malattie sessualmente trasmesse la dizione di mst ha preso

MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
LA DIZIONE DI MST HA PRESO ORIGINE ALL’INIZIO DEGLI ANNI 70 E CON TALE
TERMINE VIENE INDICATO UN TIPO PARTICOLARE DI TRASMISSIONE.
LE MST OGGI COMPRENDONO PIÙ DI 50 PATOLOGIE E 25 SINDROMI.
SONO CAUSATE DA UNA TRENTINA DI MICRORGANISMI.
SONO IN COSTANTE AUMENTO E ASSUMONO LA CONFIGURAZIONE DI PATOLOGIE
EMERGENTI A DIFFUSIONE EPIDEMICA.
NEGLI USA SI CALCOLA UNA INCIDENZA DI 12 MILIONI DI CASI L’ANNO.
PIÙ COLPITA È L’ETÀ GIOVANE
85 % AL DI SOTTO DEI 25 ANNI DI ETÀ
SI STIMA CHE OGNI ANNO VENGANO CONTAGIATI CIRCA 2.5 MILIONI DI GIOVANI
ADOLESCENTI (TRA I 13 E I 19 ANNI).
MOTIVAZIONI CHE CONTRIBUISCONO
ALLA DIFFUSIONE DELLE MST
 ESPLOSIONE DEMOGRAFICA NEL PERIODO POST BELLICO
 AUMENTO DEL VOLUME DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE E DELLA
VELOCITÀ DEI TRASPORTI
 AUMENTATA ATTIVITÀ SESSUALE TRA I GIOVANI
 ANTICIPO DELL’ETÀ DEL PRIMO RAPPORTO
 AUMENTATO NUMERO DI ADULTI SINGLE
 NUOVI METODI ANTICONCEZIONALI
 IGNORANZA DELLA MATERIA
 DIFFICOLTÀ DI DIAGNOSI PER ALCUNE MST
 AUTOMEDICAZIONE
UN AUMENTO CONSIDEREVOLE SOPRATTUTTO TRA LE
RAGAZZE TRA I 15 E I 19 ANNI.
NELLE DONNE, QUALUNQUE SIA LA MST,
LE PRIME MANIFESTAZIONI CLINICHE PASSANO INOSSERVATE
IN CIRCA IL 90% DEI CASI.
L’ENTITÀ RELATIVA DEI SINTOMI CARATTERISTICI DELLA FLOGOSI PUÒ
VARIARE NOTEVOLMENTE NELLE DIVERSE INFEZIONI E NEI DIVERSI CASI.
VA CONSIDERATA ANCHE L’ESTREMA VARIABILITÀ
DELLA PERCEZIONE O
VALORIZZAZIONE DELLA SINTOMATOLOGIA SOGGETTIVA.
STRETTO RAPPORTO TRA MST E RISCHIO DI CANCRO,
COMPROMISSIONE DEGLI ORGANI RIPRODUTTIVI
CON COMPARSA DI STERILITÀ,
COMPLICAZIONI DELLA GRAVIDANZA
CON ABORTI E GRAVIDANZE EXTRAUTERINE,
TRASMISSIONE DI INFEZIONI TRA MADRE E FETO.
23 marzo 2006 - Contraccezione: SESSO: 'PRIMA VOLTA SENZA
PRECAUZIONI
PER
30%
ADOLESCENTI
ITALIANE
Milano, 23 mar. (Adnkronos Salute) - Prima volta 'senza rete ' per tante
adolescenti italiane. ''Il 30% al primo rapporto non usa alcun metodo
anticoncezionale ''. Parola di Gianbenedetto Melis, ginecologo
dell'Università di Cagliari e vicepresidente della Sic, Società Italiana di
Contraccezione, che cita i dati Sic a margine di un incontro oggi a
Milano, per 'fotografare' il rapporto fra le italiane e il cerotto
contraccettivo. ''Possiamo dire, proprio in base a questo dato - assicura
il ginecologo all'ADNKRONOS SALUTE - che la prima volta, dal punto
di vista delle gravidanze indesiderate, è la più pericolosa ''. Un
appuntamento con il sesso che ''in media nel nostro Paese arriva
intorno ai 16 anni, al quale però in poche si presentano preparate '',
sottolinea l'esperto. Se tante giovanissime si affidano ancora al coito
interrotto (metodo all'origine della maggioranza delle gravidanze
indesiderate), ''le adolescenti - conclude - sono, fra le utilizzatrici della
pillola, quelle più a rischio di pericolose dimenticanze ''.
Concluso il 34esimo congresso del Sism al Policlinico di Palermo
Malattie a trasmissione sessuale, aumentano i casi
Quartararo: "Occorre più informazione, continua e mirata"
Non solo Aids. Sono tante le malattie che si contraggono dopo rapporti sessuali
occasionali e non protetti. Patologie che, se non curate in tempo, possono
provocare grossi problemi alle donne: dal tumore al collo dell'utero alla sterilità.
