Prof. Renato Fontana CORSO DI SISTEMI SOCIO-ECONOMICI (realizzazione a cura di Priscilla Martella) Facoltà di scienze politiche, sociologia, comunicazione A.A. 2015/2016 Parte prima - ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Sistemi socio-economici 24/06/2017 Pagina 2 Definizione di lavoro: • significato concreto -> si riferisce alle attività che svolgiamo per sopravvivere • significato astratto e formale -> si riferisce ad un’attività sistematica e specializzata retribuita La letteratura sul lavoro studia sia i cambiamenti dell’organizzazione, della qualità e del valore del lavoro, sia gli effetti del lavoro sulla collettività dei lavoratori, sulla stratificazione sociale e sulla qualità della vita. S 24/06/2017 Pagina 3 Com’è cambiato il lavoro nel corso del tempo: il lavoro nella società pre-industriale • Lavoro principalmente agricolo, i contadini trattenevano una parte della produzione, e lasciavano il resto dei prodotti al proprietario terriero • Tempi e ritmi del lavoro erano fissati dal clima, dalle stagioni e dalle tradizioni locali • Non c’era una forte specializzazione né una regolare divisione del lavoro tra uomini e donne, tra giovani e adulti La situazione è cominciata a cambiare nell’Europa occidentale con la grande inflazione causata dal’ingresso dell’oro derivato dalle conquiste coloniali della Spagna. Furono introdotte per la prima volta logiche di mercato in una società agricolo-artigiana-commerciale S 24/06/2017 Pagina 4 Il lavoro nella società industriale Da un sistema agricolo-artigianale-commerciale a un sistema industriale moderno con l’uso di macchine azionate da energia, che ha interessato soprattutto il settore tessile e metallurgico. Inoltre: • La società era divisa in capitalisti e proletari • Il lavoro nelle fabbriche non richiedeva particolari abilità professionali e il lavoro a catena costringeva gli operai a turni di 12-14 ore al giorno in condizioni malsane • Divisione sociale del lavoro • Crescita del consumismo e nascita della società di massa S 24/06/2017 Pagina 5 Il lavoro nella società post-industriale 1956 per la prima volta negli Stati Uniti i colletti bianchi superarono le tute blu. • E’ il settore terziario, quello in cui si producono e forniscono servizi, a prevalere sugli altri settori dell’economia. • Società della conoscenza, centralità della conoscenza teorica, della ricerca scientifica, della produzione di idee e dell’istruzione • Sistemi di gestione e norme per regolare la tecnologia • Maggioranza di professionisti e tecnici rispetto agli operai • Cultura del tempo libero e consumismo personalizzato S 24/06/2017 Pagina 6 L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IN FABBRICA La fabbrica della società industriale diventa il luogo di aggregazione più significativo di una nuova figura: la classe operaia industriale. Si consolida un’organizzazione del lavoro sempre più complessa per gestire la crescita continua nelle dimensioni della fabbrica S 24/06/2017 Pagina 7 Taylorismo Frederick W. Taylor (1856-1915), ingegnere e imprenditore statunitense Obiettivi del taylorismo: • Accentrare l’autorità all’interno dell’azienda • Aumentare la produzione e il rendimento degli operai riorganizzando ed esplicitando i costi, i tempi e i metodi di lavoro • Usare la scienza per avvalorare nuove proposte Quando si parla di taylorismo ci si riferisce a: • lavori ripetitivi, parcellizzati, standardizzati in modo da ottenere una produzione intensa e uniforme. • all’operaio è richiesto solo di eseguire in maniera automatica un singolo compito senza ragionare. Spetta al capo reparto la supervisione tecnica. S 24/06/2017 Pagina 8 OSL - Organizzazione scientifica del lavoro: lo studio scientifico dei migliori metodi di lavoro in base alle caratteristiche fisiche dei lavoratori e alle caratteristiche tecniche delle macchine. I principi dell’OSL: - one best way ossia la convinzione che esista sempre un solo e unico modo per realizzare una determinata produzione o per risolvere un problema - separazione netta della progettazione dalla esecuzione delle attività - task management ossia un sistema di organizzazione basato sull’attribuzione di compiti precisi e ben definiti - struttura organizzativa di tipo funzionale (specializzazione orizzontale delle attività e verticale dei livelli gerarchici in modo che ogni uomo abbia il minor numero possibile di compiti) S 24/06/2017 Pagina 9 Taylor sottolinea, inoltre, l’importanza della gestione delle risorse umane per aumentare l’efficienza e la quantità della produzione, in particolar modo riguardo: • la selezione del personale, scelto in base alle caratteristiche fisiche e psicologiche richieste • l’addestramento del lavoratore affinché esegua le direttive imposte dalla direzione • la disciplina, con sanzioni previste nel caso di errori • gli incentivi di tipo monetario e individuali per gratificare il lavoratore e scoraggiare la solidarietà aziendale • la comunicazione, nel rispetto delle gerarchie è il capo a parlare agli operai e non viceversa Il taylorismo ebbe un grande successo per la capacità sia di razionalizzare il processo produttivo sia di standardizzare e semplificare il lavoro a beneficio dell’efficienza, ma a discapito degli operai. S 24/06/2017 Pagina 10 Fordismo Henry Ford (1863-1947), imprenditore statunitense, fondatore della Ford Motor Company Caratteristiche: • produzione di massa in tempi brevi e di un prodotto altamente standardizzato • l’innovazione più significativa