Capitolo 3 - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza

Capitolo 3
Il reddito nazionale: da dove viene e dove va
Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004
Capitolo 3: Il reddito nazionale: da dove viene e dove va
1
Obiettivo generale
4 domande sulle fonti e sull’utilizzo del PIL:
 Cosa determina la produzione aggregata di
beni e servizi (reddito nazionale totale)?
 Come si distribuisce il reddito nazionale tra i
fattori di produzione?
 Cosa determina la domanda di beni e servizi?
 Cosa crea l’equilibrio tra domanda aggregata e
offerta aggregata di beni e servizi?
Per rispondere a queste domande bisogna
analizzare come interagiscono le diverse
componenti dell’economia=> diagramma del
flusso circolare
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Il flusso circolare della macroeconomia
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3
Il flusso circolare della macroeconomia
Si considerino i flussi monetari dal punto di vista degli attori
economici:
Individui percepiscono un reddito che utilizzano per



pagare le tasse allo Stato
consumare beni e servizi
risparmiare, investendo nei mercati finanziari
Le imprese:


acquisiscono ricavi attraverso la vendita di beni
li utilizzano per pagare i fattori di produzione
Lo Stato:



incassa il ricavato delle tasse
lo utilizza per finanziare la spesa pubblica
se spende più di quanto riceve, si indebita sui mercati
finanziari per coprire il disavanzo
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4
Il modello macroeconomico
Si svilupperà un modello classico semplificato per
spiegare le interazioni economiche illustrate dal
diagramma del flusso circolare:
1 partiremo dalle imprese per individuare da cosa
dipende il loro volume di produzione e, quindi, il
livello del reddito nazionale
2 poi esamineremo come il mercato dei fattori
distribuisce questo reddito tra gli individui
(teoria neoclassica)
3 poi analizzeremo quali sono gli impieghi della
produzione aggregata (C, I, G)
4 infine, verificheremo che domanda aggregata
(C+I+G) e offerta aggregata (volume della
produzione) raggiungono equilibrio
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Il modello macroeconomico
Obiettivi e ipotesi
Obiettivo:


Studio della domanda e offerta di beni e servizi
Determinazione del prodotto totale e delle
componenti della domanda aggregata (variabili
endogene)
Ipotesi:


Market clearing: mercati sempre in equilibrio
Economia chiusa (NX = 0)
Variabili esogene:


Produttività dell’economia (funzione di produzione e
tecnologia)
Disponibilità totale di fattori produttivi (capitale e lavoro)
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Il modello macroeconomico
Componenti

La produzione di beni e servizi:




La domanda di beni e servizi



Produzione di beni e servizi (reddito)
Domanda e offerta di fattori produttivi (capitale e
lavoro)
Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito
Le componenti della spesa aggregata (C, I, G)
Domanda di capitali di prestito (per gli investimenti)
Determinazione dell’equilibrio


Mercati di fattori produttivi e produzione
Mercato finanziario: i capitali di prestito
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Il modello macroeconomico
Componenti
 La produzione di beni e servizi:




La domanda di beni e servizi



Produzione di beni e servizi (reddito)
Domanda e offerta di fattori produttivi (capitale e
lavoro)
Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito
Le componenti della spesa aggregata (C, I, G)
Domanda di fondi mutuabili (per gli investimenti)
Determinazione dell’equilibrio


