Modernizzazione e sviluppo delle aree arretrate

Modernizzazione e sviluppo
delle aree arretrate
Teorie della modernizzazione
in senso stretto
Utilizzo degli strumenti
concettuali elaborati da
Talcott Parsons
(1902-2979)
Società come sistema
di parti interdipendenti
(strutture) che devono
assolvere una serie di
funzioni
Studi con approcci diversi
• Alcuni si concentrano sugli aspetti
culturali e strutturali
• Altri mettono più a fuoco gli aspetti e i
problemi politici
• Altri ancora insistono sul processo di
formazione della personalità
• Infine molti individuano stadi di sviluppo
(un percorso verso la modernità)
Tuttavia, nucleo comune:
Idea che i paesi economicamente arretrati
siano caratterizzati da un modello di società
tradizionale, costituito da un sistema di
elementi culturali e strutturali tra loro
strettamente interdipendenti
La forza di resistenza della tradizione,
a livello culturale, strutturale e della
personalità, costituisce l’ostacolo primario
che è necessario superare per procedere
sulla strada dello sviluppo economico e
avvicinarsi al modello della società moderna,
identificata con i paesi occidentali
Approcci struttural-funzionalisti
Attenzione agli
orientamenti
culturali delle società
tradizionali
1.Relazioni economiche dipendono
dall’ascrizione (piuttosto che dal principio di
prestazione): posizioni e beni assegnati in
base a criteri di appartenenza (età, sesso,
famiglia, razza, etnia, casta, ecc.)
2.Particolarismo (criteri di valutazione dei
soggetti mutano in base alle loro caratteristiche)
3.Scarsa specializzazione dei ruoli
4.Azione sociale ed economica improntate al
rispetto delle routine tradizionali
Scarsa differenziazione strutturale delle
sfere di attività
Limitata divisione del lavoro
Da cosa dipende allora l’avvio della
modernizzazione?
Formarsi di nuove
èlite intellettuali,
politiche,
economiche che
introducono
innovazioni rispetto
ai modelli tradizionali
Crescita della
imprenditorialità
(riferimento alle teorie
di Sombart e Simmel)
Governare le tensioni
e situazioni
conflittuali che
derivano
dall’indebolimento dei
modelli culturali e
delle strutture sociali
tradizionali
Affrontare una serie
di sfide (ricostruite a
partire
dall’esperienza
storica dei paesi
occidentali)
1. Costruzione dello stato
2. Costruzione della nazione (costruzione
dell’identità nazionale)
3. Legittimazione delle nuove èlite politiche
4. Partecipazione della popolazione (processo
di democratizzazione)
5. Distribuzione delle risorse (maggiore
uguaglianza sociale)
Approcci incentrati sulla formazione
della personalità moderna
Influenza della psicologia sociale
Il contatto con le società occidentali come
fattore fondamentale che stimola il
cambiamento
Si innesca un processo che è già stato seguito
dalle società occidentali, con la medesima
sequenza
Aspetti essenziali di tale sequenza (misurabili)
1. Crescita dell’urbanizzazione
2. Crescita dell’alfabetizzazione
3. Diffusione dei mezzi di comunicazione
di massa
4. Propensione alla mobilità
Personalità mobile (caratterizzata da
razionalità ed empatia, ossia capacità di
identificarsi con gli altri e desiderio di essere
simili a loro migliorando la propria condizione,
maggiore partecipazione economica e politica
Approcci che individuano
stadi di sviluppo
Contributo più importante Walt Rostow, Gli
stadi dello sviluppo economico
Approccio di storia economica, sequenza più
dettagliata e complessa di stadi di sviluppo
1.
2.
3.
4.
5.
Società tradizionale
Precondizione per il decollo
Decollo economico
Spinta verso la maturità
Fase degli elevati consumi di massa
«Intrusione» da parte delle società
più sviluppate (per via di una
occupazione militare, o indirettamente)
Ruolo essenziale delle
nuove èlite politiche
Shock per la
società tradizionale
Reazione
Decollo industriale
(misure per la trasformazione
dell’agricoltura, la formazione
di un mercato nazionale,
creazione di un sistema
fiscale, infrastrutture,
istruzione, ecc.
Vantaggi (rispetto ai paesi già sviluppati)
Nuove tecnologie
Maggiori possibilità di prestiti internazionali
Svantaggi
Aumento della popolazione
Necessità di un reddito maggiore
Disoccupazione
Tensioni e conflittualità politica (maggiori
aspirazioni al consumo, più forti frustrazioni)
Strada verso l’industrializzazione segue
passaggi obbligati
Ma che possono essere realizzati con
strutture istituzionali differenti
(nazionalismo, comunismo)
Alla lunga tendenza alla convergenza
istituzionale
Critiche alle teorie della
modernizzazione in senso stretto
Debolezza empirica
Si cercava di mettere a fuoco i fattori istituzionali
che rischiavano di compromettere le potenzialità di
sviluppo economico
Ma più in termini teorici che empirici. Nessuna
ricerca comparata sui concreti processi di sviluppo
dei paesi arretrati
Riferimento all’esperienza storica delle società
occidentali
Smentita dalle
concrete
esperienze
storiche dei paesi
in via di sviluppo:
difficoltà
economiche;
tensioni sociali e
politiche
Ipotesi dei «fallimenti» e dei «blocchi»
della modernizzazione
Visione etnocentrica
L’esperienza dei paesi
occidentali è
considerata non solo
inevitabile, ma anche
come modello positivo
al quale i paesi arretrati
devono adeguarsi per
migliorare le condizione
delle loro società
Varietà delle società tradizionali e
delle società sviluppate
Elementi culturali e
strutturali, sia tradizionali
che moderni, sono
presenti in varia misura e
in diverse combinazioni
nei paesi non sviluppati e
in quelli sviluppati (per
esempio legami familiari,
credenze religiose, valore
della imprenditorialità,
strutture burocratiche, ecc.)