"In pochi sanno dell’esistenza di queste malattie, servono campagne televisive
continue e mirate", spiega Paolo Quartararo, direttore della Clinica Ostetrica e
Ginecologica dell’Università di Palermo
INFEZIONI BATTERICHE
 Treponema pallidum - sifilide
 Neisseria gonorrhoeae - gonorrea
 Clamydia trachomatis - linfogranuloma venereo, cervicite, bartolinite,
annessite, uretrite subacuta, prostatite, epididimite, proctite, congiuntivite, otite,
faringite, pneumopatie, sindrome di Reiter.
 Gardnerella vaginalis - vaginite, cervico-vaginite
 Escherichia coli, Proteus spp - uretrite, vaginite, vulvite subacute
 Streptococcus pyogenes - uretrite, vaginite, vulvite subacute
 Haemophilus ducreyi - ulcera venerea molle
 Calymmatobacterium granulomatis - granuloma inguinale e Donovanosi.
INFEZIONI DA MICOPLASMI
 Mycoplasma pneumoniae
 Mycoplasma hominis
 Ureaplasma urealyticum - cervicite, annessite, uretrite subacuta, prostatite.
INFEZIONI VIRALI










HIV – sindrome da immunodeficienza acquisita
HSVI 1-2 – herpes genitale
Citomegalovirus (CMV)
Papillomavirus umano (HPV) – papillomatosi genitale
HAV – epatite A
HBV – epatite B
HCV – epatite C
Virus Epstein-Barr (EB)
Virus dell’Herpes zoster
Pox virus – mollusco contagioso genitale
INFEZIONE DA PROTOZOI
 Trichomonas vaginalis – vulvovaginite, cervicite, uretrite, balanopostite, prostatite
 Entamoeba histolytica – amebiasi
 Giardia lamblia – giardiasi
INFEZIONE DA MICETI
 Candida albicans – vulvovaginite, uretrite, balanopostite
 Candida tropicalis
 Candida pseudotropicalis
 Candida krusei
INFEZIONI DA ECTOPARASSITI
 Phthirus pubis – pediculosi del pube
 Sarcoptes scabiei – scabbia
Malattia
Infezione HIV
/Aids
Epatite B/C
Agente patogeno
virus (HIV 1/2);test HIV
positivo dopo2 – 6
settimane, al più tardi
dopo 3 mesi
virus (HBV/HCV)
Periodo tra contagio e
insorgenza della malattia
Terapia
circa 12 anni
farmaci antiretrovirali
in genere guarigione spontanea, possibile
terapia antivirale; vaccinazione contro HBV
alcune settimane o mesi
Herpes genitale
sintomatica, farmaci antivirali
virus (Herpes simplex,
Virus 2)
guarigione parziale, virus può restare
nell’organismo
alcuni giorni
Condilomi
Osservazioni
incurabile; virus resta nell’organismo; moderne
terapie prolungano la vita, migliorano la qualità
di vita
sintomatica
virus (papillomavirus)
guarigione possibile, rischio elevato di cancro
della cervice uterina
4 settimane
chirurgica
Malattia
Tricomoniasi
Infezioni
fungine
Piattole
Scabbia
Agente
patogeno
parassita
(Trichomonas
vaginalis)
miceti (spec.
Candida
albicans)
insetto
(Phthirus
pubis)
acaro
(Sarcoptes
scabiei)
Periodo tra
contagio e
insorgenza
della malattia
Terapia
alcuni giorni
antiparassitari
Osservazioni
possibile guarigione
completa
possibile guarigione
completa
alcuni giorni
antimicotici
possibile guarigione
completa
alcuni giorni
spesso varie
settimane
antiparassitari
possibile guarigione
completa
antiparassitari
Quadro riassuntivo delle principali MST
MALATTIA
AGENTE EZIOLOGICO
QUADRO CLINICO
Sifilide
Treponema pallidum
Siflide primaria, secondaria e latente
Gonorrea
Neisseria gonorrhoeae
Uretrite,
cervicite,
proctite, faringite
salpingite,
Infezione da clamidia
Chlamydia trachomatis
Uretrite,
proctite
salpingite,
Micoplasmi, Streptococco gruppo B,
anaerobi, Gardnerella vaginalis
Vaginite, uretrite, proctite
Infezione da trichomonas
Trichomonas vaginalis
Vaginite, uretrite
Linfogranuloma venereo
Chlamydia trachomatis sierotipi L1,
L2 e L3
Lesioni ulcerative
imponente
Granuloma inguinale
Calymmatobacterium granulomatis
Lesioni ulcerative genitali
Ulcera venerea
Haemophilus ducreyi
Herpes genitale
Herpes virus di tipo 1 e 2
Lesioni ulcerative e adenopatia
inguinale
Ulcerazioni ano-genitali, cervicite
Condilomatosi genitale
Virus del papilloma umano (HPV)
Mollusco contagioso
Poxvirus
Epatite virale
HBV, HCV
Lesioni esofitiche e proliferanti
peniene, vaginali, vulvari, cervicali,
anorettali
