La radioattività Il nucleo atomico •Struttura atomica •Elementi e isotopi •Decadimento radioattivo •Effetti delle radiazioni sull’uomo Se questa figura fosse disegnata nella scala data da protoni e neutroni i quark e gli elettroni avrebbero le dimensioni di circa un millimetro e l’atomo di circa un chilometro La radioattività è il fenomeno per cui alcuni nuclei, non stabili, si trasformano in altri emettendo particelle. La radioattività è antica quanto l’Universo ed è presente ovunque: nelle stelle, nella Terra e nei nostri stessi corpi. Scoperta della radioattività: fine dell’800 ad opera di Henry Bequerel e dei coniugi Pierre e Marie Curie, che ricevettero il Premio Nobel per la Fisica per le loro ricerche nel 1903. Pierre e Marie Curie Henry Bequerel I RADIOISOTOPI e le RADIAZIONI NUCLEO STABILE Le forze repulsive tra i protoni nel nucleo vengono neutralizzate dai neutroni (il rapporto ottimale neutroni /protoni è 1, al massimo 1,5) Sono stabili i primi venti elementi v grafico NUCLEO INSTABILE Se un atomo ha un rapporto tra neutroni e protoni > 1,5 è instabile e tende ad emettere delle radiazioni per stabilizzarsi Grafico dei nuclei. Ciascun puntino rappresenta un nucleo, avente Z protoni e A – Z neutroni. Per piccoli valori di Z, i nuclei si trovano all’incirca sulla bisettrice degli assi (quindi è, all’incirca, A = 2Z). Per grandi valori di Z, i nuclei hanno chiaramente un eccesso di neutroni rispetto ai protoni. I puntini neri si riferiscono agli isotopi più stabili Isotopi Sono isotopi due o più forme di uno stesso elemento, che presentano quindi lo stesso numero atomico [Z], con diverso numero di massa [A]; in altre parole, hanno lo stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni. Tra loro gli isotopi presentano le stesse caratteristiche chimiche, anche se possono essere : - fisicamente stabili (ossia non radioattivi) o - instabili (radioattivi) (che a loro volta possono essere naturali o artificiali) Ad esempio, gli isotopi dell'idrogeno sono: l'idrogeno comune (1H) che ha 1p (Z=1) e 1e (A=1) ed è il più abbondante in natura; il deuterio (2H) che ha 1p (Z=1) e 1n (A=2) ed è presente in natura anche se raro (lo 0.8% dell'idrogeno naturale); il trizio (3H) che ha 1p (Z=1) e 2n (A=3), esiste solo perché prodotto artificialmente ed è fisicamente instabile. • La Medicina Nucleare sfrutta le proprietà dei radioisotopi, a scopo diagnosico, terapeutico e di ricerca. Elementi radioattivi Elementi stabili con isotopi radioattivi:nuclei di elementi stabili con isotopi(atomi aventi lo stesso n° di protoni, ma un n°differente di neutroni nel nucleo)radioattivi. Elementi radioattivi naturali: elementi instabili (in decadimento radioattivo) che hanno un n° atomico elevato. Elementi radioattivi artificiali: trasformazione di elementi naturali in altri elementi instabili che hanno le stesse proprietà degli elementi radioattivi naturali.Essi hanno un n° atomico compreso tra 93 e 109; possono essere ottenuti soltanto in laboratorio: nuclei stabili vengono bombardati con particelle dotate di energia molto elevata.Tali particelle sono prodotte all’interno di un dispositivo detto “ciclotrone”, capace di accelerare le particelle del nucleo. Il fenomeno di tale radioattività prende il nome di “radioattività artificiale”, •Con il termine radiazioni si comprendono comunemente alcuni fenomeni, tra loro differenti, che hanno in comune il trasporto di energia nello spazio. Sono radiazioni, ad esempio, la luce visibile, le onde radiotelevisive, le emissioni di particelle o di fotoni X o gamma da parte di un elemento radioattivo. L'energia trasportata dalla radiazioni viene ceduta quando la radiazione interferisce con la materia attraversata. Le radiazioni si distinguono in: Alfa Beta + Beta – Gamma X Neutroni Decadimento radioattivo La composizione nucleare di numerosi elementi in natura li rende energeticamente instabili. Tali elementi sono chiamati radionuclidi e si portano in condizione di stabilità energetica attraverso l'emissione di radiazione corpuscolata o elettromagnetica. Il decadimento radioattivo o disintegrazione è quindi il processo di trasformazione, con liberazione di energia nucleare, di un radionuclide padre, in un nuclide figlio, il quale può essere a sua volta stabile o instabile. Se il figlio è stabile, il processo di decadimento è terminato. Se anche il figlio è instabile, inizia un nuovo processo di decadimento che può essere differente rispetto a quello del suo predecessore. Emivita fisica (T1/2) Il tempo che trascorre affinchè un nucleo instabile decada è soggetto ad una legge probabilistica e caratteristico per ogni radionuclide. Si definisce emivita o tempo di dimezzamento il tempo che deve trascorrere affinchè la metà dei nuclei di un dato radionuclide vada incontro a decadimento. Tale tempo può variare tra le frazioni di secondo a milioni di anni. •Formula di decadimento Il decadimento di un