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DEI C
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ET
L’
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LORI
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MO
A
RNAMENTE
Il colore è fantasia.
Il grigio è solitudine.
Il colore toglie la tristezza, fa parlare le cose.
Il colore è sentimento.
Un modo per esprimersi
Ogni colore ha un significato.
È indispensabile, altrimenti c’è il nulla.
Il mondo senza colore sarebbe triste.
I colori sono esperimento perché puoi mescolarli e trovarne tanti nuovi
Molto tempo fa i colori iniziarono a litigare: ognuno di essi affermava di essere il migliore, il più
importante, il più utile, il favorito.
Il Verde disse: "E' chiaro che sono io il più importante. Sono segnale di vita e speranza. Io fui
scelto per l'erba, gli alberi e le foglie, senza me, tutti gli animali morirebbero. Guardate la
campagna e vedrete che sono nella maggior parte delle cose."
Il Blu interruppe: "Tu pensi solamente alla terra, ma considera anche il cielo ed il mare. È l'acqua
che è la base della vita, viene giù dal cielo, dalle nuvole dal mare profondo. Il cielo dà spazio,
pace e serenità. Senza la mia pace, tutti voi non sareste nulla."
Il Giallo ridacchiò: "Voi siete tutti così seri. Io porto risa, felicità, e calore nel mondo. Il sole è giallo,
la luna è gialla, le stelle sono gialle. Ogni volta che guardi un girasole, il mondo intero sorride di
gioia. Senza di me non ci sarebbe divertimento."
Proseguì l'Arancione: "Io sono il colore della salute e della forza. Io porto le più importanti
vitamine: pensate alle carote, zucche, arance, al mango. Non sono sempre presente, ma quando
riempio il cielo, all'aurora o al tramonto, la mia bellezza si diffonde così tanto che nessuno può
distogliere lo sguardo"
Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio
Il Rosso, urlò forte: "Io sono il padrone di tutti di voi, io sono il sangue, il sangue della vita! Io sono il
colore del pericolo e del valore. Io porto fuoco nel sangue. Senza me, la terra sarebbe vuota come la
luna. Io sono colore di passione e d'amore, la rosa rossa ed il papavero.“
Toccò poi al Porpora. Lui parlò con grande pompa: "Io sono il colore della regalità e del potere. Sono il
segnale di autorità e di saggezza. Le persone non mi interrogano, loro mi ascoltano e mi rispettano."
Infine, parlò l'Indaco, molto più quietamente di tutti gli altri: "Pensate a me. Io sono il colore del silenzio.
Io rappresento il pensiero e la riflessione. Avete tutti voi bisogno di me per equilibrio, per preghiera e
pace interna."
E così i colori continuarono a vantarsi, ognuno convinto della propria superiorità.
Ma ci fu improvvisamente un bagliore brillante, la pioggia iniziò a cadere implacabile. I colori si
acquattarono per la paura, avvicinandosi l'un l'altro.
La pioggia cominciò a parlare:
"Siete colori sciocchi, lottate fra voi, tentando di dominare l'uno sull'altro. Non sapete che ognuno
di voi è stato creato per uno scopo speciale? Prendetevi le mani e venite da me!”
Fecero come fu detto loro e si diedero la mano. La pioggia continuò dicendo:
"D'ora in poi, quando piove, tutti voi uniti attraverserete il cielo in un grande arcobaleno, in segno
di pace e speranza per il domani."
In questo modo, ogni volta che una pioggia viene a lavare il mondo, ed un arcobaleno appare nel
cielo, ci è permesso di apprezzare e ricordare tutti i colori.
Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio
Di questo, molti di noi sono consapevoli, però forse
non a tutti è chiaro che il colore dipende dalle
caratteristiche fisiche della luce che arriva sul
nostro occhio, ma non è di per sé un'entità fisica: il
colore è una qualità della nostra sensazione visiva,
e come tale è un'entità puramente soggettiva, come
molti esperimenti possono mettere in luce.
L'idea che i colori non fossero una caratteristica
legata alle cose osservate, si è fatta lentamente
strada nel corso della storia umana.
Possiamo dire che la fisica del
colore è essenzialmente quella
scoperta da Newton, con le successive
dimostrazioni della natura
ondulatoria della luce e delle
proprietà delle onde
elettromagnetiche.
Matteo S. Tommaso P.
A partire dal Cinquecento, però, questa
idea divenne chiara a molti studiosi, fra
cui Galileo (1564-1642) che in proposito
scrisse nel Saggiatore:
... per lo che io vo pensando che questi
sapori, odori, colori, ... tengano
solamente lor residenza nel corpo
sensitivo, sì che rimosso l’animale sieno
levate e annichilite tutte queste
proprietà...