Mercati di fattori produttivi e produzione
Mercato finanziario: i fondi mutuabili
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La produzione di beni e servizi
Fattori di produzione
I fattori di produzione (input):
K = capitale,
strumenti, macchinari e impianti
utilizzati nella produzione.
L = lavoro,
L’impegno fisico e mentale dei
lavoratori.
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La produzione di beni e servizi
Funzione di produzione
La funzione di produzione viene indicata con
Y = F (K, L)
Rappresenta la tecnologia disponibile per
trasformare capitale e lavoro in beni e
servizi.
Indica quanta produzione Y si ottiene da K
unità di capitale e L unità di lavoro dato il
livello della tecnologia produttiva disponibile
in un dato momento.
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La produzione di beni e servizi
Ipotesi del modello
1. Il livello della tecnologia è fisso.
2. I livelli di capitale e di lavoro disponibili
nell’economia sono fissi e sono pienamente
utilizzati:
KK
LL
Quindi la produzione è data da:
Y  F ( K , L)
3. La funzione di produzione ha
rendimenti di scala costanti.
I rendimenti di scala di una funzione di produzione: vedi lucido 58-59
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11
Il reddito
Come viene distribuito tra i diversi fattori?
I fattori di produzione sono remunerati sulla base
dei loro prezzi di mercato.
I prezzi dei fattori rappresentano il pagamento
per l’uso di una unità di fattore
 Il salario è il prezzo pagato per l’uso del
lavoro L.
 La rendita del capitale è il prezzo pagato
per l’uso del K.
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I prezzi dei fattori
Notazione
I prezzi nominali
W = salario (nominale)
R = rendita del capitale
P = prezzo del prodotto
I prezzi reali:
W /P = salario reale
(misurato in unità di prodotto)
R /P
= rendita reale del capitale
(misurata in unità di prodotto)
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13
Il mercato dei fattori
Prezzi di equilibrio tra domanda e offerta
I prezzi dei fattori sono determinati sul mercato
concorrenziale.
Offerta fattore produttivo. In questo modello è fissa e pari a:
K
L
Domanda fattore produttivo. Le imprese domandano fattori
produttivi al fine di massimizzare i profitti.
Ma in base a quale criterio l’impresa stabilisce la quantità di fattori da
domandare che permettono di MAX profitti?
PML, PMK
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Produttività marginale del lavoro (PML)
Quanta produzione è ottenibile utilizzando una
unità di lavoro?
Definizione:
La produttività marginale del lavoro è la
quantità di prodotto ottenibile con una unità
aggiuntiva di lavoro (data la quantità di
capitale):
PML = F(K, L + 1) – F(K, L)
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Produttività marginale del lavoro (PML)
Matematicamente:
La PML è rappresentata dalla derivata (parziale)
della funzione di produzione rispetto al lavoro:
dY K , L 
PML 
dL
Graficamente:
La PML è rappresentata dalla pendenza della
funzione di produzione
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Funzione di produzione
Produttività marginale
Y
Produzione
PML
1
PML
1
PML
La PML cala se la quantità di
lavoro impiegato cresce
La pendenza della funzione di
produzione è la produttività
marginale del lavoro
1
Lavoro
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L
17
Domanda di fattori
Il lavoro
Idea: Una impresa richiede unità di lavoro fino al punto in
cui il costo marginale è pari al beneficio marginale. In
particolare:

Costo = salario reale

Beneficio = produttività del lavoro
Dal punto di vista della singola impresa il salario è dato
(dipende dal mercato), ma la produttività del lavoro
dipende da quanto fattore si sta usando nella
produzione.
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18
La produttività marginale del lavoro è decrescente
La produttività marginale di un fattore decresce al
crescere delle quantità di fattore utilizzate (date
tutte le altre variabili).
Intuizione:
Se K è costante ma L cresce:
Meno impianti disponibili per ogni lavoratore
 Minore produttività
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19
Il salario di equilibrio
Domanda e offerta di lavoro
L’offerta di lavoro è costante e pari a L
Il salario (prezzo di equilibrio) è quindi determinato dalla
domanda
PML
Salario
L’uguaglianza tra domanda e offerta
determina il salario reale di
equilibrio
L’offerta di lavoro è costante e pari
a tutto il lavoro disponibile
nell’economia
W/P
La PML è la curva di
domanda di lavoro
LD = PML
LO  L
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L
20
La rendita del capitale
Per il lavoro: PML = W/P.
Ripetiamo lo stesso ragionamento per il capitale.
La produttività marginale è decrescente anche per il capitale:
PMK  se K 
Quindi … La curva della produttività marginale dell’impresa
rappresenta la curva di domanda di capitale.
Domanda di capitale: L’impresa domanda capitale fino al
punto in cui la produttività e il costo marginale sono uguali:
PMK = R/P
l’impresa domanda ciascun fattore
produttivo in misura tale per cui il Prodotto
Marginale del fattore uguaglia il suo prezzo
IN SINTESI:
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21
La distribuzione della ricchezza prodotta
La teoria neoclassica
QUINDI
Se tutte le imprese sono concorrenziali e max profitto, ogni
fattore è remunerato in relazione al suo contributo marginale
al processo produttivo: PML = W/P; PMK = R/P
Perciò il monte salari è pari a: PML x L
La rendita totale del capitale a: PMK x K
Il reddito che rimane alle imprese dopo avere remunerato di
fattori è il profitto economico, destinato ai proprietari delle
imprese.
Profitto economico= Y-(PMLxL) – (PMKxK)
Y= (PMLxL) + (PMKxK) - Profitto economico
A quanto ammonta la quota riservata al profitto economico?
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22
La distribuzione della ricchezza prodotta
La teoria neoclassica
Dato che ogni fattore di produzione è remunerato in base alla
sua produttività marginale, se la funzione è a rendimenti di
scala costanti il reddito viene interamente ripartito tra
capitale e lavoro:
Y  PML L  PMK K
Questo vuol dire che una volta remunerati tutti i fattori di
produzione non rimane più nulla.
Allora, come spiegare l’esistenza del profitto economico
nell’economia reale? Vedi libro ……..
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Il modello macroeconomico
Componenti

