Diapositiva 1 - Università degli Studi di Cagliari

Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2007-2008
Prof. Roberto Malavasi
Parte prima
Ruolo e funzioni del
sistema finanziario
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In questa parte ….
 Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni
 Le caratteristiche delle attività finanziarie
 La funzione creditizia e il saldo finanziario
 L’articolazione del sistema finanziario
 Gli intermediari: la banca e gli intermediari non bancari
 L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
 Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti
 Il processo moltiplicativo
 La vigilanza sul sistema finanziario
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Elementi di base: il
sistema finanziario e
le sue funzioni
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Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni
Sistema Finanziario
Funzioni
Un sistema finanziario è costituito dal
complesso
integrato
di
strumenti,
istituzioni e mercati finanziari, esistenti in
un dato luogo in un dato momento. Esso
costituisce un’infrastruttura cruciale per il
funzionamento delle moderne economie in
quanto svolge tre importanti funzioni.
 realizza il trasferimento di risorse dal
risparmio
agli
investimenti
(funzione
creditizia o di allocazione delle risorse);
 assicura l’efficiente funzionamento del
sistema dei pagamenti (funzione monetaria);
 trasmette al sistema economico gli impulsi
della politica monetaria ed economica.
Tali funzioni possono essere peraltro ricondotte tutte alla prima, cioè all’attività di
concessione di credito che, in varie forme tecniche e attraverso diversi strumenti, è
indirizzata a soddisfare i bisogni di finanziamento degli individui e delle istituzioni che
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compongono il sistema economico.
 Il sistema finanziario e le istituzioni che lo compongono hanno quindi la
funzione fondamentale di trasferire potere d’acquisto agli operatori che lo
richiedono per le loro operazioni correnti e di investimento.
 Poiché le passività di alcuni intermediari (in particolare delle banche) sono
accettate come mezzi di pagamento, il sistema finanziario contribuisce a
determinare il volume complessivo dei mezzi monetari a disposizione
dell’economia, dunque del potere d’acquisto che può essere trasferito.
 La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente
correlate. Ne deriva che il trasferimento di risorse non avviene in modo, per
così dire, neutrale e passivo, ma rappresenta uno dei momenti cruciali del
funzionamento di un moderno sistema economico.
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 Anche se il risparmio è una grandezza reale, in una
economia monetaria un atto di risparmio si concretizza
necessariamente in una determinata quantità di unità
monetarie, per la semplice ragione che i redditi vengono
percepiti in forma monetaria.
 La moneta e tutte le altre attività finanziarie create dal
sistema finanziario hanno appunto la funzione di
collegamento tra il risparmio e gli investimenti: sono
infatti espressione di operazioni di prestito mediante le
quali viene ceduto potere d’acquisto.
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Schema del sistema finanziario
Banca d’Italia
Consob
Depositi
Antitrust
Isvap
Covip
Prestiti
Intermediari
Banche e Altri
Quote
Famiglie
Imprese
Investitori istituzionali
Fondi comuni e fondi
pensione
Assicurazioni
Polizze
Mercati
Monetario
Finanziario
(obbligazioni, azioni,
derivati)
Settore pubblico
Titoli
Obbligazioni e azioni
Le frecce indicano i principali strumenti che vengono utilizzati per effettuare il trasferimento di fondi. In termini
economici tali strumenti sono definiti attività finanziarie. Rappresentano un rapporto di debito/credito fra le parti (o
di partecipazione nel caso delle azioni) e sono il frutto di un contratto che disciplina gli impegni e i diritti reciproci
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Le caratteristiche
delle attività
finanziarie
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All’interno del sistema finanziario lo scambio di fondi è
basato su strumenti come i depositi, le obbligazioni, i titoli
pubblici e così via. Tali strumenti sono chiamati “attività
finanziarie”
Un bene che esprime un rapporto
contrattuale nel quale entrambe le
Attività
finanziaria
prestazioni sono denominate in
moneta e scadono in tempi diversi.
Una
attività
finanziaria
prevede
quindi un trasferimento di potere di
acquisto
contro
una
o
più
prestazioni future di segno opposto
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Elementi fondamentali delle attività finanziarie
La natura del
contratto sottostante
In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un
contratto che può appartenere a tipologie diverse, che hanno implicazioni
economiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere, almeno, tra attività
finanziarie che esprimono un rapporto di credito (obbligazioni, depositi) e attività
finanziarie che esprimo un rapporto di partecipazione (azioni)
Il tempo
Ciò che contraddistingue un rapporto di credito (e dunque l’attività finanziaria che
lo incorpora) da altri rapporti di scambio è la distanza temporale che separa le
due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale che separa il
momento della produzione di beni e servizi da quello della loro vendita. In ogni
caso in cui il processo produttivo richiede un intervallo tra l’inizio della attività
produttiva e la sua conclusione, si realizzano le condizioni affinché possano
svilupparsi forme di credito non episodiche
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Elementi fondamentali delle attività finanziarie
Il rischio
Il fatto che il tempo sia l’elemento fondamentale del rapporto di credito comporta
che in esso è insita una componente di rischio. Per quanto il creditore possa
essere oculato nel valutare le condizioni prospettiche del debitore, esiste sempre
una probabilità non nulla che alla scadenza il debito non venga onorato o che,
comunque, durante la vita del prestito si verifichino fenomeni che non possono
essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del
creditore e del debitore
L’informazione
La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività
finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa.
L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e
dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si
basano su informazioni (concedere o non concedere un credito; acquistare o
non acquistare un titolo). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività
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finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale
stesso.
Elementi fondamentali delle attività finanziarie
L’interesse
E’ la remunerazione per chi cede potere di acquisto, e quindi “fa credito”, e
richiede un compenso sia per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio
sopportato. Il tasso di interesse è innanzitutto il prezzo per lo scambio fra beni
presenti e beni futuri. Poiché solo la moneta si scambia fra presente e futuro,
possiamo definire il tasso di interesse come il premio percentuale pagato sulla
moneta ad una certa data in termini di moneta disponibile in un momento
successivo
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La funzione creditizia
e il saldo finanziario
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La funzione creditizia
La diffusione della moneta consente di identificare 2 circuiti distinti ma
sovrapposti, uno alimentato dai flussi reali dei fattori di produzione e dei
beni e uno alimentato dai flussi finanziari. Il secondo costituisce la
controparte monetaria del primo.
Precisazione: gli eventi economici che generano una obbligazione nei
confronti di un terzo possono essere rilevati nel momento in cui tale
obbligazione sorge – principio di competenza – oppure nel momento in cui
viene effettivamente realizzato il pagamento – principio di cassa.
Di seguito si parlerà genericamente di reddito, mentre si dovrebbe
parlare più correttamente di flussi finanziari in entrata.
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Gli operatori di un sistema economico generano:
Entrate correnti (Y) destinate, in primo luogo, a coprire flussi finanziari in
uscita (C).
Generalmente, ma non necessariamente, Y > C da cui Y - C = S (risparmio)
 S non viene, tuttavia, determinato in modo residuale (alcuni operatori
fissano S e quindi adeguano C in funzione di Y).
 S viene destinato ad alimentare il processo di investimento ( I ) (che serve
a sua volta a ripristinare la capacità produttiva – amm/to - o ad incrementarla
– investimento vero e proprio)
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Evoluzione nel tempo dello stato patrimoniale di un
operatore
Attivo
Passivo
S = ΔAF
(Altri operatori)
AF
PF
Δ AF
Δ PF
Δ AR = I
AR
CN
Δ CN = RN = S
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Il saldo finanziario
Dal confronto tra S e I nasce il saldo finanziario
A livello di sistema economico
complessivo S = I (al netto dei
trasferimenti da e verso l’estero,
rilevati dal saldo delle partite correnti).
A livello di singolo operatore è
difficile che sia S = I, più
frequentemente:
• S>I surplus o avanzo finanziario
• S<I deficit o disavanzo finanziario
Questo significa che tutte le risorse finanziarie che vengono impiegate devono
essere accumulate originariamente da qualcuno (residente o non) e che tutte le
risorse finanziarie accumulate devono trovare una forma di impiego (dentro e
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fuori i confini nazionali).
