PENSIERO SIMBOLICO
PRODURRE
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Parlare automatico, spontaneo
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Scrivere solo in seguito all’istruzione
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Dagli errori e le pause (esitazioni) di
produzione ai meccanismi per parlare
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Le imperfezioni sono la normalita’. Non
realizziamo la loro presenza ma sono
sempre presenti
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Errori e pause non accadono a caso ma in
posizioni specifiche all’interno del linguaggio
prodotto. In particolare dove ci sono difficolta’
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Pause vuote o riempite con ripetizioni o
interiezioni (ehm, oh, mah, ecc…)
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Nel discorso sono riconoscibili fasi esitanti
(pause vuote) in cui viene pianificato il
discorso e fasi fluenti in cui viene prodotto
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Posizioni occupate da pause per pianificare il
discorso: 1) Giunture grammaticali = fra una
frase e l’altra; 2) All’interno di una frase = fra il
soggetto ed il resto della frase
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Errori: scambi, anticipazioni, ecc…. Parafasie
fonemiche: cimena, disonauro, tobboni,
ciaccavite, getaleria, ecc….
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PRODUZIONE: Pianificazione ed esecuzione
del discorso
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PIANIFICAZIONE: un pensiero da esprimere,
selezione degli elementi lessicali (lemmi) e
loro assegnazione della funzione sintattica
all’interno del sintagma: soggetto, verbo,
oggetto; ordine grammaticale e coniugazione
del verbo in base al tempo (presente,
passato, ecc…); l’aspetto fonologico viene
stabilito nella trasformazione dei lemmi in
lessemi
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REALIZZAZIONE: articolazione delle frasi
seguendo sequenzialita’ e ordine temporali e
la coordinazione dei muscoli fonatori
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Il parlante prende numerose decisioni relative
al suo eloquio: rilevanza per attirare
l’attenzione dell’ascoltatore, tipologia del
discorso (richieste, affermazioni, ecc….)
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PIANIFICAZIONE e REALIZZAZIONE si
basano probabilmente su costituenti linguistici
piu’ brevi di una frase ma piu’ lunghi di una
parola
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Fra i fattori per la scelta dei costituenti nel
processo di produzione linguistica c’e’
sicuramente l’uso dell’articolo determinativo e
indeterminativo: alla prima occasione in cui si
descrive qualcosa si usa quello
indeterminativo per poi passare a quello
determinativo. Es: sono uscito ed ho visto un
orso; sono uscito ed ho visto l’orso. Il diverso
uso di questi due articoli ci permette anche
alcune importanti inferenze, es: nella sua
borsa c’era un orologio; nella sua borsa c’era
l’orologio (inferenza di furto).
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CONVERSAZIONE: Solitamente non
produciamo singole frasi ma conversiamo con
i nostri interlocutori. Tipologie diverse di
conversazioni adeguate a situazioni sociali
diverse.
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Scelta del codice linguistico piu’ adeguato:
lingua ufficiale o dialetto, e dello stile formaleinformale
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Turno nel parlare a seconda della situazione
in cui si svolge la conversazione
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Il turno nella conversazione e’ regolato ma lo
e’ molto meno nelle situazioni informali
rispetto a quello piu’ formali
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Tre regole per il turno: 1) chi parla sceglie di
parlera’ dopo (solitamente rendendo esplicito
questo desiderio con una richiesta diretta, es:
vero Lorenzo?); 2) se non viene scelto il
prossimo parlante applicando la 1, chiunque
puo’ prendere il turno; 3) il parlante puo’
continuare ma non e’ obbligato a farlo.
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Queste regole vengono applicate in sequenza
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Queste regole normalmente garantiscono lo
svolgersi di conversazioni civili (dibattiti
politici?!) in cui non ci sono sovrapposizioni e
pause troppo lunghe e in cui tutti hanno la
possibilita’ di parlare
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Segnali Non Verbali per “passare il turno”:
tono discendente, allungamento delle ultime
sillabe, interruzione dei gesti che
accompagnano l’eloquio, struttura
grammaticale (simile al “punto” nella scrittura)
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APERTURA e CHIUSURA di una
conversazione (che non e’ sempre
necessaria: ascensori, seggiovie, code, posti
assegnati, sale d’attesa)
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Apertura: “chiamate” esplicite per orientare
l’attenzione dell’ascoltatore, es: Chi sta
cercando? Dica pure! Cerca qualcuno? Chi
effettua la chiamata solitamente offre anche
l’argomento della conversazione
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Chiusura: Procedure rigide con espressioni di
conclusione: E’ vero. Giusto. D’accordo.
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Chiusura: Affinche’ ci possa essere una chiusura
di una conversazione ci deve essere accordo fra
gli interlocutori e quando uno conclude gli altri
non aprono un nuovo argomento
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Se non c’e’ accordo dopo la “chiusura”
l’interlocutore apre un nuovo argomento “…ma
non ti ho detto cosa mi e’ capitato stamani?”
“Come sta tua moglie?” A questo punto le
persone che erano in accordo per chiudere la
conversazione devono pazientare prima di
salutare e andarsene (saluti italiani!)
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Tipologie dei parlanti nelle conversazioni:
differenze di genere
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Le donne, quando parlano fra loro, usano piu’
dubitative e interrogative degli uomini
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Anche in situazioni informali le interruzioni sono
solitamente fatte dagli uomini mentre parla una
donna
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Solitamente le risposte degli uomini alla donne
sono “risposte minime” dopo lunghe pause
(attribuzione di importanza all’argomento,
leadership)
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SCRITTURA: relativamente recente 10.000 anni
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4000 a.c. Mesopotamia sistema cuneiforme
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2000 a.c. Cina sistema logografico (ideogrammi)
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3500 a.c. Egitto sistema alfabetico
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Relazione fra segni grafici e rappresentazione
linguistica
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Sistema LOGOGRAFICO: simboli che
rappresentano significati. Nessuna relazione con
il suono.
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Un sicuro svantaggio e’ l’impossibilita’ di
pronunciare una parola nuova
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Sistema ALFABETICO: deriva dal sistema
geroglifico
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1000 a.c. fenici e greci associano alle
consonanti anche le vocali per la versione ultima
del sistema alfabetico
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Aumento dell’astrazione nella rappresentazione
del significato
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Visualizzare e quindi rendere permanenti i
pensieri
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‘Verba volant, scripta manent”