Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche IL PRODOTTO CINEMATOGRAFICO Alberto Pasquale © 2007 1 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Schema della lezione: – ECONOMIA DEI BENI CULTURALI A. BENI ARTISTICI – ARTI VISIVE – ARTI RAPPRESENTATE B. PRODOTTI INDUSTRIA CULTURALE RIPRODUCIBILI – ECONOMIA DELL’INTRATTENIMENTO Alberto Pasquale © 2007 2 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Le caratteristiche economiche: – Il prodotto cinematografico appartiene a due categorie di beni: • Beni culturali – Consente di comprendere alcune peculiarità dell’organizzazione di produzione • Prodotti di intrattenimento – Riferimento dominante per comprendere sviluppo e attributi del prodotto, e… – Caratteristiche della distribuzione e del consumo Alberto Pasquale © 2007 3 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • • Economia dei beni culturali Comprende 2 tipologie di beni: a) Beni artistici – b) Prodotti dell’industria culturale (prodotti culturali riproducibili) – • Appartengono sia ad arti visive che rappresentate: opera unica e autentica P.es. libri o dischi: riproducibili e concepite per essere riprodotte In entrambi i casi sono beni realizzati da artisti, ma: a) b) La riproduzione non esiste o richiede l’intervento diretto dell’artista. Non copie, ma nuovi originali (concerti, teatro, opera) Riproduzione di opere perfettamente uguali all’originale: l’artista realizza solo il prototipo Alberto Pasquale © 2007 4 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Il prodotto cinematografico presenta caratteristiche comuni a entrambe le tipologie: – Output sul mkt primario (sale) misurabile come per le arti rappresentate: biglietti venduti o posti a sedere occupati – Riproducibilità dell’originale (negativo) in copie. NB: • Mkt sale: copie = fattori di produzione • Mkt home video: copie = prodotti finali Alberto Pasquale © 2007 5 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • I beni artistici si possono suddividere in 2 categorie principali: – Arti visive (pittura, scultura) • • – Si concretizzano in oggetti che assumono valore artistico La fruizione non richiede la presenza dell’artista Arti rappresentate (concerti, teatro, opera, danza) • Domanda Offerta Fruizione fondata su compresenza di pubblico e artisti. Il cinema non rispetta questa caratteristica ma condivide altre proprietà: a) b) c) d) Concetto di spettacolo e non-flessibilità dei prezzi Rilevanza elementi segnaletici Ripetizione del consumo Realizzazione prodotto creativo complesso (input eterogenei, in. part. lavoro) e) Caratteristiche costi di produzione e divario produttività Alberto Pasquale © 2007 6 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche a) Il concetto di spettacolo e la non flessibilità dei prezzi • Concetto di spettacolo: • • Prodotto a consumo collettivo (non rivale) ma Escludibile I beni e servizi collettivi, o a consumo collettivo, sono caratterizzati dal fatto che il consumo degli stessi da parte di un individuo è compatibile, o meglio non rivale, con il consumo degli stessi da parte di uno o più altri individui. L’aggiunta di uno o più consumatori non comporta un aumento di costo nella produzione e/o distribuzione del servizio stesso. Se X è la quantità totale disponibile di un bene o servizio e X1, X2, X3,…,Xn sono le quantità consumate dai singoli n individui, avremo un bene collettivo se: X = X1 =X2=X3=…=Xn Per i beni e servizi privati, o a consumo individuale, invece: X = X1 +X2+X3+…+Xn Il consumo è “rivale”: l’aggiunta di uno o più consumatori incrementa la quantità da produrre. Alberto Pasquale © 2007 7 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche a) Il concetto di spettacolo e la non flessibilità dei prezzi: • Non-flessibilità dei prezzi: • I prezzi dei biglietti non sono definiti in funzione del tipo di spettacolo offerto, bensì in funzione: • • • • Del periodo della rappresentazione (pomeriggio, sera) Del tipo di spettatori (“discriminazione di prezzo di 3º grado”: età, studenti, militari) Posizione posti (platea, galleria) Pertanto: • Offerta di ingressi fissa (non si possono aumentare i posti a sedere) • Domanda inefficace sui prezzi (una forte domanda non incrementa il prezzo di ingresso) successo = permanenza in cartellone (“tenitura”), non aumento di prezzo Alberto Pasquale © 2007 8 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • La discriminazione di prezzo: applicazione di prezzi diversi a clienti diversi – Primo grado: applicare ad ogni cliente il prezzo massimo che esso è disposto a pagare • Difficile da praticare, rischio antitrust • Medici, avvocati, commercialisti, venditori automobili, tasse universitarie (borse di studio) – Secondo grado: prezzi differenti per diverse quantità dello stesso bene • Prezzo per scaglioni delle compagnie elettriche – Terzo grado: suddividere i consumatori in due o più gruppi, con curve di domanda distinte • Forma prevalente • Tariffe aeree, prodotti di marca e marca commerciale, biglietti cinema Alberto Pasquale © 2007 9 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • I consumatori assegnano un valore a un prodotto in base a due criteri: 1. Differenziazione verticale – Differenti livelli di qualità convivono all’interno dello stesso segmento di mkt. Bassa qualità = basso prezzo funzione segnaletica del prezzo 2. Differenziazione orizzontale – Differenze di gusto (preferenze) – Diversi prodotti con differenti combinazioni di attributi, destinati a diversi segmenti, convivono sullo stesso mkt Alberto Pasquale © 2007 10 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche Alta qualità Porsche Mercedes Alfa Romeo Comfort Sportività Ford Bassa qualità Alberto Pasquale © 2007 11 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Nel caso delle arti rappresentate e del prodotto cinematografico il prezzo dei biglietti non svolge alcuna funzione di segnalzione sulla qualità degli spettacoli rappresentati (differenziazione verticale) • Inoltre, poiché si tratta di “beni esperienziali” (experience goods), ciò difficilmente giudicabili prima del loro consumo, la differenziazione verticale a priori è problematica Alberto Pasquale © 2007 12 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche b) Importanza degli elementi segnaletici • Poiché il prezzo non svolge alcun ruolo segnaletico, arti rappresentate e prodotto cinematografico influenzano la domanda attraverso: b.1 Elementi riconducibili alla domanda • • Informazioni Comportamento altri consumatori b.2 Elementi riconducibili alle caratteristiche del prodotto • • Componenti del prodotto (attori, regista, trama, ecc.) Segnalazione della critica Alberto Pasquale © 2007 13 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche b.1 Elementi segnaletici riconducibili alla domanda – I consumatori di prodotti culturali: • generano comportamenti imitativi attraverso contagi informativi • sono influenzati da benefici sociali legati alla condivisione dell’esperienza di consumo – Le informazioni influenzano le decisioni di acquisto attraverso: • Le “code dei consumatori” – Fondate sull’”effetto traino” (bandwagon effect): la visibilità del consumo di un bene tende ad aumentare la domanda per lo stesso bene da parte degli altri individui • Le “cascate informative” – Sequenze di decisioni in cui risulta ottimale per un agente ignorare le proprie preferenze e imitare le scelte di altri agenti che lo precedono Alberto Pasquale © 2007 14 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Per il prodotto cinematografico: – La capacità di soddisfare un bisogno si conosce solo ad acquisto avvenuto – L’acquisizione di informazioni utili alla decisione di consumo è costosa piuttosto che investire nell’acquisto di informazioni, il consumatore osserva gli altri, ma le sue informazioni riguardano spesso solo il comportamento e non le impressioni degli altri le cascate informative possono condurre verso direzioni impreviste. – Consumo cinematografico, zona critica compresa tra: • Comportamento gregario • Comportamento casuale Alberto Pasquale © 2007 15 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche b.2 Elementi segnaletici riconducibili alle caratteristiche di prodotto: – Presenza di componenti con valore segnaletico • • • – Star system: un numero esiguo di artisti è in grado di attrarre un pubblico numeroso Ridotto bisogno di reperire informazioni Riduzione del rischio di un consumo incerto Giudizio della critica • • • Più rilevante in mancanza