Federico Angelicola
Davide Bolognesi
Andrea Furiosi
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Storia
Kernel
Sicurezza
Aggiornamenti
Google Play
Critiche
La storia di Android
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Android Inc. è stata fondata nell'ottobre 2003 da Andy Rubin (co-fondatore di
Danger), Rich Miner (co-fondatore di Danger e di Wildfire Communications), Nick
Sears (vicepresidente di T-Mobile) e Chris White (principale autore dell'interfaccia
grafica di Web TV), per lo sviluppo di quello che Rubin definí, « [...] dispositivi cellulari
più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario». Inizialmente
la società operò in segreto, rivelando solo di progettare software per dispositivi
mobili.
Il 17 agosto 2005 Google ha acquisito l'azienda, in vista del fatto che la società di
Mountain View desiderava entrare nel mercato della telefonia mobile. È in questi anni
che il team di Rubin comincia a sviluppare un sistema operativo per dispositivi mobili
basato sul kernel Linux. La presentazione ufficiale del "robottino verde" avvenne il 5
novembre 2007 dalla neonata OHA (Open Handset Alliance), un consorzio di aziende
del settore Hi Tech che include Google, produttori di smartphone come HTC e
Samsung. Il primo dispositivo equipaggiato con Android che venne lanciato sul
mercato fu l'HTC Dream, il 22 ottobre del 2008.
Dal 2008 gli aggiornamenti di Android per migliorarne le prestazioni e per eliminare i
bug delle precedenti versioni sono stati molti. Ogni aggiornamento, similmente a
quanto accade per molte versioni di Linux, segue un ordine alfabetico e una precisa
convenzione per i nomi, che in questo caso sono quelli di dolciumi: la 4.0 Ice Cream
Sandwich, la 4.1 Jelly Bean e infine la versione più recente è la 4.4 che prende la
denominazione Kit Kat in seguito ad un accordo con la Nestlé.
Kernel
In Linux è stato incluso l'autosleep e le capacità wakelocks nel kernel 3.5, dopo
molti precedenti tentativi di fusione. Le interfacce sono le stesse ma la
realizzazione di Linux ha due diverse modalità di sospensione: a memoria (le
sospensione tradizionale che utilizza Android), e su disco (ibernazione, come è
noto sul desktop). La memoria flash sui dispositivi Android è divisa in diverse
partizioni, ad esempio "/system" per il sistema operativo stesso e "/data" per i
dati utente e le installazioni delle app. Diversamente rispetto alle tradizionali
distribuzioni GNU/Linux, agli utenti di dispositivi Android non sono disponibili i
privilegi di superutente, o root, per l'accesso al sistema operativo e alle sue
partizioni, quali "/system", per le quali l'utente dispone dei permessi di sola
lettura. Tuttavia, l'accesso come root sul dispositivo è quasi sempre possibile:
in certi casi tramite richiesta al produttore, in altri sfruttando certe falle di
sicurezza di Android. L'accesso root viene utilizzato frequentemente dalla
comunità open source, per migliorare le capacità dei loro dispositivi, ma anche
da soggetti malintenzionati per installare virus e malware.
