Forze Dinamica • Sistema: corpo o corpi di cui vogliamo studiare il moto (es. un solo corpo puntiforme ) • Tutto il resto dell’universo lo chiamiamo ambiente • Tra sistema e ambiente in generale sono possibili interazioni • le forze descrivono interazioni tra sistemi e tra sistema ed ambiente • Scopo della dinamica: studiare moto del sistema sottoposto ad interazioni dell’ambiente 2 Cosa non è la forza • Non sono esercitate solo dagli esseri animati • Negli esseri animati non sono dovute ai muscoli • Non esistono solo quando c’è movimento • Non causano il movimento • Non sono sinonimo di energia 3 Cosa non sono le forze • Non sono sinonimo di potenza, lavoro, pressione … • Non agiscono solo nel contatto • Non sono “contenute” negli oggetti inanimati né li spingono a muoversi • Non si conservano • Non provocano variazioni di posizione, cioè velocità 4 Idee comuni non corrette • Un corpo sottoposto ad una forza costante si muove con velocità costante. In assenza di forze, ogni oggetto rimane a riposo • Un corpo inizialmente fermo viene messo in moto da una “forza di spinta”, che si consuma durante il moto. Il moto termina quando la forza di spinta è dissipata 5 Idee comuni non corrette • Un corpo, una volta in moto, possiede una forza interna (“impetus”, “capitale di forza”). In assenza di attrito è costante, altrimenti diminuisce finché il corpo si ferma 6 Idee comuni non corrette • Il tempo impiegato da un corpo a percorrere una certa distanza quando agisce una forza su di esso è proporzionale all’inverso dell’intensità della forza stessa • Una forza non può muovere un corpo fintanto che essa è minore del peso del corpo • L’inerzia (talvolta è chiamata anche “peso” o “massa”) è la resistenza intrinseca di un corpo al moto 7 Idee comuni non corrette • Il corpo che causa il moto di un altro corpo esercita forza maggiore, perché deve superarne l’inerzia • Il corpo di massa maggiore esercita forza maggiore 8 La forza • Forza è “schematizzazione delle interazioni fra sistemi o tra sistema ed ambiente” • Schematizzazione modello matematico • Nel SI la forza è una grandezza derivata la cui unità è il newton (N) 9 Come agiscono le forze • Deformazioni (es. spugne, palline…) – corpi sono deformabili o non deformabili (corpi rigidi) • Forze a contatto e a distanza – contatto: si manifestano solo quando si fa qualcosa sul sistema (reazioni vincolari, deformazioni, impulsi) – distanza: il sistema risente della presenza nella spazio di un altro sistema (sorgente) 10 Modelli di interazione • Detti anche leggi di forza: – Elastica – Gravitazionale – Elettrica – Magnetica –… • Necessità di descrivere l’interazione nello spazio le forze sono descritte da vettori 11 Trattazione matematica delle forze • Si applicano tutte le regole dei vettori (somma, sottrazione, prodotto scalare e vettoriale) • Fondamentale saper scomporre le forze lungo assi scelti per descrivere la situazione Forza e quantità di moto • Per descrivere le interazioni di un sistema occorre conoscere come si muove • Cinematicamente, il moto di un corpo non dipende dalla sua massa • Ma quando deve interagire con altri sistemi o con l’ambiente la sua massa deve necessariamente entrare in gioco • Introduciamo quindi la grandezza fisica quantità di moto: p mv 13 Proprietà della quantità di moto • Un corpo in movimento ha quantità di moto • Un corpo fermo non ha quantità di moto • Maggiore la velocità o la massa, maggiore la quantità di moto • La quantità di moto può essere trasferita da un sistema ad un altro oppure distribuire su più sistemi 14 Il 1o principio della dinamica • Conservazione della quantità di moto: se il sistema è isolato, ed è fatto da un solo corpo esso continuerà a muoversi con quantità di moto costante • Primo principio di Newton: “Ciascun corpo persevera nel proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, eccetto che sia costretto a mutare quello stato da forze impresse” • Sistemi di riferimento in cui vale questo principio sono detti sistemi inerziali 15 Il 1o principio della dinamica • Affinche’ avvenga un cambiamento di quantita` di moto (ovvero di velocità) è necessario che l’ambiente circostante interagisca con il sistema • Piu` precisamente occorre