Lesioni esofitiche ombelicale genitopubiche
Epatite acuta e cronica
AIDS
HIV
Immunodeficienza grave progressiva
Pediculosi del pube
Phtirus pubis
Infestazione pubica o perigenitale
Scabbia
Sarcoptes scabiei
Infestazione pubica o perigenitale
Infezioni
clamidiali
non-gonococciche
non
cervicite,
o
adenopatia
SEGNI E SINTOMI DI ALCUNE MST
AREA NON GENITALE
Piaga, ulcera od eruzione sulla bocca o sulle labbra o in gola dopo un rapporto orogenitale
Eruzione sul corpo
Piaghe, ulcere o eruzioni tra le dita o sulle mani e sulle pieghe della pelle
Perdita irregolare di capelli
SINTOMI GENERALI
Nausea
Febbre non elevata
Dolori addominali
Mal di schiena
Mestruazioni abbondanti e dolorose
SEGNI E SINTOMI DI ALCUNE MST
AREA GENITALE
Piaga, ulcera o eruzione su: pene, vagina, vulva e zona perianale;
Prurito persistente in vagina o sull’estremità del pene
Ingrossamento delle ghiandole inguinali
Perdite inusuali dal pene e dalla vagina
Dolori durante il rapporto
Bruciore o dolore durante la minzione
Frequente stimolo ad urinare
SIFILIDE
AGENTE il treponema pallido è una spirocheta estremamente fragile e
scarsamente resistente all’ambiente.
INCUBAZIONE tre settimane (tra 10 e 90 giorni).
EPIDEMIOLOGIA è presente in tutto il mondo e ancora oggi risulta una delle più
comuni malattie contagiose.
QUADRO CLINICO
a) sifilide primaria: sifiloma (ulcerazione unica, inalterata, non dolente, dura) e
adenite satellite (ingrossamento dei linfonodi inguinali).
Il sifiloma guarisce spontaneamente in 30 – 40 giorni.
Le prove sierologiche (test) diventano positive dopo 3 – 4 settimane dall’infezione.
b) sifilide secondaria: compare dopo 1 – 2 mesi dalla comparsa del sifiloma.
Malessere, insonnia, febbre, cefalea, dolori articolari, e lesioni cutanee eritematoso
– papulari, non pruriginose e lesioni mucose. Le papule tendono ad ulcerarsi e sono
altamente infettanti. Tali lesioni possono recidivare nei primi 3 – 9 mesi.
Le prove sierologiche sono altamente positive.
RISCHI NEONATALI E MST
GERME IN CAUSA
MODALITA’ DI CONTAGIO
CONSEGUENZE
Treponema pallidum
Attraverso le villosità coriali al 5°
mese, talvolta già dal 3° mese.
Contagio diretto durante il parto.
Sifilide congenita precoce fino ai due
anni, in seguito tardiva
Herpes virus di tipo 1 e 2
Rara la trasmissione placentare.
Soprattutto se l’infezione primaria è
vicina al termine. E anche se è presente
herpes recidivante durante il parto.
Il più delle volte morte del feto.
Forme generalizzate, lesioni erpetiche,
sindrome setticemica, meningoencefalite
Citomegalovirus (CMV)
Trasmissione placentare.
Durante il parto.
Talvolta nessun rischio alla nascita, ma
possibile interessamento cerebrale nel
futuro. Polmonite interstiziale, epatite,
esantema, adenopatia, ecc.
Chlamydia trachomatis
Durante il parto.
Polmonite interstiziale, otite,
congiuntivite, oftalmia
Neisseria gonorrhoeae
Durante il parto.
Vulvo-vaginite, congiuntivite
suppurata, oftalmia, artrite, meningite,
peritonite, setticemia
Trichomonas vaginalis
Durante il parto.
Presenza di TV nelle urine dei neonati.
Vulvo-vaginite
Candida albicans
Durante il parto.
Lesioni cutaneo-mucose, talvolta
lesioni viscerali gravi, faringiti,
broncopolmoniti, setticemia, ecc.
Mycoplasma
Ureoplasma urealyticum
Durante il parto.
Basso peso alla nascita, aborti
spontanei ripetuti. Artrite
Germi diversi
Streptococchi beta, germi Gram -
Via ematogena.
Durante il parto.
Setticemia, forme meningee
Conditomi
Durante il parto.
Vegetazioni nella gola
c) sifilide latente: inizia dopo il termine del periodo secondario e dura fino alla comparsa
delle manifestazioni terziarie e viene suddivisa in due periodi, latenza iniziale e tardiva a
seconda che l’infezione risalga a meno o più di quattro anni.
d) sifilide terziaria: si verifica nel 15-20% dei luetici non trattati, da 1 a 10/20 anni dopo
l’infezione. Le lesioni, lente, profonde e destruenti, praticamente non contagiose, sono in
grado di interessare ogni organo.