Il riequilibrio (cioè l’impiego del Surplus, ovvero il finanziamento del
Deficit) viene ottenuto agendo sullo stock di strumenti finanziari.
L’esigenza degli operatori di riequilibrare la propria posizione si traduce
nella necessità di operare un trasferimento:
Chi detiene un Surplus si presenta
come offerente di risorse finanziarie,
cioè domanda strumenti finanziari (AF)
Chi si trova in Deficit domanda
risorse finanziarie, cioè offre
strumenti finanziari (PF)
Il trasferimento che consente di soddisfare queste opposte esigenze si
concretizza nella creazione di uno strumento finanziario (PF)
Attenzione
Tutte le grandezze esaminate sono grandezze FLUSSO (nuovo reddito,
consumo, investimento, risparmio, avviati da un operatore durante un
esercizio). Questi flussi vanno ad accrescere (diminuire) lo stock di
investimenti reali e finanziari (e di debito).
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Il processo si svolge come segue:
SP0
AR
PF
AF
PN
Impieghi
Fonti
C
Y
(di norma + S)
(anche – S
se C > Y
Δ+ AR
Δ+ AF
Δ- PF
Posizione patrimoniale iniziale ( t0 )
PN0 = AF0 +AR0 – PF0
Saldo finanziario
S – I = Δ AF – Δ PF
Δ- AR
Δ- AF
Δ+ PF
C
Y
S
I (AR)
Posizione finanziaria finale
AF1 – PF1 = AF0 + Δ AF – PF0 – Δ PF
Posizione patrimoniale finale ( t1 )
AR1 + AF1 – PF1 = PN1 = PN0 + S
Δ PF
Δ AF
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La funzione creditizia
Ogni settore ha una posizione che si colloca tra due
estremi:
Equilibrio
finanziario
S = I e quindi SF=0
Divergenza
finanziaria
S = 0 e quindi SF = I
oppure I = 0 e quindi SF = S
Dissociazione tra risparmio e investimento
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In una economia con una struttura SF = 0,
verrebbe meno il fabbisogno di
trasferimento ?
Domanda
Non completamente! Perché resterebbero:
1) le necessità monetarie (connesse al sistema dei pagamenti)
2) le necessità derivanti dalla copertura dei rischi
3) le necessità delle singole unità all’interno di ciascun settore
4) le necessità derivanti dalla variazione delle PF per finanziare la variazione
delle AF, indipendentemente dallo squilibrio tra S e I
5) le necessità connesse alla ricomposizione dei portafogli di AF (gestione
degli stock esistenti)
AF1
PF1
Mon
Mon
AF2
PF2
Ne consegue che i medesimi saldi finanziari possono dare origine a diverse combinazioni
di variazioni delle AF e delle PF (del settore); non esiste cioè una relazione stretta tra
saldi finanziari e fabbisogno di intermediazione.
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Esempio
Il soggetto A possiede attività finanziarie (BOT) per 100. Il
suo risparmio è pari a 20 e viene investito in AR per 8. Il
saldo finanziario è quindi pari a 12 e viene interamente
destinato all’acquisto di depositi bancari (AF).
I 12 rappresentano esclusivamente un fabbisogno addizionale
trasferimento (offerta aggiuntiva di fondi suscettibili di trasferimento)
di
A potrebbe avere riallocato nello stesso periodo la propria ricchezza
finanziaria (AF) da BOT (-100) a Depositi (+100).
Il sistema bancario si troverebbe a fine anno ad intermediare 112 pur a fronte
di un saldo finanziario di 12.
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La funzione creditizia: alcune osservazioni
 I SF non catturano i processi di riallocazione della ricchezza
finanziaria esistente (consentono solo di valutare in che modo si
distribuiscono i flussi finanziari tra gli operatori).
 Gli
aggiustamenti
di
portafoglio
(variazioni
degli
STOCK)
influenzano i fabbisogni di trasferimento, ma non i SF
 i SF indicano quali ripercussioni esercitano sulle variabili finanziarie
le scelte in tema di variabili reali (scelte che non sono, ovviamente,
indipendenti da considerazioni attinenti la dimensione finanziaria di
tali operazioni)
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 Esiste dunque una stretta interrelazione tra variabili reali e finanziarie
 La mobilizzazione ed il trasferimento dei saldi permettono la realizzazione
di investimenti che altrimenti non potrebbero avere luogo
 Gli aggiustamenti di portafoglio sono stimolati dalla disponibilità di AF (PF)
in grado di soddisfare le preferenze degli operatori (il “miglioramento” delle
tecnologie di negoziazione e degli strumenti di informazione contribuisce a
facilitare gli aggiustamenti di portafoglio).
 A parità di dimensione aggregata dei fenomeni di natura reale (Y,S,I) il
volume degli strumenti finanziari in essere è più ampio se più accentuata è
la tendenza alla divisione del lavoro (ossia alla dissociazione tra funzione
di accumulazione e funzione di impiego del risparmio le quali si concentrano
in unità appartenenti a settori diversi dell’economia).
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I fattori determinanti della dimensione dell’attività
finanziaria (volumi di AF in circolazione) sono allora:
Dimensione dei SF settoriali (volumi di risorse da trasferire)
Rilevanza dei circuiti finanziari “puri” (ΔAF = ΔPF cioè emissione di PF per
investimento in AF)
Peso relativo dei circuiti diretti e indiretti
Intermediazione semplice e multipla nei circuiti indiretti (oltre allo sviluppo
delle attività connesse con la gestione dei rischi)
Ricomposizione di portafoglio (ampiezza degli scambi relativi agli strumenti
finanziari in circolazione)
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L’articolazione del
sistema finanziario
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L’articolazione del sistema finanziario
Fabbisogno di fondi
Copertura del fabbisogno
S
I + Δ AF
Δ PF
Circuiti indiretti
(intermediari)
Semplici
Circuiti diretti
(mercati)
Multipli
Gli operatori che si trovano con SF attivi possono (secondo le loro preferenze)
optare per un trasferimento diretto oppure appoggiarsi ad un intermediario. 27
Il sistema finanziario, cioè la rete di operatori finanziari, si colloca fra
prenditori e prestatori finali di fondi. Una prima differenza si pone fra il
collegamento diretto, via mercato, e quello indiretto, via intermediari.
Il primo tipo di collegamento individua un
circuito di intermediazione diretto nel
quale le passività finanziarie create dalle
unità in disavanzo finanziario trovano
una contropartita diretta nelle attività
ammesse allo stato patrimoniale delle
unità in avanzo finanziario.
(Come in tutti i mercati, sono necessari
agenti che facilitino e consentano
l’incontro fra domanda e offerta)
Nel circuito finanziario indiretto il
trasferimento di risorse avviene per il
tramite di banche e in genere di
operatori definiti intermediari finanziari.
Per questi operatori la funzione di
intermediazione, effettuata con
l’interposizione del proprio bilancio, trova
una diretta espressione contabile nella
composizione del conto economico e
dello stato patrimoniale
La diversa articolazione del sistema finanziario rispecchia diverse modalità tecniche
di trasferimento delle risorse dalle unità in surplus alle unità in deficit e diverse
modalità di distribuzione dei rischi sui vari soggetti economici.
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Circuiti diretti e circuiti indiretti
I fattori che determinano la scelta sono:
Livello informativo
Grado di visibilità reciproca
Mercati
organizzati
Mezzi di comunicazione
Tecnologie di trasferimento
Regole istituzioni e controlli
Compatibilità fra le diverse
esigenze
Liquidità
strumenti (titoli)
Accordi di cambio
Assetti competitivi
Simmetria (asimmetria)
informativa sull’esito futuro
dell’impiego delle risorse
Grado di fiducia dei fornitori di
fondi rispetto ai prenditori
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La trasformazione delle scadenze e dei rischi
 Gli intermediari finanziari attuano una trasformazione delle
scadenze (conciliando la preferenza alla liquidità delle unità in
surplus con le esigenze delle imprese – in deficit- di avere fondi
adatti a finanziare investimenti che generano profitti lordi nel medio
periodo).