La produzione di beni e servizi:




La domanda di beni e servizi



Produzione di beni e servizi (reddito)
(Reddito)
Domanda e offerta di fattori produttivi (capitale e
lavoro)
Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito
Le componenti della spesa aggregata (C, I, G)
Domanda di capitali di prestito (per gli investimenti)
Determinazione dell’equilibrio


Mercati di fattori produttivi e produzione
Mercato finanziario: i capitali di prestito
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Domanda di beni e servizi
Le componenti della domanda aggregata
sono:
C = Domanda per consumo di beni e servizi
I = Domanda di beni di investimento
G = Domanda di beni e servizi dello Stato
(In una economia chiusa: le esportazioni nette
sono pari a zero NX = 0)
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Consumo, C
Il consumo delle famiglie dipende dal reddito disponibile
dopo il pagamento delle tasse al governo.
Reddito disponibile: (Y – T )
La funzione di consumo indica quanta parte del
reddito disponibile viene destinata al consumo:
C = C(Y – T )
Per propensione marginale al consumo si
indica l’aumento di C indotto da un aumento
unitario di reddito disponibile.
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La funzione di consumo
Si suppone che aumento del reddito disponibile
porti a un aumento dei consumi: (Y – T )  C
C
PMC
La propensione marginale al
consumo indica di quanto
aumenta il consumo aggregato
in seguito a un aumento unitario
di reddito disponibile
Y–T
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Investimenti, I
Gli investimenti delle imprese dipendono dal costo di
prendere a prestito i capitali necessari
Il costo di prendere a prestito è dato dal
Tasso di interesse reale: r
Tasso di interesse nominale corretto per l’inflazione
La funzione di investimento mette in relazione la
quantità di investimenti con il tasso di interesse reale:
I = I(r)
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Investimenti, I
Il tasso di interesse reale misura


il costo reale di prendere a prestito fondi mutuabili
il costo-opportunità di utilizzare i propri fondi per
consumo o darli a prestito
In entrambi i casi maggiore è il tasso di interesse reale e
minore è il numero di investimenti profittevoli (ovvero
con redditività non inferiore al costo)
Quindi se il tasso di interesse cresce gli investimenti
totali calano.
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29
La funzione degli investimenti
r
La funzione degli investimenti
esprime una relazione negativa tra
tasso di intesse reale e investimenti
totali
I = I(r)
I
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La spesa pubblica G e le tasse T
La spesa pubblica G include tutte le spese
pubbliche per l’acquisto di beni e servizi ed esclude i
pagamenti per trasferimenti
Le tasse T rappresentano le entrate per il governo
Il bilancio pubblico è dato da (G – T) ed è:



In pareggio se
In avanzo se
In disavanzo (deficit) se
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G=T
G<T
G>T
31
La spesa pubblica G e le tasse T
L’intervento del governo non è spiegato dal
modello.
Sia la spesa pubblica G sia le tasse T sono variabili
esogene al modello (e sono considerate
costanti).
Il modello permette di studiare come le endogene
(C, I, r) variano in equilibrio in risposta al
cambiamento delle esogene (G e T).
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Il modello macroeconomico
Componenti