Aortite luetica con tipica distruzione del tessuto elastico della parete
Neurolue, interessamento meningeo e lesioni nervose provocate dalle alterazioni vascolari,
degenerazione dei cordoni midollari posteriori.
Sifilide congenita per passaggio placentare dell’infezione. L’infezione può provocare la
morte del feto o la nascita prematura; può essere asintomatica nelle prime settimane di vita
oppure giungere a manifestazioni multisistemiche.
EPATITE VIRALE A
E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HAV che colpisce il fegato.
E’ presente in tutto il mondo, ma è maggiormente frequente in quei Paesi dove le
condizioni igienico-ambientali sono scadenti.
L’epatite A dopo un periodo di incubazione di 14 - 45 giorni dall’infezione, si
manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea.
Il decorso della malattia è generalmente benigno.
E’ una malattia che si trasmette con l’ingestione di acqua ed alimenti contaminati
dalle feci di soggetti malati (trasmissione oro-fecale).
L’epatite A è diffusa nei Paesi in via di sviluppo o in zone in cui si consumano frutti
di mare provenienti da acque contaminate. Condizioni ambientali scarsamente
igieniche, scarsa igiene personale e nella preparazione degli alimenti favoriscono la
trasmissione dell’infezione da virus A.
Tutti possono contrarre l’infezione, ma a maggior rischio sono: coloro che sono a
stretto contatto con persone infette; i viaggiatori internazionali; i bambini; gli anziani
non autosufficienti.
L’epatite A è presente su tutto il nostro territorio, ma è più diffusa in Puglia e in
Calabria.
Può essere prevenuta adottando corretti comportamenti alimentari, validi anche
per prevenire altre malattie a trasmissione oro-fecale, che tengano conto di
accurate misure igieniche quali:
 non consumare frutti di mare crudi
 lavare accuratamente la verdura prima di consumarla
 lavare e sbucciare la frutta
 conservare in frigorifero i cibi appena cotti se non si consumano subito
 non usare acqua di pozzo
 essere scrupolosamente puliti nella manipolazione di cibi e bevande
 proteggere gli alimenti dagli insetti.
Esiste la vaccinazione contro l’epatite A.
EPATITE VIRALE B
E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HBV che colpisce il fegato.
Si manifesta dopo un periodo di incubazione di 2 – 6 mesi dall’infezione con la
comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea.
Nella maggioranza dei casi (circa il 90 % ) l’infezione acuta è asintomatica.
Il 10 % di tutte le infezioni, sintomatiche e non, cronicizza e può evolvere verso
quadri clinici di grave compromissione epatica, quali epatite cronica, cirrosi epatica
ed epatocarcinoma.
Si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali sangue e suoi derivati,
sperma e liquidi vaginali infetti, la trasmissione può avvenire anche da madre
infetta al bambino durante la gravidanza.
A maggior rischio sono:
coloro che hanno rapporti sessuali con partner infetti;
i tossicodipendenti;
gli operatori sanitari;
i bambini nati da madre HbsAg positiva.
Si può prevenire adottando comportamenti corretti:
 usare il preservativo nei rapporti sessuali con partner sconosciuto o portatore di
HbsAg
 evitare lo scambio di siringhe usate
 evitare lo scambio di oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine, rasoi,
tagliaunghie, siringhe riutilizzabili
 in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o in altre parti del corpo, pratiche estetiche che
prevedono l’uso di aghi, accertarsi delle condizioni igieniche e pretendere l’uso di aghi
usa e getta.
Esiste un vaccino reso obbligatorio con una legge del 1991 per tutti i nuovi nati e
per i dodicenni; inoltre la vaccinazione è offerta gratuitamente e raccomandata alle
persone appartenenti a categorie a rischio.
Il virus è presente in tutto il mondo, si stima che nel mondo i portatori di HbsAg
siano circa 350 milioni.
È una malattia presente su tutto il territorio italiano, abbiamo circa 2 milioni di
portatori cronici del virus.
Un milione all’anno sono i morti per patologie correlate all’HBV.
L’infezione è più frequente tra i 15 e i 24 anni e la percentuale di cronicizzazione
aumenta con il diminuire dell’età di infezione.
EPATITE C
La causa più frequente di malattia cronica del fegato, di cirrosi e di epatocarcinoma,
complicanze che ogni anno in Italia sono responsabili della morte di 30.000 persone.
L’infezione da HCV spesso cronicizza a causa dell’alta propensione del virus a
persistere, eludendo l’attacco del sistema immunitario.
La cirrosi epatica rappresenta il quadro clinico evolutivo più frequentemente osservato
con una latenza di sviluppo che può essere di pochi anni dall’esposizione ad alcuni
decenni.
Il rischio e la velocità di progressione sono influenzati sia da fattori genetici dell’ospite,
che dall’età al momento dell’infezione, dall’uso di alcool, dalla presenza di coinfezioni
con altri virus epatitici o con HIV.
in Italia il virus dell’ epatite C colpisce oltre due milioni di persone.