è rappresentata dalla catena di montaggio in cui non c’è più il controllo diretto e personale dei capo reparto sui lavoratori ma diventa un controllo tecnico dovuto all’elevato sviluppo tecnologico. • ll fordismo contempla il raggiungimento di elevati livelli produttivi non soltanto con il controllo ma anche attraverso incentivi di tipo materiale ed economico erogati ai lavoratori, in cambio di ritmi di lavoro estenuanti. Con Henry Ford che si concretizzano i principi del taylorismo nella grande fabbrica moderna. Ford T, modello semplice ed economico, prodotto solo in colore nero. La prima automobile ad essere prodotta su larga scala. S 24/06/2017 Pagina 11 Il fattore umano nello studio dell’organizzazione del lavoro: La Scuola delle Relazioni Umane Elton Mayo (1880-1949), psicologo e sociologo australiano Per la prima volta si prendono in considerazione gli aspetti sociali e psicologici del lavoro, come il grado di soddisfazione del lavoratore nell’esecuzione del compito. Elton Mayo avviò un programma di ricerche nello stabilimento della Western Electric Company di Chicago (1924) con l’obiettivo di studiare la relazione tra la produttività dei lavoratori e l’illuminazione dell’ambiente. Dai risultati emerse l’esistenza del fattore umano, denominato “effetto Hawthorne” ossia i lavoratori compiaciuti del fatto di essere osservati dai ricercatori, si sentivano motivati e avevano cominciato a produrre di più. Inoltre si notò che: • L’aumento del rendimento dipendeva soprattutto da rapporti amichevoli tra supervisori e lavoratori e tra gli stessi lavoratori • L’introduzione di pause migliorava la prestazione lavorativa, seppur in misura minore • L’incentivo economico sul gruppo aveva solo un effetto modesto S 24/06/2017 Pagina 12 I punti centrali della Scuola delle Relazioni Umane: • L’importanza del fattore umano, creando un ambiente socialmente gradevole e sereno • Il valore della leadership, ossia il valore delle relazioni umane del leader con il gruppo • La rete di rapporti informali, basati sulla collaborazione tra dirigenti/operai, dove i dirigenti sappiano ascoltare e consigliare Secondo questo approccio, per organizzare al meglio il lavoro e ottenere risultati soddisfacenti bisogna studiare le esigenze, le motivazioni e aspirazioni degli individui con i quali si è a contatto. S 24/06/2017 Pagina 13 Il modello giapponese – Toyotismo Taichi Ohno (1912-1990), direttore di produzione della Toyota Obiettivo: produrre in piccole serie per superare l’impossibilità di una produzione di massa dovuta al poco spazio a disposizione, alla scarsità dei mezzi e all’inadeguatezza dei macchinari. Soluzione: Il sistema di produzione snella La cosiddetta impresa snella giapponese si caratterizza per: • ottime prestazioni in termini di efficienza, qualità, flessibilità • minimo impiego di risorse in termini di uomini, macchine e scorte. S 24/06/2017 Pagina 14 Caratteristiche Toyotismo: • Centralità del just in time e conseguente eliminazione degli sprechi. Le scorte ridotte al minimo perché sono i fornitori a rifornire direttamente la linea produttiva attraverso un impeccabile logistica e un efficiente coordinamento dei tempi • Coinvolgimento dei dipendenti con l’obiettivo del miglioramento continuo dei processi. I dipendenti controllano la qualità e possono fermare la linea di produzione, suggeriscono miglioramenti del prodotto e del lavoro, responsabili del coordinamento orizzontale tra i posti di lavoro • Coinvolgimento dei fornitori concorrenza sulla qualità e sui prezzi delle parti standardizzate e cooperazione per garantire la rapidità della fornitura • Sistemi informativi sofisticati per ridurre burocrazia, personale indiretto e comunicazioni inutili (introduzione del kanban) • Ricerca della Qualità Totale estesa a tutte le parti del processo poiché ognuno, dall’operaio al top manager, ha un ruolo nell’assicurare la qualità di quello che produce S 24/06/2017 Pagina 15 Il modello fordista e giapponese a confronto FORDISMO TOYOTISMO SCORTE Sono una garanzia per Sono causa di bilanciare l’incertezza inefficienza poichè nascondono le anomalie FLUSSO DI LAVORO Non dovrebbe mai interrompersi poichè le fermate sono costose e le anomalie vanno corrette alla fine della linea produttiva Deve essere immediatamente interrotto non appena si verifica un’anomalia per correggere QUALITA’ Controllo di qualità alla fine del processo produttivo poichè implica un costo elevato Assicurazione di qualità che può ridurre costi se integrata nell’intero processo produttivo LOTTO PRODUZIONE DI Molto grande Molto piccolo o al limite unitario per evitare gestione delle scorte La risposta europea al modello giapponese dell’impresa snella: La Fabbrica Integrata L’unità produttiva di base è chiamata Unità Tecnologica Elementare (UTE) ed è caratterizzata da una forte integrazione interfunzionale, responsabilizzazione e deleghe. Principi generali dell’UTE: • Responsabilità diffusa ossia tutti i lavoratori contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi prendendo iniziative che siano chiare, auto valutabili, auto controllabili • Efficacia nell’ottenimento dei risultati • Prevenzione delle anomalie di processo • Interfunzionalità ossia lavorare insieme per obiettivi comuni • Intercambiabilità dei membri I problemi e le criticità vengono affrontate dai membri della UTE direttamente sul luogo nel quale si verificano. Un esempio italiano è lo stabilimento della Fiat a Melfi. S 24/06/2017 Pagina 17