Diapositiva 1 - Facoltà di Scienze Politiche

CORSO INTERFACOLTA’ SCIENZE
POLITICHE GIURISPRUDENZA MEDICINA
CORSO DI STUDI IN SERVIZIO SOCIALE
(CLASSE 6)
Psicologia dello sviluppo e della
formazione 1 (CFU 4 ,5)
Dott.ssa Marina Mura
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
giorno
Marzo
Aprile
Ora
lunedì
10
17/4
ore
martedì
11
mercoledì
12
16.00 - 18.00
1/aud.
18
“
1“
19
“
1“
7
“
Aud.
8
“
“
2/4
9/4 ore
Marina Mura - Servizi sociali ore
Psicologia dello sviluppo e della
“
Aud +2“
lunedì
martedì
mercoledì
1
formazione
31
Aula
Psicologia dello sviluppo e della
formazione 1
Testi per l’esame
• CAMAIONI L., DI BLASIO P. (2007) Psicologia dello
sviluppo. Bologna: Il Mulino
Uno a scelta tra:
• DI BLASIO P. (2000) Psicologia del bambino
maltrattato. Bologna: Il Mulino
• CAMAIONI L., AURELI T., PERUCCHINI P. (2004)
Osservare e valutare il comportamento infantile.
Bologna: Il Mulino
• LECCE S., PAGNIN A. (2007) Il lessico psicologico.
La teoria della mente nella vita quotidiana.
Bologna: Il Mulino
• SEMPIO, CAVALLI, VALLE (a cura di) (2007)
Comprensione sociale ed emozioni nel ciclo di vita.
MarinaRoma:
Mura - Servizi
Caroccisociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Psicologia dello sviluppo e della
formazione 1
Attività formative
Modello formativo
costruzionista
 Lezioni interattive sui
fondamenti della Psicologia
dello sviluppo
Riflessioni sistematiche sulla
formazione in aula
Esercitazioni su aspetti
Marina Mura - Servizi sociali teorici e competenze
Psicologia dello sviluppo e della
comunicative (ascoltoformazione
attivo)
Cos’è la Psicologia
Lo studio scientifico dei processi della
mente, del comportamento e delle
loro relazioni.”
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
I paradigmi della Psicologia: la
Gestalt
• È stata la Psicologia della
•
Gestalt o “forma”, nata in
Europa agli inizi del ‘900, ad
individuare le leggi
dell’organizzazione percettiva.
In antitesi agli studi
elementaristi wundtiani
dimostrò che la qualità, gestalt,
non è una somma di elementi
ma l’esito delle relazioni tra di
essi ed in particolare della
Marina Mura - Servizi sociali relazione figura-sfondo.
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
I paradigmi della Psicologia: La
Gestalt
Uno stesso elemento inserito in totalità
diverse assume caratteristiche diverse.
Questo vale per la percezione,
l’apprendimento, il ricordo,
l’atteggiamento, il ragionamento e l’azione
(Kohler, 1947)
la realtà è fenomenica o percepita e non
corrisponde a quella fisico-materiale
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
I paradigmi della Psicologia: La
Gestalt
La totalità oggetto di percezione è un campo
dinamico di forze e interazioni tra le parti che
hanno un equilibrio (la fisica dei campi è utile a
descrivere il processo) secondo regole o “principi
di unificazione formale”.
Le gestalt sono tanto più coerenti e solide quanto
più gli elementi sono “vicini”, “somiglianti”, hanno
una “buona continuazione” (si percepiscono come
un unico elemento gli elementi in continuità di
forma), “chiusi”, “pregnanti” (armonici, simmetrici,
semplici)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
I paradigmi della Psicologia: La
Gestalt
L’approfondimento è il processo
dinamico che organizza o ristruttura il
reale con un atto di intelligenza
creativa o insight (intuizione) capace
di far emergere una nuova “forma”
dalla realtà
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
I paradigmi della Psicologia:
il Comportamentismo
Il Comportamentismo è stato definito dal suo fondatore,
Watson (1913), un settore delle scienze naturali, sperimentale,
che si pone lo scopo di prevedere e controllare il
comportamento, ossia l’insieme delle risposte muscolari e/o
ghiandolari, osservabili “intersoggettivamente”.
• l’organismo è una scatola nera (black box) non-
conoscibile: sono oggetto di studio gli elementi osservabili:
– “stimolo” (“S”: variabile indipendente) ambiente
– “risposta” (“R”: variabile dipendente) emessa dall’organismo
– la loro associazione.
• L’ancoraggio al metodo scientifico impone il rifiuto
Marina Mura - Servizi sociali dell’introspezione e del
colloquio clinico a favore dei modelli di
Psicologia dello sviluppo e della
apprendimento per prova edformazione
errori e per condizionamento
I paradigmi della Psicologia:
il Comportamentismo
Condizionamento: il comportamento è l’esito di modifiche stabili di esso
dovute al condizionamento di stimoli ambientali, è apprendimento e ha
valore adattivo.
Condizionamento classico o dei riflessi condizionati (Pavlov,
1904):
 associando (contiguità temporale e frequenza) uno stimolo neutro o
condizionato (Sc) ad uno stimolo incondizionato (Si) che produce una
risposta naturalmente (incondizionata, Ri), si ottiene un apprendimento per
il quale è sufficiente la presenza di Si per ottenere la stessa risposta Ri, che
ora è una “risposta condizionata” (Rc)
 Processi di apprendimento: rafforzamento (alta frequenza
dell’associazione), estinzione (mancata associazione), recupero spontaneo
(ricomparsa di Rc dopo estinzione), generalizzazione (altri stimoli simili a Sc
producono c) e discriminazione (se si associa solo uno Sc allo Si e non ad
altri, solo il primo produrrà Rc).
 Processo tipico dell’attivazione
il condizionamento
classico non è in
Marinaemotiva,
Mura - Servizi
sociali Psicologia
sviluppo e della e, soprattutto, quelli
grado di spiegare e produrre
moltidello
apprendimenti
formazione
complessi.
I paradigmi della Psicologia:
il comportamentismo
legge dell’effetto
(Thorndike, 1874-1949): non è la contiguità
temporale a produrre RC, ma Si, ovvero l’associazione stimoloeffetto, ciò che avviene dopo il comportamento (che si produce
casualmente, per prove ed errori)
Burnus Frederic Skinner, il più importante tra i
comportamentisti, distingue:
• comportamenti rispondenti, esito di riflessi innati o
di condizionamento classico;
• comportamenti “operanti”, frutto di associazioni SR modulate dal “rinforzo” o conseguenza.
Lo stimolo è definito “discriminativo” e il
Marina Mura - Servizi
sociali - agisce
comportamento “operante”
perché
Psicologia dello sviluppo e della
sull’ambiente
formazione
I paradigmi della Psicologia:
il Comportamentismo
• Rinforzo:
– Positivo: introduzione nell’ambiente di uno stimolo gradevole: produce
aumento della frequenza del comportamento
– Negativo: eliminazione dall’ambiente di uno stimolo sgradevole: produce
aumento della frequenza del comportamento
– Punizione: introduzione nell’ambiente di uno stimolo sgradevole: produce una
diminuzione di frequenza del comportamento
– Primario: soddisfa bisogni primari (cibo, sonno ecc.)
– Secondario: soddisfa bisogni non primari e funge da intermediario per il
soddisfacimento dei bisogni primari (denaro per cibo ecc.)
– Continuo, parziale ad intervalli fissi o variabili: il primo deve essere
ripetuto, perché non si verifichi estinzione, l’ultimo è quello che assicura il
comportamento anche se il rinforzo non è presente ed è più difficile da
estinguere.
• Il modello portò ad un fortunato studio di tecniche psicologiche (apprendimento,
Marina Mura
Servizi sociali
psicoterapia) di induzione o inibizione
di- risposte
al fine
di produrre o controllare i
Psicologia
dello
sviluppo
e
della
comportamenti, che ancora informa diversi campi di ricerca e pratica psicologica.
formazione
La Psicoanalisi e il modello clinico
Sigmund Freud nel 1896 fonda la Psicoanalisi, che
rappresenta solo un modello di analisi della psiche
all’interno del settore della psicologia definita Dinamica.
• La prospettiva è totalmente opposta a quella
comportamentista: ciò che viene indagato sono i
processi psichici come motori del comportamento.
