La divisione cellulare rappresenta un evento cruciale per la sopravvivenza di una popolazione di organismi unicellulari così come per la vita e la riproduzione di un organismo multicellulare. Il meccanismo di divisione cellulare è sottoposto a rigorosi meccanismi di controllo In un organismo complesso, una cellula che si divide in modo inopportuno provoca la formazione di neoplasie La formazione di due cellule figlie da una singola cellula madre comporta una suddivisione equilibrata delle molecole e dei compartimenti cellulari il ciclo di divisione è il risultato della successione coordinata di quattro processi essenziali: - crescita della cellula - duplicazione del DNA - separazione e distribuzione dei cromosomi - divisione cellulare Le cellule procariotiche Le cellule procariotiche non possiedono un nucleo L’informazione genetica (aploide) è racchiusa in un’unica molecola, cromosoma batterico che si aggrega a formare il Nucleoide Ciclo cellulare nei procarioti I due cromosomi si separano man man che la cellula batterica si accresce La membrana e la parete si accrescono determinando una strozzatura del citoplasma che progredisce fino alla completa separazione in due cellule figlie Ciclo cellulare negli eucarioti G1: marcato accrescimento della cellula, che sintetizza componenti strutturali ed enzimi per la duplicazione del DNA. S: duplicazione del DNA e sintesi di proteine cromosomiche G2: sintesi di proteine necessarie per la mitosi. M: segregazione dei componenti citoplasmatici e del materiale nucleare in due cellule figlie. Prometafase Profase Metafase Anafase Telofase precoce Telofase tardiva Fasi della mitosi (Rieder and Khodjakov, 2003). Il ciclo di divisione cellulare è costituito dalla successione ordinata di una serie di fasi. L’insieme di proteine ed enzimi che attuano gli eventi del ciclo cellulare deve funzionare sotto stretto controllo da parte di un circuito molecolare di regolazione. Un oscillatore molecolare scandisce la durata e la successione unidirezionale delle fasi del ciclo, integrato con dei circuiti di controllo che prevengono le transizioni da una fase alla successiva fino a che alcune condizioni non siano verificate checkpoint Il ruolo dei checkpoints nella regolazione del ciclo cellulare Esistono durante il ciclo dei checkpoint controls, che assicurano che ogni fase del ciclo sia completata correttamente prima dell’inizio di quella successiva. 1. La presenza di DNA non replicato impedisce l’entrata in M 2. L’erroneo assemblaggio del fuso mitotico porta l’arresto in anafase 3. L’arresto in G1 e in G2 delle cellule con DNA danneggiato dipende da P53 Checkpoint della replicazione del DNA •Difetti del fuso •Cromosomi non completamente allineati Strutture replicazionali G1 S Checkpoint assemblaggio del fuso G2 Profase Metafas e Anafase Telofase Citochinesi Danni al DNA Checkpoint del danno al DNA Rappresentazione schematica dei checkpoint del ciclo cellulare. Le frecce indicano la progressione tra le transizioni del ciclo cellulare, e le barre indicano l’induzione di arresto, che persiste sino a quando l’evento precedente non sia stato completato/riparato (da: Elledge, 1996). Regolazione delle progressione durante il ciclo cellulare 1. La regolazione della progressione durante il ciclo cellulare è affidata a protein chinasi eterodimeriche, composte da una subunità catalitica e da una regolativa 2. Le subunità regolative sono dette cicline, poiché il loro livello di espressione oscilla in modo specifico durante le fasi del ciclo cellulare. 3. La subunità catalitica presenta un’attività chinasica che è dipendente dall’associazione con la ciclina, da cui il nome cdk (cyclin dependent kinase). 4. Catalizzano il trasferimento di un gruppo fosfato dall’ATP al residuo laterale di serine e treonine in un’ampia varietà di proteine che svolgono un ruolo fondamentale per la progressione del ciclo. 