INDUISMO I realtà e irrealtà del male “Per chi discerne, tutto è dolore” (Yoga Sūtra) La vita, la creazione, la forma sono “irreali” (asat) Cfr “irreale” (a-sat) vs “falso, “non vero” (a-satya) Così il male (māyā) è “asat”, per definizione non reale, falso problema ma c’è anche un senso in cui il male è reale, e un senso in cui Karma e rinascita sono anch’essi reali La negazione delle realtà ontologica ha come conseguenza l’ammissione della realtà fenomenica Il bene e il male hanno significato e funzione solo nel “mondo delle apparenze” INDUISMO II Manifestazioni e conseguenze del male Le manifestazioni del male (di ordine naturale, psicologico, morale, teologico) sono tutte inestricabilmente unite La causa del male e della “colpa originale” dell’uomo è individuata nella fame e nella povertà (povertà → Varuna → ṛta → orzo di Varuna → colpa (enas) → corpo di Vṛtra → Indra) Alterazione ed arresto del ciclo naturale INDUISMO III Il sacrificio vedico trasforma la natura del male Indra, il grande guerriero che brandisce il vayra (fulmine) uccide Vṛtra (il “serpe”) che trattiene le acque e così ripristina il ciclo naturale Ma, il demone ucciso da Indra è il demone-sacerdote che cancellava la colpa dell’uccisione rituale → Indra è così, a sua volta, colpevole di “brahamanicidio”, massima trasgressione dell’ordine Il sacrificio vedico (Karman) è rituale di creazione/produzione di un male di qualità contraria Rispetto a quello che si intende scongiurare: Il male dell’anṛta e del caos è imprevedibile, misterioso, incontrollabile Il male del sacrificio vedico è definito, predisposto, ritualizzato, compiuto nel tempo opportuno Il male non è eliminabile, esso deve essere collocato nell’ambito della retta organizzazione umana della vita (dharma) INDUISMO IV L’ascesi trasforma la natura del male La pratica ascetica è forma autosufficiente di trasformazione della qualità del male divino → imprevedibile → gratuito umano → controllato → volontario La gestione del “male”, sottratta al mondo divino-demoniaco, è “umanizzata” INDUISMO Va Karman, Dharma, Moks a L’atto sacrificale vedico (Karman) ha carattere esclusivamente personale: la sua celebrazione assicura al committente particolari benefici (successo, ricchezza , figli, immortalità ≡ “morte non prematura” ≡ vita intera ≥ 100 anni) Karman anche azione umana generatrice di effetti nella vita presente e nella futura Anima “mobile”, capace di raggiungere il cielo, gli inferi o di riunirsi ad un corpo (R g - Veda) L’anima rinasce in questo mondo (Brāhamana) La rinascita è determinata dal valore morale delle azioni compiute in vita (Br hadāran yaka; Chāndogya Upanis ad) Il rinnovamento dei cicli naturali “richiama” la dottrina del ciclo delle esistenze (Bhagavadgītā) INDUISMO Vb Karman, Dharma, Moks a Dharma (dhr → “con-tenere”, “trat-tenere) il male entro i confini determinati dall’azione mediatrice –sacrificale dell’uomo Sforzo di compiere ciò che è giusto nel mondo Procedure sacrificali (inni vedici) → dovere sacrificale (Brāhamana) →norma, legge, dovere regolatore del rapporto dell’uomo con il mondo e la società (dharmasūtra, dharmas āstra) Dharma eterno (sanātana) = “in-nocenza” (ahim sā) e “verità” (satya) dharma supremo Moks a dharma eterno (“liberazione”, “scioglimento”) → sforzo di liberarsi dal mondo La dottrina del ciclo delle rinascite delinea due vie: 1. riservata a coloro che, in vita, si sono dedicati all’ascesi 2. riservata a coloro che, in vita, si sono dedicati ai doveri del capo famiglia 1. i primi trovano la liberazione “nei mondi del Brahaman” 2. i secondi, conformemente al virtuoso “secondamento della ruota”, percorrono un itinerario attraverso elementi naturali e dimensioni spirituali e sono ricondotti in terra come pioggia e come cibo INDUISMO La dottrina del Karman non spiega né l’origine né la motivazione del male né fornisce criteri morali univoci La concordanza con il dharma determina la qualità dell’azione umana: a) quando l’azione “seconda la ruota” e si fa “rito” (ˇ ־r ta) essa risulta priva di qualsiasi “movimento” autonomo e diviene “nonazione” (a-Karman) b) quando l’azione contrasta la dinamica del dharma essa è “contro-azione” (vi- Karman) La mala azione (vi- Karman) è atto individuale, egoistico, offuscato, che innesca il tempo lineare (Kāla), ciò che distrugge, la morte INDUISMO VI Le “fantasie del desiderio” e il sacrificio dell’“Io” L’itinerario umano è rivolto alla conquista della “pace” (s ānti) della “liberazione” (moks a) del ( nirv āna) Gli ostacoli sono frapposti dal “senso fattivo dell’“Io” (aham kāra) dall’attaccamento egoistico (mamakāra=“mio”) produttivi delle “fantasie del desiderio” individuale L’azione dharmica equivale all’azione sacrificale ed all’azione ascetica è “non-azione”, azione compiuta “secondo la propria condizione” (svabhāra-niyata) Il dharma si applica in forme differenti ai diversi contesti individuali e sociali regole diverse per classi sociali (varuṇa) per stadi di vita (ās rama) INDUISMO VII La necessità del male Mahābhārata aderenza al dharma universale (satya) Rāmāyana può esigere la violazione del proprio dharma di casta (ks atradharma) ed anche precetti universali, quale quello “di non nuocere” (ahim sā) INDUISMO VIII Il male dell’uomo e il bene dell’umanità del Le azioni e le vite degli uomini (dei popoli) hanno senso e fine solo in una dimensione superiore “mitico-religiosa” Mahābhārata contiene passi rigorosi nella difesa delle quattro classi e passi che ne espongono ingiustizia ed assurdità La condizione di riproduzione incontrollata e di sovrappopolazione a danno dell’equilibrio naturale è uno degli aspetti più “arcaici” (“ancestrali”) e “temuti” del “male” Mārkan d eya Purāna elenca la successione ineluttabile e concatenata, immotivabile “male”: passione avidità sfruttamento della natura miseria civiltà urbana La necessità dell’instaurazione del dharma, colloca le violazioni personali del dharma come forme di sacrificio necessarie a ristabilire l’ordine cosmico (cfr mito del laccio di Varuṇa) L’induismo rifiuta le concezioni di una realtà assoluta del male le codificazioni che identificano staticamente ed univocamente il male in un determinato comportamento