Capitolo 15: il mercato dei beni in economia aperta

Blanchard Amighini Giavazzi, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo XIX. Regimi di cambio
Capitolo XIX.
Regimi di cambio
Blanchard Amighini Giavazzi, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo XIX. Regimi di cambio
1. Il medio periodo
Nel medio periodo la differenza tra i due regimi di cambio svanisce.
In particolare, nel medio periodo l’economia raggiunge lo stesso
livello di tasso di cambio reale e lo stesso livello di produzione, sia
che operi in un sistema di cambi flessibili, sia che operi in un
sistema di cambi fissi.
Dato:
EP

P*
il tasso di cambio reale si può aggiustare sia attraverso una
variazione del tasso di cambio nominale, sia attraverso una
variazione dei prezzi nazionali, P, e dei prezzi esteri, P*.
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1. Il medio periodo
In economia aperta la curva di domanda aggregata può essere
 EP

scritta come segue:
Y Y
, G, T

 P*

, + , 


Lo stock reale di moneta, M/P, è sostituito dal tasso di cambio reale:
 in economia chiusa, controllando l’offerta di moneta, la banca
centrale poteva cambiare il tasso di interesse e influire sul livello di
produzione;
 in economia aperta, e con tassi di cambio fissi e perfetta mobilità
dei capitali, la banca centrale non può più variare il tasso di
interesse.
Inoltre in economia aperta si considera il tasso di cambio reale.
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1. Il medio periodo
In economia chiusa:
P  M / P  i  Y 
In economia aperta con tassi di cambio fissi:
P  EP / P*  NX  Y 
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1.2. Equilibrio di breve e di medio periodo
Per l’offerta aggregata:
 Y 
P  P (1   ) F 1  , z 
 L 
e
Il livello atteso dei prezzi conta perché influenza i salari nominali,
che a loro volta influenzano il livello dei prezzi.
Una maggior produzione genera maggior occupazione, che a sua
volta fa aumentare i salari, che a loro volta fanno aumentare il
livello dei prezzi.
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1.2. Equilibrio di breve e di medio periodo
Fig. 19.1. Domanda aggregata e offerta
aggregata in un’economia aperta con tassi di
cambio fissi.
Un aumento dei prezzi porta a un apprezzamento
reale e a una riduzione della produzione: la curva
di domanda è inclinata negativamente. Un
aumento della produzione porta a un aumento dei
prezzi: la curva di offerta è inclinata
positivamente.
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Capitolo XIX. Regimi di cambio
1.2. Equilibrio di breve e di medio periodo
Fig. 19.2. Aggiustamento con tassi di cambio
fissi.
Nel tempo, l’offerta aggregata si sposta verso il
basso, portando a una riduzione del livello dei
prezzi, a un deprezzamento reale e a un aumento
della produzione. Il processo finisce quando la
produzione è tornata al suo livello naturale.
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1.2. Equilibrio di breve e di medio periodo
Che cosa succede nel tempo?
Fino a quando la produzione è inferiore al suo livello naturale,
il livello dei prezzi diminuisce.
Nel corso del tempo, la riduzione del livello dei prezzi genera
un costante deprezzamento reale.
Questo deprezzamento reale fa aumentare la produzione fino
al suo livello naturale.
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Capitolo XIX. Regimi di cambio
1.2. Equilibrio di breve e di medio periodo
Conclusioni:
• nel breve periodo, un tasso di cambio nominale fisso comporta
un tasso di cambio reale fisso.
• nel medio periodo, un tasso di cambio nominale fisso è
compatibile con un aggiustamento del tasso di cambio reale.
L’aggiustamento è raggiunto attraverso variazioni del livello dei
prezzi.
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1.3. Vantaggi e svantaggi di una svalutazione
• Per un dato livello dei prezzi, una svalutazione (cioè una
riduzione del tasso di cambio nominale) porta a un
deprezzamento reale (cioè una riduzione del tasso di cambio
reale) e quindi fa aumentare la produzione.
• In altre parole, una svalutazione sposta la curva di domanda
aggregata verso destra: a un dato livello dei prezzi, la
produzione è maggiore.
• Ciò ha un’implicazione immediata: una svalutazione della giusta
misura può portare l’economia direttamente da Y a Yn.
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1.3. Vantaggi e svantaggi di una svalutazione
Fig. 19.3. Aggiustamento con svalutazione.
Una svalutazione appropriata può spostare la
domanda aggregata verso destra, portando
l’economia nel punto C. Nel punto C, la produzione
è di nuovo al suo livello naturale.
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1.3. Vantaggi e svantaggi di una svalutazione
• Contrariamente alla relazione della domanda aggregata, gli
effetti del deprezzamento sulla produzione non avvengono
immediatamente.
• Inoltre, contrariamente alla nostra semplice relazione di offerta
aggregata, la svalutazione avrà un effetto diretto sul livello dei
prezzi.
Permettere al tasso di cambio nominale di aggiustarsi può aiutare la
produzione a tornare al suo livello naturale.
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2. Crisi del tasso di cambio in regime di cambi fissi
• Supponiamo che un paese operi in un sistema di cambi fissi
e che i mercati finanziari inizino ad aspettare un
aggiustamento del tasso di cambio, in termini di
svalutazione o passaggio a sistema di cambi flessibili.
• In presenza di aspettative di inflazione, mantenere il tasso di
cambio richiede un aumento notevole del tasso di interesse
domestico.
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2. Crisi del tasso di cambio in regime di cambi fissi
Perché?
Ritorniamo alla parità dei tassi di interesse:
it  it * ( E
e
t 1
 Et ) / Et
Le aspettative di una svalutazione possono innescare una crisi del
tasso di cambio.
Di fronte a tali aspettative, il governo ha due opzioni:
• arrendersi e svalutare;
• difendere la parità, al costo di un tasso di interesse molto elevato e
di una potenziale recessione. Infine, la recessione potrebbe
costringere il governo a cambiare politica.
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2. Crisi del tasso di cambio in regime di cambi fissi
Una svalutazione può avvenire anche se l’aspettativa iniziale di
una svalutazione è infondata.
In generale, i tassi di cambio flessibili sono preferibili, con due
eccezioni:
1. quando un gruppo di paesi è già fortemente integrato dal punto
di vista economico;
2. quando la banca centrale non segue una politica monetaria
responsabile in un sistema di tassi di cambio fissi.
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3. L’andamento del tasso di cambio
in regime di cambi flessibili
Torniamo alla parità dei tassi di interesse:
Et
(1  it )  (1  it ) e
Et1
*
riscriviamola come:
1  it e
Et 
Et1
*
1  it
considerando l’anno t+1 invece che l’anno t:
1  it1 e
Et1 
E t 2
*
1  it1
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3. L’andamento del tasso di cambio
in regime di cambi flessibili
Di conseguenza, l’aspettativa del tasso di cambio nell’anno t+1,
calcolata nell’anno t, è data da:
1 i e
e
Et1 
Et 2
*e
1  it1
e
t 1
Sostituendo, si ottiene:
(1  it )(1  ite1 ) e
Et 
Et 2
*
*e
(1  it )(1  it1
Continuando a risolvere in avanti nel tempo, si avrà:
E
t
1  i 1  i ...1  i 


