Diapositiva 1 - Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo

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Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo
Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale
Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo
Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche
LA DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA
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•
•
•
L’ATTIVITÀ DI DISTRIBUZIONE
LA STRATEGIA DI DISTRIBUZIONE
LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
–
–
–
–
•
Le fasi della strategia di comunicazione
Il piano media
Il pubblico di riferimento
Contenuti e risultati della strategia di comunicazione
LE OPZIONI DI DISTRIBUZIONE
– La distribuzione major
– La distribuzione indipendente
– Le altre alternative
•
•
GLI ACCORDI TRA PRODUTTORE E DISTRIBUTORE
DISTRIBUZIONE E TIPOLOGIE DI PRODOTTO
– Due esempi a confronto
• Batman Forever
• Pulp Fiction
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• L’ATTIVITÀ DI DISTRIBUZIONE
– Dopo la lavorazione e il montaggio della
pellicola, la versione finale del film viene
trasferita al distributore, cioè…
– il soggetto responsabile della sua
commercializzazione attraverso uno o più
territori e/o canali
– Due componenti dell’attività:
• gestione fisica dei supporti
• gestione commerciale dei contenuti
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• Output società di produzione: il film
• Output società distribuzione: catalogo di titoli
destinato ad essere commercializzato sul
mercato primario e sui mercati secondari
• Pertanto, occorre decidere:
– composizione del catalogo (listino)
• ampiezza
• tipologia
– commercializzazione dei titoli nei diversi mercati
• strategia di distribuzione
• strategia di comunicazione
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• LA STRATEGIA DI DISTRIBUZIONE
• Schema di distribuzione (release pattern)
• Data di uscita (release date)
– Ciclo di vita breve
– Andamento declinante nel tempo
• eccezione: “sleeper”
– Rapida e frequente introduzione di nuovi
prodotti
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• Schemi di distribuzione:
– Distribuzione generale (wide release)
– Distribuzione generale modificata (modified
wide release)
– Distribuzione selezionata (limited run o
“platform release”)
– Distribuzione a ombrello (umbrella booking)
– Test di distribuzione (test booking)
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• Data di uscita:
– stagionalità
– concorrenza
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• LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
– Le fasi della strategia di comunicazione
• Pre-produzione:
– Ricerche di mercato
– Creatività
– Pubblicità
• Produzione:
–
–
–
–
–
Realizzazione teaser trailer / trailer
Publicist
Fotografo di scena
Making of (o “featurette” o “dietro le quinte”)
Ricereche di mercato
• Pre- distribuzione:
–
–
–
–
–
Redazione budget distribuzione
Spedizione materiale pubblicitario ai punti vendita (sale)
Implementazione piano media
Attività “publicity”
Attività “promozionali” (tie-in)
• Distribuzione internazionale
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• Il piano media:
– obiettivi
• creazione di interesse per il prodotto (awareness)
• creazione dell’intenzione di acquisto (want to see)
– canali
• quotidiani
• riviste
• televisione
– free (copertura, frequenza, gross rating points o GRP)
– pay
– “trailer program”
• radio
• affissione
• internet
– strumenti
• “flani”
• spot radio e tv
• manifesti
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• Il pubblico di riferimento
– Il consumo di film è sempre stato considerato
un’attività sociale:
• riservata essenzialmente ai giovani
• con frequenza decrescente all’aumentare dell’età:
– aumento % popolazione adulta decremento
prospettico biglietti venduti
– effetto “contenimento” dovuto all’esperienza pregressa di
spettatori
– aumento altri canali (HV in primis), sebbene HV
sostituisca più la TV che il cinema
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•
Motivazioni per il consumo insala:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
attività divertente e piacevole
passatempo
socializzare
evadere
esaltarsi
apprendere e ricevere informazioni
migliorare l’umore
avere argomenti di conversazione
comprendersi meglio
alleviare la solitudine
rilassarsi
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• Oggi il consumo di cinema non è più
indifferenziato, ma segmentato
– ci sono infatti diversi schemi di distribuzione
• Ci sono consumatori con diversi gradi di
coinvolgimento:
– consumatori esperti
• sono disposti a pagare un prezzo più alto
– consumatori abituali
• potrebbero posporre l’acquisto pagando meno in mkt
secondari
– progresso tecnologico + servizi (comfort) =
soddisfazione dei bisogni di diversi segmenti
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• Variabili per la segmentazione:
– benefici ricercati
• per esempio:
– spettatori “sociali” (intrattenimento e socializzazione)
– spettatori “apatici” (poco motivati, accompagnano altri)
– spettatori “appassionati” (soprattutto interessati al film)
– la più importante è:
• per la decisione di vedere un film: età
• per la frequenza del consumo: età e stato civile
– altre variabili:
• istruzione (tendenzialmente di livello più elevato dei non-spettatori)
• sesso (poco rilevante, se non per tipologia di film)
• reddito (non correlato col consumo: più aumenta, più costa il tempo
libero)
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• Effetti delle componenti del marketing mix sui