I colori sono generati dalla luce, che riflettendosi sulle cose, arriva poi ai nostri occhi. Ci sono
oggetti che riescono a riflettere tutta la luce che ricevono e ci appaiono bianchi, altri invece
riflettono una parte di luce e una parte la assorbono, dando luogo ai vari colori.
Il blu, il giallo ed il rosso sono detti colori primari. Perché non possono essere generati da altri
colori. Tutti gli altri colori invece possono essere ottenuti combinando i tre colori primari.
Ecco alcuni esempi :
Per fare colori naturali, si possono utilizzare: bacche, frutti, foglie, corteccia, radici
e fiori colti di mattina presto quando sono freschi e umidi. Devono essere freschi e
maturi in modo che i coloranti che contengono siano abbondanti e non ossidati dal
sole. Queste sostanze sono solubili in acqua, soprattutto calda, e in alcool e
queste proprietà idrofile si usano per l’estrazione. Si lasciano in infusione per una
nottata, le foglie e gli steli per 2-3 giorni, le cortecce e le radici (le più fibrose e
coriacee) per una settimana circa.
L’ infuso così ottenuto viene bollito poi per almeno mezz’ ora per completare
l’ estrazione (decotto) con il calore e si filtrano poi i residui solidi con un colino
molto fine per ottenere un liquido limpido.
Kiara Matilde Leonardo Tommaso M.
L’origine del nome COLORE è latina: color coloris.
Deriva e prende la radice dal verbo celare cioè nascondere
infatti il colore, generalmente serve per coprire qualcosa.
I colori naturali si chiamano così perché nascono
dalla natura e si possono creare con sostanze
naturali come:
caffè, zafferano, fiori, foglie,
corteccia di albero…
Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio B.
Il caffè è una bevanda ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi
della Coffea Arabica, una pianta originaria dell'Etiopia.
Il suo nome dovrebbe infatti derivare dalla regione di Kaffa in cui il caffè è
stato coltivato in origine.
Esistono molte leggende sull'origine del caffè.
La più conosciuta dice che un pastore chiamato Kaldi portava a pascolare
le capre e un giorno queste, incontrando una pianta di caffè, cominciarono
a mangiare le bacche e a masticare le foglie.
Arrivata la notte le capre, anziché dormire, si misero a vagabondare con
energia e vivacità. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e
abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, li macinò e, dopo
averne fatta un'infusione, scoprì il caffè.
Le capacità eccitanti della bevanda furono presto sfruttate in ambito
religioso per le veglie notturne e la bevanda fu grandemente apprezzata dai
Mistici Sufi.
La miscela del
caffè è un ottimo
colorante sia per
tessuti che per
dipingere
Elia Alessandro Be.
Estrazione della clorofilla (verde)
Lo spinacio
è una pianta
erbacea che non
cresce
spontaneamente
in Italia.
Proviene
dall'Asia
sudoccidentale
ed è stato
introdotto in
Europa attorno al
1000, ma ha
acquistato
importanza come
alimento solo nel
corso del
diciannovesimo
secolo.
Di questa pianta
si consumano le
foglie, spesse e
di colore verde
scuro.
Elia Alessandro Be.
La clorofilla è un pigmento naturale presente in tutte le
piante verdi dove svolge la funzione fotosintetica.
È un pigmento liposolubile pertanto non estraibile con
solo acqua.
Noi abbiamo estratto la clorofilla dalle foglie di spinacio
utilizzando l'alcool etilico come solvente.
Possiamo seguire la seguente procedura:
sminuzzare le foglie
immergere nell'alcool etilico
pestare in un mortaio
lasciare a riposare il macerato in modo che l'alcool
abbia il tempo di reagire con la clorofilla estraendola
dalle foglie,
filtrare il macerato
infine mettere a riscaldare a bagno-maria in modo che
l'alcool etilico evapori.
Sul fondo del pentolino è rimasta "la clorofilla", il
pigmento fotosintetico puro, comunemente utilizzato
nell'industria pasticcera per colorare i dolciumi.
La barbabietola è una pianta del genere Beta.
Ne esistono diverse qualità: da orto, da foraggio,
destinate all'alimentazione del bestiame, quelle da
zucchero.
Estrazione del rosso
Per ricavare il rosso dobbiamo utilizzare la radice della Bietola
Rossa. Il colorante è contenuto nelle radici che sono coloranti
idrosolubili. L’estrazione avviene per spremitura delle radici o per
soluzione acquosa.
