Glossario essenziale di economia
Bilancio dello Stato: documento che contiene l'indicazione delle entrate e delle uscite dello Stato in un dato periodo di
tempo (normalmente un anno ). Il bilancio può essere in pareggio se le entrate sono pari alle uscite, in avanzo quando
sono maggiori le entrate, in disavanzo quando sono maggiori le uscite (quindi il disavanzo del bilancio o deficit è la
differenza fra entrate e uscite).
Camera del lavoro: organizzazione locale di difesa degli interessi delle varie categorie di lavoratori, su base
territoriale.
Cassa integrazione: sostegno economico che l'INPS riconosce ai lavoratori che abbiano perduto il lavoro per motivi di
forza maggiore legati a crisi economiche strutturali di singole aziende o di interi settori economici, pari a circa il 75%
della retribuzione.
Confindustria: abbreviazione di Confederazione generale dell'industria italiana, potente associazione di categoria nata
a Torino nel 1910, che rappresenta in Italia gli interessi delle imprese manifatturiere e di servizi; è sempre stata in grado
di condizionare pesantemente le scelte politiche dei vari governi.
Corporativo (o, con sfumatura ulteriormente peggiorativa, corporativistico): aggettivo attribuito alla difesa degli
interessi particolari ed egoistici di un settore o di una categoria, spesso a discapito dell'interesse generale.
Debito pubblico: la somma dei debiti contratti da uno Stato attraverso l'emissione di titoli finanziari, più gli interessi su
tali debiti.
Deficit: sinonimo di disavanzo del bilancio.
Devolution Processo che prevede il trasferimento a un livello di governo inferiore (ad esempio la Regione) di
competenze su attività relative alla fornitura di servizi e di prestazioni pubbliche (ad esempio le decisioni in materia di
politica scolastica).
Dirigismo economico (statale): la tendenza da parte degli organi di governo di uno Stato a controllare e dirigere la vita
economica del paese (rispetto al termine "interventismo", più neutro, sottolinea l'aspetto del controllo centralizzato e
verticistico).
Economia politica: la teoria generale delle leggi che regolano il funzionamento dell'economia.
Economie di mercato: sistemi economici basati sulla libera concorrenza di capitali e soggetti economici privati, in cui
gli Stati esercitano una moderata funzione proprietaria o di controllo. Opposto: economie pianificate.
Economie pianificate: sistemi economici basati sul rigido controllo della produzione e della distribuzione da parte
dello Stato, che pianifica centralmente gli obiettivi da raggiungere e i mezzi per riuscirvi ed è anche proprietario di gran
parte dei capitali e dei mezzi di produzione, a fronte dell'assenza o della marginalizzazione delle forze economiche
private. Dopo un rapido sviluppo nei paesi del blocco sovietico fra gli anni '30 e gli anni '50, il crescente accumulo di
squilibri ne ha decretato la crisi progressiva a partire dagli anni '70, fino al crollo recente.
Inflazione: l'aumento generalizzato dei prezzi di tutti i beni e i servizi prodotti. Opposto: Deflazione. Una moderata
inflazione può avere un significato positivo, nella misura in cui corrisponde a una reale espansione dell'economia,
mentre al di sopra di un certo livello essa costituisce un grave problema in quanto scoraggia il risparmio e gli
investimenti (e quindi lo sviluppo economico), diminuisce la competitività internazionale, produce squilibri sociali,
influenza negativamente il bilancio dello Stato e può produrre disoccupazione. Le cause principali dell'inflazione sono:
un duraturo eccesso della domanda sull'offerta (se il sistema economico è prossimo alla piena occupazione), l'aumento
della quantità di moneta circolante, l'aumento del costo delle materie prime o del lavoro.
Interventismo economico (statale): la tendenza da parte degli organi di governo di uno Stato a intervenire attivamente
nella vita economica del paese, con funzioni di regolazione e controllo.
Keynesiano, keynesismo: con riferimento alle teorie dell'economista liberale inglese John Maynard Keynes, il termine
è riferito alle dottrine di politica economica che sostengono la necessità dell'intervento statale nell'economia con
funzioni di controllo e, in momenti di crisi, di stimolo attraverso un'espansione pilotata della spesa pubblica (nonché del
disavanzo e del debito pubblico), finanziata dall'emissione di nuova moneta e di titoli di Stato. Dominanti negli anni
'30-'60, tali dottrine sono oggi fieramente avversate dall'imperante neoliberismo.