5. A loro volta l’attività dei complessi cdk/cicline è controllata da eventi fosforilativi e dall’associazione con proteine regolatrici. Regolazione del ciclo cellulare nei mammiferi 1. Negli eucarioti inferiori una singola cdk (cyclin dependent kinase) regola le varie transizioni del ciclo cellulare associandosi sequenzialmente a G1, S e M cicline 2. Nei mammiferi invece esiste un’intera famiglia di cdk che regolano la progressione attraverso il ciclo mediante l’associazione con G1, S e M cicline. Le cicline: regolatori del ciclo cellulare Mentre le CDK sono presenti a livelli essenzialmente costanti durante il ciclo cellulare, i livelli delle cicline variano nel tempo in conseguenza della sintesi e della regolazione controllata della stessa, mediata da coniugazione con ubiquitina e dipendente dal proteasoma MPF maturation promoting factor protein chinasi dimerica formata dalla chinasi Cdk1 e dalla ciclina B Controllo temporale del ciclo cellulare G0 cdk1 ciclina B1 M Punto di restrizione cdk4/6 ciclina D1 G2 G1 S cdk2 ciclina A L’attività delle CDK si esplica mediante la fosforilazione dei loro specifici substrati. Diversi substrati sono coinvolti nel regolare diverse transizioni del ciclo cellulare cdk2 ciclina E Ogni ciclina è espressa in una determinata finestra temporale del ciclo cellulare e la sua associazione con una specifica cdk promuove il passaggio da una fase alla successiva del ciclo: il complesso cdk4/6-ciclina D1 promuove la fase G1; cdk2/ciclina E promuove la fase S; cdk2/ciclina A agisce durante la fase S e alla transizione G2/M; e cdk1/ciclina B1 promuove la fase M Transizione G1/S G0 cdk1 ciclina B1 M Punto di restrizione cdk4/6 ciclina D1 G2 G1 S cdk2 ciclina A cdk2 ciclina E Punto di restrizione superato il quale la cellula entra in fase S e procede con il ciclo indipendentemente dai segnali esterni La presenza di fattori di crescita stimola le cellule in fase G0 a rientrare nella fase G1 e procedere attraverso il punto di restrizione Espressione di un ampio gruppo di geni tra cui fattori di trascrizione La mitosi è il punto culminante del ciclo cellulare, quando la cellula si divide ed in materiale genetico deve essere ripartito con grande precisione nelle due cellule figlie. La fase M è divisa in 5 stadi Drastica riorganizzazione strutturale per assiurare la corretta segregazione dei cromosomi Gli eventi che si osservano in mitosi sono: - Condensazione dei cromosomi - Formazione del fuso mitotico - Aggancio dei cromosomi alle fibre del fuso - Separazione dei cromatidi fratelli - Formazione di due nuclei - Separazione delle due cellule figlie Citodieresi Formazione anello contrattile formato da filamenti di actina e miosina, posto perpendicolarmente al fuso centrale Proliferazione Cellulare Il ciclo di divisione cellulare è costituito da una sequenza ordinata di eventi che assicura la generazione di due cellule figlie geneticamente identiche. il cinetocore che si assembla al livello del centromero è costituito da diversi complessi che se da un lato legano il DNA dall’altro contattano l’estremitÀà(+) dei microtubuli Il fuso mitotico La segregazione dei cromosomi è operata dal fuso mitotico, struttura bipolare formata da microtubuli e da un insieme di proteine motrici e regolatrici ad essi associate I microtubuli sono più dinamici in fase M L’estremità (+) dei microtubuli può allungarsi o accorciarsi restando strettamente associata al cinetocore Il ciclo dei centrosomi I centrosomi fungono da centri organizzatori, da cui si dipartono i microtubuli. Contengono centinaia di strutture ad anello composte da tubulina γ, ciascuna sito di nucleazione per la crescita di un microtubulo All’interno del centrosoma si trovano i centrioli, simili ai corpuscoli basali, centri organizzatori dei microtubuli di ciglia e flagelli I centrioli contengono triplette di microtubuli Centriolo parentale Appendici distali Appendici subdistali Microtubulo Materiale pericentriolare (PCM) Centriolo figlio Fibre interconnetenti Il centrosoma. Rappresentazione schematica delle componenti del centrosoma (da Doxsey, 2001) I microtubuli in crescita sono caratterizzati da instabilità dinamica, ovvero crescono o si accorciano improvvisamente. I dimeri tubulinici hanno attività GTPasica. Se legate al GTP le molecole di tubulina