radionuclide può essere espresso dalla funzione: Nt = Noe-Lt dove: Nt = numero degli atomi al tempo t No = numero degli atomi al tempo zero e = base dei logaritmi naturali (= 2.718) L = costante di decadimento che equivale a 0.693/emivita t = tempo trascorso ESEMPIO Il tempo di dimezzamento è il tempo che serve ad un radioisotopo a dimezzare la sua quantità Se il t1/2 di un radioisotopo è 8 giorni (131 I) e ne abbiamo 2g vuol dire che 8 giorni fa ne avevamo 4g Rappresentazione del numero N di atomi non ancora decaduti in funzione del tempo. In figura sono indicati il periodo di dimezzamento T, cioè il tempo dopo il quale il numero iniziale di atomi si è ridotto alla metà, e la vita media t , cioè il tempo necessario affinché il numero di atomi dell’isotopo originario si sia ridotto alla frazione 1/e = 0,368, del valore iniziale. • Quando una radiazione ha energia sufficiente può ionizzare il mezzo attraversato, ossia produrre cariche positive e negative. A seconda che la ionizzazione del mezzo irradiato avvenga per via diretta o indiretta le radiazioni vengono distinte in 1. radiazioni direttamente ionizzanti Radiazioni direttamente ionizzanti sono particelle cariche elettricamente, come le particelle alfa e le particelle beta. Particelle dotate di carica elettrica che cedono parte della loro energia cinetica alla materia attraverso l’interazione coulombiana 2. radiazioni indirettamente ionizzanti. Esempi di radiazioni indirettamente ionizzanti sono i fotoni X e gamma (e i neutroni. Radiazione elettromagnetica (X o ), particelle neutre che attraverso vari processi di interazione con la materia, mettono in moto particelle cariche direttamente ionizzanti.la cessione di energia alla materia della radiazione indirettamente ionizzante è, quindi, un processo a due step : 1.produzione di particelle cariche 2.ionizzazione da parte di queste ultime INTERAZIONE RADIAZIONE-MATERIA Radiazioni ionizzanti Interazione di particelle cariche: range perdita di energia per ionizzazione perdita di energia per radiazione Interazione di particelle neutre: neutroni fotoni: effetto fotoelettrico effetto Compton produzione di coppie Le radiazioni possono anche essere distinte in 1. corpuscolate, ossia dotate di massa come le particelle cariche elettricamente e i neutroni, e 1. radiazioni non corpuscolate, come i fotoni X e gamma che non hanno nè massa nè carica DECADIMENTO alfa Le radiazioni (o particella ) alfa (a ): sono nuclei di elio 2He4 carichi positivamente con Z(numero atomico)=2 e A(numero di massa)=4; le particelle alfa hanno scarso potere penetrante e sono di solito emesse da nuclei di metalli pesanti (con elevato numero atomico 84<Z<92) che si trasformano in elementi più leggeri attraverso la perdita di 4 nucleoni Ad esempio: Guardare nella tavola periodica quando un radioisotopo emette una particella alfa in cosa si trasforma 238 Th234 92U 90 + 2He4 + Qa La Tavola Periodica la luminosità delle lancette che consente di leggere l’orologio al buio può essere ottenuta con una vernice a base di solfuro di zinco mescolato con cristalli di un composto del radio: il radioisotopo naturale 226Ra decade emettendo particelle a che eccitano il solfuro di zinco provocandone la fluorescenza INTERAZIONI CON LA MATERIA Il passaggio di una particella alfa attraverso un mezzo provoca, a causa della carica elettrica +2 e della massa 7400 volte maggiore di quella dell'elettrone, la ionizzazione di un gran numero di atomi (ionizzazione primaria) per attrazione degli elettroni. Ne consegue la creazione di un gran numero di coppie di ioni, consistenti in ioni negativi (elettroni liberi) e ioni positivi (l'atomo al quale è stato rimosso l'elettrone), che possono produrre un'ulteriore ionizzazione del mezzo (ionizzazione secondaria). La Ionizzazione Specifica in aria è pari a 60000 ionizzazioni / cm (per una radiazione di 1 MeV). Il percorso di una particella alfa, a parità di energia cinetica, è molto più breve di quello di radiazioni con massa minore. La radiazione alfa presenta quindi basso range di azione ma alta densità di ionizzazione. In aria il range medio di una particella alfa non supera i 4-5 cm, riducendosi drasticamente con l'aumentare della densità del mezzo, tanto che la radiazione alfa non riesce ad attraversare una barriera come la pelle. Oltre alla ionizzazione del mezzo attraversato, la particella alfa può provocare l'eccitazione di atomi, con il passaggio di un elettrone orbitale ad un orbita più distante dal nucleo portandosi in uno stato energetico più elevato, immediatamente seguito dal ritorno dell'elettrone ad un orbita più vicina al nucleo e ad uno stato di minore energia. Tale energia viene emessa sotto forma di fotoni X o di radiazione luminosa. Sarà pericolosa per l’uomo? Penetrazione (range) Range R (E) = distanza media percorsa nella materia da una radiazione La radiazione alfa presenta una basso potere di penetrazione, quindi