Fondamenti di Biologia Molecolare Angela Duilio Dipartimento di Scienze Chimiche [email protected] 1 Il corso si propone di fornire le conoscenze di base sulla struttura e proprietà del materiale genetico degli organismi viventi e sui meccanismi molecolari della trasmissione ed espressione dell’informazione genetica. 2 • La caratteristica dominante degli organismi viventi è la loro capacità di conservare, utilizzare e trasmettere le informazioni • La Biologia Molecolare nasce da un processo di unificazione della Genetica e della Biochimica, che si erano fino ad allora sviluppate su linee divergenti. • spiega le basi molecolari della trasmissione dei caratteri ereditari Il materiale genetico Gli Acidi Nucleici sono deputati alla trasmissione dell’informazione genetica Il DNA (acido desossiribonucleico) è il materiale genetico È infatti l’informazione contenuta nel DNA che permette l’organizzazione di molecole inanimate in cellule viventi e in organismi capaci di regolare la propria composizione chimica interna e la propria crescita e riproduzione È inoltre il DNA che ci garantisce l’ereditarietà delle caratteristiche somatiche dei nostri avi, tramite la trasmissione di geni Il materiale genetico I geni contengono l’informazione, sotto forma di specifiche sequenze nucleotidiche che costituiscono le molecole del DNA Le molecole del DNA utilizzano: 4 basi azotate, guanina, adenina, timina e citosina (G,A,T,C), 1 gruppo fosfato 1 zucchero desossiribosio, per formare il nucleotide IL MATTONE 5 Il materiale genetico Tutta l’informazione contenuta nei geni deriva dall’ordine in cui i quattro nucleotidi si trovano lungo la molecola di DNA Geni complicati possono essere composti da centinaia di nucleotidi L’istruzione genetica di un organismo, detta genoma, è conservata in milioni/miliardi di nucleotidi NUCLEOTIDE Ognuno dei cinque atomi di carbonio del desossi-ribosio ha assegnato un numero d’ordine (da 1’ a 5’) Struttura chimica dell’Adenosina 5’ monofosfato: ogni nucleotide è composto da tre parti, un gruppo fosfato, uno zucchero desossiribosio centrale ed una delle quattro basi 6 azotate Stringhe di nucleotidi possono essere unite tra loro a formare lunghe catene polinucleotidiche e, su larga scala, un cromosoma Tutti gli esseri viventi formano legami fosfodiestere esattamente allo stesso modo I gruppi fosfato di ogni nucleotide libero si trovano sempre legati al carbonio 5’ dello zucchero I gruppi fosfato fanno da ponte tra il carbonio 5’ del desossiribosio di un nuovo nucleotide e il carbonio 3’ di una catena polinucleotidica preesistente Una stringa di nucleotidi termina sempre con un carbonio 5’, mentre all’altra terminazione della molecola vi è un carbonio 3’ libero L’orientamento della molecola del DNA è fondamentale per 7 decifrare il contenuto informativo della cellula Il materiale genetico Un tema comune a tutti i sistemi biologici, ed a tutti i livelli, è l’idea che struttura e funzione siano intimamente correlate La scoperta di J. Watson e F. Crick (1953) che la molecola di DNA all’interno delle cellule solitamente esistesse come molecola a doppio filamento fornì un inestimabile indizio su come il DNA potesse agire come materiale genetico J. Watson e F. Crick (Nobel per la Medicina con M. Wilkinson, 1962) Il materiale genetico Il DNA è dunque costituito da due filamenti Il DNA può essere replicato e trasmesso fedelmente da una generazione all’altra separando i due filamenti e usandone ciascuno come stampo per la sintesi di un nuovo filamento 9 Il materiale genetico Durante la duplicazione del DNA, il doppio filamento viene separato Ogni filamento di DNA serve come stampo per la sintesi di un nuovo filamento, Sia gli organismi procarioti (batteri), sia gli eucarioti (organismi complessi) utilizzano lo stesso alfabeto di nucleotidi e lo stesso approccio per immagazzinare 10 e utilizzare l’informazione genetica Il materiale genetico L’informazione contenuta nei due filamenti del DNA è complementare Per ogni G di un filamento si trova una C sul filamento complementare e viceversa Per ogni A di un filamento si trova una T sul filamento complementare e viceversa L’interazione tra G e C e tra A e T è specifica e stabile I due filamenti della molecola di DNA sono antiparalleli l’estremità 5’ di un