restano ben organizzate a formare il microtubulo, se legate al GDP cambiano conformazione e stabiliscono fra loro legami meno stabili In modo analogo ai cromosomi, anche I centrosomi devo essere correttamente segregati nelle due cellule figlie in mitosi ed è necessario che si duplichi una sola volta in fase S attivazione separasi meccanismo di replicazione semiconservativo La meiosi: particolare tipo di divisione cellulare che permette la formazione di gameti aploidi (cellule sessuali) Questo tipo di divisione assegna un intero corredo aploide (una copia di ciascun cromosoma) ad ogni gamete assortendo in modo casuale i cromosomi di origine paterna e materna I meccanismi di ricombinazione fra cromosomi omologhi contribuiscono ad assortire in ogni gamete un numero incalcolabile di combinazioni diverse degli alleli di origine paterna e materna Il rimescolamento di geni è alla base della varibilità che caratterizza la riproduzione sessuata Condensazione del DNA mitotico Cariotipo diploide Umano di una cellula somatica Due copie di ciascun cromosoma una derivata dal gamete paterno e l’altro dal gamete materno I gameti sono cellule aploidi, ovvero contengono una sola copia del corredo genetico dell’organismo Profase della prima divisione mitotica: -Condensazione dei cromosomi -Riconoscimento e appaiamento degli omologhi -Compimento di fenomeni di ricombinazione Chiasma: punti in cui è avvenuta la ricombinazione Crossing over La distribuzione casuale dei cromosomi nel corso della meiosi permette di ottenere la variazione genetica La non disgiunzione causa aneuploidie Mitosi e Meiosi Risultato della meiosi: 4 nuclei figli apoidi differenti Morte cellulare: necrosi e apoptosi Proliferazione e morte cellulare sono eventi fisiologici: -Omeostasi tissutale (di tessuti dinamici) -Sviluppo embrionale -Eliminazione di strutture corporee “inutili” -Fasi di scultura/rimodellamento del corpo Malattie connesse a difetti nel processo di morte cellulare: - malattie neurodegenerative -cancro Morte Cellulare 1. Le cellule non sono entità immortali, ma invecchiano e muoiono 2. La morte cellulare in seguito a ipossia, ischemia, ipertermia, avvelenamento è detta necrosi 3. La morte cellulare fisiologica che segue all’invecchiamento cellulare è detta apoptosi 4. Le due modalità di morte cellulare sono molto diverse dal punto di vista morfologico e biochimico Necrosi: morte accidentale e disordinata, non fisiologica e passiva, in genere causata da traumi: cellula si rigonfia, rompe e riversa il proprio contenuto all’esterno Apoptosi: morte programmata e definita dall’attuazione di un programma genetico, evento rapido e “pulito”: non restano frammenti perchè la cellula espone antigeni riconosciuti da cellule spazzino: cellule morenti sono fagocitate La necrosi è causata da danni alla cellula irreparabili, repentini La sequenza degli eventi che si susseguono in una cellula che sta morendo per necrosi possono variare a seconda del tessuto e del tipo di danno; tuttavia, indipendentemente dall’ordine questo è quello che accade in una cellula che va incontro a necrosi: • La produzione di ATP nei mitocondri si arresta. • Le pompe ioniche di membrana, che funzionano con l’ATP, si bloccano. • Nella cellula entrano sodio e acqua. • La cellula e gli organuli interni si rigonfiano. • La cellula avvia la risposta allo shock termico (allo stress) con aumento della sintesi di alcune proteine (chaperonine) che tentano di contrastare la denaturazione delle proteine e della ubiquitina (proteina che lega in maniera covalente le proteine denaturate e le indirizza alla distruzione). • Il pH scende. Questi processi determinano il rigonfiamento della cellula cui segue la rottura della membrana, compreso l’involucro nucleare e la disgregazione della cromatina Il materiale citoplasmatico viene rilasciato nello spazio extracellulare e questo si traduce in processi infiammatori che possono danneggiare interi tessuti L’apoptosi è la modalità fisiologica di morte cellulare Ruolo biologico dell’Apoptosi L’apoptosi rappresenta un meccanismo endogeno di suicidio cellulare, ben