Tassazione ed efficienza
Rif. Rosen cap 13
Esempio
 Mario Rossi è un cittadino che consuma normalmente 10 gelati la
settimana al costo di 1 euro ciascuno. Il legislatore decide di tassare il
consumo di gelati con un’imposta pari al 25% del prezzo. Il signor
Rossi dovrebbe ora pagare il suo gelato 1,25 euro, invece decide di non
consumarne più e di spendere i 10 euro la settimana in altri beni.
Ovviamente, se Rossi non consuma più gelati le entrate tributarie
risulteranno pari a zero.
 Possiamo concludere che l’introduzione del tributo non ha avuto alcun
effetto sul signor Rossi? Non esattamente. Il signor Rossi ora sta
peggio perché a causa dell’imposta consuma un paniere di beni per lui
meno soddisfacente. Sappiamo che sta peggio perché prima
dell’introduzione dell’imposta Rossi poteva scegliere di non
consumare gelati, ma aveva scelto di acquistarne dieci la settimana
dimostrando così che li preferiva ad altri beni.
Effetti allocativi dell’imposta
• Come abbiamo evidenziato nella trattazione della Teoria dell’incidenza
e della traslazione l'introduzione di imposte, modificando i prezzi dei
beni e dei fattori ha conseguenze non solo distributive ma anche
allocative
• In particolare, l’introduzione di imposte su variabili modificabili dal
comportamento degli individui (offerta di lavoro, risparmio, consumo)
induce a modificare le loro scelte per ridurre il peso dell’imposta
• Se l’equilibrio di mercato iniziale era efficiente, ne consegue che le
scelte indotte dall'imposizione proprio perché diverse da quelle
compiute inizialmente non sono efficienti ∙
Eccesso di pressione
• Questa perdita d'efficienzaè detta eccesso di pressione
tributaria.
• Con questo termine si indica la riduzione di benessere, che
eccede quella legata al prelievo fiscale vero e proprio, e
rappresenta il vero costo sociale dell'imposta, poichè il
gettito è utilizzato per realizzare altri obbiettivi (spesa,
redistribuzione)
Eccesso di pressione
reddito di Rebecca I
2 beni: frumento e orzo
Concorrenza perfetta e mercati senza imperfezioni
Prezzi Po e Pf dati
Retta di Bilancio: pendenza – Po/ Pf
Intercetta orizzontale I/ Po
Intercetta verticale I/ Pf
Kg frumento
I
Pf
F1
Po

Pf
E1
O1
Kg orzo
I
Po
Eccesso di pressione
esempio grafico
 Supponiamo di introdurre un’imposta ad valorem d’aliquota t0
sul prezzo pagato dai consumatori per il consumo d’orzo e
supponiamo che l’imposta incida completamente sui
consumatori.
t
 Ne consegue che il prezzo dell’orzo
aumenta in proporzione
all’aliquota d’imposta. I risultati dell’analisi non cambiano se
l’imposta incide anche sul produttore ossia se il prezzo pagato
dal consumatore aumenta di un ammontare inferiore all’imposta
unitaria.
 In entrambi i casi il rapporto tra il prezzo dell’orzo e quello del
frumento aumenta e la retta di bilancio ruota intorno
all’intercetta verticale verso l’interno diventando più ripida.
Kg frumento
I
Pf
F1
E1
Po (1  to )

Pf
Po

Pf
I
I
O1
Po
Po (1  to )
Kg orzo
Eccesso di pressione
esempio grafico
Eccesso di pressione
In corrispondenza di Oa
Fb – Fa  onere tributario in termini di frumento
(Fb – Fa) x Pf onere tributario in termini monetari
I due coincidono se Pf = 1
Eccesso di pressione
esempio grafico
 Il paniere scelto da Rebecca dopo l’introduzione dell’imposta è in
corrispondenza del punto E2 su una curva d’indifferenza più bassa di
quella iniziale.
 L’introduzione dell’imposta ha ridotto il benessere del consumatore
come era ovvio aspettarsi.
 Se il valore monetario di questa riduzione di benessere è esattamente
pari al gettito, allora l’imposta non determina alcuna perdita netta di
benessere per la collettività perché il gettito sottratto al consumatore
può essere utilizzato per finanziare altre spese.
 L’imposta determina una perdita netta di benessere per la collettività, o
eccesso di pressione, solo se la perdita di benessere del consumatore,
misurata in termini monetari, è superiore al gettito dell’imposta.