filamento che corrisponde all’estremità 3’ del filamento complementare e viceversa 11 Il dogma centrale della biologia l’informazione conservata nel DNA è utilizzata per sintetizzare un polinucleotide a singolo filamento, detta RNA (acido ribonucleico), che è a sua volta utilizzata per sintetizzare le proteine (enzimi) I geni contengono le istruzioni necessarie per realizzare gli enzimi gli enzimi compiono il lavoro di modifica della chimica della cellula Il processo di estrazione dell’informazione dalla sequenza nucleotidica di un gene per la costruzione degli enzimi è comune a tutti gli esseri viventi 12 Il dogma centrale della biologia Il processo di copia di un gene in RNA è chiamato trascrizione ed è realizzato attraverso l’attività enzimatica di una RNA polimerasi Il processo di conversione dalla sequenza nucleotidica dell’RNA alla sequenza aminoacidica che costituisce le proteine è chiamato traduzione, ed è svolto da un complesso di proteine ed RNA, detto ribosoma 13 Il dogma centrale della biologia Trascrizione da DNA a RNA tramite RNA polimerasi 14 Il dogma centrale della biologia Il “linguaggio” del DNA è stato elaborato all’inizio della storia della vita sulla terra ed ha subito poche modifiche nel corso di milioni di anni L’espressione genica è il processo che utilizza l’informazione conservata nel DNA per costruire una molecola di RNA che codifica a sua volta una proteina Le RNA polimerasi sono responsabili dell’attivazione dell’espressione genica attraverso la sintesi di copie di RNA del gene 15 La struttura del gene Le RNA polimerasi devono: distinguere in modo affidabile l’inizio del gene L’RNA polimerasi non può cercare un particolare nucleotide perché ogni nucleotide si trova casualmente in qualsiasi parte del DNA Sequenza promotrice del gene 16 Il codice genetico Mentre i nucleotidi sono le unità fondamentali utilizzate dalla cellula per conservare le informazioni (DNA) e per costruire le molecole atte a trasferirle (RNA), gli aminoacidi sono le unità fondamentali costitutive delle proteine La funzione di una proteina è fortemente dipendente dall’ordine in cui gli aminoacidi sono legati dal ribosoma durante la traduzione Struttura chimica di un aminoacido: il gruppo amminico, il carbonio , ed il gruppo carbossilico sono identici per tutti gli aminoacidi, che si differenziano invece in base al gruppo R (catena laterale) 17 Il codice genetico Tuttavia, se per costruire le molecole di DNA e RNA vengono utilizzati solo 4 nucleotidi, per la sintesi delle proteine si hanno 20 aminoacidi 18 Il codice genetico Pertanto, non vi può essere corrispondenza uno auno tra i nucleotidi dei geni e gli aminoacidi delle proteine che essi codificano, ne vi può essere corrispondenza fra coppie di nucleotidi (16 al più) e aminoacidi È necessario che i ribosomi utilizzino un codice a triplette ogni gruppo di tre nucleotidi, un codone, corrisponde ad uno specifico aminoacido, con tre sole eccezioni: I tre codoni che non indicano al ribosoma di inserire un aminoacido sono i codoni di stop 19 Il codice genetico La traduzione, ad opera dei ribosomi, avviene a partire da un sito d’inizio, posto sulle copie di RNA di un gene e procede fino al primo codone di stop Il codone d’inizio è costituito dalla tripletta AUG (che codifica anche la metionina), sia negli eucarioti che nei procarioti La traduzione è accurata solo quando i ribosomi esaminano i codoni all’interno della cornice di lettura (delimitata da codone d’iniziocodone di stop) L’alterazione della cornice di lettura di un gene cambia ogni aminoacido posto a valle dell’alterazione stessa e causa solitamente la produzione di una versione troncata della proteina 20 La funzione delle proteine I compiti delle proteine sono incredibilmente diversificati Le proteine strutturali, come il collagene, forniscono supporto alle ossa ed ai tessuti connettivi Gli enzimi agiscono come catalizzatori biologici, come la pepsina che regola il metabolismo Le proteine sono inoltre responsabili del trasporto di atomi e molecole nell’organismo (emoglobina), dei segnali e delle comunicazioni intercellulari (insulina), dell’assorbimento dei fotoni per i processi visivi (rodopsina), etc. 21 Introni ed esoni IN PROCARIOTI Le copie di RNA messaggero, mRNA, dei geni corrispondono