 Se poi il pubblico percepisce che le attività nei confronti delle
banche hanno un grado di rischio inferiore a quello delle attività
verso le imprese si ha anche una trasformazione dei rischi (le
banche sopportano allora una parte del “rischio reale”, cioè di quello
collegato all’andamento dei profitti lordi delle diverse attività
economiche)
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Attenzione
 Grazie alla possibilità di ottenere credito le decisione di spesa di un
singolo operatore possono risultare indipendenti dalla disponibilità di
fonti interne di autofinanziamento;
 Il finanziamento della spesa per investimenti (per definizione di SF)
può non essere coperta dai profitti lordi generati nel periodo.
 Nel SF non è evidente un’altra categoria di operazioni: quella che
riguarda il finanziamento della spesa corrente (questo credito viene
riassorbito con la vendita delle merci, dunque, è nullo per
definizione e per il sistema nel suo complesso al termine di un intero
ciclo produttivo).
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L’articolazione del sistema finanziario
 L’evoluzione del sistema finanziario porta come logica
conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di
intermediari esistenti
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L’attività bancaria: definizione
 La nuova legge bancaria (Testo Unico Bancario, ovvero
T.U.B., ovvero Dlgs 385/93) ha sancito che:
“La raccolta di risparmio fra il pubblico e
l’esercizio del credito costituiscono l’attività
bancaria. Essa ha carattere di impresa” (art.
10, c. 1).
 L’attività bancaria
banche!!!!
può essere
svolta solo
dalle
 Le banche sono iscritte in un Albo previsto dall’articolo 13
del T.U.B. tenuto dalla Banca d’Italia
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Le disposizioni di legge contenute nel T.U.B.
sono
coerenti
con
la
definizione
economica
di
banca
formulata
dall’economia aziendale
=
azienda
di
produzione
che
svolge
sistematicamente
e
istituzionalmente a proprio rischio un’attività di intermediazione
finanziaria, cioè una attività di conferimento di risorse finanziarie a
titolo di credito, utilizzando prevalentemente risorse ottenute da terzi a
titolo di debito e, in parte, risorse a titolo di capitale proprio …………
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….. Le risorse ottenute a titolo di debito possono anche caratterizzarsi
per una scadenza a vista, assumendo in questo caso una forma
tecnica idonea a fungere da mezzo di pagamento in sostituzione
della moneta legale
Attenzione
 Le
banche
sono
caratterizzate
dalla
contemporanea
presenza
dell’insieme di elementi sopra citati
 In mancanza di anche un solo di tali elementi l’azienda esaminata non
può essere classificata come “Banca” e, quindi, farà parte di una diversa e
articolata categoria di soggetti che vengono definiti, in generale,
“Intermediari finanziari”
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Oltre alla attività bancaria (raccolta di risparmio tra il
pubblico e esercizio del credito), le banche esercitano ogni
altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di
ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.
Attenzione
Sono tuttavia “salve le riserve di legge”. Ciò significa che vi sono alcune
attività, quali ad esempio la gestione collettiva del risparmio e l’attività
assicurativa, che non possono essere svolte dalle banche in via diretta,
perché riservate ad altri soggetti.
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Gli altri intermediari finanziari
 Nei sistemi finanziari le banche rappresentano sicuramente
l’intermediario
più
importante
sotto
il
profilo
delle
funzioni
economiche svolte e delle dimensioni delle operazioni di raccolta e
di impiego
 Tuttavia l’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato come
conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari
esistenti
Vediamo dunque quali sono gli altri
principali intermediari presenti sul mercato
e che tipo di funzioni essi svolgono
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Società
finanziarie
Si tratta di una categoria di operatori di vario tipo
che svolgono la funzione creditizia (=
concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma) o di assunzione di partecipazione in
imprese ma che non presentano un’autonoma
capacità di provvista presso operatori finali.
Attenzione: proprio perché non svolgono congiuntamente
l’esercizio del credito e la raccolta di risparmio presso il pubblico
(ma solo l’esercizio del credito), queste società non possono essere
classificate come “Banche”
 Le società finanziarie sono iscritte in appositi elenchi previsti dall’articolo 106 e
107 del T.U.B.
 Tra le principali tipologie di società finanziarie ritroviamo:
Società di leasing
Società di factoring
Società di credito
al consumo
Finanziarie
di partecipazione
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Società
finanziarie
Tra le società finanziarie sono inoltre ricomprese alcune
tipologie di operatori attivi nel settore dei Servizi di
pagamento. Ad esempio:
 Società emittenti carte di credito e di debito
 Società di gestione in concessione del servizio di
riscossione tributi
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SIM (società di
intermediazione mobiliare)
Società introdotte con la legge n.
1/91 e oggi disciplinate dal Testo
Unico della Finanza. Sono iscritte
in un Albo tenuto dalla Consob
 Si tratta di società per azioni che operano prevalentemente nel settore mobiliare
potendo svolgere, come le banche, tutti i servizi di investimento previsti dal Testo Unico
della Finanza
 Originariamente le Sim potevano sfruttare “l’esclusiva” delle contrattazioni in Borsa: in
pratica, chi voleva comprare o vendere titoli in Borsa doveva effettuare la compravendita
attraverso una SIM. Tale vantaggio operativo è però decaduto in quanto anche le banche
sono state abilitate, a partire dal 1996, ad operare direttamente in Borsa.
 Il ruolo delle Sim si è di conseguenza ridimensionato. Molte di esse, peraltro, hanno
deciso di trasformarsi in banche.
 Le Sim possono avvalersi, nella commercializzazione dei propri servizi, di Promotori
Finanziari (persone fisiche abilitate all’offerta fuori sede di servizi di investimento e di
strumenti finanziari che operano in qualità di agenti e con vincolo di monomandato);
tuttavia le reti di Promotori Finanziari più numerose fanno oggi capo a intermediari bancari
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SGR (Società di
gestione del risparmio)
Introdotte dal Testo Unico della
Finanza, sono società per azioni
iscritte in un Albo tenuto dalla
Banca d’Italia
 Le SGR operano prevalentemente nel campo della gestione collettiva del risparmio,
insieme alle SICAV (vedi oltre)
 Le SGR gestiscono, in via esclusiva, i fondi comuni di investimento: ciò significa,
quindi, che una banca non può gestire un fondo comune di investimento!! La banca
colloca presso gli investitori i fondi comuni gestiti da SGR!!
Tuttavia la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari, anche se di
recente le Autorità di Vigilanza (leggasi Banca d’Italia) caldeggiano una maggiore
autonomia di queste società dalle banche
Oltre a gestire i fondi comuni di investimento le SGR possono istituire e gestire fondi
pensione, svolgere l’attività di gestione individuale di portafogli nonché attività
connesse e strumentali
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Alcune definizione in tema di
gestione collettiva
Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio): i fondi comuni
di investimento e le Sicav
Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo, suddiviso in
quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte
Gestione collettiva del risparmio: il servizio che si realizza
attraverso:
1) la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni
d'investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;
2) la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,
mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti,
o altri beni mobili o immobili
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SICAV (società di
investimento a capitale
variabile)
Società previste dal Testo Unico
della Finanza e iscritte in un Albo
tenuto dalla Banca d’Italia
 Anche le Sicav, come le SGR, svolgono la gestione collettiva del risparmio
 Tuttavia, mentre le SGR effettuano la gestione collettiva attraverso l’istituzione e la
gestione di fondi comuni di investimento, le Sicav sono esse stesse un OICR (ossia uno
strumento di investimento collettivo)
La Sicav viene infatti definita nel TUF come “società per azioni a capitale variabile con
sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l'investimento
collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni”
In termini semplici la Sicav è una società che raccoglie denaro solo tramite l’emissione
di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori, e il cui unico scopo è
quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni
prevalentemente)
La Sicav è una società aperta (a capitale variabile), in quanto ogni giorno i risparmiatori
possono sottoscrivere nuove azioni della Sicav, ovvero chiederne il rimborso, secondo le
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modalità stabilite dallo statuto della società stessa
Imprese di
assicurazione
Disciplinate
dal
Codice
delle
Assicurazioni (Dlgs 209/2005), sono
società
per
azioni
o
società
cooperative che svolgono, in via
esclusiva, l’attività assicurativa. Sono
iscritte in un Albo tenuto dall’Isvap
 L’attività assicurativa è distinta nei cosiddetti Rami Vita e Rami danni
I Rami vita comprendono tutte quelle forme di contratti (polizze) in cui,
dietro pagamento di un premio, viene assicurata dalla compagnia di
assicurazione una prestazione (erogazione di un capitale o di una rendita)
che è dipendente dalla permanenza in vita (ovvero dalla morte)
dell’assicurato
I Rami danni riguardano invece tutte quelle forme di polizze legate ad
eventi accidentali (furto, incendio, responsabilità civile ecc..)