Eccesso di pressione
esempio grafico
Eccesso di pressione
esempio grafico
Nel grafico precedente il gettito è il segmento GE2.
• Chiediamoci adesso qual è la misura monetaria della riduzione del
benessere. Ciò equivale a determinare la variazione equivalente (VE)
della riduzione del benessere ossia il reddito che bisogna sottrarre al
consumatore prima dell’’introduzione dell’imposta affinchè il suo
livello d’utilità sia quello che ottiene dopo l’introduzione dell’imposta
• Per poter determinare la VE spostiamo parallelamente verso il basso la
retta di bilancio iniziale fino a renderla tangente alla curva
d’indifferenza finale. Il segmento AH è la VE perché è il reddito che
bisogna sottrarre al consumatore per renderlo indifferente tra l’acquisto
dell’orzo al prezzo più alto che si ottiene dopo l’introduzione
dell’imposta e l’acquisto dell’orzo al prezzo iniziale.
Variazione equivalente
Eccesso di pressione
• Variazione equivalente: variazione del reddito che ha lo
stesso effetto sull’utilità dell’imposta pari a AH che è
uguale a GN e a ME3
Gettito d’imposta GE2
GE2 < GN
GN – GE2 = E2N (eccesso di pressione tributaria)
Tutti i tributi comportano un eccesso di
pressione?
• L’imposta in somma fissa è una forma di tassazione che prevede il
pagamento di un importo stabilito indipendentemente dal
comportamento del contribuente.
 Se lo Stato impone a Rebecca un’imposta in somma fissa pari a 100
euro, a Rebecca non resta altro da fare che pagarla, a meno di non
lasciare il Paese.
 Il tributo sull’orzo che abbiamo considerato prima, invece, non era in
somma fissa, perché l’entrata tributaria dipendeva dalle scelte di
consumo di Rebecca. Proviamo a considerare un’imposta in somma
fissa che lasci Rebecca nelle stesse condizioni in cui era dopo
l’introduzione del tributo sull’orzo.
Imposta in somma fissa
Innanzitutto, tracciamo il vincolo di bilancio con le seguenti due
caratteristiche:
 deve essere parallelo ad AD (la tassazione forfettaria sottrae denaro a
Rebecca, ma non cambia il prezzo relativo di orzo e frumento e due
vincoli di bilancio che rappresentano lo stesso rapporto di prezzo
devono essere paralleli);
 deve essere tangente alla curva di indifferenza ii per rispettare il
presupposto che Rebecca mantenga la stessa utilità raggiunta dopo
l’introduzione del tributo sull’orzo.
Kg frumento
L’imposta in somma fissa non genera eccesso di pressione
tributaria 1
(a parità di riduzione di utilità genera più gettito)
I
Pf
H
F1
E1
E2
E3
Po (1  to )

Pf
P
 o
Pf
I
I
I
O1
Po
Po (1  to )
Kg orzo
Rosso = gettito
da imposta ad valorem
< perdita di benessere
Blu = gettito
da imposta a somma fissa
= perdita di benessere
Confronto imposta in somma fissa ed imposta sulla
quantità
Neutralità dell’imposta in somma fissa
 Il vincolo di bilancio HI, tangente alla curva di indifferenza ii nel
punto E3, soddisfa entrambi i criteri. Con tale vincolo di bilancio,
Rebecca consuma O3 chilogrammi di orzo e F3 chilogrammi di
frumento. Il gettito derivante dalla tassazione in somma fissa è
rappresentato dalla distanza verticale tra E3 e il vincolo di bilancio
lordo, ossia la distanza M E3.
 M E3 è anche la variazione equivalente che misura lo spostamento
dalla curva di indifferenza i alla curva ii.
 Poiché il gettito derivante dalle imposte in somma fissa è uguale alla
variazione equivalente, abbiamo dimostrato che la tassazione in
somma fissa non causa un eccesso di pressione.
 Poiché ME3 è anche l’effetto reddito dell’imposta sull’orzo, l’eccesso
di pressione dipende dall’effetto sostituzione.
A parità di gettito, l’imposta in somma fissa genera
minore perdita di benessere dell’ imposta sulla quantità
C’è un altro modo di dimostrare che l’imposta sulla quantità determina
una perdita di benessere maggiore del gettito.
 Consideriamo un ‘imposta in somma fissa che dà lo stesso gettito di
un‘imposta sulla quantità; ciò equivale a spostare la retta di bilancio
iniziale verso il basso finchè interseca la retta di bilancio
corrispondente all’imposta sulla quantità, nel punto E2 scelto dal
consumatore .