E
1  i 1  i ...1  i 
e
e
t
t 1
t n
*
*e
*e
t
t 1
t n
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e
t n1
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3. L’andamento del tasso di cambio
in regime di cambi flessibili
1  i 1  i ...1  i

E 
1  i 1  i ...1  i
t
e
e
t
t 1
t n
*
*e
*e
t
t 1
t n
E

e
t n1
Questa relazione ci dice che il tasso di cambio atteso dipende da due
insiemi di fattori:
• i tassi di interesse interni ed esteri correnti e attesi per ciascun
anno nei prossimi 10 anni;
• il tasso di cambio atteso tra 10 anni.
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3.1. Tassi di cambio e conto delle partite correnti
• Qualunque fattore faccia cambiare il tasso di cambio futuro
atteso Eet+n influenza il tasso di cambio corrente Et. Infatti, se
ci si aspetta che il tasso di interesse interno ed estero sarà lo
stesso di quello tra t e t + n, la relazione si riduce a Et = Eet+n
• L’effetto di qualunque variazione del tasso di cambio futuro
atteso sul tasso di cambio corrente è di uno a uno
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3.2. Tassi di cambio e tassi di interesse correnti e futuri
• Qualunque fattore che faccia variare i tassi di interesse interni o
esteri, correnti o futuri attesi, tra t e t + n, farà cambiare il tasso
di cambio corrente.
• Per esempio, dati i tassi di interesse esteri, un aumento del tasso
di interesse interno, corrente o futuro atteso, porta a un
aumento di Et, cioè a un apprezzamento.
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3.3. Volatilità del tasso di cambio
• Quando la banca centrale taglia i tassi di interesse, i mercati
finanziari devono valutare se questa manovra segnali un
cambiamento radicale di politica monetaria – con ulteriori tagli
futuri dei tassi– oppure se la riduzione dei tassi sia solo
temporanea. Gli annunci effettuati dalla banca centrale
potrebbero non servire a molto: la stessa banca centrale
potrebbe non sapere cosa essa stessa farà in futuro.
• Tutto ciò rende più difficile prevedere l’effetto della variazione
dei tassi di interesse sul tasso di cambio.
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4. La scelta tra cambi fissi e cambi flessibili
• Il regime di cambio nel medio periodo non importa, ma così non
è nel breve periodo.
• L’anticipazione che un paese con cambi fissi possa dover
svalutare porta gli investitori a chiedere tassi di interesse molto
alti, peggiorando in tal modo la situazione economica (contro i
cambi fissi).
• In un sistema di cambi flessibili il tasso di cambio può fluttuare
fortemente e può essere fuori del controllo della politica
monetaria (contro i cambi flessibili).
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4.1. Parità fisse, “currency board” e dollarizzazione
Quando non si è sicuri che una banca centrale, in un sistema di tassi
di cambio fissi, segua una politica monetaria intelligente, si
possono adottare forme estreme di tassi di cambio fissi, come la
dollarizzazione o un “currency board”: è un buon modo di “legare le
mani” alla banca centrale.
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4.2. Aree valutarie comuni
Quando un gruppo di paesi è fortemente integrato può formare
un’area valutaria ottima: una moneta unica per un gruppo di paesi
è una forma estrema di tassi di cambio fissi.
Affinché i paesi formino un’area valutaria ottima, devono essere
soggetti a shock simili, oppure ci deve essere una forte mobilità
del lavoro tra un paese e l’altro.
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