La produzione di beni e servizi:



Produzione di beni e servizi (reddito)
Domanda e offerta di fattori produttivi (capitale e
lavoro)
Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito

 La domanda di beni e servizi



Le componenti della spesa aggregata (C, I, G)
Domanda di capitali di prestito (per gli investimenti)
Determinazione dell’equilibrio


Mercati di fattori
Fattori produttivi
Produttivi ee produzione
Produzione
Mercato finanziario:
Finanziario: iIfondi
capitali
mutuabili
di prestito
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33
Il modello macroeconomico
Determinazione dell’equilibrio

Cosa crea l’equilibrio tra DA e OA?
Nel modello classico il tasso di interesse ha un ruolo
cruciale!!!
Ci sono due modi di considerare il ruolo del tasso di
interesse:
 come esso influenza l’offerta e la domanda di beni e
servizi (equilibrio Mercato di beni e servizi)
 come esso influenza l’offerta e la domanda di prestiti
(equilibrio Mercato Finanziario)
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Il mercato di beni e servizi

Le componenti della domanda aggregata:
C  C (Y  T )
I  I (r )
G G
T T
Il mercato di beni e servizi è in equilibrio quando la
domanda totale è uguale alla produzione totale (offerta):

Y  C  I G
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35
Equilibrio nel mercato di beni e servizi
Il tasso di interesse come variabile endogena
Quale prezzo si aggiusta per mettere in equilibrio
domanda e offerta?
La produzione è data perché dipende dal capitale e
lavoro che sono esogene: Y  F ( L, K )
Riscriviamo la condizione di equilibrio:
Y  C (Y  T )  I (r )  G
L’unica variabile endogena che può rendere i due lati
dell’equazione uguali è il tasso di interesse: r
Variazioni del tasso di interesse inducono variazioni degli
investimenti fino a quando la domanda totale e la
produzione sono uguali
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36
Il mercato finanziario
Consideriamo il mercato dei fondi mutuabili
Il prezzo di questo mercato è il tasso di interesse reale r
che rappresenta la remunerazione per coloro che danno a
prestito capitali e il costo da pagare per coloro che
prendono a prestito capitali.
A livello macroeconomico aggregato:
L’offerta totale di capitali è data dal risparmio nazionale
La domanda totale di capitali deriva dagli investimenti
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37
Il mercato finanziario
L’offerta di fondi mutuabili
I capitali disponibili per il prestito derivano dal risparmio
nazionale ovvero dal risparmio delle famiglie e della
pubblica amministrazione.
Il risparmio nazionale S è dato da:
S  Y C G
Il risparmio totale: risparmio privato, (Y – T) – C,
+ risparmio pubblico G – T:
S  (Y  T )  C  T  G 
Y C G
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38
Il mercato finanziario
I capitali di prestito sono utilizzati per gli
investimenti produttivi. La domanda dipende dalla
quantità di investimenti totali: I = I(r)
Risparmio totale = Investimenti
(Y  T  C )  (T  G )  I
Per vedere come r porti i mercati finanziari in
equilibrio, si considerino le seguenti sostituzioni:
(Y  C  G )  I
Y  C (Y  T )  G  I (r )
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39
Il mercato finanziario
Y  C (Y  T )  G  I (r )
MEMBRO di sinistra (risparmio nazionale S)
G e T sono esogenamente determinati dalla politica
fiscale, Y è fisso (determinato dai fattori di
produzione e dalla funzione di produzione) QUINDI
S è anch’esso fisso=>offerta di capitali di prestito
aggregata è costante
MEMBRO di destra (investimenti I)
investimenti dipendono dai tassi di interesse
L’equilibrio è determinato da variazioni della
domanda (investimenti) e il prezzo (tasso di
interesse)
si aggiusta
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MACROECONOMIA,
Zanichelli editore endogenamente.
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40
Il mercato finanziario
Equilibrio e determinazione del tasso di Interesse
L’offerta di capitali è data da
S=Y–C–G
r
non dipende dal tasso di
interesse reale (quindi
verticale)
La domanda di capitali è data
dalla funzione degli
investimenti ed è
negativamente correlata al
tasso di interesse
I = I(r)
I
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41
Il mercato finanziario
Equilibrio e determinazione del tasso di interesse
L’uguaglianza tra domanda e offerta
determina il tasso di interesse reale
di equilibrio.
r
Al tasso di interesse di equilibrio,
quanto gli individui vogliono
risparmiare è uguale a quanto le
imprese desiderano investire.
r
Quindi quantità offerta di
prestiti=quantità domandata
I = I(r)
I
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42
L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: variazioni dell’equilibrio al variare delle
variabili esogene
L’equilibrio cambia in seguito a cambiamenti dell’offerta di
capitali di prestito e della domanda.
L’offerta di risparmi cambia in seguito a:
 variazioni della spesa pubblica
 variazioni dell’imposizione fiscale (tasse)
 cambiamenti della funzione di consumo (ad esempio,
variazione della propensione al risparmio delle famiglie).
La domanda di investimenti cambia, ad esempio, in
seguito a cambiamenti della tassazione dei profitti delle
imprese o innovazioni tecnologiche che stimolano la
domanda di nuovi macchinari.
