“LA TERAPIA OCCUPAZIONALE NEL TRATTAMENTO DELLA NEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE” T.O. Laura Bertonelli 1 L’ictus cerebri o stroke è una lesione cerebrale causata dall’interruzione acuta del flusso di sangue al cervello, dovuta ad un’ostruzione o ad una rottura di un’arteria. 2 I suoi effetti variano a seconda della sede di lesione e della sua estensione; generalmente: • stroke all’emisfero cerebrale sinistro provocano emiplegia destra ed afasia, • stroke all’emisfero destro provocano emiplegia sinistra e negligenza spaziale unilaterale. 3 La negligenza spaziale unilaterale (N.S.U.) è una sindrome caratterizzata “dalla difficoltà del paziente ad esplorare, prestare attenzione, percepire ed agire nello spazio extracorporeo opposto alla sede lesionale cerebrale”. Grossi D. & Trojano L. 4 Le sedi anatomiche più frequentemente colpite sono: • lobulo parietale inferiore, • giunzione temporo-parieto-occipitale. La sua evoluzione e prognosi dipendono da: • età del soggetto, • estensione del danno, • tipo di danno. 5 Alcune importanti manifestazioni cliniche sono: • anosognosia: mancanza di consapevolezza di malattia, • allochiria: percezione distorta degli stimoli nello spazio extrapersonale, • emisomatoagnosia: disturbo della consapevolezza corporea, • emianestesia: disturbo sensoriale dell’emisoma leso, • aprassia di costruzione: incapacità di riprodurre con il disegno delle figure, • aprassia d’abbigliamento: difficoltà nell’utilizzo degli indumenti. 6 L’intervento riabilitativo nella N.S.U. deve essere interdisciplinare: logopedista fisiatra neuropsicologo PAZIENTE famiglia T.O. infermiere fisioterapista 7 La T.O. pone come obiettivi l’autonomia e l’indipendenza personale, per una maggior integrazione sociale e lavorativa. Il soggetto con N.S.U. deve riuscire a riacquisire sicurezza in se stesso e nelle proprie capacità residue, in questa nuova condizione di salute, che appare bizzarra e caotica. 8 Questi obiettivi sono raggiungibili attraverso il “fare”, utilizzato come mezzo terapeutico. Il suo scopo è: •contribuire allo sviluppo dell’individuo, •aiutare il soggetto a capire ed a comunicare qualcosa di sé, •rievocare movimenti che sono andati perduti o che sono parzialmente compromessi. 9 La valutazione in funzione del trattamento in T.O. comprende : • • • • • funzione motoria, funzione sensomotoria, livello intellettivo, abilità nella cura di sé e nelle ADL, eventuale necessità di ausili. 10 Alcune modalità di valutazione sono standardizzate (es. indice di Barthel, FIM), ma quella peculiare della T.O. avviene attraverso le attività. Queste ci aiuteranno a formulare un quadro generale del paziente ed a pianificare un piano di trattamento. 11 Il trattamento in T.O. si esplica attraverso le attività, che possono essere: • strutturate (es. costruzione di una scatola), • non strutturate (es. disegno libero), • manipolative (es. creta). 12 Lo svolgimento delle attività si esplica seguendo tre fasi principali: • il recupero della funzione (facilitazione del movimento), • l’automatizzazione (trasformazione del movimento in un gesto funzionale), • l’integrazione nelle ADL (il ritorno o l’adattamento ai gesti della vita quotidiana, professionale o del tempo libero). 13 In un paziente con N.S.U. si mira a: • migliorare le capacità attentive, quindi l’esplorazione spaziale; • attivare, per quanto possibile, la funzionalità dell’arto plegico, migliorando, contemporaneamente, le abilità dell’arto indenne; • migliorare l’abilità funzionale nella cura di sé e nelle ADL, utilizzando, se necessario, ausili per aumentare l’autonomia; • aiutare il pz. a compiere adattamenti lavorativi e/o sviluppare interessi extralavorativi; • fare progetti per adattamenti all’abitazione; • offrire un clima terapeutico, che permetta la socializzazione. 14 Un altro fattore determinante nel trattamento del neglect è il setting. Deve essere ricco e stimolante, ma allo stesso tempo deve soddisfare le esigenze di un paziente con N.S.U.. 15 Alla fine del trattamento si farà un confronto tra lo stato iniziale di malattia ed i risultati ottenuti, per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati ad inizio trattamento. 