di un guadagno di ammontare pari al costo di sostituzione del derivato stesso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 298 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 299 Strumenti finanziari d’impresa Impairment – requisiti per l’impairment Un’attività o un gruppo di attività finanziarie ha subito una perdita di valore se, e solo se, vi è l’obiettiva evidenza di una riduzione di valore in seguito ad uno o più eventi che si sono verificati dopo la rilevazione iniziale, e tale evento di perdita ha un impatto sui futuri flussi finanziari stimati Una perdita di valore è misurata come differenza tra: il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi di cassa stimati – per L&R o attività HTM, e i costi di acquisto (al netto dei rimborsi e dell’ammortamento) e il valore corrente, al netto delle perdite di valore precedentemente rilevate - per le attività AFS Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 300 Strumenti finanziari d’impresa Evidenze oggettive di impairment per gli strumenti finanziari misurati all’amortized cost Ad ogni data di bilancio l’entità deve valutare se esiste una evidenza obiettiva che un’attività o un gruppo di attività possa aver subito una perdita durevole di valore Significative difficoltà finanziarie dell’emittente/debitore Violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale Concessione di un agevolazione al creditore (dilazioni, ristrutturazioni del debito) Fallimento o procedure di ristrutturazione finanziaria del debitore Scomparsa del mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie Diminuzione sensibile nei futuri flussi di cassa stimati Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 301 Strumenti finanziari d’impresa Valutazione dell’ impairment per gli strumenti finanziari misurati all’amortized cost Solamente sulla base di Incurred Loss e non anche di Expected Loss Attività finanziaria Mancanza di una obiettiva evidenza di impairment (no loss event) Obiettiva evidenza di impairment (loss event) Attività singolarmente significativa Attività non singolarmente significativa Valutazione analitica Valutazione analitica Sia attività singolarmente significative che non singolarmente significative Valutazione per classi omogenee di rischio oppure Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 302 Strumenti finanziari d’impresa Finanziamenti e crediti: valutazione dell’impairment su base collettiva Flussi di cassa futuri ◦ Stima dei flussi di cassa Tasso di sconto ◦ Tasso di interesse originario effettivo ◦ Esperienza di perdite storiche ◦ Cambiamenti nei dati osservabili ad essi collegati Perdite effettive ma non riportate ◦ Ad ogni fine anno il valore attuale dei flussi di cassa stimati è ricalcolato e la perdita di valore è riconosciuta per la differenza tra questo ammontare e il valore di carico del portafoglio ◦ I cash flows stimati prendono in considerazione le perdite “incurred”, non le perdite future attese ◦ Quando i crediti sono identificati come individualmente “impaired”, vengono esclusi dalla valutazione collettiva Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 303 Strumenti finanziari d’impresa Finanziamenti e crediti: valutazione delle perdite effettive su base “portfolio” Perdita effettiva = Tasso di perdita X storico Periodo di conferma X della perdita Valore di carico del portafoglio di crediti La Perdita effettiva definisce la perdita durevole di valore Il Tasso di perdita storico è determinato usando dati storici modificati in relazione alle condizioni economiche esistenti alla data del bilancio Il Periodo di conferma della perdita è il periodo medio intercorrente tra l’insorgere della perdita e la data di conferma della stessa La data in cui insorge la perdita è la data nella quale si verifica una obiettiva evidenza di perdita su una singola attività (anche se non è ancora nota alla società) La data di conferma della perdita è la data nella quale viene identificata dalla società una obiettiva evidenza di perdita su base individuale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 304 Strumenti finanziari d’impresa Impairment di investimenti azionari disponibili per la vendita Indicatori di impairment aggiuntivi per gli investimenti azionari ◦ Cambiamenti (con effetto avverso) che si sono verificati nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera ◦ Riduzione significativa o prolungata di fair value di un investimento in uno strumento rappresentativo di capitale. Strumenti di capitale Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Nel caso in cui vengano meno i motivi dell’impairment, la perdita durevole di valore contabilizzata non può essere riversata a Conto Economico finchè l’attività continua ad essere iscritta in bilancio 305 Strumenti finanziari d’impresa Impairment di strumenti di debito disponibili per la vendita Indicatori di impairment per strumenti di debito (simili a quelli per i finanziamenti e crediti) ◦ ◦ ◦ ◦ Significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore Fallimento o procedure di ristrutturazione finanziaria del debitore Scomparsa di un mercato attivo Diminuzione misurabile nei flussi di cassa futuri stimati Strumenti di debito Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Nel caso in cui vengano meno i motivi dell’impairment, la perdita durevole di valore può essere riversata a Conto Economico se l’incremento può essere oggettivamente correlato a un evento che si verifica dopo che la perdita è stata rilevata 306 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 307 Strumenti finanziari d’impresa Derecognition di attività finanziarie Il “Trasferimento di attività finanziarie” richiede: ◦ Il trasferimento dei diritti contrattuali a ricevere i flussi finanziari ◦ Il mantenimento dei diritti contrattuali a ricevere i flussi finanziari con l’assunzione di un’obbligazione a pagare tali flussi finanziari a uno o più beneficiari (IAS 39.19) Quando un’entità trasferisce un’attività finanziaria, deve determinare se il trasferimento si qualifica per la cancellazione ◦ Se nella sostanza trasferisce tutti i rischi e i benefici: occorre eliminare l’attività finanziaria e rilevare separatamente diritti e obbligazioni originati o mantenuti con il trasferimento ◦ Se nella sostanza mantiene tutti i rischi e i benefici: occorre continuare a rilevare l’attività finanziaria ◦ Se alcuni ma non tutti i rischi e benefici sono stati trasferiti: occorre determinare se l’entità ha mantenuto il controllo dell’attività finanziaria Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 308 Strumenti finanziari d’impresa Derecognition di attività finanziarie I diritti a ricevere i flussi finanziari derivanti dall’attività sono scaduti? Sì Eliminare l’attività L’entità ha mantenuto sostanzialmente tutti i rischi e i benefici? No La società ha trasferito i propri diritti a ricevere i flussi finanziari derivanti dall’attività? Sì La società ha mantenuto il controllodell’attiv ità? / L’acquirente può vendere l’asset? No Continuare a rilevare l’attività No Eliminare l’attività Sì Continuare a rilevare l’attività nella misura del coinvolgimento residuo della società Sì L’entità ha trasferito sostanzialmente tutti i rischi e i benefici? Continuare a rilevare l’attività No No La società ha assunto un’obbligazione a pagare i flussi finanziari derivanti dall’attività che soddisfa le condizioni del paragrafo 19? Sì Sì Eliminare l’attività No Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 309 Strumenti finanziari d’impresa Derecognition di una passività finanziaria Una passività finanziaria (o parte di essa) viene eliminata dallo stato patrimoniale quando viene estinta, ovvero quando l’obbligazione specificata nel contratto è adempiuta o cancellata oppure scaduta. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 310 Strumenti finanziari d’impresa La derecognition può avere grande impatto su… Cartolarizzazioni Prestito titoli Pronti contro termine Parziale trasferimento di attività/passività Trasferimento a special purpose entities Derecognition abbinata a nuove attività o passività Le regole della derecognition sono molto rigide! Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 311 Strumenti finanziari d’impresa Cartolarizzazione (“securitisation”) La cartolarizzazione è una transazione che trasforma un’attività finanziaria in titoli L’intento è spesso quello di realizzare la derecognition dell’attività finanziaria cartolarizzata Le attività cartolarizzate sono spesso trasferite a “special purpose entity” (SPE) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 312 Strumenti finanziari d’impresa Pronti contro termine PCT di raccolta PCT di impiego Titoli Caratteristiche tipiche ◦ Traferimento di titoli ◦ Simultaneo accordo di riacquisto ◦ Prezzo e data fissati per il riacquisto Titoli “Venditore” (cedente) “Acquirente” (cessionario) ◦ L’acquirente è libero di vendere o impegnare i titoli ◦ Sostituzione di attività similari di solito concessa Liquidità Liquidità + Interessi Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 313 Strumenti finanziari d’impresa Prestito titoli Titoli presi a prestito Titoli prestati “Creditore” (cedente) ◦ Trasferimento di titoli ◦ Obbligo alla restituzione ◦ Commissione prefissata pagata al creditore Titoli Titoli + commissioni Caratteristiche tipiche “Debitore” (cessionario) ◦ Il debitore di solito è libero di vendere o impegnare i titoli ◦ Sostituzione di attività similari di solito concessa Garanzia Garanzia Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 314 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 315 Strumenti finanziari d’impresa La necessità di copertura Rischi delle attività/passività finanziarie che possono essere coperti: Rischi delle attività/passività non finanziarie che possono essere coperti: ◦ Rischio di tasso di interesse ◦ L’insieme dei rischi ◦ Rischio di tasso di cambio ◦ Rischio di tasso di cambio ◦ Rischio di credito ◦ Rischio di prezzo di mercato Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 316 Strumenti finanziari d’impresa La necessità dell’ “hedge accounting” 1 elementi coperti strumenti di copertura 0 A 2 -20 20 B 0 20 -20 0 20 A B Cum -20 Anticipazione dell’imputazione degli utili o perdite sui elementi coperti Differimento dell’imputazione degli utili o perdite sugli strumenti di copertura Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 317 Strumenti finanziari d’impresa Nozioni di base: Economic Hedge Vs Hedge Accounting Hedge Accounting Economic hedges Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 318 La questione non è: “esiste o non esiste la copertura?” Il problema è: “quando si può applicare l’hedge accounting?” Ad esempio: ◦ copertura di posizioni nette; ◦ copertura di titoli immobilizzati; ◦ copertura senza derivati; ◦ derivato coperto; ◦ copertura non documentata. Strumenti finanziari d’impresa Tipi di copertura Copertura di Fair Value Copertura dell’esposizione alle variazioni di “fair value” di: ◦ Una attività o passività rilevata in bilancio; un impegno irrevocabile non iscritto; una parte identificata di tale attività, passività o impegno irrevocabile ◦ che è attribuibile a uno specifico rischio ◦ con impatto a Conto Economico Copertura di flussi finanziari • Copertura all’esposizione di variazioni di “cash flow” che: 1. è attribuibile ad uno specifico rischio associato a una attività o passività rilevata, o a una operazione futura altamente probabile (anche infragruppo); 2. e con impatto a Conto Economico. Copertura di un investimento netto • Copertura di un investimento netto in una gestione estera (inclusa la copertura di un elemento monetario che è contabilizzato come parte dell’investimento netto), come definito nello IAS 21. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 319 Strumenti finanziari d’impresa Modello contabile Copertura di Fair Value Valutazione degli strumenti di copertura Variazioni nel fair value Fair value Valutazione degli elementi coperti Conto economico Fair value con riferimento al rischio oggetto di copertura (*) (*) questo si applica anche se un elemento coperto è valutato al costo Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 320 Strumenti finanziari d’impresa Modello contabile - copertura di Cash Flow Valutazione degli strumenti di copertura Fair value Variazioni nel fair value efficace Patrimonio netto (*) Conto economico (*) basato sul momento in cui si verifica l’impatto a Conto Economico degli elementi coperti (es. costi di vendita, ammortamento, interessi) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 321 Strumenti finanziari d’impresa Strumenti di copertura e elementi coperti I seguenti possono essere classificati come strumenti di copertura: ◦ Tutti i derivati con terze parti ◦ Contratti non derivati (solo per copertura di rischio di cambio) ◦ Combinazione di due o più derivati o non derivati ad eccezione delle “opzioni vendute nette” Possono essere usate anche porzioni di strumenti di copertura (ad esempio 50% del nozionale) Lo strumento di copertura non può essere designato solo per una porzione della sua durata Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 322 Per qualificarsi come oggetto di copertura, un elemento coperto deve creare un’esposizione al rischio che incide in ultima analisi il conto economico Possono essere classificati come elementi coperti: ◦ Attività/passività singole o in gruppo ◦ Impegni irrevocabili o operazioni future altamente probabili ◦ Attività/passività non finanziarie per la copertura del rischio di cambio o del rischio nel suo complesso ◦ Parte del portafoglio di attività o passività finanziarie che condividono il rischio coperto ◦ Investimento netto in gestioni estere Posizioni nette non possono essere considerate come elementi coperti Strumenti finanziari d’impresa Contabilizzazione delle operazioni di copertura ◦ L’esposizione deve derivare da uno specifico rischio che in ultima istanza influenza il conto economico ◦ Inizialmente, la copertura deve essere altamente efficace e l’efficacia deve poter essere valutata in modo attendibile ◦ La copertura deve rimanere altamente efficace durante l’intero periodo di copertura ◦ La relazione di copertura deve essere designata formalmente ◦ La documentazione formale è richiesta all’inizio del periodo di copertura e deve includere : L’identificazione degli strumenti di copertura e degli elementi o delle transazioni coperti La natura del rischio coperto L’obiettivo del risk management e la strategia per intraprendere la copertura Come l’efficacia sarà valutata ◦ ◦ ◦ ◦ • Le norme sono severe, per cui devono essere presi in considerazione i costi e i benefici derivanti dalla qualificazione delle operazioni come “di copertura” Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 323 Strumenti finanziari d’impresa Valutazione dell’efficacia della copertura Valutazione prospettica ◦ All’inizio e durante tutto il periodo di copertura ◦ Ad ogni data di reporting lungo la durata della copertura ◦ Elevata efficacia nel realizzare una compensazione nelle variazioni di fair value ◦ Metodi di test (es. monetary unit offset, regression analysis, etc.) ◦ I risultati della copertura entro il range 80-125% ◦ Metodi di test (es. regression analysis, risk-reduction test, etc.) Copertura inefficace; hedge 125% 100% Valutazione retrospettiva accounting non permesso Copertura parzialmente efficace;to l’inefficacia va imputata a Conto Economico Hedge accounting; ineffectiveness profit or loss Copertura parzialmente efficace; l’inefficacia va imputata a Conto Economico 80% Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Copertura inefficace; hedge 324 accounting non permesso Strumenti finanziari d’impresa Cessazione dell’hedge accounting Coperture di Fair Value Cambiamenti futuri nel fair value degli strumenti di copertura Continuano ad essere rilevati nel conto economico Cambiamenti nel fair value degli elementi coperti Vengono trattati come non coperti Per la copertura delle attività generatrici di interessi, gli aggiustamenti di FV già iscritti vengono ammortizzati al conto economico lungo la durata fino alla scadenza. Importi rilevati nel Patrimonio Netto: a) L’elemento coperto esiste ancora o ci si aspetta ancora che accada b) L’elemento coperto è venduto o non ci si aspetta più che avvenga la transazione Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Coperture di Cash Flow Imputati immediatamente nel conto economico N/A a) N/A b) 325 Sono trasferiti al conto economico contestualmente all’iscrizione delle variazioni dei cash flows coperti nel conto economico. Sono trasferiti immediatamente al Conto Ecoomico Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 326 Strumenti finanziari d’impresa Embedded derivatives - derivati incorporati Come identificarli? ◦ un elemento implicito o esplicito in un contratto ne rende il comportamento simile a quello di un derivato Strumenti con caratteristich e di conversione ◦ Le caratteristiche economiche e i rischi del derivato incorporato non sono strettamente correlati alle caratteristiche economiche e ai rischi del contratto ospite ◦ Uno strumento separato con le stesse caratteristiche del derivato incorporato soddisferebbe la definizione di derivato Strumenti con l’opzione per estendere il termine del debito Transazione in “terza valuta” Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Quando separarli? ◦ Lo strumento ospite non è valutato al fair value con le variazioni nel fair value rilevate nel Conto Economico Pagamenti Index linked 327 Strumenti finanziari d’impresa Embedded derivatives Contabilizzazione nel caso di separazione: ◦ IAS 32/39 per il contratto ospite (o altro IAS applicabili se il contratto ospite non è uno strumento finanziario) ◦ Il derivato separato è valutato al fair value con imputazione al Conto Economico Contabilizzazione quando è difficile identificare precisamente le caratteristiche del contratto incorporato: ◦ Se è difficile separare il derivato incorporato, si può scegliere di valutare l’intero contratto combinato al fair value con imputazione al Conto Economico Contabilizzazione quando è impossibile la separazione: ◦ Se il derivato incorporato non può essere identificato e valutato in maniera affidabile, l’intero strumento combinato è contabilizzato come uno strumento finanziario al fair value Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 328 Strumenti finanziari d’impresa Strumenti finanziari vs. Contratti assicurativi Un contratto di garanzia finanziaria prevede che l’emittente effettui dei pagamenti prestabiliti per risarcire l’assicurato di una perdita subita per inadempienza di un debitore al pagamento dovuto, sulla base dei termini originali o modificati di uno strumento di debito Tuttavia, un contratto che richiede un pagamento al verificarsi di un DETERMINATO EVENTO non è un contratto di garanzia finanziaria, ma un derivato che rientra nel campo di applicazione dello IAS 39 (ad esempio nel caso in cui si verifichi una variazione del rating di credito) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 329 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 330 Strumenti finanziari d’impresa Passività o capitale? Esiste un’obbligazione contrattuale che l’emittente non può evitare? Si No In parte Passività Capitale Strumento composto Valutazione iniziale La classificazione prosegue fino alla cessione Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Determinare le componenti della passività: ◦ fair value ◦ includere i derivati impliciti Il capitale è residuale Nessun guadagno o perdita deve essere registrato al momento dell’iscrizione iniziale 331 Strumenti finanziari d’impresa IAS 39, IAS 32,IFRS 7 e IFRS 13 Strumenti finanziari Iscrizione iniziale e successiva Fair Value measurement (IFRS 13) Impairment Derecognition Hedge accounting Temi particolari Presentazione (IAS 32) Disclosure (IFRS 7 e IFRS 13) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 333 Strumenti finanziari d’impresa Quadro generale IFRS 7 Classi di strumenti finanziari Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Stato patrimoniale Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Altro Guida operativa Informazioni qualitative Informazioni quantitative Conto economico e patrimonio netto Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Appendici 334 Definizioni Modifiche apportate ad altri IFRS (e all'IFRS 7 quando l'opzione del fair value dello IAS 39 non è applicata) Strumenti finanziari d’impresa IFRS 7 Quadro generale (segue) Finalità: i bilanci devono fornire indicazioni integrative che consentano di valutare: ◦ la rilevazione degli strumenti finanziari con riferimento alla situazione patrimoniale, finanziaria e il risultayo economico; ◦ natura ed entità dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari. Si