viene facilmente fermata dallo strato superficiale della pelle,quindi non è pericolosa per l'uomo nei casi di irradiazione esterna. Diventa invece pericolosa nelle situazioni in cui la sorgente radioattiva viene inalata o ingerita perché in questo caso lede i tessuti interni come nel radon in cui l'isotopo radioattivo viene inspirato e decade nei polmoni. Radiazioni a,b, in diversi materiali... Decadimento Beta Una particella beta è un elettrone ad alta velocità che fuoriesce da un nucleo in disintegrazione. Tale particella può avere carica negativa unitaria (ß-, decadimento beta negativo), o carica positiva unitaria (ß+, decadimento beta positivo). In ogni caso la massa è identica a quella dell'elettrone Decadimento Beta negativo (ß- ) Quando il nucleo è instabile per eccesso di neutroni, un neutrone in eccesso si trasforma in protone secondo la formula: n° = p+ + ß- + antineutrino Il decadimento beta negativo provoca una transizione isobarica: il numero Z aumenta di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a destra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato il numero A. L'energia liberata dalla trasformazione del neutrone in protone diviene energia cinetica dell'elettrone (ß-) e dell'antineutrino (particella priva di massa) che vengono espulsi dal nucleo e, rimane in parte nel nucleo provocandone l'eccitazione e la conseguente diseccitazione con emissione di un fotone gamma. L'energia della particella ß- e dell'antineutrino è imprevedibile e si distribuisce in uno spettro continuo di valori secondo una modalità probabilistica, mentre quella del fotone gamma è caratteristica per ogni radionuclide e può assumere solo livelli discreti di energia. Queste radiazioni sono emesse da moltissimi isotopi, tra cui il trizio: 3 He3 + ß- 0 H 1 2 + Qb L’equazione mostra che l’emissione beta comporta la trasformazione di un isotopo di un elemento (idrogeno) in un altro elemento (elio) che ha un protone in più e un neutrone in meno. Inoltre Il numero di massa rimane invariato (3 = 3+0) in quanto la massa di un elettrone è trascurabile rispetto a quella del nucleo, mentre la carica, e quindi il numero atomico del nuovo elemento risulta maggiore di una unità (da 1 a 2). decadimento bn p + e- + (14C 14N + e- + ) 26 cattura p + e- n + (7Be + e- 7Li + ) 27 decadimento a A ZX A 4 Z 2X 24He (241Am 237Np + a) 28 Talvolta il nucleo “figlio” viene creato in un stato eccitato Si diseccita emettendo radiazione gamma Decadimento b 60Ni* (60Co 60Ni* + e- + ) Emissione 60Ni 60Ni* 60Ni + 29 Interazioni con la materia Le particelle ß- possono ionizzare il mezzo attraversato provocando l'allontanamento di elettroni dalla sfera di influenza nucleare per repulsione elettrostatica, a spese della loro energia cinetica (in media 34 eV per ogni evento di ionizzazione in aria). Essendo molto più piccole e elettricamente meno cariche delle particelle alfa, hanno una più bassa densità di ionizzazione e potere penetrante circa 1000 volte quello di una particella alfa di pari energia. Il range medio di una particella ß- può arrivare fino ad alcuni metri in aria e fino ad alcuni millimetri nei tessuti molli. La Ionizzazione Specifica in aria è pari a 42 ionizzazioni / cm (per una radiazione di 1 IONIZZAZIONE BETA- Decadimento Beta positivo Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni, un protone in eccesso emette una particella ß+, chiamata positrone, e si trasforma in neutrone secondo la formula: p+= n° + ß+ + neutrino Il decadimento ß+ è più probabile rispetto alla cattura elettronica per gli elementi con basso numero atomico. Il decadimento ß+ provoca una transizione isobarica: il numero Z si riduce di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato A. Le radiazioni b + presentano caratteristiche simili a quelle delle radiazioni b - ma sono emesse solo da radioisotopi artificiali, Esempio di emissione di radiazioni beta: 8 8 5B 4Be +b+ Le particelle ß+ dopo circa 10E-9 secondi vanno incontro ad ANNICHILAZIONE, interagendo con un elettrone. Le due particelle scompaiono e la loro massa è trasformata in 2 fotoni gamma di 0.511 MeV, emessi in direzioni contrapposta I radionuclidi che decadono per emissione ß+ sono usati in medicina nucleare per la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET). decadimento b + p n + e+ + (15O 15N + e+ + ) 36 Positron Emission Tomography (PET). è un metodo di indagine che permette di misurare funzioni metaboliche e reazioni biochimiche in vivo ed ha larga applicazione nelle neuroscienze, in oncologia e cardiologia. Nella PET i positroni provengono dal decadimento di nuclei radioattivi che vengono incorporati in un fluido speciale, iniettato poi per via endovenosa al paziente. I positroni emessi annichilano con gli elettroni degli atomi vicini e danno luogo a due raggi gamma emessi in direzioni opposte. Essi vengono rivelati tramite opportuni rivelatori , disposti in "anelli" attorno al paziente, per individuare e registrare i punti in cui si sono verificate le annichilazioni e quindi ricostruire dove si è distribuito il radiofarmaco nel corpo. Tipica immagine di un esame PET che rappresenta l'attività metabolica cerebrale. La corteccia cerebrale e il cervelletto mostrano un'attività elevata (rosso), mentre le strutture profonde sono meno attive (verde e blu). Brain imaging with positron emission tomography (PET) reveals the different regions of the human brain active during various verbal tasks. Cattura elettronica Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni un elettrone degli orbitali più interni può venire catturato dal nucleo dove un protone si trasformerà in neutrone secondo la formula: p+ + e- = n° + neutrino La cattura elettronica è più probabile rispetto al decadimento ß+ per gli elementi con alto numero atomico. La cattura elettronica provoca una transizione isobarica identica a quella causata dal decadimento ß+: il numero Z si riduce di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato A. numero di protoni Z decadimento b n p + e- + (60Co 60Ni +e-+) decadimento b + p n + e+ + (22Na 22Ne +e++) numero di neutroni N Decadimento a A ZX A 4 Z 2X 24He (241Am 237Np + a) 41 Il riarrangiamento degli elettroni orbitali, che si spostano verso l'orbitale più interno rimasto privo di un'elettrone e quindi verso orbite a minore contenuto di energia, provoca la liberazione dell'energia in eccesso sotto forma di radiazioni X "caratteristiche". radiazioni gamma ( ): non hanno natura corpuscolare ma sono radiazioni elettromagnetiche il cui potere penetrante è di gran lunga maggiore delle altre radiazioni. Quando un nucleo emette una particella, si scinde in due frammenti, l’uno rappresentato dalle a o dalle b, il secondo da ciò che rimane del nucleo originario (tale emissione è detta disintegrazione, decadimento o trasmutazione). A seguito dell’emissione di radiazioni a e b , il nucleo si porta in uno stato eccitato e nel ritornare allo stato fondamentale emette la radiazione : si ha così l’assestamento del nuovo nucleo che comporta un abbassamento di energia potenziale nucleare. L’emissione spontanea di radiazioni , come ogni decadimento spontaneo (naturale o artificiale), è un processo esoenergetico •I fotoni viaggiano nello spazio (anche vuoto) sotto forma di onde elettromagnetiche che sono la propagazione sinusoidale delle intensità dei campi elettrico e magnetico e che possiedono tre caratteristiche: lunghezza d'onda [λ], frequenza [ν] (cicli/sec o Hertz) e velocità [c] (300000 km/sec). Lunghezza d'onda e frequenza sono tra loro inversamente proporzionali, secondo la formula: ν=c/λ L'energia dei fotoni [E] è direttamente proporzionale alla loro frequenza, secondo la formula: E=hxν ove h è la costante di Plank pari a 6.61 x 10-34 joule sec. •L'energia delle radiazioni si misura in elettronvolt (eV). 1 eV è l'energia che una carica elettrica unitaria (come un elettrone) acquista attraversando una differenza di potenziale di un Volt. Multipli sono il keV (1.000 eV), il MeV (1.000.000 eV), il GeV (1.000.000.000 eV). I fotoni gamma come i fotoni X sono radiazioni elettromagnetiche: non hanno massa né carica e viaggiano alla velocità della luce (300000 km/sec). L'unica differenza tra i fotoni gamma e i fotoni X è la loro origine: • i gamma sono prodotti a seguito di riequilibri energetici del nucleo, • I raggi X originano da riequilibri energetici del mantello elettronico dell'atomo. Interazioni dei fotoni con la materia I fotoni X e gamma trasferiscono la loro energia alla materia che attraversano, per mezzo di complesse interazioni con i nuclei e gli elettroni atomici. Alcune di queste interazioni provocano la fuoriuscita di un elettrone orbitale da un atomo, con conseguente ionizzazione, o la creazione di una coppia elettrone-positrone. A loro volta, questi elettroni producono ionizzazione del mezzo. Il fenomeno della ionizzazione è alla base del meccanismo per il quale le radiazioni ionizzanti producono effetti radiobiologici e possono essere rivelate. Tra le varie possibili interazioni dei fotoni gamma con la materia, solo alcune possono essere di qualche interesse in medicina nucleare Radioisotopi all’interno del corpo (ingeriti, respirati…) Sono tutti potenzialmente dannosi! La gravita’ dipende da: a. distribuzione dei radionuclidi nel corpo b. energia della radiazione c. tempo per cui sono trattenuti nel corpo d. tipo di radiazione: part. a rilasciano in un piccolo volume la maggior parte della loro energia e sono pertanto le piu’ dannose; part. β e γ rilasciano poca energia per unità di volume e sono quindi meno dannose. Ogni radiazione, interagendo con la materia, cede energia alla struttura atomica/molecolare del materiale attraversato. Potere penetrante delle radiazioni Le particelle a, b e emesse dal nucleo interagiscono con la materia circostante depositando in essa la loro energia. Come vedremo l’energia depositata nei tessuti organici provoca un danno biologico. Scopo della radioprotezione e’ appunto quello di valutare ed impedire (o quanto meno limitare) il danno biologico sia ai lavoratori professionalmente esposti che al pubblico. 