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Villa Vannucchi
Di Valentina Caldarelli
La
Storia
San Giorgio a Cremano, Via Genna, già Via Tiglio.
foto del 1930 circa
Le fasi costruttive
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Situata nel cuore del centro storico di San Giorgio a Cremano, Villa
Vannucchi prospetta sull’attuale via Roma n°47, denominata ancora agli
inizi del Novecento come “via Taglia” o “via del Tiglio”.
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Viene costruita nella seconda metà del settecento come dimora di diporto
dei principi di Caramanico appartenenti ai d’Aquino di Caramanico.
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I Caramanico possedevano già agli inizi del settecento una proprietà con un
“casino di edilizie” in Portici, che nel 1742 dovettero cedere a Carlo di
Borbone che volle erigere li una propria Reggia.
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Qualche anno dopo (1755) Don Giacomo d’Aquino acquistò dai fratelli
Fabbricatore: una casa palizzata con masseria, sita nel casale di San
Giorgio a Cremano e proprio nel luogo detto la Teglia.
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L’atto di acquisto contiene la pianta dell’edificio originario, la descrizione e
l’indicazione dei suoi confini.
Le fasi costruttive
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Le prime notizie risalgono al 1726,
quando Giovanni Battista Imparato
compra da Biagio Tarallo e dai suoi
figli un’abitazione rurale.
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Nel 1732 la proprietà viene ereditata
dal fratello don Giuseppe Imparato
che esegue dei lavori per trasformarla
da casa rurale a Palazzo Grande.
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Alla sua morte la proprietà viene
ereditata dai fratelli Fabbricatore
che la alienano a vantaggio del
Principe di Caramanico.

Quest’ultimo conferisce all’architetto
Antonio Donnamaria l’incarico di
sistemare l’edificio.
Loggia dello Schiantarelli al secondo piano
Le fasi costruttive

Confrontando la planimetria del Donnamaria (1755) e quella del Duca di
Noja (1775). Si nota che nella prima manca l’area occupata dal corpo di
fabbrica a destra del portale di ingresso mentre nella seconda si presenta
raddoppiato e raccordato lateralmente da un giardino.

Nel 1758 Donnamaria interrompe il suo lavoro probabilmente perché
alcune misurazioni vengono fatte in modo da alterare i prezzi. Il principe
insospettito, dapprima chiede l’intervento del Sacro Consiglio, poi del regio
consigliere ed infine di un ingegnere. Avuta conferma dell’alterazione
decise di licenziarlo.
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L’incarico venne dato a Domenico Antonio Schioppa il quale concluse i
lavori il 13 aprile 1759. Data con la quale si annota la sospensione dei
pagamenti e quindi della fine dei lavori.
Le
vicende del
XIX sec.
San Giorgio a Cremano da Piazza Municipio
Foto del 1930 circa
Le vicende del XIX sec.
Villa Vannucchi, prospetto lungo Via Roma
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L’Ottocento si apre con l’iscrizione
della famiglia d’Aquino al Libro
d’Oro napoletano nella persona di
Tommaso, principe di Caramanico.
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Durante il Decennio francese
l’abolizione della feudalità provoca
l’esaurimento di molte fonti di
reddito per la nobiltà.
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Del resto è noto che la nobiltà
napoletana di quest’epoca dilapidava
molti capitali proprio nel vizio del
gioco.

Tuttavia il Casino di Caramanico ha
in quest’epoca il suo momento di
splendore e di animazione.
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Don Tommaso d’Aquino si faceva
intanto promotore di varie iniziative:
molto appassionato di musica, tra il
1820 e il 1830, dava concerti e
rappresentazioni in casa sua.
Le vicende del XIX sec.
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Il 22 febbraio 1849 la Villa Caramanico è assegnata
Marianna d’Aquino, figlia di Tommaso.
alla baronessa