distinto dalla necrosi, che gioca un ruolo importante in una serie di processi biologici fondamentali, tra cui • Embriogenesi • Rimodellamento tissutale e metamorfosi • Turn-over cellulare Tappe cronologiche dell’apoptosi La cellula apoptotica passa attraverso una serie di stadi morfologicamente identificabili: • Nella fase iniziale dell’apoptosi una singola cellula perde i contatti con le altre cellule del tessuto. • Il nucleo si condensa (picnosi) e successivamente si frammenta (carioressi). • La cellula si contrae a causa della disidratazione citoplasmatica e della condensazione delle proteine. • La maggior parte degli organuli intracellulari rimane intatta, sebbene si verifichi la dilatazione del reticolo endoplasmatico e dei mitocondri • Nella fase successiva il “ruffling” (increspatura) e il “blebbing” (formazione di estroflessioni) della membrana plasmatica portano alla frammentazione cellulare. • I frammenti, o corpi apoptotici, che ne derivano, contengono anche porzioni di nucleo. • Infine, i macrofagi fagocitano i frammenti e li degradano completamente Cellula normale Cellula in vescicolazione L’apoptosi non causa infiammazione Il processo apoptotico è molto rapido: cellule che vanno incontro ad apoptosi possono scomparire completamente entro alcune ore dall’attivazione del processo. L’apoptosi non porta alla liberazione di prodotti cellulari all’esterno della cellula. Apoptosi delle cellule epiteliali (I) 5. Cellula epiteliale normale (piatta) 6-7.Cellula epiteliale apoptotica che presenta un progressivo arrotondamento, blebbing superficiale e retrazione cellulare Apoptosi delle cellule epiteliali (II) 8-9. Progressiva retrazione cellulare e blebbing 10. Gemmazione dei corpi apoptotici Corpi apoptotici Apoptosi = dal greco, caduta delle foglie da una pianta L’apoptosi è un processo attivo L’apoptosi si può verificare quindi in seguito della perdita di segnali trofici che normalmente sopprimono l’espressione del programma genetico di morte cellulare: numerosi fattori di crescita, ormoni e altri stimoli esterni prevengono l’apoptosi. L’apoptosi, a differenza della necrosi, è un processo attivo che richiede energia metabolica, oltre alla sintesi di RNA e proteine. L’innesco del fenomeno apoptotico è seguito da modificazioni della permeabilità di membrana, con uscita rapida e selettiva di ioni ed acqua dalle cellule, che porta alla condensazione citoplasmatica e all’aumento della densità cellulare. La condensazione del citoplasma avviene parallelamente alla condensazione e alla frammentazione della cromatina nucleare, che si verifica a livello dei siti internucleosomici, con la formazione di frammenti di DNA di lunghezza pari a multipli interi di 180-200 pb Segnali in grado di indurre l’apoptosi: -extracellulari, sistema mediato da recettori di morte -intracellulari provenienti dal reticolo endoplasmatico e dal nucleo, entrambi convergenti verso i mitocondri, che costituiscono il principale punto di controllo dell’apoptosi indotta da vari stimoli Attivazione a cascata di una particolare famiglia di proteasi denominate CASPASI essenziali nello smantellamento della struttura cellulare Fase di induzione -Via estrinseca: interazione tra citochine pro-apoptotiche (TNF- , TNF- , Fas-L) espresse sulla superficie di alcune cellule (MF o sulle cellule dei testicoli e dell'apparato oculare) e recettori sulla superficie della cellula bersaglio (TNF-R, Fas) - Via intrinseca: mancanza di fattori di crescita, danni cellulari al DNA o ai mitocondri per es. Fase di esecuzione Propagazione della cascata delle caspasi e di altre proteine proapopoptotiche (Bid, Bad, p53) Rilascio dai mitocondri dell'APOPTOSOMA (citocromo c e Apaf 1), AIF, DNAsi Fase di degradazione Frammentazione del DNA da parte di endonucleasi attivate da caspasi e da ioni calcio a livello delle regioni tra due nucleosomi, in frammenti da 180-200 pb I processi di proliferazione ed apoptosi sono correlati Nei tessuti con capacità di ricambio (fegato, epiteli, midollo osseo) la proliferazione ha inizio da una popolazione di cellule staminali. Una frazione