applica a tutti gli strumenti finanziari rilevati e non rilevati che rientrano nell'ambito di applicazione dello IFRS 7, anche quando sono al di fuori dell'ambito dello IAS 39 (come alcuni impegni all'erogazione di finanziamenti). L’informativa relativa alla gerarchia del FV è stata spostata dall’IFRS 7 all’IFRS 13 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 335 Strumenti finanziari d’impresa Ambito di applicazione L’informativa prevista deve essere applicata da tutte le entità a tutti i tipi di strumenti finanziari fatta eccezione per: ◦ le partecipazioni in controllate, collegate e joint venture contabilizzate in conformità alle disposizioni dello IAS 27, IAS 28 o IAS 31. ◦ i diritti e le obbligazioni dei datori di lavoro derivanti dai programmi relativi ai benefici per i dipendenti, ai quali si applica lo IAS 19. ◦ i contratti assicurativi secondo la definizione dell'IFRS 4. ◦ le “contingent consideration” (IFRS 3.32). ◦ gli strumenti finanziari, i contratti e le obbligazioni a cui si applica l'IFRS 2. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 336 Strumenti finanziari d’impresa Classi di strumenti finanziari e livello delle informazioni integrative L'entità deve raggruppare gli strumenti finanziari in classi. Le classi devono essere pertinenti alla natura delle informazioni integrative fornite. Le classi devono tenere in considerazione le caratteristiche degli strumenti finanziari. Deve essere possibile la riconciliazione delle disclosures con le voci esposte nello stato patrimoniale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 337 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Stato patrimoniale ◦ Il valore contabile delle quattro categorie di attività e passività finanziarie (definite dallo IAS 39). ◦ Finanziamenti o crediti designati al fair value rilevato a conto economico, indicando la massima esposizione al rischio di credito e l'ammontare della variazione del fair value attribuibile al rischio di credito. ◦ Passività finanziaria designata al fair value rilevato a conto economico, indicando il fair value della passività finanziaria attribuibile al rischio di credito e la differenza tra il valore contabile della passività finanziaria e l'importo da pagare alla scadenza. ◦ L'ammontare riclassificato dal fair value al costo ammortizzato o viceversa. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 338 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico ◦ Stato patrimoniale (segue) Informazioni sul trasferimento di attività finanziarie che non possono essere qualificate per l’eliminazione contabile. ◦ I dettagli relativi a garanzie date e ricevute. ◦ La riconciliazione delle variazioni rilevate nella voce perdite su crediti per ogni classe di attività finanziaria. ◦ Le caratteristiche degli strumenti finanziari composti che presentano derivati incorporati multipli. ◦ I dettagli di qualsiasi inadempienza e violazioni contrattuali di finanziamenti passivi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 339 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Conto economico e patrimonio netto ◦ Utili o perdite netti generati dalle quattro categorie di attività o passività finanziarie. ◦ Gli interessi attivi e passivi complessivi per le attività e passività finanziarie che non sono designate al fair value rilevato a conto economico. ◦ Commissioni attive e passive derivanti da attività o passività finanziarie non designate al fair value rilevato a conto economico e derivanti da gestione fiduciaria (trust) o altre attività fiduciarie. ◦ Gli interessi attivi su attività finanziarie che hanno subito una riduzione di valore. ◦ L'importo delle perdite per riduzione di valore per ciascuna classe di attività finanziaria. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 340 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Altre informazioni integrative: Principi contabili Requisiti di presentazione dei principi contabili previsti dallo IAS 1 Presentazione del bilancio. L'entità deve indicare: - i criteri di base di valutazione utilizzati nella preparazione del bilancio; - gli altri principi contabili utilizzati. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 341 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Altre informazioni integrative (segue) ◦ Contabilizzazione delle operazioni di copertura Descrizione di ogni tipo di copertura, degli strumenti finanziari designati come strumenti di copertura e la natura dei rischi coperti. Per le coperture di flussi finanziari, l'entità deve indicare: i periodi in cui si prevede che i flussi finanziari si debbano verificare; la descrizione di operazioni previste (forecasted transactions) che si presume non si verificheranno più in futuro; l'importo che è stato rilevato nel patrimonio netto; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 342 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico l'importo che è stato girato dal patrimonio netto; e l'importo che è stato girato dal patrimonio netto e incluso nel costo iniziale di un'attività non finanziaria. Nelle coperture di fair value, l'entità deve indicare: gli utili o le perdite sullo strumento di copertura; e gli utili o le perdite sull'elemento coperto. L'inefficacia rilevata a conto economico derivante da coperture di flussi finanziari e di investimenti netti in gestioni estere. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 343 Strumenti finanziari d’impresa Rilevanza degli strumenti finanziari per la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico Altre informazioni integrative (segue) ◦ Fair value Per ogni classe di attività e passività finanziaria, l'entità deve indicare il fair value in modo che sia possibile confrontarlo con il suo valore contabile (si veda gerarchia livelli di FV – IFRS 13). I metodi e le tecniche di valutazione adottati nella determinazione del fair value di ciascuna classe. Il principio contabile utilizzato per rilevare il “day-one profit” e l’ammortare del “day-one profit” non ancora rilevato nel conto economico. L'esenzione è limitata per alcuni titoli non quotati e contratti che contengono un elemento di partecipazione discrezionale. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 344 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Informazioni qualitative ◦ Per ogni tipo di rischio (come, ad esempio, rischio di credito, di liquidità e di mercato) derivante da strumenti finanziari: Le esposizioni al rischio e in che modo sono generate. Gli obiettivi, le procedure e i processi di gestione dei rischi e i metodi utilizzati per valutarli. Qualsiasi variazione di quanto sopra rispetto all'esercizio precedente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 345 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Informazioni quantitative ◦ Per ogni tipo di rischio derivante dagli strumenti finanziari, l'entità deve indicare: Dati quantitativi sull'esposizione al rischio così come sono fornite ai dirigenti con responsabilità strategiche. Informazioni dettagliate se non già fornite in conformità al punto sopra. Concentrazione dei rischi se non evidenti dalle informazioni fornite nei punti precedenti. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 346 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Informazioni quantitative (segue) ◦ Rischio di credito per classe di strumenti finanziari: Massima esposizione al rischio di credito (senza considerare eventuali garanzie detenute o altri strumenti di attenuazione del rischio di credito). Con riferimento al punto sopra, descrizione delle garanzie detenute e degli altri strumenti di attenuazione del rischio di credito. Informazioni sulla qualità creditizia (per le attività finanziarie non scadute o che non hanno subito una riduzione di valore). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 347 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Il valore contabile delle attività finanziarie le cui condizioni sono state rinegoziate. Analisi delle attività finanziarie scadute e che hanno subito una riduzione di valore. Descrizione delle garanzie detenute dall'entità e degli altri strumenti di attenuazione del rischio di credito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 348 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Informazioni quantitative (segue) ◦ Rischio di liquidità Analisi delle scadenze per le passività finanziarie, che mostri le rimanenti scadenze contrattuali. Descrizione di come l'entità gestisce il rischio di liquidità. E' possibile includere le scadenze previste anche quando sono diverse dalle scadenze contrattuali (come i depositi a vista). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 349 Strumenti finanziari d’impresa Natura e portata dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari Informazioni quantitative (segue) ◦ Rischio di mercato (compreso il rischio sui tassi di interesse, sui tassi di cambio e altri rischi sui prezzi) Analisi di sensitività per ogni tipo di rischio di mercato. Effetto sul conto economico e sul patrimonio netto. Spiegazione dei metodi e delle ipotesi utilizzati per la preparazione dell'analisi. Modifiche ai metodi e alle ipotesi utilizzati rispetto agli esercizi precedenti. ◦ Analisi di sensitività che riflette le interdipendenze (come il value at risk) che può sostituire l'analisi prevista sopra. Spiegazione del metodo e delle ipotesi utilizzate per la preparazione dell'analisi. Obiettivi del metodo e limitazioni nella determinazione del fair value. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 350 Strumenti finanziari d’impresa Gerarchia del FV – segueLivello 1 • Prezzi quotati in mercati attivi per attività e passività identiche a cui l’impresa può accedere alla data di valutazione. • Un mercato è attivo se le transazioni hanno luogo con sufficiente frequenza ed in volumi sufficienti per fornire informazioni continue ed aggiornate sui prezzi. • Se esiste un prezzo di Livello 1, quel prezzo deve essere utilizzato senza rettifiche nella valutazione. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 351 Strumenti finanziari d’impresa Gerarchia del FV – segueLivello 2 • Include: prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi inputs diversi dai prezzi quotati osservabili per attività o passività (ad es: tassi di interesse e curve di rendimento, volatilità, spread creditizi e probabilità di default inputs corroborati dal mercato attraverso elaborazione di correlazioni o altri mezzi Una rettifica di input di Livello 2 che si basa su inputs non osservabili e che risulta significativa per l’intera valutazione fa risultare la valutazione del FV nel Livello 3 della gerarchia del FV. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 352 Strumenti finanziari d’impresa Gerarchia del FV – segueLivello 3 •L’obiettivo della valutazione al FV non cambia quando il FV è valutato usando input non osservabili. •Gli input non osservabili devono riflettere le assunzioni che un partecipante al mercato farebbe nel cercare di attribuire un prezzo ad una attività o passività, ivi incluse le assunzioni circa il rischio. •Un’impresa è tenuta ad elaborare gli input non osservabili utilizzando le migliori informazioni disponibili nelle circostanze specifiche, che potrebbero anche includere i dati propri dell’impresa stessa, ma deve rettificarli se informazioni ragionevolmente disponibili indicano che altri operatori di mercato utilizzerebbero dati diversi o se sono presenti elementi specifici dell’impresa non disponibili ad altri operatori di mercato (ad es: delle sinergie). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 353 Strumenti finanziari d’impresa 4. Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) IAS 39 IAS 32 IFRS 7 IFRS 13 Cenni IAS 17 (leasing) Cenni su factoring Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 354 Strumenti finanziari d’impresa Normativa civilistica Il Codice Civile non disciplina il contratto di locazione finanziaria (“leasing finanziario”) come contratto tipico Non è prevista, quindi, alcuna distinzione normativa tra il leasing finanziario e il leasing operativo Unica norma di riferimento è l’art. 1571 c.c. che disciplina il contratto di locazione Provvedimento della Banca d’Italia n. 103 del 31 luglio 1992, relativo agli enti finanziari, in applicazione del D.Lgs. 87/92 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 355 Strumenti finanziari d’impresa Normativa civilistica Modifiche introdotte dal D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 ◦ art. 2423-bis: introduce il concetto di “funzione economica” riferibile al postulato della “prevalenza della sostanza sulla forma” ◦ art. 2424: prevede per le società locatrici (diverse dagli enti finanziari che redigono in bilancio secondo D.lgs.87/92) che redigono il bilancio secondo il Codice Civile, la specifica evidenza in stato patrimoniale, delle immobilizzazioni concesse in locazione finanziaria ◦ art. 2427, n. 22: richiede per le società locatarie l’integrazione di informativa da fornire nella nota integrativa sulla rappresentazione dei contratti di leasing secondo il metodo finanziario Le nuove norme confermano l’applicazione della teoria del diritto patrimoniale che prevede l’iscrizione in bilancio solo dei beni di cui la società è proprietaria Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 356 Strumenti finanziari d’impresa Principi contabili italiani OIC 1 “Gli effetti della riforma del diritto societario sulla redazione del bilancio d’esercizio” PC 11 OIC “Bilancio d’esercizio finalità e postulati” ◦ prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali PC 17 OIC “Il bilancio consolidato” ◦ trattamento contabile nel bilancio consolidato dei beni in locazione finanziaria Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 357 Strumenti finanziari d’impresa Principi contabili