segmenti individuati per età (giovani, adulti,
adulti 60+):
– Prodotto (star, storia, genere, regista, effetti speciali,
musica)
– Pubblicità-promozione (mezzi e canali per
raggiungere i consumatori: media, anteprime, trailer,
merchandising, critiche, premi)
– Posizionamento (cicli di visione nelle sale e sale vs
HV)
– Prezzo (sistema di selezione, o “price tiering”, che
separa il mkt primario da quelli secondari: prezzo
declinante = minor valore attribuito al prodotto)
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• Risultati. Per tutti i gruppi:
– aspetti sociali (posizionamento): sono i più importanti
– il film in sé non è la ragione principale nella scelta di
vedere un film, né in sala, né a casa
– i diversi segmenti amano film diversi (possono esserci
ampliamenti del target originale)
– i giovani sono più inclini alle commedie
– trama e genere (prodotto) sono importanti, ma…
– il processo decisionale è basato su un insieme
complesso di variabili
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• In generale:
– la decisione di andare al cinema prevale sulla decisione di
vedere uno specifico film
– gli effetti dell’età aumentano l’importanza di fattori legati a:
• convenienza nel raggiungere la sala
• ambiente
• comfort
– i giovani considerano prezzo e pubblicità come 2ª e 3ª variabile
più importante (adulti: pubblicità = 4ª; 60+ = 3ª)
– l’importanza del prezzo diminuisce con l’età
– più elevato è il livello di istruzione, più importante è il prodotto
– posizionamento: meno importante per i professionisti vs
lavoratori dipendenti
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• I film ottengono successo attraverso:
– elevata penetrazione del mercato
– differenziazione del prodotto
– spese consistenti
ricerca di un profitto elevato in un periodo
molto ristretto
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• Il mkt delle sale continua ad essere il canale con
margini medi unitari più elevati
• grande enfasi viene posta sulla promozione a
ridosso dell’uscita. Motivo: ciclo di vita del
prodotto
– nel mkt primario i successi restano in
programmazione alcune settimane, i fiaschi molto
meno
– nel mkt HV il ciclo di vita ha durata indefinita e la
disponibilità può non esserci solo temporaneamente
(DVD già noleggiato)
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• Per il consumo HV non vale la stessa segmentazione
“theatrical”. Variabile di segmentazione più rilevante:
– presenza figli di età inferiore a 18 anni
• diverso ciclo di vita e costante disponibilità di prodotto:
minore differenziazione offerta
• I criteri di scelta per vedere un film in sala sono diversi
ma esiste un legame tra consumo frequente TH e
consumo frequente HV
• Dopo aver scelto un titolo da vedere in HV, se non è
disponibile può essere sostituito senza costi eccessivi. Il
film inizialmente richiesto può essere visto
successivamente. Al cinema, con i multiplex, se per il
film scelto non ci sono posti, se ne può scegliere un
altro, ma le opzioni sono limitate
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• Contenuti e risultati della strategia di
comunicazione
–
–
–
–
–
Cosa comunicare al pubblico?
C’è un numero molto elevato di prodotti sul mercato
Il pubblico usa informazioni correnti
I limiti temporali sono ridotti (alta rotazione)
Le imprese cercano di limitare incertezza e volatilità
della domanda:
• aumentando la riconoscibilità del film
• creando interesse attorno ad esso
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•
Due modalità principali:
1. Impiego di risorse soprattutto creative che hanno
ottenuto successo in film precedenti
–
–
Star
Storia (formule narrative, generi, sequel)
2. Impiego di elevate risorse finanziarie nella
distribuzione del film
–
influenzano il numero iniziale di spettatori, poi contano le
“cascate informative”
Sono strategie rischiose, ma meno sfavorevoli; in
alternativa, strategia di portafoglio
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• Altri fattori:
– passaparola
• importante soprattutto per gli indipendenti
• gli adulti tendono ad aspettare prima di vedere un film
– critica
• risultati di ricerca contrastanti
• divergenza dal giudizio del pubblico (convenzione vs
innovazione)
• certificazione della qualità del prodotto (“beni di esperienza”)
citazione della critica in pubblicità (“quotes”)
 giovani: pubblicità + passaparola
adulti: passaparola + critica
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• Il ruolo dei festival:
– mezzi persuasivi per ottenere un contratto di
distribuzione
– test di mercato
– promozione del prodotto (major)
– sostituzione delle sale d’essai (pubblico)
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•
LE OPZIONI DI DISTRIBUZIONE
a) La distribuzione major
b) La distribuzione indipendente
c) Le altre alternative
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a) La distribuzione major
•
Le major hanno:
•
•
•
impianti di produzione
fonti di finanziamento interno
reti di vendita (film exchange) negli USA e nel
mondo
•
negli USA acquisiscono dagli indipendenti circa la metà
dei film distribuiti, il resto è prodotto internamente
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• Le major sono un unico “gruppo strategico”,
perché presentano forti similarità in termini di:
–
–
–
–
struttura
scala di attività
raggio d’azione
controllo di risorse simili:
•
•
•
•
finanziarie
tecnologiche
distributive
umane
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• Le major sono, attualmente:
– Buena Vista – Walt Disney
– Warner Bros (Time Warner)
– Universal (General Electric)
– 20th Century Fox (News Corp.)