• La psicopatologia e i processi psichici normali, sono in
continuità e mettono in evidenza l’esistenza di forze
pulsionali, ovvero di energia che permette all’individuo di
adattarsi alla realtà, e che hanno un funzionamento
regolato secondo due principi:
• il principio di Piacere;
• il principio di Realtà.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
La Psicoanalisi e il modello clinico
Le tre istanze dell’apparato psichico:
• ES: la dimensione inconscia serbatoio delle pulsioni (sessuali,
aggressive, di auto-conservazione, ecc..);
• il Super IO: parzialmente inconscio, svolge le funzioni di
“censore” (coscienza morale, idealità, auto-osservazione, ecc..),
nei confronti dell’ IO ;
• IO, media tra gli impulsi libidici dell’Es e le istanze censorie del
Super Io, secondo le richieste della realtà esterna.
• ”Abbiamo definito il concetto di libido come una forza quantitativamente
variabile, che può servire a misurare i processi e le trasformazioni che si
verificano nel campo dell’eccitamento sessuale. Distinguiamo questa libido
in base al fatto che essa si origina dall’energia che è lecito ammettere
come substrato dei processi mentali in genere, quindi le attribuiamo anche
un carattere qualitativo.”
(1915)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
La Psicoanalisi e il modello clinico
• L’organizzazione psichica individuale è il
frutto della dinamicità tra principio del
piacere (fronte interno dell’Io) e principio
della realtà (fronte esterno dell’Io) e può
essere interpretata, o “ricostruita”, mettendo
in luce la dinamica della rimozione,
attraverso il transfert, le libere associazioni,
l’analisi dei sogni, dei lapsus, dei motti di
spirito e degli atti mancati
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Il cognitivismo
Negli anni ’60 alcuni psicologi, anche comportamentisti
(Miller, Galanter, Primbram), mettono in discussione i
modelli comportamentali e dinamici, proponendo il
modello TOTE (Test-Operate-Test-Exit) in cui viene
inserito il concetto cibernetico di feedback (secondo la
teoria dell’informazione):
 i processi cognitivi e i comportamenti che ad essi
seguono, sono costituiti da elaborazioni,
immagazzinamenti, recuperi, ecc.., come quelli elaborati e
prodotti da un computer.
 lo psicologo deve cercare di capire il software, o
programma, che permette quei processi, senza
preoccuparsi di studiare l’hardware, cioè la base fisica.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
La Psicologia: le prospettive
Comportamentale/
Cognitivista
Sperimentale:
spiegazioni causali
Il comportamento è
Prospettiva culturale
Spiegazioni normative
Il comportamento è
intenzionale e guidato
causato da fattori
(non determinato) da
interni (personalità,
norme (regole generali di
processi cognitivi) e/o
esterni (ambiente)
comportamento) e regole
Marina Mura - Servizi sociali all’individuo
(legate
ai ruoli) sociali
Psicologia dello sviluppo
e della
formazione
La natura culturale dello sviluppo
(Rogoff, 2003)
“Lo sviluppo umano implica una partecipazione degli
individui a comunità culturali, e può essere
compreso solo alla luce delle pratiche culturali e
delle condizioni di tali comunità, che sono
anch’esse in continua evoluzione” (p. 1)
• L’individuo è predisposto biologicamente a partecipare ad
attività culturali: usare il linguaggio, usare strumenti,
imparare dagli altri
• Gli strumenti, sempre culturalmente significativi,
permettono la memoria collettiva di eventi di cui non si è
fatta esperienza (partecipazione vicaria) alla base
dell’apprendimento trans-generazionale:
ogni generazione
Marina Mura - Servizi sociali adatta alle circostanze
l’eredità
bio-culturale
Psicologia
dello sviluppo
e della
formazione
La natura culturale dello sviluppo
(Rogoff, 2003)
Ogni culture ha aspettative diverse sulle
capacità degli individui nelle
fasi del ciclo di vita
(bambini, adolescenti, adulti, anziani):
Le “tabelle di sviluppo ” individuate in una
cultura possono non corrispondere o
essere considerate dannose in un’altra.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
La natura culturale dello sviluppo
(Rogoff, 2003)
•
•
Modello culturale occidentale
Prima dell’industrializzazione: non si conosceva l’età, gli
studenti procedevano per livelli di conoscenza, si distingueva
infanzia e età adulta
Con l’industrializzazione:
– l’età diviene un’unità di misura dello sviluppo e un criterio per
classificare gli individui: occorreva razionalizzare i sistemi educativi e
sanitari e ciò portò alla nascita della Pediatria, della Psicologia
evolutiva, degli istituti per anziani e di scuole ordinate per età
– Crescente allontanamento dei bambini dalle attività adulte
(segregazione in base all’età)
• In altre comunità (Aka, Africa centrale) l’integrazione dei
bambini con le attività quotidiane permette loro di osservare
e partecipare attivamente alle attività degli adulti in modo
multilaterale (con più attori sociali): le attività osservate
sono contestualizzate
non- Servizi
apprese
Marina Mura
sociali - in modo teorico
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico
Con la locuzione “sviluppo
psicologico” si fa riferimento
ai cambiamenti che si
verificano nelle
capacità/comportamenti
dell’individuo nelle fasi del
ciclo di vita, dalla nascita alla
senescenza
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico
Domante chiave:
• Nello sviluppo il cambiamento è
quantitativo o qualitativo, incrementale o
discontinuo?
• Nello sviluppo il cambiamento deve
essere attribuito a fattori genetici o
ambientali?
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico: i principali
approcci teorici
Un approccio teorico è un quadro concettuale
astratto prodotto e sviluppato da gruppi di
studiosi che si caratterizza per :
• Assunzioni di base specifiche
• Individuazione e delimitazione del proprio
campo e oggetto di indagine
• Individuazione e scelta di metodi e
strumenti adeguati
• Produzione e validazione di teorie e costrutti
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico: approccio
comportamentistico
• Il cambiamento è quantitativo e incrementale:
l’individuo è plasmabile e ha illimitate possibilità di
apprendimento
Il cambiamento è prodotto dall’ambiente
Il metodo: sperimentale e osservativo, controllato
Teorie dell’apprendimento:
•
•
•
–
–
Condizionamento operante (Skinner)
Teoria dell’apprendimento sociale (Bandura, 1977):
•
•
L’apprendimento è anche il frutto dell’osservazione del comportamento
altrui (condizionamento vicario) rinforzato socialmente
Il rinforzo è anche intrinseco (piacere)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico: approccio
organismico
 Il cambiamento è qualitativo e incrementale/discontinuo:


–
–
–
l’individuo è un organismo attivo che si auto-organizza
Il metodo: sperimentale e osservativo controllato
Teorie dello sviluppo:
Maturazionismo (Gesell, 1929):
• Il cambiamento è prodotto da fattori genetici e ambientali in
interazione
• Chomsky (1959, 1965): la base grammaticale della lingua è uguale per
tutti gli individui, che apprendono i termini e i contesti d’uso.
Costruttivismo (Piaget, 1936,1937, 1945):
• Il cambiamento è prodotto da fattori genetici e ambientali in
interazione
• Lo sviluppo cognitivo produce livelli qualitativamente differenti di
organizzazione del pensiero: stadi in sequenza invariante e universale
di crescente complessità e stabilità
Teoria dello sviluppo come interiorizzazione di forme culturali
(Vygotskij, 1896-1934):
• L’apprendimento è un processo storico-culturale di appropriazione di
Marina
- Servizisimbolici
sociali significati per mezzio
diMura
mediatori
(lingua, calcolo, disegno)
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo psicologico: approccio
psicoanalitico
 Il cambiamento è qualitativo e discontinuo:



l’individuo è un organismo simbolico che
attribuisce significati a se stesso e al mondo
Il cambiamento è causato da conflitti interni ed è
stadiale
Oggetto di studio: la storia personale e i suoi nessi
significativi
Il metodo: osservativo, della relazione
osservatore-osservato (transfert)
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formazione
Approccio ecologico di Broenfenbrenner
Macrosistema
politica sociale e dei servizi
Esosistema
Condizioni di vita e di lavoro
Mesosistema
relazioni tra microsistemi
Microsistema Microsistem
a
Scuola
Coetanei
Microsistem
a
Famiglia
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formazione
Studio dello sviluppo
SCHEMI EVOLUTIVI
COMUNI?
DIFFERENZE
INDIVIDUALI?
