LA LOCANDIERA
o, l’Arte per Vincere
di Carlo Goldoni
Adattamento e regia Stefano Sabelli
con
Silvia Gallerano, Mirandolina
Claudio Botosso, Cavaliere di Riparata
Giorgio Careccia, Conte di Albafiorita
Andrea Ortis, Marchese di Forlipopoli
Chiara Cavalieri, Ortensia
Eva Sabelli, Deianira
Diego Florio, Fabrizio
Giulio Maroncelli, il Servitore
Piero Ricci, il Fisarmonicista muto
Scene: Lara Carissimi – Michelangelo Tomaro
Costumi: Martina Eschini
Disegno luci: Daniele Passeri
Aiuto regia: Giulio Maroncelli
Una produzione
Teatro del LOTO Libero Opificio Teatrale Occidentale
di Teatri Molisani –
Ferrazzano CB
Silvia Gallerano, l’attrice italiana di teatro più premiata a livello internazionale degli ultimi
anni, quale straordinaria interprete de La Merda di Cristian Cerasoli (vero successo del nuovo
Teatro italiano nel Mondo), veste i panni di una Mirandolina combattuta fra tradizione e
femminilità emancipata, in questa particolarissima edizione del capolavoro di Carlo Goldoni,
curata e diretta da Stefano Sabelli.
Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale nell’ambito della 38^ edizione di Asti Teatro col
sottotitolo L’Arte per Vincere.
La vicenda, originariamente ambientata a Firenze a fine ‘700, viene “traghettata” dal regista
molisano nel Delta del Po, in un’atmosfera acquitrinosa anni ’50, omaggio a capolavori del
nostro Cinema neorealista, come Riso Amaro di De Sancits e Ossessione di Visconti, come
pure alle più belle commedie di Vittorio De Sica, che fanno il verso al mondo
dell’Avanspettacolo.
Claudio Botosso, fra i volti più noti del Cinema italiano d’autore – diretto da maestri come
Avati, Fellini, Bellocchio, Bozzetto, Luchetti, Risi, Perlini, Schroeder, Calogero – dà vita, con
la sua recitazione intensa e asciutta al Cavaliere di Ripafratta, vero antagonista della
protagonista goldoniana.
Le belle scene di Lara Carissimi e Michelangelo Tomaro, con i costumi di Martina Eschini,
rafforzano l’ambientazione lacustre e nebbiosa, dove conti, marchesi e cavalieri diventano
spiantati e alticci melomani, misogini e incalliti giocatori d’azzardo o ruffiani gagà di fiume;
balordi, che si arricchiscono e perdono tutto con poco, millantando e spacciando il poco che
hanno, come un tesoro segreto, magari ritrovato nello scrigno riesumato di un pirata dei
Balcani, risalito dal mare ai rivoli paludosi.
Immersa, tra giunchiglie e arboree di fiume, al centro della scena, su di un girevole, si erge
una Locanda-palafitta, che assume le sembianze ora di una nave corsara, che aspetta
stancamente il vento in poppa, ora di una casa di frontiera sospesa sull’acqua – con dietro,
forse, il precipizio – ora di un divertente e musicale carillon.
Il clima da bassa Padania, esotico e fluviale, traina una potente fantasia visionaria, dove la
notte scura è illuminata da lucciole e lanterne che scompongono le rispettive sfumature
cromatiche sul manto umido del fiume, ispirando, con i loro diversi riflessi, azioni e intenzioni
degli attori-avventori, in un continuo e forsennato caleidoscopio di speranze e sospiri.
Bella e tanta è la musica di quest’allestimento. Mentre la radio a valvole trasmette mambo
d’epoca e standard di Glenn Miller, gli attori intonano arie operistiche o “evergreen” del Trio
Lescano e Rabagliati. Una musica che ancor più genera un clima da varietà e avanspettacolo
che, come in un liscio sensuale e ibrido, avvolge tutta la scena e la fa girare a ritmo di swing,
o attraverso i temi suonati dal fisarmonicista muto, personaggio aggiunto a quelli goldoniani,
che rende ancor più l’atmosfera struggente e evocativa di una Padania che fu.