di queste cellule va incontro continuamente a differenziamento e, dopo un periodo di vita limitato, ad apoptosi. Molti tessuti con capacità di ricambio possono rispondere allo stress fisiologico mediante un notevole aumento della proliferazione cellulare e quindi del numero di cellule (iperplasia). Questo fenomeno è il risultato di due componenti: una proliferativa, attivata da fattori come le citochine e gli ormoni, che stimolano la moltiplicazione delle cellule staminali, e una di sopravvivenza attivata da fattori che sopprimono l’apoptosi delle cellule progenitrici. Principali caratteristiche dell’apoptosi 1. Ha specifici marcatori morfologici e biochimici 2. E’ un processo regolato finemente da un programma genetico 3. E’ richiesta l’attività trascrizionale e traduzionale 4. La frammentazione della cromatina nucleare anticipa la morte cellulare 5. La frammentazione del DNA e la condensazione della cromatina sono importanti marcatori del processo apoptotico Modificazioni biochimiche in corso di apoptosi 1. Frammentazione del DNA nucleare 2. Riduzione del contenuto di DNA 3. Riduzione del contenuto proteico 4. Espressione di nuovi antigeni di membrana e citosolici L’apoptosi dipende da un programma genetico La sequenza di eventi che segnano l’innesco e la progressione del fenomeno apoptotico è soggetta ad una regolazione molto accurata si parla quindi di apoptosi come di morte cellulare programmata (PCD, Programmed Cell Death), cioè come di un evento che richiede l’innesco di un ben preciso programma genetico da parte della cellula: la teoria oggi universalmente accettata è quella che il programma genetico di morte sarebbe sempre in esecuzione, se non venisse contrastato continuamente da stimoli promuoventi la sopravvivenza PERCHE’ UNA CELLULA VA IN APOPTOSI la morte cellulare programmata è necessaria nel modellare l’organismo durante l’embriogenesi o, più in generale, per un appropriato sviluppo: - la formazione delle dita del feto richiede la rimozione del tessuto che le unisce - lo sfaldamento dell’endometrio che dà inizio alle mestruazioni avviene per apoptosi. - la formazione di opportune connessioni fra i neuroni (sinapsi) richiede che le cellule in eccesso siano eliminate per apoptosi. la morte cellulare programmata è necessaria per distruggere cellule che costituiscono un pericolo per l’integrità dell’organismo: cellule infettate da virus (Uno dei metodi attraverso cui i linfociti T citotossici uccidono le cellule infettate è inducendo l’apoptosi) cellule del sistema immunitario auto-responsive ( difetti nel macchinario apoptotico si accompagnano alla comparsa di malattie autoimmunitarie) cellule con DNA danneggiato (improprio sviluppo embrionale, trasformazione neoplastica). Le cellule rispondono ad un danno al DNA aumentando la produzione di p53, un potente induttore dell’apoptosi. cellule tumorali (radiazioni e chemioterapici inducono apoptosi in alcuni tipi di tumore). via intrinseca: dipendente dalla fuoriusita dal mitocondrio di citoromo c e altre piccole proteine via estrinseca: attivata da recettori presenti sulla membrana detti recettori di morte appartenenti alla famiglia del recettore TNF(fattore di necrosi tumorale) Fattori anti-apoptotici Fattori pro-apoptotici LE CASPASI Sono delle Cisteina Proteasi che tagliano proteine a livello di residui di acido aspartico (da cui C-ASP-asi). Per la maggioranza delle caspasi i loro substrati sono altre caspasi. La cascata di attivazione delle caspasi culmina nell’attivazione delle caspasi effettrici, quali la caspasi 3 e 6. Queste sono responsabili della proteolisi di proteine cellulari chiave che determinano cambiamenti morfologici tipici di una cellula che va in apoptosi. CAD: Caspase Activated DNAse (frammenta il DNA in unità nucleosomali, ben visibili nel DNA laddering assay) ICAD: Inhibitor of CAD, attivata dalla caspasi 3 PARP: Poly-ADP-ribosio-polimerasi. E’ coinvolta nel riparo del DNA danneggiato; il taglio da parte della caspasi 3 ne previene l’attività. Anche la topoisomerasi (replicazione e riparo del DNA) viene inattivata dalle casp3.