Frascati 5.10.2016 una personale prospettiva beyond the standard model gli studi fatti ad LHC consolidano il modello standard... lo completano con la scoperta della particella di Higgs... la scoperta della particella di Higgs è una «scoperta attesa», importantissima ma non sorprendente... si sperava che LHC fornisse anche degli spunti su cosa c’è oltre il modello standard, una qualche «scoperta inattesa» che ci sorprendesse guidandoci nella esplorazione di nuovi regimi della fisica.... questa mia personale prospettica su cosa potrebbe esserci al di là del modello standard non può quindi prendere spunto da risultati di LHC prendo come punto di partenza una analisi del percorso fatto dalla unificazione delle forze fondamentali numero di forze al netto di unificazioni 4 3 2 1 t 1860s 1970s 1 3 2 102 1 104 106 108 LHC(1020m) 1025 1028 metri 1031 1034 1 3 2 102 1 104 106 G 108 LHC(1020m) 1025 1028 metri 1031 1034 simultaneita’ relativa per eventi tra loro distanti la descrizione “fulmini colpirono simultaneamente due grattacieli della citta’” non e’ oggettiva per tutti gli osservatori ma simultaneita’ ancora assoluta per eventi coincidenti la descrizione “due fulmini colpirono lo stesso punto del ponte simultaneamente” e’ oggettiva per tutti gli osservatori l’assolutezza della simultaneita’ per eventi coincidenti nello spazio e’ tutto quello che resta dell’ingenua idea di spazio e tempo dell’uomo pre-Galileano…. e’ quello che resta dell’idea che tutti condividiamo lo stesso spaziotempo… e’ tutto quello che possiamo intendere quando esprimiamo la percezione di condividere lo stesso spaziotempo meccanica quantistica e le inferenze ingannevoli meccanica quantistica e le inferenze ingannevoli meccanica quantistica e le inferenze ingannevoli meccanica quantistica e le inferenze ingannevoli tra le tante inferenze per le quali la meccanica quantistica impone una rianalisi c’e’ il fatto che la nozione familiare di «traiettoria di una particella» va vista come una nozione approssimativa, valida in prima approssimazione e solo in alcuni regimi il concetto di punto di spaziotempo e traiettoria di particella sono solo concetti approssimativi ed in alcuni contesti sono totalmente inapplicabili… in particolare sono totalmente inapplicabili a scale di lunghezza molto piccole... EQG ~EPlanck=1.21019GeV= i.e. 10-35meters (“Planck length”) la lunchezza di Planck viene identificata primariamente osservando che alla Planck scale compton schwartzschild ? 10 Lunghezza di Planck protone 35 atomo cellula 10 granello di sabbia ‒25 10 ‒15 metri sistema solare 10 ‒5 galassia 10 5 10 15 10 LHC 25 una decina di ordini di grandezza guadagnati nel secolo scorso… siamo a 15 ordini di grandezza dalla scala di Planck… e le potenzialita’ del “paradigma esplorativo basato sugli acceleratori di particelle” stanno chiaramente andando in saturazione…. tante domande alla scala di Planck, ma potrebbe essere perennemente al di fuori delle capacita’ sperimentali dell’uomo Cosa fare? una (ingenua) risposta e’ stata data da molti con la ricerca di una ipotetica “teoria del tutto”, una teoria che dovrebbe avere proprieta’ oggettivamente uniche (??), la cui correttezza possa essere assunta senza verifica sperimentale (?????????) l’unica scelta decorosa e’ accettare il rischio di restare per sempre senza risposta alle domande che il regime della scala di Planck ci pone, ma allo stesso tempo “don’t give up on the scientific method”…gli argomenti usati per suggerire che non possiamo avere accesso sperimentale alla scala di Planck sono ingenui!! torniamo al punto precedente sul fatto che combinando relativita’ e meccanica quantistica pare impossibile dare senso fisico alla nozione classica di punto dello spaziotempo (“spaziotempo quantistico”) inevitabilmente le leggi di propagazione delle particelle ne risentirebbero piccolo effetti che pero’ su tempi di osservazione lunghi si accumulano… [piccolo effetti di cui si viene a conoscenza tramite una loro manifestazione cumulative… paradigma osservativo spesso dimenticato in questa stagione dei grandi microscopi… ma ha funzionato con il moto Browniano e viene sfruttato per mettere limiti sempre migliori sulla vita media del protone…i paladini del “bello” e della “teoria del tutto” si erano dimenticati del moto Browniano….] nonostante la piccolezza di questi effetti stiamo capendo che e’ possibile studiarli sperimentalmente gli effetti di quantizzazione dello spaziotempo dovrebbero avere intensita’ diversa per particelle di energia diversa e dovrebbero accumularsi per tempi di viaggio molto lunghi riceviamo da sorgenti astrofisiche enormemente distanti da noi gruppi di particelle emesse simultaneamente alla sorgente con energie diverse… per quelli come me che guardano oltre il modello standard è inevitabile la sensazione che la Natura abbia volute celare alcuni suoi segreti con cura particolare…ma magari non è così magari è solo che non abbiamo cercato nel modo giusto… per quelli come me che guardano oltre il modello standard è inevitabile la sensazione che la Natura abbia volute celare alcuni suoi segreti con cura particolare…ma magari non è così magari è solo che non abbiamo cercato nel modo giusto…