Concezioni
stadiali
Differenze interindividuali e
intraindividuali
Teorie classiche
es.: Piaget, Freud
Studi contemporanei
es.: temperamento,
“popolarità”, ritmo di
acquisizione della lingua
materna
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formazione
Disegni di ricerca
Disegno longitudinale
Disegno trasversale
Lo stesso gruppo di individui
Gruppi di individui di età
diversa
Osservazioni e valutazioni
per un periodo più o meno
lungo di tempo
Breve
termine
Confronti fatti nello stesso
momento temporale
Lungo
termine
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formazione
Vantaggi dei disegni di ricerca longitudinali
• Consente di seguire lo sviluppo individuale nel tempo
• Consente di rispondere a domande circa la stabilità del
comportamento indagato
• Consente di determinare gli effetti di esperienze o
condizioni antecedenti sullo sviluppo successivo
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formazione
Svantaggi dei disegni di ricerca longitudinali
• Modello molto costoso in termini di investimenti di
energie
• Possibilità di perdere soggetti nel corso della ricerca sia
per cause accidentali che per abbandono volontario
• Possibilità di confusione tra i cambiamenti legati all’età
e i cambiamenti di tipo sociale e storico che si
verificano nel corso della ricerca
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formazione
Vantaggi e svantaggi dei disegni di ricerca
traversali
Vantaggi
• Consente di identificare differenze tra le età
• Relativamente poco costoso, veloce nell’esecuzione e
facile da replicare
Svantaggi
• Non dice nulla sullo sviluppo intra-individuale
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formazione
Metodi di ricerca
Esperimento
Metodi quasi
sperimentali o
correlazionali
Osservazione
MASSIMO
MINIMO
Intervento del ricercatore sul fenomeno indagato
• Controllo sulla variabile
indipendente per determinare il
comportamento osservato
• Analisi della relazione che
potrebbe esistere tra le variabili
in risposta alla manipolazione
• L’obiettivo è la verifica della
relazione causa-effetto
• Nessun controllo sulla
variabile indipendente,
osservazione del
comportamento spontaneo
• Analisi delle relazioni
esistenti tra le variabili
• L’obiettivo è la descrizione
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formazione
Tipi di osservazione
Osservazione
naturalistica
Osservazione
controllata
Il ricercatore cerca di
esercitare un minimo
grado di controllo sul
proprio oggetto di
studio
Il ricercatore cerca di
esercitare un grado
medio o massimo di
controllo sul proprio
oggetto di studio
Condotta
in ambiente naturale
e in laboratorio
Marina Mura - Servizi sociali -
Condotta
in ambiente naturale
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
L’osservazione come metodo di ricerca
Realtà
Miti
Osservare non è registrare
fedelmente la realtà
Osservare non è guardare.
L’osservazione si fonda
sempre su un’ipotesi o
quanto meno su una curiosità
L’osservazione richiede:
•
•
•
•
•
•
Tempo e distensione
Libertà intellettuale
Assenza di pregiudizi
Consapevolezza di sé
Capacità di non coinvolgersi
Capacità di sospendere il giudizio
è esposta al
Osservare non è interpretare. L’osservazione
rischio della soggettività
L’osservazione rappresenta
un momento intermedio tra la E’ impossibile stabilire dei
percezione del fenomeno e la confini netti tra “chi osserva” e
sua interpretazione
“chi viene osservato”
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Fasi dell’osservazione
1. SELEZIONE DEL FENOMENO DA OSSERVARE
2. REGISTRAZIONE DEL FENOMENO INDIVIDUATO
3. CODIFICA DEI DATI REGISTRATI
In tutte e tre le fasi sono individuabili delle fonti di errore
che è necessario conoscere e controllare per evitare
distorsioni sistematiche nella raccolta e analisi dei dati
osservati
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Fonti di errore nella 1° fase dell’osservazione
SOGGETTI
Fonte di errore
• Reattività
• Innaturalità
Controllo
• Familiarizzazione
• Tecniche non invasive
• Mascheramento
dell’osservatore
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formazione
Fonti di errore nella 2° fase dell’osservazione
OSSERVATORI
Fonte di errore
• Condizioni psicofisiche
• Capacità personali
• Sapere di essere valutati
per l’attendibilità
dell’osservazione
Controllo
• Utilizzo di osservatori
indipendenti
• Utilizzo di buoni osservatori
• Controlli casuali dell’attendibilità
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formazione
Fonti di errore nella 3° fase dell’osservazione
RICERCATORI
Fonte di errore
• Aspettative e commenti
• Uso di schemi di
codifica complessi
Controllo
• Evitare commenti ed
interpretazioni
• Definizioni operative chiare
delle categorie di codifica
• Addestrare i codificatori
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OSSERVAZIONE STRUTTURATA
TEORIA
COSTRUTTI
IPOTESI
OPERAZIONALIZZAZIONE DEI COSTRUTTI e
SPECIFICAZIONE dei COMPORTAMENTI da
osservare
Individuazione delle modalità di codifica
Individuazione dei soggetti
Individuazione del o dei luoghi di osservazione
Individuazione dei tempi di osservazione: quando
- con quale frequenza – per quanto tempo
Individuazione degli osservatori
• Osservazione
• Codifica
• interpretazione
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formazione
Sviluppo fisico-motorio: lo sviluppo prenatale
Durante il periodo prenatale si completa l’organizzazione di un
individuo maturo e capace di sopravvivere nell’ambiente
esterno.
Patrimonio
trasmesso
dai genitori
EMBRIONE
FETO
Fattori ambientali dovuti
al rapporto con
l’organismo materno :
• Nutrimento
• Sostanze chimiche,
ormonali e virus
• Agenti teratogeni
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formazione
Sviluppo fisico-motorio:
passaggio dalla vita uterina a quella extrauterina
Il neonato viene al mondo con l’equipaggiamento necessario
ad affrontare una serie di nuovi compiti
Produzione di livelli elevati
di “ormone dello stress”
Risponde allo stress
della nascita
Riflesso respiratorio
Respira ossigeno
attraverso i polmoni
Riflesso di suzione
Si nutre attraverso
la bocca
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formazione
Sviluppo fisico-motorio: fasi della crescita postnatale
Periodo neonatale:
dalla nascita al 28° giorno di vita
Prima infanzia:
da 0 a 2 anni
Seconda infanzia:
da 2 a 6 anni
Terza infanzia:
da 6 a10 anni
Adolescenza:
da 10 anni al completamento
dello sviluppo sessuale
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formazione
Prime fasi dello sviluppo sessuale
Fecondazione
Sviluppo
prenatale
Sesso cromosomico
• Maschio: Differenziazione delle cellule
che producono testosterone
• Femmina: Nessuno stimolo ormonale
specifico per differenziarsi
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formazione
Sviluppo sessuale
PUBERTÀ = Momento di massima differenziazione sessuale
MATURITÀ SESSUALE
Completa maturazione degli organi deputati
alla riproduzione
Cambiamento dei caratteri sessuali:
PRIMARI
Necessari alla
riproduzione
SECONDARI
es.: comparsa dei peli,
sviluppo del seno
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formazione
Lo sviluppo percettivo
Le ricerche sulle competenze cognitive ed emotive del
neonato e del bambino hanno messo in evidenza che sono
precoci: esistono sin dalla nascita
NEONATO
BAMBINO
attivo nell’elaborazione delle esperienze perché
dotato di prerequisiti percettivi e cognitivi precoci che
si sviluppano grazie all’interazione con l’ambiente
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formazione
47
Lo sviluppo percettivo
Il contatto con il mondo esterno avviene attraverso
la sensazione
la percezione
Effetto soggettivo e
immediato, provocato
dagli stimoli sui diversi
organi di senso
Organizzazione dinamica
e significativa degli stimoli
sensoriali
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formazione
48
Lo sviluppo percettivo
Competenze gustative e olfattive precoci
Il neonato risponde diversamente a:
Sapori dolci
Sapori amari e acidi
Espressioni di soddisfazione
Espressioni di disgusto e
irritazione
Odori gradevoli
(latte materno)
Odori sgradevoli
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formazione
49
Lo sviluppo percettivo
Finalità della percezione gustativa e olfattiva
Le sensazioni gustative e olfattive nel neonato hanno due
principali finalità:
la nutrizione
la mediazione
della relazione
con il caregiver
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formazione
50
Lo sviluppo percettivo
Percezione uditiva precoce
I NEONATI
• sono precocemente reattivi ai suoni: orientano gli occhi e la
testa in direzione di suoni ritmici e di voci umane
• riconoscono precocemente la voce materna e la preferiscono
ad altri stimoli
• sono inizialmente in grado di discriminare i fonemi delle
diverse lingue, per poi concentrarsi selettivamente solo su
quella della propria cultura di appartenenza
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formazione
51
Lo sviluppo percettivo
Competenze visive precoci
Il neonato è in grado di:
• ispezionare l’ambiente tramite movimenti oculari coniugati
e di inseguimento
• discriminare gli stimoli intensi e vicini
• utilizzare una visione binoculare (a 3 mesi)
• percepire le sfumature cromatiche
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formazione
52
Lo sviluppo percettivo
Preferenza per il volto umano
Il neonato mostra precocemente una netta preferenza per il
volto umano
spiegazione
Innatista
Adattiva
favorisce il legame
di attaccamento e
le relazioni
primarie
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formazione
53
Lo sviluppo percettivo
Il volto attrae il bambino:
Regolarità
nella struttura
schematica
Complessità
e varietà
Caratteristiche
del volto che
attraggano il
bambino
Simmetria
Movimento
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formazione
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Nitidezza
dei
contorni
Lo sviluppo percettivo
Caratteristiche del riconoscimento del volto
IL BAMBINO
• mostra una precoce preferenza per il volto materno:
percezione interdipendente di dettagli interni ed esterni,
facilitata dalla presentazione del volto completo
• discrimina precocemente differenti pattern facciali che
esprimono diverse emozioni
• preferisce i visi attraenti, considerati più prototipici della
rappresentazione costruita sulla base dell’esperienza
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formazione
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Lo sviluppo percettivo
Le coordinazioni intermodali
Piaget: l’integrazione si costituisce con l’esperienza e non
prima di un anno di vita del bambino
.