Con talento e straordinaria modernità recitativa, Silvia Galleranno rende la sua Mirandolina
una donna nuova che, sfruttando la decomposizione della nobiltà, è in grado d’emanciparsi,
con le sue sole armi e forze femminili. Una Mirandolina che, come un ex mondina resasi
indipendente o una suffragetta alla conquista del suo primo voto elettorale, è qui capace
d’immaginare per sé un futuro nell’ambito di una nuova borghesia imprenditoriale prendendo,
da sola, in mano le redini della “sua” un’azienda. E Silvia Galleranno interpreta perfettamente
quel modello di fascino femminile capace di rendersi autonomo e scalare classi sociali, che lo
stesso Goldoni ha concepito per il suo più bel ritratto di donna.
Nel finale tutto torna, come la circolarità con cui è stata progettata la scena, come il gioco dei
corsi e ricorsi del girotondo di personaggi e battute con cui è concepito il testo: esaurito il giro
di giostra, tutti aspettano che ripassi la chiatta per il cambio e ricambio di habitué e
avventurieri… tutti pronti a spegnere e riaccendere le luci di un nuovo, struggente e
divertente, Varietà!
Il bel cast prende forza dal vivo talento dei migliori giovani attori molisani, cresciuti negli anni
nella Compagnia del Loto, già spesso distintisi e apprezzati in tante importanti produzioni di
Cinema e Teatro. Giorgio Careccia, è un seducente e irriverente Conte d’Albafiorita, mix tra
gagà e piccolo camorrista; Andrea Ortis, Marchese di Forlipopoli, è un classico ex nobile
veneto, spiantato e un po’ alticcio, ma con passioni musicali da melomane incallito; Chiara
Cavaliere e Eva Sabelli, nei rispettivi panni di Ortensia e Dejanira, ricalcano, canterine e
danzanti, artiste d’avanspettacolo un po’ sfiorite e demodé; Diego Florio un ruspante e tenace
Fabrizio, che fa della sua inadeguatezza la sua forza; Giulio Maroncelli è un raffinato
Servitore, di dubbia sessualità.
Piero Ricci, considerato il più grande suonatore di zampogna al mondo, qui in veste di
fisarmonicista, completa con la sua veggente e carismatica presenza musicale questa
produzione, dove convivono passatori cortesi e piccoli bracconieri dediti a facili contrabbandi,
attratti da un liscio, intonato senza tempo e ritmo, da danzare, con prostitute e zanzare, in
cerca di clienti da ultima frontiera.
Video Promo: https://www.youtube.com/watch?v=fJp1V_5TraA&t=8s
Estratti dalle recensioni:
Mirandolina, celebre personaggio goldoniano, si spinge dall'originaria Firenze fino al Delta del
Po, conquistando anni a noi più vicini, e affidando il suo acuto ragionare a una delle attrici più
interessanti del Teatro italiano - La Repubblica
Nuovi effetti comici si mescolano con uno dei modelli di comicità del teatro italiano - La
Stampa
Silvia Gallerano è una locandiera moderna, sensuale e abile, priva delle leziosità che
sembrerebbero connaturate al ruolo e, per questo, sempre credibile. Gli equivoci e i dialoghi
sono quelli goldoniani, cambiano il ritmo e la messa in scena, grazie ad una scenografia che
ruota e mette lo spettatore di fronte alla simultaneità di più azioni. Lo spettacolo è singolare
nel proporre con un taglio intelligente e moderno una figura di donna che appare più volitiva e
meno capricciosa che nell’originale. La rivalsa sul sesso forte non è una ripicca, ma una
precisa intenzione che pare carica di significato e la lotta diventa senza esclusione di colpi,
divertente, ma spietata. Un ottimo cast formato dagli attori della Compagnia del Loto, tutti in
parte e tutti capaci di caratterizzare efficacemente i loro personaggi. - Radio Gold
È stata la talentuosa Silvia Gallerano a indossare gli abiti anni ’50 di una Mirandolina che
tenta a tutti i costi di intraprendere la via dell’emancipazione. La vicenda si svolge nel Delta
del Po, in un’atmosfera acquitrinosa e a tratti onirica. La scelta delle scenografie non è
casuale, è parecchio significativa e simbolica: una locanda-palafitta su di un girevole che
muta ora in una nave corsara ora in una casa di frontiera. - TeatroDamsTorino
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