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della spesa pubblica (1)
Considerate un aumento di G (con tasse T inalterate).
L’impatto immediato è un aumento della domanda di beni
e servizi MA, dato che Y è fissato dai fattori di
produzione, l’aumento di G deve essere compensato
dalla riduzione di altre componenti della domanda,
affinché offerta e domanda siano in equilibrio.
Dato che Y-T è invariato
C è invariato e QUINDI
l’aumento di G deve essere compensato con una
riduzione di I. Affinché ciò avvenga r deve aumentare.
Conclusione: aumento di G provoca un aumento di r e
una riduzione di I
la spesa pubblica
spiazza gli investimenti
Per comprendere meglio gli effetti di un aumento di G,
consideriamo anche il mercato dei fondi mutuabili
(dei prestiti)
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della spesa pubblica
(1bis)
Aumento di G (con tasse T inalterate) e
mercato dei fondi mutuabili.
Dato che aumento di G non è accompagnato da aumento
di T, lo Stato deve finanziare la spesa addizionale
indebitandosi sui mercati finanziari, cioè riducendo il
risparmio pubblico.
Dato che il risparmio privato è invariato, vi sarà una
riduzione del risparmio nazionale.
Se il tasso di interesse non varia, la domanda di prestiti
supera l’offerta (poiché vi è stata una riduzione del
risparmio nazionale!).
Solo se r aumenta si potrà raggiungere un nuovo
equilibrio
Graficamente …..
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della spesa pubblica
GRAFICAMENTE
r
S
La produzione non cambia (dipende
solo da K e L)
Quindi, il reddito disponibile (Y – T)
non cambia e il risparmio privato
(Y – T – C) non varia.
r1
I = I(r)
I
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della spesa pubblica
Considerate un aumento di G (con tasse T inalterate).
r
S2
S1
L’uguaglianza tra domanda e offerta
determina il nuovo tasso r di
equilibrio
r2
r1
al vecchio tasso r di equilibrio la
domanda di prestiti supera l’offerta
I = I(r)
I
Quindi la spesa pubblica spiazza gli investimenti privati
e porta a un aumento del tasso di interesse reale
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: diminuzione dell’imposizione fiscale (2)
Considerate una riduzione di T
Effetto: aumento del reddito disponibile (Y-T) e quindi di C
(l’effetto di una riduzione di T su C dipende dalla PMC: +PMC è
elevata, maggiore sarà l’effetto)
Dato che Y è fissato dai fattori e dalla funzione di produzione,
dato che G è determinato esogeneamente, allora l’aumento dei
C deve essere compensato da una riduzione degli I
Affinché I diminuiscano, r deve aumentare.
Conclusione: riduzione di T provoca un aumento di r e una
riduzione di I (spiazza gli investimenti)
Considerate una riduzione di T e il mercato dei fondi
mutuabili …….. (pag. 47 del libro)
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della domanda di investimenti (3)
Dati G e T, consideriamo un aumento della domanda di
investimenti:
Se la domanda di investimenti
r
S
aumenta, la curva I(r) si sposta
verso l’alto mentre la curva di
offerta di capitali resta inalterata.
Poiché l’offerta di fondi mutuabili non
aumenta, il tasso di interesse cambia,
ma gli investimenti di equilibrio restano
inalterati
r1
I = I(r)
I
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Capitolo 3: Il reddito nazionale: da dove viene e dove va
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della domanda di investimenti
Dati G e T, consideriamo un aumento della domanda di
investimenti:
S
r
r2
L’uguaglianza tra domanda e
offerta determina il nuovo tasso r
di equilibrio, ma I non cambia
r1
I = I(r)
I
La maggiore domanda di investimenti non viene soddisfatta in
equilibrio, poiché l’offerta è anelastica al tasso di interesse
(abbiamo ipotizzato che l’offerta sia fissa)
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della domanda di investimenti
Giungeremmo a una conclusione diversa se, invece di ipotizzare
che la curva di offerta di risparmio sia fissa, ipotizzassimo che
dipende anch’ essa da r.
Poiché r rappresenta il rendimento del risparmio (e il costo
dell’indebitamento), un r più elevato potrebbe ridurre i consumi
e aumentare i risparmi.
In questo caso la curva di risparmio avrebbe pendenza positiva
e non più verticale!
Come cambierebbe la nostra analisi?
Un aumento della domanda sarebbe (parzialmente) soddisfatto
nel nuovo equilibrio se il risparmio fosse positivamente correlato
al tasso di interesse (come accade nella realtà).
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della domanda di investimenti
Infatti, in questo caso se i risparmi crescono con il tasso di
interesse (che rappresenta la remunerazione dei fondi mutuabili),
la curva di offerta ha pendenza positiva
r
La domanda di investimenti aumenta, la
curva I(r) si sposta verso l’alto mentre la
curva di offerta di capitali resta inalterata.
r1
I = I(r)
I1
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L’equilibrio macroeconomico
Statica comparata: aumento della domanda di investimenti
In questo modo, l’aumento della DOMANDA DI
INVESTIMENTO FAREBBE AUMENTARE SIA R SIA i:
Poiché l’offerta di capitali
cresce se cresce il tasso di
interesse …
r
L’uguaglianza tra domanda e offerta
determina il nuovo tasso r di
equilibrio in cui I cresce
r2
r1
I = I(r)
I1
I2
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In sintesi