Nel 1851 si stipulava il contratto di compravendita della villa tra Lorenzo
Vanden Heuvel ed Augusto Aymet, figlio della baronessa.
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Quest’ultima voleva donare al suo secondogenito Augusto la villa ma egli
rinuncia proponendo come compratore Lorenzo Vanden Heuvel.
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Nel 1894 muore a Napoli Lorenzo senza eredi diretti. L’erede universale è
Carlo, il nipote, con il fratello Luigi che riceverà in usufrutto il
“Romitaggio”.
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Due anni più tardi morirà il conte Carlo e nel 1899 morirà Luigi.
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L’eredità sarà devoluta interamente alla madre, la contessa Anna de Jorio.
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Nel 1912 la stessa stipulerà il contratto di compra vendita con Giuseppe
Vannucchi il quale acquisterà un fondo rustico con annesso piccolo
giardino e bosco.
Il
Novecento
Villa Vannucchi, secondo piano: “saletta degli stucchi”
Il Novecento
Da
un’attenta
analisi
della
documentazione fotografica d’epoca
e dei documenti si possono ricostruire
gli interventi operati dal Vannucchi.
 Si nota come siano ascrivibili al
Vannucchi gli interventi sugli archi
dei loggiati con l’installazione degli
affissi in ferro e la costruzione della
balaustra con bolognini lungo il
perimetro della villa.
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Villa Vannucchi, prospetto sul giardino
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Villa Vannucchi, prospetto sull’esedra
Dagli atti successivi si evince una
decisa volontà di recupero del parco,
segnata sia dalla valorizzazione del
giardino attraverso la cancellata su
Corso Roma sia dall’apertura
del’esedra su via Cavalli di Bronzo e
dall’ingresso su vico Cavalli di
Bronzo.
Il Novecento
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Dal settimanale satirico napoletano
Vaco ‘e pressa si ha notizia di un
concerto tenuto il 3 settembre 1922
dal figlio di Giuseppe Vannucchi,
Carlo, musicista, nella nuova “Sala
Vannucchi” la quale ha preso il
posto
del
vecchio
“Teatro
dell’Unione” che in origine era la
scuderia della villa.
Nel
1930
nasce
Giuseppe
Vannucchi, figlio di Carlo, che sarà
l’ultimo proprietario della villa.
La trasformazione della “Sala
Vannucchi” in “Cinema Diana”
non impedisce a Carlo di esibirsi
ancora. Dopo l’interruzione della
guerra, gli spettacoli perdureranno
fino agli anni Settanta.
Villa Vannucchi, il teatro, 1920 circa
Il Novecento
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Il 27 febbraio 1934 muore a Napoli Giuseppe Vannucchi. L’usufrutto della villa
passa al figlio Carlo.
Nel 1943, durante l’ultimo conflitto mondiale, la cancellata del Parco è risparmiata
su disposizione ministeriale della requisizione delle opere in ferro per scopi bellici.
Nel 1944, anno dell’ultima eruzione del Vesuvio, la villa viene tuttavia occupata
dagli alleati e il parco è trasformato in parcheggio per i mezzi pesanti.
Nel 1963 si tiene l’ultimo concerto di Carlo Vannucchi. Egli morirà nel 1974
allorquando diviene proprietario il figlio Giuseppe. Questo comincerà a vendere gli
appartamenti a quelli che li avevano in fitto.
Nel 1980 l’evento sismico danneggia notevolmente la villa.
Nel 1981 la villa è oggetto delle riprese del primo film del famoso attore-regista
Massimo Troisi intitolato “Ricomincio da tre”
Dal 1982 cominciano le riunioni del consiglio comunale di San Giorgio a Cremano
aventi come oggetto l’acquisto della villa.
Nel 1983 la villa è finalmente acquistata da parte del comune.
Dal contratto si evince il cattivo stato di conservazione di tutta la struttura che,
purtroppo, sarà destinato a peggiorare verso la fine del secolo
Nel 1998 viene infine redatto il progetto di restauro e di risanamento della struttura.
La villa
prima del
restauro
Pianta del duca di Noja,1775, Villa d’Aquino di Caramanico
La villa prima del restauro
Villa Vannucchi, portale sula via Roma
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La villa è caratterizzata da un doppio
affaccio, cui corrispondono due
prospetti.
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Per l’osservatore che si pone lungo
Via Roma, l’edificio si presenta con
un lungo e articolato prospetto che si
estende per circa 100 metri.
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L’edificio si sviluppa con tre piani
fuori terra nella parte centrale, mentre