E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HCV che colpisce il fegato.
L’epatite C, dopo un periodo di incubazione che va da due settimane ai sei mesi, si
manifesta con una sintomatologia sfumata, in modo più subdolo rispetta all’epatite
B con nausea, affaticamento, perdita di appetito, cefalea e , a volte, febbre e dolori
addominali e può, molto frequentemente, cronicizzare ed evolvere verso quadri
clinici di grave compromissione epatica. L’epatite C può decorrere anche senza
sintomatologia.
E’ una malattia che si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali
sangue e suoi derivati infetti; il rischio di trasmissione con rapporti sessuali, per gli
operatori sanitari durante l’assistenza medico-chirurgica, da madre infetta al
bambino durante la gravidanza, è basso.
A maggior rischio sono i tossicodipendenti. I politrasfusi e gli emodializzati, inoltre
appartenevano, in passato alle categorie più a rischio di infezione attraverso le trasfusioni
di sangue e/o emoderivati.
L’epatite può essere prevenuta adottando corretti comportamenti quali:
 usare il preservativo se si hanno molteplici partner sessuali
 evitare lo scambio di siringhe usate
 evitare lo scambio di oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine, rasoi,
tagliaunghie, siringhe riutilizzabili
 in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o in altre parti del corpo, pratiche estetiche che
prevedono l’uso di aghi, accertarsi delle condizioni igieniche e pretendere l’uso di aghi
usa e getta.
Non esiste ancora un vaccino disponibile.
EPATITE VIRALE C
Il virus è diffuso in tutto il mondo ed è presente su tutto il territorio nazionale.
Si stima un numero di portatori in tutto il mondo di circa 300.000.000 .
In Europa l’epatite C interessa 8,9 milioni di persone, circa 20.000 individui
muoiono di complicazioni da epatite C ogni anno.
Circa il 25% dei pazienti non trattati svilupperà una forma irreversibile di
cirrosi epatica.
Molti pazienti sono asintomatici per molti anni.
TRASMISSIONE VERTICALE DEL VIRUS DELL’EPATITE C
La trasmissione può avvenire in utero, per via transplacentare in qualsiasi
momento durante la gravidanza, al parto o nel periodo postnatale.
L’infezione da HCV materna non è una controindicazione alla gravidanza
SOPRAVVIVENZA AMBIENTALE HIV
3 GIORNI IN MATERIALE SECCO A TEMPERATURA AMBIENTE
15 GIORNI NEL LIQUIDO DI COLTURE CELLULARI
N. B . : L’ESSICAZIONE AMBIENTALE PROVOCA UNA RAPIDA
RIDUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE VIRALE IN POCHE ORE
SOPRAVVIVENZA AMBIENTALE HBV (HCV)
IL VIRUS E’ MOLTO RESISTENTE AGLI AGENTI FISICI E CHIMICI
SOPRAVVIVE A 60°C PER OLTRE 4 ORE
A TEMPERATURA AMBIENTE PER 6 MESI
TRA -10°C E -20°C PER PIU’ DI 20 ANNI
HIV
VIRUS DELL’IMMUNODEFICIENZA UMANA
AIDS
SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA
AIDS
L’AIDS O SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA
E’ UNA MALATTIA INFETTIVA TRASMISSIBILE,
CAUSATA DA UN RETROVIRUS DENOMINATO HIV,
AD ELEVATA MORTALITA’
CHE COLPENDO DI PREFERENZA LE CELLULE DEL SISTEMA
IMMUNITARIO,
ESPONE L’INDIVIDUO A CONTRARRE INFEZIONI MOLTEPLICI
(INFEZIONI OPPORTUNISTICHE)
E NEOPLASIE RESPONSABILI DI DIVERSI QUADRI CLINICI;
INOLTRE E’ SPESSO CARATTERIZZATA
DA INTERESSAMENTO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (DOVUTO
A EFFETTO CELLULARE DIRETTO)
CON QUADRO DI DEMENZA.
QUADRO CLINICO
L’INFEZIONE PRIMARIA
In una percentuale bassa dei casi l’infezione da HIV si fa sentire, da 1 a 12
settimane dal contagio con un quadro sintomatologico non specifico:
febbre
sudorazione
artromialgie (dolori articolari e muscolari)
mancanza di appetito
nausea
diarrea
mal di gola
ingrossamento dei linfonodi
reazione cutanea tipo rosolia e orticaria
mal di testa
fastidio alla luce
confusione mentale
E’ difficile fare diagnosi differenziale con influenza, rosolia, infezioni di altro genere.
NON SEMBRA CHE IL CARATTERE SINTOMATICO O MENO
DELL’INFEZIONE PRIMARIA ABBIA IMPORTANZA NEL DETERMINARE
L’ULTERIORE PROFILO EVOLUTIVO.
LA SIEROPOSITIVITA’ ASINTOMATICA nella maggioranza dei casi.
LA LIFOADENOPATIA SISTEMICA (LAS) frequente.