di regista/attori sconosciuti Funzione di selezione e filtraggio (gatekeeping) dell’offerta Fattori rilevanti: 1) competenze e abilità tecniche; 2) originalità/innovatività Alberto Pasquale © 2007 16 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • La star – Immediatamente identificata con gli attori protagonisti – La partecipazione al film contribuisce a determinare il valore del prodotto finale per il pubblico – Ottiene compensi considerati come rendite – Elemento segnaletico per potenziali finanziatori Alberto Pasquale © 2007 17 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Rendita: è un sovrappiù guadagnato da un fattore di produzione al di sopra del guadagno minimo necessario per indurlo a svolgere la propria opera • La dimensione delle rendite effettivamente conseguite è definita dalla differenza tra: – Valore atteso del prodotto (stimato sulla base dei successi passati della star) – Costo di acquisizione degli altri input (in part. quelli non creativi) • È influenzata anche da: – Fungibilità rispetto al ruolo – Concorrenza tra produttori per avere la star Alberto Pasquale © 2007 18 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Utilizzo elementi segnaletici: – Segnalazione presenza in un film di elementi creativi di passato successo (non vi è certezza di futuro successo, occorrono altre fonti) – Spese di marketing Alberto Pasquale © 2007 19 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche c) La ripetizione del consumo • Regolata dalla “legge di decrescenza del piacere”, in base alla quale: 1. La grandezza di uno stesso piacere, quando soddisfatto in modo continuo e ininterrotto, decresce fino a sazietà 2. La ripetizione di un piacere precedentemente soddisfatto ne diminuisce la grandezza iniziale e la durata fino alla sazietà, che avverrà tanto prima quanto più sovente e a intervalli più brevi avverrà la ripetizione Il piacere di un nuovo bene sarà massimo nel momento in cui viene considerato sufficiente per comprenderne tutti i particolari. In seguito, il bisogno di ripetizione del godimento tornerà, ma con intensità e durata inferiori. Alberto Pasquale © 2007 20 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Nel caso del prodotto cinematografico: – La ripetizione del consumo avviene: • a distanza molto ravvicinata dal primo acquisto (per approfondire alcuni elementi particolari dello spettacolo, i c.d. “repeaters”), oppure • dopo un periodo piuttosto lungo (per riprodurre il piacere iniziale) diminuzione di intensità e durata del piacere valore inferiore – Pertanto la ripetizione richiede: • diminuzione di prezzo (HV o TV), oppure • innovazione prodotto originario (nuove versioni in sala) – In ogni caso, i film sono beni a utilità ripetuta per i quali il pubblico esige una sostituzione continua e spesso rapida Alberto Pasquale © 2007 21 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche d) Realizzazione di un prodotto creativo complesso • Il lavoro è l’input più importante. 5 categorie: 1. 2. 3. 4. 5. • Lavoro di scena (performing labour): attori, musicisti, ballerini Lavoro artistico (artistic labour): produttori, registi, coreografi Lavoro creativo (creative labour): sceneggiatori, compositori, scenografi, costumisti Lavoro tecnico (technical staff): elettricisti, montatori del set, ecc. Lavoro amministrativo (administrative staff): contabili, legali, ecc. L’output è dunque un prodotto creativo complesso, frutto della combinazione di input eterogenei Alberto Pasquale © 2007 22 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • La realizzazione di un prodotto creativo complesso può essere analizzata secondo la “logica della produzione di squadra” (team production), nella quale: 1. Gli input impiegati nella produzione sono: – – – numerosi eterogenei controllati da soggetti diversi conflitto potenziale per: a. composizione; b. gestione e coordinamento squadra 2. Il contributo di ciascun input della squadra al prodotto finale è di difficile misurazione e attribuzione Alberto Pasquale © 2007 23 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche a. Conflitto potenziale per composizione squadra: • Input non creativi remunerazione economica • Input creativi remunerazione economica (ex ante, collegata