Lezione XV Bandgap references (II) Generazione di bandgap R2 R1 U1 R3 Q1 A VR3 R3 I 2 VT ln(n) V VBE 2 VT ln(n) Q2 nA VOUT R2 VBE 2 1 VT ln(n) R3 Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore con T Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up Compatibilità In un processo CMOS con tecnologia n-well è possibile realizzare dei transistori pnp vericali. La n-well con il suo contatto di body agisce da base mentre l’emettitore lo si realizza con la diffusione di source (o drain). Il collettore coincide con il substrato, quindi per definizione, sarà collegato a massa E’ dunque necessario modificare il circuito per realizzarlo con transistori pnp aventi il terminale di collettore connesso al potenziale più basso Compatibilità 2 La modifica è banale. R1 R2 Basterà sostituire ai BJT U1 npn connessi a diodo l’equivalente pnp È facile convincersi che V VEB1 V VEB 2 VEB R3 PNP Q1 PNP Q2 Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore con T Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up Problemi Per i transistor Q1 e Q2 abbiamo calcolato il valore di TC a corrente di collettore costante. Nel circuito che stiamo considerando è facile convincersi che la corrente è invece proporzionale alla temperatura (PTAT) Infatti Ic1,2=ΔVR3/R3=VT ln n/R3 Sarà necessario includere anche la variazione ∂IC/∂T R1 R2 U1 R3 PNP Q1 PNP Q2 Valutazione Cosa accade nel calcolo di TC se dobbiamo includere anche le variazioni di Ic con la temperatura? 1 I C 1 I S VBE VT I c ln I c I s VT I c ln VT ln VT T T I s T T I s I C T I S T 1 I C 1 k 1 k k 1 I C k VT ln n ln n VT I C T R3 I C q VT ln n q qVT I C T q T VBE VBE 3 m VT E g q 1.5mV/K T T Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up L’offset degli operazionali A causa delle asimmetrie tra i lati dell’amplificatore differenziale di ingresso, a tensione differenziale di ingresso nulla la tensione differenziale di uscita è diversa da zero Si definisce tensione di offset la tensione differenziale VOS che bisogna applicare all’ingresso dell’operazionale in maniera che la sua uscita sia nulla Effetto di VOS R1 Vx R2 U1 Vy R3 Vos VBE1 VOS VBE 2 R3 I C 2 VBE1 VOS VBE 2 I C2 R3 V R3 I C 2 VBE 2 VOUT R2 I C 2 VOUT VBE 2 R3 R2 I C 2 VOUT VBE 2 R3 R2 PNP Q1 PNP Q2 VBE1 VOS VBE 2 R3 R VOUT VBE 2 1 2 VT ln n VOS R3 R V0,OUT 1 2 VOS R3 Riepilogando La presenza di un offset non nullo provoca un errore nella determinazione di Vref Quest’errore viene amplificato dal fattore (1+R2/R3) Notiamo il compromesso tra la necessità di avere tale fattore elevato per non avere dimensioni eccessive nelle aree dei BJT e minimizzare l’errore dovuto all’offset Infine la tensione di offset stessa varia con la temperatura e quindi provoca un aumento della curvatura di Vref(T) Soluzioni Esistono diversi metodi per diminuire l’effetto della tensione di offset Innanzitutto per minimizzare VOS si possono scegliere dispositivi di grandi dimensioni per la realizzazione dell’operazionale Si può introdurre un ulteriore fattore di scala m tra le correnti in maniera che ΔVBE=VT ln (nm) Possiamo poi utilizzare più transistori in serie tra loro (non è possibile però in un processo CMOS) Implementazione circuitale Il circuito implementa le ultime due soluzioni Il fattore m tra le resistenze si tramuta in un fattore di scala m tra le correnti Un problema può nascere per operazionali low-voltage che non possono generare 2.5V in uscita VBE 2VT ln( nm) VOUT R2 VBE 2 VBE 4 1 2VT ln mn VOS R3 R1=R R2=mR U1 R3 PNP Q3 PNP Q4 PNP Q1 PNP Q2 Vos In tecnologia CMOS Dal momento che i collettori di Q3 e Q4 non sono connessi a massa, l’ultima realizzazione vista non è implementabile in tecnologia CMOS. Cerchiamo una modifica del circuito implementabile in un processo n-well Un BJT connesso a diodo viene sostituito con uno stadio a collettore comune Vdd Vdd La polarizzazione viene fatta con dei MOSFET anziché con dei resistori Vb PMOS Vb PMOS M1 Vdd M1 Vb PNP PNP Q2 PNP PNP Q2 Q2 PNP PNP Q1 Q1 PNP Q1 PNP