Gibson: l’integrazione si costituisce subito dopo la nascita.
Le ricerche confermano il punto di vista di Gibson: gli studi di
Butterword, Harris (1994) sul coordinamento audio-visivo
e quelle di Melzoff e Borton (1979) sulla percezione tattile e
visiva osservano la presenza di una forma di transfer
intermodale, che consente a un organo di senso di conoscere
attraverso le percezioni di un altro organo.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
56
Lo sviluppo percettivo
LE COSTANZE PERCETTIVE
Nei primi mesi di vita inizia a svilupparsi la capacità di percepire
gli oggetti come invarianti e costanti nella forma, nel colore, nella
dimensione e nella luminosità, pur al variare delle stimolazioni.
L’organizzazione delle costanze percettive è un processo
lungo e graduale, che vede il susseguirsi di:
costanza della forma
costanza della dimensione
percezione
di distanza e profondità
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
57
Lo sviluppo percettivo
Nella prima infanzia emerge il fenomeno del:
SINCRETISMO INFANTILE
la percezione della struttura di insieme ostacola
l’individuazione delle singole parti
• il sincretismo non è dovuto a un problema di visione, ma
all’influenza delle proprietà strutturali degli stimoli (Vurpillot,
1972)
• il sincretismo è considertato una carenza di organizzazione
flessibile e articolata del campo percettivo (Girotti e
Marina Mura - Servizi sociali Rizzardi,1999)
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
58
Lo sviluppo percettivo
Sviluppo della capacità percettiva
Percezione sincretica
(globale-indifferenziata)
Percezione analitica
Percezione sintetica
(globale-differenziata)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
59
Lo sviluppo percettivo
Superamento del sincretismo infantile
Nella fanciullezza si sviluppano:
• capacità di tipo analitico
• articolazione gerarchica del campo fenomenico
• adozione di una prospettiva reversibile
• capacità di compiere un’esplorazione esaustiva
• perfezionamento della costanza di grandezza o fenomeno
della supercostanza
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
60
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Approccio organismico costruttivista
L’individuo non è un passivo recettore di influenze ambientali,
né un veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore delle
proprie conoscenze: si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente
• Lo sviluppo è comprensibile all’interno della storia evolutiva
delle specie: è organizzazione biologica su cui si basa quella
psicologica o intelligenza adattiva
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Lo sviluppo: trasformazione di strutture che si costruiscono
per rispondere a bisogni attraverso l’attività
dell’individuo
Intelligenza
Si evolve in modo continuo, ma per stadi qualitativamente diversi,
ma integrati gerarchicamente:
• Strutture diverse (STADI)
• Funzioni invarianti: adattamento ed equilibrazione
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Processi di modifica delle strutture cognitive
ASSIMILAZIONE
ACCOMODAMENTO
Incorpora nei propri schemi i
dati dell’esperienza
Modifica i propri schemi per
adattarli ai nuovi dati
Continuità - conservazione
Cambiamento - novità
ADATTANO L’ORGANISMO ALL’AMBIENTE
GARANTENDO L’EQUILIBRIO DELLA STRUTTURA
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
63
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Stadio
Sensomotorio
Stadi dello sviluppo cognitivo
Età
Descrizione
0-2 anni
Preoperatorio
2-6 anni
Operatorio
concreto
6-12
anni
Operatorio
formale
Dai 12
anni
il mondo è ciò che si può esperire con le
informazioni sensoriali: si acquisisce la capacità
rappresentazionale e la permanenza dell’oggetto
La rappresentazione mentale permette
l’interiorizzazione di schemi di azioni irreversibili,
la categorizzazione e il decentramento
La capacità logica progredisce con il
coordinamento delle operazioni mentali: si
acquisiscono schemi di azione reversibili
(addizione, sottrazione, ecc.)
È capace di organizzare le informazioni in
modo sistematico e pensa in termini
ipotetico-deduttivi
Marina Mura - Servizi sociali
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
64
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Inizio dello stadio preoperatorio (2-6 anni)
Conquista della rappresentazione
Imitazione
differita
Principali
manifestazioni
Gioco
simbolico
Il bambino fa
riferimento ad una
realtà non percepita
direttamente: è in
grado di evocarla
Linguaggio
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
65
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Stadio pre-operatorio (2-6 anni): compito delle 3
montagne
a
b
Fino a 8 anni i bambini non sono capaci di immaginare quale
potrebbe essere la prospettiva di un’altra persona
EGOCENTRISMO
INTELLETTUALE
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
66
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Lo stadio operatorio concreto (7-12 anni)
Le azioni mentali isolate si coordinano tra loro e diventano
operazioni concrete: genesi del pensiero logico
Reversibilità
Operazioni
concrete
Ad ogni
operazione
corrisponde
un’operazione
inversa
Si acquisisce la
coordinazione dei
diversi punti di vista
tra loro
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
67
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Lo stadio operatorio formale (dai 12 anni in poi)
Acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo
Consente di compiere operazioni
logiche su premesse ipotetiche e di
ricavarne le conseguenze appropriate
Ipoteticodeduttivo
Il soggetto individua i potenziali fattori
coinvolti in un fenomeno e li varia in
modo sistematico per verificare quali
causino quel fenomeno
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
68
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Compito del pendolo
Peso, lunghezza della cordicella, forza della
“spinta”: quali fattori determinano la durata di
una oscillazione del pendolo?