Il procedimento da utilizzare per colorare tessuti è il
seguente:
tagliare finemente la radice delle bietole
pestare in un mortaio per favorire l'estrazione del colorante
farle bollire in poca acqua
infine, immergervi la stoffa e farla bollire per alcuni minuti.
Per variare la tonalità del rosso si può aggiungere del succo di
limone che rende più stabili i colori
Elia Alessandro Be.
DAL MARE UN COLORE ANTICO…
Il pigmento si estrae dal murice comune detto
sconciglio (haustellum brandaris), un mollusco
appartenente alla famiglia dei muricidae. Viene
secreto da una ghiandola, come liquido
vischioso di colore violaceo.
Veniva utilizzata per la colorazione delle stoffe
fin dall'antichità, con la quale Fenici e Romani
dipingevano le tuniche.
L'estrazione è un procedimento lunghissimo e
laborioso. Per tingere una piccola quantità di
tessuto è necessaria un’enorme quantità di
molluschi. Si può estrarre solo una goccia da
ogni conchiglia, quindi il suo costo era molto
elevato.
Dopo avere pescato i molluschi, forse con nasse, questi
venivano messi in ampie vasche. Rotte le conchiglie che
ricoprivano i molluschi, essi subivano un processo di
macerazione, durante il quale si otteneva il pigmento.
A questo punto si diluiva il colore con acqua di mare, a
seconda dell'intensità della gradazione desiderata, dal rosso
cupo al violetto.
Andrea Pasqualino Luca Alessio M. Francesco
Caratteristica specifica dei camaleonti è il mimetismo, la capacità di
cambiare colore della pelle, passare da colori scuri come il verde o il
marrone, a colori chiari come il giallo. Alcune specie cambiano colore
dalla notte al giorno, altri se spaventati o infastiditi, altri ancora se
combattono, o quando corteggiano una femmina.
Diventano di colore più chiaro se la luce e la
temperatura influiscono sul colore: diventano di
colore molto scuro per assorbire più luce e quindi per
scaldarsi al sole.
Camaleonte in difesa
Il maschio nei combattimenti assume tonalità più vivaci e colori più
intensi e spettacolari. Colori meno intensi si osservano prima della
riproduzione. Le femmine hanno una gamma di colori meno vivace.
La maggior parte delle specie possiede colori che si armonizzano
con l'ambiente in seguito alla selezione naturale. Il mimetismo si
basa sulla tattica di far credere all’avversario di essere una specie
pericolosa, pur essendo innocua, scoraggiandone così l’attacco.
Lisa Ari C. Flavia
Un giovane camaleonte
del Madagascar.
A differenza delle credenze popolari, però, il fine del mutamento di
tonalità non è la mimetizzazione, ma la manifestazione di determinate
condizioni fisiche o fisiologiche, o di stati emozionali come la paura.
Il cambiamento di colore dei camaleonti è dovuto ad alcuni strati di
cellule specializzate che si trovano sotto la pelle trasparente dell'animale.
Le cellule poste nello strato superiore contengono pigmenti gialli e verdi.
Quelle dello strato inferiore contengono una sostanza cristallina colorata
detta guanina. Le guanofore riflettono una parte della luce, in particolare
la luce blu o bianca. Se le cromatofore sovrastanti sono gialle, la luce blu
riflessa produce un colore verde. Sotto lo strato delle guanofore e delle
cromatofore esiste un terzo strato di cellule melanofore contenenti
melanina. Questo strato può scurire o schiarire i colori prodotti dagli
strati sovrastanti.
Lisa Ari C. Flavia
Perché gli
animali
sono
colorati?!?
Avvertire:
molte farfalle,
esibiscono colori vivaci
per spaventare ed
evitare eventuali
aggressori.
Comunicazione sessuale: spesso
i maschi ostentano colori
brillanti, efficaci nel
corteggiamento o nelle
manifestazioni di territorialità.
Bianca Francesca Giulia
Nascondere:
E' il caso delle colorazioni
definite, grazie alle quali
l'animale si confonde con
l'ambiente circostante.
Un esempio ne è la farfalla
foglia.
La polverina sulle ali
I colori e disegni delle ali delle farfalle sono dovuti a una polverina,
costituita da squame microscopiche disposte sulla superficie dell'ala
come le tegole di un tetto. Le squame formano un vero e proprio
mosaico, così delicato da non poter essere toccato senza essere
danneggiato. La polverina non è indispensabile per volare, come
spesso si crede, ma permette alle farfalle di comunicare attraverso i
colori. Senza di essa le ali sarebbero trasparenti, come quelle della
maggior parte di insetti.