– Sony
– Paramount
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• Il comparto della distribuzione è caratterizzato da elevata
concentrazione (pochi distributori detengono ampie
quote di mercato)
• In molti paesi le major distribuiscono parte dei loro
prodotti attraverso distributori locali
• Esiste una “scala minima efficiente” legata alla
dimensione delle strutture di distribuzione (costi non
recuperabili) numero masimo di imprese che può
operare contemporaneamente con profitto
• Le major hanno un vantaggio sostenibile perché:
– finanziano film di budget elevato e non recuperabile (maggiori
possibilità di successo di grandi dimensioni)
– logica di portafoglio
così scoraggiano i tentativi di ingresso
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• Le mini-major:
– controllano una rete di vendita nazionale
– non hanno strutture di produzione o
distribuzione internazionale
– utilizzano sub-distributori all’estero
– sono state acquisite dalle major:
• Fine Line (WB)
• Miramax (BV)
– In Europa il loro ruolo è sostituito da
distributori nazionali
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• In Italia:
– Major:
•
•
•
•
•
Buena Vista
Sony
Universal [+ Paramount]
20th Century Fox
Warner Bros
– “Major” locali:
• Medusa (Fininvest)
• 01 Distribution (Rai)
• Filmauro (Aurelio De Laurentiis)
– “Indipendenti” locali:
•
•
•
•
BIM
Lucky Red
Mikado (De Agostini)
Istituto Luce (Cinecittà Holding)
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b) La distribuzione indipendente
•
Negli USA operano
•
•
•
•
•
•
in mercati regionali o…
solo in aree metropolitane
Per distribuire a livello nazionale e internazionale si
sostengono costi non recuperabili barriera
all’entrata
Per gli indipendenti non ci sono grandi barriere
(“mercato contendibile”)
Non operano con regolarità
Sopravvivenza aleatoria (domanda incerta)
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c) Le altre alternative
•
Accordo “four wall” (noleggio sale):
•
•
•
il produttore affitta direttamente le sale in cui proiettare il
film in cambio di un corrispettivo fisso
il produttore trattiene gli incassi e avrà profitti se copre il
canone d’affitto e le spese pubblicitarie
Accordo “rent a distributor” (noleggio rete di
vendita):
•
•
•
il produttore affitta il sistema di distribuzione e raccolta
incassi
paga direttamente per il P&A
versa al distributore una quota inferiore rispetto al PDF
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• Strategie di distribuzione:
– il consumo di film:
• ha una distribuzione aleatoria
• è fortemente concentrato su pochi titoli
– i film che incassano di più sono distribuiti dalle major
– il prodotto tipico delle major è il “blockbuster”
•
•
•
•
film a elevato budget
con forte contenuto spettacolare
destinato al mercato di massa
in caso di successo (non certo), le dimensioni del successo
saranno molto grandi
per questo le major si concentrano sui blockbuster e gli
indipendenti sui “low budget” per segmenti specifici di
pubblico
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• Esistono diversi “stili di marketing” per blockbuster e indipendenti
– blockbuster:
•
•
•
•
•
•
pubblico di grandi dimensioni
molte sale
alti investimenti pubblicitari
co-marketing (promotional tie-in: associazione a prodotti esistenti)
merchandising (diritti di sfruttamento elementi film: prodotti originali)
colonna sonora
– indipendente:
•
•
•
•
•
•
pubblico di nicchia
sale specializzate
passaparola
critica
festival
potenziale “crossover” verso altri segmenti
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• Gli accordi tra produttore e distributore
– Esistono varie tipologie di contratto
– Gran parte dei costi sono sostenuti nelle fasi
iniziali del processo di produzione
– Le negoziazioni avvengono in condizioni di
grande incertezza sul potenziale incasso
– I vari metodi per allocare costi e ricavi tra le
parti possono generare risultati assai diversi
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• Altro fattore di incertezza:
– i vari soggetti sono remunerati con un percorso
inverso rispetto alla logica di sostenimento dei costi:
• il produttore negozia con il distributore prima che questi
negozi con l’esercente
• il profitto del produttore dipende allora anche dai contratti tra
distributore e esercente, che lui non controlla. Può accadere
che:
– il distributore “sovrapromuove” un film di successo
– il distributore può negoziare un contratto con esiti indifferenti
per l’esercente ma non per il produttore (90/10)
– l’esercente può praticare prezzi ridotti e compensare i minori
incassi con maggiori vendite di “concessions”
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• Gli accordi:
– elementi comuni:
• servizi di base del distributore:
–
–
–
–
duplicazione copie
pianificazione e realizzazione pubblicità
distribuzione fisica copie
corrispettivo richiesto
• inoltre:
–
–
–
–
suddivisione incassi
territori
impegno del distributore a investire una somma minima in P&A
tempi di consegna dei materiali dal produttore al distributore
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•
La remunerazione del distributore:
–
Due forme:
•
“Net”: i distributori, prima di rimborsare il produttore,
deducono dagli incassi ricevuti dagli esercenti:
–
–
•
1.