tenere conto della risultante di tutte le interazioni tra ambiente e corpo, ovvero la forza netta • Se sono presenti forze, ma la loro risultante è nulla, la quantità di moto non varia nel tempo • Quindi se osserviamo che la quantità di moto di un corpo non varia, possiamo dire che il sistema è isolato o equivalentemente le forze esterne sono nulle p 0 F 0 p f pi 16 Il 2o principio della dinamica • Viceversa se la quantità di moto non è costante, necessariamente è presente una interazione tra sistema ed ambiente, cioè forza • Variazione di quantità di moto variazione di velocità corpo ha accelerazione • il 2o principio specifica quantitativamente la relazione tra variazione di quantità di 17 moto e interazione esterna Il 2o principio della dinamica • Secondo principio: “Il cambiamento della quantità di moto di un corpo è proporzionale alla risultante delle forze esterne ed avviene lungo la direzione lungo la quale la forza agisce dp F dt dp Fdt dp d mv dv m ma F dt dt dt 18 Il 2o principio della dinamica • Si ottiene il 2o principio nella forma 1 a F m • Il che significa che l’accelerazione di un corpo è proporzionale alle forze esterne tramite una costante propria del corpo che è l’inverso della massa del corpo • Per sistema composto da più corpi: R Fi 1 a ai Fi m i m i i m Ciascuna forza agisce indipendentemente dalle altre 19 Equilibrio statico • Se la risultante R delle forze agenti su un corpo è nulla e il corpo ha inizialmente velocità nulla, esso rimane in quiete equilibrio statico • L’annullarsi di R equivale all’annullarsi di tutte le sue componenti R Fi 0 i 20 Il 3o principio della dinamica • Se spostiamo l’attenzione dal sistema all’insieme sistema + ambiente otteniamo che la risultante delle forze esterne è sempre nulla quantità di moto totale si conserva cioè dptot 0 dt 21 Il 3o principio della dinamica • Ma allora: dptot dpsistema dpambiente dpsistema dpambiente 0 dt dt dt dt dt dpsistema Fambiente sistema dt dpambiente Fsistema ambiente dt Fambientesistema Fsistemaambiente 22 Legge di forza elastica • Una molla non sollecitata ha una lunghezza a riposo x0 • Sollecitata da una forza T si estende (o si comprime) • La forza coniugata a T secondo la 3a legge, generata dalla molla, è la forza elastica Fe • Per una molla ideale, l’allungamento (o accorciamento) e l’intensita` della forza sono proporzionali Fe T Fe k x x0 k x • dove k e` la costante elastica della molla 23 Legge di Hooke • In termini vettoriali: F k x x0 kx • Il segno meno indica che la forza, pur avendo ugual direzione, e` sempre diretta in verso opposto allo spostamento x Fe x FT FC Fe • Per ogni molla ciò è valido in un intervallo limitato di intensita` di forza che non superi il cosiddetto limite elastico della molla 24 Moto armonico • Studiamo il moto di un corpo soggetto ad 2 una forza F: d x ma m dt 2 F • Se F e` la forza di Hooke F k x x0 • Se il moto è in una dimensione, possiamo scrivere l’equazione 2 d x m 2 k x x0 dt 25 Moto armonico • Ponendo y=x-x0 d 2 y d 2x 2 2 dt dt • L’equazione del moto diviene d2y m 2 ky dt k m 2 • Dividendo i membri per m e ponendo • Otteniamo d2y 2 y 2 dt • Forze di tipo elastico provocano un moto armonico 26 Moto armonico xt A sin t f • A l’ampiezza la pulsazione • f la fase iniziale • Poiche’ la funzione seno è periodica, a due istanti di tempo t1, t2, che soddisfano la relazione seguente t2 f t1 f t2 t1 n2 • corrisponderà uno stesso valore della coordinata x 0 A sin v 0 A cos x 0 arctan v 0 27 Misura di oscillazioni T A sin f A 28 29 30 Forza gravitazionale • Due corpi qualunque esercitano tra loro una forza del tipo: m1m2 F G 2 rˆ r dove m1 e m2 sono le masse dei due corpi e r la loro distanza e G e` la costante di gravitazione universale • Si assume che le dimensioni dei corpi siano trascurabili rispetto alla loro distanza, altrimenti questa non sarebbe definita • Questa forza è sempre attrattiva 31 Forza gravitazionale • Nel caso della forza di gravita` agente su un corpo di massa m F G Mm RT h 2 M r G 2 RT m r mg 2 h 1 RT M G r 2 RT M g G r g 2 2 RT h 1 R T • L’accelerazione di gravità g non dipende dal corpo, ma solo dalla massa e raggio della Terra e dalla posizione del corpo32 sulla Terra (altitudine