• Come si può notare dal grafico successivo, l’imposta in somma fissa
comporta a parità, di gettito, una minore perdita di benessere
dell’imposta sulla quantità perché la curva d’indifferenza è superiore.
Poiché la perdita di benessere dell’imposta in somma fissa è uguale al
gettito, ne consegue che l’imposta sulla quantità comporta una perdita
di benessere maggiore del gettito
Kg frumento
L’imposta in somma fissa non genera eccesso di
pressione tributaria 2
(a parità di gettito genera meno riduzione di utilità)
I
Pf
F1
E1
E2
E4
Po (1  to )

Pf
P
 o
Pf
I
I
O1
Po
Po (1  to )
Kg orzo
A gettito equivalente:
Curva di indifferenza
verde più alta di quella
rossa
Eccesso di pressione
• Un tributo che modifica i prezzi relativi determina una
perdita d’efficienza perché riduce il benessere in misura
superiore a quanto è necessario per ottenere un dato gettito.
• L’imposta in somma fissa riduce il reddito del
consumatore ma non comporta una perdita d’efficienza
perché riduce il benessere in misura esattamente pari a
quanto necessario per ottenere un gettito.
Economia del benessere ed eccesso di
pressione
Senza imposta Rebecca massimizza la sua utilità quando
Po
MRSof 
Pf
Inoltre la condizione di minimizzazione dei costi (necessaria
per max profitto) è soddisfatta quando
Po
MRTof 
Pf
Economia del benessere ed eccesso di
pressione
Dopo l’introduzione dell’imposta Rebecca massimizza la sua
utilità quando
(1  to ) Po
MRSof 
Pf
Mentre la condizione relativa alla produzione
rimane immutata:
Po
MRTof 
Pf
Economia del benessere ed eccesso di
pressione
Per cui la condizione di efficienza paretiana non è soddisfatta:
(1  to ) Po
Po
MRSof 
 MRTof 
Pf
Pf
• Intuitivamente: l’imposta sulla quantità determina una divergenza tra il
prezzo lordo ed il prezzo netto e quindi tra il beneficio marginale che
deriva da un ‘unita aggiuntiva de bene ed il costo marginale dell’unità
aggiuntiva. Lo scambio di quantità aggiuntive comporterebbe un
miglioramento paretiano
• Un’imposta a somma fissa riduce il reddito del consumatore, ma non
modifica il rapporto tra i prezzi e quindi preserva l’uguaglianza tra
SMS e SMT ossia tra beneficio e costo marginale
Se la tassazione in somma fissa è tanto efficiente, perché
viene utilizzata così di rado?
• L’imposta in somma fissa è iniqua se non è differenziata
in base alla capacità potenziale di ottenere reddito degli
individui..
• Ma la capacità potenziale dipende dalle abilità individuali
che non sono osservabili dallo stato (ricordatevi il II
Teorema del benessere)
• Ne consegue che l’unico modo per differenziare l’imposta
è basarla sul reddito effettivo degli individui
• Se il reddito è esogeno e fisso allora l’imposta è in somma
fissa perché non modifica i prezzi relativi
• Ma se il reddito deriva dall’offerta di lavoro o di risparmio,
modifica i prezzi relativi e quindi crea eccesso di pressione
Le imposte sul reddito comportano un eccesso di pressione tributaria?
• Nelle figure precedenti è stato rappresentato l’effetto dell’introduzione
di un’imposta in somma fissa con spostamento del vincolo di bilancio
parallelo verso l’origine, da AD a HI.
• Questo spostamento si verificherebbe anche con un’imposta sul
reddito. Un’imposta sul reddito non modifica il rapporto tra il prezzo
delll’orzo e quello del frumento; sposta la retta di bilancio verso il
punto d’origine, lasciando la pendenza invariata.
• Forse, allora, l’imposta in somma fissa e quella sul reddito sono
equivalenti? Se il reddito fosse fisso, l’imposta sul reddito sarebbe a
somma fissa, ma se il reddito dipende dall’offerta di lavoro, allora
l’imposta sul reddito non è uguale a un’imposta in somma fissa perché
modifica i prezzi relativi del tempo libero rispetto al consumo come
dimostriamo nelle slides successive.