Nello stadio operatorio formale l’adolescente
verifica ogni fattore in maniera sistematica,
formula un’ipotesi su quale sia il fattore
determinante e la mette alla prova finché tutte
le possibilità sono state indagate.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
69
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Critiche ai compiti piagetiani
Riformulando la consegna e le
domande
Le capacità del
bambino risultano
più avanzate
rispetto a quelle
valutate da Piaget
Presentando situazioni più
realistiche
Modificando gli aspetti criteriali del
compito
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
70
Lavoro di gruppo: ideazione di un
compito cognitivo
• Strutturare il gruppo
• Individuare una fascia d’età
• Progettare un compito di valutazione del
livello cognitivo tenendo conto delle
critiche mosse a Piaget
• Motivare ogni scelta
• Relazionare in plenaria
TEMPO: 30-40’
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Compito su “il ragazzo e il poliziotto” di Hughes
A
B
C
D
Poliziotti
Rispetto al compito
delle 3 montagne di
Piaget:
• Situazione realistica
• Stimola l’immaginazione
Il 90% dei bambini in età
prescolare è capace di
collocare correttamente il
pupazzo “ragazzo” in modo
Bambino
che nessun poliziotto possa
vederlo
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
72
Lo sviluppo cognitivo
Jean Piaget
Critiche alla teoria di Piaget
Non vi è stabilità e sistematicità nelle risposte che uno stesso
individuo fornisce in diversi compiti, che pur appartengono al
medesimo stadio
Piaget sottovaluta il ruolo dell’esperienza sociale e dedica
un’attenzione esclusiva all’esperienza fisica e logicomatematica nel bambino
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
73
Vygotskij (1896-1934)
Scuola storico culturale
Influenza del contesto socio-culturale sui processi cognitivi
Sviluppo: appropriazione dei significati della cultura da
parte dell’individuo
INTERIORIZZAZIONE DI FORME
CULTURALI
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
74
Vygotskij (1896-1934)
Scuola storico culturale
Lo sviluppo storico-culturale si è realizzato attraverso la
produzione di mediatori simbolici (lingua, disegno, calcolo)
Come lo sviluppo dell’umanità o filogenesi: l’ontogenesi
si realizza acquisendo i risultati della filogenesi, ossia
appropriandosi dei significati della cultura
INTERIORIZZAZIONE DI ATTIVITÀ SOCIALI MEDIATE
DALLE FORME CULTURALI
sviluppo
dipendente dal contesto storico-culturale
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
75
Vygotskij - La scuola storico culturale
Importante è ciò che un bambino è in grado di fare in
situazioni di relazione sociale
Zona di sviluppo
prossimale
Distanza tra il livello di sviluppo effettivo
e il livello di sviluppo potenziale
Quanto un bambino può fare
Sensibilità
entrando in relazione con un
all’apprendimento:
adulto o un coetaneo più
il nuovo compito deve
esperto Marina Mura - Servizi sociali
essere
comprensibile
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
76
Vygotskij - La scuola storico culturale
Centralità del linguaggio
Il bambino è un attore sociale
attivo che comunica
Sviluppo del linguaggio
Descrizione delle proprie azioni
per orientarsi e interagire
(funzione sociale): linguaggio
egocentrico esteriorizzato
Strumento del pensiero:
anticipa, guida il
comportamento in quanto
completamente interiorizzato
(mantiene la funzione
sociale)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
77
Processo di interiorizzazione di
mediatori simbolici
Confronto Piaget - Vygotskij
Rapporto tra pensiero e linguaggio
Piaget
Vygotskij
Primo uso del linguaggio: di tipo
sociale e comunicativo.
Prime fasi di sviluppo:
pensiero e linguaggio
sono “egocentrici”, non
adattati alla realtà e non
comunicabili agli altri
Fase egocentrica: il bambino
commenta verbalmente le
proprie azioni.
Linguaggio interiore o pensiero
verbale
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
78
Brainstorming
Che cos’è
l’intelligenza emotiva
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Brainstorming creativo
• Tecnica di Jaoui (1991) permette di indagare i
vissuti intorno alle parole/concetti: la mappa
mentale di un singolo o di un gruppo
• Può essere individuale o di gruppo
• Può essere utilizzato per diversi scopi:
– Sviluppare visioni divergenti (creatività)
– Capire come un gruppo si rappresenta un
problema/concetto (formazione)
– Far condividere una visione a più persone:
sviluppare il gruppo (appartenenza)
– Analizzare un problema
(problem
posit) per
Marina Mura - Servizi
sociali Psicologia dello sviluppo e della
progettare un intervento
formazione
Brainstorming: TECNICA DI GRUPPO
•
SI DEVE PREDISPORRE IL SETTING:
– 13-15 PERSONE ATTORNO AD UNA LAVAGNA A FOGLI
MOBILI BEN VISIBILE
– AL CENTRO SI SCRIVE LA PAROLA CHIAVE
– VENGONO ENUNCIATE LE REGOLE:
1. CIASCUNO ASSOCIA LE PAROLE CHE GLI VENGONO IN
MENTE SENZA PENSARE SE SONO ADATTE,
CONGRUENTI, COERENTI, GIUSTE ECC.
2. NON SI PUÒ INTERVENIRE SULLE PAROLE DEGLI
ALTRI MA SOLO AGGIUNGERNE;
3. OGNI PAROLA VIENE TRASCRITTA;
4. IL CONDUTTORE CON LO SGUARDO INVITA TUTTI A
PARTECIPARE;
– IL B. FINISCEMarina
QUANDO
PER MEZZO MINUTO NON CI
Mura - Servizi sociali SONO ASSOCIAZIONI
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
– IL B. DEVE ESSERE CONSERVATO
Brainstorming: TECNICA DI GRUPPO
•
•
•
•
•
•
IL GRUPPO O IL CONDUTTORE INDIVIDUA LE PAROLE
CHIAVE
CIASCUNA PAROLA VIENE MESSA AL CENTRO DEL
FOGLIO
CIASCUNO ASSOCIA UNA PAROLA ALLA PAROLA-CHIAVE
(EMERGE LA RAPPRESENTAZIONE CONSAPEVOLE)
SI INVITA AD ASSOCIARE UNA PAROLA ALLE PAROLE
ASSOCIATE ALLA PAROLA-CHIAVE (2°-3°-4° LIVELLO:
PENSIERO DIVERGENTE)
ALLA FINE DI QUESTA FASE SI CANCELLANO LE
ASSOCIAZIONI CENTRALI
CIASCUNO SCEGLIE 6 PAROLE (DA UNO O DUE
sociali - IN POI
BRAINSTORMING)Marina
DALMura
2°- Servizi
LIVELLO
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Brainstorming: TECNICA DI GRUPPO
•
•
•
•
•
CIASCUNO SCRIVE UNA FRASE LEGANDO LA PAROLA
STIMOLO ALLE PAROLE INDIVIDUATE
Con 2 B. LE 6 PAROLE SCELTE VENGONO MESSE IN 2
ELENCHI PARALLELI E CIASCUNO SCRIVE UNA FRASE
LEGANDO LA PAROLA STIMOLO ALLE 2 PAROLE
INDIVIDUATE NEGLI ELENCHI PER UN TOTALE DI 6
FRASI. ESEMPIO:“Mettere in relazione …A con ..B.. è
COME…
CIASCUNO SCEGLIE LA FRASE CHE GLI PIACE DI PIÙ E
LA SCRIVE SU UN CARTELLONE METTENDO IN EVIDENZA
IL COME
SI ANALIZZA SUL CARTELLONE QUALI SONO GLI
ASPETTI COMUNI EVIDENZIATI O LE ASSOCIAZIONI PIÙ
CREATIVE
SI NEGOZIA UNA VISIONE CONDIVISA O SI SCELGONO
Marina Mura - Servizi sociali QUELLE PIÙ INTERESSANTI
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
Lo sviluppo cognitivo: la teoria di Jerome Bruner
Concilia la teoria storico-culturale e la scienza cognitiva
Obiettivo: studiare i processi e non i prodotti dello sviluppo
Comprensione
del
comportamento
scopi
intenzioni
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
84
funzioni
Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome Bruner
Acquisizione del pensiero maturo:
il bambino passa attraverso
tre forme di rappresentazione
si mantengono le forme rappresentative acquisite
Esecutiva
Iconica
Simbolica
La realtà viene
codificata
attraverso
l’azione
La realtà viene
codificata
attraverso le
immagini
(più utilizzata tra
6-7 anni)
La realtà viene
codificata
attraverso il
linguaggio e altri
sistemi simbolici
(numeri-musica)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
85
Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome Bruner
Rappresentazione simbolica
linguaggio
Sistema di
codifica:
potente
convenzionale
flessibile
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
86
permette il
pensiero
astratto: il
bambino può
andare oltre
l’informazione
data (ipotesi,
inferenze,
manipolazioni
delle infomazioni)
Le basi sociali dello sviluppo mentale: Bruner
Come per Vygotskij, i processi mentali hanno un fondamento
sociale e la cognizione umana è influenzata dalla cultura,
attraverso i suoi simboli, artefatti e convenzioni
la cultura forma la mente ed è
intrinseca agli individui
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
87
Le basi sociali dello sviluppo mentale: Bruner
le relazioni sociali che il bambino stabilisce
