FACOLTÀ DI ARCHITETTURA “ALDO ROSSI” ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE LUCIO DEL BIANCO ANNO ACCADEMICO 2013-2014 ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE LEZIONE I INTRODUZIONE: IMPRESA E MERCATO LUCIO DEL BIANCO 2 DEFINIZIONI L ’ ECONOMIA È LA SCIENZA CHE STUDIA LE MODALITÀ DI ALLOCAZIONE DI RISORSE NECESSARIAMENTE LIMITATE TRA POSSIBILI UTILIZZI ALTERNATIVI, AL FINE DI MASSIMIZZARE LA FUNZIONE DI SODDISFAZIONE DEI SINGOLI E DEI GRUPPI SOCIALI INTERESSATI DISTINZIONE TRA MACROECONOMIA (VARIABILI AGGREGATE A LIVELLO DI SISTEMA) E MICROECONOMIA (COMPORTAMENTO DEI SINGOLI SOGGETTI) 3 IL SISTEMA ECONOMICO IL SISTEMA ECONOMICO È COSTITUITO DA UN INSIEME DI SOGGETTI CHE, UTILIZZANDO LE RISORSE DISPONIBILI E SEGUENDO NORME CONDIVISE, PERSEGUONO LORO FINALITÀ ECONOMICHE I SOGGETTI L’ATTIVITÀ ECONOMICA PRODUZIONE SCAMBIO CONSUMO RISPARMIO INVESTIMENTO INDIVIDUI E FAMIGLIE IMPRESE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 4 I DIVERSI SETTORI DELL’ECONOMIA NELLE MODERNE REALTÀ ECONOMICHE, LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE VENGONO CLASSIFICATE NEI SEGUENTI QUATTRO SETTORI SETTORE PRIMARIO- Direttamente connesso con l’utilizzo delle risorse naturali SETTORE SECONDARIO- Basato Sulla Trasformazione delle Materie Prime Naturali SETTORE TERZIARIO- Costituito dalle attività di servizio in qualche modo tradizionali (commerciali, di trasporto, alberghiere, dello spettacolo, etc) SETTORE QUATERNARIO O TERZIARIO AVANZATO- Che raccoglie le attività di servizio a contenuto tecnologico più innovativo 5 I FATTORI ALLA BASE DELLO SVILUPPO LE MODALITÀ SECONDO LE QUALI SI SVOLGONO I PROCESSI ECONOMICI E SI REALIZZA LO SVILUPPO DEL SISTEMA DIPENDONO DA DIVERSI FATTORI NATURALI- Posizione geografica, clima, materie prime,.. SOCIALI- Abitudini di vita, sviluppo demografico, … CULTURALI- Livello di istruzione, sistema scolastico,.. POLITICO-ECONOMICI- Istituzioni, leggi, politiche industriali,.. 6 CONFRONTO TRA ALCUNI SISTEMI ECONOMICI ITALIA ARABIA SAUDITA NORVEGIA CINA BRASILE Superficie 301 2.200 324 9.561.000 8.512.000 Abitanti 57,4 25,7 4,8 1.345,8 193,7 201,0 12,8 12,7 139,8 22,9 0,63 % 2,65 % 1,09 % 0,51 % 0,94 % PIL (md dollari) 2.113 376 382 4.986 1.595 PIL pro capite 35.080 14.800 79.090 3.740 8.230 Crescita annua 0% 3,1% 1,4 % 11,4 % 3,5 % Occ. Agricoltura 4 3 3 41 19 Occ. Industria 30 51 21 46 21 Occ. Servizi 66 46 76 34 60 Abitanti/kmq % svil. popolazione 7 ECONOMIA AZIENDALE L’ECONOMIA AZIENDALE COSTITUISCE IN LINEA GENERALE LA DISCIPLINA SCIENTIFICA DEDICATA ALL ’ ELABORAZIONE DI CONOSCENZE E TEORIE UTILI PER IL GOVERNO ECONOMICO DEI SISTEMI SOCIALI DI OGNI ORDINE (IMPRESE, FAMIGLIE, ORGANIZZAZIONI NON PROFIT, ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE, COOPERATIVE, ETC.) IN QUESTO CONTESTO L ’ ATTENZIONE CHE PARTICOLARE INTERESSE RIVESTE L ’ ECONOMIA AZIENDALE DEDICA ALL’IMPRESA 8 DEFINIZIONE DI IMPRESA L’IMPRESA CONSISTE NELL’ATTIVITÀ ECONOMICA ORGANIZZATA PROFESSIONALMENTE DALL ’ IMPRENDITORE, UTILIZZANDO LA STRUTTURA AZIENDALE, AL FINE DELLA PRODUZIONE E LO SCAMBIO DI BENI E SERVIZI, CON LO SCOPO DI CONSEGUIRE UN RISULTATO ECONOMICO POSITIVO L’ATTIVITÀ DELL’IMPRESA PRESENTA QUINDI LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: ECONOMICITÀ ORGANIZZAZIONE PROFESSIONALITÀ ORIENTAMENTO AD UN RISULTATO ECONOMICO POSITIVO 9 DEFINIZIONE DI AZIENDA L ’ AZIENDA È UNA STRUTTURA ECONOMICA COMPLESSA, COSTITUITA DA PERSONE E DA MEZZI DI DIVERSA NATURA, ORGANIZZATI E COORDINATI DA UN (IMPRENDITORE, COOPERATIVA, SOGGETTO ECONOMICO ENTE PUBBLICO, …) PER PRODURRE RICCHEZZA E/O BENI E/O SERVIZI DESTINATI AL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DEL MERCATO NEL CASO IL SOGGETTO ECONOMICO SIA L ’ IMPRENDITORE, L ’ AZIENDA È LA STRUTTURA UTILIZZATA PER SVOLGERE L’ATTIVITÀ DELL’IMPRESA 10 LA RAZIONALITÀ DELL’IMPRESA IL COMPORTAMENTO DELL ’ IMPRESA NEL MERCATO DETERMINATO DAL SUO CRITERIO DI RAZIONALITÀ È SECONDO GLI ASSUNTI DELL ’ ECONOMIA CLASSICA DETTO CRITERIO CORRISPONDE AL MASSIMO PROFITTO PR = R - C PR = Profitto; R = Ricavi; C = Costi 11 CONSEGUENZE SUL COMPORTAMENTO DELL’IMPRESA PRINCIPIO DI SOSTITUZIONE- dei fattori più costosi con quelli meno costosi METODI DI PRODUZIONE- le combinazioni dei fattori produttivi cambiano al variare dei loro prezzi relativi ORIENTAMENTO VERSO SETTORI A PIÙ ELEVATO TASSO DI PROFITTO TUTTE LE DECISIONI ORGANIZZATIVE SONO ORIENTATE ALLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO, INDIPENDENTEMENTE DA CHI LE PRENDE, DALLE DIMENSIONI E DAL CONTESTO 12 IL MODELLO DELL’IMPRESA NELL’ECONOMIA CLASSICA È UN’UNITÀ DI TRASFORMAZIONE PURA E SEMPLICE DEGLI INPUT IN OUTPUT È IMPLICITAMENTE PICCOLA E NECESSARIAMENTE PRICE TAKER OPERA IN UN MERCATO DI BENI SOSTANZIALMENTE SIMILI AGISCE IN CONDIZIONI DI INFORMAZIONE PERFETTA DEL MERCATO OPERA COMBINANDO LE SOLE VARIABILI CHE CONOSCE: PREZZI-QUANTITÀ OPERA IN UN CONTESTO NON DINAMICO E CARATTERIZZATO DA BASSA INCERTEZZA 13 CONTRIBUTI AL SUPERAMENTO DELLA TEORIA CLASSICA DELL’IMPRESA I LIMITI ALLO SVILUPPO DELLE IMPRESE (Limiti intrinseci al gruppo dirigente) LA RAZIONALITÀ IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA (Dal massimo profitto al profitto soddisfacente) NUOVI INDIRIZZI DELLA TEORIA DEL MERCATO (La concorrenza monopolistica) I CONTRIBUTI DELLE TEORIE ORGANIZZATIVE (Il potere, la cultura, la dimensione sociale, proprietà e management; ..) LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’IMPRESA (Verso gli stakeholders, le istituzioni, l’ambiente,…) 14 RECENTI ASSUNZIONI SULLA NATURA E IL COMPORTAMENTO D’IMPRESA L’IMPRESA È UN SISTEMA