IL METODO VISIVO (VT)
Nel controllo non distruttivo con metodo visivo (VT) l'interpretazione e la valutazione dei risultati viene effettuata
oggettivamente dall'operatore in base a specifici parametri di accettabilità della particolare difettologia del componente in
esame.
Naturalmente la competenza tecnica e la grande esperienza del personale addetto ai controlli sono essenziali per assicurare
sensibilità e l'affidabilità del risultato.
I controlli visivi vengono generalmente utilizzati per rilevare specifiche caratteristiche superficiali e/o dimensionali quali
allineamenti, forme e dimensioni di componenti di macchine, di impianti e di manufatti, stato delle superfici, ecc.
Essi vengono generalmente suddivisi in:
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ESAMI VISIVI DIRETTI: possono essere utilizzati quando sia possibile accedere con gli occhi ad una distanza della
superficie in esame non maggiore di circa 60 cm con una angolazione non inferiore a 30°. Per migliorare
ingrandimenti e visuale possono essere utilizzati lenti e specchi. L'illuminazione, effettuata con opportune lampade,
deve essere compresa tra i 150 ed i 600 lux.
ESAMI VISIVI REMOTIZZATI: vengono generalmente utilizzati quando non è possibile accedere direttamente
all'oggetto od alla superficie da esaminare. Allo scopo vengono utilizzate apparecchiature più o meno sofisticate, quali
ad es. specchi, telescopi, endoscopi, fibre ottiche, telecamere, ecc. In ogni caso, qualunque sia il mezzo utilizzato, gli
strumenti devono avere una risoluzione almeno equivalente a quella dell'occhio umano.
Il personale addetto ai controlli non distruttivi con metodo VT, ogni due anni viene sottoposto as accurata visita oculistica nel
corso della quale viene verificata tanto la capacità visiva (diretta o corretta) quanto la capacità di distinguere i colori.
Per quanto concerne gli "Esami Visivi Remotizzati", le attrezzature maggiormente utilizzate sono i boroscopi, gli endoscopi, i
fibroscopi e le microtelecamere che vengono scelti di volta in volta a seconda delle caratteristiche geometriche, dimensionali e
strutturali della superficie in esame.
ATTREZZATURE UTILIZZATE PER IL CONTROLLO VT
Boroscopio
Il Boroscopio risulta fondamentalmente costituito da una guaina esterna rigida, di lunghezza variabile, alla cui estremità
anteriore incorpora un dispositivo ottico, l'obiettivo, in grado di riprodurre l'immagine di un oggetto posizionato di fronte allo
strumento. L'illuminazione della zona in esame viene effettuata da una piccola lampada a bassa potenza posizionata in
prossimità dell'obiettivo e che costituisce parte integrale del borescopio; l'immagine viene trasmessa all'oculare, situato
all'estremità posteriore, mediante un opportuno sistema di prismi e lenti posizionati all'interno della guaina rigida
dell'attrezzatura.
Endoscopio
Lo sviluppo delle fibre ottiche come mezzo di trasmissione di luce o immagini ha rivoluzionato le tradizionali tecniche di
ispezione consentendo la realizzazione di apparecchiature con alto potere risolutivo e versatilità di impiego.
Questo è il caso degli Endoscopi in cui l'illuminazione della superficie viene ottenuta mediante l'impiego di un fascio di fibre
ottiche, poste parallelamente all'asse del sistema ottico, ed utilizzando una sorgente luminosa esterna di notevole intensità.
Anche se tali strumenti presentano numerosi vantaggi rispetto al Boroscopio tradizionale (es. grande intensità luminosa,
assenza di tensione elettrica e/o fonti di calore concentrate in prossimità di zone di ispezione "a rischio", etc.), la caratteristica
di maggior rilievo risulta essere l'impiego delle fibre ottiche per il trasporto e/o trasferimento delle immagini.
In tal modo è stato possibile sostituire le lenti del "sistema ottico" con un fascio di fibre geometricamente ordinate, e realizzare
strumentazioni flessibili che risultassero in grado di raggiungere zone di ispezione localizzate lungo percorsi non rettilinei
(Flexiscope, Fibroscopi).
Microtelecamere
Le microtelecamere, aventi dimensioni di qualche millimetro, possono essere inserite nella parte terminale dell'endoscopio. Il
sensore raccoglie i segnali luminosi trasformandoli in impulsi elettrici e li invia al processore computerizzato il quale, dopo
opportuna elaborazione, li decodifica in immagini ricostruendole su un monitor eventualmente collegato ad un videoregistratore.
I vantaggi derivanti dall'utilizzo di microtelecamere collegate ad unità di elaborazione elettronica delle immagini, sono dati dalla
possibilità di ingrandimento delle zone di particolare interesse, registrare quanto ispezionato, utilizzare particolari algoritmi per
diminuire l'effetto delle false indicazioni o del "rumore di fondo" nella interpretazione e valutazione dei risultati, ecc.