italiani - PC OIC 17 par. 9.6 Definizione di locazione finanziaria (leasing) ◦ per locazione finanziaria si intende un contratto con cui un concedente mette a disposizione di un utilizzatore un bene a quest’ultimo strumentale, per un tempo determinato e contro un corrispettivo periodico. Tutti i rischi e i benefici connessi alla proprietà del bene vengono trasferiti in capo all’utilizzatore ed è prevista la possibilità che al termine del periodo di locazione la proprietà del bene stesso venga trasferita in capo all’utilizzatore Dal punto di vista sostanziale il leasing finanziario realizza una forma di finanziamento garantito del mantenimento in capo al concedente della proprietà del bene sino al momento del suo eventuale riscatto da parte del locatario Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 358 Strumenti finanziari d’impresa Principi contabili italiani - PC OIC 17 L’utilizzatore dei beni in leasing finanziario, per i quali esista la ragionevole certezza che al termine del contratto verrà esercitata la facoltà di riscatto, deve rilevare nel bilancio consolidato tali operazioni nel modo disciplinato del principio contabile internazionale IAS 17 Per stabilire la corretta rilevazione nel bilancio consolidato delle operazioni derivanti dal contratto di locazione finanziaria occorre distinguere la generica nozione di leasing nelle fattispecie del leasing operativo e del leasing finanziario (rinvio allo IAS 17 “Leases”) Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 359 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 - Leases Definizione: Il leasing è un contratto per mezzo del quale il locatore trasferisce al locatario, in cambio di un pagamento o di una serie di pagamenti, il diritto all’utilizzo di un bene per un periodo di tempo stabilito. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 360 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 - Leases Principio cardine Prevalenza della sostanza economica dell’operazione di leasing sulla forma Si distinguono quindi: ◦ leasing finanziario: tutti i rischi e benefici relativi alla proprietà del bene sono trasferiti al locatario (utilizzatore) e pertanto l’operazione deve essere equiparata all’acquisto di una immobilizzazione finanziaria del locatore ◦ leasing operativo: i rischi e i benefici relativi alla proprietà del bene non sono trasferiti al locatario (utilizzatore) e pertanto l’operazione deve essere equiparata ad una locazione Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 361 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 - Leases 1. 2. 3. Lo IAS 17 identifica le cinque situazioni che, individualmente o congiuntamente, possono condurre a classificare un leasing come finanziario: al termine del contratto di leasing la proprietà del bene è trasferita al locatario; il locatario ha l’opzione di acquisto del bene a un prezzo che ci si attende sia sufficientemente inferiore rispetto al fair value alla data alla quale si può esercitare l’opzione ed è pertanto ragionevolmente certo, all’inizio del leasing, che l’opzione verrà esercitata; la durata del leasing copre la maggior parte della vita economica del bene anche se la proprietà non è trasferita; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 362 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 - Leases 4. 5. all’inizio del leasing il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti equivale almeno al fair value del bene locato, ove per pagamenti minimi s’intendono i versamenti corrisposti o che possono essere richiesti al locatario nel corso della durata del contratto, esclusi i canoni di locazione potenziali, i costi per servizi e le imposte pagate dal locatore e che gli devono essere rimborsate; i beni locati presentano una natura talmente personalizzata e peculiare che solo il locatario può utilizzarli senza dover apportare loro importanti modifiche. Il valore di mercato di questi beni al termine del leasing è modesto, ad esempio nel caso in cui essi siano stati prodotti dietro specifiche esigenze del locatario. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 363 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 - Leases Indicatori di un leasing finanziario Trasferimento della proprietà del bene alla fine del contratto di leasing No L’esistenza di un’opzione d’acquisto alla scadenza del contratto per la quale si prevede ragionevolmente certa la probabilità d’esercizio Sì No Sì La durata del contratto si estende per la maggior parte della vita economica del bene No Alla stipula del contratto il valore attuale dei pagamenti minimi previsti dal contratto è pari o superiore al valore di mercato (“fair value”) del bene locato Sì No La natura del bene in leasing è tale da ritenere che solo il locatario lo possa utilizzare senza sostanziali modifiche No Leasing finanziario Ulteriori domande Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Sì 364 Strumenti finanziari d’impresa IAS 17 – Leases Indicatori di un leasing finanziario Sì I costi legati ad eventuali interruzioni del contratto sono a carico del locatario No Utili o perdite derivanti da variazioni nel “fair value” del bene sono di competenza del locatario Sì No Il locatario ha la possibilità di prolungare il contratto a prezzi sostanzialmente inferiori a quelli di mercato Leasing operativo Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 No Sì Leasing finanziario 365 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing finanziario PPCC 11 e 17 - OIC 1 IAS 17 Al momento della stipula del contratto, il locatario non deve iscrivere nell’attivo il valore del bene locato, ma tenere memoria nei conti d’ordine dell’impegno verso il locatore per i canoni a scadere Il locatario deve iscrivere i canoni previsti contrattualmente per competenza economica Nel caso in cui sia previsto un maxicanone iniziale, esso deve essere ripartito in base al periodo di godimento della locazione. La quota di maxicanone rinviata agli esercizi successivi è iscritta tra i risconti attivi Alla stipula del contratto, il locatario deve registrare il bene nell’attivo immobilizzato e nel passivo il relativo debito. Il valore di iscrizione è pari al fair value del bene alla stipula del contratto, o al valore attuale dei pagamenti minimi previsti dal contratto, se inferiore. Se è prevista l’opzione di riscatto, il valore di riscatto deve essere incluso nel calcolo del valore attuale Il tasso di attualizzazione è il tasso di interesse implicito nel contratto o, ove non determinabile, il tasso di interesse marginale di indebitamento Il lasso temporale di attualizzazione è quello previsto dal contratto Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 366 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing finanziario PPCC 11 e 17 Al termine della locazione, se il locatario acquisisce la proprietà del bene, iscriverà tale bene tra le immobilizzazioni materiali per il valore di riscatto. L’ammortamento deve essere basato sulla vita utile residua NB: Le considerazioni precedenti fanno riferimento al bilancio civilistico. Per quanto riguarda il bilancio consolidato, il PC 17 suggerisce di adottare le modalità di contabilizzazione previste dallo IAS 17 Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 367 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing finanziario Art. 2427, n. 22 / OIC 1 IAS 17 La nota integrativa deve indicare: Il locatario per ogni categoria di bene locato deve fornire le seguenti informazioni: ◦ ◦ Le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che ne costituiscono l’oggetto. Le operazioni devono essere indicate in un apposito prospetto dal quale risulti: il valore attuale delle rate di canone non scadute, l’onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all’esercizio, l’ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla chiusura dell’esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all’esercizio. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 368 ◦ Il valore netto contabile alla data di bilancio. ◦ Un prospetto di riconciliazione tra il totale dei canoni previsti contrattualmente alla data di chiusura di bilancio e il relativo valore attuale per un lasso temporale inferiore all’anno, compreso tra uno e cinque anni e oltre cinque anni. ◦ Il totale dei pagamenti minimi futuri attesi dalla sublocazione. Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing finanziario IAS 17 ◦ I canoni variabili iscritti a conto economico. ◦ Una descrizione dei contratti in essere che comprenda le basi di calcolo dei canoni variabili. ◦ L’esistenza e le condizioni delle clausole di rinnovo, opzione di acquisto e indicizzazione. ◦ Le limitazioni contrattuali ad un ulteriore indebitamento e nuovi leasing e la distribuzione dei dividendi. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 369 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing finanziario Stato Patrimoniale Conto economico Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 Locatario Locatore Rilevazione delle operazioni di leasing come attività e passività Riduzione delle passività per la quota di capitale dei pagamenti minimi dovuti per il leasing Rilevazione dei beni oggetto del leasing come credito finanziario pari all’investimento netto del leasing Riduzione del credito finanziario per la quota di capitale dei canoni di leasing Iscrizione della quota di interessi dei pagamenti minimi dovuti per il leasing Ammortamenti Rilevanza della quota di interessi dei canoni di leasing Rilevazione dell’utile o della perdita derivante dalla cessione del bene 370 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing operativo PPCC 11 e 17 OIC IAS 17 L’utilizzatore deve registrare, per competenza economica, i canoni di locazione (leasing) come costi nel conto economico sulla base di un criterio sistematico rappresentativo del periodo di utilizzo L’utilizzatore deve registrare per competenza economica, i canoni di locazione (leasing) come costi nel conto economico sulla base di un criterio sistematico rappresentativo del periodo di utilizzo L’utilizzatore dovrà indicare l’importo dei canoni residui da pagare alla data di chiusura di bilancio, oltre a quello costituito dal prezzo di riscatto del bene, nei conti d’ordine Il SIC 15 integra il principio sopra esposto prevedendo, nel caso in cui l’utilizzatore usufruisca di incentivi (es: sconti, prezzo ridotto), l’obbligo di considerarli al fine della determinazione del costo totale da ripartire per quote costanti sulla durata del contratto L’utilizzatore non deve registrare alcun bene nell’attivo Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 371 Strumenti finanziari d’impresa Trattamento contabile Leasing operativo Locatario Locatore Nessuna registrazione del bene Iscrizione dei beni oggetto di leasing secondo la loro natura Imputazione dei pagamenti (canoni di locazione) come costi Rilevazione dei costi, tra cui l’ammortamento, sostenuti per realizzare i proventi Rilevazione dei proventi finanziari del leasing Stato Patrimoniale Conto economico Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 372 Strumenti finanziari d’impresa Normativa fiscale L’art. 4-bis del D.L. del 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modificazioni dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, ha apportato modifiche alla disciplina di deduzione dei canoni di leasing ai fini delle imposte dirette. La disposizione normativa, riformulando il comma 2 dell’art. 54 e il comma 7 dell’articolo 102 del TUIR, elimina la condizione della durata minima contrattuale, prima prevista ai fini della deducibilità dei canoni di locazione finanziaria. In tal modo, il legislatore, pur imponendo la deducibilità dei canoni di leasing in un periodo invariato rispetto al passato, ha inteso rendere la deduzione autonoma rispetto alla durata del contratto. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 373 Strumenti finanziari d’impresa Normativa fiscale La norma prevede una riformulazione della disciplina fiscale del leasing in capo all’utilizzatore, vincolando la deduzione dei canoni al periodo di ammortamento degli stessi in luogo della durata contrattuale e, in tal senso, non determina effetti diretti sul gettito, non generando cambiamenti fiscali per l’utilizzatore. La modifica in esame ha effetto nei confronti delle imprese utilizzatrici che redigono il bilancio secondo i principi contabili nazionali, ossia che imputano i canoni di locazione finanziaria a conto economico. Invariata è, invece, la disciplina per i soggetti IAS adopter, i quali imputano a conto economico (e deducono) le quote di ammortamento relative al bene e gli interessi impliciti, prescindendo, dunque, la deducibilità delle quote di ammortamento dalle vicende contrattuali. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 374 Strumenti finanziari d’impresa Normativa fiscale Il legislatore fiscale non ha previsto una disciplina specifica per i contratti di leasing. La normativa fiscale definisce però: ◦ art. 88 del TUIR “Sopravvenienze attive”: in caso di cessione del contratto di locazione finanziaria il valore normale del bene costituisce sopravvenienza attiva ◦ l’art. 109 del TUIR “Norme generali sui componenti del reddito d’impresa”: si limita a regolamentare le modalità e i limiti per la deducibilità dei canoni e indica espressamente che i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate, ovvero, per quelle dipendenti da contratti di locazione, mutuo, assicurazione e altri contratti da cui derivano corrispettivi periodici, alla data di maturazione dei corrispettivi Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 375 Strumenti finanziari d’impresa 4. Iscrizione, valutazione e presentazione degli strumenti finanziari in bilancio secondo i principi contabili internazionali (“IAS/IFRS”) IAS 39 IAS 32 IFRS 7 Cenni IAS 17 (leasing) Cenni su factoring Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 376 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Il Factoring è un contratto mediante il quale un’impresa, definita cedente, trasferisce i propri crediti, attuali e futuri, derivanti dall’esercizio di un’attività commerciale, ad un intermediario specializzato, ossia il factor. La cessione dei credito può avvenire attraverso due modalità, pro soluto o pro solvendo, in funzione del soggetto su cui ricade il rischio d’insolvenza del debitore ceduto. Nella fattispecie del factoring pro soluto è il factor che assume la titolarità del credito e il rischio connesso, anticipando al cedente un importo pari al valore del credito sotto sconto. Nel factoring pro solvendo, invece, l’attività del factor è limitata alla gestione del credito ceduto e all’effettuazione di anticipazioni in misura contrattualmente concordata, senza assumersi alcun rischio d’insolvenza. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 377 Strumenti finanziari d’impresa Factoring: principi contabili nazionali I principi contabili nazionali prevedono che i crediti ceduti in modo pro soluto, e per i quali il rischio d'insolvenza è trasferito al factor debbano essere rimossi dal bilancio del cedente e che l'utile o la perdita, derivante dalla cessione, debbano essere riconosciuti come differenza tra il valore ricevuto ed il valore cui erano iscritti in bilancio. I crediti ceduti pro solvendo vanno normalmente rimossi dallo stato patrimoniale e sostituiti con l'ammontare dell'anticipazione ricevuta e col credito nei confronti del factor, mettendo in evidenza l'ammontare del rischio di regresso nei conti d'ordine e fornendo ove necessario, ulteriori informazioni nella nota integrativa. Le commissioni passive che il cedente riconosce al factor andranno imputate a conto economico. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 378 Strumenti finanziari d’impresa Factoring: principi contabili nazionali Dal lato del cessionario e, quindi, della società di factoring, la contabilizzazione di un’operazione di cessione del credito, indipendentemente dal carattere pro soluto o pro solvendo della cessione, prevede specularmente: l’iscrizione nell’attivo di Stato Patrimoniale dei crediti vantati nei confronti del debitore ceduto, che rappresentano il “monte crediti o outstanding”, ossia gli importi ancora da incassare; l’iscrizione nel passivo di Stato Patrimoniale dei debiti verso il cedente, al netto delle anticipazioni concesse, evidenziando in tal modo l’ammontare nominale delle fatture oggetto di cessione e in attesa di regolamento, che non risultano ancora anticipate e che configurano l’impegno ad erogare dal parte del factor. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 379 Strumenti finanziari d’impresa Factoring: principi contabili internazionali In un’operazione di factoring pro soluto, in cui avviene il trasferimento di tutti i rischi e i benefici, i crediti ceduti saranno soggetti al processo di recognition/derecognition previsto dallo IAS 39 e, di conseguenza verranno cancellati dal bilancio del cedente e contemporaneamente iscritti in quello del factor. Tale fattispecie risulta, dunque, analoga a quella contemplata dai principi contabili nazionali, basandosi sulla medesima prassi contabile che stabilisce che: nell’attivo di Stato Patrimoniale vengano iscritti i crediti verso i debitori ceduti ancora da incassare (monte crediti); nel passivo di Stato Patrimoniale vengano iscritti i debiti verso il cedente, al netto degli anticipi erogati, con evidenza degli impegni ad erogare (le fatture cedute in attesa di regolamento e non ancora oggetto di anticipazione). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 380 Strumenti finanziari d’impresa Factoring: principi contabili internazionali I crediti ceduti, invece, in modalità pro solvendo, per i quali il factor non si assume il rischio di insolvenza da parte del debitore ceduto, non potranno essere oggetto di recognition/derecognition secondo quanto previsto dallo IAS 39 e, conseguentemente, resteranno iscritti nel bilancio del cedente. Il factor provvederà ad imputare in bilancio solo l’importo erogato al cedente a titolo di anticipo del corrispettivo concesso. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 381 Strumenti finanziari d’impresa Factoring: principi contabili internazionali La cessione pro solvendo dei crediti è soggetta, sulla base dei principi contabili internazionali, alla seguente prassi contabile: nell’attivo di Stato Patrimoniale vengono iscritti i crediti verso il cedente, che rappresentano l’anticipazione concessa a fronte dei crediti oggetto dell’operazione di cessione, da cui però non deriva un trasferimento dei rischi e dei benefici; nel passivo di Stato Patrimoniale verrà rilevata esclusivamente l’uscita finanziaria a favore del cedente. Sostanzialmente, dunque, la cessione pro solvendo può configurarsi come un mero finanziamento effettuato dal factor a favore della società cedente. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 382 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Al fine, quindi, di individuare i casi di derecognition/recognition del credito è stato implementato un approccio metodologico basato su due tipologie di analisi: qualitativa, che si focalizza sulla lettura della contrattualistica di riferimento e sull’individuazione di clausole ritenute critiche ai fini del sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici inerenti l’attività ceduta; quantitativa, che si sostanzia nella quantificazione degli effetti che le clausole di mitigazione previste dal contratto generano sui flussi finanziari prodotti dai crediti oggetto delle operazioni. Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 383 Strumenti finanziari d’impresa Factoring Si ritiene utile menzionare i principali rischi dell’operatività nel factoring: ◦ Rischio di credito: è il rischio connesso al mancato pagamento da parte del debitore finale; ◦ Rischio di ritardato pagamento (o rischio di liquidità): è il rischio connesso al fatto che il debitore effettui il pagamento del proprio debito in un momento successivo rispetto alla scadenza contrattuale; Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 384 Strumenti finanziari d’impresa Factoring ◦ Rischio di tasso: è il rischio connesso all’andamento avverso dei tassi di interesse; ◦ Altri rischi: si tratta di rischi connessi alle caratteristiche peculiari del credito (ad esempio, rischio di cambio in caso di crediti espressi in valuta estera o garanzie prestate non legate all’esistenza del credito alla data di cessione). Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 385 Strumenti finanziari d’impresa Contatti Bruno Verona KPMG S.p.A. Via Vittor Pisani, 25 20124 Milano Telefono 02 6763 2249 [email protected] Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia - a.a. 2015-2016 386 Strumenti finanziari d’impresa