al “valore attuale” della reputazione) e artistica (ex post, legata al contributo degli altri, collegata al “valore atteso” della reputazione) le 2 remunerazioni possono convergere sulle aspettative degli input creativi oppure occorre scegliere di privilegiare l’una o l’altra Alberto Pasquale © 2007 24 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche b. Conflitto potenziale per gestione/coordinamento squadra. Fattori di tensione: • Tra i diversi interessi artistici perseguiti dai singoli input creativi • • “visioni creative” divergenti Tra gli interessi artistici e gli interessi economici del progetto • valori artistici vs imperativi commerciali Alberto Pasquale © 2007 25 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Il contributo di ciascun input della squadra al prodotto finale è di difficile misurazione e attribuzione: – Non vale per il cinema, dove il contributo di ciascun input creativo è direttamente osservabile distintamente da parte degli altri componenti della squadra e del pubblico. Non ci sono problemi di: • costi di informazione e controllo dell’elusione (economia dei costi di transazione) • incentivi (teoria dell’agenzia) – Se il contributo è osservabile, vi è però un problema di “valutazioni asimmetriche” sui vari contributi la squadra rischia di non riformarsi – Nel settore cinema è raro il caso di ricostituzione di una squadra: è più frequente la permanenza di alcune coppie (regista-attore, attore-attore, ecc.) Alberto Pasquale © 2007 26 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche e) Caratteristiche dei costi di produzione e divario di produttività • Arti rappresentate: abbiamo una funzione di costo la cui componente fissa è maggiore della variabile. Costi fissi = Costi di allestimento (“set up”) della produzione : • • • • • • • • Compenso regista Costi delle prove (attori, musicisti, ballerini) Diritti sfruttamento proprietà letteraria Costi materiali di scena Costo del lavoro per i set e i costumi NB: sono costi non recuperabili o “affondati” (sunk costs) Costi variabili: • Spese sostenute per tutta la durata dello spettacolo e riferite a ciascuna rappresentazione: soprattutto salari per input creativi e tecnici Alberto Pasquale © 2007 27 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • “Morbo di Baumol” (“crescita sbilanciata” o “malattia dei costi”) debolezza finanziaria immanente: – il settore delle arti rappresentate incorpora gli incrementi salariali derivanti dall’aumento di produttività di altri settori senza essere in grado di incorporare tale aumento nella propria funzione di produzione Alberto Pasquale © 2007 28 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • La crescita di produttività in generale può derivare da: 1. 2. 3. 4. 5. • • aumento intensità di capitale per lavoratore progresso tecnologico economie di esperienza organizzazione più efficiente della produzione economie di scala Poiché il lavoro dell’artista costituisce l’output stesso e non un fattore di produzione, i macchinari, le attrezzature e la tecnologia hanno un ruolo limitato: recitare una commedia o suonare un quartetto richiedono sempre lo stesso tempo. Solo le economie di scala consentono (per rappresentazioni prolungate) di conseguire aumenti di produttività Alberto Pasquale © 2007 29 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Nel caso della produzione cinematografica: – Output unico – Componente variabile dei costi: assente – Aumento di produttività per EDS: assente incidenza dei costi fissi non recuperabili: assoluta • Tuttavia: – La distribuzione non si fonda su repliche ma su riproduzione di copie non vale la legge di Baumol – Possibile anche la sostituzione di capitale a lavoro artistico (effetti speciali) Alberto Pasquale © 2007 30 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Rivediamo lo schema: – ECONOMIA DEI BENI CULTURALI A. BENI ARTISTICI – – ARTI VISIVE ARTI RAPPRESENTATE 1. Concetto di spettacolo e non flessibilità prezzi 2. Rilevanza elementi segnaletici 3. Ripetizione del consumo 4. Prodotto creativo complesso 5. Costi di produzione e divario produttività B. PRODOTTI INDUSTRIA CULTURALE RIPRODUCIBILI – ECONOMIA DELL’INTRATTENIMENTO Alberto Pasquale © 2007 31 