Non necessariamente il cambiamento di un
elemento della società comporta l’adeguamento
di altri elementi (come accaduto nei paesi
occidentali)
Idea della «modernità selettiva» (per esempio
dei mezzi di comunicazione, dei consumi, delle
strutture militari
Lo sfruttamento internazionale –
L’approccio dipendentista
Idea che l’incremento dei contatti con i paesi
industrializzati (l’integrazione nel mercato
internazionale) invece di favorire lo sviluppo
provochi una situazione di sotto-sviluppo
Tre meccanismi
1. Inserimento dipendente nel mercato
internazionale – scambio ineguale materie
prime e prodotti agricoli con prodotti
industriali
2. Penetrazione diretta del capitale straniero
nella produzione di materie prime e prodotti
agricoli e nel settore industriale
3. Ricorso crescente a prestiti internazionali –
Indebitamento – Aumento degli interessi
attivi per i paesi centrali
Ruolo poco
propulsivo della
borghesia,
subalterna agli
interessi dei paesi
centrali.
Pronta a
sostenere
soluzioni
autoritarie
Necessità di un intervento «dall’alto»
dello stato per ridefinire l’inserimento
nella divisione internazionale del lavoro
La nuova political economy
comparata
Consapevolezza dei limiti della teorie della
modernizzazione, ma anche della teoria della
dipendenza (elevata generalizzazione, incapacità
di cogliere la crescente differenziazione dei
processi di cambiamento)
Idea che per comprendere meglio i fenomeni
fosse necessario servirsi di comparazioni tra un
numero limitato di casi
Primi studi di political economy
comparata
Attenzione sul ruolo dello stato
Fattori esterni
Far prevalere gli aspetti più favorevoli
allo sviluppo
Successo delle strategie di industrializzazione
Fattori che influenzano l’efficacia dell’intervento
dello stato?
1. Burocrazie statali competenti e orientate al
servizio di interessi collettivi
2. Leadership politica orientata allo sviluppo
autonoma da interessi particolaristici
Studi più recenti di political
economy comparata
Attenzione sul rapporto tra
Politiche dello stato
«dall’alto»
Strutture socio-culturali «dal basso»
Stato e capitale sociale
Successi e insuccessi nei processi di sviluppo
devono essere spiegati guardando non solo
l’intervento dello stato, ma anche dalla presenza
di una buona dotazione di capitale sociale,
ossia di reti di relazioni cooperative tra i soggetti
economici
Autonomia radicata degli stati, non solo
autonomia da interessi particolaristici, ma
capacità di connettersi alle èlite economiche
Caratteristiche dell’industrializzazione
Enfasi sulle forme di organizzazione dell’attività
produttiva e sulle relazioni di lavoro
Prende spunto da una comparazione tra il
percorso di sviluppo giapponese e quello cinese
Percorso giapponese
È guidato «dall’alto», dalle èlite politiche (con
stretti rapporti con i rappresentanti delle imprese)
Riferimento all’esperienza dei paesi occidentali
(in particolare a quella tedesca)
Creazione di grandi gruppi di imprese
(con attività manifatturiere, banche, ecc.)
sforzo collettivo per…
Confucianesimo
(obbligo di
sottomissione
all’autorità)
Rivalità con la Cina (timore di
non riuscire a competere con
la stessa forza dei cinesi nel
commercio)
Punta a una capacità di produzione autonoma
piuttosto che a una specializzazione nel commercio
Dopo la seconda guerra mondiale il
modello si è consolidato e ha
alimentato il grande sviluppo del
Giappone
Percorso cinese
Spinta «dal basso», attraverso la crescita di
imprese familiari (imprenditori che provengono
dal commercio, dall’artigianato, dall’agricoltura)
Importanza di fattori culturali nell’affermazione/
prevalenza delle piccole imprese familiari
L’impresa non si separa dalla famiglia e non cresce
verticalmente
Crescita avviene in orizzontale, con la creazione di
altre piccole e medie imprese, guidate da altri
familiari o amici (compartecipano alla produzione –
scambio di beni e servizi)
Reti (basate su relazioni
fiduciarie e obblighi di
reciprocità)
Norme sull’eredità
(distribuzione dei beni tra
tutti i figli maschi)
Inizialmente con carattere commerciale, poi
produzione di beni di consumo (tessile,
abbigliamento, prodotti per la casa)
Fondamentale ruolo dei flussi di emigrazione,
alimentati da catene locali.
E gli emigrati
mantengono
rapporti intensi
anche economici
con i luoghi di
origine
Oltre ai fattori socio-culturali, ruolo rilevante dei
fattori di domanda esterni
Dominio delle multinazionali della grande
distribuzione (Wall-Mart, Gap, Limited, ecc.)
che possono scegliere dove e che cosa produrre
(grazie anche ai minori costi di trasporto, alle nuove
tecnologie, all’ampliamento dei mercati)
I produttori cinesi offrono oltre che il vantaggio di
un minor costo, quello di una maggiore
adattabilità, una maggiore capacità di
rispondere velocemente alle richieste,
standard qualitativi adeguati
La transizione dei paesi
postcomunisti verso
l’economia di mercato