48 Unità di misura della radiazione Vi sono molte unità di misura perché dipende da cosa noi vogliamo misurare: Unità di misura di disintegrazioni nucleari: Il Curie (Ci) è l'unità standard più vecchia, e corrisponde a 3,7 * 1010 dps disintegrazioni nucleari per secondo. L'unità SI (Sistema internazionale di misura) è il Becquerel (Bq), corrisponde ad 1 disintegrazione per secondo. Unità di misura che indica la quantità di radiazione (X o gamma) necessaria a produrre un effetto nella materia Roentgen (R) è definito come la quantità di radiazione X o gamma che produce in un campione di aria di 1mL a 0°C e 1 atm, una quantità di ioni corrispondente ad una carica elettrica di 1 ues. Poiché la carica elettrica è 4,8 * 10-10ues, 1 R corrisponde a 2.1 * 109 ioni con singola carica. Un orologio luminoso produce per esempio circa 5 milliroentgen (mR) per anno mentre Una radiografia produce circa 500 mR. Il Roentgen è riferito solo a radiazioni X e gamma. Unità di misura che indica la quantità di una qualsiasi radiazione necessaria a produrre un effetto nella materia Il rad che rappresenta la quantità di radiazione che deposita 100 erg di energia in un grammo di materia. Mentre in SI (Sistema internazionale di misura) si usa il Gray (Gr) che corrisponde a una dose assorbita di 1 J/ kg Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso Non tutte le radiazioni producono lo stesso danno biologico . Per tenere conto di queste differenze l'unità usata nel campo della protezione della radiazione è il roentgen equivalente uomo (rem). Nell'unità SI la dose di radiazione è il Sievert che è la dose in Gray moltiplicata per un fattore di qualità. Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria per uccidere il 50 % della popolazione La dose letale 50 %, LD50 , è la misura della dose necessaria per uccidere il 50 % della popolazione. Per le radiazioni che investono il corpo umano il valore dell'LD50 varia da 250 rem a 450 rem. Per dosi di circa 50 rem la probabilità di morte istantanea è molto bassa, tuttavia si possono avere conseguenze nel tempo (leucemie, cancro, ecc..). C’è da chiedersi: tutte le radiazioni radioattive fanno male? o vi è un valore soglia al di sotto del quale non vi è pericolo? La questione non è ancora definitivamente risolta, sembra però lecito pensare all'esistenza di questo valore soglia di non dannosità, considerando la radioattività un fattore indispensabile nella natura non che un elemento sempre presente. Il valore di fondo della radioattività naturale a livello del mare è di circa 0.1 rem per anno. Dose efficace (E) DOSE EFFICACE (E) = grandezza radioprotezionistica, da utilizzare in caso di esposizione non omogenea, definita come: E = S HT x wT dove HT = equivalente di dose medio all’organo o tessuto T wT = fattore di ponderazione dell’equivalente di dose all’organo o tessuto T Unità di misura: Sievert = 1 Joule / kg Istituto di Radiologia - Ferrara 51 Come la radiazione causa danni biologici ? - • la radiazione di alta energia rompe i legami chimici. • si creano radicali liberi, come quelli prodotti o da altri agenti nocivi o nel corso dei normali processi cellulari all’interno dell’organismo. • • I radicali liberi possono modificare gli elementi chimici. Queste modifiche sono in grado di danneggiare le funzioni cellulari e e di distruggere le cellule stesse. + La più importante struttura molecolare che può subire modificazione da parte della radiazione è il DNA! Effetti dei danni al DNA Aberrazioni Cromosomiche Espressione genica Un gene può “rispondere” alla radiazione modificando il segnale per la produzione di proteine, la cui funzione può essere o di tipo protettivo o di danneggiamento. Distruzione delle cellule Mutazioni geniche A volte un gene specifico è modificato in maniera tale di divenire incapace a produrre le proteine corrispondenti in maniera appropriata. A volte il danno interessa l’intero cromosomo, producendo la sua rottura o ricombinazione in maniera anomala. A volte l’effetto è la combinazione di due cromosomi diffrenti. Instabiltà genomica A volte il danno al DNA produce modifiche posteriori che possono contribuire alla formazione di cancro. Il DNA danneggiato può innescare apottosi, ovvero una programmata morte cellulare. Se ciò coinvolge solo poche cellule, ciò impedisce la riproduzione del DNA danneggiato e quindi protegge il tessuto. Studi scientifici mostrano che, in condizioni normali, gran parte dei danni al DNA indotti dalla radiazione viene riparata dall’organismo. In che modo questo danno prodotto dalla radiazione ionizzante influenza il nostro organismo? Sufficiente distruzione cellulare Patologie da radiazione Sufficienti alterazioni genetiche Cancro Usi della radiazione ionizzante Conservazione degli alimenti Sterilizzazione medica Raggi X per la Medicina e l’Industria Produzione di Isotopi Medicina Nucleare Radioterapia Produzione di Energia Nucleare Trattamento dei liquami fognari Illuminazione artificiale Rivelatori di Fumo EFFETTI DELLE RADIAZIONI EFFETTI SOMATICI DOSE ASSORBITA EFFETTI STOCASTICI La stessa dose assorbita di differenti radiazioni può produrre diversi livelli di danno biologico, per questo viene introdotta la grandezza DOSE EQUIVALENTE H = Q D, con Q fattore di qualità dipendente essenzialmente dal L.E.T. L.E.T.