perfettamente alle sequenze di DNA presenti nel genoma, La trascrizione e la traduzione avvengono in contemporanea IN EUCARIOTI le due fasi dell’espressione genica sono fisicamente separate dalla membrana nucleare: la trascrizione avviene nel nucleo, la traduzione solo dopo che l’mRNA è stato trasportato nel citoplasma Le molecole di RNA trascritte dalla polimerasi eucariotica possono essere modificate prima che i ribosomi le traducano 22 Introni ed esoni La modificazione più evidente che subisce il trascritto primario dei geni eucariotici è lo splicing, che prevede il taglio degli introni ed il ricongiungimento degli esoni che li affiancano Molti geni eucariotici hanno un numero di introni assai elevato Esempio: il gene associato alla fibrosi cistica ha 24 introni ed è lungo più di un milione di coppie di basi, mentre l’mRNA tradotto dai ribosomi è costituito da circa mille coppie di basi 23 Strumenti per la biologia molecolare Sei principali tecniche di laboratorio definiscono l’intera disciplina della biologia molecolare: Enzimi di restrizione Elettroforesi su gel Blotting e ibridazione, Clonaggio Reazione a catena della polimerasi Sequenziamento del DNA 24 Enzimi di restrizione Il lavoro originale di Wilkinson, Watson e Crick (1953), che valse loro il Nobel nel 1962, spiegava come il DNA fungesse da materiale genetico Ma fu solo venti anni dopo che H. Smith et al. scoprirono gli enzimi di restrizione, che permisero di manipolare le molecole di DNA in modo spe-cifico per decifrare il loro contenuto informativo 25 Enzimi di restrizione Nel corso dello studio sulla causa che portava alcune cellule batteriche a migliorare la propria difesa contro le infezioni virali, infatti, rilevarono che i batteri producevano degli enzimi capaci di rompere le molecole di DNA in corrispondenza di particolari stringhe di nucleotidi Gli enzimi di restrizione possono essere isolati dalle cellule batteriche ed utilizzati come “forbici”, che permettono ai biologi di tagliare/incollare le molecole di DNA 26 Enzimi di restrizione 27 Enzimi di restrizione tagliando una molecola di DNA e determinando l’ordine dei tagli (ottenuti con più enzimi) ed il numero di frammenti, si può comprendere la specifica organizzazione e sequenza della molecola mappe di restrizione con gli enzimi di restrizione si possono isolare e manipolare sperimentalmente i singoli geni 28 Elettroforesi su gel Per genomi composti da milioni (come il genoma di E.coli) o da miliardi di coppie di basi (come il genoma umano), la scissione completa tramite enzimi di restrizione può fornire centinaia di migliaia di frammenti di DNA L’elettroforesi su gel di agarosio (o poliacrilammide) è una tecnica classicamente utilizzata per analizzare e separare tali frammenti 29 Elettroforesi su gel L’elettroforesi su gel sfrutta le cariche presenti nelle molecole di DNA o RNA (caricate negativamente, grazie alla presenza dei fosfati) per farle migrare, in un campo elettrico, attraverso il gel Il gel funge da setaccio, essendo costituito da una rete di pori, che consentono di separare le molecole in base alla loro grandezza: quelle più piccole attraversano più velocemente i pori rispetto a quelle più grandi 30 Elettroforesi su gel 31 Clonaggio Tramite il clonaggio molecolare è possibile isolare un singolo gene o, più in generale, un frammento di DNA dal genoma di un organismo e produrne molte copie identiche La disponibilità di un gene in forma pura e in grande quantità ne consente lo studio a livello molecolare 32 Clonaggio Il clonaggio coinvolge l’inserimento di frammenti specifici di DNA all’interno di trasportatori chiamati vettori, che ne permettono la replicazione e l’isolamento all’interno di cellule viventi I primi vettori che furono utilizzati derivavano da virus batterici e da DNA extra-cromosomale, detti plasmidi, presenti nelle cellule procariotiche 33 Clonaggio Tutti i vettori devono possedere le seguenti caratteristiche: Possedere una zona in cui può essere inserito il DNA esogeno (detta polylinker) Contenere le sequenze che permettono al vettore di replicarsi all’interno della cellula vivente Contenere le sequenze che conferiscono alla cellula ospite la capacità di rilevarne la presenza Dimensioni e forma tali da permettere al vettore di essere separato dal