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Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo III. Interazione sociale e vita quotidiana
INTERAZIONE SOCIALE
E VITA QUOTIDIANA
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Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo III. Interazione sociale e vita quotidiana
In sociologia si distinguono due diversi approcci:
Microsociologia
Studio del
comportamento
quotidiano in situazioni di
interazione diretta.
Macrosociologia
Studio dei grandi sistemi
sociali come quello
politico o economico.
L’analisi si sofferma al
livello dell’individuo o dei
piccoli gruppi.
L’analisi si sofferma sui
processi di cambiamento di
lunga durata (es. sviluppo
della società moderna).
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Capitolo III. Interazione sociale e vita quotidiana
La microsociologia presta particolare attenzione all’interazione
sociale, ossia al processo attraverso il quale agiamo e
reagiamo nel rapporto con altri soggetti sociali.
Di grande interesse è l’interazione sociale che Erving Goffman
ha definito
‘disattenzione civile’
l’interazione in cui ciascuno segnala all’altro di aver preso atto
della sua presenza, ma evita qualsiasi gesto che potrebbe
essere interpretato come troppo invadente.
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Nello studio della vita quotidiana si presta attenzione:
- alle routine: ripetizione di modelli di comportamento che
conferiscono forma e struttura alla nostra attività;
- alla costruzione sociale della realtà: la realtà non è fissa
o statica, ma viene creata continuamente attraverso le
interazioni sociali;
- al modo in cui i modelli di interazione sociale influenzano
i sistemi e le istituzioni di più ampie dimensioni.
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La comunicazione non verbale è lo scambio di informazioni
e significati attraverso:
- le espressioni facciali;
- i gesti;
- le posture;
- i movimenti del corpo.
Tutti questi comportamenti sono usati per integrare e
verificare la veridicità della comunicazione verbale.
Infatti i gesti e le posture del corpo possono:
- amplificare le parole;
- contraddire il significato manifesto delle parole.
Per questo motivo, nell’interazione con gli altri, tutti noi
manteniamo abilmente, quasi senza accorgercene, uno
stretto e continuo controllo della mimica facciale, dei gesti e
della postura.
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Capitolo III. Interazione sociale e vita quotidiana
L’espressione facciale, i gesti e le posture sono fenomeni innati o
ricondcibili all’individuo e alla sua cultura?
Gli studi condotti da Paul Elkman con il ‘sistema di codificazione
dell’attività facciale’ (Facs) e quello di Eibl-Eibesfeld su bambini
ciechi e sordi hanno rilevato che i movimenti dei muscoli facciali
sono innati negli esseri umani, poiché è possibile rintracciare le
stesse espressioni in tutti gli individui.
PERÒ
altri studi hanno anche sottolineato che l’espressione finale del
volto è fortemente condizionata da
fattori culturali e individuali.
In tutte le culture si sorride, ma variano ampiamente il modo in cui
le persone sorridono, il preciso movimento delle labbra e dei
muscoli facciali, la rapidità del sorriso.
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La maggior parte delle interazioni sociali ha luogo
attraverso lo scambio verbale occasionale nel corso di
conversazioni informali.
Il mezzo attraverso il quale questo scambio si realizza è
il linguaggio e molti sociologi hanno incentrato i propri
studi sul linguaggio.
Il significato di una comunicazione verbale risiede sia
nelle parole, sia nel modo in cui il contesto sociale
struttura ciò che viene detto.
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Harold Garfinkel è il fondatore dell’etnometodologia:
lo studio degli etnometodi, cioè le pratiche di uso
comune, radicate in una certa cultura, di cui ci serviamo
per conferire senso a ciò che gli altri fanno, in
particolare a ciò che gli altri dicono.
La comprensione di ogni forma di conversazione
quotidiana presume:
comprensione condivisa
aspettative inespresse
supposizioni tacite che
sorreggono lo scambio
verbale
condivisione di convenzioni
culturali inespresse su quanto
si dice e perché
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Duneier e Molotch hanno studiato gli scambi verbali tra
‘gente di strada’ e passanti newyorkesi utilizzando la
tecnica dell’analisi della conversazione:
tecnica che esamina il significato di ogni elemento di una
conversazione, dal più piccolo ‘riempitivo’ (“ehm”, “ah”)
all’esatta tempistica degli scambi (comprese pause,
interruzioni e sovrapposizioni).
Questi scambi verbali si caratterizzano per il fatto di
essere “tecnicamente incivili”, nel senso che violano le
regole tacite della socialità, e l’espressione “vandalismo
interazionale” indica le situazioni di disagio e incertezza da
essi derivanti.
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Nelle situazioni interattive ci si aspetta costantemente
quella che Goffman chiama la prontezza controllata:
una dimostrazione di competenza nelle routine della vita
quotidiana.
Un tipico esempio di ‘prontezza controllata’ sono i gridi
di reazione:
espressioni linguistiche che hanno la forma di
esclamazioni inarticolate (es. Oplà), che segnalano una
capacità di controllo sui dettagli della vita sociale.