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Economia dei prodotti culturali riproducibili – – Si tratta di opere dell’ingegno (libri, dischi, ecc.) fondate sulla duplicazione dell’originale Costi di produzione: 2 categorie 1. Costi della “prima copia” • sono costi fissi generalmente elevati (e non recuperabili) 2. Costi di riproduzione • – sono costi variabili relativamente contenuti Sono possibili EDS: all’aumentare del volume di produzione il costo medio diminuisce costi fissi distribuiti su più unità Alberto Pasquale © 2007 32 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Spieghiamo meglio la struttura dei costi: – Costi fissi: non variano al variare dell’output – Costi variabili: variano al variare dell’output – Costi totali = CF + CV Costo COSTO TOTALE COSTO VARIABILE COSTO FISSO Quantità Alberto Pasquale © 2007 33 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Costo medio = Costo totale diviso livello di produzione Costo medio Esistono “economie di scala”, o “rendimenti di scala crescenti” se il costo medio si riduce quando l’output cresce Quantità Questa struttura dei costi, con rendimenti decrescenti, rende economicamente sostenibile la produzione di massa dei beni culturali riproducibili Alberto Pasquale © 2007 34 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Il prodotto cinematografico, basandosi sulla distribuzione di copie, presenta le caratteristiche descritte. Ciò permette alla produzione cinematografica: – di sfuggire alla debolezza economica delle arti rappresentate – di eguagliare i livelli qualitativi che caratterizzavano la produzione operistica, la più costosa e complessa delle arti rappresentate (somma di teatro, danza e orchestra, numero di artisti e personale coinvolto, materiali impiegati – scenografi, costumi) Alberto Pasquale © 2007 35 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Economia dell’intrattenimento – Non si può analizzare il prodotto cinematografico solo all’interno dei beni culturali – È anche amusement e entertainment – Si sviluppa tra il 1870 e il 1920 in Europa e soprattutto USA – Legato all’urbanizzazione ed alla disponibilità di tempo libero dal lavoro Alberto Pasquale © 2007 36 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Condizioni di sviluppo dell’economia dell’intrattenimento: 1. 2. 3. 4. 5. 6. • Esistenza di una popolazione urbana vasta e concentrata Crescita in termini reali dei redditi sufficienti all’acquisto regolare di intrattenimento Aumento disponibilità tempo libero Miglioramento trasporto pubblico urbano Applicazione della tecnologia all’intrattenimento Organizzazione dell’offerta in termini di nuovi spazi destinati al consumo di massa (famiglie) Parallelismo con l’evoluzione del commercio al dettaglio Alberto Pasquale © 2007 37 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Evoluzione della struttura del settore cinematografico – Dopo aver visto le caratteristiche del prodotto cinematografico (proprietà della domanda e dell’offerta) possiamo meglio capire le determinanti economiche dell’evoluzione del settore – Domanda: • Ripetizione del consumo • Effetti bandwagon prodotto a utilità ripetuta, ma con consumo concentrato in determinati intervalli di tempo: in sala è “stagionale” = poche settimane di permanenza, incasso in genere concentrato nei primi giorni, pertanto assimilabile a: • “prodotti con ciclo di vita breve” = prodotti soggetti a rapida obsolescenza – il cui periodo di vendita è molto breve – la cui domanda è soggetta a variazioni stagionali – il cui picco temporale delle vendite è generalmente prevedibile » “beni a contenuto stilistico” » “beni soggetti a moda” Alberto Pasquale © 2007 38 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Offerta: il ciclo di vita breve impone – Un tasso di sostituzione molto elevato flusso continuo di introduzione di molteplicità di innovazioni (tipico dei beni soggetti a moda) – Costi di produzione elevati, in maggioranza non recuperabili – “Effetto di irreversibilità” dell’investimento (le decisioni di investimento riducono significativamente e per lungo tempo la varietà delle possibili scelte future) prodotto complesso composto da input eterogenei, difficile replicabilità della squadra artistica – Elevata incertezza