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Investitori
istituzionali
 Con il termine Investitori Istituzionali non si fa riferimento ad un’unica e
specifica categoria di soggetti
 Tra gli Investitori Istituzionali, infatti, vengono ricompresi tutti quegli operatori
caratterizzati dal fatto di investire un patrimonio per conto di più unità in surplus
finanziario (risparmiatori).
 Possiamo dunque considerare Investitori Istituzionali i fondi comuni di
investimento (nelle loro diverse tipologie), i fondi pensione, le Sicav, le compagnie
di assicurazione
Se si somma l’attività degli investitori istituzionali con le gestioni su base
individuale poste in essere dalle banche (ma anche da SGR) ottiene l’insieme
che viene definito Risparmio Gestito (Asset Management)
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Attività di intermediazione finanziaria
Attività
Esercizio
del credito
Tipologia istituzionale
Credito a breve e medio lungo termine
Banche: soggetti iscritti all’Albo
di cui all’art. 13 del Testo Unico
Bancario
Leasing finanziario: locazione finanziaria
Società di leasing finanziario
(società finanziarie che
esercitano in via esclusiva una o
più delle attività previste dal T.U.
all’art. 1, c.2, lett. f) punti da 2 a
12, ovvero altre attività
finanziarie di cui al punto 15 del
medesimo articolo
Banche
Factoring: cessione dei crediti di impresa
Società di factoring (società
finanziarie)
Banche
Credito al consumo
Società di credito al consumo
(società finanziarie)
Banche
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Attività
Finanziamento
mobiliare
Assunzione di partecipazioni nel capitale
di imprese
Tipologia istituzionale
Finanziarie di partecipazione
(società finanziarie)
Società di merchant banking e
di venture capital (società
finanziarie)
Banche
Sottoscrizione e collocamento titolo
Società di intermediazione
mobiliare
Banche
Negoziazione
Negoziazione titoli per conto proprio e per
conto terzi
Società di intermediazione
mobiliare
Banche
Gestione del
risparmio
Gestione individuale del risparmio
Società di intermediazione
mobiliare
Società di gestione del
risparmio
Banche
Gestione collettiva del risparmio
Società di gestione del
risparmio e Sicav
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Attività
Assicurazione
Servizi di
pagamento
Tipologia istituzionale
Assicurazione vita e previdenza
Società di assicurazione
Istituti di previdenza
Fondi pensione
Assicurazione danni
Società di assicurazione
Offerta di strumenti di pagamento
Banche autorizzate a svolgere
funzione monetaria
Società emittenti carte di
credito (società finanziarie)
Incasso e pagamento
Società di incasso e pagamento
(società finanziarie): società di
gestione in concessione del
servizio di riscossione tributi
Banche
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L’esistenza degli
intermediari e la
specificità della banca
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L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
Domanda: perché esistono gli
intermediari finanziari?
Gli sviluppi più recenti della teoria dell’intermediazione motivano l’esistenza
degli intermediari finanziari sulla base di una imperfezione informativa che
caratterizza i mercati e i contratti finanziari e che scaturisce dalla diversa
disponibilità di informazione esistente tra debitore e creditore.
Gli studi in tema di asimmetrie informative individuano nell’intermediario
l’operatore in grado di offrire una soluzione ideale al trasferimento di risorse
finanziarie dalle unità in surplus a quelle in deficit, e ciò:
 in virtù delle economie che è in grado di realizzare nella produzione di
informazioni relative ad un ampio e diversificato numero di imprese
 ma anche per la natura del rapporto che pone in essere e che consente di
aver accesso a informazioni riservate sia nella fase di valutazione (screening)
sia di controllo (monitoring) della qualità del debitore.
50
La funzione monetaria
È svolta da quegli intermediari che hanno la caratteristica
particolare di avere PASSIVITA’ a vista che vengono
universalmente accettate come mezzo di PAGAMENTO
PASSIVITÀ della BC
Sistema bancario
PASSIVITÀ delle altre banche
(depositi accettati sulla base di
un rapporto fiduciario)
Esame da due punti di vista
Tecnico
Monetario
Il sistema bancario fornisce mezzi di
pagamento accettati dal pubblico e
compie tutte le operazioni necessarie
per il regolamento degli scambi
Il sistema bancario contribuisce a
determinare la quantità di mezzi dei
mezzi di pagamento complessivi a
51
disposizione del pubblico
Aspetti tecnici del
meccanismo dei
pagamenti
52
Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti
Pagamento
Atto mediante il quale un operatore si libera
di una obbligazione relativa all’acquisto di un
bene o all’utilizzo di un servizio (atto finale)
 Il principale aspetto innovativo della moneta bancaria è costituito dalla
dissociazione in essa implicita tra mezzo di scambio e strumento di
pagamento
 In altri termini: il pagamento a valere sulla moneta bancaria avviene
generalmente in tempi e luoghi diversi da quelli in cui si compie lo scambio
di beni
Problemi di equilibrio microeconomico e di pubblico interesse che la gestione dei
pagamenti comporta
Gli strumenti che compongono il sistema dei pagamenti debbono presentare
alcuni requisiti fondamentali
Sicurezza
Rapidità
Accessibilità
53
Ogni operazione di pagamento consiste in un complesso di
registrazioni, cioè in uno scambio di informazioni fra i soggetti
interessati (allo scambio).
Sono tre i problemi principali collegati al funzionamento del sistema
dei pagamenti
La trasmissione delle
informazioni e dei
fondi all’interno del
sistema bancario
I tempi impliciti nel
sistema dei
pagamenti
La remunerazione del
sistema dei pagamenti
Il problema essenziale del meccanismo di pagamenti amministrato dal sistema
finanziario è quello di ridurre al minimo la circolazione materiale della moneta
legale, di cui comunque quella bancaria è il sostituto.
Questo evidentemente per motivi di sicurezza, di costo e soprattutto di
convenienza per la banca, che non corre il rischio di dover intaccare le proprie
54
riserve di moneta legale.
Al limite, la situazione ideale per il sistema bancario sarebbe quella di
trasformarsi in un unico grande centro di registrazione contabile in cui
segnare i vari pagamenti. A quel punto gli stessi non darebbero origini a
spostamenti delle riserve di contanti né per i soggetti interessati, né per
la banca. Quest’ultima vedrebbe così perfettamente stabilizzati i propri
depositi e vedrebbe annullarsi una delle ragioni fondamentali delle
uscite di cassa.
Stanza di
compensazione
Luogo e modo del
regolamento, cioè di
accertamento delle posizioni
di debito e credito nei
confronti di tutti gli altri
partecipanti al sistema dei
pagamenti e di liquidazione
delle somme relative
Consente di minimizzare il deflusso di moneta
legale conseguente allo svolgimento della
funzione monetaria. Questo istituto è pertanto
espressione di aspetti assai significativi
dell’attività bancaria, come l’accettabilità della
moneta bancaria rispetto a quella legale, nonché
l’importanza dei rapporti di corrispondenza che
uniscono con legami di sistematicità tutti gli
operatori bancari.