e latitudine) Fili e funi • Sono oggetti che trasmettono la forza solo in trazione 33 Fili e funi • Spesso supporremo per semplicità che le funi siano – inestensibili (cioe` la lunghezza non cambi) – di massa trascurabile 34 Macchina di Atwood semplice Ascissa curvilinea m1a1 T v1 v2 a1 a2 m2 a2 T m2 g a g m1a m2 a m2 g a m2 m1 m2 m2 T m1 g m1 m2 g m1 m2 m2 35 Macchina di Atwood semplice Carrucola priva di massa m1a1 m1 g T m2 a2 T m2 g v1 v2 m1a m2 a m2 m1 g a1 a2 g a m2 m1 m1 m2 m1 m2 a 2T m1 m2 g 2T m1 m2 a m1 m2 g m2 m1 g T m1 m2 m1 m2 2 m1 m2 g m1 m2 2 m2 m1 2 2 gm1 m2 m m 2 m1 m2 1 2 T 2gm1 m1 m2 m2 36 Pendolo semplice L m n aN R t uN 2 Ascissa curvilinea mg t aT R t uT man mR mg cos 2 mat mR mg sin Attenzione al segno – nell’accelerazione tangenziale dovuto al fatto che la forza è di richiamo (come nella molla!) 37 Pendolo semplice L g ; 5 6 g L g 0 sin t f L 38 Periodo del pendolo semplice L T 2 g indipendente dalla massa m del pendolo: “isocronismo” del moto; dalla misura di T determinazione di g Vincoli • Un vincolo è una qualunque limitazione dell’ambiente al moto del corpo • Questa limitazione avviene per contatto tra corpo e vincolo • Esempi: – una fune – una superficie d’appoggio o rotaia – un asse fisso – un punto fisso 40 Reazioni vincolari • Il contatto tra corpo e vincolo produce un’interazione che si può modellizzare con una forza • Per il 3o principio, la forza con cui il corpo agisce sul vincolo e` uguale e contraria a quella, detta reazione vincolare, con cui il vincolo agisce sul corpo • Generalmente si suppone, almeno in prima approssimazione, che il vincolo sia indeformabile, cioè che riesca a generare la reazione senza deformarsi apprezzabilmente • Le forze vincolari non sono in generale note a priori, ma si possono dedurre a posteriori esaminando il comportamento del sistema 41 Reazioni vincolari • Esempio: corpo vincolato in equilibrio statico • Supponiamo che il corpo sia soggetto, oltre alla forza di vincolo V, ad altre forze di risultante R diversa da zero • Se il corpo è in equilibrio statico, allora la risultante di tutte le forze, compresa quella di vincolo, dev’esser nulla: Rtot R V 0 • Da questa relazione possiamo calcolare, a posteriori, la forza di vincolo: V R 42 Reazione vincolare di una superficie di appoggio o di una rotaia • È comodo talvolta scomporre la forza V esercitata dal vincolo nelle componenti parallela e perpendicolare al vincolo • La componente tangente t è usualmente dovuta all’attrito con la superficie (scabra) • La componente N è usualmente l’unica presente V N t 43 Attrito su superficie o rotaia • Che il corpo sia in quiete (caso statico) o in moto (caso dinamico), il fenomeno dell’attrito ha origine dalle forze di coesione che si stabiliscono nel contatto tra i materiali di cui sono costituiti il corpo e la superficie d’appoggio, premuti l’uno contro l’altro (dalla forza peso del corpo o da altre forze opportune) F P 44 Attrito statico su superficie • Ad un corpo posto su un piano orizzontale applichiamo una forza F parallela al piano F • Sperimentalmente si vede che il corpo non si mette in movimento fintanto che l’intensita` di F non diventa maggiore di un valore di soglia minimo 45 Attrito statico su superficie • Se un corpo è tale che a= 0, per il terzo principio, la superficie agisce sul corpo con una forza Fs uguale e contraria a F in modo tale che garantisca l’equilibrio statico del corpo • Tale forza è detta d’attrito statico • Non e` nota a priori, ma si ricava dalla condizione di equilibrio statico F Fs 0 da cui: Fs F Fs F 46 Attrito statico su superficie • Il valore di soglia minimo di F corrisponde al massimo valore della la forza di attrito che la superficie puo` sviluppare Fsmax • Si trova sperimentalmente che, almeno in prima max F approssimazione, s s N e la forza non dipende dall’area di contatto col vincolo • s e` il coefficiente di attrito statico e N e` il modulo della N componente, della reazione Fs vincolare, normale (localmente) F alla superficie • Il coefficiente s dipende dai materiali e dalla lavorazione delle superfici a contatto 47 Attrito statico su superficie • Attenzione: l’equazione Fsmax s N • è un’equazione tra moduli, che non si estende