=Trasferimento lineare di energia E.B.R. = Efficacia Biologica Relativa LET Unità di misura di H: Sv (Sievert) =J/kg EBR Q FATTORE DI QUALITA’ LET in acqua (keV/mm) < 3.5 Fattore di qualità Q 1 7 2 23 5 53 10 >175 20 ORDINI DI GRANDEZZA • Dose totale assorbita in un trattamento radioterapico (es. 30 frazioni da 2 Gy, 5 volte alla settimana) 60 Gy • Dose assorbita in un esame RX diagnostico qualche mGy (in superficie) Dose Efficace dell’ordine dei 100mSv/mGy • Dose assorbita in esame di Medicinre (es.scintigrafia ossea) Dose superfici ossee 10.5 mGy Midollo osseo 1.22 mGy Dose (total body) 1.03 mGy Dose efficace 1.82 mSv • Dose efficace annuale da sorgenti di radiazione naturale 2.0 mSv (in aree particolari si può arrivare a circa 17 mSv) Esposizione a sorgenti radioattive Si distingue tra irradiazione esterna e contaminazione interna. Nel primo caso si intende l’esposizione alle radiazioni emesse dalla sorgente senza contatto tra la persona esposta e la sorgente. Nel secondo caso la sostanza radioattiva può depositarsi sulla pelle, o venire inalata e/o ingerita restando depositata nell’organismo.. Macchine radiogene Sono sostanzialmente i tubi a raggi X e gli acceleratori di particelle Tre informazioni essenziali: 1. Quando sono “spente” non emettono radiazioni (SALVO ATTIVAZIONE DEI MATERIALI) 2. Quando sono “accese” producono flussi di radiazioni molto intensi e in direzioni ben precise: non basta stare distanti…bisogna evitare di sostare nella direzione del flusso. 3. Possono dare solo irradiazione esterna RIASSUMENDO Vi sono molte unità di misura perché dipende da cosa noi vogliamo misurare: •Unità di misura dell’attività fisica delle disintegrazioni nucleari Il Curie (CI) è l'unità standard più vecchia, e corrisponde a 3700 * 1010 disintegrazioni nucleari per secondo. L'unità SI (Sistema internazionale di misura) è il Becquerel (Bq) ,corrisponde ad 1 disintegrazione per secondo. •Unità di misura che indica la quantità di radiazione (X o gamma) necessaria a produrre un effetto nella materia quindi dell’ ESPOSIZIONE Roentgen (R) è definito come la quantità di radiazione X o gamma che produce in un campione di aria di 1mL è 0°C e 1 atm, una quantità di ioni corrispondente ad una carica elettrica di 1 ues. Poiché la carica elettrica è 4,8 * 10 -10ues, 1 R corrisponde a 2.1 * 109 ioni con singola carica. Es: Un orologio luminoso produce circa 5 milliroentgen (mR) per anno. Es: Una radiografia produce circa 500 mR. Il Roentgen è riferito solo a radiazioni X e gamma. Unità di misura che indica la quantità di una qualsiasi radiazione necessaria a produrre un effetto nella materia •Dose Assorbita Il rad che rappresenta la quantità di radiazione che deposita 100 erg di energia in un grammo di materia. Mentre in SI (Sistema internazionale di misura) si usa il Gray (Gr) che corrisponde a una dose di 1 J kg-1 •Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso Dose Equivalente Non tutte le radiazioni producono lo stesso danno biologico. Per tenere conto di queste differenze l'unità usata nel campo della protezione della radiazione è il roentgen equivalente uomo (rem). Il dosaggio di un rem è equivalente a quello di un rad modificato per un fattore di qualità (FQ), che varia da 1 per i raggi X e gamma a 20 per gli ioni pesanti. Nell'unità SI la dose di radiazione è il Sievert che è la dose in Gray moltiplicata per un fattore di qualità. •Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria per uccidere il 50 % della popolazione La dose letale 50 %, LD50 , è la misura della dose necessaria per uccidere il 50 % della popolazione. Per le radiazioni che investono il corpo umano il valore dell' LD50 varia da 250 rem a 450 rem. Per dosi di circa 50 rem la probabilità di morte istantanea è molto bassa, tuttavia si possono avere conseguenze nel tempo (leucemie, cancro, ecc..). Per il danno Biologico si definiscono Dose assorbita Quantità di energia assorbita per unità di massa Unità di misura Gray Joule/kg Dose equivalente Dose assorbita moltiplicata per il fattore di pericolosità delle diverse radiazioni. Sievert Gray x fattore pericolosità ( da 1 a 20) Dose efficace Dose equivalente moltiplicata per il fattore di sensibilità dei diversi tessuti Sievert x il fattore di