55
Il processo
moltiplicativo
56
Rilevanza della funzione monetaria dei depositi sulla
determinazione degli equilibri di gestione
In prima approssimazione:
I Depositi a vista impongono vincoli di liquidità stringenti
Una efficiente gestione della funzione monetaria dei depositi migliora le
condizioni di liquidità e quindi il potenziale di redditività della Banca
Miglioramento dell’efficienza tecnico-economica dei Depositi nel
sostituire la moneta legale
+ Propensione a detenere D (+ credito con assegni)
- Richiesta di conversione D in moneta
- Bisogno riserve monetarie – vincoli di liquidità
+ Equilibrio economico
57
Il processo moltiplicativo
Punto di partenza
La raccolta è strettamente
connessa all’attività di impiego
A) affinché si dia esistenza ad un contratto finanziario, alla domanda di AF
deve contestualmente corrispondere una offerta di PF (in via diretta o
indiretta)
B) l’Azienda di credito è una impresa che mira a sostituire sistematicamente
PF di altri con proprie PF che a parità di rendimento presentano condizioni
più favorevoli di rischio, scadenza, liquidità, taglio e disponibilità spaziale
La raccolta cresce nei limiti in cui l’Azienda di Credito (conservando
l’equilibrio reddituale per appetibilità propri debiti) allarga i volumi di prestiti
L’opportunità per la creazione di depositi deve sempre essere ricondotta alla
esistenza di richieste di indebitamento di cui l’Azienda di credito si possa
rendere controparte offrendo proprie passività
58
Vi sono allora tre categorie di fattori che interagendo
presiedono allo sviluppo della raccolta
Caratteristiche
quanti/qualitative
della domanda di
finanziamenti
Caratteristiche
quanti/qualitative
della domanda di
AF
Caratteristiche dell’equilibrio
reddituale e finanziario ricercato
dalle Aziende di credito (sulla
base di obiettivi e vincoli)
Rapporto moltiplicativo tra acquisizione di moneta legale e depositi:
- Scelta moneta legale per:
1) Esigenze di liquidità AC (in moneta legale)
2) Obblighi di ROL
59
 I c/c non si formano solo perché i clienti delle AC decidono di delegare la
custodia delle banconote al sistema bancario (se così fosse i c/c
sorgerebbero solo per effetto della conversione di BM in moneta bancaria:
si tratterebbe semplicemente di trasformazione di specie monetaria).
 In realtà la moneta bancaria si forma in quanto il c/c tende a divenire il
mezzo di pagamento più importante per la nostra economia.
È la CIRCOLAZIONE di questi conti che determina la formazione e la
crescita della moneta bancaria (e in particolare è la circolazione di quelli
accesi a fronte dei prestiti utilizzati dalla clientela).
L’utilizzo avviene tramite ordini di pagamento a favore di terzi che il cliente
invia al sistema bancario, che si trasforma così in DEBITORE del
beneficiario dell’ordine: se questi è titolare di un c/c il sistema gli accredita
l’importo (che rappresenta la quota di moneta bancaria passata di mano)
60
Creazione di moneta con atto di credito
A fronte di depositi che non privano il depositante del proprio potere
d’acquisto (trasformato da cartaceo in scritturale) vengono effettuati prestiti
che aggiungono nuovo potere d’acquisto.
Tutte le innovazioni successive tendono ad attenuare il costo della detenzione e
trasferimento della moneta nel regolamento degli scambi.
Divisione del lavoro
nello svolgimento
della funzione
monetaria
differenziazione degli strumenti in funzione dei diversi tipi
di transazioni BM - C/C.
le Aziende di credito non raccolgono disponibilità per il
solo fatto
che unità in avanzo si privano
(temporaneamente) del proprio potere d’acquisto, ma
perché queste preferiscono scambiare moneta legale in
altro tipo di moneta spendibile a vista (C/C).
61
Se aumenta la preferenza del pubblico per la
moneta scritturale (rispetto a quella legale) l’attività
delle Aziende di credito connessa alla funzione
monetaria si espande, anche in assenza di un
incremento dei saldi finanziari attivi da
intermediare
La capacità di attrarre clientela (e BM) è connessa alla capacità di offrire un
sostituto di BM che ne elimini gli svantaggi, cioè una moneta che abbia:
Minori costi di trasmissione (sistema)
Un rendimento
62
 La caratteristica fondamentale della banca consiste nel fatto che le
sue passività (i depositi in conto corrente) sono accettate come
mezzo di pagamento.
 Tale accettazione non deriva da una norma di legge, come nel caso
della moneta emessa dalle banche centrali, ma da un rapporto
fiduciario che si stabilisce fra i partecipanti allo scambio e fra questi e
le banche.
 Le banche cioè possono continuare a svolgere la loro funzione
monetaria e creditizia nella misura in cui il pubblico continua ad avere
fiducia nella moneta bancaria. Tale grado di fiducia non riguarda solo
il singolo emittente, ma il sistema bancario nel suo complesso
La natura monetaria dei depositi e la gestione del sistema dei pagamenti
rappresentano dunque le caratteristiche peculiari della banca di deposito
II ruolo della banca di deposito nell’ambito del sistema finanziario viene tuttavia ridotto con
il ridimensionamento del peso dei depositi e della moneta nel portafoglio di attività
complessivamente detenute dagli operatori in surplus. Il problema della liquidità e, quindi,
del mismatching possibile, è strutturalmente legato alla dinamica della raccolta.
63
Credito per deficit temporaneo e credito per
investimenti
Qual è la differenza tra credito destinato a colmare un deficit
temporaneo (ad esempio quando l’impresa si indebita all’inizio di un
ciclo per acquisire le merci da trasformare e vendere) e ricorso al
credito per acquistare nuove macchine o aumentare la capacità
produttiva?
Differenza di tipo formale
Differenza di tipo sostanziale
Diverso orizzonte temporale
dell’operazione
La spesa per investimenti è compiuta per
accrescere la qualità e/o il livello delle
produzioni future
Allora: tutta la moneta che le banche consegnano alle imprese è moneta di
nuova creazione, ma quella generata in relazione alle esigenze “correnti” è
destinata ad essere distrutta mediante un processo decumulativo (nel momento
in cui il prestito viene rimborsato).
64
 Solo in un sistema in crescita (in cui ex-post S
= I >0) avremo alla fine del processo di
produzione un incremento netto della quantità di
moneta sulla base del credito creato per
finanziare gli investimenti.
 In altre parole: la moneta che viene messa a
disposizione degli imprenditori per effettuare gli
investimenti serve ad aumentare il livello di
reddito, rendendo possibile nuove transazioni.
65
 Il riferimento alla creazione netta di potere d’acquisto
che avviene al momento della creazione del credito
porta ad identificare le condizioni che consentono il
puntuale rimborso del prestito
 Sono le risorse aggiuntive consentite dall’operazione di
prestito a fornire il potere d’acquisito necessario per
chiudere l’operazione (profitti lordi futuri)
La ragion d’essere del sistema finanziario è quella di consentire un processo
di accumulazione capace di aumentare il flusso futuro di produzione e di
reddito (e la crescita delle risorse – efficienza marginale del capitale – deve
evidentemente essere superiore al tasso di interesse).
66
L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
 Lo sviluppo e la maggiore efficienza dei mercati dei titoli riducono il costo di liquidità
delle attività finanziarie alternative alla moneta, rendendo meno necessaria la sua
detenzione a fini precauzionali e speculativi.
 Così, mentre la gestione dei pagamenti rimane prerogativa delle banche di deposito, il
legame tra moneta e credito tende ad allentarsi.
 Il superamento della visione puramente monetaria riporta cioè l’enfasi sulla funzione
creditizia e dunque sulle responsabilità in termini di allocazione delle risorse che
ricadono sulle istituzioni creditizie.