Imposta sul reddito da lavoro
 Supponiamo che il consumatore disponga di una dotazione di tempo
(24 ore per esempio) che può scegliere di destinare al tempo libero o al
lavoro. Per ogni ora destinata al lavoro guadagna un salario orario; ne
consegue che se destina un’ora al tempo libero perde il salario orario
 Il salario è quindi anche il prezzo del tempo libero inteso come costo
opportunità di un’ora dedicata al tempo libero ossia tutto quello che
perde se si riposa anziché lavorare.
 In questo caso la scelta di Rebecca riguarda il consumo di tre beni:
orzo, frumento e tempo libero data la dotazione di tempo a
disposizione.
 Se consuma più tempo libero vuol dire che lavora di meno e quindi
ottiene meno reddito che a sua volta comporta un minor consumo di
orzo e frumento.
Imposta sul reddito da lavoro
• Il saggio marginale di sostituzione tra tempo libero e orzo indica
quanto tempo libero è disposta a cedere (quanto lavoro è disposta ad
offrire) per ottenere un unità aggiuntiva di orzo. La stessa cosa per il
saggio marginale di sostituzione tra tempo libero e frumento.
• Il saggio marginale di trasformazione tra tempo libero e orzo indica
quanto tempo libero bisogna cedere per ottenere un unità aggiuntiva di
orzo.
• In mercati perfettamente concorrenziali il consumatore che massimizza
la sua utilità eguaglierà il SMS tra tempo libero e orzo al rapporto tra il
prezzo del tempo libero (s) e il prezzo dell’orzo e il SMS tra tempo
libero e frumento al rapporto tra il prezzo del tempo libero ed il prezzo
del frumento.Inoltre eguaglierà il SMT al rapporto tra i prezzi.
Imposta sul reddito da lavoro
3 beni: orzo, frumento e tempo libero
Senza imposta
SMSlo  SMTlo 
s
P0
s
SMSlf  SMTlf 
Pf
SMSof
P0
 SMTof 
Pf
Imposta sul reddito da lavoro
Introducendo l’imposta sul reddito
(1  t ) s s
SMSlo 
  SMT lo
Po
Po
SMS fo
(1  t ) s s


 SMT fo
Pf
Pf
SMSof 
Po
 SMTof
Pf
Solo la terza eguaglianza invariata;
con un’imposta in somma fissa tutte invariate
Imposta sul reddito da lavoro
• Da notare che un’imposta sul consumo con aliquote diverse sul
frumento e l’orzo avrebbe creato una divergenza tra SMS e SMT
relativamente a tutte le coppie di beni
• Il fatto che l’imposta sul reddito lascia invariata una eguaglianza non
consente di affermare che l’imposta sul reddito comporta una minore
perdita d’efficienza dell’imposta sul consumo con due aliquote
diverse.
• Quando una qualunque delle uguaglianze viene alterata ne deriva una
perdita d’efficienza. L’eccesso di pressione associato a ciascun sistema
deve essere confrontato con quello associato ad altri sistemi.
Determinare quale genera un maggior eccesso di pressione è una
questione empirica alla quale non si può rispondere solo in base alla
teoria.
Se la domanda di un bene non cambia quando sul bene
grava un tributo, significa che non esiste eccesso di
pressione tributaria?
• L’introduzione di un imposta in un mercato concorrenziale
genera eccesso di pressione se modifica i prezzi relativi ed
altera le decisioni prese dagli individui al fine di ridurre il
carico fiscale.
• Poiché il mercato concorrenziale è efficiente il fatto che le
decisioni sono modificate determina una perdita
d’efficienza.
Possiamo quindi affermare che, se non vi è variazione
nella domanda del bene tassato, non vi è eccesso di
pressione?
Domanda invariata (bene inferiore)
Domanda invariata (caso particolare di
domanda di un bene inferiore)
 Anche se la quantità di orzo consumato non è cambiata, c’è
eccesso di pressione.
Variazione equivalente E1S=RE3 Eccesso di pressione E2S
• Per capire questo risultato osserviamo che anche se il
consumo di orzo di Rebecca è sempre lo stesso, si riduce il
suo consumo di frumento (da F1 a F2). Nel momento in cui
il tributo sull’orzo ne muta il prezzo relativo, la scelta
avviene in corrispondenza di un diverso valore del saggio
marginale di sostituzione e la composizione del paniere è
necessariamente alterata.