precocemente con chi si prende cura di lui
costruiscono la mente matura: elementi verbali e
non-verbali, vincoli e facilitazioni
Scaffolding
Ruolo dell’adulto
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
88
Le basi sociali dello sviluppo mentale: Bruner
le relazioni con i genitori possono essere considerate
un apprendistato (Keye, 1982) che inizia con la
funzione d’aiuto dell’adulto: questi si comportarsi
sulla base di ciò che ritiene essere lo scopo del
bambino
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
89
Le basi sociali dello sviluppo mentale: Bruner
La trasmissione culturale di valori e credenze avviene
attraverso il LINGUAGGIO organizzato in
• PENSIERO NARRATIVO
• L’unico in grado di trasmettere significati oltre che
informazioni
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
90
Caratteristiche del pensiero narrativo
(Bruner, 1986)
FORMA DI PENSIERO DIVERSA DAL PENSIERO
RAZIONALE O LOGICO-SCIENTIFICO CHE SI BASA SU
UNA LOGICA INTRINSECA:
• ALLE AZIONI UMANE: DESIDERI, EMOZIONI, AFFETTI E
CREDENZE ASSOCIATI
• ALLE INTERAZIONI TRA INDIVIDUI: REGOLE E
DINAMICHE SOCIALI
Parla della realtà psichica
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
91
Caratteristiche del pensiero narrativo
(Bruner, 1986)
Permette di organizzare cognitivamente,
affettivamente e simbolicamente, ovvero in
modo significativo, l’esperienza e di
rappresentare gli eventi trasformandoli in
oggetto di analisi e riflessione condivisibili
(livello psicologico-sociale)
genitori
bambino
Microcosmi
della socializzazione
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
92
Lo sviluppo cognitivo: l’approccio
dell’elaborazione dell’informazione (HIP)
COGNITIVISMO
La mente funziona come un sistema per elaborare
informazioni (metafora del computer) che provengono
dall’ambiente
Processi di elaborazione:
codificare
ri-codificare, confrontare e combinare
ritenere o memorizzare (dalla STM alla LTM)
recuperare
Le operazioni sono eseguite in successione come
operazioni singole e spesso indipendenti tra loro
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
93
Lo sviluppo cognitivo: l’approccio
dell’elaborazione dell’informazione (HIP)
La focalizzazione è sulla prestazione cognitiva
(non la competenza)
Ogni compito cognitivo deve essere analizzato sulla
base delle operazioni che servono ad eseguirlo e
delle unità d’informazione che il soggetto è in grado
di avere presenti (memoria di lavoro):
Analisi del compito
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
94
Lo sviluppo cognitivo: l’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP)
• Si evolve la prestazione
• I cambiamenti sono:
quantitativi: accumulo di esperienza
qualitativi: si acquisiscono strategie più complesse che
vengono generalizzate a compiti diversi e usate con
maggiore flessibilità
• Prevale la continuità
• I processi di elaborazione sono “dominio-specifici”
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
95
Lo sviluppo cognitivo. L’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP): il compito della bilancia di
Siegler
Esempio di sviluppo cognitivo. La bilancia e la regola
dell’equilibrio: informazioni (pioli sui bracci, numero dei pesi,
posizione del peso sui bracci)
Regola1: il bambino elabora l’informazione usando la regola “quantità di pioli
su ogni braccio”
Regola 2: il bambino elabora l’informazione usando la regola “stessa quantità di
pioli su entrambi i bracci” e “distanza dal fulcro”
Regola 3: il bambino elabora l’informazione usando la regola “stessa quantità di
pioli sui bracci” e “distanza dal fulcro”, ma in caso di eccessiva complessità
risponde cercando di indovinare
Marina Mura - Servizi sociali Regola 4: il bambino elabora l’informazione
usando
la regola corretta “quantità di pioli
Psicologia dello sviluppo
e della
sui bracci” per “distanza dal fulcro”
formazione
96
Lo sviluppo cognitivo. L’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP)
L’ESPERIENZA E L’ESERCIZIO (AMBIENTE) SONO ALLA
BASE DELLO SVILUPPO DELLA CAPACITÀ DI RISOLVERE
PROBLEMI E AFFRONTARE COMPITI: L’ETÀ NON È LA
VARIABILE PIÙ IMPORTANTE
Lo sviluppo cognitivo si perfeziona con le
prestazioni di
METACONOSCENZA e METAMEMORIA
Sistema esecutivo centrale
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
97
Lo sviluppo cognitivo. L’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP)
La concezione modularistica di Fodor (1983)
L’architettura della mente umana è composta da sistemi
cognitivi specializzati nella eleborazione delle informazioni:
MODULI
• Unità deputate a elaborare le informazioni
• Ogni modulo è dominio-specifico: elabora un certo numero
di informazioni e di rappresentazioni relative a uno specifico
dominio della conoscenza
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
98
Lo sviluppo della teoria della mente
Il bambino costruisce la propria conoscenza del mondo
psicologico, arrivando a comprendere sé stesso e gli altri,
sulla base di una Teoria della mente delle altre persone
Motivazioni
Desideri
Comprensione
Intenzioni
Teoria della mente:
teoria su come
funzionano gli
esseri umani in
quanto diversi dagli
oggetti inanimati
Credenze
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
99
Lo sviluppo della teoria della mente
Schema del ragionamento desiderio-credenza
Percezione
Credenza
• vedere, udire,
gustare
• odorare, toccare
• credere, supporre
• sapere, anticipare
• dubitare, sospettare
Emozioni primarie
Stati fisiologici
•amore, odio, paura,
disgusto, sorpresa,
felicità
• fame, sete
• dolore, eccitazione
Desiderio
• volere, desiderare
• augurare, sperare
• “potrebbe”
• “dovrebbe”
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
100
Azione
• colpire
• afferrare
• cercare
• seguire con
attenzione
Reazione
• felicità
• tristezza
• rabbia
• sorpresa
• sconcerto
Lo sviluppo della teoria della mente
Compito della falsa credenza (Wimmer, Perner, 1983)
Sally nasconde
la sua biglia nel
cesto
Sally
Anna
Anna
Sally esce
Sally
Anna
Dove cercherà
Anna sposta la
biglia nella
scatola
Sally la sua
biglia?
Sally ritorna
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
101
Lo sviluppo della teoria della mente
Evoluzione nella Teoria della mente
False credenze di primo
ordine
False credenze di secondo
ordine (5-6 anni: comprensione
dell’ironia e dello scherzo)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
102
L’intelligenza
Critiche ai test di intelligenza
L’intelligenza:
• una capacità unitaria e stabile, di derivazione genetica
• un potenziale finito con cui l’individuo nasce:
 rimane costante nel corso del suo sviluppo
 non subisce cambiamenti qualitativi
 non é influenzato dalle condizioni ambientali.
Rischi dell’uso dei test di intelligenza: discriminazione,
emarginazione dei bambini meno dotati o di quelli che
appartengono a culture minoritarie.
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
103
L’intelligenza
Teoria di Howard Gardner (1983, 1993): l’intelligenza è
multipla e ciascuno si caratterizza per un tipo distinto
di intelligenza che ha più sviluppata
Intrapersonale
Corporeo-cinestesica
Naturalistica
Linguistica
Interpersonale
Logico-matematica
Musicale
Spaziale
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
104
L’intelligenza
Teoria triarchica di Sternberg
3 tipi di intelligenza:
Intelligenza
componenziale
Intelligenza
esperienzale
Intelligenza
contestuale
Ciò che si misura
con il test,
il pensiero
analitico
Intuitiva e originale,
non convenzionale
e prevedibile come
l’intelligenza
componenziale
Capacità di
comprendere e
sfruttare le
situazioni a proprio
vantaggio
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
105
L’intelligenza
Scale ordinali di intelligenza
Sviluppo
Cause dello
sviluppo
Trasformazione di
capacità verso livelli
progressivamente più
elevati
Relazione tra
acquisizioni
Relazione gerarchica
Le acquisizioni di livello più alto
derivano da quelle del livello
precedente
Lo sviluppo deriva dall’interazione tra l’organismo e le
condizioni ambientali
Scale ordinali dello sviluppo psicologico di Uzgiris e Hunt
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
106
L’intelligenza