sui risultati: pochi, grandi successi – Non esistono formule per il successo: si tende a ridurre la probabilità dell’insuccesso – Non si può ritardare l’investimento a causa dell’incertezza, in attesa di nuove informazioni: il film deve essere completato e distribuito Alberto Pasquale © 2007 39 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Abbiamo pertanto: – Elevato turnover (necessità innovazione) – Costi alti e non recuperabili principale caratteristica del settore cinematografico: alto grado di rischio connesso al prodotto e tipico dell’attività cinematografica nel suo complesso – L’evoluzione del settore quindi può essere letta alla luce delle strategie elaborate dalle imprese per contenere il rischio Alberto Pasquale © 2007 40 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Contenimento rischi primo periodo: – Concentrazione • legge grandi numeri (molti film di uguale tipologia) • diversificazione portafoglio (molti film di diversa tipologia) aumenta la probabilità di realizzare almeno un film di successo per recuperare gli investimenti degli altri) – Star System • • • • sfruttare il valore segnaletico per ridurre il rischio di insuccesso facilità di accesso ai finanziamenti aggregazione di altri talenti non appropriabilità o trasferibilità delle rendite delle star – Integrazione verticale • controllo mercati a monte e a valle: saturazione domanda e controllo diretto degli incassi • riduzione o eliminazione del rischio di comportamenti opportunistici post-contrattuali (scarsa “ricattabilità” dai partecipanti al processo) Alberto Pasquale © 2007 42 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Contenimento rischi secondo periodo: 1. Sentenza antitrust – – obbligo di cessione del controllo sale divieto pratiche commerciali non concorrenziali 2. Concorrenza televisione – • declino incassi Risposta imprese: • • aumento investimenti unitari (meno titoli, film più spettacolari anti-tv) riduzione costi di struttura • da forme di controllo gerarchico della produzione • a relazioni mediate dal mercato outsourcing e affitto studi agli indipendenti Alberto Pasquale © 2007 43 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Resta da spiegare un elemento: la rinuncia al controllo di attori e input creativi chiave: sostituzione contratti a l.t. con contratti spot. Spiegazioni: – riduzione quantitativa produzione – incertezza del mercato (evitare contratti l.t.) • Si sarebbe trattato pertanto di: – riallineamento tempi di impiego al ciclo di vita ridotto delle risorse (downsizing) – aumento efficienza organizzativa, produttività e/o competitività attraverso la riduzione della forza lavoro • Spiegazione non convincente… Alberto Pasquale © 2007 44 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • La spiegazione alla rinuncia del controllo interno degli input creativi chiave non convince alla luce della prospettiva “resource-based”: – La prospettiva R-B si fonda sul concetto di risorse = insieme di asset tangibili e intangibili vincolati in modo semi-permanente all’impresa – Il vantaggio competitivo si riconduce a risorse scarse: • • • • di valore non imitabili non riproducibili non facilmente trasferibili – La perdita del controllo anche solo di una parte degli asset strategici si traduce in una riduzione del vantaggio competitivo – Se nel settore cinema gli attori sono asset fondamentali per il successo e il finanziamento, la prospettiva R-B suggerisce strategie di relazione a m/l termine e non spot Alberto Pasquale © 2007 45 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Se il settore passa a relazioni spot: – o gli attori non sono asset strategici (ma allora non vale quanto detto prima) – o, se lo sono, esistono altri meccanismi di controllo più efficienti – nel secondo caso si distingue tra: • risorse fondate sulla proprietà (property-based) – non imitabili per diritti di proprietà o contratti a l.t. – generano vantaggi competitivi in ambienti stabili, non dinamici o incerti • risorse fondate sulla conoscenza (knowledge-based) – non imitabili per barriere di conoscenza – generano vantaggi competitivi in ambienti dinamici, soggetti a cambiamenti non prevedibili e a elevata incertezza Alberto Pasquale © 2007 46 