COMPLESSO, APERTO, DINAMICO E FINALIZZATO NON SI ADEGUA PASSIVAMENTE AL MERCATO (QUANTITÀPREZZO), MA SI MUOVE IN ESSO SECONDO UN PROGETTO IL PROGETTO VIENE ELABORATO ENTRO UN CAMPO DI FORZE NEL QUALE AGISCONO DIVERSI SOGGETTI INTERNI ED ESTERNI L’OBIETTIVO NON È (SOLO) IL MASSIMO PROFITTO, MA UNA FUNZIONE OBIETTIVO PIÙ COMPLESSA PERSEGUITA IN CONDIZIONI DI RAZIONALITÀ LIMITATA: PROFITTO DI LUNGO PERIODO E/O SOPRAVVIVENZA 15 NOZIONE DI MERCATO IN ECONOMIA SI INTENDE PER MERCATO IL LUOGO (ANCHE NON FISICO) NEL QUALE SI EFFETTUANO, A DETERMINATI PREZZI, GLI SCAMBI DI BENI E SERVIZI IL MERCATO È INOLTRE IL LUOGO OVE SI INCONTRANO LA DOMANDA E L’OFFERTA DI DETERMINATI BENI, OSSIA IL LUOGO NEL QUALE INTERAGISCONO ECONOMICAMENTE COMPRATORI E VENDITORI IL CONCETTO DI MERCATO PUÒ AMPLIARSI IN QUELLO DI MERCATI (GEOGRAFICI, TIPOLOGICI, SOCIALI,..) 16 LE PRINCIPALI FORME DI MERCATO CONCORRENZA PERFETTA CONCORRENZA IMPERFETTA (MONOPOLISTICA) MONOPOLIO OLIGOPOLIO MONOPSONIO 17 IL MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA UN MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA SODDISFA ALLE SEGUENTI CONDIZIONI: COMPRATORI E VENDITORI SONO PICCOLI E INDIPENDENTI E NON POSSONO INFLUENZARE DIRETTAMENTE IL PREZZO TUTTI I SOGGETTI HANNO IN OGNI MOMENTO INFORMAZIONI PRECISE ED ESAURIENTI SULLE CONDIZIONI DEL MERCATO NON ESISTONO BARRIERE ALL’ENTRATA ED ESISTE FACILITÀ DI MOVIMENTO DEI CAPITALI DA UN SETTORE ALL’ALTRO I PRODOTTI SCAMBIATI SONO PERFETTAMENTE OMOGENEI 18 LE ALTRE FORME DI MERCATO CONCORRENZA IMPERFETTA MONOPOLIO OLIGOPOLIO MONOPSONIO MANCANO ALCUNE DELLE CONDIZIONI PREVISTE PER LA C. PERFETTA MERCATO CON UN SOLO VENDITORE MERCATO CON NUMERO RISTRETTO DI VENDITORI MERCATO CON UN SOLO COMPRATORE 19 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: LA CURVA DELLA DOMANDA LA CURVA DELLA DOMANDA RAPPRESENTA LA QUANTITÀ DI UN BENE CHE I CONSUMATORI SONO DISPOSTI A COMPRARE AL VARIARE DEL PREZZO DI MERCATO Prezzo Unitario CURVA DI DOMANDA P LA DOMANDA DI MERCATO È COSTITUITA DALLA SOMMA DELLE DOMANDE INDIVIDUALI Q Quantità 20 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: LA TEORIA DEL CONSUMATORE IL CONSUMATORE TENDE A MASSIMIZZARE LA DIFFERENZA TRA VALORE D’USO E VALORE DI SCAMBIO LA DOMANDA INDIVIDUALE DI UN BENE DIPENDE DA: IL PREZZO DEL BENE IL PREZZO DI ALTRI BENI SOSTITUTIVI O COMPLEMENTARI LE PREFERENZE INDIVIDUALI IL REDDITO INDIVIDUALE 21 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: L’ELASTICITÀ DELLA DOMANDA L’ELASTICITÀ DELLA DOMANDA CORRISPONDE ALLA MAGGIORE O MINORE VARIAZIONE DELLE QUANTITÀ RICHIESTE DAL MERCATO AL VARIARE DEL PREZZO Prezzo Unitario CURVE DI DOMANDA P2 P1 OGNI CURVA DI DOMANDA PRESENTA SPECIFICHE CARATTERISTICHE DI ELASTICITÀ B A Quantità 22 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: INFLUENZA DEL REDDITO SULLA DOMANDA LA CURVA DI DOMANDA È INFLUENZATA DAL REDDITO DISPONIBILE Prezzo Unitario D1 UN AUMENTO DEL REDDITO HA PER EFFETTO UNO SPOSTAMENTO DELLA CURVA VERSO DESTRA D2 Quantità 23 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: LA CURVA DELL’OFFERTA LA CURVA DELL’OFFERTA COSTITUISCE LA QUANTITÀ DEL BENE OFFERTO DAI PRODUTTORI AL VARIARE DEL PREZZO Prezzo Unitario CURVA DELL’OFFERTA P L’OFFERTA DI MERCATO È COSTITUITA DALLA SOMMA DEI BENI MESSI SUL MERCATO DAI SINGOLI PRODUTTORI Q Quantità 24 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: LA TEORIA DELL’OFFERTA IL PRODUTTORE TENDE A MASSIMIZZARE LA DIFFERENZA TRA VALORE DI SCAMBIO E COSTO DELLA PRODUZIONE L’OFFERTA INDIVIDUALE DI UN BENE DIPENDE DA: IL PREZZO DEL BENE IL PREZZO DI ALTRI BENI SOSTITUTIVI IL PREZZO DEI FATTORI PRODUTTIVI LE PREFERENZE E LE FINALITÀ DEL PRODUTTORE LE TECNOLOGIE 25 LA DOMANDA E L’OFFERTA DI BENI NEL MERCATO: IL PREZZO DI EQUILIBRIO IN CONCORRENZA PERFETTA LA CURVA DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA INTERSECANDOSI DEFINISCONO IL PREZZO DI EQUILIBRIO DEL BENE NEL MERCATO IL PREZZO È LA QUANTITÀ DI MONETA PAGATA PER UN BENE O SERVIZIO NEL MERCATO CONCORRENZIALE LE QUANTITÀ DOMANDATE E OFFERTE COINCIDONO Prezzo Unitario DOMANDA OFFERTA P Q Quantità 26 IMPRESA E AMBIENTE L’AMBIENTE È COSTITUITO DA TUTTO CIÒ CHE CIRCONDA E INTERAGISCE CON L’IMPRESA AMBIENTE SPECIFICO: i mercati di acquisizione delle risorse produttive e di sbocco dei prodotti AMBIENTE GENERALE: il contesto economico, sociale, culturale, istituzionale che influenza il comportamento dell’impresa LE DINAMICHE DELL’AMBIENTE SPINGONO L’IMPRESA AL CAMBIAMENTO (GLOBALIZZAZIONE) 27 I PORTATORI DI INTERESSI: GLI STAKEHOLDERS UNA PARTICOLARE COMPONENTE DELL’AMBIENTE DELL’IMPRESA È RAPPRESENTATA DAGLI STAKEHOLDERS, CHE COSTITUISCONO UNA FONTE DI > O < INFLUENZA DEL SUO COMPORTAMENTO AZIONISTI MANAGER LAVORATORI FORNITORI IMPRESA STATO (Erario, .) FINANZIATORI CONCORRENTI ASSOCIAZIONI CLIENTI ALTRI 28 IL SISTEMA COMPETITIVO NELL’AMBIENTE DELL’IMPRESA RIENTRA IL TIPO DI SISTEMA COMPETITIVO CHE ESSA DEVE FRONTEGGIARE SISTEMA COMPETITIVO FRAMMENTATO Imprese con elevata possibilità di differenziazione, ma con vantaggi competitivi poco sostenibili (imitabili): tessile, calzature,… SISTEMA COMPETITIVO DI SPECIALIZZAZIONE L’impresa può differenziarsi al punto da non essere facilmente imitabile: alta moda, swatch, … SISTEMA COMPETITIVO DI VOLUME In questo sistema occorre produrre alti volumi per conseguire la redditività aziendale: auto, personal computer, … SISTEMA COMPETITIVO BLOCCATO Situazione di crisi della domanda, per cui risulta difficile per l’impresa operare sul mercato (cantieristica navale, siderurgia, ..) 