Scale ordinali di intelligenza: risultati
Sviluppo
cognitivo
ambiente
•Regolare e prevedibile
•Stimolante in modo adeguato
(evitare l’eccesso di stimolazione)
•Importante un’adeguata
stimolazione verbale
lo sviluppo è omogeneo all’interno derllo stesso dominio, ma
disomogeneo tra domini (moduli) diversi: ciscuno ha uno sviluppo
diverso
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
107
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi
Suono
Fonologia
Lessico
Significato
Semantica
Morfologia
Sintassi
Grammatica
Funzioni comunicative
Contesto
Pragmatica
Conversazione
Discorso
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
108
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Caratteristiche distintive del linguaggio
Competenza
comunicativa
Linguaggio
Potenza e Creatività
Il parlante può produrre una
enorme varietà di messaggi
combinando un numero limitato di
unità base di quella lingua e
inventare parole nuove
(neologismi)
Arbitrarietà
La relazione tra suoni e significati è
arbitraria: il significato non può
essere ricavato dalla forma del
suono, è appreso e trasmesso
culturalmente
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
109
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Chomsky
(1965)
Piaget
(1945)
posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio
posizione interazionista sullo sviluppo
del linguaggio
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
110
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
La posizione funzionalista sullo sviluppo del
linguaggio
Comunicazione
prelinguistica
Relazione di continuità
Gesti e
vocalizzi
Comparsa del
linguaggio
Prime parole
“Atti linguistici”(Austin e Searle): parlare è agire
E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una
frase (significato locutorio) e l’intenzione con cui il parlante
pronuncia quella
frase (significato illocutorio)
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
111
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Dai suoni alle sillabe
0-1 mese
Suoni di
origine
vegetativa
• Pianto (di fame, di dolore, di
irritazione)
• Sbadigli, ruttini, gorgoglii
Vocalizzazioni
Vocalizzazioni che si inseriscono tra i
turni verbali del genitore (protoconversazione)
6-7 mesi
Lallazione
canonica
Produzione di sequenze consonantevocale (sillabe), spesso ripetute;
prosodia materna; riduzione ampiezza
fonologica
10-12 mesi
Lallazione
variata
2-6 mesi
Produzione di sequenze sillabiche
complesse; proto-parole con fonologia
idiosincratica; preferenze fonetiche
Marina Mura - Servizi sociali -
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
112
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
I gesti comunicativi (9-12 mesi)
Performativi
o deittici
Esprimono intenzione comunicativa e si
riferiscono ad un oggetto-evento che si
può individuare osservando il contesto;
sono convenzionali
(es.: indicare)
Funzioni:
Chiedere l’intervento o
l’aiuto dell’adulto
RICHIESTA
Attirare l’attenzione e
condividere con l’adulto
l’interesse per un
evento
esterno
Marina Mura - Servizi sociali -
DICHIARAZIONE
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
113
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Gesti comunicativi (11-12)
Referenziali o
rappresentativi
Relazione tra
repertorio
gestuale e
vocale nello
sviluppo
Esprimono intenzione comunicativa e
rappresentano un referente specifico;
(es.: “ciao”; scuotere la testa per “no”)
Uso di gesti
referenziali
vocabolario di 50 parole
comparsa delle
prime parole
diminuzione dell’uso di
gesti referenziali
Marina Mura - Servizi sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
114
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Prime parole: 11 e 13 mesi
funzione NON REFERENZIALE: uso in
contesti specifici e ritualizzati
riferimenti
Persone familiari
Oggetti familiari
Azioni compiute abitualmente
funzione REFERENZIALE: uso in contesti vari
la comprensione
Marina Mura -precede
Servizi sociali - la produzione
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
115
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
sviluppo lessicale
12-24
mesi
circa
1 anno: vocabolario di 50 parole
1 anno e ½: ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO
fino a 300-600 parole
Errori tipici nelle prime fasi di sviluppo lessicale
sovraestensione
sottoestensione
sovrapposizione
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formazione
116
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Lo sviluppo morfosintattico
3 anni
Morfologia
verbale
in produzione
7 anni
Accordo tra soggetto e verbo
es.: il cane inseguono i gatti
in comprensione
Morfologia
nominale
3 anni
Forme del genere (m/f) e del
numero (singolare/plurale)
relative ai nomi
Morfologia
pronominale
3-4 anni
Pronomi personali
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formazione
117
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Differenze individuali nello stile di sviluppo del
linguaggio
Referenziale
Vocabolario costituito in
maggioranza da nomi
Sviluppo lessicale più rapido
Katherine
Nelson
Espressivo
Vocabolario costituito in
maggioranza da pronomi,
nomi propri e formule per
regolare l’interazione
sociale
Sviluppo sintattico più rapido
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118
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Differenze individuali nello sviluppo della semantica
STILE 1
STILE 2
referenziale / nominale
analitico
espressivo / pronominale
olistico
• Alta proporzione di nomi nelle
• Bassa proporzione di nomi nelle
•
•
•
•
•
•
•
•
prime 50 parole
Utilizzo di parole singole nel
primo linguaggio
Imitazione di nomi di oggetti
Maggiore varietà lessicale
Utilizzo di elementi significativi
Elevato uso di aggettivi
Uso decontestualizzato di nomi
Rapida crescita del vocabolario
prime 50 parole
Utilizzo di formule nel primo
linguaggio
Imitazione non selettiva
Minore varietà lessicale
Utilizzo di suoni senza significato
Scarso uso di aggettivi
Uso contestualizzato di nomi
Lenta crescita del vocabolario
•
•
•
•
•
•
Marina Mura - Servizi sociali -
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
119
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica
STILE 1
STILE 2
• Orientamento verso gli • Orientamento verso le
oggetti
persone
• Uso prevalente di
• Uso prevalente di
intenzione dichiarativa
intenzione richiestiva
• Scarsa varietà di atti
• Alta varietà di atti
linguistici
linguistici
• Approccio riflessivo alla • Approccio impulsivo alla
soluzione di problemi
soluzione di problemi
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120
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Differenze individuali nello sviluppo linguistico
STILE 1
STILE 2
FONOLOGIA
• Buona articolazione e
• Scarsa articolazione e intelligibilità
intelligibilità
• Orientamento verso l’intonazione
• Orientamento verso la parola
• Pronuncia variabile nell’uso della
• Pronuncia costante nell’uso della
stessa parola
stessa parola
VARIABILI DEMOGRAFICHE
• Genere femminile
• Primogenito
• Livello socio-economico alto
• Genere maschile
• Secondogenito
• Livello socio-economico basso
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121
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
La consapevolezza metalinguistica
Capacità di analizzare le forme del linguaggio,
considerandole per se stesse (non veicolo
di intenzioni e significati)
Verbi che si riferiscono a
stati mentali
Credere, pensare,
immaginare, dubitare
Verbi che si riferiscono
ad atti linguistici
Pregare, maledire,
promettere, ordinare
Termini riferiti a parti o
Parole, frasi, sillabe,
unità del codice
lettere
linguistico Marina Mura - Servizi sociali
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
122
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Che cos’è l’emozione?
EMOZIONE
Esperienza complessa, multidimensionale e processuale, che
svolge un ruolo di organizzatore cognitivo-affettivo e che media il
rapporto tra l’organismo e l’ambiente.
Modificazione del normale stato di quiete dell’organismo che si
esprime con l’impulso all’azione e specifiche reazioni fisiologiche
interne, designando diverse risposte emotive.