ponderazione che dipende dal tessuto La dose limite per ciascun individuo di una popolazione non deve superare i 0.5 rem (o 5mSivert) per anno per intero corpo La dose limite media per una popolazione non deve superare i 0.17 rem per anno per intero corpo Per individui che lavorano in presenza di sorgenti di radiazioni la dose limite è di 5 rem per anno per intero corpo Es raggi x torace 27 mrem Raggi x addome 620 mrem IMPORTANTE!! La quantità di radiazioni che possono colpire un individuo è inversamente proporzionale al quadrato della distanza ESP1/ESP2 = (Distanza2)2 /(Distanza1)2 Es. un radiologo viene sottoposto a 10 mRem e si trova ad una distanza di 40 cm dalla sorgente di radiazione Quale sarà l’esposizione se si allontana di 100cm? 10/x = (100)2 / (40)2 1,6 mRem Il contatore Geiger-Muller Quando le radiazioni emesse dai radioisotopi entrano nel tubo attraverso la finestra, il gas diviene conduttore di elettricità e ciò provoca una rapida scarica elettrica tra l’involucro (-) e l’elettrodo (+). Questo flusso di corrente, amplificato e registrato, consente di misurare l’intensità della radiazione. Il personale addetto alle radiografie è dotato di dispositivi capaci di registrare le radiazioni assorbite Come valutare gli effetti delle radiazioni Se vogliamo valutare adeguatamente gli effetti delle radiazioni sull'organismo, occorre considerare i seguenti tre fattori fondamentali: 1. la dose della radiazione in rapporto al tempo di esposizione; 2. la fonte d'irradiazione (se esterna o interna all'organismo); 3. la sensibilità specifica dei tessuti. In particolare, bisogna notare che se le radiazioni colpiscono un aggregato di cellule dello stesso tipo, non tutte le cellule vengono colpite e non tutte le cellule colpite vengono distrutte. Infatti nelle cellule sono presenti punti più o meno sensibili alle radiazioni e il numero di questi punti sensibili che vengono colpiti dipende da fattori di probabilità. La probabilità di fare danni aumenta quindi proporzionalmente alla dose di radiazioni che colpiscono l'aggregato di cellule e alla sua durata. Inoltre, se i danni sono pochi, gli organismi sono in grado di ripararli, se sono molti, invece, diventano permanenti, come accade con dosi superiori a 100 rem. Quando una radiazione ionizzante attraversa una cellula, questa può morire, e si tratta del danno minore, ma se la ionizzazione delle molecole di acqua della cellula rompe il DNA, si possono avere mutazioni che portano a degenerazioni cancerogene. Bisogna distinguere tra grado di esposizione alle radiazioni e dose assorbita. Quello che conta in definitiva per i danni provocati, almeno entro certi limiti, è la dose assorbita. Ad es. un valore 100 di esposizione per un'ora è equivalente a un valore 50 per due ore. La dose assorbita è la stessa. Radiosensibilità Gli organi del corpo non sono tutti sensibili e vulnerabili in egual misura. Le cellule più sensibili sono quelle riproduttive. Risultano inoltre molto radiosensibili il tessuto linfatico, il midollo osseo e le lenti cristalline degli occhi. Le cellule del tessuto muscolare, del tessuto osseo e le cartilagini sono invece le più resistenti. Il tessuto nervoso è resistente sul piano morfologico, ma sensibile su quello funzionale. Sindrome generale da radiazioni I sintomi tipici più appariscenti che si manifestano in caso di esposizione prolungata a forti dosi di radiazioni sono contraddistinti da un malessere generale accompagnato da vomito, nausea, cefalea e diarrea. Il cosiddetto "male da raggi", dovuto a un'irradiazione con dose intorno ai 400 röntgen (ritenuta semiletale) e tristemente noto dopo le esplosioni nucleari in Giappone alla fine della II guerra mondiale, si manifesta nel tempo con i seguenti sintomi: 1. nelle prime 24 ore compaiono i sintomi tipici più appariscenti (malessere, nausea, cefalea, disturbi intestinali); 2. nella settimana successiva i sintomi più appariscenti scompaiono, ma gli effetti dell'irradiazione continuano con la distruzione delle cellule riproduttive del sangue, considerata la causa della maggior parte dei decessi nelle settimane successive; 3. dopo 7-10 giorni, detto "periodo di tregua", si hanno ulcerazioni ed emorragie; 4. nella quarta-sesta settimana può sopravvenire la morte, generalmente provocata da setticemia. Coloro che, superando la fase critica, riescono a guarire, negli anni successivi possono contrarre leucemie e tumori. È stato osservato, al riguardo, che la vita media delle popolazioni colpite da forti dosi di radiazioni si abbassa in misura rilevante, e che, inoltre, anche a distanza di molti anni, possono comparire mutazioni genetiche, che riguardano le persone direttamente colpite e i loro discendenti. I danni sperimentati sulle mutazioni genetiche riguardano comunque radiazioni dell'ordine di centinaia e migliaia di rem. Spettro elettromagnetico Raggi Raggi Gamma X Ultra Luce Infrarosso Onde.Radio violetto