La specificità della banca sta dunque proprio in questo intreccio fra le due
funzioni: monetaria e creditizia. L’inserimento nel sistema dei pagamenti,
infatti, mette la banca nella condizione migliore per svolgere la funzione di
allocazione del credito, in quanto fornisce informazioni continue e riservate
sull’attività dell’impresa affidata, sulle sue condizioni di liquidità, sui mercati in
cui opera, sul grado di rischio del suo attivo.
Le specificità della banca relativamente alle funzioni di intermediazione e allocazione delle
risorse svolte nell’ambito del sistema finanziario trovano un riscontro nelle caratteristiche e
67
nelle specificità della produzione della banca.
L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
Sono due gli aspetti che rendono complessa la rappresentazione del
processo produttivo della banca
Primo aspetto
Riguarda il fatto che l’obiettivo generalmente posto alla base dei
comportamenti aziendali, rappresentato dalla massimizzazione del profitto e
del valore per gli azionisti, deve intendersi al netto del rischio sopportato,
rischio che naturalmente è latente nelle varie attività finanziarie detenute dalla
banca e in genere nel portafoglio complessivo di attività e passività finanziarie.
Il trasferimento dei fondi attuato dalla banca comporta un insieme di rischi
finanziari direttamente riconducibili all’attività di erogazione del credito, a
quella del servizio di liquidità offerto ai depositanti, così come alla
congiunzione delle due attività.
Secondo aspetto
Riguarda la caratteristica multiprodotto dell’attività bancaria e, connesso a
68
questa, il contenuto di servizio che caratterizza il sistema d’offerta delle banche.
Natura multiprodotto dell’offerta bancaria
E’ collegata alla creazione di attività finanziarie grazie alle quali la banca
garantisce la soddisfazione di tre principali categorie di bisogni finanziari
1
La prima tipologia di bisogni espressi dalla domanda riguarda la copertura
di squilibri finanziari che si vengono a determinare tra reddito del cliente e i
suoi impegni di spesa.
2
La seconda tipologia origina da quegli operatori che presentano una
situazione finanziaria opposta a quella precedentemente definita e tale da
richiedere una valorizzazione nel tempo delle risorse correnti non utilizzate
per l’acquisto di beni di consumo o di investimento.
3
Infine, la terza categoria riguarda la possibilità di regolare i pagamenti
attraverso l’utilizzo di un genere monetario che limiti i rischi e i costi
connessi alla detenzione di moneta legale.
La caratteristica multiprodotto della banca è accentuata dalle notevoli possibilità di
differenziare le attività finanziarie fondamentali. La banca svolge una funzione di acquisizione
di informazioni sui profili economici e finanziari della clientela potenziale ed effettiva, elabora
69
tale informazione e la rende funzionale alla definizione delle caratteristiche delle attività
finanziarie da essa create.
La vigilanza sul
sistema finanziario
70
La vigilanza sulle istituzioni creditizie
L’importanza delle funzioni svolte dal sistema finanziario richiede:
Stabilità del valore della moneta, stabilità
delle istituzioni e del sistema nel suo
complesso
Efficienza allocativa e operativa degli
intermediari
Tutela del risparmiatore in quanto tipico
contraente debole dei contratti
finanziari, soprattutto per quanto
riguarda la trasparenza delle
informazioni e la correttezza del
comportamento degli intermediari
Concorrenza dei mercati in cui operano gli
intermediari
Il mercato non è
autonomamente in grado di
realizzare questi obiettivi. Di
qui la necessità di
“regolamentazione”
Per il settore creditizio
Per il mercato mobiliare
71
 Sul primo versante (vigilanza sul settore creditizio - Banca d’Italia),
la regolamentazione si è preoccupata soprattutto di assicurare la
stabilità e l’efficienza.
 Sul secondo versante, (vigilanza sul mercato mobiliare - Consob ) la
regolamentazione è stata rivolta a garantire da un lato la
completezza e la correttezza dell’informazione fornita dagli emittenti
dei titoli e, dall’altro, la correttezza del comportamento degli
intermediari nei loro rapporti con i clienti.
I controlli di stabilità mirano ad
assicurare l’equilibrio patrimoniale
di lungo periodo di ciascun
intermediario e dunque dell’intero
sistema
I controlli di trasparenza e
correttezza hanno l’obiettivo di
garantire gli utenti dei servizi finanziari
nel momento in cui entrano in contatto
con gli intermediari finanziari.
Il rischio di stabilità è differente in base alle varie funzioni svolte dagli intermediari. È
ovviamente massimo per la funzione monetaria ed è quasi nullo per gli intermediari che non
assumono posizioni in proprio, come i brokers e quelli che gestiscono in forma collettiva o
individuale il patrimonio della clientela. Il dissesto di un singolo istituto può minare la fiducia del
72
pubblico nei confronti dell’intero sistema
Gli obiettivi della vigilanza
Gli obiettivi della vigilanza sul sistema bancario e finanziario sono la
stabilità e l’efficienza dei singoli intermediari e del mercato nel suo
complesso.
Le motivazioni per cui la stabilità e l’efficienza degli intermediari
finanziari, ed in particolare delle banche, sono oggetto di un’ azione di
regolamentazione e di controllo derivano dalla crucialità delle due
funzioni che gli intermediari svolgono nell’ambito del sistema
economico: la funzione monetaria e quella creditizia.
L’obiettivo della stabilità dei singoli intermediari è
a tutela della clientela: la stabilità è necessaria
per mantenere la fiducia di chiunque utilizza la
moneta bancaria e, in generale, dei risparmiatori.
Tale obiettivo viene perseguito a livello dei singoli
operatori, verificandone e garantendone le
condizioni di liquidità e di solvibilità, nonché
limitandone l’assunzione dei rischi.
Il
perseguimento
dell’obiettivo
dell’efficienza, nelle sue diverse fattispecie
è strettamente collegato al grado di
concorrenza
all’interno
dell’industria
finanziaria. Il concetto di efficienza presenta
più fattispecie
Efficienza tecnico-operativa
Efficienza allocativa
Efficienza informativa
73
Gli strumenti della vigilanza
La funzione di vigilanza si esplica principalmente attraverso tre direttrici
Vigilanza
regolamentare
Vigilanza
informativa
Vigilanza
ispettiva
Interviene a regolamentare aspetti della struttura e dell’attività degli
intermediari, per limitarne l’assunzione dei rischi. In quest’area, la
classificazione degli strumenti di controllo può essere ricondotta:
controlli all’entrata, strutturali, prudenziali e di trasparenza e
correttezza.
74
Controlli
strutturali
Questi strumenti vengono utilizzati per definire o
modificare la morfologia del mercato interessato, in
termini di caratteristiche principali delle imprese
operanti. I controlli di tipo strutturale possono
essere così classificati:
a) Condizioni per l’accesso all’attività
b) Vincoli all’operatività
c) Condizioni per determinate operazioni
Controlli
prudenziali
Controlli di
trasparenza e
correttezza
I controlli di questo tipo hanno l’obiettivo di limitare il
grado di rischio assunto dai singoli intermediari e
quindi di salvaguardarne la solvibilità e la liquidità. Il
fulcro di questo tipo di strumenti è oggi costituto
proprio dalle normative in materia di adeguatezza del
capitale.
Questo tipo di controlli è anche noto come fair play
regulation e comprende norme volte a garantire la
correttezza e la trasparenza in due aree principali: i
rapporti bancari e l’attività di investimento.
75
Il TUB e l’attuale assetto dei controlli in Italia
 Un ruolo importante nello sviluppo della normativa
bancaria in Italia è stato svolto dal processo di
integrazione finanziaria europea.
 Infatti il recepimento della II direttiva in materia creditizia
(15 dicembre 1989 n. 89/646/CEE), avvenuto con il
decreto legge n. 481 del 1992, ha rappresentato un
punto di svolta rispetto alla legislazione precedente;
essa costituisce l’ossatura portante del successivo TU
del 1993, la nuova legge bancaria italiana
76
 La legislazione comunitaria è diretta a realizzare un’armonizzazione
minima delle normative dei singoli paesi, allo scopo ultimo di unificare i
diversi mercati dei servizi finanziari, in un solo mercato, attraverso il
mutuo riconoscimento delle normative nazionali.