2.
3.
4.
5.
commissione (o quota) di distribuzione
P&A
“Gross”: il produttore viene rimborsato direttamente dagli
incassi ricevuti dal distributore
Net deal
50/50 net deal
First dollar gross
50/50 first dollar split
modified gross deal
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1. Net deal
–
i distributori, prima di rimborsare il produttore,
deducono dagli incassi ricevuti dagli esercenti:
–
–
–
commissione (o quota) di distribuzione (è una %)
P&A (sono spese fisse)
con la somma ricevuta il produttore, prima di
remunerare l’investimento per la produzione,
rimborsa altre voci di costo del negativo:
•
•
•
•
•
•
quota di spese generali (ricerca e sviluppo)
interessi per il finanziamento
tasse
controllo incassi
differimenti
commissione per il produttore (producer’s fee)
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2. 50/50 net deal
•
variante del precedente:
•
i distributori deducono dagli incassi ricevuti dagli
esercenti:
– P&A (sono spese fisse)
•
•
invece di rimborsare con l’intera differenza il
produttore, dividono a metà: 50/50
svantaggio del produttore rispetto al sistema
precedente
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3. First dollar gross:
–
–
–
il produttore riceve inizialmente una quota sugli
incassi (30%) che resta costante fin quando gli
incassi non abbiano superato un multiplo delle
spese del distributore
successivamente, la quota del produttore aumenta
si ha tipicamente:
•
•
quando il produttore ha finanziato direttamente il progetto
quando il pacchetto di input assemblato è considerato
particolarmente valido
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Laurea Triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo
Curriculum Arti e Tecniche dello Spettacolo Digitale
Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo
Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche
4. 50/50 first dollar split:
•
•
il produttore riceve da subito una quota del
50% degli incassi
non è previsto alcun anticipo per il
produttore
Alberto Pasquale © 2007
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Corso Economia del Cinema – Principi economici e variabili strategiche
5. Modified gross deal:
•
•
il produttore riceve un anticipo (che può
servire a completare il film)
in seguito riceve la sua quota solo dopo che
il distributore ha recuperato un multiplo
dell’anticipo e, in certi casi, anche le spese
di distribuzione
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Insegnamento Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo
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NET DEAL
50/50 NET DEAL
GROSS DEAL
Incassi distributore
Quota distributore (30%)
Differenza
Spese distribuzione
Quota produttore
10.000.000
-3.000.000
7.000.000
-5.000.000
2.000.000
Incassi distributore
Spese distribuzione
Differenza
Quota distributore (50%)
Quota produttore (50%)
10.000.000
-5.000.000
5.000.000
2.500.000
2.500.000
Incassi distributore
Quota produttore (30%)
Differenza
Spese distribuzione
Quota distributore
10.000.000
-3.000.000
7.000.000
-5.000.000
2.000.000
Incassi distributore
Quota distributore (30%)
Differenza
Spese distribuzione
Quota produttore
30.000.000
-9.000.000
21.000.000
-10.000.000
11.000.000
Incassi distributore
Spese distribuzione
Differenza
Quota distributore (50%)
Quota produttore (50%)
30.000.000
-10.000.000
20.000.000
10.000.000
10.000.000
Incassi distributore
Quota produttore (30%)
Differenza
Spese distribuzione
Quota distributore
30.000.000
-9.000.000
21.000.000
-10.000.000
11.000.000
Più conveniente al produttore:
• quando il film ha successo
• quando spese distrib < quota distrib
Più conveniente al produttore:
• quando il film non ha successo
• quando spese distrib > quota distrib
• Protegge il produttore dai rischi di insuccesso
• Riduce i guadagni in caso di successo
• (se le spese non aumentano in proporzione ai ricavi)
Alberto Pasquale © 2007
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