visibile Microonde Spettro visibile: Violetto | Blu | Ciano | Verde | Giallo | Arancione | Rosso Collegamenti con la clinica La Medicina Nucleare Diagnostica per immagini La Medicina Nucleare è una disciplina clinica orientata alla diagnosi e alla terapia che sfrutta alcune delle proprietà fisiche del nucleo atomico. Le radiazioni utilizzate vengono emesse dai nuclei di alcuni atomi, tra i quali il più utilizzato è il Tecnezio 99m. Tale metodica ha per fine l’acquisizione di dati o immagini utili a scopi diagnostici, terapeutici e di ricerca biomedica e viene generalmente effettuata mediante tecniche non invasive. Al contrario delle immagini radiologiche, che vengono ottenute sfruttando l'attenuazione del fascio di radiazioni "x" emesse da una apparecchiatura esterna, le immagini medico-nucleari vengono ottenute per mezzo della rilevazione di radiazioni emesse da radiofarmaci distribuiti nell'organismo. E' quindi il paziente che emette le radiazioni ("gamma" o "x") che vengono registrate da apposite apparecchiature in grado di ricreare l'immagine corrispondente. La radiazione emessa da questi atomi, pur essendo estremamente debole, è tuttavia capace di fornire un segnale che viene registrato all'esterno del corpo con una specifica apparecchiatura (gamma camera) che trasforma in energia elettrica l'energia dei fotoni "gamma" o "x" (fenomeno della scintillazione) e rende possibile definirne la distribuzione nell'organismo, “fotografando” l'organo che si vuole esaminare. Le immagini scintigrafiche (Diagnostica per immagini) evidenziano la distribuzione spaziale o spazio-temporale del radiofarmaco. L’aspetto più rilevante di queste immagini è di essere "immagini funzionali", cioè quello di consentire la misura di funzioni vitali quali, ad esempio, l’irrorazione sanguigna, l’attività metabolica, la sensibilità a certi farmaci e così via. RADIOTERAPIA: IMPIEGO DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI PER LA CURA DEI TUMORI Premessa Il bersaglio molecolare principale e più studiato delle radiazioni ionizzanti è il DNA. L'effetto può essere diretto o indiretto in rapporto al LET (trasferimento lineare di energia) della radiazione. Effetti indiretti e diretti delle radiazioni ionizzanti L'effetto indiretto è dovuto alla formazione di radicali liberi dalle molecole di H2O. E' prevalente per le radiazioni a basso LET (fotoni x e gamma ed elettroni) ed è aumentato in presenza di ossigeno (maggiore efficacia in tumori non ipossici). L'effetto diretto è dovuto all'azione diretta sul DNA. E' prevalente per le radiazioni ad alto LET (neutroni e ioni) ed è poco influenzato dalla presenza di ossigeno (maggiore efficacia in tumori ipossici). Esempio di ionizzazioni per diversi tipi di radiazioni Perchè si usa la radioterapia per la cura dei tumori ? Le radiazioni ionizzanti hanno due tipi di selettività che spiegano l'impiego per la cura dei tumori. Grazie alla selettività biologica e spaziale l'effetto delle radiazioni sulle cellule (blocco mitotico e apoptosi) si concentra sul tumore con risparmio dei tessuti sani circostanti. 1 - Selettività biologica Le cellule tumorali sono in grado di riparare il danno da radiazioni in misura minore rispetto alle cellule sane. 2 Selettività spaziale La dose di radiazioni viene depositata in modo selettivo a livello del tumore con relativo risparmio dei tessuti circostanti grazie all'imaging (TC, RM, PET) che individua il tumore e alle tecniche di alta precisione (ad esempio radioterapia a intensità modulata, radioterapia stereotassica) che consentono di limitare la dose ai tessuti sani. Piano di trattamento con raggi-x a intensità modulata per un tumore della faringe Piano di trattamento con ioni carbonio (radiazione ad alto LET) per un tumore dei seni paranasali Come si usa la radioterapia ? La radioterapia può essere effettuata con sorgenti esterne di radiazioni (di solito acceleratori di elettroni che possono erogare sia elettroni sia raggi-x) o con somministrazione di radiofarmaci solubili, cioè radionuclidi legati a farmaci che li possono veicolare sul bersaglio (radioterapia metabolica). Nel caso della radioterapia metabolica lo stesso radiofarmaco può essere impiegato a scopo diagnostico (basso dosaggio) e a scopo terapeutico (alto dosaggio). Acceleratore lineare per radioterapia Quando si usa la radioterapia ? Oltre il 50% dei tumori richiede nella propria storia naturale un trattamento di radioterapia che, in circa 2/3 dei casi è effettuato con scopo curativo, cioè con l'obiettivo di guarigione del paziente. La radioterapia può essere effettuata in combinazione con la chirurgia e/o con un trattamento farmacologico (di solito chemioterapia o farmaci a bersaglio molecolare). I protocolli di terapia di molti tumori, fra cui quelli della mammella, dell'intestino retto, della prostata e del distretto cervico-cefalico includono la radioterapia fra trattamenti di prima linea.