Aumento di volume dei linfonodi, non dovuto ad altre cause, che duri almeno tre mesi
e che interessi due o più stazioni linfoghiandolari extrainguinali, non contigue, con
linfonodi di oltre un centimetro di diametro.
La sede più frequente è la regione cervicale posteriore.
Rappresenta il motivo per cui una persona si rivolge al medico.
NON COSTITUISCE UN FATTORE PROGNOSTICO SFAVOREVOLE NEL
DECORSO DELLA MALATTIA.
FASE SINTOMATICA
CANDIDOSI DEL CAVO ORALE (forma pseudomembranosa, iperplastica,
eritematosa, cheilite angolare)
LEUCOPLACHIA ORALE VILLOSA
HERPES ZOSTER (più metameri)
DERMATITE SEBORROICA
TUBERCOLOSI (più spesso si tratta di una riaccensione di un precedente episodio
tubercolare)
SINTOMI GENERALI - Facile stancabilità, sudorazione notturna, febbre, diarrea
intermittente, calo ponderale, consistente caduta dei capelli (donne), wasting
syndrome (cachessia).
PIASTRINOPENIA in genere asintomatica
INFEZIONI OPPORTUNISTICHE
TUMORI
DIAGNOSI DI INFEZIONE
INFEZIONE NON VUOL DIRE MALATTIA
LA DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV VIENE EFFETTUATA MEDIANTE LA RICERCA
DI ANTICORPI ANTI-HIV
RICERCA DEGLI ANTICORPI SPECIFICI DIRETTI CONTRO IL VIRUS
SI TRATTA DI ANTICORPI CHE NON SONO IN GRADO DI DETERMINARE LA
GUARIGIONE,
LA LORO PRESENZA NON E’ PERTANTO UN INDICE DI PREGRESSA INFEZIONE
bensì
DI INFEZIONE IN ATTO
IL SIEROPOSITIVO E’ SEMPRE CONTAGIANTE IN QUALSIASI FASE DEL
DECORSO CLINICO DELL’INFEZIONE
COMPARSA DEGLI ANTICORPI: DA 30 – 40 GIORNI A 6 MESI DOPO L’INFEZIONE
(periodo definito finestra immunitaria)
FINESTRA IMMUNITARIA: periodo che intercorre tra l’infezione e la comparsa della
sieropositività;
quindi individuo sieronegativo, ma infetto e contagiante.
NON SI PUÒ AFFERMARE CHE L’INFEZIONE DA HIV DEBBA INESORABILMENTE
PORTARE ALL’AIDS, ANCHE SE E’ MOLTO PROBABILE.
SANGUE
DALL’ANNO 1985
screening delle unità di sangue in giacenza
minor ricorso alle trasfusioni “inutili”
trattamento con il calore degli emoderivati
selezione dei donatori
NESSUN CASO DI CONTAGIO IN SEGUITO ALLA SOMMINISTRAZIONE
DI IMMUNOGLOBULINE
NESSUN CASO DI INFEZIONE E’ STATO FINORA DOCUMENTATO IN
CONSEGUENZA
DI
PUNTURA
ACCIDENTALE
CON
AGHI
ABBANDONATI IN LUOGHI PUBBLICI
POSSIBILITA’ DI INFEZIONE PER ESPOSIZIONE A SANGUE INFETTO
DELLE
MUCOSE
O
DELLA
CUTE
LESA,
MENTRE
LA
CONTAMINAZIONE DI CUTE INTEGRA NON COMPORTA ALCUN
RISCHIO DI CONTAGIO
DOVE SI PUO’ FARE IL TEST NELLA NOSTRA ULSS
SEVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA – Montebelluna, presso palazzo ex INAM
- IN ANONIMATO -
IL TEST E’ GRATUITO E PUO’ ESSERE FATTO IN COMPLETO ANONIMATO
SOPRATTUTTO SE RICHIESTO DALLA PERSONA
(ROUTINARTIAMENTE VIENE ESEGUITO IN ANONIMATO SOLO AL SERT E AL SERVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA)
E’ CONSIGLIATO
 A TUTTI COLORO CHE PRESENTONO SINTOMI O SEGNI CHE POSSONO SUGGERIRE UNA INFEZIONE DA HIV, anche
in assenza di dichiarati fattori di rischio
 A INDIVIDUI ASINTOMATICI, MA CON UNA STORIA DI COMPORTAMENTI A RISCHIO NEGLI ULTIMI 10 ANNI.
E’ OBBLIGATORIO
 PER I DONATORI DI SANGUE.
IMPORTANTE: UN RISULTATO NEGATIVO NON ESCLUDE IL CONTAGIO, SE ESSO E’ STATO ESEGUITO PRIMA CHE SIANO
TRASCORSI I SEI MESI DALL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO.
SI DEVE RIPETERE L’ESAME
Se persiste l’esposizione al rischio, al soggetto sieronegativo viene consigliato di ripetere il test ad intervalli di circa sei mesi.