Legge finanziaria: legge che ogni anno modifica o integra per l'anno successivo le leggi già esistenti che regolano il
bilancio dello Stato, in relazione alla situazione economica esistente (il governo ne presenta il testo alle Camere entro il
30 settembre, e l'approvazione deve avvenire entro il 31 dicembre).
Liberismo: insieme di dottrine economiche affermatesi in Gran Bretagna e poi in Europa nel corso del XVIII secolo e
caratterizzate dal rifiuto dell'intervento statale nell'economia e di ogni forma di monopoli pubblici o privati, in quanto
perturbatori dei meccanismi di autoregolazione dei mercati (la "mano invisibile" di Adam Smith) basati a loro volta
sulla libera concorrenza delle forze economiche e sull'equilibrio spontaneo della domanda e dell'offerta. Riguardo a tali
dottrine si usa talvolta l'espressione francese laissez faire, con allusione alla politica del lasciar fare che gli Stati
dovrebbero seguire nei confronti del libero gioco delle forze economiche private (la frase fu coniata da De Gournay
nell'ambito della teoria economica fisiocratica, precorritrice in Francia del liberismo inglese: laissez faire, laissez
passer, cioè libertà di intrapresa economica e libertà di scambio delle merci). Consolidatosi nel corso dell'Ottocento, il
liberismo entrò in crisi con la generale svolta protezionistica di fine secolo, e con la ristrutturazione monopolistica del
capitalismo internazionale, fino a vacillare pesantemente sotto i colpi della Grande Crisi degli anni '30 (quando
l'adozione di politiche keynesiane nei sistemi capitalistici e il tentativo di realizzare economie di piano nei paesi del
blocco sovietico sembrarono decretarne la fine).
Monopolio: l'egemonizzazione di un settore della produzione da parte di un solo soggetto economico che, eliminando
la concorrenza, può fissare i prezzi a proprio piacimento (se si tratta di pochi soggetti si parla di oligopolio). È rifiutato
dalla dottrina economica liberale in quanto perturbatore del meccanismo della domanda e dell'offerta.
Neoliberismo: insieme di dottrine economiche oggi largamente dominanti, ispirate a un totale rifiuto di ogni intervento
statale nell'economia, e a una fiducia assoluta nei meccanismi di autoregolazione dei mercati (libera concorrenza,
equilibrio tra domanda e offerta). Non sempre, però, gli Stati e i governi sostenitori in teoria di tali dottrine ne applicano
con coerenza i princìpi nella pratica (ad esempio, il governo degli Stati Uniti, che predica e spesso impone il libero
scambio, ma protegge pesantemente il proprio mercato interno). Antimonopolistico in teoria, in pratica il neoliberismo
ha favorito la nascita di immani concentrazioni finanziarie e industriali, che di fatto costituiscono veri e propri
monopoli. Si distingue dal liberismo classico per la maggiore aggressività teorica e pratica dei suoi assunti.
Parametri di Maastricht Parametri previsti dal Trattato di Maastricht per partecipare all'Unione Monetaria Europea:
Tasso di inflazione: non deve superare di oltre l'1,5% quello medio dei tre Paesi a minore inflazione.
Tasso di interesse a lungo termine (per l'Italia, i BTP decennali): non deve superare di oltre il 2% quello medio degli
stessi tre Paesi.
Rapporto tra deficit (indebitamento netto) e Pil: deve essere inferiore al 3%.
Rapporto tra debito pubblico e Pil: deve essere inferiore al 60%.
PIL (acronimo di Prodotto Interno Lordo): la somma del valore di tutti i beni e i servizi prodotti in un sistema
economico (di solito uno Stato) in una data unità di tempo (di solito un anno). Misura in pratica la ricchezza di un
paese.
Politica economica: l'insieme degli interventi e delle misure presi da uno Stato in materia economica.
Previdenza sociale: l'insieme delle prestazioni pubbliche in materia di pensioni (di vecchiaia, di anzianità, di
invalidità), trattamenti di disoccupazione, integrazioni salariali, indennità di mobilità, assegni familiari, assicurazioni
per gli infortuni sul lavoro, prestazioni sanitarie. In Italia tali prestazioni sono erogate dall'INPS (Istituto Nazionale
della Previdenza Sociale).
Protezionismo: prassi economica basata sulla protezione del mercato interno e del sistema di produzione nazionale
attraverso interventi tendenti a combattere la concorrenza estera e a scoraggiare l'importazione di merci straniere (tariffe
doganali, contingentamento delle importazioni, ecc.).