ai vettori, e` sbagliato percio` scrivere F max s s N • perche’ Fs e N sono sempre perpendicolari fra loro • Fs ha sempre la stessa direzione e verso opposto a F • Inoltre l’equazione dice qualcosa solo sul valore massimo della forza d’attrito, non sul valore che, di volta in volta, equilibra la forza F 48 Attrito statico su superficie • Riepilogando avremo due condizioni: • condizione di equilibrio statico F Fsmax s N • condizione di moto F Fsmax s N 49 Attrito dinamico su superficie • Il valore massimo della forza di attrito statico ci da` l’importante informazione su quando l’equilibrio statico non è piu` possibile e il corpo comincia a muoversi • Abbiamo allora a che fare con una forza d’attrito dinamico • Si trova sperimentalmente che, almeno in prima approssimazione, Fd d N e la forza non dipende dalla velocita` del corpo o dall’area di contatto col vincolo • d e` il coefficiente di attrito dinamico e dipende dai materiali e dalla lavorazione delle superfici a contatto 50 Attrito dinamico su superficie • Attenzione: l’equazione Fd d N • è un’equazione tra moduli, che non si estende ai vettori Fd d N • Perche’ Fd e N sono sempre perpendicolari fra loro • Fd ha sempre la stessa direzione e verso opposto alla velocita` • A differenza del caso statico ora l’equazione dice proprio il valore della forza d’attrito, che istante per istante agisce sul corpo • L’equazione del moto e`: ma F Fd F d N 51 Coefficienti di attrito • Il coefficiente di attrito statico è sempre maggiore di quello dinamico: s d • Al momento del distacco la forza d’attrito dinamico è minore della massima forza d’attrito statico: max s F Fd 52 Esercizio • Trovare le equazioni del moto di un punto materiale su un piano inclinato soggetto a forza d’attrito dinamico. max Fx Px Fd y N ma y Fy Py N ma y 0 N Py Fd d N d Py max Px Fd Px d Py ax g x d g y g x g sin x Fd P 1 2 x t ax t v0t s0 2 g y g cos ax g sin d cos 53 Miglioriamo le equazioni • Salita • Discesa y y N N x x Fd Fd P P axsal g sin d cos axdis g sin d cos axsal axdisc d 2 g cos axsal axdisc 2 g arcsin 54 Piano inclinato con angolo variabile. Angolo massimo per restare in quiete? max Fx Px f ma y Fy Py N ma y 0 N Py f Fsmax s N s Py max Px f f Px max Fsmax s Py Px max s Py Px s Py max 0 Px s Py 0 sin s cos 0 tan s 55 Piano inclinato con angolo variabile: angolo minimo per moto? max Fx Px f ma y Fy Py N ma y 0 N Py f Fsmax s N s Py max Px f f Px max Fsmax s Py Px max s Py Px s Py max 0 Px s Py 0 sin s cos 0 tan s Spingere o tirare? mb ax F cos N F cos mb g F sin mb ax F cos N F cos mb g F sin mb ax F cos sin mb g mb ax F cos sin mb g 57 Tiro alla fune La persona 2 resta ferma e trascina la persona 1. Approssimiamo il fatto che i due signori hanno una certa estensione della pianta del piede (e non sono punti materiali) con due coefficienti di attrito diversi. Quale condizione devono soddisfare i coefficienti di attrito affinchè una delle due persone vinca? 1 2 58 Tiro alla fune F21 M ma1 Ma2 Fa 2 Fa1 1 m Fa2 + F12 Fa1 2 ma1 F21 Fa1 Ma2 F12 Fa 2 1 1 a1 Ma2 Fa 2 Fa1 0 m m 1 1 Ma2 Fa 2 Fa1 m m F21 F12 ma1 Ma2 Fa1 Fa 2 a2 0 Fa 2 Fa1 2 M 1m m 2 1 M 59 Tiro alla fune Q 0 Fest 0 t 2 1 Fest 0 Fa 2 Fa1 0 Fa 2 Fa1 m 2 1 M 60 Camion di massa M spinto a v costante da macchina di massa m • Quale condizione devono soddisfare i coefficienti di attrito delle ruote del camion e dell’auto affinchè il sistema rimanga in equilibrio? • Quale potenza deve spendere la macchina di massa m per far muovere il camion a v costante? 61 Camion di massa M spinto a v costante da macchina di massa m Ma1 F21 F1ad F21 Ma1 F1ad ma2 F12 F2 ad F12 ma2 F2 ad F21 F12 0 Ma1 ma2 F1ad F2 ad F2 ad 2 d mg Ma1 ma2 2 d mg 1d Mg F1ad 1d Mg a1 a2 0; 2 d mg 1d Mg 0 2 d m 1d M M 2 d 1d 62 m Quale potenza deve spendere la macchina di massa m? Fmotore Fs s mg Pauto t Fmotore t Pauto Pmin vs mg v t P Pauto v2 d mg 2 d auto mgv Pauto M M 2 d 1d 1d m m mgv Pauto 1d Mgv 63 Giri della morte V0 64 Giri della morte v0 2 maN m N mg r v0 2 N m mg mg r 2r V0 65 Giri della morte V 2r v2 maN m N ' mg r v2 N ' m mg ; N ' 0 r vmin 2 g r … ma non abbiamo la condizione su v0! Ci serve qualcosa che tenga conto del fatto che occorre “portare” la macchina da giù a su V0 66