La sicurezza
Alcuni marchi commerciali hanno rilasciato del software
antivirus per dispositivi Android, in particolare: Avast!,
McAfee e Symantec. Un articolo del 2011 apparso su
ExtremeTech ha sollevato il problema che gli antivirus
disponibili all'epoca, su Android, non riuscivano a rilevare
tutte le minacce, perché per il principio di minimo privilegio
le app non possono agire a livello di kernel ma soltanto
applicativo. Al fine di migliorare la sicurezza del sistema,
Google ha introdotto dei meccanismi automatici di analisi
del software per bloccare eventuali applicazioni malevoli
presenti nel market Google Play. Queste soluzioni hanno
ridotto il problema ma delle analisi tecniche hanno
evidenziato che le analisi automatiche possono essere
aggirate. Un'analisi McAfee stima che nel 2012 l'85% dei
virus per dispositivi mobili sia stato sviluppato per dispositivi
Android
Aggiornamenti
Android ha un rapido ciclo di rilascio, con il rilascio di nuove versioni ogni seinove mesi. Gli aggiornamenti sono in genere di natura incrementale,
apportando miglioramenti del software a intervalli regolari, piuttosto che
revisioni complete del sistema ogni due o tre anni. Nel 2011, Google ha
siglato un accordo con un certo numero di produttori annunciando l'"Android
Update Alliance" e impegnandosi a fornire aggiornamenti tempestivi ad ogni
dispositivo per 18 mesi dalla sua immissione in commercio.La maggior parte
dei dispositivi Android sono in grado di ricevere gli aggiornamenti in modalità
"OTA" (over the air), ovvero senza necessità di un collegamento ad un
PC.Rispetto ad altri sistemi operativi mobili, come iOS, in genere trascorre
parecchio tempo, a volte diversi mesi, fra il rilascio ufficiale di un
aggiornamento Android e l'effettiva distribuzione, da parte dei vari produttori,
ai dispositivi in grado di supportarlo.Ad aggravare ulteriormente il problema,
si aggiunge il fatto che la stragrande maggioranza dei produttori
personalizzano l'interfaccia di Android per differenziarsi sul mercato e, ad
ogni aggiornamento, devono riportare le proprie personalizzazioni sulla
nuova versione. Alcuni commentatori hanno notato che, allo stato attuale, i
produttori sono incentivati a "non" aggiornare i propri dispositivi,
incentivando gli utenti a passare ad un modello più recente (e aggiornato).
Il market ufficiale di Android è Google Play. Il nome attuale è stato
adottato a partire dal 6 marzo 2012 mentre la denominazione
precedente era "Android Market" . Il market offre la possibilità di
acquistare non solo applicazioni, ma, dal 2012, anche libri e
musica, rispettivamente Play Books e Play Music. Tutti o quasi i
dispositivi Android hanno preinstallata una icona denominata
Market oppure Google Play. Per accedere al Market è necessario
possedere un account Google. Oltre a poter acquistare sul
market utilizzando il servizio Google checkout, è prevista la
possibilità di addebitare l'acquisto sul credito prepagato o
sull'abbonamento usato per il servizio telefonico; in Italia questa
modalità di pagamento è garantita solo dagli operatori Vodafone
e Wind.
Critiche
Un team di sviluppatori si è visto rigettare un'applicazione regolarmente inserita
nell'Android Market. L'applicazione in questione, "WiFi Tether for Root Users", è
dedicata al tethering (permette ai dispositivi di funzionare come veri e propri router
wi-fi per fornire a loro volta connettività wi-fi ad altri apparecchi). La motivazione
era che T-Mobile vieta il tethering, quindi le applicazioni a esso dedicate creano un
conflitto di interessi. Le notizie scatenarono pesanti polemiche tra gli utenti,
indignati dalla poca flessibilità dimostrata da Google, la quale fecero pensare che
il sistema non fosse in realtà tanto "open" come fu presentato. Il tethering wi-fi fu
comunque introdotto ufficialmente con la versione di Andoird 2.2 "Froyo", integrata
nel sistema. Nel 2012 è emerso come le applicazioni potrebbero estrapolare le
foto personali dell'utente dal proprio dispositivo. Talvolta Android OS, per via delle
scarse ottimizzazioni di alcuni produttori di devices Android, è stato criticato per la
poca fluidità del sistema durante l'utilizzo.Un'altra critica è volta alla funzione
sveglia, la quale non si attiva con il terminale spento; quest'ultima mancanza è
aggirabile tramite alcune applicazioni. A seguito ad una ricerca, un utente Android
è venuto a conoscenza che alcuni dispositivi mobili in commercio, montano in
realtà una versione modificata del sistema operativo, programmata appositamente
per inviare dati personali ai server dei produttori del telefonino. L'articolo rivolgeva
principalmente le critiche verso la Motorola, colpevole di inviare ai suoi server,
password di email, social network e dati di utilizzo degli utenti.