Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Sociologia e Ricerca

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La città oggi.
Ragioni dell’interesse nelle
Scienze Sociali
Prof.ssa Francesca Zajczyk
Dr.ssa Nunzia Borrelli
Perché è cresciuto l’interesse per le
città?
Il crescente interesse alla città è stato dovuto
alle trasformazioni che hanno investito il
sistema sociale e nello specifico i territori
urbani.
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Corso di Sociologia Urbana
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Tali trasformazioni sono riconducibili a 4
eventi principali.
La globalizzazione (Bauman) e la
deindustrializzazione
Integrazione Europea
Ridefinizione dello Stato-nazione
La crescita di complessità della struttura
sociale
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La globalizzazione dovuta in larga parte alla
crisi economica del modello fordista, ha
implicato:
la crescita della deregolazione dei mercati
finanziari e della volatilità del capitale
l’aumento di istituzioni politiche transnazionali
(Bauman).
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L’integrazione Europea ha stimolato:
– la ridefinizione dei territori locali
– l’introduzione di politiche per le città che si basassero su
concetti di integrazione, intersettorialità e territorialità.
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I due fattori poc’anzi citati hanno a loro
volta contribuito in maniera determinante
alla crisi ed alla ri-definizione dello Statonazione,
sia
come
organizzazione
territoriale sia come istituzione.
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L’ultimo evento riguarda la struttura sociale
che:
– ha visto crescere la complessità e la
frammentazione sociale e politica
– ha maturato la necessità di definire un progetto
strategico che rendesse i territori locali e le città
più competitive all’esterno.
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Le novità organizzative delle imprese e il processo di
terziarizzazione hanno aumentato la differenziazione delle
classi sociali, il che ha implicato che la struttura sociale
diventasse più complessa e difficili da decifrare, che nuovi
stili di vita urbani maturassero, e che nuove popolazioni
urbane emergessero.
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La globalizzazione, l’integrazione europea e
l’indebolimento dello Stato-nazione hanno
sollecitato i territori sub-nazionali e
soprattutto le città ad entrare nelle arene
internazionali come soggetti autonomi dallo
Stato-nazione e a dotarsi di una loro
progettualità e intenzionalità.
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All’avvento del nuovo secolo, la città appare
nuovamente come un
luogo strategico per la comprensione
delle tendenze che modellano
l’ordinamento sociale.
Entro questa nuova prospettiva, le città
introducono nuove questioni
problematiche.
Il ‘nuovo intermezzo
storico’
(i neo-weberiani)
Il filone di ricerca sulle città europee inaugurato da Bagnasco e
Le Galès (1999) sostiene che lo svuotamento dello stato
ha prodotto una particolare congiuntura di incertezza e
debolezza dei poteri superiori, ma ha anche determinato le
precondizioni favorevoli per la creazione di uno spazio
politico delle città relativamente autonomo e
distinto.
Derivandola dal lavoro di Max Weber (1922), questa particolare
congiuntura è stata definita come un nuovo intermezzo
storico: si tratta di un ruolo che non è nuovo per le città
europee, perché presenta delle analogie con il modello delle
città medioevali studiato nel secolo scorso da Weber.
L’emergere di questa nuova corrente di studi – denominata
neoweberiana – pone al centro dell’attenzione le
città come società locali
dotate di una particolare divisione del lavoro tra il mercato, le
strutture sociali e le istituzioni politiche e capaci di ridefinire
le proprie strategie di azione.
Questi modelli di organizzazione urbana costituiscono un modo
originale di riguardare i processi urbani:
La ‘parole chiave’ di questi modelli è:
urban governance
declinata lungo i concetti di:
1. città come attore collettivo
2. (produzione di) capitale sociale
3. pianificazione strategica (deliberativa)
Le popolazioni
metropolitane
(la nuova
ecologia umana)
Il filone di ricerca sulle popolazioni metropolitane inaugurato
da Martinotti (1993) percorre un approccio che abbandona i
limiti dell’ecologia umana ‘classica’ e amplia la visuale dalle
popolazioni che abitano la città a quelle che
usano la città (i city users).
Alla popolazione residente – che in città vota, paga le tasse e il
cui status è inversamente proporzionale alla distanza dal centro
urbano – si affiancano i flussi dei city users: pendolari e
consumatori provenienti dall’atollo corallino dell’area
metropolitana e i businessmen della città delle reti che
«vivono tra le città, piuttosto che nelle città».
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