Il significato e il modo di utilizzo dei gridi di reazione può
variare al variare del contesto sociale, nonché della
cultura di appartenenza.
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Durante la comunicazione verbale si può incorrere in
lapsus linguae:
errori non accidentali di linguaggio o pronuncia
commessi nel parlare e inconsciamente motivati.
I lapsus linguae rivelano, per un breve attimo, cose che
desideriamo tenere nascoste e mettono a nudo i nostri
autentici sentimenti.
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Erving Goffman distingue fra:
Interazione non focalizzata
Interazione focalizzata
È regolata dalla disattenzione
civile e si verifica ogni volta
che, in un dato contesto, gli
individui si limitano a mostrare
reciproca consapevolezza
dell’altrui presenza.
Si verifica quando un
individuo presta direttamente
attenzione a ciò che altri
dicono o fanno.
Incontro
è una ‘unità di interazione
focalizzata’.
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Le caratteristiche dell’incontro:
- prende avvio da un’apertura, che segnala il superamento
della disattenzione civile ed è un momento che può risultare
rischioso in quanto possibile fonte di fraintendimenti;
- necessità di parentesi, cioè di segnalatori che distinguono
ogni episodio di interazione focalizzata dal precedente e dal
successivo, nonché dall’interazione non focalizzata che
avviene sullo sfondo.
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Goffman equipara la vita sociale a una rappresentazione
teatrale, in cui il comportamento dell’individuo dipende
dal ruolo che sta interpretando in un dato momento.
Modello drammaturgico
Ribalta
È costituita da quelle circostanze
sociali in cui gli individui
agiscono secondo ruoli
formalizzati e codificati,
allestendo delle
“rappresentazioni sceniche”.
Retroscena
È costituito da quegli spazi in cui
gli individui approntano gli arredi
scenici e si preparano
all’interazione che avverrà nel
contesto più formale
della ribalta.
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Le distanze tra soggetti considerate ‘opportune’ nei
diversi tipi di interazione variano da cultura a cultura.
Edward T. Hall distingue quattro tipi di distanza tra
individui:
- distanza intima: (fino a 50 cm.) riservata ai soggetti
con cui si ha una regolare confidenza fisica (es. genitori,
amanti);
- distanza personale: (dai 50 ai 120 cm.) riservata agli
incontro con amici e buoni conoscenti;
- distanza sociale: (dai 120 ai 350 cm.) riservata ai
contesti formali di interazione (es. interviste);
- distanza pubblica: (oltre i 350 cm.) adottata da coloro
che agiscono di fronte a un pubblico di spettatori.
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Le forme della vita sociale sono strettamente legate alla
gestione dello spazio e del tempo  le interazioni sociali
sono situate, ossia:
- si svolgono in un luogo particolare;
- hanno una specifica durata.
Nell’analisi delle interazioni è importante tenere conto:
- della convergenza spazio-temporale: fenomeno per cui lo
spostamento nello spazio è associato a quello nel tempo
(le distanze “si accorciano” se diminuisce il tempo
necessario a percorrerle);
- della regionalizzazione: il modo in cui la vita sociale si
colloca nello spazio-tempo.
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Nelle società moderne la delimitazione delle attività è
fortemente influenzata dal tempo cronometrico.
Il sistema di riferimento temporale su scala planetaria fu
introdotto nel 1884, quando il globo fu suddiviso in 24 fusi
orari di un’ora ciascuno.
Oggi la misurazione del tempo con orologi è standardizzata
in tutto il mondo  è possibile quel complesso sistema di
trasporti e comunicazioni che caratterizza la nostra vita.
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Internet ha avuto un enorme impatto sulla gestione dello
spazio e del tempo nella vita sociale.
Questo cambiamento tecnologico ha provocato una:
- ristrutturazione dello spazio: da casa possiamo interagire
con persone che si trovano in ogni angolo del mondo;
- diversa percezione del tempo: enorme facilitazione della
comunicazione a distanza in tempo reale.
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I rapidi sviluppi delle telecomunicazioni (posta elettronica,
Internet, commercio elettronico) stanno accrescendo la
tendenza a favorire interazioni di tipo ‘indiretto’.
La lettura di questo fenomeno non è univoca:
- alcuni osservano come la nuova tecnologia accresca
l’isolamento degli individui;
- altri sottolineano le opportunità che la nuova tecnologia
offre, permettendo una maggiore libertà di espressione e una
maggiore attenzione al contenuto del messaggio.
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La tecnologia sta rivoluzionando il modo di comunicare, ma
ancora oggi gli essere umani continuano ad apprezzare il
contatto diretto.
Questo comportamento è spiegato dagli studi sulla ricerca
della prossimità: il bisogno degli individui di incontrarsi in
situazioni di interazione faccia a faccia.
Gli individui ricercano la prossimità, perché l’interazione
faccia a faccia offre un’informazione molto più ricca sui
pensieri, i sentimenti e la sincerità degli altri.
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