Pescare le perle nel mare della Passione Omelia 12 agosto 2011 La pesca miracolosa La meditazione assidua della passione, la contemplazione e l’amore di Gesù Crocifisso non possono rimanere solo nel campo affettivo e speculativo, ma devono portare a scelte concrete, a uniformare la propria vita, i sentimenti e i comportamenti a quelli di Gesù Crocifisso. San Paolo della Croce si serve dell’immagine del mare per spiegare questo lavoro interiore: Dio è un «mare d’infinita carità» dal quale procede «il mare della Passione di Cristo», che è un «mare di amore e di dolore». Nel mare si va a pescare e quando si pesca con Gesù, la pesca sarà sempre miracolosa. A una carmelitana di Vetralla il santo spiega che cosa significa «pescare»: «Vorrei ancora che qualche volta andaste a pescare. E come? Eccolo. La Passione santissima di Gesù è un mare di dolori, ma è altresì un mare di amore. Dite al Signore che vi insegni a pescare il fondo. Lasciatevi penetrare tutta dall'amore e dal dolore. In questo modo farete vostre le pene del dolce Gesù. Pescate le perle delle virtù di Gesù; questa divina pesca si fa senza parole: la fede e l'amore la insegnano» (L. III,516). Per fare questa pesca, bisogna arrivare al fondo del mare e lasciarsi penetrare dell’amore e dal dolore, cioè occorre una meditazione seria e prolungata, che porti all’unione intima con il Crocifisso. La fede e l’amore sono le basi indispensabili. Troviamo un grande equilibrio nella dottrina spirituale di san Paolo della Croce: da una parte insiste senza stancarsi sul raccoglimento interiore e sul cammino spirituale dell’unione con Dio e dall'altra richiede un serio esercizio delle virtù. Si può dire che un effetto essenziale delle "pene infuse" consiste proprio nell’esercizio delle virtù, soprattutto di quelle virtù che più risaltano nella passione di Cristo. Per il santo l'amore di Dio e del prossimo non è un semplice sentimento di benevolenza disimpegnata, ma è una forza che influenza il pensiero e l'azione dell'uomo e porta all’esercizio delle “virtù" del Crocifisso. Amore ed esercizio delle virtù cristiane sono tra loro unite strettamente. L'amore dà alle virtù la "forza necessaria"; l'esercizio delle virtù diviene una "manifestazione necessaria" dell'amore. Così scrive il Santo, col suo linguaggio pieno di immagini: "Quando piace a Dio di concederle tale grazia, non può fare a meno di immergersi tutta nel mare della santissima Passione ed ivi fare gran pesca di perle e di tutte le gioie che sono le virtù dello Sposo divino appassionato, per adornarsi bene, per essere una vittima sacrificata in olocausto nel fuoco del Santo Amore” (L. I,336s). Unione con Dio ed esercizio delle virtù per il santo sono “corsie parallele", inseparabili, di un'unica via che conduce alla santità. Alcune lettere più semplici e profonde S. Paolo della Croce le ha scritte alla venerabile Lucia Burlini, umile tessitrice di Piansano, analfabeta, che si faceva leggere e spiegare le lettere di Paolo dal parroco. A lei spiega quali sono le perle da pescare nel mare della passione: “O Lucia! quanto siete obbligata a Dio! O quanto dovete essere umile, caritatevole con tutti, mansueta, paziente, aver buon concetto di tutti, fuor che di voi stessa! O quanto dovete essere amica del silenzio, dello star ritirata, di fuggire l’ozio, ma lavorare e tacere, e dentro stare con Dio. Tutto il lavoro che vi ho detto si fa nella solitudine interiore, nel tempio dell’anima ed ivi più s’impara tacendo che parlando. E se in tale solitudine, rinata a nuova vita deifica, lo Sposo Divino vi porta a pescare nel mare della santissima passione, pescate pure, figliuola. Lasciatevi penetrare tutta dall’Amore e dal dolore e fate vostre le Pene di Gesù. In questo gran mare della passione pescherete le perle di tutte le virtù di Gesù Cristo. Questa divina pesca si fa pure senza partirsi dalla solitudine e dal silenzio interiore. Gesù v’insegnerà tutto, se sarete umile e morta a tutto” (LL I, 302). Nella meditazione della passione si pescano le perle delle virtù, ci si appropria delle virtù praticate in sommo grado dal nostro Salvatore. Anzi, le virtù che egli ha vissuto nella sua passione diventano nostro programma di vita, e questo perché la meditazione fa nascere in noi un grande amore per lui, anzi lo fa diventare nostro unico $more e quindi per più piacergli siamo disposti a imitare le sue virtù ad ogni costo. E’ l'amore, che Dio concede attraverso le “pene infuse” a chi s’immerge nel "mare della passione di Gesù", e dà la forza per imitare le virtù di Gesù sofferente (L. I,489). S’impongono alcune domande per noi: Quale impegno metto nella meditazione della passione di Gesù? Quali perle ho bisogno di pescare di più in questo mare? P. Alberto Pierangioli