Q1 M2 PMOS M1 PNP M2 PNP Q2 Q2 PNP Q2 PNP PNP Q1 Q1 PMOS M2 PMOS Q2 PNP Q2 PMOS PNP Q2 PNP PNP Q1 PNP Q1 Q1 Il circuito completo Vout Vdd M2 M4 M3 M1 U1 Vout R1 R R2 R PNP Q2 PNP Q1 PNP Q4 PNP Q3 Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up Stabilità Il circuito presenta due anelli di retroazione Il primo, negativo, include R2, R3 e 1/gm2, la resistenza vista dall’emettitore di Q2 Il secondo, positivo, include R1 e 1/gm1 R1 R2 U1 R3 PNP Q1 PNP Q2 Valutazione di βN e βP Per garantire che il circuito sia stabile nel transitorio di accensione e raggiunga proprio il valore di tensione di uscita desiderato bisogna assicurare che βN > βP, è dunque conveniente valutare queste due grandezze Nella pratica basterà prendere βN circa 3-4 volte βP 1 g m 2 R3 N 1 g m 2 R3 R2 1 g m1 P 1 g m1 R1 Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up Correzione della curvatura Esistono molte tecniche di correzione della curvatura Vref(T) proposte per circuiti bipolari Purtroppo nessuna di queste tecniche è utilizzata nella tecnologia CMOS dal momento che, a causa di variazioni di processo ed elevati offset presenti nei circuiti, i valori di Vref ottenibili esibiscono una variabilità che non si riesce a correggere con tecniche circuitali Vref 10 T0 T 10 T0 T Vref Problemi di progetto Il circuito appena visto, pur funzionante, presenta alcune peculiarità da tenere in conto per quanto riguarda la sua progettazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Compatibilità con il processo CMOS Variazione della corrente di collettore Tensioni di offset dell’amplificatore operazionale Stabilità della rete di retroazione Dipendenza di TC dalla temperatura Dipendenza dalla alimentazione e start-up Problemi di accensione Il circuito è relativamente immune alle variazioni di Vdd finché il guadagno d’anello dell’amplificatore operazionale rimane elevato La reiezione alle variazioni di alimentazione (PSRR) degrada alle alte frequenze Ci può essere necessità di un circuito di startup perché, all’accensione, Vx e Vy sono entrambe nulle e possono spegnere la coppia differenziale di ingresso dell’operazionale Il circuito di startup è simile a quello visto per la rete CMOS Generazione di IPTAT Nell’analisi dei circuiti di riferimento di tensione ci siamo accorti che la corrente di polarizzazione dei BJT è proporzionarle alla temperatura assoluta. Essa può essere vista infatti come la corrente che scorre nel resistore R3 su cui cade la differenza ΔVBE dei due transistor R1 R2 U1 R3 PNP Q1 PNP Q2 Circuito per la generazione di IPTAT M2 M1 M3 U1 studiato come generatore di tensione indipendente dalla temperatura può essere utilizzato, tramite un meccanismo di specchio di corrente, per la generazione della nostra IPTAT E’ però possibile generare la stessa corrente a partire da un circuito che non necessità un operazionale Vdd Il circuito che abbiamo IPTAT R2 R PNP Q2 PNP Q4 In dettaglio circuito di generazione di corrente il quale, se prendiamo M1=M2 e M3=M4 garantisce che VX=VY (perché?) e quindi che IPTAT sia effettivamente proporzionale alla temperatura assoluta Vdd Possiamo utilizzare il M3 M4 M1 M2 X Y R PNP Q2 PNP Q4 M5 IPTAT Confronto Al primo ordine i due circuiti si comportano esattamente alla stessa maniera. Se però andiamo a guardare con maggiore dettaglio il circuito senza amplificatore operazionale è soggetto a diverse sorgenti di errore: Effetto body sui PMOS Effetto della modulazione della lunghezza del canale Mismatch sulle dimensioni dei dispositivi Il risultato è che, se progettiamo correttamente l’operazionale, riusciamo ad ottenere un circuito più robusto alle variazioni della Vdd Polarizzazione a gm costante Molte delle proprietà dei circuiti CMOS analogici dipendono dalla transcoduttanza del mosfet amplificatore, E’ dunque sicuramente utile cercare di fare in modo da rendere quest’ultima indipendente da variazioni parametriche indesiderate Il circuito Riprendiamo il circuito generatore di corrente