DNA della cellula ospite 34 Clonaggio 35 Reazione a catena della polimerasi La tecnica della reazione a catena della polimerasi (Polymerase Chain Reaction, PCR, K. Mullis, 1985) è un metodo che ha rivoluzionato le tecniche dell’ingegneria genetica offrendo uno strumento straordinariamente potente nell’amplificare in vitro e in poco tempo definite sequenze di DNA Questa tecnica consente di ottenere centinaia di migliaia di copie del DNA di interesse per successive caratterizzazioni (determinazione della lunghezza, della sequenza nucleotidica, etc.) La PCR sfrutta in vitro la reazione di sintesi del DNA, reazione catalizzata dalla DNA polimerasi 36 Reazione a catena della polimerasi Le molecole di DNA amplificate sono prodotte molto più velocemente ed efficacemente rispetto a quelle ottenibili dai cloni Il maggior vantaggio della PCR, tuttavia, consiste nel poter iniziare con quantità di materiale (come quelle tipicamente associate a campioni provenienti da musei, o fossili o forensi) molto minori di quanto non siano solitamente disponibili (e necessarie) negli esperimenti di clonaggio 37 Sequenziamento del DNA Il termine sequenziamento indica il processo per la determinazione della struttura primaria esatta di un biopolimero (una macromolecola), cioè dell’ordine delle basi nel caso di un acido nucleico, o degli aminoacidi nel caso delle proteine La caratterizzazione molecolare finale di un frammento di DNA consiste, infatti, nella determinazione dell’ordine, o sequenza, dei suoi nucleotidi 38 Sequenziamento del DNA Metodo di A. M. Maxam e W. Gilbert (1977): degradazione chimica del DNA Metodo di F. Sanger (1978): a terminazione di catena Hanno in comune la generazione di una scaletta di frammenti di DNA a singolo filamento, ciascuno più lungo del precedente di una base 39 Concludendo… Il DNA è la molecola che contiene l’informazione conservata all’interno della cellula L’ordine specifico dei quattro differenti nucleotidi è trascritto dalla RNA polimerasi in mRNA, che viene tradotto in proteine Per costruire le proteine vengono utilizzati venti diversi aminoacidi e l’ordine e la composizione specifica di questi “mattoni” giocano un ruolo importante nella costruzione e nel mantenimento della struttura e della funzione delle proteine 40 Concludendo… I biologi molecolari hanno a disposizione un numero piuttosto limitato di strumenti per studiare il DNA e l’informazione contenuta al suo interno Gli enzimi di restrizione tagliano la molecola di DNA quando riconoscono una determinata stringa di nucleotidi L’elettroforesi permette la separazione dei frammenti di DNA in base alla loro lunghezza ed alla loro carica Le tecniche di blotting e ibrididazione garantiscono il reperimento di specifici frammenti di DNA in una mistura Il clonaggio permette la propagazione di sequenze specifiche, per un utilizzo ripetuto La PCR garantisce una rapida amplificazione e caratterizzazione di specifici frammenti di DNA Il sequenziamento, infine, determina l’ordine dei nucleotidi, garantendo la caratterizzazione della molecola di DNA 41 42 Blotting ed ibridazione Individuare il singolo frammento di DNA che contiene uno specifico gene tra centinaia di migliaia di frammenti, anche se divisi per dimensione, è un compito impossibile L’ibridazione è una tecnica che consente di verificare la complementarietà esistente tra due molecole di acidi nucleici in base alla loro omologia di sequenza 43 Blotting ed ibridazione L’appaiamento di basi può avvenire tra due DNA, due RNA o un DNA ed un RNA Il principio della reazione consiste… …nell’esporre l’una all’altra due preparazioni di acido nucleico a singolo filamento (di cui uno marcato radioattivamente) e, successivamente, nel visualizzare (autoradiografia o colorazione) il DNA a doppio filamento che si è formato (quantificandone la radioattività incorporata) Blotting ed ibridazione La tecnica di ibridazione su filtro o membrana, detta blotting, è la più utilizzata per verificare la presenza di sequenze complementari (geni) di diversa origine, provenienti ad esempio da un altro animale o da un’altra specie Si utilizzano a questo scopo delle sonde molecolari, cioè frammenti di DNA che codificano per la proteina da analizzare 45 Blotting ed ibridazione Blotting: ibridazione su membrana 46