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Nel settore cinematografico il passaggio a forme contrattuali spot può essere interpretato in termini di impiego di risorse knowledge-based a causa dell’aumentata incertezza ambientale • Il vantaggio competitivo non deriva più dal controllo esclusivo di alcune risorse artistiche, ma dalla capacità di coordinare e gestire progetti complessi • Anche qui, la risposta non sembra convincente… Alberto Pasquale © 2007 47 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Se una impresa è in grado di riconoscere un talento all’inizio carriera, dovrebbe stipulare contratti a m/l t. anziché spot • Dovremmo avere quindi: – sia contratti a l.t. (nuove risorse ad alto potenziale) – sia contratti spot (risorse già affermate, ad alto costo) eppure i contratti a l.t. non esistono più… Alberto Pasquale © 2007 48 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • L’estinzione dei contratti a l.t. – è una risposta delle imprese all’incertezza del settore – non è uno spostamento del vantaggio competitivo sulle risorse knowledge-based – è dovuta a una riduzione assoluta della conoscenza sulle probabilità di successo di un film • il film è prodotto complesso con molti input creativi (team production) • disporre di una sola risorsa esclusiva è irrilevante • l’utilizzo di un pool interno di risorse limita le possibilità di combinazione delle risorse stesse • rinunciare al controllo a l.t. delle risorse creative rendendole accessibili a tutti aumenta le combinazioni possibili: ciascuna impresa può trovare la combinazione più adeguata • trovata la combinazione di successo: – problemi di stabilità della squadra – necessità di innovazione non consentono l’impiego di contratti a l.t. solo contratti spot Alberto Pasquale © 2007 49 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Si potrebbe dire che la riduzione del rischio abbia portato il settore da un “modello fordista” a un “modello flessibile”? Definizioni non appropriate – Modello di produzione fordista: • sistema di produzione di massa basato sulla standardizzazione dei prodotti e su impianti dedicati (singlepurpose) in grado di sfruttare le EDS – Modello di produzione flessibile: • sistema di produzione di massa basato sulla differenziazione dei prodotti e su impianti multi-purpose, con econome di varietà (o di diversificazione: vantaggi in un campo che si estendono in altro campo) Alberto Pasquale © 2007 50 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Il settore cinema è sempre stato più vicino al modello flessibile: – prodotti diversi l’uno dall’altro – utilizzo risorse (artisti, teatri di posa) flessibili • Pertanto: – Il primo periodo: • non produzione fordista • ma produzione di dimensioni industriali, verticalmente integrata • contrapposta alla produzione artigianale precedente – Secondo periodo: • non strettamente flessibile (riduzione tempi e costi unitari) – allungamento tempi di realizzazione – aumento dei costi Alberto Pasquale © 2007 51 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • Per contenere i rischi l’industria del cinema ha elaborato 2 tipi di strategie: 1. Strategie di riduzione del rischio – tentano di contenere il rischio individuale associato ad ogni film (ma spesso aumentano i costi): a) b) c) d) e) f) g) star system sfruttamento opere letterarie di successo serializzazione / remake massiccia promozione pubblicitaria trasformazione costi da fissi a variabili (compenso talent) internazionalizzazione commercializzazione prodotti collegati (merchandising) 2. Strategie di ripartizione del rischio – produzione di un numero di titoli sufficientemente ampio (portafoglio) più o meno diversificato Alberto Pasquale © 2007 52 Facoltà di Scienze Umanistiche Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche • L’alto rischio associato al risultato economico di un singolo film e l’elevato guadagno in caso di successo condizionano la struttura del settore • Possono esserci: – singoli produttori che puntano su un solo titolo o pochi titoli sperando nel successo – produttori sistematici che giocano su più caselle e sono in grado di prolungare il gioco • Per entrambi il rischio di fallimento è comunque sempre elevato Alberto Pasquale © 2007 53