LIQUIDI BIOLOGICI CHE TRASMETTONO IL VIRUS
Sangue
Sperma
Liquido pre-eiaculatorio (prostatico)
Secrezioni vaginali
Latte materno
Altri liquidi interni che contengono il virus: amniotico, pericardico, pleurico, sinoviale,
cerebrospinale, ecc.).
NON SONO IN GRADO DI TRASMETTERE IL VIRUS
Lacrime
Sudore
Saliva
Urina
Feci
Secrezioni nasali
Vomito
L’ACQUISIZIONE DEL VIRUS E’ LEGATA AD ALCUNI FATTORI
Carica virale – quantità di virus contenuta nel liquido
Ripetute esposizioni
Probabilmente alcuni fattori individuali dell’ospite
TRASMISSIONE VERTICALE
La trasmissione verticale è attualmente responsabile della maggior parte delle nuove infezioni
nei preadolescenti.
Il rischio di infezione per un piccolo nato da madre sieropositiva che non abbia ricevuto una
terapia antiretrovirale, viene valutato tra il 13 % e il 39 %.
La trasmissione dopo il parto avviene attraverso l’allattamento. Si stima che nel mondo da un
terzo alla metà dei casi di trasmissione mamma-bambino avvengano durante l’allattamento.
Un numero sempre maggiore di bambini si mantiene asintomatico per più di cinque anni.
PROCEDURE DOMESTICHE PER IL TRATTAMENTO DEL SANGUE E DEI
LIQUIDI BIOLOGICI
Le procedure usuali di pulizia impiegando prodotti commerciali (detergenti, detergentidisinfettanti o germicidi chimici) adatti alla maggior parte delle superfici sono sufficienti per
pulire macchie di vomito, urine e feci.
Le secrezioni nasali possono essere pulite con fazzoletti di carta, che si possono gettare nei
rifiuti normali.
Per disinfettare macchie contaminate con sangue o altre secrezioni corporee bisogna asportare il
materiale organico presente e disinfettare la superficie con candeggina diluita (1:10).
Guanti di gomma riutilizzabili possono essere utili nel detergere macchie estese per evitare la
contaminazione delle mani del personale di pulizia, ma i guanti non sono essenziali nella pulizia
di piccole macchie di sangue che possono essere facilmente contenute dal materiale usato per
rimuoverle.
Il personale responsabile della pulizia di superfici contaminate deve evitare di toccare, con le
mucose o zone di cute lesa, sangue o liquidi biologici.
Se possibile, devono essere usati stracci e asciugamani a perdere, che devono essere gettati dopo
l’uso, e gli spazzoloni devono essere puliti con disinfettanti.
PER LA DISNFEZIONE DELLA CUTE ESPOSTA SI RACCOMANDA L’USO DI UN
DISINFETTANTE A BASE DI CLORO DOPO UN ABBONDANTE RISCIACQUO CON
ACQUA (EFFETTO DILUIZIONE).
In guardia
L'aumento della sopravvivenza determina un incremento del numero di
persone sieropositive viventi, che si stima ormai vicino a 110
mila. Pertanto, anche se i successi della terapia sono notevoli e hanno
contribuito alla diminuzione di casi di malattia conclamata e a un crollo
dei decessi, si rileva un aumento globale dell'impatto dell'epidemia a
livello di popolazione.
Conclusioni
L'allungamento del tempo di incubazione e della sopravvivenza ha
determinato una diminuzione dei nuovi casi di AIDS, ma anche un
aumento delle persone malate attualmente viventi. Analogamente,
nonostante l'incidenza di nuove infezioni sia diminuita rispetto a quella
riscontrata a metà degli anni Ottanta e tenda ad essere pressoché
stabile, l'allungamento della sopravvivenza determina ora una tendenza
all'aumento dei sieropositivi nel nostro Paese. Per questo motivo,
nonostante un cauto ottimismo non sia del tutto fuori luogo, è quanto
mai necessario continuare a monitorare con attenzione l'epidemia e
mettere in atto efficaci interventi di prevenzione.
Il numero cumulativo di casi di AIDS notificati al COA (Centro
operativo AIDS- Istituto Superiore di Sanità) dall'inizio dell'epidemia
(anno 1982) al 31 dicembre 2004 è pari a 54.497.
Di questi 42.312 (77,7%) sono di sesso maschile, 741 (1,4%) in età
pediatrica (<13 anni ) e 3.179 (6,0%) stranieri.
L'età mediana alla diagnosi, calcolata per gli adulti, è di 34 anni per i
maschi e di 32 anni per le femmine.
Nel 2004 sono stati notificati 1.654 nuovi casi di AIDS, di cui 1.220
(73,8%) diagnosticati nell'ultimo anno e 434 riferiti a diagnosi
effettuate negli anni precedenti.
Territorialmente si evidenzia l'esistenza di un gradiente nord-sud
nella diffusione della malattia in Italia, come risulta dai tassi di
incidenza che continuano ad essere mediamente più bassi nelle
regioni meridionali.