le ali sono formate da un solo piano
fuori terra.
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Il portale di piperno è sovrastato al
balcone del piano nobile, con
ringhiera in ferro battuto, ed è
incorniciato dalle finestre con
inferriate in ferro battuto.
La villa prima del restauro
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L’elemento architettonico più interessante dell’intera villa,
comunque, è costituito dal sistema di connessione della parte
posteriore dell’edificio con il parco, realizzato con un
luminosissimo cortile ad esedra.
Varcato il portale in piperno, che consente l’accesso alla villa, ci si
immette in un atrio suddiviso dai pilastri che sostengono volte a
vela e a crociera.
Sulla destra dell’atrio troviamo un monumentale scalone decorato
con stucchi che il Donnamaria sviluppa con tre rampe sfalsate.
Al secondo piano, a conclusione della scala, si sviluppa una loggia
aperta che attraverso tre accessi, altri sono stati trasformati in
finestre, consente l’ingresso agli ambienti inetrni.
L’ultimo piano è caratterizzato dalla presenza di quanto resta
dell’originaria copertura, piana verso il parco e a doppia falda sul
fronte verso via Roma.
La villa prima del restauro
Villa Vannucchi, volta a crociera
Villa Vannucchi, Atrio con nicchia
Villa Vannucchi, dettaglio di facciata
Villa Vannucchi, cancellata del parco
La villa
dopo il
restauro
Villa Vannucchi, esedra, cancellata
La villa dopo il restauro
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Nel marzo del 1980 gli ingegneri Giancarlo Cosenza, Rosario De Stefano e
Gianni Cosenza redicevano un progetto di restauro del parco della Villa
Vannucchi dal titolo “San Giorgio a Cremano: un parco per la città”.
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L’obiettivo primario del progetto era:
riqualificazione dell’impianto arborato.
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Il progetto tuttavia prevedeva il rispetto della generalità dell’impianto e
prevalentemente l’uso attuale di tutto il territorio.
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Infatti venivano previste in progetto serre in acciaio e vetro nonché la
disponibilità in queste nuove strutture anche di un uso legato alla
conoscenza e alla sperimentazione.
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Infine non era estromessa né temporaneamente sospesa la gestione delle
serre da parte dei fittuari.
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Purtroppo il cambio di gestione nell’Amministrazione
portato nuovi e diversi programmi.
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Il progetto Cosenza - De Stefano è stato abbandonato.
la
ristrutturazione
e
Comunale
la
ha
La villa dopo il restauro
Villa Vannucchi, prospetto lungo via Roma
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Dal 1982 cominciano le riunioni del
consiglio comunale aventi come oggetto
l’acquisto di Villa Vannucchi.
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Nel 1983 la villa è finalmente acquistata
per essere destinata ad un uso pubblico
dato il suo interesse storico e paesistico.
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Dopo più di cinquant’anni di abbandono
sono stati iniziati i lavori nell’aprile del
2001 e la loro conclusione è prevista per
l’aprile del 2005.
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L’intervento sul prestigioso edificio
vesuviano è costato circa 10 miliardi di
vecchie lire.
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Il 26 luglio 2004 la Regione Campania
ha disposto l’inserimento
di Villa
Vannucchi nel progetto “PompeiErcolano ed il Sistema Archeologico
Vesuviano”
La villa dopo il restauro
Scalone in marmo bianco di Carrara
Villa Vannucchi, interno, piano nobile
Villa Vannucchi, prospetto sull’esedra
Villa Vannucchi, prospetto laterale
Testi citati
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D. PALOMBA, “Memorie storiche di San Giorgio a Cremano”,
Tipografia dei Comuni, Napoli 1881
C. DE SETA, L. DI MAURO, M. PERONE, “Ville Vesuviane”,
Milano 1980
V. GLEIJESES, “Ville e palazzi vesuviani”, Napoli 1980
M. TROISI, “Ricomincio da tre”, film 1981
M. A. DE CUNZO, “Le Ville Vesuviane”, in “La Provincia di
Napoli”
S. BRANCACCIO, “L’ambiente delle ville vesuviane”, Napoli
1983
P. LEZZI, “Per le Ville Vesuviane” Edizioni La Conchiglia, Napoli
2002
Villa Vannucchi
Di
Valentina Caldarelli
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