Domanda invariata (bene inferiore)
effetto reddito
 Consumo di orzo immutato; consumo di frumento da F1 a
F2
 Da E1 a E2 variazione complessiva del paniere dovuta sia
all’effetto reddito che all’effetto sostituzione
 Lo spostamento da E1 a E3 è l’effetto reddito dovuto
esclusivamente al fatto che l’imposta ha ridotto il reddito,
perché i prezzi relativi sono rimasti invariati.Questo effetto
equivale a quello dell’imposta in somma fissa. Poiché
l’orzo è un bene inferiore la riduzione del reddito fa
aumentare il consumo da O1 a O3 mentre si riduce il
consumo del frumento che è un bene normale
Domanda invariata (bene inferiore)
effetto sostituzione
 Lo spostamento da E3 a E2 è dovuto esclusivamente alla variazione
dei prezzi relativi a parità di reddito reale ossia di livello d’utilità.
Questo è l’effetto sostituzione o reazione compensata all’aumento del
prezzo. Questo effetto fa ridurre il consumo dell’orzo da O3 a O2 in
modo da compensare esattamente l’effetto reddito.
• E’ l’effetto sostituzione a generare l’eccesso di pressione perché è la
variazione dei prezzi relativi ad alterare il saggio marginale di
sostituzione ed è questa variazione a far sì che non siano più
soddisfatte le necessarie condizioni per un’allocazione Pareto
efficiente dei beni. Infatti notiamo che il gettito dovuto all’effetto
reddito RE3 è maggiore di quello finale E1E2 a causa dell’effetto
sostituzione
Eccesso di pressione con domande lineari
 Abbiamo detto che l’eccesso di pressione è la differenza tra la perdita
di benessere dovuta all’imposta ed il gettito dell’imposta.
 Dall’analisi precedente risulta che l’eccesso di pressione è dovuto solo
all’effetto sostituzione ossia alla reazione compensata; per poterlo
calcolare nel mercato del bene dovremmo considerare la domanda
compensata ossia la variazione della quantità al variare del prezzo
quando il consumatore è compensato in modo da restare sulla stessa
curva d’indifferenza.
 Per semplificare l’analisi considereremo solo funzioni di domande
lineari in cui l’effetto reddito è nullo e quindi la funzione di domanda
osservata coincide con quella compensata. In questo caso se la quantità
domandata non varia vuol dire che l’effetto sostituzione è nullo e
quindi non c’è eccesso di pressione.
Eccesso di pressione e surplus del
consumatore
Area di fid:
dove
1
fd  id
2
fd  P  (1  t0 ) P0  P0  t0 P0
id  q1  q2  q
q P0 q P0
q
 


P q2 t0 P0 q2
t 0 q2
Dall’ultima espressione: q  tq2
Per cui id  tq2
Sostituendo
1
fd  id  t0 P0t0 q1  P0 q1t02
2
Con un semplice calcolo algebrico si ottiene:
1
2
Area fid  P0 q1t0
2
Dove  è il valore assoluto dell’elasticità compensata della domanda al prezzo
dell’orzo.
Dall’osservazione di questa relazione si possono trarre le seguenti
osservazioni:
1.
l’eccesso di pressione cresce al crescere dell’elasticità delle domanda
(compensata) in valore assoluto;
2.
l’eccesso di pressione cresce al crescere della spesa iniziale per il bene su
cui grava il tributo, Poq1
3.
l’eccesso di pressione cresce più che proporzionalmente all’aumentare
dell’aliquota. Ciò implica che l’eccesso di pressione marginale, misurato
dalla derivata dell’eccesso di pressione rispetto all’aliquota, è crescente
nell’aliquota d’imposta
Eccesso di pressione e aliquota d’imposta
• L’intuizione economica del risultato 3 è la seguente:
 Piccole deviazioni dall'equilibrio concorrenziale non comportano una
grande perdita di benessere sociale perchè il beneficio per i
consumatori dell'ultima unità scambiata è molto vicino al prezzo di
mercato (e quindi il consumer surplus è nullo).
 A mano a mano che il mercato si allontana dall'equilibrio
concorrenziale , un imposta che riduce ulteriormente la quantità
comporta una perdita via via maggiore di benessere perchè la
valutazione marginale dei consumatori è superiore al prezzo di mercato
(e quindi la riduzione di un unità comporta una perdita di surplus data
dalla differenza tra beneficio marginale e prezzo di mercato)
Eccesso di pressione e aliquota d’imposta
• Il risultato 3 ha due implicazioni economiche importanti:
1. Imposte con aliquote basse comportano perdite
d’efficienza minori di imposte con aliquote elevate; ne
consegue che se lo stato deve ottenere un ammontare di
gettito dalla tassazione di beni, è più efficiente tassare più
beni con aliquote più basse che tassare meno beni con
aliquote più alte
2. L’introduzione dell’imposta in mercati caratterizzati da
distorsioni preesistenti genera una maggiore perdita
d’efficienza se la quantità iniziale era inferiore a quella
efficiente (esternalità positiva, monopolio).