29 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’IMPRESA CONSEGUE ALLE DECISIONI RELATIVE ALLE MODALITÀ DI DIVISIONE DEI COMPITI E DI COORDINAMENTO (DIFFERENZIAZIONE E INTEGRAZIONE) NELLA STRUTTURA SI DISTINGUONO: LE FUNZIONI: gruppi di attività omogenee che costituiscono il sistema aziendale (Marketing, Produzione, Ricerca, Amministrazione,…) GLI ORGANI: persone o gruppi cui è delegata la responsabilità della gestione delle funzioni ORGANI VOLITIVI, DIRETTIVI, ESECUTIVI 30 LA GESTIONE AZIENDALE LA GESTIONE AZIENDALE CONSISTE NELL’INSIEME DELLE OPERAZIONI SVOLTE DALL’AZIENDA PER IL PERSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DELL’IMPRESA SI DEFINISCE EFFICACIA PRODUTTIVA IL RAPPORTO TRA I RISULTATI OTTENUTI DALLE GESTIONE E GLI OBIETTIVI PREFISSATI SI DEFINISCE EFFICIENZA PRODUTTIVA IL RAPPORTO TRA I RISULTATI OTTENUTI E L’INSIEME DELLE RISORSE IMPIEGATE PER OTTENERLI 31 LA GESTIONE AZIENDALE LE OPERAZIONI DI ACQUISIZIONE DELLE RISORSE PRODUTTIVE GENERANO I COSTI, QUELLE DI VENDITA DEI PRODOTTI I RICAVI L’EFFICIENZA ECONOMICA DELLA GESTIONE È MISURATA DALLA DIFFERENZA TRA RICAVI E COSTI SOSTENUTI SE DETTA DIFFERENZA È POSITIVA, L’AZIENDA SI TROVA IN EQUILIBRIO ECONOMICO IN QUESTO CASO L’IMPRESA HA CREATO NUOVA RICCHEZZA 32 CLASSIFICAZIONI DELLE AZIENDE SETTORE DI ATTIVITÀ FORMA GIURIDICA Imprese individuali Società Aziende piccole, medie, grandi DIMENSIONI SCOPO LOCALIZZAZIONE Aziende di produzione originaria Aziende Industriali e Manufatturiere Aziende di servizi Aziende for profit Aziende non profit Aziende indivise; Aziende divise 33 I GRUPPI DI IMPRESE LE IMPRESE COSTITUISCONO UN GRUPPO QUANDO RISULTANO LEGATE TRA LORO DA PARTECIPAZIONI (DIRETTE, INDIRETTE, RECIPROCHE) LE IMPRESE DI UN GRUPPO SONO COSTITUITE DALLA CAPOGRUPPO (HOLDING), DALLE IMPRESE CONTROLLATE E DA QUELLE COLLEGATE LE STRATEGIE CHE I GRUPPI PERSEGUONO SONO SOLITAMENTE: DI TIPO INDUSTRIALE (INTEGRAZIONE PRODOTTI O MERCATI) DI TIPO FINANZIARIO (INTERESSE PURAMENTE FINANZIARIO E DISINTERESSE PER LA GESTIONE) DI TIPO CONGLOMERALE (CONTROLLO E COORDINAMENTO TRA SETTORI ANCHE MOLTO DIVERSIFICATI) 34 SINTESI DELLA LEZIONE I ECONOMIA E ECONOMIA AZIENDALE: DEFINIZIONI I SOGGETTI E LE ATTIVITÀ DEL SISTEMA ECONOMICO IMPRESA E AZIENDA LE FORME DI MERCATO LA FORMAZIONE DEL PREZZO DI MERCATO IMPRESA, AMBIENTE, STAKEHOLDERS E SISTEMA COMPETITIVO EFFICACIA, EFFICIENZA, EFFICIENZA ECONOMICA NELLA GESTIONE DELL’AZIENDA IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DELL’ATTIVITÀ AZIENDALE TIPI DI IMPRESE E GRUPPI 35 INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE G. Balestri – MANUALE DI ECONOMIA E GESTIONE AZIENDALE (Hoepli) F. Momigliano – POLITICA INDUSTRIALE E TEORIA DELL’IMPRESA (Il Mulino) Cap.1/2 R.G. Lipsey – INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA (Etas Kompass) The Economist – IL MONDO IN CIFRE 2012 36