 Il mercato unico, oltre alla libertà di circolazione dei capitali, deve
consentire una piena libertà d’insediamento e di prestazione dei servizi,
assicurando al tempo stesso condizioni di effettiva concorrenza tra gli
intermediari.
 La possibilità di operare in tutti i paesi comunitari è riconosciuta sulla
base del criterio dell’autorizzazione unica, per cui un soggetto, abilitato
nel proprio paese di origine, acquisisce il diritto ad estendere l’attività
sull’intero territorio della Comunità
 Con il recepimento della II Direttiva è stato introdotto nel nostro
ordinamento il modello di banca universale, abilitata ad offrire tutti i
servizi mutuamente riconosciuti
77
 Gli effetti sul sistema bancario italiano del recepimento
della II direttiva sono stati di estremo rilievo: in primo
luogo, con l’introduzione del modello di banca
universale, è venuta a cadere la distinzione introdotta
con la precedente legge bancaria del 1936 tra aziende
di credito, operanti sul breve termine, e istituti di
credito
speciale
(ICS),
abilitati
ad
operare
a
medio/lungo termine (Da rilevare che l’emissione di
obbligazioni degli enti creditizi non è vincolata al rispetto
dei limiti quantitativi fissati dal codice civile per le società
per azioni)
78
 La seconda grande innovazione dovuta alla nuova
normativa è la possibilità concessa alle banche di
effettuare direttamente operazioni prima loro precluse: per
esempio, leasing e factoring, che esse svolgevano
attraverso società controllate, all’interno dei gruppi bancari
 Vi sono due aree della attività finanziaria in cui le banche
non possono intervenire: l’attività assicurativa, riservata alle
assicurazioni, e l’attività di gestione collettiva del risparmio
riservata alle SGR e alle Sicav. Per svolgere tali attività la
struttura del gruppo è quindi indispensabile
79
Elenco attività mutuo riconoscimento
• Le inserirei qui
80
 Una terza innovazione della nuova normativa è
costituita dalla possibilità, ora concessa alle
banche, di assumere partecipazioni nel capitale
delle imprese non finanziarie, comunque entro ben
precisi limiti, per evitare il costituirsi di posizioni a
rischio.
 Viene
quindi
in
parte
eliminata
la
rigida
separatezza tra banca e imprese che era stata
introdotta sempre con la legge del 1936
81
 Con il TU si è inoltre realizzato il definitivo passaggio da
una azione di vigilanza discrezionale, basata su controlli
strutturali (Banca d’Italia Regista), ad una vigilanza
prudenziale, che poggia sulla presenza di requisiti oggettivi
(Banca d’Italia Arbitro).
 Tale svolta è sancita dalle finalità stesse della funzione di
vigilanza, che sono individuate nella sana e prudente
gestione dei soggetti controllati, nella stabilità complessiva,
nell’efficienza e nella competitività del sistema finanziario,
nonché nell’osservanza delle disposizioni in materia
creditizia
82
Le condizioni dell’autorizzazione all’esercizio
della attività bancaria
 La banca esiste e opera in forza di un’autorizzazione
formale delle autorità competenti
 L’autorizzazione viene concessa dalla Banca d’Italia
quando ricorrono le seguenti condizioni:
La forma di società per azioni o di società cooperativa
per azioni a responsabilità limitata
Il versamento del capitale minimo richiesto
La presentazione del programma concernente l’attività
iniziale, con l’atto costitutivo e lo statuto
83
I requisiti di onorabilità stabiliti per i soci
La struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei
diritti proprietari) rispetti particolari vincoli in tema di
partecipazione al capitale delle banche
I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione,
direzione e controllo abbiano i requisiti richiesti di
onorabilità e professionalità
Le condizioni esposte vengono verificate dalla Banca
d’Italia, che nega l’autorizzazione quanto esse non
garantiscono la sana e prudente gestione.
84
L’evidente corollario del principio di
autorizzazione
è
l’esistenza
di
un
apposito Albo in cui la Banca d’Italia
iscrive le banche autorizzate e le
succursali
delle
banche
comunitarie
stabilite nel territorio nazionale
85
La partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi
e regime autorizzativo
 Il problema dei rischi derivanti dalla possibilità che
l’esercizio dell’attività bancaria venga controllato da
soggetti portatori di interessi estranei, diversi e
confliggenti con quelli istituzionali della banca, è sempre
stato oggetto di attenzione da parte delle autorità di
controllo, preposte in via primaria alla tutela della
stabilità della banca
 La normativa tende quindi a salvaguardare l’autonomia
di quest’ultima rispetto a interessi divergenti da quelli
istituzionali
86
 In proposito il TU persegue l’obiettivo di autonomia e
separatezza sottoponendo ad autorizzazione preventiva (e
successiva,
nella
forma
della
revoca
dell’autorizzazione)
l’acquisizione diretta o indiretta di partecipazioni superiori al 5%
del capitale della banca o che – indipendentemente da tale limite
– comportino il controllo della banca stessa
 Inoltre la norma vieta l’acquisizione diretta o indiretta di
partecipazioni superiori al 15% o comunque di controllo ai
soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in
settori non bancari e non finanziari
87
Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività
bancaria
 Il TU attribuisce alla Banca d’Italia funzioni di vigilanza,
finalizzati prevalentemente a tutelare la sana e prudente
gestione della banca, la stabilità complessiva, l’efficienza
e la competitività del sistema finanziario, cioè lo stesso
principio che sta alla base dei poteri autorizzativi
demandati allo steso organo di controllo
 Allo scopo di definire i confini dell’attività bancaria è
necessario richiamare gli oggetti fondamentali della
vigilanza regolamentare, che persegue appunto lo scopo
di regolare alcuni profili dell’attività della banca con criteri
definiti “prudenziali”
88
 La Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR emana
disposizioni di carattere generale avente per oggetto:
 L’adeguatezza patrimoniale
 Il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
 Le partecipazioni detenibili
 L’organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni
 Questi aspetti dell’attività bancaria sono oggetto di analitiche e
dettagliate “istruzioni di vigilanza” emesse dalla Banca d’Italia
 I primi tre profili di regolamentazione concorrono a definire i confini
quantitativi e qualitativi dell’attività bancaria per quanto concerne la
dimensione e la composizione della struttura dell’attivo e del passivo
della banca
89
 Le disposizioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale impongono alle
banche il mantenimento di un coefficiente patrimoniale minimo
obbligatorio, detto coefficiente di solvibilità.
 Questo ha la funzione di tutelare la solvibilità della banca e fa
riferimento
alla
composizione
dell’attivo
patrimoniale
mediante
ponderazione delle sue diverse componenti in funzione della classe di
rischio di appartenenza
 Il coefficiente di solvibilità – inteso come rapporto minimo fra patrimonio
di vigilanza e attivo patrimoniale ponderato per il rischio – deve
assumere valori non inferiori all’8%
 Esso si riferisce sia alla singola banca sia all’insieme del gruppo
bancario cui essa appartiene e in cui eventualmente funge da
capogruppo
90
 Considerata l’impostazione logica del coefficiente, ne deriva che la
composizione dell’attivo per classi di rischio è condizionata dalla
dimensione del patrimonio esistente e dalla possibilità di accrescerlo
per autofinanziamento o per apporto esterno
 Si tenga presente che, in questa materia, il Comitato di Basilea ha
elaborato
una
normativa
più
avanzata
e
articolata,
orientata
innovativamente a consentire agli intermediari di adottare modelli
interni per governare i rischi e per determinare i requisiti patrimoniali
correlati
 Secondo tale prospettiva, l’attività di vigilanza sarà soprattutto
focalizzata a validare l’affidabilità e la robustezza dei menzionati
modelli interni
 Questa nuova regolamentazione sarà definitivamente efficace a partire
dal gennaio 2008
91
 Sempre nella logica prudenziale e con il fine di tutelare la stabilità della
banca, le disposizioni regolanti il contenimento del rischio disciplinano i
requisiti patrimoniali connessi all’assunzione di rischi specifici, secondo
diverse configurazioni. Queste ultime sono essenzialmente tre:
 La concentrazione dei rischi per i grandi fidi: le disposizioni relative –
finalizzate a mantenere un’adeguata diversificazione del rischio di
credito per classi di importo degli affidamenti – regolano le dimensioni
massime individuali e aggregate dei grandi fidi assumendo come
parametro di riferimento il patrimonio
 La trasformazione delle scadenze e l’esposizione al rischio di
interesse. Come spiegato, l’intermediazione creditizia comporta una
strutturale (ed entro certi limiti fisiologica) divaricazione fra le scadenze
delle attività e quelle delle passività, nel senso che le prime sono più
lunghe delle seconde.