Modello di economia chiusa del funzionamento
dell’economia
Ipotesi: fattori di produzione e intervento pubblico
sono esogeni
Domanda di fattori, produttività marginale e teoria
neo-classica della distribuzione
Mercato dei beni




Consumo
Investimenti
Spesa pubblica
Mercato finanziario

Domanda e offerta di fondi: tasso di interesse
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In sintesi


Equilibrio macroeconomico: il ruolo del tasso
di interesse per ottenere l’equilibrio.
Variazione del risparmio: effetti della politica
fiscale
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In sintesi

Variazione della spesa pubblica

Variazione dell’imposizione fiscale

Variazione della domanda di
investimenti
Se l’offerta di risparmio è fissa, una
maggiore domanda di investimenti
aumenta soltanto il tasso di
interesse. Questo non è vero se il
consumo (risparmio) dipende dagli
investimenti
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I rendimenti di scala
I rendimenti di scala indicano quale è l’effetto sulla
produzione totale di un aumento
equiproporzionale di tutti i fattori produttivi.
Consideriamo un livello di capitale iniziale K1 e un
livello di lavoro L1
La produzione è data da: Y1 = F(K1 , L1)
Moltiplichiamo tutti i fattori del 50%
Di quanto aumenta la produzione totale rispetto
all’aumento dei fattori? (ovvero aumenta di più o di
meno del 50%?)
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I rendimenti di scala
I rendimenti di scala sono:
costanti se
l’aumento della produzione è uguale a
quello dei fattori
crescenti se
l’aumento della produzione è superiore
a quello dei fattori
decrescenti se l’aumento della produzione è inferiore a
quello dei fattori
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