16 “Quando l’eminegligenza è grave, il paziente può comportarsi come se metà parte dell’universo abbia improvvisamente cessato di esistere in ogni sua forma”. Tham K. & Kielhofner G.(2003). “Impact of the social environment on occupational experience and performance among persons with unilateral neglect”. 17 Tham K. & Kielhofner G.(2003). “Impact of the social environment on occupational experience and performance among persons with unilateral neglect”. American Journal of Occupational Therapy, 57, 403-412. 18 Scopo di questo studio è: capire quanto e come l’ambiente possa influenzare la performance di pazienti con N.S.U. e come essi interagiscono con gli altri nella vita quotidiana. 19 Concetti su cui porre attenzione: • lived body (vissuto corporeo) nella N.S.U.; • strategie attuabili con un pz. eminegligente: – dare ordine ad un mondo caotico, – fornire un accesso all’emicampo di sinistra, – collaborare e sostenere i pazienti durante le performance nello spazio sinistro. • livello di empatia con il paziente. 20 Tham K., Ginsburg E., Fisher A. G. & Tegnér R. (2001). “Training to improve awareness of disabilities in clients with unilateral neglect”. American Journal of Occupational Therapy, 55, 46-54. 21 Questo studio vuole dimostrare che, nei pazienti con grave eminegligenza, una delle cause responsabili dell’incapacità ad imparare ed usare tecniche compensatorie nelle ADL è la mancanza di consapevolezza di malattia. 22 Strategie messe in atto dal terapista occupazionale: • aiutare i pz. a scegliere compiti di addestramento motivanti, • coinvolgere i pz. nell’analisi dell’attività, • usare un ambiente domestico, • usare feedback visivi, • usare una narrazione terapeutica. 23 I risultati di questo studio dimostrano che le suddette strategie sono state molto utili per aumentare la consapevolezza di malattia in soggetti con N.S.U.. 24 Casi clinici osservati presso il Polo Riabilitativo del Levante Ligure – Fondazione Don Gnocchi – Sarzana (SP). 25 1° caso clinico Sig.ra L. P. 26 Sig.ra L.P., 71 anni, ictus ischemico all’emisfero non dominante, con conseguenti: • emiplegia sinistra, • disturbi attentivi e di esplorazione spaziale, • deficit della sensibilità propriocettiva e superficiale. 27 Dopo una prima valutazione si sono enucleate le abilità deficitarie su cui orientare il piano di trattamento: • • • • attenzione sostenuta ed esplorazione spaziale, mantenimento della stazione eretta, sensibilità superficiale e propriocettiva, partecipazione alle ADL. 28 Tra le attività svolte: dipingere una superficie ampia da sinistra verso destra e viceversa. 29 Lettura ad alta voce, con ingrandimento della stampa. 30 Attività di manipolazione: la schiuma da barba. 31 Attività di manipolazione: la farina di mais. 32 Attività di vita quotidiana: stirare. 33 Attività di vita quotidiana: preparare il caffè. 34 2° caso clinico Sig.ra L.C. 35 Sig.ra L.C., 70 anni, colpita da ictus cerebri, con diagnosi di emiplegia facio-brachio-crurale sinistra. Ad una prima valutazione appare: vigile, ben orientata nel tempo e nello spazio, arto superiore sinistro plegico con atteggiamento flessorio di polso, gomito e dita e forte ipertono. Ben evidenziabile un grave deficit di attenzione sostenuta ed esplorazione spaziale. 36 Gli obiettivi perseguiti nel trattamento sono stati i seguenti: • presa di coscienza dello stato di malattia, • migliorare le capacità di esplorazione spaziale e attenzione sostenuta, • favorire un contatto con la realtà e con gli altri. 37 Rappresentazione di una figura umana con la creta. 38 Colorazione di un disegno. 39 “E’ veramente spiacevole quando le cose improvvisamente si materializzano, nonostante tu sapessi che in quel determinato posto non vi era nulla!” Tham K. & Kielhofner G.(2003). “Impact of the social environment on occupational experience and performance among persons with unilateral neglect”. 40