e, M4 (W/L)p Vdd Vdd Vdd tramite un meccanismo di specchio, polarizziamo M6 con la corrente Iout M3 (W/L)p M5 (W/L)p Iout M1 (W/L)n M2 k(W/L)n Rs M6 Calcoli gm 6 W 2nCox I D 6 L I D 6 I out 2 1 1 1 2 W R K nCox S L 2 Si avrà: gm 6 W 2 nCox L 6 2 2 1 1 k6 2 1 1 1 2 W R k2 RS K K nCox S L 2 Caso studio Studieremo in dettaglio un circuito per la generazione di una tensione Vref per sistemi analogici di elevata precisione1 Cominciamo con il vedere una versione semplificata del “core” del circuito che non utilizza amplificatori operazionali 1 T. Brooks and A. L. Westwisk, “A low-power differential CMOS Bandgap reference”, ISSCC Dig. Of Tech. Papers, pp. 248-249, 1994 Il “core” semplificato Vdd Lo specchio di corrente PMOS garantisce IQ1=IQ2=IQ3=IQ4 M5 M3 M4 M1 M2 M6 R nA nA A Q1 A Q2 Q3 Q1-Q3 hanno l’area n-volte maggiore di Q2-Q4 Q4 Problemi Il circuito, dal momento che l’effetto di modulazione della lunghezza di canale trasferisce le variazioni dell’alimentazione nel circuito, non è ancora utilizzabile in applicazioni in cui è richiesta un elevata stabilità di Vref Possiamo però introdurre delle topologie cascode per minimizzare quest’effetto Al posto del semplice circuito visto nello schema precedente, sostituiamo alla rete degli nmos e a quella dei pmos delle coppie cascode in configurazione low-voltage Questo circuito minimizza l’influenza delle variazioni della Vdd ma necessita di ulteriori tensioni di polarizzazione Vdd Introduzione dello specchio cascode low-voltage Vb1 Vb2 R nA Q3 A Q2 Vdd Self-biasing del cascode tensioni di polarizzazione si introducono due resistenze le cui cadute di tensione sono progettate in maniera da garantire che tutti i dispostivi rimangano in pinch-off Vediamo dunque il circuito complessivo Vdd Per eliminare le Vb1 Vb2 R1 R2 Vdd M1 M3 M2 M4 R1 R2 R PNP Q1 PNP Q3 PNP Q2 PNP Q4 Problemi aperti: 1. Vogliamo generare una tensione Vref che non sia riferita a massa 2. Vogliamo massimizzare la reiezione alle variazioni della Vdd Vdd Floating Vref Per comprendere come funziona il circuito basta osservare che: M1 M3 M6 M2 M4 M7 R4 • La corrente di drain di M7 è la stessa che scorre nel resistore R R1 Vref U1 R5 • Se M5 e M8 sono uguali allora la caduta su R3 è pari alla Vbe di Q4 • Di consegnenza la corrente di drain di M8 è pari a Vbe4/R3 R2 M5 R3 R R PNP Q1 PNP Q3 M8 PNP Q2 PNP Q4 Vdd In conclusione M1 M2 M3 M6 M4 M7 Dal momento che i due terminali di ingresso dell’operazionale sono uguali, la tensione di uscita è data dalla differenza tra le cadute di R1 R2 tensione su R4 e su R5 R4 2VT ln n R R4 R5 V 2 V ln n VBE 4 out T M5 R5 R R3 VR 5 I D 5 R5 VBE 4 R3 R4 Vref U1 VR 4 I D 7 R4 R La scelta dei pesi rende nullo il PNP PNP coefficiente TC di Vout Q1 Q2 PNP Q3 PNP Q4 R5 M8 R3 R Massimizzazione del PSRR Per ridurre ulteriormente l’influenza della Vdd conviene generare la VddL del core a partire dalla Vdd esterna attraverso un meccanismo di regolazione in feedback La scelta di R1 e R2 mi consente di determinare il valore di VddL a partire da Vr1 VddL Vr1 + - R1 R2 CORE Generazione di Vr1 M1 M2 La tensione Vr1 deve essere generata all’interno del core e riportata fuori per generare il riferimento dell’anello di feedback Vr1 Inseriamo nel ramo di Q3 la il resistore Rm in maniera che Vr1 sia un bandgap reference (ovvero oche la caduta su Rm sia proporzionale alla temperatura assoluta) Rm R PNP Q3 Vdd Il circuito finale U2 R6 R M1 M3 M6 R7 R M2 M4 M7 R4 R1 R2 Vref U1 R5 M5 Rm R PNP Q3 R3 R R PNP Q1 M8 PNP Q2 PNP Q4 Vdd La rete di start-up U2 R6 R M1 M3 M6 R7 R M2 M4 M7 R4 R1 R2 Vref Vdd U1 M9 M10 M11 R5 M5 M12 M13 NMOS NMOS Rm R PNP Q3 R3 R R PNP Q1 M8 PNP Q2 PNP Q4 Vdd Funzionamento U2 All’accensione dell’alimentazione M9 e M10, che sono connessi a diodo, assieme ad M13, garantiscono un percorso alla corrente e quindi portano in conduzione M12 La Vgs di M12 innesca la corrente in Rm e di conseguenza il resto del circuito R6 R M1 R7 R M2 Vdd M9 M10 M11 M12 M13 NMOS NMOS Rm R PNP Q3