Natura dei colori
Le varie colorazioni metalliche ed iridescenti, molto diffuse nelle farfalle, sono
dovute a sostanze chimiche dette pigmenti per lo più melanine, che si trovano
sulle piccole squame delle ali e del corpo (la famosa "polverina")
Nel fantastico mondo delle farfalle come non considerare le innumerevoli
specie tropicali?
Queste, specie presentano spesso dimensioni e colorazioni ancora più
appariscenti e sgargianti.
È possibile suddividere la superficie terrestre in diverse "regioni". Queste vaste
aree, spesso assimilabili ad interi continenti, racchiudono una varietà di specie
non ancora quantificabile con certezza. Sono proprio le regioni tropicali che
raccolgono le più belle farfalle al mondo!
Bianca Francesca Giulia
Su questi bellissimi esseri è nata
anche una leggenda…
Sulle rive del fiume Orinoco, molto tempo fa vivevano sette
bellissime farfalle ballerine, che ballavano e ballavano sui petali
dei gigli e dei papaveri della prateria. Ognuna di esse aveva il suo
colore: arancione, azzurro, rosso, verde, giallo, violetto ed indaco.
Alla sera rimanevano appese ad un fiore o ad una foglia e si
consegnavano al sonno. Un giorno in cui le sette bellissime farfalle
ballavano, la gialla si ferì un’ala saltando verso un ramo e cominciò ad
agonizzare. Le sue amiche si fecero attorno e vedendo che stava per
morire si domandarono cosa potessero fare per rimanere vicine alla loro
amica. All'improvviso si udì una voce che disse loro:
“Siete disposte a fare ogni sacrificio per non lasciar sola la vostra amica?”
“Sì” risposero tutte. Il cielo divenne subito scuro. Un fulmine traversò il
cuore della prateria. La prateria sussultò lanciando un grido che si perse
nell'immensità dell’universo. Un’ora dopo il sole tornò a brillare e nel cielo
apparve l’arcobaleno con i suoi sette colori.
Questi colori non erano altro che lo spirito delle sette bellissime farfalle.
Bianca Francesca Giulia
Viene anche chiamata Lapis Haematitas, dal latino Pietra ed Ematite, ed è lo
strumento più antico, ma anche il più comune per scrivere e disegnare.
La prima produzione di matita è stata sotto forma di bastoncini di carbone o di
ematite.
La matita vera e propria invece è un’invenzione per così dire più vicina a noi,
infatti la sua scoperta risale alla seconda metà del XVI secolo, quando si pensò
di utilizzare questo minerale in tutt’altro modo.
Nel 1564 a Borrowdale, nord dell’Inghilterra, la scoperta della grafite sancì la fine
del piombo usato fino ad allora per scrivere e disegnare.
La grafite è una forma di carbonio, che è uno dei minerali più teneri. Quando
viene premuta sulla carta, se ne staccano strati sottilissimi che lasciano un
segno nero. Una qualità di grafite polverosa e nerissima, ottima per la
produzione di matite, proviene da Sonora, nel Messico. La guaina che racchiude
la mina deve essere di legno abbastanza tenero, per poterla temperare
facilmente. Il più usato è il cedro bianco proveniente dalla Sierra Nevada in
California e il migliore quello ottenuto da alberi di 150-200 anni.
Emanuele Matteo
La mina si ottiene mescolando grafite fine e argilla e cuocendo poi
questo impasto in un forno.
La grafite non può essere macinata in un mulino normale, perché la
sua struttura friabile la rende un lubrificante naturale. Si usa perciò un
"mulino a dischi“, che spezzano la grafite in frammenti sempre più
piccoli.
L'impasto di grafite, argilla e acqua viene spinto in un cilindro forato,
dalla cui estremità esce una sorta di bastoncino dal diametro della
mina, che viene tagliato a pezzi della lunghezza delle matite ed
essiccato in forno.
Infine, le mine cosi ottenute vengono trattate con cera per assicurarne
un facile scorrimento sulla carta.
Per fare la guaina si taglia il legno a tavolette lunghe come una matita
e larghe a misura, di spessore pari a metà di quello di una matita.
Nelle tavolette si praticano delle scanalature, dove si collocano le
mine, vi si pone sopra un'altra tavoletta scanalata. Poi, una macchina
taglia il tutto in singole matite di sezione esagonale o circolare, che
alla fine vengono dipinte esternamente con vernice non tossica.
Emanuele Matteo