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123
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Espressione delle emozioni
• Le emozioni si esprimono tramite pattern universali e specifici
• Le prime reazioni emotive (disgusto, piacere...) si configurano
come risposte espressive comuni a più situazioni
• Il sistema edonico di piacere - dolore è l’unico a esprimersi
con pattern mimici universali e invarianti
• Le reazioni fisiologiche del neonato acquisiscono significato
grazie al caregiver, che vi attribuisce un’intenzione
comunicativa
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formazione
124
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Sviluppo delle emozioni
0-2
mesi
Reazioni emotive innate regolate da processi
biologici: fondamentali per la sopravvivenza (non
hanno un valore comunicativo ??)  sistema
edonico, reazione di trasalimento, reazione di
sconforto e di interesse
2 - 12
mesi
Con l’interazione sociale si sviluppano emozioni
con valore comunicativo  sorriso sociale,
sorpresa, tristezza, collera, gioia, paura,
circospezione (paura dell’estraneo)
Dopo i
12
mesi
Emergono emozioni complesse e apprese, frutto
di autoriflessione e autoconsapevolezza 
timidezza, colpa, vergogna, orgoglio, invidia
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formazione
125
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Il riconoscimento delle emozioni
Attenzione precoce per il volto: permette lo sviluppo delle
capacità di riconoscimento / espressione di emozioni sempre
più complesse e differenziate
Il neonato risponde in modo congruo ad espressioni di gioia,
tristezza e collera; mostra disagio se sono non adeguate al
ritmo dell’interazione
Prima si apprende il riconoscimento delle emozioni poi le si
comprende (attribuzione dei significato): all’inespressività il
bambino risponde con espressioni di disagio
L’interazione diadica è caratterizzata da aspettative di
espressioni emotive congruenti, che aiutano il bambino a
regolare il proprio comportamento
a sviluppare
le proprie
Marina Mura - Serviziesociali
Psicologia dello sviluppo e della
capacità cognitivo-comportamentali
formazione
126
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Capacità necessarie per la comprensione delle emozioni
Riferimento
sociale
Capacità di avvalersi delle espressioni emotive e
comportamentali di altri significativi per orientare il
proprio comportamento: le espressioni di persone
di riferimento vengono utilizzate come indizi
ambientali e risorse per interpretare e valutare la
situazione
Comportamenti
empatici
Processi di risonanza emotiva: si comprende ciò
che gli altri sentono e percepiscono
Si passa dal contagio emotivo (simpatia, sentire e
riflettere l’emozione altrui in forma indifferenziata,
non cognitiva) all’empatia espressioni e
comportamenti di vera e propria empatia (aiuto,
consolazione)
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formazione
127
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Capacità che permettono di comprendere le emozioni
Differenziazione
realtà-finzione
Capacità di fingere (24 mesi)
Regole di
ostentazione
Capacità di esprimere emozioni secondo regole
sociali (3 anni)
Teoria della mente
Capacità di capire i processi mentali altrui e di
attribuire stati mentali, desideri,pensieri, intenzioni,
emozioni, ecc. (4-5 anni)
Ambivalenza
Capacità di comprendere la presenza simultanea di
emozioni contrastanti riguardanti lo stesso oggetto
in sè
e inMura
altri(9
anni)
Marina
- Servizi
sociali Psicologia dello sviluppo e della
formazione
128
Lo sviluppo emotivo e affettivo
L’interazione nello sviluppo affettivo: funzioni
INTERAZIONE CON IL CAREGIVER
Funzione: sostegno e orientamento (scaffolding):
• attribuisce intenzionalità emotiva alle espressioni e manifestazioni del
neonato
• risponde ai suoi segnali (in modo più o meno adeguato)
• modula espressioni e comportamento in relazione al livello di sviluppo
• modula le sue espressioni emotive in accordo con le aspettative sociali
INTERAZIONE CON L’AMBIENTE
Adulti dell’ambiente attribuiscono significati ad eventi e stimoli interni ed
esterni (socializzazione delle emozioni), il bambino:
• apprende dalla cultura di appartenenza le condotte adeguate e accettate
nelle diverse situazioni
• impara a regolare e monitorare le sue condotte emozionali
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formazione
129
Lo sviluppo emotivo e affettivo
La Teoria dell’attaccamento (Bowlby 1969, 1973, 1980)
 una predisposizione biologica del piccolo verso chi può
assicurargli la sopravvivenza (teorie evoluzionistiche)
 una motivazione intrinseca e primaria alla ricerca di contatto e
conforto, che si attiva nelle situazioni di pericolo (etologia)
 un sistema di controllo di tipo cibernetico che mantiene un
equilibrio omeostatico tra vicinanza ed esplorazione (cibernetica
e teoria dell’informazione)
 un comportamento orientato a uno scopo comune: la
sopravvivenza e il successo riproduttivo (evoluzionismo)
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130
Lo sviluppo emotivo e affettivo
La Teoria dell’attaccamento (Bowlby 1969, 1973, 1980)
 attaccamento = sistema cognitivo-emotivo interno che
organizza i sentimenti e le emozioni (la base cognitiva non è
consapevole) verso se stesso e verso gli altri
 comportamento d’attaccamento = espressioni comportamentali
dei sentimenti
L’attaccamento è l’esito di:
espressioni e comportamenti messi in atto dal bambino
(schemi biologici programmati)
risposte dell’adulto di “sensibilità” o mind-mindedness
(schemi biologici programmati)
Marina Mura - Servizi sociali -
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
131
Lo sviluppo emotivo e affettivo
La Teoria dell’attaccamento (Bowlby 1969, 1973, 1980)
Un sistema di attaccamento regola
le relazioni bambino - ambiente
Esplorazione
in contrasto
Comportamento
di attaccamento
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formazione
132
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Fasi di sviluppo del legame di attaccamento
Fase 1:
0-2 mesi
Fase 2:
3-6 mesi
Comportamenti di segnalazione e di avvicinamento:
ricerca non selettiva di contatto e prossimità (pianto,
sorriso, ecc.)
Comunicazioni dirette: ricerca selettiva di contatto e
prossimità con figure familiari che si occupano di lui;
preferenza
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133
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Fasi di sviluppo del legame di attaccamento
Fase 3:
6-24 mesi
Segnali di mantenimento della vicinanza: prime
esplorazioni e contatto selettivo attuato e ricercato
con il caregiver (ansia da separazione); circospezione o
paura dell’estraneo; legame d’attaccamento strutturato:
orientato e preferenziale
Fase 4:
>24 mesi
Relazione basata su uno scopo programmato:
perseguimento di scopi comuni regolati dai feedback
provenienti dall’ambiente; il bambino possiede il
sistema di controllo
3-4
anni
Strutturazione di legami affettivi attraverso pattern
relazionali complessi sulla base di competenze
Marina
- Servizi sociali
cognitive
e Mura
linguistiche
evolute
Psicologia dello sviluppo e della
formazione
134
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Il sistema comportamentale di attaccamento
La figura di attaccamento
è sufficientemente vicina,
sintonica, capace di
risposte sensibili?
Sì
Si sente
sicurezza,
amore
fiducia in se
stessi
No
Comportamenti di
attaccamento: ricerca
visiva, segnalazione del
bisogno di contatto,
supplica, si aggrappa
Paura
Giocoso,
sorridente,
esplorativo,
socievole
Evitante,
guardingo,
diffidente
Atteggiamento
angoscia
difensivo
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formazione
135
Ambivalente,
si aggrappa,
esprime
rabbia
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Tipologie dell’attaccamento
PATTERN A: ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE
MADRE: insensibile/non adeguata rispetto ai segnali del bambino;
rifiuta il contatto fisico
BAMBINO: sviluppa sfiducia nei confronti della madre, da cui: distacco,
evitamento del contatto; eccesso di autonomia; indifferenza alla
separazione
PATTERN B: ATTACCAMENTO SICURO
MADRE: sensibile alle richieste e ai segnali di disagio del bambino
BAMBINO: equilibrio tra vicinanza ed esplorazione; sicurezza interna e
fiducia; mostra segni di disagio per la separazione; al ritorno della madre
si lascia consolare
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formazione
136
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Tipologie dell’attaccamento
PATTERN C: ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSOAMBIVALENTE
MADRE: imprevedibile nelle risposte, che sono auto dirette (propri
bisogni)
BAMBINO: sviluppa incertezza rispetto alla disponibilità materna, non
impara ad utilizzarla come base sicura per l’esplorazione; è assorbito
completamente dalla figura materna; mostra forte disagio alla separazione
ed è inconsolabile al ritorno della madre
PATTERN D: ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
MADRE: dominata da problematiche personali (esperienze traumatiche
irrisolte), non risponde alle richieste del bambino
BAMBINO: non sviluppa strategie stabili di vicinanza – esplorazione;
manifesta comportamenti contradditori (azioni non dirette adeguatamente,
stereotipate e asimmetriche, congelamento, immobilità); appare
disorientato.
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formazione
137
Lo sviluppo emotivo e affettivo
MODELLI OPERATIVI INTERNI
La teoria dell’attaccamento ipotizza la continuità
dell’attaccamento nel tempo per effetto dello sviluppo di
modelli mentali delle figure affettive e di Sé, che funzionano
come prototipo per le relazioni successive
Insicuro
• Figura di attaccamento 
Sicuro
• Figura di attaccamento 
non disponibile/indecifrabile,
disponibile e rispondente in
rifiutante
• Sé  non degno di amore;
modo coerente/adeguato.
• Sé  degno di amore; le
insicuro sulla possibilità di
proprie esigenze avranno uno aiuto, comprensione (incapace
spazio e una risposta
di esprimere le emozioni in
Marina Mura - Servizi sociali modoe della
appropriato
Psicologia dello sviluppo
formazione
138
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Metodi di valutazione dell’attaccamento
Strange Situation
Procedura di
osservazione
strutturata,
standardizzata.
Obiettivo: valutare
l’equilibrio tra il
sistema di
attaccamento e il
sistema di
esplorazione e mettere
in luce le differenze
individuali negli stili di
attaccamento durante
il primo anno di età
Separation Anxiety
Test
Adult Attachment
Interview
Procedura di
valutazione attraverso
illustrazioni di situazioni
di separazione più o
meno impegnative.
Obiettivo: indagare le
emozioni e le modalità
di fronteggiamento
della separazione
(reazioni
comportamentali in
bambini dai 5 ai 9 anni
Intervista strutturata
Obiettivo: esplorare in
età adulta, attraverso il
racconto, quali sono i
ricordi delle
esperienze infantili
(valutazione personale
delle esperienze
presenti in memoria:
episodica e semantica)
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formazione
139
Ascolto ATTIVO
PUNTEGGI
• Punti 4-1: ITEM 1,6, 7, 17, 19, 21, 22
• Punti 1-4: ITEM 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11,
12, 13, 14, 15, 16, 18, 20,
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formazione