Distorsioni pre-esistenti
grafico 20-4 lucidi saez
 Consideriamo il seguente esempio. Ci sono due mercati: nel primo
(grafico a) non ci sono distorsioni e l’equilibrio Q1 è efficiente; nel
secondo (grafico b) ci sono esternalità positive: la quantità d’equilibrio
Q2 è inferiore alla quantità efficiente Q1.
 L’introduzione di un’imposta specifica in entrambi i mercati determina
una riduzione della quantità da Q1 a Q2 nel primo mercato e da Q2 a
Q3 nel secondo mercato.
 La perdita d’efficienza nel secondo mercato (area GEFH) è molto
superiore a quella del primo mercato (area ABC) perché le unità che
non sono più prodotte sono quelle in corrispondenza delle quali il
beneficio marginale sociale è molto superiore al costo marginale
sociale.
Distorsioni pre-esistenti
• Lo stesso risultato si ottiene nel caso di mercati imperfettamente
concorrenziali come il monopolio. Poiché la quantità d’equilibrio è
inferiore a quella efficiente, l’introduzione di un’imposta specifica in
un mercato monopolistico comporta una perdita d’efficienza maggiore
di quella derivante dall’introduzione della stessa imposta in un mercato
concorrenziale.
• Risultati opposti si ottengono nel caso in cui la quantità d’equilibrio è
superiore a quella efficiente come, per esempio, nel caso di esternalità
negative. In questo caso l’imposta piguviana è proprio uno degli
strumenti per correggere la perdita d’efficienza del mercato.
Distorsioni pre esistenti
• Un altro esempio in cui l’introduzione di un’imposta in un mercato
concorrenziale può comportare un guadagno in termini d’efficienza è
quello di beni sostituti.
• Supponiamo che un consumatore sia disposto a sostituire il gin con il
rum e che sul rum gravi un’imposta che crea un eccesso di pressione
pari al triangolo della Figura che abbiamo appena illustrato.
• Immaginiamo ora che il legislatore decida di imporre un’imposta
anche sul gin. Quale eccesso di pressione tributaria si creerà sul gin?
Distorsioni preesistenti
e teoria del second best
• Se il gin e il rum sono tra loro sostituibili, l’aumento dei prezzi del gin
indotto dall’imposta aumenta la domanda di rum. La quantità di rum
domandata aumenta.
• Poiché il rum era già tassato, se ne consumava “troppo poco” e l’aumento
di consumo indotto dall’imposta aiuta a riportare il consumo al suo
livello efficiente, così che nel mercato del rum si ottiene maggiore
efficienza, cosa che compensa l’eccesso di pressione tributaria che grava
sul mercato del gin.
• In teoria, l’imposta sul gin potrebbe ridurre l’eccesso di pressione
tributaria complessivo. Questo è un esempio della teoria del second
best: in presenza di una preesistente distorsione, politiche che da sole
dovrebbero creare distorsioni, possono ridurle o viceversa
L’eccesso di pressione creato dai
sussidi
Eccesso di pressione dei sussidi
• La quantità d’equilibrio è aumentata e il prezzo pagato dai consumatori
si riduce in misura esattamente pari al sussidio. Poiché l’offerta è
infinitamente elastica il sussidio si trasla interamente sui consumatori.
• Il costo del sussidio per lo stato è il prodotto dell’aliquota s per la
nuova quantità d’equilibrio: l’areadel rettangolo nvuq
• L’aumento del surplus del consumatore:area del trapezio nouq
• L’eccesso di pressione è la differenza tra il costo del sussidio e
l’aumento del surplus: area del triangolo ovu.
• L’eccesso di pressione deriva dal fatto che il sussidio induce ad
aumentare il consumo al di sopra della quantità efficiente, dove il
beneficio marginale che si ottiene dal bene è inferiore al costo
marginale
Distorsioni pre-esistenti
• Come per l’imposta anche l’introduzione dei sussidi può comportare
un guadagno d’efficienza.
• Ciò si verifica in tutti i casi in cui la quantità d’equilibrio è inferiore a
quella efficiente: esternalita positive, monopolio
• Fornite degli esempi con grafici