92
Ciò è implicito nelle funzioni di intermediazione creditizia, che devono
saldare le diverse schede di preferenza dei datori e dei prenditori di
risorse finanziarie.
La trasformazione delle scadenze attuata dalle banche comporta quindi
sia rischi finanziari e di liquidità connessi con la maggiore lentezza della
rotazione dell’attivo rispetto al passivo, sia rischi economici riferibili alla
possibilità che la combinazione fra le strutture per scadenze dell’attivo e
del passivo e le variazioni dei tassi di mercato producano diminuzioni del
margine di interesse.
Anche la disciplina di questi profili di rischio fa riferimento al patrimonio
della banca
93
 i rischi di mercato. Questo concetto identifica la possibilità che le attività
finanziarie possedute dalla banca e oggetto di apprezzamento da parte
del mercato (si tratta quindi, principalmente, di valori mobiliari, ivi compresi
gli strumenti derivati, e di posizioni in cambi) subiscano una variazione di
valore per fatti di mercato. Pure in tale fattispecie la disciplina del rischio fa
riferimento al patrimonio della banca.
Per quanto riguarda infine le partecipazioni detenibili, le disposizioni
emanate dalla Banca d’Italia attuano in via preliminare la suddivisione fra
due insiemi:
a) Partecipazioni in banche, in società finanziarie e strumentali e in
imprese di assicurazione
94
L’assunzione e la gestione di tali partecipazioni – soprattutto quando esse
comportino posizione di controllo per il titolare/proprietario – sono
disciplinate dalle norme e istruzioni riguardanti il gruppo bancario e la
capogruppo
b) Partecipazioni in altri soggetti indicati come “imprese non finanziarie”
In proposito le disposizioni vigenti distinguono:
 un limite complessivo, che definisce il valore massimo totale delle
partecipazioni detenibili in rapporto al patrimonio. Tale limite si riferisce
alle imprese quotate nei mercati regolamentati, mentre viene ridotto per le
imprese non quotate
un limite di concentrazione, che definisce il rapporto massimo fra singola
partecipazione detenuta e il patrimonio della banca
95
un limite di separatezza, che definisce il rapporto massimo fra singola
partecipazione detenuta e il patrimonio dell’impresa partecipata
In proposito si segnala la particolare attenzione posta dalla Banca d’Italia
a limitare il coinvolgimento della banca nel rischio dell’impresa
partecipata, a conferma del principio che l’assunzione di partecipazioni ha
finalità di finanziamento e non di controllo gestionale. Inoltre le istruzioni
della Banca d’Italia differenziano i tre limiti menzionati, aumentandoli in
relazione alla circostanza che la banca abbia un patrimonio di rilevanza
superiore
a
1
miliardo
di
euro
(banca
abilitata)
oppure
attui
esclusivamente raccolta a medio e lungo termine (banca specializzata)
96
In conclusione le disposizioni riguardanti il contenimento e il
frazionamento del rischio nelle sue diverse configurazioni assumono
grande rilevanza ai fini della gestione bancaria per due aspetti
fondamentali, poiché da un lato pongono precisi confini all’attività bancaria
(e quindi alle scelte e al processo decisionale di chi gestisce l’impresa) e
dall’altro attribuiscono peso e criticità alla variabile economica del
patrimonio, che diviene sostanzialmente – anche dal punto di vista
regolamentare, oltre che economico – il perno principale e fondamentale
della gestione
97
La nozione di gruppo bancario
Il gruppo bancario è composto alternativamente:
 dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie,
finanziarie e strumentali da questa controllate
 dalla società finanziaria capogruppo e dalle società
bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate,
quando nell’ambito del gruppo abbia rilevanza la
componente bancaria, secondo quanto stabilito dalla
Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR
 Questa definizione viene ulteriormente specificata dagli
articoli 59 e 61 del TU
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Inoltre l’articolo 61 del TU definisce “l’azienda capogruppo” in funzione di
due caratteri necessari: l’appartenenza alla nazionalità italiana e
l’autonomia da qualsiasi altra persona giuridica controllante
In materia di gruppo bancario (o creditizio), le istruzioni di vigilanza della
Banca d’Italia precisano che nel gruppo viene a realizzarsi un disegno
imprenditoriale unitario a direzione strategica accentrata e che la
capogruppo, avendo ruolo di referente della Banca d’Italia ai fini della
vigilanza consolidata, esercita attività di direzione e coordinamento, ed
esercita pure un controllo gestionale, nell’interesse della stabilità del
gruppo.
Al gruppo bancario viene fatto obbligo di pubblicità: esso è iscritto in un
apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia
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 Le modalità di vigilanza regolamentare di cui si è parlato con riferimento
alla banca si applicano anche al gruppo bancario.
In proposito la legge impiega significativamente il termine di vigilanza su
base consolidata.
In definitiva, nell’ordinamento vigente le attività di intermediazione
finanziaria – cioè l’attività bancaria e le altre attività finanziarie, secondo la
terminologia ufficiale – possono essere esercitate secondo due modelli
istituzionali diversi:
 il modello della “banca universale”, che consiste nel tipo di banca che
esercita congiuntamente e direttamente l’attività bancaria propria e le altre
attività finanziarie ammesse, con una diversificazione che può essere
definita universale
100
 il modello del “gruppo bancario”, che invece consiste nell’esercizio di
attività bancarie e finanziarie da parte di un unico soggetto economico
mediante aziende giuridicamente separate, ma direttamente coordinate
secondo un disegno imprenditoriale unitario a direzione strategica
accentrata
Il livello di diversificazione raggiungibile dal gruppo è tuttavia maggiore di
quello della banca universale poiché il perimetro del gruppo può essere
esteso a comprendere il controllo di società esercenti attività protette da
precise riserve di legge: in particolare le società di gestione del risparmio,
le società di investimento a capitale variabile, le società di assicurazione e
i fondi pensione (come si è già detto queste attività non possono essere
esercitate direttamente dalla banca)
101
La vigilanza sui conglomerati finanziari
La Direttiva europea 2002/87 ha definito
norme
in
materia
di
vigilanza
supplementare su banche, assicurazioni e
imprese di investimento appartenenti a un
conglomerato finanziario.
La normativa è stata recepita nelle
legislazioni nazionali e lo stesso è
avvenuto in Italia
102
I conglomerati finanziari
Secondo la Direttiva, si tratta di entità organizzative
complesse che prendono la forma di gruppo o sottogruppo
di imprese e che presentino alcune caratteristiche
principali:
 a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata
(intermediario finanziario) o almeno una delle imprese figlie
del gruppo sia impresa regolamentata; nel primo caso
l’impresa regolamentata sia un’impresa madre di un’altra
impresa del settore finanziario
 qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa
regolamentata, le attività del gruppo si svolgano
principalmente nel settore finanziario
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Almeno una delle imprese del gruppo operi nel
settore assicurativo e almeno una operi nel settore
bancario e nel settore dei servizi di investimento
Le attività consolidate o aggregate delle imprese
del gruppo che operano nel settore assicurativo e
nel settore bancario o dei servizi di investimento
siano entrambe significative
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