Le regioni più colpite sono nell'ordine: la Lombardia, il Lazio, la
Liguria e l'Emilia Romagna.
La distribuzione dei casi adulti per anno di diagnosi e categoria di
esposizione mostra come il 59,0% del totale dei casi sia attribuibile
alle pratiche associate all'uso di sostanze stupefacenti per via
endovenosa (tossicodipendenti + tossicodipendenti/omosessuali).
Nel tempo è presente un aumento della proporzione dei casi
attribuibili alla trasmissione sessuale (omosessuale ed
eterosessuale) ed una contemporanea diminuzione dei casi
attribuibili alle altre modalità di trasmissione
MONDO
Aspetti epidemiologici
Secondo il Rapporto Mondiale 2005 pubblicato da Unaids e OMS sono
40,3 milioni i sieropositivi nel mondo.
Un dato che indica come l'infezione sia ancora in aumento in tutti Paesi
del mondo, fatta eccezione per i Caraibi: nel 2005 sono stati registrati
infatti 5 milioni di nuovi casi in più rispetto al 2003.
Per quanto riguarda invece la mortalità, nel 2005 sono morte di Aids più
di 3 milioni di persone, di cui 500.000 bambini.
L'aumento più consistente delle infezioni si è riscontrato nell'Europa
orientale e nell'Asia centro-orientale, per quanto l'Africa sub-sahariana
continui a essere la regione più colpita, con il 64% di nuovi casi, per un
totale di 3 milioni di persone infette.
EUROPA
In Europa la situazione varia notevolmente fra Est e Ovest. Nell'Europa
occidentale i sieropositivi sono circa mezzo milione, con un aumento
dei casi attraverso i rapporti eterosessuali, soprattutto fra le donne.
Insieme agli Stati Uniti, l'Europa occidentale è l'unica regione del
mondo dove l'accesso alla terapia antiretrovirale è garantito: la
mortalità per Aids è infatti in netta diminuzione (da circa 4.000 morti
nel 2000, a 2.200 nel 2004: una riduzione di oltre il 40%).
Ben diversa è la situazione in Europa orientale, dove l'epidemia è in
crescita vertiginosa. I dati indicano che nella regione che comprende
l'Europa orientale e l'Asia centrale vivano circa 1,6 milioni di
sieropositivi, 860.000 soltanto in Russia. Insieme all'Ucraina, la
Federazione russa è il Paese più colpito, soprattutto fra i giovani: ogni
anno, più dei tre quarti delle nuove diagnosi sono in persone al di sotto
dei trent'anni.
IL LIVELLO DI ATTENZIONE PER IL PROBLEMA HIV E LE NORME DI
PREVENZIONE E’ CLAMOROSAMENTE CALATO.
IIL NUMERO DEI SIEROPOSITIVI NELLA POPOLAZIONE CRESCE:

AUMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA
 NETTO AUMENTO DEL NUMERO DI INFEZIONI ACQUISITE PER VIA
ETERO SESSUALE
 NETTO AUMENTO DELLA PROPORZIONE DI SOGGETTI NON A
CONOSCENZA DELLA PROPRIA SIEROPOSITIVITA’
SI RENDE NECESSARIO:
RISOLLEVARE
PROBLEMA
IL
LIVELLO
DI
GUARDIA
NEI
CONFRONTI
DEL
RIATTIVARE LE INIZIATIVE DI PREVENZIONE SULLE PERSONE A
RISCHIO E DI RICERCA DEI POSSIBILI SOGGETTI ETEROSESSUALI
INFETTATISI PER AVER TRASCURATO LE ELEMENTARI REGOLE CHE
RENDONO SICURO IL RAPPORTO SESSUALE.
Aumenta la sopravvivenza
L'uso delle terapie combinate anti-retrovirali ha determinato una diminuizione dei
nuovi casi di AIDS, ma anche un incremento della sopravvivenza delle persone infette
o malate; cresce, conseguentemente,
il totale dei pazienti viventi, che supera ormai quota 19 mila.
Epidemia da tenere sotto controllo
Sorvegliare l'andamento dell'epidemia basandosi esclusivamente sull'incidenza dei casi
di AIDS non è però sufficiente, specie ora che i trattamenti hanno modificato la storia
naturale dell'infezione e l'allungamento del tempo di incubazione ha determinato una
riduzione del rischio di sviluppare l'AIDS da parte delle persone sieropositive. Per
questo motivo, la Commissione Nazionale AIDS ha raccomandato di estendere i
sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione, sinora limitati ad alcune
entità regionali, a tutto il territorio nazionale.
I nuovi casi di HIV
L'incidenza di nuove diagnosi di infezione da HIV, stimata sulla base dei dati
provenienti da 5 regioni, è di 6,7 nuove infezioni per 100mila abitanti. Nell'ultimo
anno sono state segnalate 720 nuove diagnosi di infezione solo in queste regioni, di cui
la gran parte (84%) attribuibili a trasmissione sessuale.