Recessione Tecnicamente, si ha recessione quando per 2 trimestri consecutivi si registra una crescita economica
negativa in termini di PIL, che quindi decresce leggermente (in caso di contrazioni più ampie si preferisce parlare di
crisi economica). Nel secondo trimestre del 2005 l'Italia è entrata in recessione perché nel primo trimestre dello stesso
anno si è avuto un calo dello 0,5% rispetto all'ultimo trimestre del 2004, durante il quale si era già avuto un calo dello
0,4% rispetto a quello precedente). La recessione è dunque sinonimo di stagnazione economica, rallentamento o
ristagno economico, con prevedibili conseguenze negative anche in materia di occupazione (meno assunzioni, più
disoccupati) e di conti pubblici. (diminuzione del gettito fiscale).
Sindacato: organizzazione di difesa degli interessi dei lavoratori, organizzati per categorie. A più riprese i sindacati
hanno manifestato la tendenza a trascendere la sfera puramente economica, per assumere compiti di direzione politica.
Svalutazione: poiché il valore di cambio di una valuta è il suo prezzo nei termini di un'altra valuta, si ha svalutazione
quando il prezzo di una moneta scende rispetto a un'altra. Opposto: Rivalutazione. Ad esempio, negli ultimi tempi il
dollaro USA si è svalutato rispetto all'Euro, nel senso che oggi ci vogliono più dollari di un tempo per comprare un
Euro (per la precisione, circa 1,3 dollari, quando all'inizio del 2000 ce ne volevano circa 0,9). In generale, la forza di
una moneta è legata alla solidità economica del paese che la emette; ma spesso i governi usano la svalutazione o la
rivalutazione (o apprezzamento) come strumenti di politica economica. Infatti, la rivalutazione di una moneta, anche se
scoraggia le esportazioni, può servire per attirare gli investimenti esteri o per diminuire il costo delle materie prime
importate, mentre la svalutazione può essere utile per rilanciare le esportazioni, a patto che tale vantaggio non sia
annullato dal maggior costo delle merci importate. Poiché i debiti internazionali si pagano in dollari, infine, la vistosa
svalutazione della moneta USA serve attualmente al governo statunitense per sgonfiare l'immane deficit della propria
bilancia commerciale con l'estero, giunto ormai a livelli assai preoccupanti.
Titoli di credito: beni finanziari emessi da imprese private e acquistabili presso le banche, attraverso i quali i
compratori prestano alle imprese stesse la somma di denaro corrispondente al prezzo di acquisto, in cambio della
comproprietà di una parte dell'azienda pari al valore della quota acquistata, valore che a sua volta può fluttuare in
relazione alla solidità economica dell'azienda (nel caso delle azioni) oppure di un certo interesse prestabilito (nel caso
delle obbligazioni).
Titoli di Stato: beni finanziari di vario tipo e durata emessi dallo Stato, attraverso i quali i compratori prestano alle
Stato stesso la somma di denaro corrispondente al prezzo di acquisto, in cambio di un interesse fisso o variabile.
Welfare state: (lett. Stato del benessere, ma più spesso tradotto con Stato assistenziale o Stato sociale) termine che
complessivamente indica l'insieme delle politiche statali rivolte ad assicurare a tutti i cittadini beni e servizi sociali a
basso prezzo (sanità, istruzione), sussidi, previdenze, pensioni, in quanto necessità primarie riconosciute come diritti.
Lo sviluppo del welfare state in Europa dopo la seconda guerra mondiale ha tuttavia comportato un aumento vistoso
della spessa pubblica, finanziato con un parallelo aumento della pressione fiscale e, avendo questa raggiunto livelli già
piuttosto elevati, con una vistosa espansione dei disavanzi di bilancio e del debito pubblico. I problemi connessi a
queste dinamiche, l'affermarsi di governi liberali o conservatori e la generale diffusione di dottrine neoliberistiche
sull'onda del reaganismo e del thatcherismo hanno segnato la progressiva crisi del welfare state, la cui riforma
costituisce oggi uno dei maggiori argomenti del dibattito politico nel mondo occidentale.
Significato del termine Costituzione
Legge fondamentale dello Stato che, al di sopra della legislazione ordinaria, ha il compito di
 fissare la forma di governo (repubblicana), la composizione e le attribuzioni delle principali istituzioni dello Stato;
 stabilire i princìpi giuridici fondamentali ai quali dovrà essere ispirata tutta la legislazione specifica dello Stato;
 stabilire i diritti e i doveri fondamentali dei cittadini.